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www.spiritoconlascure.it Il Forum di Za-gor Te-nay
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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
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lupo bianco GRAN GARANTE DEL FORUM


Registrato: 09/01/04 21:17 Messaggi: 29095 Località: Cantina di Auerbach, Lipsia
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 8:46 am Oggetto: |
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Qualsiasi scemo ? capace di pensare. E' l'agire che ? difficile.
Gli illumiisti pensavano solo, ma poi in realt? leccavano le chiappette dei sovrani e dei nobili (qualcuno, come Voltaire, in senso letterale, perdonatemi la volgarit?), i rivoluzionari le teste le tagliavano.
La democrazia ? nata in Francia. |
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kanoxen60 Iper Zagoriano


Registrato: 25/03/12 11:40 Messaggi: 12265 Località: Castrum Arquati
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 8:49 am Oggetto: |
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Come ci ricorda il gran francese, in apertura di uno dei suoi capolavori ("L'homme qui rit"), tendo a pensare che la democrazia (parlamentare) sia nata in Inghilterra... |
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lupo bianco GRAN GARANTE DEL FORUM


Registrato: 09/01/04 21:17 Messaggi: 29095 Località: Cantina di Auerbach, Lipsia
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 8:51 am Oggetto: |
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Vedi l'errore dell'epoca mderna ? che si "tende a pensare" e basta.
La democrazia parlamentare inglese era un consesso di oligarchi ciccioni che sfruttavano tutti gli altri senza piet?.
Ma nei libri difficilmente troverai il sangue e il sudore di chi ha goduto di questa "democrazia"
?a ira! |
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kanoxen60 Iper Zagoriano


Registrato: 25/03/12 11:40 Messaggi: 12265 Località: Castrum Arquati
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 8:58 am Oggetto: |
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Ehi, Lupo, ma tu cosa pensi del libello della Barbato?  |
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lupo bianco GRAN GARANTE DEL FORUM


Registrato: 09/01/04 21:17 Messaggi: 29095 Località: Cantina di Auerbach, Lipsia
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 9:04 am Oggetto: |
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Mi spiace, non l'ho letto.
Ho dato la precedenza all'ultimo (splendido) numero di Hellblazer, ai Tex, ai settimanali dell'Aurea, a Cayenna/2 (pure se lo so a memoria), mi sono letto qualche Kriminal che ho preso in fiera a Bologna, gli Zagor, i Before Watchmen, il secondo numero DC della nuova serie Masters of Universe, il manga Vita Arcana, l'ultimo Osprey su Borodino 1812, la lista della spesa della mamma, i graffiti sui muri della metropolitana, l'elenco telefonico di Terranova dei Passerini e, infine, pure il forum!
Come vedi la Barbato non ? che mi entusiasmi tanto!  |
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Spiritello Fran SPIRITELLO NAZIONALE


Registrato: 17/12/05 21:04 Messaggi: 53410 Località: Roma
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IL DEMONE DELLA FOLLIA Iper Zagoriano


Registrato: 01/01/09 14:39 Messaggi: 12551 Località: KONOHAGAKURE-IL VILLAGGIO DELLA FOGLIA
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 9:06 am Oggetto: |
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L?elenco telefonico di Terranova dei Passerini....  _________________ Io voglio regalarti la mia vita.
Chiedo tu cambi tutta la mia vita, ora.
Ti do questa notizia in conclusione.
Notizia e´ l´anagramma del mio nome, vedi.
E so che serve tempo, non lo nego.
Anche se in fondo tempo non ce n´e´, ma se...
TIZIANO FERRO_INDIETRO
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ScetticoBlu Zagoriano Junior


