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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
CONFRONTO TRA ZAGOR E MISTER NO
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MessaggioInviato: Ven Ago 01, 2014 11:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:

Infatti, lo stato di Sergio Bonelli fu veramente unico, secondo me, nella storia del fumetto: essere l'editore, il produttore e lo sceneggiatore del proprio personaggio. Forse il sogno di un autore di fumetti. Certo, ci sono autori che sono proprietari di un proprio fumetto (Leo Ortolani e Rat-Man; Silver e Lupo Alberto), ma non sono editori.


Se intendi dire editori anche di altri fumetti, allora potresti avere ragione. Se invece si parla di autori che sono anche editori della propria serie, allora ce ne sono stati vari.
Ortolani in effetti non lo è, ma Silver sì.
Le Giussani lo erano.
Per un certo periodo lo sono stati Berardi & Milazzo per Ken Parker, o anche l'EsseGEsse con Alan Mistero.

E così via. Se ne possono trovare facilmente altri.
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Ivan
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MessaggioInviato: Sab Ago 02, 2014 9:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Numero_Sei ha scritto:
joe7 ha scritto:
...Lo stato di Sergio Bonelli fu veramente unico, secondo me, nella storia del fumetto: essere l'editore, il produttore e lo sceneggiatore del proprio personaggio.

Autori che sono anche editori della propria serie ce ne sono stati vari: Silver, le Giussani, Berardi & Milazzo per Ken Parker...

Così di getto, mi viene in mente pure Bunker/Secchi come co-editore della Editoriale Corno...Ed anche come proprietario della MBP ha editato personaggi interamente suoi (compreso l'infausto proseguimento di ALAN FORD dopo il naufragio della Corno).

joe7 ha scritto:
Ivan ha scritto:
...o viceversa, in altre circostanze avrebbe dovuto ragionare da scrittore ma ha ragionato da editore.

Forse quando ha abbandonato Zagor non scrivendo più le sue storie.

Uhm...Secondo me invece lì ha ragionato da scrittoreSento che con Zagor ho detto tutto quel che avevo da dire, da adesso mi dedico a un personaggio che mi stimola di più.»)

Direi che ha ragionato da editore durante la prima fase del periodo Toninelli/Canzio: «Le storie sono bruttarelle, ma che m'importa; la testata vende ancora bene. Avanti così.»
In quell'occasione forse avrebbe dovuto ragionare da scrittore: «Devo mettere Canzio e Toninelli in condizione di fare un prodotto più curato; gli affianco un team di validi autori che si alternano a Toninelli permettendogli così di lavorare sulla qualità e non sulla quantità.» (cioè, la stessa decisione che ha poi preso con incomprensibile ritardo nei primi '90).

joe7 ha scritto:
[...]Credo che sia dovuto al fatto che Mister No come personaggio sia sempre stato più facile da gestire in confronto a Zagor. Posso sbagliare, ma per me il personaggio veramente complesso è Zagor, non Mister No...

Può sembrare un paradosso dopo ciò che è stato scritto finora...ma anche secondo me Zagor è più prettamente nolittiano di Mister No. Nel senso che imitare il Nolitta di MN è meno difficile che imitare il Nolitta di Zagor.
A mio giudizio, infatti, Castelli, Missaglia, Ongaro e Mignacco hanno fatto un gran bel lavoro (finché l'ispirazione li ha sorretti, obv)...eppure, in teoria, si trovavano a dover gestire il personaggio più vicino allo sprito del loro “inimitabile” maestro. (Misteri della fede bonelliana...) Think
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joe7
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MessaggioInviato: Sab Ago 02, 2014 5:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Numero_Sei ha scritto:
joe7 ha scritto:
Certo, ci sono autori che sono proprietari di un proprio fumetto (Leo Ortolani e Rat-Man; Silver e Lupo Alberto), ma non sono editori.


Se si parla di autori che sono anche editori della propria serie, allora ce ne sono stati vari.
Ortolani in effetti non lo è, ma Silver sì.
Le Giussani lo erano.
Per un certo periodo lo sono stati Berardi & Milazzo per Ken Parker, o anche l'EsseGEsse con Alan Mistero.

