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Gli Albi di Pecos Bill

 
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Ven Mag 04, 2012 1:55 pm    Oggetto: Gli Albi di Pecos Bill Rispondi citando

Nella rigogliosa e variegata produzione fumettistica di genere western dell?immediato dopoguerra un personaggio che godette grande successo e popolarit? tra i lettori dell?epoca fu il mondadoriano PECOS BILL.
Creato da Guido Martina con i disegni di valenti artisti quali Raffaele Paparella, Pier Lorenzo De Vita, Dino Battaglia, Francesco Gamba e Gino D?Antonio fu pubblicato a partire dal 1949 sugli Albi d?Oro.
Ne seguirono ristampe e prosecuzioni con altri autori e presso altre case editrici.
Non intendo per? occuparmi ( almeno per il momento ) della storia editoriale del personaggio nel dettaglio.
Mi interessa maggiormente dare spazio ad una collana che volle riproporre qualche tempo dopo le avventure in maniera cronologica : ?GLI ALBI DI PECOS BILL?.
Parliamo di un settimanale con il classico formato ?quaderno? usato anche per gli Albi della Rosa ( materiale Disney ) e Albi del Falco ( Batman, Nembo Kid ) che, dal 23 settembre 1960, rieditava le avventure del leggendario eroe del Texas.
Il prezzo era di 30 lire ( ma il primo numero distribuito in edicola era in omaggio ) per 36 pagine.



# 1 - I LUPI DEL FIUME ROSSO


Soggetto e sceneggiatura : Guido Martina
Disegni : Raffaele Paparella


Ecco come in terza di copertina veniva annunciato il ritorno del personaggio :



Notare come nel colophon in seconda di copertina venissero definiti i disegnatori :



La prima tavola :



La trama del primo numero :