Registrato: 23/05/12 12:37 Messaggi: 43
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 10:11 am Oggetto: |
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Sono molto contento del commento di God87 anche se non ? d'accordo con me. E' in questo modo che mi piace discorrere sul forum. Presentando pure posizioni opposte ma con tranquillo rispetto delle idee di tutti.
A parte questo, vorrei dirti, caro God87, che la Rivoluzione Francese non ? il West. Sull'Ovest americano l'operazione di costruzione del mito e della trasformazione narrativa della realt? in leggenda ? cominciata addirittura in epoca coloniale quando apparvero le prime rappresentazioni teatrali su Pochantas e i primordiali incontri tra pellerossa e bianchi. Poi ? arrivato Fenimore Cooper, ? seguito il lungo periodo delle dime novels, fino ad arrivare al circo di Buffalo Bill e al cinema e quindi alla diffusione della mitologia americana in tutto il pianeta.
Gli americani avevano bisogno di ricostruire il loro passato, di creare delle radici leggendarie. I popoli del mediterraneo hanno avuto l'epopea omerica e quella dell'Eneide, quelli del nord europa le saghe sassoni e scandinave, gli statunitensi hanno avuto il western.
In quel contesto noi lettori di fumetti e spettatori cinematografici, che siamo stati anche attenti alla Storia e all'approfondimento della realt? fino a comprendere le immense differenze tra essa e la leggenda che ci ? stata raccontata, ci siamo abituati a considerare, per fare un esempio, due Buffalo Bill : c'? quello vero che manifesta una sbiadita immagine di un uomo che ha costruito fin dalla giovinezza la sua immagine eroica e c'? quello del cinema classico e dei fumetti dell'"Intrepido" fino ad arrivare al personaggio bonario e simpatico che appare ancora, ogni tanto, accanto a Tex e Kit Carson, un altro nostro eroe che ebbe una vicenda personale del tutto diversa da quella rievocata fin da quando era ancora in vita.
Ma la Rivoluzione Francese non ? mai riuscita ad essere, per quanto si parli di fatti avvenuti tra il 1789 e il 1815, materia leggendaria, neppure per i francesi che pur hanno adottato il canto rivoluzionario, di valore internazionale, come "La Marsigliese", quale inno nazionale.
In Francia, come in Italia e in Germania prima e dopo il nazismo, il dibattito sugli "eccessi" della Rivoluzione ? cominciato quando essa era ancora in atto. In Gran Bretagna la storiografia tradizionale ha cominciato a esaminare il processo democratico francese in modo antitetico fin dalla fine del '700.
Opere come l' "Andrea Chenier" o "La morte di Danton" non sono state che interpretazioni romantiche di alcune personalit? del periodo e non hanno creato alcuna epopea leggendaria. Si apprezzano o si criticano per quel che sono senza troppe contraddizioni tra arte e politica.
Ma, ancora, oggi, queste due opere contengono una visione della Rivoluzione Francese che nulla ha a che fare con la documentazione storica sia di parte avversa che di parte favorevole. Almeno sui documenti gli storici oxfordiani e quelli filorobespierristi di Soboul e Lefevbre si sono messi d'accordo.
Ma, fai attenzione, il revisionismo (che nel nostro secolo ha avuto il suo apice con i libri di Fauret negli anni Ottanta, oggi gi? dimenticati da qualsiasi studioso serio) ha sempre avuto bisogno di piegare la Storia alle sue tesi. Ricordo perfettamente (potrei anche citarti l'esatta fonte ma dovrei sconvolgere la mia pericolante emeroteca) quando, riportando alcune tesi di Fauret, in occasione del bicentenario del 1989, persino "L'Espresso" riport?, dandola per buona, una favolistica immagine della festa della Dea Ragione dove Robespierre, il quale rifiut? sempre di parteciparvi, appariva a capo del corteo (e tutti sono d'accordo che non ci fu nemmeno il corteo ma solo la festa ben localizzata in un solo luogo di Parigi come documentano gli stessi disegni, pubblici o privati venuti fuori con il tempo) mascherato con la toga da senatore romano e la corona d'alloro in testa. E questo non ? che un esempio molto circostanziato.
A queste fandonie si ? opposta una lettura seria di tutti i fenomeni e di tutti i personaggi che hanno animato la Rivoluzione e il periodo napoleonico. La personalit? integerrima e scontrosa di Robespierre ? ormai accettata da tutti, da chi lo accusa di avere estremizzato il processo rivoluzionario e da chi lo ha rivalutato anche recentemente sulla base dei nuovi documenti scaturiti dagli eredi della famiglia Duplay.
Per? il dibattito continua, ? sempre aperto. La Rivoluzione, e Robespierre prima di tutti tra i suoi protagonisti, continua a suscitare dibattito politico e, ancora in questi giorni in Francia e pronostico per molto tempo ancora anche in Italia, continua ad essere piegato o spiegato al vento che tira tra Destra e Sinistra, moderati e riformatori, cattolici e atei, socialdemocratici e socialisti tout court.
Tu comprendi che, volendo estrapolare da eventi cos? controversi la storia del boia di Parigi, bisogna porsi il problema che questa figura ha attorno discussioni tutt'altro che terminate, ferite e cicatrici tutt'altro che asciugate.
Non c'? una grande differenza tra raccontare la vicenda come ha fatto la Barbato e, per fare esempi calzanti, un album di "Le Storie" che rievochi il principe Borghese e la Decima Mas da un punto di vista "umano" e pretendere che non si scatenino polemiche toccano nel vivo persone e intere famiglie prima ancora che gli storici, gli insegnanti, gli intellettuali.
