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[Ivan]

GLI ADORATORI DEL SOLE

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 108
Anno: 1965


Classicone di una certa attualità per il fatto che l'episodio ora in edicola ne rappresenta il sequel (o meglio una reprise, dato che l'episodio originale era già autoconclusivo).

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• Fantasia in libera uscita (sia nel bene che nel male).
Nolitta prosegue in crescendo il proprio auto-svezzamento come autore. Qui ancora si preoccupa più del “COSA” fare che del “COME” farlo, ma il risultato è comunque una storia originale, avventurosa, dinamica e divertente.
Se riletta oggi, mostra la corda in vari punti, tuttavia conserva ancora quel fascino tipicamente sixty, dove le ingenuità o le falle logiche erano comunque secondarie rispetto al pathos della vicenda.

• Storia a due facce: la prima parte (fino alla cattura nel deserto) è molto ben curata e convincente, poi scade un po' nella parte conclusiva (la sequenza ambientata in Nuova Akhenaton) con parecchie trovate “buttate lì” in modo semplicistico, come se Nolitta non sapesse bene come sbloccare le situazioni narrative che lui stesso aveva creato (in primis nel punto di svolta della storia, con Zagor che piega le sbarre della cella manco fosse Hulk).
Insomma, si ha la sensazione che il passaggio tra la cattura e la riscossa sia troppo velocizzato – o quantomeno in netto contrasto col ritmo ben calibrato della prima parte.

• Qui troviamo la prima apparizione di Bat Batterton, parodia nolittiana di Sherlock Holmes.
Va detto che, dopo un buon impiego nella parte iniziale, Bat scompare di netto dalla narrazione. Evidentemente all'epoca era stato pensato solo per una comparsata one-shot, e forse Nolitta stesso non era ancora ben consapevole del potenziale del personaggio.


• Come antagonista, Krebs è una ben riuscita variante del Mad Scientist. Un classico villain anni '60, megalomane e spietato senza troppi fronzoli.

• Nel personaggio di Wilson, larva umana che cova propositi di vendetta nei confronti di Krebs, c'è già il prototipo di quello che diventerà uno dei tratti distintivi di Nolitta, ovvero la colorita caratterizzazione dei comprimari.
Abbastanza telefonata ma efficace la sua tragica rivincita sul proprio tormentatore.
(By the way: C'è da chiedersi in che modo il semplice movimento di una leva possa far collassare l'intera struttura di una piramide...ma considerando l'epoca di realizzazione della storia e il pubblico a cui era rivolta, si può chiudere un occhio su questi dettagli di logistica.)


• Tra il materiale di contorno, va ricordata la fenomenale gag iniziale dove Cico viene messo nel sacco dal piccolo Angelino, un bastardello in erba che in seguito farà carriera come venditore di pentole.


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Storia: 7
Disegni: 8

[Super Mark]

La fine della recensione mi ha fatto ridere .
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Super Mark

[Cain68]

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L'ORGANIZZATORE E' SEMPRE AL LAVORO.....
Sergio e Gallieno adesso sono insieme a Darkwood, grazie per tutti i sogni che mi avete regalato.

[Zagrosky]

la grinta è la stessa
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Spiritello senza scure]

[simon]

la trovo una cosa veniale


che nostalgica tristezza rivedere le mitiche gag di Nolitta mi chiedo però (riuscendo a riproporle al giorno d'oggi) quale disegnatore sarebbe in grado di renderle così magnificamente genuine...
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In Italia funziona così. Se sei un vincente, dai fastidio ai perdenti che con il loro sporchi giochi politici, ti fanno fuori.

[Super Mark]

Concordo con Simon, anche se abbiamo un Della Monica con un passato nel fumetto comico (Alan Ford) .
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Super Mark

[Ivan]

[Spiritello senza scure]

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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[Esploratore Scomparso]

Ancora una bella storia, in questo periodo una dopo l'altra!
Questa ancora più originale e avventurosa della precedente, con il classico soggetto dello scienziato/archeologo folle, la città nascosta nel deserto, il popolo asservito ai propri voleri...
Grandi comprimari e un Cico in splendida forma, sempre esilaranti e spontanee le sue gag!
E' vero che Zagor e compagni si liberano piuttosto facilmente dalla prigione nella piramide, ma alla fine un modo lo si doveva trovare...
però tutto il resto è proprio divertente , soprattutto la notte nel museo e gli improbabili travestimenti di Batterton qui alla sua prima apparizione, ma stranamente dimenticato in fretta , sparito nel deserto!