Davanti al fuoco di un bivacco Davy Crockett intrattiene una cerchia di cowboy raccontando le origini del mito partendo dal 1848* quando scoppia la febbre dell? oro e la California diventa l? ambita meta per chi cerca la facile ricchezza.
Una carovana di pionieri sta attraversando l? America per questo scopo, ma giunta ad Omaha e venuta a conoscenza dei pericoli che l? attendono, gi? provata a sufficienza accetta i consigli di ripiegare a Sud, nelle terre del Texas pi? vicine dove gli spazi da colonizzare e le ricchezze naturali non mancano.
Varcato il Red River il convoglio entra cos? fiducioso nel nuovo territorio e qui iniziano presto i primi problemi per i pionieri.
Facciamo la conoscenza intanto con alcuni di loro : Douglas Cassidy ? il capo-carovana, Sullivan O?Connor ? il suo aiutante, Mortimer Morgan ? un vedovo intenzionato ad arricchirsi per offrire alla sua giovane e graziosa figliola, Sue, un avvenire sicuro, Ralph Morris detto Cacciavite ? il classico vecchietto simpatico e fanfarone che ha girato mille posti e conosce un sacco di storie. E? lui a raccontare ai compagni di viaggio la sera davanti al fuoco le mirabolanti imprese di Pecos Bill.
Si diceva delle avvisaglie dei primi guai.
Mentre sono a caccia di carne fresca per rifornire le dispense Morgan e figlia sono avvicinati da due ceffi : Slim e Pablo, assai poco ospitali, che gli intimano di lasciare al pi? presto lo stato facendo intendere di far parte della banda dei lupi del fiume rosso guidata dal fuorilegge Yo-la-Terreur.
Per rinforzare il messaggio uno dei banditi strappa brutalmente a Sue il fazzoletto che portava al collo per farne dono al suo capo.
Sui poveri pionieri per? vigila il nostro Pecos Bill il quale, vista da lontano la scena, non intende farla passare liscia ai malfattori. Fuori campo sappiamo che il suo lazo rimetter? a posto le cose.
Il giorno dopo Sue ( un po? incautamente ) si allontana solitaria dal campo per una galoppata nella prateria quando si imbatte in alcuni coyote che la spaventano. Alle sue grida d? aiuto accorre PB che ha cos? modo di parlarle senza per? rivelare il proprio nome.
L? atmosfera di reciproca ?simpatia? che i due giovani sentono viene rovinata quando PB per fasciare una leggera ferita alla mano della ragazza le porge il fazzoletto recuperato la notte precedente ai banditi.
Sue crede di trovarsi di fronte il temibile Yo-la-Terreur e sconvolta fugge per far ritorno al campo.
Di l? a poco si odono rullare tamburi. Gli Apaches de Navajos ( sic ! ) si sono radunati per celebrare una condanna a morte verso un loro guerriero. Colpevole di non essere animato da istinti sufficientemente ( a loro dire ) bellicosi.
Richiamato dai tamburi PB osserva la scena e al momento dell? esecuzione per 2 volte la scure che dovrebbe colpire mortalmente il condannato sparisce, come per incanto, dalle mani dell? esecutore lasciando gli astanti interdetti.
Convinti che sia opera di Manito che non vuole sia versato sangue seppur a malincuore i pellerossa lasciano in vita il disgraziato, ma lo scacciano con ignominia dal villaggio umiliandolo vieppi? con una penna bianca, simbolo di codardia.
Pecos Bill non tarda a manifestarsi all? apache. Gli mostra le due asce ( strappate ovviamente col lazo ) consegnandogliele, si fa raccontare le sue disgrazie e poi lo rincuora prima rifornendolo di un bel puledro ( un bronco che PB doma da consumato campione ) e poi prendendoselo come compagno di avventure.
Intanto i due banditi visti prima si sono presentati al campo dei pionieri e di fronte al rifiuto di questi ultimi di andarsene provano a passare alle vie di fatto. Nella mischia che ne consegue restano secchi Morgan e uno dei furfanti. L? altro scappa e minaccia di tornare con tutta la banda.
In soccorso dei coloni arrivano Pecos Bill e Penna Bianca ( notare la doppia PB ), ma Sue vedendolo lo accusa di essere Yo-la-Terreur e non c?? verso di convincerla del contrario.
Allontanatosi con dispiacere Pecos Bill decide di inviare l? apache al suo villaggio dove facendo forza delle asce in suo possesso ( beniamino di Manito ) e del cipiglio pi? combattivo persuade la trib? a seguirlo contro la banda dei lupi.
I quali stanno nel frattempo per attaccare la carovana con PB che riprova a convincere i coloni, questa volta con maggior successo.
E con questo bel cliffhanger si interrompe l?albo.
Riusciranno gli apaches a portare soccorso agli assediati ?

* lo so, storicamente Davy Crockett dovrebbe essere gi? morto ad Alamo nel 1836.
Ma qui non parliamo della Storia del West di G. D?Antonio o dei documentatissimi Protagonisti di R. Albertarelli.
Qui lo spazio concesso alla fantasia e alla libert? narrativa dell? Autore senza vincoli storici ? preponderante.



Ecco come Sergio Bonelli raccontava la serie e il suo creatore ( da Tex Collezione Storica # 162 )

