Home Recensioni
News
ON LINE Il resoconto di Cain68 sullo ZAGOR DAY 2009 ***    Proponi la locazione del Raduno Autunnale 2009 (sezione IL FORUM)        


LA PALUDE DEI FORZATI - Recensione di GIAMPIERO BELARDINELLI

…Certe volte, oddio, il Miglio Verde è così grave; lungo...

A cura di Giampiero Belardinelli

La palude dei forzati , Zagor Gigante n. 465 (Zenith n. 516)

Tragica fuga , Zagor Gigante n. 466 (Zenith n. 517)

Acque del sud , Zagor Gigante n. 467 (Zenith n. 518)

L'isola dei serpenti , Zagor Gigante n. 468 (Zenith n. 519)

Soggetto e sceneggiatura di Moreno Burattini

Disegni di Mauro Laurenti - Copertine di Gallieno Ferri

Aprile/Luglio 2004 - 376 tavole

  Fuga per la libertà

Ci sono storie che vorremmo che non finissero mai. Come ha scritto Vincenzo Oliva sul sito Internet uBC , in tempi di storie veloci, giocate generalmente in novantaquattro tavole, poter leggere un'avventura di così ampio respiro sa davvero del miracoloso . Moreno Burattini è riuscito a costruire un intreccio articolato e complesso, interpretato da un cast di personaggi di prim'ordine, in cui il nostro Zagor è ugualmente il mattatore della vicenda. Il racconto è privo di tempi morti e allo stesso tempo gli approfondimenti psicologici raggiungono vertici di autenticità. Il tema di fondo del racconto è quello della libertà e dei limiti del giudizio istituzionale degli uomini (un tema, quest'ultimo, già toccato ne Il ritorno di Mortimer ). Un essere umano può commettere un delitto imperdonabile, però, nel corso degli anni, egli può cambiare e ritornare la persona che era prima. Un crimine è come un uragano che distrugge ciò che trova davanti, ma poi fortunatamente la vita riprende rigogliosa la sua strada. È il caso di Jonathan Jonah che, durante la fuga per la libertà, si riscopre un uomo generoso e leale. I giorni che ho passato con te, durante la nostra fuga, mi hanno fatto capire che tipo d'uomo sei… Se hai commesso degli sbagli, hai pagato abbastanza… e oggi non li commetteresti più , afferma Zagor , il quale, ancora una volta, si conferma un eroe illuminato che rifiuta i preconcetti e predilige osservare e non giudicare il suo prossimo. Nella frase di Zagor , inoltre, non c'è la minima concessione alla retorica tanto sono asciutte ed autentiche le sue parole.

Un grintosissimo Zagor mette fuori causa il feroce Quanah.

Un grintosissimo Zagor mette fuori causa il feroce Quanah.

 
  ll volo di Elias

L'autentico primo attore del racconto è Elias Duff , un ragazzone apparentemente minorato, in realtà dotato di una seconda vista , per dirla con Martin Mystère . Elias è in grado di parlare con gli animali, di capire il loro linguaggio e quindi di comprendere la malvagità costruita degli esseri umani. Bimbo Sullivan - esempio del pregiudizio e della mediocrità umana - lo considera un imbecille, mentre in realtà è un personaggio che conosce la felicità poiché sa osservare e non anteporre giudizi. Per l'ideazione di questo personaggio Burattini si è ispirato al romanzo Il Miglio Verde di Stephen King (da cui è stato tratto l'omonimo e bellissimo film diretto da Frank Darabont , già regista de Le Ali della Libertà ) e al suo sfortunato protagonista John Coffey . Lo sceneggiatore toscano ha dotato il personaggio di una grandiosa e commovente umanità: senza essere un filosofo o un uomo colto, Elias ha intuito meglio di ogni altro che la libertà individuale è raggiungibile guardando in alto , anche quando gli altri cercano di negarcela. E non è un caso che Elias prediliga comunicare con gli uccelli, che metaforicamente sembrano librarsi in cielo e distaccarsi dalla pesantezza e dalla violenza dell'esistenza di questo nostro pianeta. Lascia volare chi vola con gli uccelli! ricorda il vendicativo Quanah . Queste parole - che, in sogno, Kaita profetizzava al suo uomo - suggellano uno dei momenti più drammatici del racconto, a dimostrazione che anche in un ambito fumettistico si possano introdurre figure retoriche di valore letterario.

