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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Mer Dic 07, 2016 4:01 pm    Oggetto: Rispondi citando


N° 2 – Luglio 1967
Testi: Gino D’Antonio
Disegni: Gino D’Antonio, Renzo Calegari e GiorgioTrevisan



IL GRANDE FIUME
Nel precedente volume la prima avventura si era conclusa a pagina 89 per poi iniziarne un’altra nella successiva pagina con uno stacco temporale, però, di circa 5-6 anni. Nel lasso di tempo che separa le due storie c’era spazio per altri avvenimenti che interessassero la famiglia Mac Donald ed infatti lo sceneggiatore D’Antonio se ne ricorderà in occasione della ristampa del 1984 quando amplierà la serie con le nuove tavole del disegnatore Polese. Cos’era stato aggiunto? In breve, dalla lettura dei nuovi episodi si apprenderanno i motivi che portarono la famiglia Mac Donald a trasferirsi presso il Blue River, nella valle dell’Ohio e gestire un trading post come agenti della Fur Company di Manuel Lisa (personaggio realmente esistito) in un contesto apparentemente più tranquillo e prossimo alla civiltà. Brett Mac Donald si era trovato infatti, suo malgrado, coinvolto nella lotta senza quartiere per il predominio nel commercio delle pellicce tra la Compagnia di Manuel Lisa e quella del NorthWest rappresentata dal suo agente Marcos. Nello scontro erano state attive protagoniste le tribù dei Blackfoot di Testa Bruciata e degli Shoshone di Piccolo Lupo, schierate su fronti contrapposti. Al termine di una sanguinosa faida il fratello di Sicaweja muore durante l’attacco al proprio villaggio e Sicaweja è rapita per diventare schiava di Testa Bruciata. Brett riuscirà, con l’aiuto di Manuel e dei suoi trapper a ribaltare la situazione, ma l’epilogo, pur se favorevole, lo amareggerà inducendolo a cercare lidi più tranquilli. Stabilitosi, come detto nell’Ohio, Brett si accorgerà che i guai però non mancheranno neppure là. Intanto dovrà tenere a bada un rivale, tale Robespierre, che non sopporta ingerenze nei “suoi” territori, per poi accorgersi che mercanti senza scrupoli stanno avvelenando i rapporti tra bianchi e pellerossa. E così ci ricolleghiamo con la serie originale che riparte proprio da questa situazione.
A Vincennes, dove il governatore militare Harrison presidia la zona della regione dell’Ohio, è stato indetto un concilio con i maggiori esponenti delle varie tribù locali per stabilire un accordo e, possibilmente, l’acquisto delle terre dei pellerossa. Alcuni dei loro capi sono disposti alla cessione, ma Tecumseh, sakem degli Shawnee, è invece irremovibile alle proposte ricevute e si ritira senza concedere alcunché. Harrison, sobillato dal bieco affarista Potter, non demorde e attende l’occasione giusta per intervenire con la forza.
La tensione cresce, Tecumseh lavora per costruire una federazione delle varie tribù in grado di tenere testa ai bianchi usurpatori mentre il fratello predica in un clima di crescente fanatismo la certa vittoria dei nativi sui nemici avidi delle loro terre. Cominciano gli atti di sangue, vengono bruciate alcune fattorie isolate, Tecumseh rimane gravemente ferito da un agguato tesogli dai sicari di Potter. Brett lo salva e ne ottiene l’imperitura riconoscenza. Si arriva allo scontro aperto tra la milizia di Harrison e gli uomini del Profeta che intanto ha preso il comando assoluto. Brett è preso in mezzo e non vuole schierarsi da nessuna parte. Aperta parentesi, in questi casi lo sceneggiatore, astutamente, ricorre allo stratagemma della ferita che lo intontisce e lo mette al riparo fino al termine della battaglia, dopodiché il nostro rinviene, viene curato e dice la sua, amareggiato. Chiusa parentesi.
Le sorti della battaglia, è quella famosa di Tippecanoe, sembrano inizialmente favorire gli Shawnee che attaccano di sorpresa approfittando di una specie di tregua notturna. Poi, però, i soldati si riorganizzano e prendono il sopravvento, soprattutto dopo la morte del Profeta che getta nella costernazione gli indiani.
Licenza narrativa che si prende l’autore perché, nella realtà, il Profeta morirà solo nel 1836, venticinque anni dopo. Tecumseh ricambia il favore (con gli interessi) a Brett. Dopo avergli salvato moglie e figlio dai wyandot di Coda di Cane (al soldo del mercante Potter), lo recupera dal campo di battaglia e lo riporta ai suoi cari per le cure. Poi si allontana con il cuore gonfio di tristezza per la sua gente sconfitta.
Passa qualche anno, inizia una nuova storia e vediamo l’apparizione di due leggende del West: un ancor giovane Kit Carson e Davy Crockett. Il primo fa la conoscenza di Pat un giorno in cui il nostro sta menando le mani contro tre giovinastri che lo deridono per le sue origini. Kit Carson gli dà man forte e anche con l’aiuto del cane Ranger hanno ragione dei tre bulli. L’incontro con Davy Crockett avviene invece a bordo della River Queen, un battello galleggiante, che si muove da S. Louis verso il sud. La famiglia Mac Donald, infatti, ha deciso di cambiare aria perché le condizioni di salute di Sicaweja non sono buone e i consigli del medico sono di stabilirsi nel Sud del paese dove il clima è migliore. Durante il viaggio si rivede l’ex battelliere Mulligan, diventato uomo di fiducia del capitano della nave. A bordo c’è anche un personaggio poco simpatico, tale Argandou, che si rivelerà il capo dei pirati del fiume. Una organizzazione criminale che infesta le rotte dei battelli in viaggio sul Mississippi depredando i passeggeri. Nelle ore notturne ci sarà l’attacco dei pirati grazie all’apporto di Argandou che cercherà di portare la nave sulle secche, l’arrembaggio viene però respinto anche grazie alla presenza di Davy Crockett e del suo compare George Russell. Pat, che si era trovato coinvolto, viene rapito dal capo dei predoni come ostaggio e poi rilasciato in malo modo una volta che i superstiti pirati si sono messi in salvo.
Brett con Davy e George si mette al loro inseguimento.
E’ l’avventura si interrompe sul più bello perché come il primo albo neppure questo è autoconclusivo.