E così via. Se ne possono trovare facilmente altri.


E' vero, avevo fatto riferimento agli autori di fumetto dell'estero, senza contare quelli di casa nostra. Tra l'altro, sono tutti autori italiani di fumetti quelli che hai citato: non so se ce ne sono di così frequenti all'estero. Mi viene in mente solo Walt Disney come autore e produttore, ma per la verità lui riguarda soprattutto il campo dei cartoni animati (a quanto ne so, Walt Disney ha sì ideato Topolino, ma non ha mai disegnato nessun fumetto di Topolino).

In ogni caso, a prescindere, una differenza importante tra Zagor e Mister No, ripeto, è anche il fatto che Zagor fu realizzato solo come sceneggiatore e non come editore (a quei tempi, Nolitta non era ancora editore della Bonelli: era la madre a gestire l'azienda), mentre Mister No fu realizzato da Sergio Bonelli in entrambe le vesti, sia di sceneggiatore/autore che di editore. Non è una differenza da poco: credo sia anche per questo motivo che Sergio Bonelli considerasse più "suo" Mister No.
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joe7
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MessaggioInviato: Sab Ago 02, 2014 6:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
Così di getto, mi viene in mente pure Bunker/Secchi come co-editore della Editoriale Corno...Ed anche come proprietario della MBP ha editato personaggi interamente suoi (compreso l'infausto proseguimento di ALAN FORD dopo il naufragio della Corno).


Un altro autore italiano, certo che in Italia ce ne sono di autori-editori. Think

Ivan ha scritto:
Uhm...Secondo me invece lì ha ragionato da scrittoreSento che con Zagor ho detto tutto quel che avevo da dire, da adesso mi dedico a un personaggio che mi stimola di più.»)


Infatti quelle furono le sue parole, ed è davvero un peccato. Vedi, ogni persona attraversa dei periodi nella sua vita e quello di Zagor, purtroppo, era finito per lui. Davvero un peccato,mi chiederò sempre quali altre storie avrebbe potuto fare col talento che aveva. Ma non lo sapremo mai. Sad

Ivan ha scritto:

Direi che ha ragionato da editore durante la prima fase del periodo Toninelli/Canzio: «Le storie sono bruttarelle, ma che m'importa; la testata vende ancora bene. Avanti così.»


Infatti, Zagor era un personaggio che ormai Bonelli aveva abbandonato: non nel senso che non se ne occupasse più, ma che non sentiva più suo, visto che non si sentiva più capace di fare nuove storie sul personaggio, rimanendo dietro le quinte come supervisore poco convinto.

Certo, poi dovette abbandonare anche le sceneggiature di Mister No perchè gli era diventato impossibile coniugare gli impegni di editore con quelli di scrittore: ma non aveva mai detto che "aveva abbandonato Mister No perchè non aveva più altro da dire". Anzi, lo aiutò nelle vendite, prima intervenendo con la storia di presentazione alla trasferta africana, poi appoggiando (pur senza molta convinzione) il restyling di Masiero, e infine con la storia finale. Mister No fu "suo" fino alla fine, a differenza di Zagor.

Ivan ha scritto:

In quell'occasione forse avrebbe dovuto ragionare da scrittore: «Devo mettere Canzio e Toninelli in condizione di fare un prodotto più curato; gli affianco un team di validi autori che si alternano a Toninelli permettendogli così di lavorare sulla qualità e non sulla quantità.» (cioè, la stessa decisione che ha poi preso con incomprensibile ritardo nei primi '90).


Ahimè, così fu. Il punto è che Nolitta aveva pensato di non avere più nulla da raccontare su Zagor; ma non aveva capito fino in fondo, secondo me, la potenzialità del personaggio (tant'è vero che pensava che Zagor "non avesse più altro da dire", chiunque fosse l'autore. Fu una considerazione errata, visto che Zagor continua tutt'oggi)

Ivan ha scritto:
Può sembrare un paradosso dopo ciò che è stato scritto finora...ma anche secondo me Zagor è più prettamente nolittiano di Mister No. Nel senso che imitare il Nolitta di MN è meno difficile che imitare il Nolitta di Zagor.