[kanoxen60]

Dopo la frizzante “Furia di Zagor”, l’auspicio (mio) era che quella freschezza di sceneggiatura proseguisse nella storia successiva.
Devo ammettere, in effetti, che la prima parte di questi “Adoratori del sole” mi ha convinto, con un’ottima gag di Cico (alle prese con il perfidissimo Angelino), l’esordio di un originalissimo comprimario come Bat “Sherlock” Batterton, un passaggio comico irresistibile con Cico e Bat a guardia notturna nella villa-museo del professor Kenneth, il mistero dei furti di antichità egizie, la terribile mutilazione cui sono stati sottoposti i ladri di reperti.
Poi, però, quando i protagonisti arrivano al cospetto del cattivo di turno, il professor Krebs, la storia si affloscia un po’, tra sproloqui del professore ed evoluzione un po’ troppo rapida della vicenda verso la sua conclusione.
Sarebbe ovviamente un errore fare confronti fra una storia come questa, del 1965 o giù di lì, e quel piccolo gioiello texian-egizio scritto da Mauro Boselli più di 30 anni dopo (“Il ritorno del Morisco”, Tex n. 452 e ss.); tuttavia, un po’ più di mistero (le mummie animate in casa Kenneth avevano fatto ben sperare…) e una trama un po’ più articolata, specie nella seconda parte, avrebbero a mio avviso grandemente giovato allo sviluppo di uno spunto comunque originale.

[kanoxen60]

Zagor entra in scena dopo 12 pagine dall'inizio della storia, ossia dopo la disavventura di Cico con il piccolo perfido Angelino, e sembra in prima battuta uno Zagor un po' GLBonelliano nei modi.

Si arrabbia, infatti, con il messicano che gli sbatte contro mentre fugge dalla casa del piccolo diavolo (pag. 93 del volume 11 CSAC); sulla pista che conduce a Fort Wayne accusa l'amico di essere un “fannullone scansafatiche”, gli ordina di fare silenzio e, alle richieste di chiarimenti, lo definisce “ottuso messicano” (pag. 95).

Non fa molta fatica, tra uno svolazzo e l'altro, a sventare il tentativo di rapina di Bud e Pat, non certo i malviventi più terribili che lo Spirito con la Scure abbia incontrato (“...mai visto gonzi di quel calibro...”, pag. 100, .

Torna suscettibile durante le presentazioni con il professor Oldbones, quando, a un Cico che farfuglia cose senza senso sull'Egitto, rifila un ceffone invitandolo a piantarla “di dire stupidaggini” (pag. 107).

Accetta di accompagnare Oldbones sino a Belleville, dove lo aspetta il professor Kenneth. A casa di quest'ultimo fa la conoscenza dell'inappuntabile detective Bat Batterton (“Beh, come segugio non deve essere un gran che, ma in compenso ha un'aria simpatica”, pag. 112,...e noi condividiamo in pieno il giudizio ; si offre di fermarsi a tenere d'occhio i preziosi reperti egizi per un paio di giorni e stabilisce i turni di guardia (pag. 115).

Il tradizionale sonno leggero consente a Zagor di essere sempre allerta: lo vediamo, dunque, alzarsi dal letto all'improvviso e scorgere dal balcone le “mummie” in fuga con i reperti trafugati (pag. 121). In un attimo, si lancia dal balcone e vola tra gli alberi, per atterrare direttamente addosso a uno dei ladri: un pugno è sufficiente per stordirlo e catturarlo (pag. 123). Dopo aver tolto il bendaggio alla falsa mummia e aver scoperto che si tratta di un indiano, si ricorda di Cico e rientra di corsa nella casa-museo di Kenneth, dove ritrova il messicano e Bat legati e immobilizzati ma sani e salvi (pag. 126).

Tornato all'esterno della casa, cerca di far parlare il prigioniero ma il prof. Oldbones scopre che l'indiano ha subito una terribile mutilazione, il taglio della lingua (pag. 130). Arrabbiato, segue le tracce dei fuggitivi sino a scoprire che c'era un carro ad attenderli (pag. 132).

[kanoxen60]

All'indomani, con Cico, Oldbones e un solo cavallo, Zagor si mette in marcia verso il grande deserto; dopo diverse miglia, raggiunge il carro dei fuggitivi, solo per scoprirlo desolatamente vuoto (pag. 138).
Al bivacco notturno torna ad arrabbiarsi con Cico quando questi sveglia il professor Oldbones per chiedergli la differenza fra un cammello e un dromedario (pag. 140); quando il pancione ci riprova, Zagor sbotta (“Per mille scalpi! Ancora tu, stupido messicano?”, pag. 142).

Quando le truppe cammellate attaccano, lancia un fucile a Oldbones e, con la pistola, stecchisce almeno tre assalitori; esaurite le pallottole, passa a scure e pugni ma, un attimo dopo aver capito che gli aggressori sono indiani, viene stordito e catturato (pag. 149).

Portato prigioniero al cospetto del misterioso capo dei cammellati, non trattiene un moto di sorpresa al vedere le strane costruzioni in stile egizio (pag. 151); e quando il professor Krebs ordina di chiudere in cella i prigionieri, lo Spirito con la Scure formula la consueta minaccia/profezia (“...e io, parola di Zagor, vi schiaccerò come ho fatto con tutti i serpenti del vostro stampo che mi hanno attraversato la strada!...”, con urlo a seguire, pag. 159 ).