FATTI STORICI
Intanto una curiosità. Il comandante della guarnigione di stanza nella cittadina di Vincennes è il governatore militare W. H. Harrison che diventerà nel 1840 il nono presidente degli Stati Uniti.
La sua campagna elettorale fu notevole per essere stata la prima della storia USA a utilizzare l'arma politica del "populismo". Partendo da una piattaforma politica estremamente vacua e indistinta la campagna elettorale di Harrison si concentrò sul definire il candidato "l'uomo della capanna di tronchi e del sidro forte" (Log cabin and hard cider candidate), dipingendolo come il naturale referente dei duri uomini della frontiera, e ridicolizzando il rivale Martin Van Buren come un dandy effeminato che aveva persino "installato una vasca da bagno alla Casa Bianca" (fino a quel momento la residenza presidenziale ne era evidentemente priva).
Nonostante il fatto che Harrison vivesse in una lussuosa magione dell'Ohio e non conducesse certo vita "da pioniere" il messaggio fece presa sulla massa degli elettori, consegnandogli la vittoria.

(fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/William_Henry_Harrison )

Di notevole fascino le figure di Tecumseh e del fratello Elkswatawa, detto “il Profeta”, che si prodigarono per le sorti del loro popolo: gli Shawnee.
La guerra di Tecumseh o ribellione di Tecumseh fu un conflitto combattuto nel territorio del nord-ovest tra Stati Uniti d'America ed un confederazione indiana guidata dal capo Shawnee Tecumseh. Nonostante la guerra si consideri spesso conclusa con la vittoria di William Henry Harrison nella battaglia di Tippecanoe del 1811, in realtà proseguì fondendosi con la guerra anglo-americana, ed è spesso considerata parte di un conflitto più ampio. Tecumseh fu ucciso dagli americani nella battaglia del Thames in Canada nel 1813, e la sua confederazione fu disintegrata. Le tribù che restarono negli Stati Uniti firmarono trattati e furono obbligati a vendere le proprie terre spostandosi ad ovest negli anni 1830 (in base all'Indian Removal Act). In un contesto a lungo termine, gli storici considerano la guerra di Tecumseh la parte finale della guerra dei sessant'anni che portò alla conquista europea della regione dei Grandi Laghi (America).
(fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Tecumseh )