Qui, secondo me, stai toccando il nocciolo della questione sulla differenza tra Mister No e Zagor.

Apparentemente, Mister No è più complesso di Zagor perchè più adulto e realista: e, in un certo senso è vero. Ma come struttura narrativa e profondità psicologica (Zagor è tutt'altro che semplice come personaggio), per non parlare della filosofia di fondo, Zagor è talmente difficile da gestire che anche autori davvero bravi come Sclavi e Castelli, e altri, non sono riusciti a capirlo (questa è solo una mia opinione, non una verità rivelata, quindi prendetela com'è, senza accusarmi di talebanismo. Siete liberissimi di pensarla altrimenti).

Zagor e il suo contesto mi appare più profondo e difficile di Mister No, nonostante la sua apparente -ma, appunto, apparente - semplicità. Think

Ivan ha scritto:

A mio giudizio, infatti, Castelli, Missaglia, Ongaro e Mignacco hanno fatto un gran bel lavoro (finché l'ispirazione li ha sorretti, obv)...eppure, in teoria, si trovavano a dover gestire il personaggio più vicino allo sprito del loro “inimitabile” maestro. (Misteri della fede bonelliana...) Think


Infatti,Mister No mi sembra un personaggio più facile da gestire di Zagor. Tant'è vero che molti autori diversi da Nolitta sono riusciti a fare delle storie avvincenti sul pilota, a differenza che su Zagor, dove gli applausi agli autori sono stati pochi e le critiche molte. Almeno così mi sembra.
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MessaggioInviato: Sab Ago 02, 2014 6:14 pm    Oggetto: Rispondi citando

Numero_Sei ha scritto:
State parlando di due cose diverse. Joe parla del restyling effettuato da Michele Masiero quando divenne curatore della serie (anche su lui ha nominato Mignacco e Del Freo, a dirigere il nuovo corso era Masiero).

L'aumento del 3% nelle vendite si ebbe col ciclo conclusivo della serie, firmato da Nolitta molti ani dopo al tentativo avviato con "Vento Rosso".


Infatti: inoltre, a proposito dell'"Esploratore scomparso", è Burattini in persona che, nel numero di Zagor di questo mese, dice che quella storia non soltanto interruppe il flusso negativo delle vendite, ma - parole sue - fece guadagnare 15.000 copie in più, un incremento che permise alla testata di vivere di rendita per quattro-cinque anni.
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MessaggioInviato: Sab Ago 02, 2014 7:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:
Tra l'altro, sono tutti autori italiani di fumetti quelli che hai citato: non so se ce ne sono di così frequenti all'estero.


Se ne trovano anche negli USA. Sul momento mi vengono in mente:
L'Image fu fondata da un gruppo di autori che divennero insieme co-editori delle serie da loro ideate.
Dave Sim era autore ed editore di Cerebus (grosso successo in USA, anche se poco conosciuto da noi).

Ma sicuramente ce ne sono altri.
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MessaggioInviato: Lun Ago 04, 2014 1:43 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:
Apparentemente, Mister No è più complesso di Zagor perchè più adulto e realista. Ma come struttura narrativa e profondità psicologica [...] Zagor e il suo contesto mi appare più profondo e difficile di Mister No, nonostante la sua apparente semplicità.

Apparente semplicità”. Forse ci hai preso, Joe.
Provo a decostruire quest'osservazione (la piglio un po' larga).

Una delle critiche ricorrenti nei commenti alle storie è: “Questo Zagor non è Zagor”.
Okay. Ma cosa implica questa osservazione?
Implica necessariamente che debba esistere anche un modello di “VERO” Zagor a cui fare riferimento per verificarne la sua fedeltà o meno in una data storia.

Il più delle volte, questo modello di “vero Zagor” a cui fare riferimento è ISTINTIVO, il frutto di una serie di caratteristiche del personaggio che il lettore ha assimilato in anni di lettura.
Andando più sul “tecnico”, si può dire che la nostra idea del personaggio “Zagor” è determinato da un insieme di caratteristiche oggettive, personali ed ipotetiche.

Esempio 1:
Zagor non spara alle spalle. Questa è una caratteristica OGGETTIVA.
Se vediamo una scena in cui Zagor spara alle spalle, possiamo dire “Questo Zagor non è Zagor”, e sarebbe una osservazione inconfutabile.

