Gianpy Zagoriano Advanced
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Inviato: Gio Mag 16, 2019 1:58 pm Oggetto: |
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C’è un momento particolare nei pomeriggi invernali: quando viene sera e cala lentamente la notte. Siamo a dicembre, o gennaio…magari il pomeriggio non è stato troppo freddo e, anzì, c’è stato il sole sia pur un sole morente.
Ma verso sera l’inverno si riappropria del proprio tempo e del propro spazio.
Nelle case le prime luci si accendono a scacchiera mentre nelle vie i primi lampioni tremolanti effondono una luce giallagnola su terreno in gran parte bagnato dalla neve.
In cucina borbotta la pentola delle castagne e sulle stufe le bucce di mandarino rinsecchiscono esalando un aroma dolce e pungente, che sa di Natali lontani.
È l’ora in cui, nei condomini, si accende il riscaldamento e si sente quel caratteristico rumore, sordo e grattugioso, dell’acqua calda che gorgoglia nei termosifoni e che sa di brodo e di calcare.
Fuori è quasi buio ormai e comincia a spirare un vento, non forte ma pungente. Le stradine, che qualche ora prima erano popolate da bambini vocianti, ora appaiono desolatamente deserte.
Alcuni piccoli negozi chiudono e quelli che rimangono aperti sono pressoché deserti.
La neve, col freddo serale, è ghiacciata nuovamente e scrocchia sotto i passi dei pochi che si avventurano fuori.
Una di queste stradine, costeggiata da case sempre più piccole con graziosi giardinetti, conduce fuori dal villaggio, verso la collina, verso la campagna, verso i boschi.
Seguendola, inseguiti dal fiato condensato che esce dalla nostra bocca, arriviamo ad un piccolo ponticello in legno su di un altrettanto piccolo rio, di cui a causa del buio, non riusciamo a scorgere l’acqua ma di cui sentiamo il ritmico ribolllire.
Superato il ponticello, i lampioni si diradano per poi sparire e la strada si fa sentiero, sentiero che si inerpica verso la collina coperta dalla neve.
Camminiamo su arbusti congelati dal freddo e piccoli avvallamenti di neve e, dopo circa trenta minuti, abbiamo raggiunto la vetta della collina.
Si para dinnanzi a noi lo spettacolo della valle sottostante, delimitata dai boschi scuri e coperta da un candido manto di neve immacolata.
Se c’è la luna piena, l’atmosfera pare immersa in una sognante e silenziosa luminosità.
Scorgiamo il rio che abbiamo appena attraversato e che, piegandosi in anse, si perde in lontananza, verso il bosco, una macchia scura e densa.
Potremmo continuare, scendere verso la valle, attraversarla e raggiungere il bosco ma non lo facciamo perché questo è, ormai da mesi, il loro regno.
Sono invisibili, si nascondono nel cuore dei boschi, sulle sommità più remote ed impervie e, di tanto in tanto, scendono a valle a compiere le loro razzìe.
Sono loro... i falchi delle nevi! |
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