Elias guida gli uccelli contro gli indiani guidati da Quanah.

Un grintosissimo Zagor mette fuori causa il feroce Quanah.

  Rita e gli altri…

In questo cast tutto maschile, non passa certo inosservata la figura di Rita Duff (sorella di Elias ), e non solo per la sensualità con cui l'ha dipinta Mauro Laurenti . Rita non è una figura puramente accessoria, ma una presenza caratterizzata da un'orgogliosa determinazione. Ella è una ragazza coraggiosa e volitiva che sa prendersi le sue responsabilità e compiere le sue scelte senza aspettare l'approvazione di un uomo. Non a caso, quando scopre il complotto del direttore del penitenziario di Waterwall ai danni di Elias , non esita a fuggire e mettersi sulle tracce dei fuggitivi. Con Zagor la ragazza instaura un rapporto paritetico. Nel finale, Burattini è stato molto intelligente nel risparmiarci un eventuale bacio tra l'eroe e Rita , in quanto, nelle pagine precedenti, mancavano i presupposti per una storia d'amore. In una storia talmente ricca di situazioni, un'eventuale sottotrama amorosa sarebbe risultata del tutto gratuita.

Zagor e Rita si scambiano un affettuoso saluto.

Un grintosissimo Zagor mette fuori causa il feroce Quanah.

  Il resto...

Il resto dei personaggi è talmente ricco che meriterebbe una trattazione a parte, ma qui ci limitiamo a segnalarne alcuni. Tra questi, la figura dell'occhialuto e colto Mc Nally , che ha trovato la sua isola di libertà tra le pagine scritte di poeti e romanzieri. Inoltre, Bimbo Sullivan , personaggio nolittiano degli anni Sessanta, che qui è uno dei tanti. Burattini ci mostra un personaggio molto più spregevole rispetto alla sua originaria ideazione. Occorre comunque ricordare che già nel 1982 Marcello Toninelli era riuscito a descrivere il personaggio in maniera più matura e realistica (cfr. Uno strano fuorilegge , TuttoZagor nn. 203-205). Nel racconto di Burattini , Bimbo muore colpito inaspettatamente alle spalle: il personaggio non avrebbe certo meritato di terminare la sua poco onorevole vita per mano dell'eroe.

Per chiudere due parole sulla figura dello sceriffo Graham : egli sembra soltanto un uomo di legge ostinato e moralista, mentre in realtà si rivela l'autentico demiurgo della vicenda. Il ribaltamento di prospettiva del personaggio mostra ancora una volta l'abilità di Moreno Burattini nell'architettare delle trame imprevedibili e spiazzanti, sebbene degli indizi rivelatori, disseminati qua e là nel corso dell'avventura, potevano svelare l'autentica natura criminale dello sceriffo. In questa vicenda, tra l'altro, c'è un significativo e nolittiano scambio di ruoli, e alcuni detenuti si dimostrano mille volte migliori di certi intransigenti uomini di legge.

Un'inquadratura drammatica, dove uomini violenti trovano la più atroce delle morti.

Un'inquadratura drammatica, dove uomini violenti trovano la più atroce delle morti.

  Laurenti, l'uomo delle paludi

Mauro Laurenti si mostra adattissimo nel dipingere le paludi della Florida (mefitiche e inquietanti), come aveva già ottimamente descritto quelle della Louisiana in Vendetta vudu (Zagor Gigante nn. 366-367). L'autore romano è il disegnatore più innovativo - o alternativo - dello staff zagoriano, e le sue pennellate fluide ed ampie sanno comunicare con intensità le emozioni descritte dallo sceneggiatore. Le sue tavole presentano personaggi volutamente deformati (la sua personale cifra stilistica), ma dotati di un'incredibile dinamicità e di una notevole espressività.

Il Voto ******

Legenda
* Pessimo
** Scarso
*** Sufficiente
**** Buono
***** Ottimo
****** Capolavoro