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lupo bianco
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 5:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stavolta non condivido le analisi di Giaguaro nostro Laughing
Innanzitutto non credo che la fama di Tex sia immeritata, o sia opera di una predisposizione "nazionale" o di un'operazione editoriale a tavolino.
No, credo semplicemente che Tex sia il personaggio archetipico della Bonellitas esattamente come (stando in tema comics) Superman è il personaggio archetipico del supereroe. Tutti i supereroi seguenti sono, in una certa misura, un sviluppo virtuoso dell'archetipo Superman e anche se molti lettori moderni dei supereroi odiano il personaggio o lo ritengono noioso e anacronistico, non è pensabile il genere stesso senza la creatura di Siegel e Shuster. Così come la Bonellitas come la conosciamo non sarebbe pensabile senza G.L. Bonelli e il suo ranger; tutte, e dico tutte le testate successive anche quelle che, come Magico Vento, sembrano più lontane da Tex discendono a pioggia da quel primo archetipo. Così come Superman, può essere odiato (e questo forum è pieno di antitexiani, retaggio anche della rivalità che il ranger ha sempre avuto con lo spirito con la scure Wink ) ma l'eredità non può essere elusa. I personaggi simbolo in qualche modo sono sempre gli ultimi ad andare a fondo.
Mica vero che negli USA le cose fossero molto diverse. Lo sono adesso, che i comics sono letti da quattro gatti, la maggior parte delle testate vantando un pubblico inferiore a quello di Zagor. Ma quando erano un fenomeno di massa, le bandiere c'erano, eccome. Superman è stato per lunghi decenni la testata più letta, persino le sue collane parallele di qualità più dubbia vendevano come il pane. Nel volumone "The Silver Age of DC Comics" Paul Levitz ricorda come lo spin-off "Superman's Girlfriend Lois Lane" vendesse più di Batman. E si trattava di una testata che vedeva Lois Lane litigare con Lana Lang per chi avesse il diritto di mollarla prima a Supes Laughing e dove la massima emozione poteva essere vedere Lois trasformata in qualcosa di strano, o proiettata avanti e indietro nel tempo.
La stessa Marvel, che da un certo punto in avanti, cominciò a confezionare prodotti più innovativi e "maturi" della DC vendette meno per quasi tutto l'arco della Silver Age il sorpasso verificatosi (mi pare, vado a memoria) solo agli inizi dei '70.
Questo a dire che il lettore tra la serie innovativa e quella "storica" tende a privilegiare per un determinato periodo di tempo quest'ultima. La storia lo dimostra.
Poi, vabbé, fate paragoni coi comics USA, ma voi li leggete? No, perché certe storie e certe collane odierne fanno apparire Caravan roba da premio Pulitzer, nobel per la pace e turista per sempre messi insieme.
Sul fatto che la casa editrice punti poco su Zagor, e forse non abbia mai veramente esplorato le potenzialità del personaggio, sai che sono d'accordo, ma credo che le cause siano da cercare nel malessere bonelliano attuale.
Un problema Bonelli oggi esiste. Io la metterei in questi termini: la definirei, per quanto riguarda le testate storiche "sindrome da catena di montaggio". Mi spiego.
Amo la Bonelli. Penso che abbia esplorato le lande dell'avventura pura come mai nessun altra casa editrice _al mondo_ abbia fatto. Quando leggo roba come "Oceano", "La Dama di Picche", "Accadde Domani", "Lassù nel Montana", "Guerra senza tempo", "La Vedova Nera", "La Tigre della Martinica", "Attacco Suicida" etc....beh, vedo dei capolavori dell'arte avventurosa (hm....esiste una roba del genere? Laughing ) che creano una forte empatia coi personaggi. Ecco, i personaggi erano davvero il caposaldo della Bonelli, ognuno diverso, ognuno con le sue caratterische che pur si inscrivevano nell'ambito della Bonellitas. Caratteristiche forti. Forse_troppo_forti. Gli autori successivi all'ultima grande stagione bonelliana (gli anni '80 di Dyd e MM) salvo rare eccezioni, sono rimasti prigionieri del carisma e della forza di quei personaggi. Forse anche l'editore stesso. Ecco che non si è più tentato di scovare il potenziale ancora insisto in quei personaggi; si è pensato che avessero raggiunto lo zenith e semplicemente ci si è sforzati di "rifare" le vecchie storie tenendo come punti fermi gli elementi che ne avevano stabilito il successo, e abolendo quasi totalmente le novità ("i paletti"). Facendo così si è tradito lo spirito stesso dei personaggi perché Tex e Zagor, ad esempio, erano un continuo cambiare esperimentare esplorare dalle loro origini alle loro golden ages.
I nuovi personaggi sono sempre meno differenti dall'archetipo (vedi Saguaro).
Ecco che "la catena di montaggio" ha sostituito proprio un marchio della casa editrice: la sperimentazione e l'innovazione e in un certo senso quelli che orgogliosamente di definiscono "vecchi lettori" ne hanno assunto la forma mentis,
Queste le mie riflessioni Think
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lupo bianco
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 6:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