PERSONAGGI REALMENTE ESISTITI


Jim Bridger, esploratore, trapper (17 marzo 1804, Richmond, Virginia - 17 luglio 1881, Kansas City, Missouri)
William“Bill” Lewis Sublette, frontierman, trapper, esploratore (21 settembre 1798, Stanford, Lincoln County, Kentucky - 23 luglio 1845, St. Louis, Missouri)


Tecumseh, capo shawnee (Scioto, Ohio, marzo 1768 – Chatham-Kent, Canada, 5 ottobre 1813)


Tenskwatawa “il profeta”, shawnee (Ohio, Stati Uniti, January 1775 - Kansas, Stati Uniti, novembre 1836)


William Henry Harrison, governatore, generale, nono presidente USA (Contea di Charles City, Virginia 9 febbraio 1773 – Washington, 4 aprile 1841)


Un giovanissimo Cristopher “Kit” Carson, esploratore, guida, agente indiano, cacciatore e soldato (Richmond, Kentucky, 24 dicembre 1809 - Fort Lyon, 23 maggio 1868)


Davy Crockett, militare, politico, cacciatore, avventuriero ed eroe popolare ( Limestone, Tennessee, 17 agosto 1786 – Alamo, San Antonio, Texas, 6 marzo 1836)
George Russell


PERSONAGGI DI FANTASIA

I BUONI


Brett Mac Donald


Sicaweja


Patrick Mac Donald (e il cane Ranger)


Mulligan, il battelliere


I CATTIVI


Jonas Potter, mercante e trafficante di alcol


Bart e Luke (uomini a libro paga di Potter)


Turk (altro sicario al servizio di Potter)


Coda di Cane, guerriero wyandot


Argandou, capo dei pirati del fiume


I pirati del fiume


Le sempre interessanti PAGINE DIDATTICHE:


Il fucile Kentucky. Una istituzione tra le armi dei frontiermen.


Daniel Boone, una leggenda nell’esplorazione.


L’ANGOLO DELL’AUTORE

Ai dati riportati va aggiunta la sceneggiatura del Texone n°22 “Seminoles” pubblicato postumo nel giugno 2008.


NOTE A MARGINE

- Dei tre trapper amici di Brett Mac Donald due sono realmente esistiti: Jim Bridger e Bill Sublette. Il terzo viene indicato come Smith Sublette (probabilissimo fratello di Bill). In realtà Bill aveva 4 fratelli, ma nessuno con quel nome. Per la cronaca si trattava di Milton, Andrew, Pinkney e Solomon Sublette.
- Patrick Mac Donald risulta nato nel 1806, cioè quando Brett nel viaggio di ritorno della spedizione di Lewis e Clark si ferma al villaggio shoshone di Piccolo Lupo e ritrova Sicaweja con il neonato tra le braccia. Nell’avventura con Tecumseh che si svolge nell’anno 1812 i conti tornano perché il piccolo dimostra un’età di 6 anni. Molto meno nella successiva, quando lo vediamo arrivare con i genitori a Saint Louis. Siamo, secondo la data indicata nel 1825. Ergo, Pat dovrebbe avere 19 anni. Invece ne dimostra 12-13. Anche nel precedente incontro, quello con il giovane Kit Carson, i conti non tornano troppo. Kit Carson è nato nel 1809 e se l’episodio, come dovrebbe, accade l’anno prima (1824) l’età di KC, sui 15 anni, appare verosimile dal disegno mentre Pat appare ben più giovane di lui pur essendo nato tre anni prima.
- In copertina quasi sempre la parte in alto dei volumi della Storia del West era connotata con lo sfondo rosso, in questo secondo numero abbiamo invece un giallo che dovrebbe rimanere un unicum nella collana.
- Come nel precedente volume anche in questo non c’è l’indicazione dell’immagine della copertina del prossimo albo. Dal terzo invece cominceranno ad apparire le copertine dei numeri successivi.
- Prosegue, intanto, sulla terza di copertina del Piccolo Ranger (in edicola quel mese) la promozione che invita all’acquisto della nuova testata della Casa Editrice.
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MessaggioInviato: Sab Gen 14, 2017 8:02 pm    Oggetto: Rispondi citando



N° 3 – Agosto 1967
Testi: Gino D’Antonio
Disegni: Gino D’Antonio, Renzo Calegari e Giorgio Trevisan


ALAMO!