So bene che l'autrice ha responsabilit? relative. Probabilmente Paola Barbato non sa nemmeno che siano esistitite tesi contrastanti su Robespierre o sulla guerra civile tra la Repubblica Sociale e la Resistenza partigiana e che ci sia gente che si ? sparata addosso fino a poco tempo fa per interpretazioni discordanti. Il suo intento era quello di raccontare una storia a fumetti. Ha incontrato da qualche parte il boia di Parigi e vi ha costruito sopra la sua sceneggiatura.
Ma la sua ignoranza di quanto sopra non la giustifica. Per dirla tutta non giustifica nemmeno la Casa Editrice che, dovendo inaugurare una collana, avrebbe potuto scegliere un tema meno controverso e pi? familiare ai lettori come quelli annunciati per i prossimi album. Non so a chi sia venuta l'idea di cominciare proprio con una storia che, tra l'altro, se tocca pochissimo qualcuno, tocca pochissimo soprattutto i comuni lettori di fumetti (non parlo ovviamente dei lettori accorti, dei forumisti ecc) abituati a variazioni e originalit? ma sempre all'interno di generi canonici.
Non so se sono riuscito a spiegarmi bene. Certamente sono riuscito ad annoiare profondamente coloro a cui delle cose che ho scritto non gliene importa un tubo. E credo che siano tanti, giustamente, in questo forum.
Per?, pur consapevole di questo, contesto ancora qualche particolare. Non ? vero che non esistano documentazioni storiche serie su Sanson. Potrei citarti almeno una ventina di nomi e titoli tra tutte le tendenze e le pubblicazioni edite anche in Italia. Con ci? nessuno vietava alla Barbato di svolgere il personaggio come voleva lei. Credo anch'io che le sue intenzioni fossero quelle che sono divenute la tua opinione che hai esposto chiaramente. Per? io non credo che ci sia riuscita.
Tralascio la questione del disegnatore. Come sempre, in questi casi, ci sono quelli a cui piace e quelli no. A me Casertano non spiace ma lo trovo poco adatto a storie del genere. Ma questa ? una senzazione personale che non esclude la veridicit? di tutte le altre.
Per?, a livello personal e basta, quello che mi ha seccato di pi?, sono stati gli strafalcioni storici. Ad un certo punto, per esempio, si dice che fu la morte di Marat a scatenare il Terrore. Ma se fu Marat a creare il Terrore sul suo giornale che Robespierre detestava per la sua faziosit? e la sete di sangue che trasudava da ogni riga. E' un po come scrivere che fu la fucilazione di Mussolini a scatenare la Guerra Civile nel '43, due anni prima del fatto in se stesso.
Danton (se non altro la sceneggiatrice conosce la tragedia di Brukner) ? presentato come un omaccione i cui conflitti interiori sconfinano nella ripugnanza fisica. E' la vecchia interpretazione romantica del contrasto tra i due leader rivoluzionari. Danton rappresenta la tendenza all'umanit? pratica e Robespierre la teoria che conduce ai massacri. Per chi ne volesse conoscere uno sviluppo pi? familiare, avete presente i personaggi di Tomas Milian e Gian Maria Volont? in uno dei migliori western italiani, "Faccia a faccia" di Sergio Sollima...
Peccato che Danton fosse sul libro paga dei Borboni. Questo non lo negano pi? nemmeno gl storici pi? retrogradi. Che poi le figure della Rivoluzione conservino sempre una loro grandezza di personaggi che hanno fatto la Storia in temperie eccezionali proprio in certe caratteristiche ambigue ? un'altra faccenda. Si potrebbe fare lo stesso discorso per tante altre figure note e meno note di Danton.
Infatti mi dispiace che lo abbia raffigurato come martoriato dalle malattie della pelle. I due leader rivoluzionari che avevano in effetti contratto morbi che ne avevano deturbato il fisico e il volto furono Mirebau e Marat il quale scriveva nella vasca da bagno proprio per alleviare il dolore che gli davano le piaghe. Danton era pi? che altro noto per le sue orgie, amante del vino e delle donne di piacere. Ma, attenzione, stiamo comunque parlando di un oratore formidabile che ha lasciato discorsi la cui acutezza stupirebbe il pi? abile dei politicanti di oggi.
Anche Saint Just. E' qui visto come un giovane efferato, una specie di comandante Carlos a capo del terrorismo pi? accecato, che si preoccupa di predisporre l'esposizione della testa dei ghigliottinati e altre facezie. Stiamo parlando di un tale che a poco pi? di vent'anni scrisse due tomi sull'nterpretazione delle istituzioni statali che in Francia studiano nelle scuole elementari e nelle facolt? universitarie.
Potrei continuare ancora per molto. Meglio che la smetta. Vorrei solo che si fosse compresa la mia opinione. Non nego il diritto di scrivere fumetti ambientati durante la Rivoluzione Francese. Consiglio la stessa prudenza e franchezza editoriale che si ? usata raccontando della Legione Straniera, i falchi di Rangoon, i guerriglieri delle Filippine, e via dicendo.
C'? una sottilissima linea di demarcazione tra chi scrive per interessare e coinvolgere la fantasia e la rievocazione della Storia. E' molto facile superarla. Ma c'? chi ce l'ha fatta e chi no.
Cia a tutti _________________ Shane...Shane.....ritorna qui, Shane....Shaneeeee... |
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ScetticoBlu Zagoriano Junior