Una volta messo con Cico nelle celle sotterranee, Zagor viene riconosciuto da uno degli indiani prigionieri; è questi a raccontargli il modo in cui è caduto, come altri, nella trappola dei Tutelos e sia finito a fare lo schiavo a “Nuova Akhenaton”. Informatosi sulla consistenza numerica degli avversari, incita gli schiavi a liberarsi al più presto (pag. 163).
La liberazione passa attraverso una nuova prova di forza di Zagor, che riesce ad allargare le sbarre della cella di quel tanto che basta per farvi passare un indiano magro (pag. 169); una volta aperta la cella, guida gli schiavi a prendere le armi e, subito dopo, all'attacco dei Tutelos (pag. 172).

[kanoxen60]

Zagor si dà un gran daffare contro i guardiani, menando fendenti a destra e a manca, ma quando vede il professor Krebs darsela a gambe molla tutto e si getta all’inseguimento. All’interno della piramide, rischia di cadere nel trabocchetto del professore, ma riesce ad aggrapparsi al bordo del pavimento evitando di rimanere infilzato tra le lame sottostanti (pagg. 174-175).

L’inseguimento prosegue sino a che Krebs non riesce a rinchiudersi nella camera funeraria, facendo calare fra sé e lo Spirito con la Scure una pesante, indistruttibile porta (pag. 176). A quel punto, dopo aver provato, inutilmente, ad abbattere l’ostacolo, a Zagor non rimane che tornare all’aperto per proseguire la lotta contro i Tutelos.

Così, dopo aver proferito una minaccia nei confronti del professore, si getta, incazzato assai, di nuovo nella mischia, creando il vuoto tra gli avversari, che dopo poco tempo si convincono alla resa (pag. 179).

Il tragico epilogo di cui sono protagonisti Krebs e Wilson vede Zagor all’esterno della piramide, intento a chiedersi, con Cico e il professor Oldbones, cosa possa aver provocato tanta rovina (pag. 185). Anche dopo questa vittoria, come più volte in passato, Zagor si mostra magnanimo con gli avversari, consentendo ai Tutelos superstiti di fare ritorno ai loro villaggi (pag. 186).

Rientrato alla villa di Kenneth, saluta gli amici e, in compagnia del fido compagno, si mette in marcia verso Darkwood. La sua morale pare molto semplice ed è riassunta in ciò che dice all’amico: “Beh…tutto sommato è stata una bella avventura, non ti sembra?”; il messicano, però, non è dello stesso avviso…

[kanoxen60]

Cico è protagonista di almeno un paio di passaggi comici notevoli (con Angelino e con Bat e le mummie) ; altre volte, invece, mi è parso un po’ troppo sopra le righe; in una occasione, incoerente rispetto al Cico che abbiamo conosciuto in precedenza .

E’ lui a entrare in scena per primo a Bedford, un paesino dell’Indiana (pag. 81), secondo uno schema già utilizzato da Nolitta (“…una nostra vecchia conoscenza passa in rassegna tutti i saloon della cittadina…”), dove cerca di rimediare una colazione a credito ottenendo immancabilmente una risposta negativa. L’ultimo diniego, corredato da un paio di calcioni nel didietro da parte dell’oste, lo getta nello scoramento più profondo, inducendolo a considerare persino di ricorrere a una misura per lui estrema (“…sono veramente disposto a tutto…perfino a lavorare!”, pag. 83 ) pur di raggranellare i quattrini necessari per la colazione.

Il primo tentativo non è fortunato: taglia legna nel giardino di una casa per tre ore, salvo scoprire che non potrà riscuotere alcun compenso perché il proprietario è via per un mese almeno (pagg. 83-85 ).

Il secondo, almeno all’inizio, va meglio: benché morso al dito dal perfidissimo Angelino (corpo da bambino con testa da politico scafato ) , offre alla mamma del pargolo, forse memore della sua performance alle dipendenze del noto pittore Van Flick (alias Trampy), i suoi servigi per dipingere la parete di casa (pag. 87).
La tentazione dello stomaco, però, induce il messicano a interrompere l'opera pittorica, attratto dal profumino di un pollo arrosto e di una torta al cioccolato appena sfornati dalla proprietaria.
Così, ha la bella pensata di papparsi l'appetitosa torta, facendo poi in modo che del misfatto venisse incolpato l'innocente (si fa per dire...) Angelino.
La sculacciata che il marmocchio prende dall'arrabbiatissima mamma scatena in lui propositi ferocissimi di vendetta nei confronti del messicano, realizzati per il tramite del cane e del pollo arrosto (pag. 91).
La conseguenza è che Cico viene cacciato a scopate sulla testa dalla signora, ancora più infuriata (pag. 92).