?Immaginatevi l? invidia ( perch? no ? ) con cui, nel dicembre 1949 ( e cio? un anno dopo la presentazione nelle edicole del nostro Tex ), appresi che la ?poderosa corazzata? Mondadori, per ?varare? una nuova testata settimanale, si era assicurata i preziosi pennelli degli emergenti professionisti con cui, soltanto la settimana prima, ero andato al cinema.
Il protagonista della serie in questione si chiamava Pecos Bill e, a differenza degli eroi western maneschi e dalla pistola facile, non portava pistola e non usava la violenza : sua unica arma era l? infallibile lazo, con cui, in sella allo stallone nero Turbine, riduceva all? impotenza i malvagi. Suoi compagni erano un buffo e fanfarone Davy Crockett, una bruna ed esplosiva fuorilegge redenta, Calamity Jane, e una bionda, dolce fidanzatina, Sue Pi? Leggero.
Ad architettare le sue avventure era Guido Martina ( 1906-1991 ), uno dei pochissimi Grandi del fumetto italiano che io, purtroppo, non ho avuto la fortuna di conoscere.
Anche quando chiesi di lui a mio padre Gianluigi Bonelli, non ottenni maggiori informazioni.
Dato che erano pi? o meno coetanei e dato che, sul finire degli anni Trenta, avevano lavorato entrambi per la Mondadori, speravo di ottenere dal mio genitore una descrizione di prima mano dell? uomo Martina.
Ma, a quanto pare, i due futuri padri degli eroi per eccellenza del West italiano avevano l? abitudine di recarsi in redazione in giorni diversi : non si incontrarono mai.
D? altro canto, neppure in seguito vi furono molte occasioni, anche per gli addetti ai lavori, di incontrare il prolificissimo sceneggiatore : infatti, a differenza della maggior parte dei fumettari, ?vagabondi? che passano da un editore all? altro, Martina fu pressoch? fedele per tutta la vita allo stesso editore, Mondadori.

Alla fine degli anni Quaranta, Guido Martina traduceva per ?Topolino? le storie americane realizzate per Walt Disney da Carl Barks e Floyd Gottfredson, e cominciava a idearne di sue : impossibile non ricordare i primi classici del ?Disney all?italiana?, basati su una vena originalissima di cultura parodistica e surreale follia, ed entrambi disegnati da Angelo Bioletto, come ?Topolino e il cobra bianco? e ?L?Inferno di Topolino?, una storia magistrale con commento in terzine dantesche, che valse a Martina, fatto unico a quei tempi, l? onore della firma, su concessione personale dello stesso Disney.
E fino all? ultimo, Martina ha continuato a sfornare sceneggiature disneyane ( pi? di 1200 ), tra cui capolavori indiscussi quali ?Il doppio segreto di Macchia Nera? e ?Paperino e il re del fiume d?oro?, disegnati rispettivamente da Romano Scarpa e Giovan Battista Carpi.
A met? degli anni Cinquanta, Guido Martina pass? per cinque anni all?Avventura, ma senza tradire il suo animo profondamente disneyano, con i 165 episodi di Pecos Bill.
Raffaele Paparella, antico compagno di percorso di mio padre fin dai tempi de ?Il Vittorioso?, e Pier Lorenzo De Vita tradussero i testi di Martina in eleganti immagini ; dopo di lui descrissero le imprese del biondo eroe disegnatori di valore come Antonio Canale, Roy D?Amy, Dino Battaglia, Gino D?Antonio, Francesco Gamba e molti altri ancora.
Il Pecos Bill di Martina era anche in contatto con gli spiriti dei cowboys morti : i leggendari Cavalieri del Cielo.
Fra i quali viene giustamente accolto nella tavola conclusiva della serie, uscita sugli ?Albi d?Oro? nel 1955.
Intanto, nel 1952, Martina aveva creato una nuova serie western, ?Oklahoma !?, affidata al medesimo staff, che per? ebbe vita breve ( fu chiusa nel 1953 ).
Da allora, tutto il suo impegno si concentr? sull? universo disneyano.
Le ragioni della prematura scomparsa di ?Pecos Bill? vanno cercate, secondo me, proprio nello stile di Martina : tanto unico e inimitabile che quando, negli anni successivi si cerc? di ripubblicarlo con nuovi autori, l?impresa fall? regolarmente.
Nel 1956, le Edizioni Alpe presentarono una nuova interpretazione del personaggio ( che, facendo parte della tradizione americana, era considerato di pubblica propriet? ) affidata per i testi a Cesare Solini e per i disegni a Pietro Gamba.
Nel 1960, Mondadori ripropose in 117 volumetti di formato tascabile la saga originale, passando poi la testata all?Editrice Fasani, che la prosegu? fino al 1967, con episodi inediti, affidati a una pattuglia di autori fra i quali ricordo Tristano e Maurizio Torelli, Renzo Barbieri, Armando Bonato, Mario Cubbino, Franco Donatelli, Leone Cimpellin e Guglielmo Letteri ( non ancora diventato una colonna dello staff texiano ).
Seguirono varie collane di altri editori : S.E.P.I.M., Edizioni Eurorama, Edizioni Inteuropa, Edizioni Bianconi, Edizioni Epierre, Libreria Milone, ?
Ma Pecos Bill non poteva vivere, per l? appunto, senza l? anima donatagli dal geniale talento di Guido Martina.
Chi fra i giovani ( e i vecchi ) lettori volesse leggere ( o rileggere ) oggi quei primi, ormai classici episodi, pu? comunque recuperarne l?edizione tascabile, riproposta dall?Editoriale Mercury di Stefano Mercuri.
Insomma, pur senza aver tagliato il traguardo dei sessant?anni, Pecos Bill ha animato per tanti anni la vita editoriale d?Italia : mi sembra doveroso dedicare anche a lui, che ? coetaneo di Tex, le mie affettuose congratulazioni.?