Si conclude nelle prime otto tavole dell’albo la storia con i pirati del fiume. Un’avventura raccontata con toni leggeri e divertiti. Con Pat, gran protagonista, che scova il passaggio per entrare nel covo dei predoni, prendere di sorpresa Argandou e far deflagrare con l’esplosivo trovato la base dei pirati. Un po’ come nella breve storia retroattiva scritta anni dopo (quella con Robespierre) anche in questa si ha l’impressione che D’Antonio volesse alternare nella serie avventure drammatiche ad altre più da commedia dove far sorridere i lettori.
Esaurita, dunque, l’avventura iniziata nel numero precedente troviamo una didascalia che ci introduce alla nuova situazione. C’è un altro salto temporale. Apprendiamo che è trascorso qualche anno e che la famiglia Mac Donald (con un duro lavoro alle spalle) sta raccogliendo i meritati frutti della propria tenacia. Si sono stabiliti sulle terre del Texas, hanno una fattoria e dei lavoranti a servizio.
D’Antonio, nella ristampa del 1984, ha un po’ colmato lo spazio tra l’avventura con i pirati e il loro insediamento nelle nuove terre con 57 tavole (disegnate da Polese) nelle quali narra alcuni fatti occorsi ai MacDonald. In sintesi, durante la traversata col carro la famiglia Mac Donald aggrega un messicano, Caballero, che si rende utile dopo aver provato prima a rubacchiare qualcosa. L’incontro con i comanche provocherà invece le prime noie malgrado i nostri cerchino di tenersi alla larga dai guai. Superate in qualche maniera le avversità i Mac Donald troveranno un angolo di paradiso dove stabilirsi e riusciranno ad appianare con una laboriosa estrazione dentale i dissidi con i comanche.
A pagina 11 (del nostro albo) vediamo quindi un Pat Mac Donald adolescente e smanioso di una vita più avventurosa di quella che il padre vorrebbe offrirgli nella conduzione del ranch.
Il giovane così decide di scrivere una lettera ai genitori di commiato e partire notte tempo verso l’Avventura.

Circa un mese dopo, nel suo girovagare verso le Montagne Rocciose, Pat ritrova un vecchio amico, Kit Carson, e di buon grado lo segue sulla sua pista. I due si prestano reciprocamente aiuto nei momenti di difficoltà e affrontano insidie di varia natura (pellirosse a caccia di scalpi e infidi trapper come Duggan).
Ma mentre loro conducono a Nord la vita dei cacciatori di pellicce a Sud bollono grosse cose.
In Messico il dittatore Santa Anna che ha da poco preso il potere è intenzionato a ricacciare i coloni americani oltre il Red River. La tensione cresce rapidamente e gli scontri si susseguono.
Pat, informato da una lettera dei genitori, decide che è venuto il momento di tornare.
Ma la situazione ormai precipita. La corsa disperata di Pat non serve per giungere in tempo. L’esercito messicano del generale Santa Anna ormai è dilagato nel Texas che da poco aveva proclamato la propria indipendenza con la creazione di uno stato autonomo. I coloni americani, abbandonate le proprie fattorie, si sono asserragliati in una vecchia missione abbandonata e da lì in nettissima inferiorità numerica resistono per 13 giorni prima di capitolare la mattina del 6 marzo 1836.