Della serie "conosciamo ciò di cui parliamo"
http://www.icv2.com/articles/news/26148.html
Interessante come gli X-Men, simbolo mondiale, protagonisti di film etc...infinitamente meno conosciuti a livello internazionale di Zagor, vendano quello che vendono.
Se Zagor fosse stato un personaggio Marvel?
Avrebbe chiuso da un pezzo e al massimo sarebbe apparso come cameo in qualche numero di Deadpool.
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giaguaro2
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 7:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:
Stavolta non condivido le analisi di Giaguaro nostro Laughing .

E non hai ancora letto il seguito, ovvero "l'assolutismo all'interno delle storie"!! Laughing Laughing Laughing
Dopo gli strali degli zagoriani, mi aspetto quelli dei texiani. Laughing
lupo bianco ha scritto:
Se Zagor fosse stato un personaggio Marvel?
Avrebbe chiuso da un pezzo e al massimo sarebbe apparso come cameo in qualche numero di Deadpool.

Che Zagor venda tanto e che il merito sia indubbiamente della bonelli non lo discuto.
Se fosse un Marvel non venderebbe così tanto, certo. E' sicuro.
Ma è anche sicuro che pur essendo un personaggio che può apparire come cameo in deadpool, potrebbe divenire da un momento all'altro un crack mondiale.
Il Punitore o wolverine sono venuti fuori così.
Anche per i personaggi, in america, esiste una possibilità che ti accada una sorta di "sogno americano"; in italia puoi star sicuro che se non ti chiami tex, alla bonelli farai sempre il portaborse (di tex).
lupo bianco ha scritto:
credo semplicemente che Tex sia il personaggio archetipico della Bonellitas esattamente come (stando in tema comics) Superman è il personaggio archetipico del supereroe. Tutti i supereroi seguenti sono, in una certa misura, un sviluppo virtuoso dell'archetipo Superman e anche se molti lettori moderni dei supereroi odiano il personaggio o lo ritengono noioso e anacronistico, non è pensabile il genere stesso senza la creatura di Siegel e Shuster. Così come la Bonellitas come la conosciamo non sarebbe pensabile senza G.L. Bonelli e il suo ranger;

Sono d'accordo.

Nel mio post che è davvero "aria fritta", sia chiaro, voglio mettere in luce la differenza che c'è nel metodo in cui case editrici (nei comics anche la Marvel ha sempre mostrato "rispetto" per superman), autori e lettori si rapportano al "Padre".
Con leale voglia di rivendicare le proprie ragioni e differenze negli usa;
con la classica servile sudditanza verso il "capo" in italia.
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lupo bianco
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 7:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

giaguaro2 ha scritto:
Il Punitore o wolverine sono venuti fuori così.