Un convinto estimatore della bont? della serie ? anche Marcello Toninelli.
Il quale, nella sua bellissima rubrica sul fumetto vintage, cos? scrive al riguardo ( da FdC # 170 )

?Ci vuole la macchina da guerra ( editoriale ) della Mondadori per fare una cosa del genere : distribuire gratis in tutta Italia il primo numero di una collana a fumetti.
Certo, il personaggio ha gi? dato prova del suo valore nella precedente versione in grande formato degli anni Cinquanta, ma anche se si tratta dunque di una scommessa ?truccata?, per gli appassionati di tutte le et? andare in edicola e portarsi via questo snello e coloratissimo Pecos Bill senza pagare niente ? davvero un piccolo grande evento, oltre che un? emozione inedita.
Il formato quaderno, pi? adeguato ai tempi, sacrifica un po? le belle tavole ( rimontate e riletterate fedelmente ) dei pi? e meno valenti artisti che hanno contribuito alla realizzazione di questa splendida epopea western, ma consente di vendere il settimanale a un prezzo popolare, permettendogli di raggiungere pi? ampie fasce di pubblico.
Martina, optando per un personaggio leggendario, sceglie di raccontare un West di fantasia, contesto nel quale dimostra di trovarsi perfettamente a suo agio, e crea la sua opera forse migliore, di sicuro la pi? affascinante.
La storia ? risaputa : un neonato caduto da un carro di coloni durante una tempesta in Texas viene raccolto da una famigliola di coyote e diventa ?il ragazzo del Pecos? capace, col suo lazo, di prendere dal cielo la stella pi? bella per metterla nella bandiera del suo Stato di adozione e di catturare le nuvole della California per far nascere da esse il Rio
Grande e il Golfo del Messico.
Pecos Bill si muover? tra realt? e leggenda per l?intera durata della serie, diviso tra la terra dove vive le sue avventure e il cielo dove cavalcano, e lo attendono, i ?Riders on the sky?, le anime degli antichi cowboy che appaiono a chi sta per morire.
Se il protagonista, che rifugge l?uso delle armi da fuoco e piega i suoi avversari usando solo il lazo e il suo sguardo soggiogatore, sfoggia un look capace di far colpo sui giovani lettori, dalla frezza nera sui capelli biondi alle lunghe frange dei chaparajos.
Non meno caratteristici sono gli amici, da Davy Crockett a Calamity Jane, da Du Tisn? a Penna Bianca, e i nemici, dal primissimo avversario Yo-la-Terreur a Mister Ho, da Nathan Champion il Re dei razziatori a L?tigo.
Ogni elemento della storia e delle leggende del Nord America passa per le abili mani dello sceneggiatore piemontese e si trasforma in un tassello dell? originale mondo fantastico da lui concepito, funzionale alla narrazione di incredibili avventure tra indiani, fuorilegge spietati, minatori cinesi, giubbe rosse e affascinanti dark lady come la Regina Bianca, la Golondrina, Mexicali Rose e Genika la figlia dei lupi.
Altrettanto indelebili restano nella mente gli inconsueti scenari scelti dall? Autore, come la caverna degli Occhi di Fuoco, il cimitero indiano sotterraneo, la Torre del Diavolo o il covo dei Vigilantes, e le continue trovate narrative, come gli scooters, le barche a vela coi pattini da neve, o la terrificante acconciatura dei ?Demoni della palude?.
La prosa talvolta un po? retorica ma sempre coinvolgente di Martina ? servita dalle splendide tavole di autori come il grandissimo Paparella, De Vita, un acerbo Battaglia, D?Ami, il lezioso Gamba, Canale e, dulcis in fundo, il mitico Gino D?Antonio che, amante del ?vero? West, mal si piegher? alla lettura fantastica dello sceneggiatore, spingendo in ogni occasione verso una ?realistizzazione? perlomeno grafica della serie.
Unico neo della collana, la mancata coordinazione degli autori che, alternandosi di numero in numero e lavorando a compartimenti stagni, danno spesso interpretazioni diversissime degli stessi personaggi di contorno, arrivando in certi casi a renderli irriconoscibili da un episodio all? altro.?