Esempio 2:
Zagor si becca una legnata in testa dopo che ha voltato le spalle a un nemico che credeva di aver steso. Questa è una caratteristica PERSONALE (o soggettiva).
Io posso dire: “Questo non è Zagor, è un pirla”...Però un altro potrebbe considerarlo un comportamento coerente con l'idea che si è fatto del Personaggio (soprattutto se ha letto solo le storie di Toninelli, ehm...)

Esempio 3:
Ad un convegno scientifico, Zagor dimostra di sapere tutto sulla fisica quantistica. Questa è una caratteristica IPOTETICA.
Qui non si può affermare in modo categorico “Questo non è Zagor”; semplicemente, fa sfoggio di una caratteristica mai ravvisata prima. Sta all'autore riuscire a renderla plausibile o meno. (Ad esempio, la storia “INCUBI” è un concentrato di caratteristiche ipotetiche aggiunte alle caratteristiche oggettive di Zagor. Nulla di male nell'operazione in sè...ma Sclavi secondo me ha mancato nel renderle plausibili, cioè accettabili da parte del lettore, che in questo caso è giustificato se dice “Questo Zagor non è Zagor”.)


(Tirando le somme):
L'insieme delle caratteristiche oggettive, personali & ipotetiche di Zagor sono molto più variabili di quelle di Mister No, che ha delle caratteristiche oggettive molto più marcate.

Detta in soldoni, la “nolittianità” di MISTER NO si esprimeva soprattutto nelle STORIE, più che nel Personaggio. Ciò significa che se un autore si impossessava del Personaggio poteva fare delle storie differenti da quelle di Nolitta, e il Personaggio rimaneva lo stesso riconoscibile dal lettore.

Discorso diverso per ZAGOR, dove un autore non-nolittiano doveva contare soprattutto sulla propria intuitività per cogliere lo spirito del Personaggio.
Non a caso si sono viste ottime storie dal punto di vista di mera trama...ma con uno Zagor che non era esattamente “quello” Zagor tipico di Nolitta.
Certo; esistono dei canoni di riferimento oggettivi: Zagor usa la scure, si muove sulle liane, dice “Per mille scalpi” e “Ayaaak”...ma il VERO personaggio resta comunque al di fuori di questi freddi parametri schematizzati.

Mister No invece, per quanto conformato ad immagine & somiglianza del suo creatore, aveva dei canoni precisi, assimilabili senza eccessivi sforzi dai nuovi autori.
Ciò non lo sminuisce come personaggio, anzi, come definizione psicologica è indubbiamente più tratteggiato e contraddittorio di Zagor...ma quando le caratteristiche di un personaggio sono ben definite (e quindi definibili anche a terzi), per numerose e sottili che siano, alla fine un bravo autore può sempre arrivare a farle proprie.
Molto più arduo, invece, prendere in mano un personaggio quando le sue caratteristiche sono più che altro “intuitive” - come lo era lo Zagor di Nolitta.


(Iper-sintesi conclusiva sul confronto):
In Mister No c'è “Nolitta”;
in Zagor c'è la “nolittianità”.
(E penso sia superfluo mettermi a sviscerare il concetto. Facite vobis.)
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joe7
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MessaggioInviato: Lun Ago 04, 2014 7:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
joe7 ha scritto:
Apparentemente, Mister No è più complesso di Zagor perchè più adulto e realista. Ma come struttura narrativa e profondità psicologica [...] Zagor e il suo contesto mi appare più profondo e difficile di Mister No, nonostante la sua apparente semplicità.

Apparente semplicità”. Forse ci hai preso, Joe.
Provo a decostruire quest'osservazione (la piglio un po' larga).

Una delle critiche ricorrenti nei commenti alle storie è: “Questo Zagor non è Zagor”.
Okay. Ma cosa implica questa osservazione?
Implica necessariamente che debba esistere anche un modello di “VERO” Zagor a cui fare riferimento per verificarne la sua fedeltà o meno in una data storia.