Registrato: 23/05/12 12:37 Messaggi: 43
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 10:14 am Oggetto: |
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Ovviamente, mentre scrivevo la mia risposta a God, il dibattito si ? sviluppato e si ? fatto ancora pi? interessante. Leggo soltanto adesso i post successivi. Ma credo che va bene lo stesso. Almeno spero. _________________ Shane...Shane.....ritorna qui, Shane....Shaneeeee... |
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God87 Zagoriano Super

Registrato: 12/06/05 19:40 Messaggi: 3387
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 12:03 pm Oggetto: |
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Ok ScetticoBlu, ammetto che possiedi un tale livello di cultura e conoscenze sulla Rivoluzione Francese che non riesco a controbattere. Hai probabilmente ragione su molti degli strafalcioni storici che rinfacci all'opera, ne prendo atto.
Per?, pur non essendo a conoscenza di tutte queste informazioni, io che mi ritengo un "fan" della Rivoluzione Francese e dei suoi protagonisti continuo a non indignarmi su questa storia. Ci sono licenze poetiche e, come dici tu, fatti ignorati (volutamente o meno) dalla Barbato, ma non mi pare comunque che "Il boia di Parigi" si configuri come una critica alla Rivoluzione o al Grande Terrore, personalmente non ci ho visto malizia. Mi sembra appunto che voglia parlare di altro, che voglia essere "solo" un resoconto della pena di morte di quel periodo vissuto dal punto di vista di un boia che ? pure filo-rivoluzionario. Un boia che critica la mancanza di umanit? di Robespierre e Saint-Juste, ma non dice che la Rivoluzione ? uno sbaglio o che sia ingiusto ghigliottinare tutta quella gente (essendo abituato, giustamente, a vedere gente morire per molto meno durante la Monarchia, come la prima vittima dell'albo che ha solo rubato del cibo).
Dai libri che ho studiato sull'argomento, in primis quelli universitari per Storia moderna, non mi sembra di aver trovato grandi stravolgimenti di caratterizzazione: Robespierre rimane intransigente e pienamente amante del suo popolo, viste le lodi che fa a Sanson per consolare tutte le vittime a prescindere dal ceto; Saiint-Juste ? un intellettuale, ma anche il pi? sanguinario tra i rivoluzionari e quello che cerca l'inasprimento delle pene di morte e un maggior terrore, etc. Insomma, si pu? dibattere anche oggi sugli orientamenti politici e intellettuali dei protagonisti della Rivoluzione, ma le personalit? bene o male sono rispettate, e sono solo queste, imho, le uniche che risaltano nel fumetto.
A fine lettura posso trovare riprovevole il cinismo e la mancanza di umanit? di Robespierre e Saint-Juste nei riguardi dei nobili fatti ghigliottinare, ma non ? per questo trovo sbagliato il periodo del Terrore.
? un po' il discorso di quelle opere, cinematografiche o letterarie, ambientate durante la guerra civile italiana del 1944 e che mostrano il peggio dei partigiani. So benissimo anch'io che le loro vendette private sui fascisti innocui erano sbagliate, ma questo non toglie nulla alla nobilt? della loro causa, _________________ http://anime-asteroid.blogspot.com/ |
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rimatt Iper Zagoriano