Il Punitore è venuto fuori quando l'ha preso in mano Ennis, prima era una vaccata invereconda.
Ecco, quello che al limite invidio alle serie USA sono le collane "Max" o "Vertigo", che possono pubblicare storie adulte e fuori continuity sui personaggi mainstrean (e non, chiaro), tipo quel "Fury: le guerre perdute" che tanto mi è piaciuto. Ovviamente un Ennis mai si andrebbe a sporcare le mani scrivendo Superior Spiderman per 4 nerd. Va alla Marvel e pretende la SUA miniserie, la SUA collana, tanto sa di essere bravo, sa di avere un seguito di lettori che lo compreranno perché lui è Ennis e non perché scrive Fury.
Oppure gli "All Star Superman" dove autori come Morrison (hai detto gazzi!) possono divertirsi a scrivere quello che vogliono senza i paletti a cui sono sottoposti i manovali delle serie regolari.
Per la Bonelli un esperimento in questo senso possono/potrebbero/avrebbero potuto essere "Le Storie" o "I Romanzi a fumetti" o specialini, specialoni e almanacchi vari.

Citazione:

Anche per i personaggi, in america, esiste una possibilità che ti accada una sorta di "sogno americano"


Cioè retrocedere da fenomeno letterario letto in tutto il mondo (spiderman) a arzigogolata serie con confusa continuity letta da imperterriti nerd?
Bel sogno! Laughing

Citazione:

Nel mio post che è davvero "aria fritta", sia chiaro, voglio mettere in luce la differenza che c'è nel metodo in cui case editrici (nei comics anche la Marvel ha sempre mostrato "rispetto" per superman), autori e lettori si rapportano al "Padre".
Con leale voglia di rivendicare le proprie ragioni e differenze negli usa;
con la classica servile sudditanza verso il "capo" in italia.


Mah, no, su questo punto non ti seguo. Ho la percezione che in qualche modo tu abbia identificato in Tex un "nemico" (nota le virgolette eh!) su cui trasportare la frustrazione zagoriana. Frustrazione che provo anch'io beninteso, ma che imputo tutta alla scarsa lungimiranza della casa editrice.
Per me semplicemente Tex è IL fenomeno fumettistico italiano, il corrispondente degli spaghetti in ambito fumettistico: un simbolo. Il primo eroe bonelliano, il più collezionato, il più letto da almeno una generazione prima del secondo Bonelli più longevo.
Nel mio paese ci sono due persone che hanno le "scumagne" (soprannomi scherzosi) prese dai personaggi di Tex.
E non si può dire che la fama sia immeritata, si è fatto strada con capolavori notevoli, magari superati da altri personaggi (togliamo pure il magari), ma è stato il primo a spargere bonellianità, per cui c'è nche il fenomeno generazionale (il nonno trasmette la collezione al papà che la trasmette al figlio etc..).
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 8:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:

Amo la Bonelli. Penso che abbia esplorato le lande dell'avventura pura come mai nessun altra casa editrice _al mondo_ abbia fatto. Quando leggo roba come "Oceano", "La Dama di Picche", "Accadde Domani", "Lassù nel Montana", "Guerra senza tempo", "La Vedova Nera", "La Tigre della Martinica", "Attacco Suicida" etc....beh, vedo dei capolavori dell'arte avventurosa (hm....esiste una roba del genere? Laughing ) che creano una forte empatia coi personaggi. Ecco, i personaggi erano davvero il caposaldo della Bonelli, ognuno diverso, ognuno con le sue caratterische che pur si inscrivevano nell'ambito della Bonellitas. Caratteristiche forti. Forse_troppo_forti. Gli autori successivi all'ultima grande stagione bonelliana (gli anni '80 di Dyd e MM) salvo rare eccezioni, sono rimasti prigionieri del carisma e della forza di quei personaggi.Forse anche l'editore stesso. Ecco che non si è più tentato di scovare il potenziale ancora insisto in quei personaggi; si è pensato che avessero raggiunto lo zenith e semplicemente ci si è sforzati di "rifare" le vecchie storie tenendo come punti fermi gli elementi che ne avevano stabilito il successo, e abolendo quasi totalmente le novità ("i paletti"). Facendo così si è tradito lo spirito stesso dei personaggi perché Tex e Zagor, ad esempio, erano un continuo cambiare esperimentare esplorare dalle loro origini alle loro golden ages.
I nuovi personaggi sono sempre meno differenti dall'archetipo (vedi Saguaro).
Ecco che "la catena di montaggio" ha sostituito proprio un marchio della casa editrice: la sperimentazione e l'innovazione e in un certo senso quelli che orgogliosamente di definiscono "vecchi lettori" ne hanno assunto la forma mentis,

Quoto questo passaggio, e in particolare quello che ho "nerettato".
In quel periodo in effetti i personaggi avevano un carisma che li rendeva icone rappresentative della casa editrice, quasi come lo era tex.
Poi la musica è cambiata.
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 8:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:
Mah, no, su questo punto non ti seguo. Ho la percezione che in qualche modo tu abbia identificato in Tex un "nemico" (nota le virgolette eh!) su cui trasportare la frustrazione zagoriana. Frustrazione che provo anch'io beninteso, ma che imputo tutta alla scarsa lungimiranza della casa editrice.