Breve chiosa finale per questo primo post sull? argomento.
Un confronto tra il Tex ( non censurato, please ) di quegli anni ( o il Sergente Kirk di Oesterheld/Pratt, per dire ) e il Pecos Bill coevo pu? apparire ingeneroso nei confronti del secondo che ne uscirebbe agli occhi di un comune lettore odierno strabattuto.
Se non si opera uno sforzo per tenere conto del contesto dell?epoca e della volont? esplicita nel mirare ad un ?target? molto giovanile e allora assolutamente vincente non si potrebbe capire il grande successo che riscosse analogamente a quello di pubblicazioni come Capitan Miki, il Piccolo Sceriffo, Nat del Santa Cruz, ecc., inesorabilmente ?datate? e fuori mercato gi? negli anni ?70.
Gianluigi Bonelli proponeva, invece, un eroe ?adulto? che magari poteva inizialmente non trascinare le masse, ma gradatamente prendere quota e fidelizzare generazioni di lettori che non l? avrebbero pi? abbandonato.

Quindi se qualcuno volesse provare a procurarsi qualche albo perch? incuriosito abbia aspettative adeguate.


Ultima modifica di Puro Veleno il Dom Mag 13, 2012 6:11 am, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Sab Mag 12, 2012 4:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

# 2 - LA VALLE DEI MISTERI



Soggetto e sceneggiatura : Guido Martina
Disegni : Raffaele Paparella

Uno dei rilievi critici che con una certa frequenza viene mosso a GLB nella prima parte ( quella legata agli albi a striscia ) della sua produzione texiana ? di avere, a volte, affrettato i finali delle sue storie liquidando in poche vignette e qualche corposa didascalia una conclusione che i lettori avrebbero magari apprezzato un po? pi? diluita.

Non molto diversamente accade in questo secondo albo dove assistiamo in rapidissima successione ad eventi che avrebbero tranquillamente potuto essere sviluppati con maggior respiro narrativo.