Infatti: ho notato poi che questo modello varia da persona a persona (o meglio, diciamo che ci sono correnti di pensiero). C'è chi è convinto di aver realizzato il vero Zagor e chi non è d'accordo con lui.

Ivan ha scritto:

Il più delle volte, questo modello di “vero Zagor” a cui fare riferimento è ISTINTIVO, il frutto di una serie di caratteristiche del personaggio che il lettore ha assimilato in anni di lettura.


Questo infatti è il problema di Zagor: non è facilmente definibile come personaggio. Ma, se si comporta in modo "non zagoriano", è subito notato da molti. Sembra una contraddizione, ma ho visto diverse volte queste situazioni. Think

Ivan ha scritto:

Andando più sul “tecnico”, si può dire che la nostra idea del personaggio “Zagor” è determinato da un insieme di caratteristiche oggettive, personali ed ipotetiche.

Esempio 1:
Zagor non spara alle spalle. Questa è una caratteristica OGGETTIVA.
Se vediamo una scena in cui Zagor spara alle spalle, possiamo dire “Questo Zagor non è Zagor”, e sarebbe una osservazione inconfutabile.


Certo, ma, anche in questo caso, c'è chi direbbe di aver visto una volta il classico Zagor sparare alle spalle in una vignetta, e questo potrebbe bastare per lui. Difficile trovare l'oggettività qui: comunque è giusto cercare di trovare delle caratteristiche il più possibile oggettive su Zagor, che possono aiutare a capire meglio il personaggio.

Ivan ha scritto:

Esempio 2:
Zagor si becca una legnata in testa dopo che ha voltato le spalle a un nemico che credeva di aver steso. Questa è una caratteristica PERSONALE (o soggettiva).
Io posso dire: “Questo non è Zagor, è un pirla”...Però un altro potrebbe considerarlo un comportamento coerente con l'idea che si è fatto del Personaggio (soprattutto se ha letto solo le storie di Toninelli, ehm...)


Infatti questo è uno dei casi in cui si hanno delle visioni diverse di Zagor, e ciascuno le considera oggettive.

Il problema di base è che pochissimi pensano che esista uno Zagor oggettivo e valido per tutti sul quale fare riferimento. In questo contesto di relatività, ciascuno si crea il suo Zagor.

Ivan ha scritto:

Esempio 3:
Ad un convegno scientifico, Zagor dimostra di sapere tutto sulla fisica quantistica. Questa è una caratteristica IPOTETICA.
Qui non si può affermare in modo categorico “Questo non è Zagor”; semplicemente, fa sfoggio di una caratteristica mai ravvisata prima. Sta all'autore riuscire a renderla plausibile o meno.


Diverse volte fanno parlare Zagor come un professore e non cercano di rendere plausibile la cosa (che so, per esempio "Zagor parla così perchè è stato condizionato da qualcuno").

Ivan ha scritto:

(Ad esempio, la storia “INCUBI” è un concentrato di caratteristiche ipotetiche aggiunte alle caratteristiche oggettive di Zagor. Nulla di male nell'operazione in sè...ma Sclavi secondo me ha mancato nel renderle plausibili, cioè accettabili da parte del lettore, che in questo caso è giustificato se dice “Questo Zagor non è Zagor”.)


Infatti Sclavi ha voluto fare una storia "sua", in cui ogni contesto zagoriano ha subito interpretazioni "sclaviane" senza spiegazioni chiare (e questo è appunto lo stile di Sclavi: l'indeterminatezza e l'indefinibilità, la mancanza di spiegazioni vere e di un "centro" della narrazione).

Ivan ha scritto:


(Tirando le somme):
L'insieme delle caratteristiche oggettive, personali & ipotetiche di Zagor sono molto più variabili di quelle di Mister No, che ha delle caratteristiche oggettive molto più marcate.


Sono d'accordo: Mister No come personaggio è molto più definito di Zagor, sia nel suo carattere che nel contesto in cui vive. Direi che si presta più facilmente ad essere un fumetto seriale rispetto a Zagor. La sua chiusura è dovuta ad altri fattori (la mancanza di nuovi sviluppi, la limitatezza del contesto narrativo, eccetera), ma non alla sua costruzione come personaggio, tanto che chiunque saprebbe definire chiaramente Mister No.