Per Pat adesso c’è solo uno scopo: combattere i messicani di Santa Anna unendosi all’esercito guidato da Sam Houston. Prima di raggiungerlo Pat troverà per strada come compagni e alleati il fedele cane Ranger e un francese, Belmondo, soccorso mentre si dava alla macchia.
Ottenute con un po’ di fortuna e molto coraggio informazioni preziose sulle ultime posizioni militari del generale messicano, Pat informa Houston della situazione e si unisce nell’attacco americano all’accampamento nemico. Colti di sorpresa i messicani sono travolti dall’impeto dei texani che incitati con ardore dal loro comandante Houston riportano in breve tempo una clamorosa vittoria culminata con la cattura (da parte di Pat, naturalmente) del generale Santa Anna.
Le ultime nove pagine ci portano avanti di due anni.
Siamo a Galveston nel 1838, apprendiamo che Pat è entrato nel corpo dei Texas Rangers e che un certo Samuel Colt si rivolge a lui chiedendogli un favore, ha bisogno di una guida per raggiungere San Antonio. Inizialmente Pat nicchia, ma poi accetta di accompagnare l’uomo. Durante il viaggio il ranger riesce a compiere la propria missione (arrestare una coppia di trafficanti di armi) e nello scontro con una banda di predoni comanches fare la conoscenza con la micidiale arma in grado di sparare colpi in successione che il suo costruttore utilizza con grande efficacia. Il modello non ha ancora avuto successo, l’esercito statunitense non si è dimostrato interessato, adesso l’inventore prova a proporla al comando texano. Pat è convinto che il suo colonnello, John Coffee Hays, l’adotterà senz’altro. Intanto, lui per primo, ha ricevuto come dono la preziosa arma dalle mani del suo inventore.

C’è da dire che nella ristampa del 1984 (numero 5) D’Antonio aggiungerà nove tavole inedite e le collocherà storicamente poco tempo dopo la resa di Santa Anna. In queste poche tavole l’autore infila la ricostruzione della fattoria di Pat Mac Donald e del fido messicano Manuel, la richiesta del colonnello Hays di entrare a far parte del novello corpo dei rangers e uno scontro con un pugno di comanche in cerca di gloria.


FATTI STORICI

Inizialmente il Texas, un paese grande come la Germania, abitato da pochi allevatori di bestiame e cacciatori, apparteneva alla repubblica messicana. Ma non tardarono ad affluirvi molti Americani e qualche Inglese; e nel 1821 Stephen F. Austin vi costituì la prima colonia anglo-americana. La principale ragione di tale afflusso era la libera disponibilità di terre facilmente accessibili agli Americani del Sud. Il governo messicano era incompetente, corrotto e tirannico. Nel 1835 i coloni si sollevarono e, dopo alcune battaglie, ottennero l’indipendenza. Un episodio notevole di queste lotte fu la conquista da parte dei Messicani del forte di Alamo, nella regione di Sant’Antonio, dove tutti i difensori americani caddero uccisi. “Le Termopili ebbero il messaggero della disfatta, l’Alamo non ne ebbe nessuno”.
Costituitosi nel 1836 in repubblica indipendente, il Texas rifiorì e attrasse molti coloni americani. Per qualche tempo gli Stati Uniti si rifiutaron di prendere in considerazione qualsiasi proposta di annessione di quel territorio, ma per varie ragioni molti Americani cambiarono a poco a poco idea. Si pensò che l’espansione nell’Ovest spopolato e arretrato sarebbe stata una necessità e che i Texani erano un popolo affine, il cui posto naturale era all’ombra della bandiera americana. Si temette che l’Inghilterra potesse intervenire in quel paese, tentando di stabilirvi un protettorato. C’erano infine in gioco interessi economici, poiché gli Americani del Nord volevano collocare nel Texas i loro prodotti agricoli e industriali, pensavano a un redditizio impiego delle loro navi nei traffici con Galveston, miravano a trarre dal Texas cotone a buon mercato per le loro manifatture. A molti meridionali, costretti a emigrare, rincresceva infine staccarsi dalla bandiera americana. Nelle elezioni nazionali del 1844, la maggioranza dei votanti si mostrò pronta ad accogliere nell’Unione la piccola repubblica; e l’annessione avvenne all’inizio dell’anno successivo.