Nell? arco di quattro tavole abbiamo :

- i pionieri con i propri carri disposti a cerchio preoccupati per le loro sorti di fronte all? attacco dei fuorilegge ingaggiare uno scambio di fucileria ;
- Pecos Bill lanciare un urlo-ululato richiamando di l? a poco centinaia di coyotes pronti a gettarsi contro i cavalli dei banditi ;
- organizzare da parte di PB l? inseguimento al capobanda Yo-la-Terreur che nel trambusto ha rapito Sue e si sta dileguando, coprire la distanza, schivare le pallottole e con il portentoso lazo prima imbrigliarne il cavallo e poi colpire il viso del nemico, a mo? di frusta, mettendolo ko ;
- fare ritorno con prigioniero e liberata mentre i ?Lupi del Red River? stanno battendo in ritirata perch? dalle alture sono comparsi minacciosi gli Apache richiamati da Penna Bianca ;
- fare le presentazioni, i ringraziamenti e concludere ( un po? a tarallucci e vino ) l? avventura.



Infatti gli Apache hanno riabilitato il valoroso ( adesso ) Penna Bianca e si sono mostrati ben disposti verso i pionieri, Pecos Bill ha magnanimamente salvato dall? impiccagione Yo-la-Terreur in cambio della sua solenne promessa di cambiar registro e Sue dopo insistenza ha finalmente saputo il nome del suo salvatore.
Il quale, onusto di gloria, si allontana trionfante al chiaro di luna facendo roteare il proprio lazo.

E le restanti 28 pagine ?
Proseguono naturalmente i racconti di Davy Crockett che, in perfetta continuity, riprende il filo degli avvenimenti in corso.
Questa volta il pericolo per i pionieri arriva dal proprio interno.
Infatti alcuni componenti della carovana, i ?drag riders? ( ovvero gli uomini della retroguardia ), sobillati da Grant Dropper vogliono dirigersi verso la California, alla ricerca dell? oro che ? stato da poco scoperto laggi? e come era stato inizialmente concordato.
Ma la maggioranza non ? della stessa opinione come correttamente stabilisce il capo carovana una volta sentito serpeggiare il malcontento.
Dropper, spalleggiato dai suoi, comincia allora a brigare nell? ombra.
Prima tenta di assassinare Douglas Cassidy e il suo aiutante O?Connor, poi accordatosi coi ?Lupi del Red River? attira in un agguato i pionieri. Sue ha nel frattempo abbandonato l? accampamento per sfuggire alle molesti attenzioni di Dropper, il quale subdolamente incolpa O?Connor di averla rapita.
Ma Pecos Bill riappare e cattura uno degli uomini fedeli a Dropper.
La verit? sta per venire a galla.
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MessaggioInviato: Sab Mag 12, 2012 9:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non sembra male, forse un po' datato.
Ma ne esiste una ristampa "moderna"?
dontknow
_________________
Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima!
Guido Nolitta non avrebbe potuto fare di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di essere il suo degno successore.

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MessaggioInviato: Dom Mag 13, 2012 5:03 am    Oggetto: Rispondi citando

# 3 - IL TORRENTE DI FUOCO



Soggetto e sceneggiatura : Guido Martina
Disegni : Raffaele Paparella

Al di l? delle copertine, di qualche vignetta e di un riassuntino pi? o meno dettagliato delle vicende in corso mi piace evidenziare qualche aspetto stilistico autoriale riscontrato in sede di ( ri ) lettura.

Teniamo a mente che lo sceneggiatore era un insegnante e la sua passione didattica traspare in pi? occasioni.
Per esempio, nel numero precedente quando i pionieri organizzano una battuta di caccia per rifornire il convoglio di carne fresca Martina approfitta per ragguagliare il lettore su alcune tecniche in uso.



In questo numero invece, quando Sue ? ospite presso l? accampamento degli Apache, abbiamo modo di apprendere come i pellerossa di diverse trib? comunicassero tra loro con un linguaggio ?universale?.



Istruttivo ? anche l? apologo raccontato a Sue da Penna Bianca qualche pagina dopo per dimostrare quanto importante sia la concordia e quali benefici risultati porti l? alleanza piuttosto che l? arido e ottuso individualismo.