Zagor è più difficile da definire, invece, nonostante appaia un "personaggio semplice": ma, appunto, è apparenza. Zagor non è semplice, ne sono assai convinto.

Ivan ha scritto:

Detta in soldoni, la “nolittianità” di MISTER NO si esprimeva soprattutto nelle STORIE, più che nel Personaggio. Ciò significa che se un autore si impossessava del Personaggio poteva fare delle storie differenti da quelle di Nolitta, e il Personaggio rimaneva lo stesso riconoscibile dal lettore.


Esatto: Mister No è stato assai riconoscibile in molte storie non sceneggiate da Nolitta, proprio perchè è un personaggio dai contorni psicologici molto chiari. "Ananga" è una storia stupenda, ma non è nolittiana: eppure, Mister No qui è riconoscibilissimo.

Ivan ha scritto:

Discorso diverso per ZAGOR, dove un autore non-nolittiano doveva contare soprattutto sulla propria intuitività per cogliere lo spirito del Personaggio.
Non a caso si sono viste ottime storie dal punto di vista di mera trama...ma con uno Zagor che non era esattamente “quello” Zagor tipico di Nolitta.


Infatti, per me, per sceneggiare Zagor in modo veramente nolittiano, bisogna amarlo. Cioè, provare un vero feeling con lui e capirlo: capire la sua filosofia di fondo, la sua morale, il suo contesto, il suo umorismo. Altrimenti si avrà uno Zagor alterato.

Ivan ha scritto:
Certo; esistono dei canoni di riferimento oggettivi: Zagor usa la scure, si muove sulle liane, dice “Per mille scalpi” e “Ayaaak”...ma il VERO personaggio resta comunque al di fuori di questi freddi parametri schematizzati.


Infatti sono parametri standard sui quali non si costruisce un vero personaggio. Rappresentano lo scheletro, al quale manca la carne, i muscoli e i nervi.

Ivan ha scritto:

Mister No invece, per quanto conformato ad immagine & somiglianza del suo creatore, aveva dei canoni precisi, assimilabili senza eccessivi sforzi dai nuovi autori.
Ciò non lo sminuisce come personaggio, anzi, come definizione psicologica è indubbiamente più tratteggiato e contraddittorio di Zagor...ma quando le caratteristiche di un personaggio sono ben definite (e quindi definibili anche a terzi), per numerose e sottili che siano, alla fine un bravo autore può sempre arrivare a farle proprie.


Concordo. Mister No è un ottimo personaggio, pieno di contraddizioni: ma sono contraddizioni chiare e definibili, che un bravo sceneggiatore può facilmente fare proprie.

Ivan ha scritto:

Molto più arduo, invece, prendere in mano un personaggio quando le sue caratteristiche sono più che altro “intuitive” - come lo era lo Zagor di Nolitta.


Infatti il problema di Zagor è la sua definizione, che si ottiene soprattutto a fior di pelle. Puoi analizzare benissimo Zagor e poi puoi fare una pessima storia su di lui, perchè ti manca il feeling col personaggio.

Zagor è davvero uno spirito...indefinibile, proprio come uno spirito, eppure nello stesso tempo presente e definito come uno spirito. Credo che sia uno dei personaggi da fumetto più difficile da gestire.

Ivan ha scritto:



(Iper-sintesi conclusiva sul confronto):
In Mister No c'è “Nolitta”;
in Zagor c'è la “nolittianità”.
(E penso sia superfluo mettermi a sviscerare il concetto. Facite vobis.)


Potrei aggiungere che, più uno comprende la "nolittianità", più è facile che possa fare Zagor. Posso sbagliarmi, ma l'ultima storia di Zagor disegnata da Ferri mi sembra piuttosto nolittiana: quindi, non è una cosa impossibile da realizzare. Magari difficile, ma non impossibile. Think
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Zagrosky
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MessaggioInviato: Lun Ago 04, 2014 9:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Precisazione accolta, Zag. Fai conto che abbia scritto “semplici”. Wink
D'altronde Rubino Ventura si è sempre contraddistinto per l'estrema fluidità di lettura delle sue storie, a costo di dover sacrificare un po' la profondità di trame e personaggi. (E che bravo Fenzo! Il suo stile quasi caricaturale può piacere o non piacere, ma di certo è unico e inconfondibile.)