Registrato: 19/10/04 15:04 Messaggi: 6576 Località: Verona
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 2:46 pm Oggetto: |
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Al di l? di tutto, Il boia di Parigi ? un'opera di finzione, quindi a me interessa poco o niente se racconta una vicenda che storicamente ? tutta sballata. Se a interessarmi fosse la Storia con la S maiuscola, non andrei certo a cercarla in un racconto Bonelli, ma sui testi degli storici, oltretutto con la consapevolezza che ogni analisi storica, per quanto accurata e documentata, ? parziale e non pu? essere del tutto obiettiva.
Di un fumetto mi interessa che sia ben sceneggiato e ben disegnato, che abbia ritmo, che si legga volentieri: che narri una storia (con la s minuscola) che sta in piedi, insomma; Il boia di Parigi ? cos?, pertanto lo reputo un ottimo fumetto.
Che sia storicamente inattendibile non intacca minimamente la mia opinione sulla qualit? dell'opera: mi rendo conto benissimo che Robespierre e Saint-Just sono presentati come due macchiette sanguinarie, ma sono perfettamente funzionali alla narrazione (sono gli antagonisti del protagonista), quindi vanno pi? che bene cos?.
E ancora: la Barbato ne esce come un'autrice reazionaria? Non ne sono del tutto convinto, ma se anche fosse? Di nuovo, ? la bont? della storia a contare, e il punto di vista dell'autore mi interessa il giusto (cio? poco). |
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Spiritello Fran SPIRITELLO NAZIONALE