Tenendo sempre ben presente che la pubblicazione era rivolta ad un pubblico di ragazzini ai quali oltre a mostrare l? eterna lotta Bene contro Male poteva senz?altro giovare un arricchimento culturale e, perch? no, morale.

Ma l? avventura dei pionieri come prosegue ?
Come detto Pecos Bill veglia da angelo custode sulle sorti della carovana e le trame ordite sono presto portate a sua conoscenza.
Il manigoldo catturato ha vuotato il sacco e qui ci sarebbe da aprire un?altra bella parentesi.
Per riprendere un confronto con il Tex gianluigibonelliano l? la confessione sarebbe stata estorta a suon di mazzate qui, invece, lo sceneggiatore ricorre ad altre vie.
Come l? uso delle armi da fuoco da parte di PB ? ridotto al minimo ( per non dire assente del tutto ) anche la violenza ?manesca? ? bandita se non come difesa.
Per consentire al proprio eroe di ottenere delle risposte e superare certi intoppi Martina ha fornito PB di uno sguardo magnetico e imperioso in grado di intimidire e paralizzare per qualche momento le velleit? dell? avversario.
Esempi di questo tipo li abbiamo proprio in questo albo : all? inizio quando, appunto, il bandito catturato canta e verso la met? quando Pecos Bill si ritrova nell? accampamento dei pionieri con Dropper che gli punta la colt ma esita davanti al suo sguardo e abbassa l? arma.
Scelta questa che immagino far? storcere il naso a molti e che non entusiasma troppo neppure me.
Tuttavia c? ? da riconoscere che tale caratterizzazione lo differenziava non poco da una schiera di pistoleri gi? presenti nelle edicole e che la linea Disney-ArnoldoMondadoriEditore molto probabilmente preferiva un approccio pi? ?soft?.

Chiusa la digressione chiudiamo anche il post con il punto della situazione arrivati all? ultima tavola.
Pecos Bill ? riuscito ad evitare che i pionieri cadano nell? agguato con l? aiuto del fedele Penna Bianca, si ? presentato al campo dei Drag Riders scontrandosi con Dropper e forte del sostegno degli apache ne ha vinto le resistenze costringendoli alla resa.
Qualche giorno dopo, mentre Sue trascorre un periodo al campo pellerossa con i convalescenti Cassidy e O?Connor, PB durante una cavalcata coglie di soppiatto un colloquio nella prateria tra l? irriducibile Yo-la-Terreur e i suoi uomini.
Le informazioni colte di nuovi misfatti in programma lo allarmano, scoperto viene inseguito, ma la sua abilit? gli consente di raggiungere il campo dei pionieri prima di essere catturato.
Turbine, il suo cavallo, ? per? stato ferito dai colpi esplosi e la cosa non ha fatto certo piacere a PB che questa volta pare intenzionato a chiudere definitivamente i conti con i lupi del Red River.
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MessaggioInviato: Dom Mag 13, 2012 5:23 am    Oggetto: Rispondi citando

SpiritosoConLaScura ha scritto:
Non sembra male, forse un po' datato.
Ma ne esiste una ristampa "moderna"?
dontknow


Il peso degli anni si sente tutto, questo ? certo, ma anche un indubbio fascino.
Per quanto riguarda le ristampe "moderne" mi risulta che PB in edicola abbia fatto un' ultima fugace apparizione una ventina di anni fa, ma ora con i magrissimi tempi che corrono non sia onestamente riproponibile al di fuori della supernicchia del circuito anastatico di qualche benemerito.
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MessaggioInviato: Dom Mag 13, 2012 11:50 am    Oggetto: Rispondi citando

E noi che ci lamentiamo dello spiegazionismo di Burattini Shocked Laughing Wink .
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felipecayetano ha scritto:
se mark fosse stato schliemann, una volta scoperte le prime rovine di troia avrebbe ricoperto tutto pensando di aver trovato i resti di un film di pastrone Brick wall
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