no problem , siamo su un forum anche per confrontarci.
l'autore di KOKO fu in effetti il compianto Pederiali con il suo alter ego fumettistico Ventura Applause
Fenzo è tuttora un grande Very Happy
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MessaggioInviato: Dom Ago 17, 2014 11:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:
Ivan ha scritto:
Il più delle volte, questo modello di “vero Zagor” a cui fare riferimento è ISTINTIVO, il frutto di una serie di caratteristiche del personaggio che il lettore ha assimilato in anni di lettura.

Questo infatti è il problema di Zagor: non è facilmente definibile come personaggio. Ma se si comporta in modo "non zagoriano", è subito notato da molti. Sembra una contraddizione, ma ho visto diverse volte queste situazioni.

Yeah; la zagorianità è un po' come il concetto di “Giustizia”: nessuno sa definirla con precisione, ma tutti sanno riconoscere qualcosa di “non giusto”.

joe7 ha scritto:
[Con Incubi] Sclavi ha voluto fare una storia “sua”, in cui ogni contesto zagoriano ha subito interpretazioni "sclaviane" senza spiegazioni chiare.

In effetti, “INCUBI” rappresenta più di ogni altra storia l'indeterminatezza delle caratteristiche di Zagor.
Non è la sede adatta per commentarla, comunque si può dire che una “INCUBI” di Mister No sarebbe stata di più ardua realizzazione, proprio per via delle caratteristiche più definite del Personaggio.

joe7 ha scritto:
Diverse volte fanno parlare Zagor come un professore e non cercano di rendere plausibile la cosa (che so, per esempio “Zagor parla così perchè è stato condizionato da qualcuno”).

Betty Wilding colpisce ancora... laughing6

joe7 ha scritto:
Ivan ha scritto:
L'insieme delle caratteristiche oggettive, personali & ipotetiche di Zagor sono molto più variabili di quelle di Mister No, che ha delle caratteristiche oggettive molto più marcate.

Sono d'accordo: Mister No come personaggio è molto più definito di Zagor, sia nel suo carattere che nel contesto in cui vive. Direi che si presta più facilmente ad essere un fumetto seriale rispetto a Zagor. La sua chiusura è dovuta ad altri fattori (la mancanza di nuovi sviluppi, la limitatezza del contesto narrativo, eccetera), ma non alla sua costruzione come personaggio.

In sintesi, direi che MN (come concetto) era divenuto anacronistico per i propri stessi fedelissimi: non incarnava più quel modello di ribellione valido nel 1975. I tempi e le culture erano mutate, ma Mister No è rimasto lo stesso. Un modello ormai fuori dal suo tempo, come vedere un hippie di Woodstock ai giorni nostri.
I tentativi di modernizzare il suo stile di vita hanno solo stravolto il personaggio, trasformandolo in una via di mezzo tra il “vecchio” MN e un eroe nuovo-millennio. Un risultato né carne né pesce, che non poteva accontentare né i fedelissimi né accattivarsi le simpatie degli ipotetici nuovi lettori.
La chiusura della serie, per quanto spiacevole ai nostalgici, era un atto ormai doveroso (e parlo dal punto di vista “ideologico” più che di vendite). Peccato, ma in definitiva è meglio che sia andata così piuttosto che assistere ad un accanimento terapeutico editoriale con ulteriori stravolgimenti dello spirito originario della collana.

Zagrosky ha scritto:
No problem, siamo su un forum anche per confrontarci.

E' ciò che sottintende quell' “anche”, che mi imperplessisce...

Zagrosky ha scritto:
Pederiali con il suo alter ego fumettistico Ventura...

Ohibo', nuova mi giunse questa, controllar dovetti...Eh sì, hai ragione Zagro': Giuseppe Pederiali alias Rubino Ventura. (E magari adesso vien fuori che pure Guido Nolitta era lo pseudonimo di qualcun altro...)

Zagrosky ha scritto:
Fenzo è tuttora un grande

...e che un coccodrillo pasteggi con le chiappe di chi lo nega. Amen.
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