Registrato: 17/12/05 21:04 Messaggi: 53410 Località: Roma
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 2:54 pm Oggetto: |
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rimatt ha scritto: | Al di l? di tutto, Il boia di Parigi ? un'opera di finzione, quindi a me interessa poco o niente se racconta una vicenda che storicamente ? tutta sballata. Se a interessarmi fosse la Storia con la S maiuscola, non andrei certo a cercarla in un racconto Bonelli, ma sui testi degli storici, oltretutto con la consapevolezza che ogni analisi storica, per quanto accurata e documentata, ? parziale e non pu? essere del tutto obiettiva.
Di un fumetto mi interessa che sia ben sceneggiato e ben disegnato, che abbia ritmo, che si legga volentieri: che narri una storia (con la s minuscola) che sta in piedi, insomma; Il boia di Parigi ? cos?, pertanto lo reputo un ottimo fumetto.
Che sia storicamente inattendibile non intacca minimamente la mia opinione sulla qualit? dell'opera: mi rendo conto benissimo che Robespierre e Saint-Just sono presentati come due macchiette sanguinarie, ma sono perfettamente funzionali alla narrazione (sono gli antagonisti del protagonista), quindi vanno pi? che bene cos?.
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Parole da incorniciare!  _________________ "Nun me rompete!"
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"Più le cose cambiano e più rimangono le stesse!" Jena Plissken
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joe7 Zagoriano Expert


Registrato: 14/09/12 13:41 Messaggi: 2314
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 3:15 pm Oggetto: |
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L'episodio del "boia" mi ? piaciuto molto, anche se in certi tratti ? stato morboso, con un attaccamento e una venerazione della morte che inquieta. Per? resta un personaggio profondo e ben caratterizzato: complimenti alla Barbato.
Ci sono solo un paio di cose da puntualizzare, ma non contano niente ai fini della storia, perch? resta un bel racconto (almeno per me): Luigi XVI abol? la pena di morte, e questa fu ripristinata appunto dai rivoluzionari. Quindi la scena iniziale del poveretto decapitato dal re per aver rubato ? poco credibile.
Un appunto inoltre a ScetticoBlu: lo storico che citi era stato membro dell'Academie Francaise, e i suoi scritti sono ritenuti ancora oggi validi. Inoltre, si chiamava Francois Furet, non Fauret.
Ultima modifica di joe7 il Dom Ott 14, 2012 3:16 pm, modificato 1 volta in totale |
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joe7 Zagoriano Expert


Registrato: 14/09/12 13:41 Messaggi: 2314
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 3:16 pm Oggetto: |
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rimatt ha scritto: | Al di l? di tutto, Il boia di Parigi ? un'opera di finzione, quindi a me interessa poco o niente se racconta una vicenda che storicamente ? tutta sballata. Se a interessarmi fosse la Storia con la S maiuscola, non andrei certo a cercarla in un racconto Bonelli, ma sui testi degli storici, oltretutto con la consapevolezza che ogni analisi storica, per quanto accurata e documentata, ? parziale e non pu? essere del tutto obiettiva.
Di un fumetto mi interessa che sia ben sceneggiato e ben disegnato, che abbia ritmo, che si legga volentieri: che narri una storia (con la s minuscola) che sta in piedi, insomma; Il boia di Parigi ? cos?, pertanto lo reputo un ottimo fumetto.
Che sia storicamente inattendibile non intacca minimamente la mia opinione sulla qualit? dell'opera: mi rendo conto benissimo che Robespierre e Saint-Just sono presentati come due macchiette sanguinarie, ma sono perfettamente funzionali alla narrazione (sono gli antagonisti del protagonista), quindi vanno pi? che bene cos?.
E ancora: la Barbato ne esce come un'autrice reazionaria? Non ne sono del tutto convinto, ma se anche fosse? Di nuovo, ? la bont? della storia a contare, e il punto di vista dell'autore mi interessa il giusto (cio? poco). |
Quoto in pieno!  |
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kanoxen60 Iper Zagoriano


Registrato: 25/03/12 11:40 Messaggi: 12265 Località: Castrum Arquati
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Inviato: Dom Ott 14, 2012 5:45 pm Oggetto: |
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Sto pensando a quanto suggestivo il fascicolo sarebbe stato se lo avessero dedicato alla Bestia del Gevaudan...Spero che, prima o poi, lo facciano... |
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