(A. Nevins, H.S. Commager – Storia degli Stati Uniti – Einaudi)

Sulla battaglia di Alamo: http://www.ilpost.it/2016/02/23/battaglia-alamo/



PERSONAGGI REALMENTE ESISTITI



Cristopher “Kit” Carson, esploratore, guida, agente indiano, cacciatore e soldato (Richmond, Kentucky, 24 dicembre 1809 - Fort Lyon, 23 maggio 1868)



William Henry Ashley, cofondatore insieme a Andrew Henry della Rocky Mountain Fur Company (Contea di Powhatan, Virginia, 1778 - Contea di Cooper, Missouri, 26 marzo 1838)



Jim Bridger, esploratore, trapper (17 marzo 1804, Richmond, Virginia - 17 luglio 1881, Kansas City, Missouri)



Davy Crockett, militare, politico, cacciatore, avventuriero ed eroe popolare ( Limestone, Tennessee, 17 agosto 1786 – Alamo, San Antonio, Texas, 6 marzo 1836)
George Russell



Antonio Lopez de Santa Anna, generale e politico messicano (Xalapa, Messico, 21 febbraio 1794 - Città del Messico, 21 giugno 1876)



William Barret Travis, comandante militare, avvocato (Contea di Saluda, 9 agosto 1809 – Alamo, 6 marzo 1836)




Jim Bowie, militare, pioniere (Contea di Logan, 10 aprile 1796 – Alamo, 6 marzo 1836)



Sam Houston, generale, politico (Lexington, 2 marzo 1793 – Huntsville, 26 luglio 1863)



Samuel Colt, inventore, imprenditore (Hartford, 19 luglio 1814 – Hartford, 10 gennaio 1862)



PERSONAGGI DI FANTASIA

I BUONI


Brett Mac Donald e Sicaweja


Pat Mac Donald


Auguste Belmondo


I CATTIVI



Argandou, capo dei pirati



Duggan, trapper



Duke & Shorty, trafficanti di armi


Le sempre interessanti PAGINE DIDATTICHE


il travois come mezzo di trasporto


il rito della caccia al bisonte



L’ANGOLO DELL’AUTORE

Renzo CALEGARI


(Bolzaneto, Genova, 5-9-1933)

Considerato un maestro del fumetto western, inizia a disegnare presso lo studio di Rinaldo e Piero D’Ami.
Nel 1955, in collaborazione con Carlo Porciani, riprende I TRE BILL, serie iniziata da Giovanni Benvenuti su testi di Gianluigi Bonelli, mentre con Gino D’Antonio disegna EL KID. In seguito le Edizioni Araldo gli affidano DAVY CROCKETT, che illustra quasi tutto da solo. Dal 1957 collabora con l’inglese Fleetway, realizzando con Porciani la serie BATTLER BRITTON.
Nel 1964 con Gino D’Antonio inizia a lavorare alla STORIA DEL WEST, edita solo nel 1967. Nello stesso anno collabora alla rivista Sgt. Kirk. Nel 1969 abbandona l’attività di disegnatore per quella politica. Riprende soltanto nel 1977, quando realizza, su testi di Giancarlo Berardi, la serie WELCOME TO SPRINGVILLE, pubblicata su Skorpio e raccolta in volume per le Edizioni L’Isola Trovata. In seguito collabora a Orient Express e a Il Giornalino, per il quale realizza la serie BOONE e GENTE DI FRONTIERA, oltre a una storia su Cristoforo Colombo e una riduzione a fumetti del romanzo “Le quattro piume”. Per Tex, Calegari ha esordito con "La ballata di Zeke Colter" (testi di Nizzi), apparsa sull'Almanacco del West 1994. Suo, in coppia con lo sceneggiatore Gino D'Antonio, "Bandidos!", one-shot pubblicato nell'Estate 2007.


NOTE A MARGINE

- In terza di copertina appare per la prima volta la promozione del successivo albo, annunciato in uscita per il prossimo mese.

- E’ questo terzo fascicolo il primo a concludere l’avventura a pagina 98 con la classica vignetta recante un “fine dell’episodio”.

- I due titoli interni, utilizzati per molto tempo dalla casa editrice nei propri albi come capitoli, sono particolarmente evocativi: “Sentieri selvaggi” e “La stella del Texas”.
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