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AGENTI SEGRETI - Recensione di GIAMPIERO BELARDINELLI

 

Maxi Zagor n. 6

Soggetto e sceneggiatura di Moreno Burattini

Disegni di Gianni Sedioli

Copertina di Gallieno Ferri

Luglio2005 - 320 tavole

Come ben sanno i frequentatori del sito, ma è doveroso ribadirlo per eventuali utenti di Internet di “passaggio” da queste parti, la vicenda ha avuto un ampio risalto sulle pagine culturali della stampa quotidiana, a partire da il Giornale in data 18 giugno 2005. Grazie all’interessamento di Vittorio Macioce, responsabile della cultura del quotidiano milanese e grande appassionato del filosofo Alexis de Tocqueville (protagonista storico dell’avventura), un’intera pagina è stata dedicata alla vicenda scritta da Moreno Burattini e disegnata da Gianni Sedioli. Inoltre, anche altri importanti quotidiani, sia prima sia dopo l’uscita dell’albo in edicola, hanno parlato di Tocqueville e della sua apparizione nel Maxi. In effetti la presenza di personaggi storici è ormai una consuetudine abbastanza diffusa del fumetto bonelliano, basti pensare al Tex di Gianluigi Bonelli e, in tempi recenti, alle collane Storie da Altrove e Magico Vento. La scelta di Burattini non poteva essere più azzeccata in quanto il filosofo francese, che compì un avventuroso viaggio in America tra il 1831 e il 1832, è una figura che comprese la notevole importanza della democrazia statunitense e del suo seme “rivoluzionario”. La democrazia americana è basata su principi etici e “filosofici” - anche se, nel corso della Storia, spesso traditi - che vennero anticipati dalla concezione organizzativa della Lega degli Irochesi. In Europa i primi sacrosanti tentativi di democrazia - escludendo la Repubblica nella Roma antica - affogarono purtroppo nel sangue e nel terrore della Rivoluzione Francese.

Burattini ha orchestrato una vicenda che si basa sul mistero e sulla soluzione dello stesso. Un giallo in piena regola che si aggiunge al filone di storie come L’abbazia del mistero, L’uomo con il fucile, Il figlio perduto e molte altre. È una narrazione in cui lo sceneggiatore toscano eccelle e che, ogni volta, riesce a sorprendere il fruitore (e il critico) più smaliziato, forse perché, come scrisse Leonardo Sciascia a proposito dei romanzi di Agatha Christie, “il lettore di gialli è costituzionalmente disattento, si costituisce cioè in disattenzione nel momento che sceglie di leggere un giallo”. E in effetti basta notare come molti indizi siano stati nascosti ponendoli in evidenza: ad esempio, il particolare del numero di distintivo in possesso del fantomatico Steve Norman, lo stesso posto in calce al foglio appartenuto all’agente Meyer.

La vicenda ha un giusto equilibrio tra detection, sequenze d’azione e approfondimenti storici, in cui si possono intravedere i mutamenti sociali che si erano verificati in Europa negli anni precedenti e compararli con quelli della realtà americana. Il personaggio di Tocqueville si trova al centro di un complotto di stile massonico. Gli uomini della cosiddetta Loggia della Corona vorrebbero instaurare un regime autoritario negli Stati Uniti e instillare negli europei il dubbio che la via della democrazia sia un’irraggiungibile chimera. Per fortuna Zagor si trova coinvolto nella vicenda e, animato dal suo indomito spirito libertario, si oppone tenacemente ai progetti del Duca. In effetti, l’avventura diviene un continuo duello tra menti sopraffine - quella dell’eroe e quella del Duca - e si articola come una sorta di raffinata partita a scacchi tra campioni del mondo. La storia si legge con grande piacere e il suo unico neo è quello di una certa freddezza e di un’eccessiva rapidità della fase finale. È innegabile, però, che ci troviamo dinanzi ad un racconto di alto livello, il migliore tra quelli zagoriani pubblicati nel 2005.

I disegni di Sedioli sono una piacevole conferma. L’autore si inserisce nel solco di una tradizione - quella di disegnatori classici come Donatelli o Gamba - che sembrava dimenticata dalle nuove leve fumettistiche. Nelle tavole di Sedioli troviamo evidenti riferimenti agli stilemi donatelliani e anche certi richiami, nella realizzazione degli sfondi o delle armi, alle molte pagine illustrate da Gamba per Il Piccolo Ranger. La sintesi realizzata dal disegnatore, che non ha comunque dimenticato la lezione di Ferri, ha raggiunto una gradevole cifra stilistica e un’apprezzabile voglia di sfuggire ai conformismi attualmente in voga. All’autore si può chiedere di migliorare la resa della figura di Cico, che appare troppo legnoso nelle sequenze buffe. Molto buona la caratterizzazione di Zagor e dei comprimari, Tocqueville in testa.

Due curiosità: alle pagine 170-172, Burattini inserisce un gustosa citazione del film Titanic, amatissimo dallo sceneggiatore; nella vignetta in alto dell’ultima tavola, Sedioli ha raffigurato se stesso nel personaggio a bordo di una canoa.



Il Voto *****

Legenda
* Pessimo
** Scarso
*** Sufficiente
**** Buono
***** Ottimo
****** Capolavoro