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LA' DOVE SCORRE IL FIUME - Recensione di GIAMPIERO BELARDINELLI

 

Là dove scorre il fiume , Zagor Gigante n. 488 (Zenith n. 539)

I trappers di Fort Arrow , Zagor Gigante n. 489 (Zenith n. 540)

Soggetto e sceneggiatura di Luigi Mignacco

Disegni di Marcello Mangiantini

Copertine di Gallieno Ferri

Marzo-Aprile 2006 - 188 tavole


Dopo la scure e la sciabola dell'avventura di Burattini , si torna a temi più tradizionali con tanto di trappers e pellerossa. Lo sceneggiatore Luigi Mignacco si sta impadronendo con efficacia dei ritmi zagoriani e soprattutto delle psicologie interpretative di nolittiana memoria. L'intrigo è ben architettato e i colpi di scena, nonostante qualche “finta” anticipazione nei prossimamente, sono riusciti e calibrati. Il tema principale dell'avventura è quello dell'amicizia tradita, o meglio della “non amicizia” tra Zagor e Kirk . Il giovane Patrick , il futuro Spirito con la Scure , venne salvato da morte certa dal trapper e da quell'episodio del passato nacque un'amicizia che, quindici anni dopo, si rivelerà falsa. La vicenda è quindi pervasa da una sottile ambiguità, magistralmente interpretata da Mangiantini nelle sequenze notturne a Fort Arrow.


La prima parte del racconto ha un ritmo lento, in cui si aprono degli opportuni flashback e dove lo sceneggiatore scrive dei dialoghi brillanti che mettono in luce l'amicizia tra Zagor e Cico . La figura del pancione è stata spesso un peso per gli sceneggiatori venuti dopo Nolitta e quindi l'operazione compiuta da Mignacco è particolarmente apprezzabile: il suo Cico si inserisce nel solco già tracciato da Boselli e Burattini . Non è un caso che, una volta liberato Jimmy , Zagor non si preoccupi più di tanto dell'assenza del pancione e affermi: “Il mio compare è un tipo strano, Jimmy ! A vederlo non gli daresti un soldo bucato… eppure ha saputo cavarsela nelle situazioni più difficili… E credo che se la sbrigherà da solo!”. Nel racconto la presenza di Cico ha una sua precisa funzionalità: sarà infatti il Nostro a guidare i bellicosi Seneca di Lontra Rossa a Fort Arrow. Potrebbe sembrare una forzatura il fatto che Cico sia riuscito a convincere i Seneca a correre in soccorso di Zagor : in realtà questa è un'intelligente trovata di Mignacco che evidenzia come i due amici siano davvero complementari. Il Messicano mostra le sue capacità di eloquio e il resto lo compie la fama dello Spirito con la Scure , considerato un amico del popolo rosso anche dai temuti Seneca di Lontra Rossa .


Questo classico episodio ha avuto dei giudizi in parte negativi da parte di alcuni forumisti di www.spiritoconlascure.it . A parer mio, occorre inquadrare il racconto secondo la logica di una testata seriale che esce in edicola da quarantacinque anni e che, soprattutto, non presenta nessun particolare difetto ma addirittura una riuscita interpretazione dei principali protagonisti. Mignacco ha sì realizzato un episodio tradizionale (dove il termine “tradizionale” non è sinonimo di malriuscito), ma lo arricchito di un valido cast di antagonisti e soprattutto ha ideato la riuscita figura di Kirk , un cattivo ambiguo e sfuggente e per questo più pericoloso. Infatti, Zagor si fa ingannare dal villain non certo per ingenuità ma in virtù di quell'episodio avvenuto quindici anni prima. In quel periodo, Kirk sembrava una sorta di emulo del Jeremian Johnsson del film diretto nel 1972 da Sydney Pollack e magistralmente interpretato da Robert Redford , Corvo Rosso non avrai il mio scalpo , cui rimanda anche la caratterizzazione grafica di Mangiantini (cfr. pp. 40 e 41 nella prima parte). L'eroe aveva conosciuto una persona dagli slanci positivi e, quindici anni dopo, ritrova uno spregevole individuo che, con irriverente orgoglio, afferma come quel lontano episodio era stato dettato “dagli dèi” e dalla casualità. “Tu mi hai creduto perché credi nell'amicizia! […] Quelli come me, buone azioni non dovrebbero farne mai! Creano dei legami fastidiosi! Così ho deciso di riprendermi quello che ti ho dato… Ma ti concedo una seconda occasione, Patrick Wilding ! Salvati da solo, e sarai sciolto da ogni legame con quella carogna di Kirk Wheeler , bugiardo e assassino!”. Le parole di Kirk sono uno splendido compendio critico con cui Mignacco chiude idealmente questo riuscito episodio.


Con l'arrivo di Mangiantini continua l'ulteriore rinnovamento grafico della serie, impensabile fino a qualche anno fa. Mangiantini assolve il suo compito con puntualità ed efficacia. Le 188 tavole del racconto mostrano un autore già padrone dell'universo zagoriano e, seppur con ampi margini di miglioramento, capace di regalarci autentiche prove di abilità narrativa. La foresta e gli scenari naturali sono ariosi e corroboranti e di particolare pregio sono le sequenze notturne. In alcuni primi piani il suo Zagor ha un volto poco più che adolescenziale, ma è comunque ammirevole l'efficacia con cui l'autore lo fa muovere nel suo ambiente preferito. Si guardi inoltre l'attenzione posta da Mangiantini nel raffigurare gli abiti, le armi e le acconciature degli abitanti della “Vecchia Frontiera”, un esempio davvero lusinghiero per un autore degli anni Duemila.


Il Voto 6 . 9