Quella percezione c'è l'ho anch'io Laughing Laughing ma credo di tenerla sotto controllo. Laughing
Cioè, a me tex piace, come fumetto è uno dei pochi che leggo (quasi) sempre. (il quasi è riferito agli ultimi mesi, davvero ai minimi storici, per me).
Io credo che nelle cose ci voglia rispetto: non credo che l'atteggiamento della casa editrice, degli autori e dei lettori, in italia nei confronti di tex sia da definire "rispettoso". (come quello tenuto negli usa nei confronti di superman, ad esempio)
Dire che è ossequioso è dir poco.
Per chi fa o legge tutti i mesi 110 pagine in cui si sbandiera il "tenere la schiena dritta", mi pare una bella contraddizione. Laughing
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MessaggioInviato: Dom Lug 21, 2013 10:12 am    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:
giaguaro2 ha scritto:
Il Punitore o wolverine sono venuti fuori così.
Il Punitore è venuto fuori quando l'ha preso in mano Ennis, prima era una vaccata invereconda.

E' appunto quello che dico: coi comics anche ad un personaggio di secondo o terz’ordine può capitare di finire in mezzo ad un’operazione che coinvolga autori capaci. Anche Wolverine è nato come banale comparsa su Hulk, e poi è finito per diventare l’idolo dei ragazzini nei 90.
Riguardo a quello che è successo a spiderman, è chiaro che anche la politica dei comics americani ha i suoi svantaggi, se no, se fossero solo rose da loro e spine da noi, non sarebbe possibile nemmeno un confronto finale tra le due produzioni.
Io, da (ex) bonelliano e, viceversa mai veramente marvel-fan (o dc), osservo le cose dal nostro punto di vista, cercando quelle lacune che, se eliminate o ridotte, migliorerebbero il nostro fumetto.
Certamente se fossi un marvel-fan e questo fosse un forum di Devil, lamenterei come la continuity ferrea e i continui re-boot e gli “eventi globali” disturbino il normale sviluppo delle serie, magari prendendo la morigerata condotta della bonelli (magari quella fino ai 90) come esempio per dimostrare come non sia necessario creare eventi dal nulla per attirare l’attenzione.
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MessaggioInviato: Dom Lug 21, 2013 10:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Thunderman ha scritto:
Una cosa della Marvel che mi é sempre piaciuta é il grande ricambio di autori fra testate della casa editrice.

Il movimento che c'è in america è forse esagerato, e credo che finisca per "stereotipare" superficialmente i caratteri dei vari super-eroi. Va detto che, in quanto super-eroi, non è che hanno tutta questa introspezione psicologica; in compenso ci pensano già gli sgargianti costumi a distinguerli. Laughing
Da noi le personalità dei personaggi sono infinitamente più rispettate (si pensi alle polemiche sul comportamento di digging bill, ad esempio, che è solo una delle tante comparse).
Le due filosofie sono agli antipodi, e quindi hanno pregi e difetti da una parte e dall'altra. Nei comics il vortice porta alti e bassi, e se un personaggio è fortunato può capitargli l'autore che ne scopre risvolti nuovi e lo sviluppa in modo innovativo. Di contro se ti capita chi non riesce ad entrare in sintonia, può uscirne una boiata.
Alla bonelli questi rischi non ci sono. Il problema è che a furia di ripetersi, non è che gli autori rimangano uguali a se stessi (magari!) ma tendono inevitabilmente ad avvitarsi su se stessi prosciugandosi.
Se ne sono accorti anche loro: il richiamo di Recchioni in puro american-style l'hanno fatto smentendo clamorosamente tutta la loro abituale politica.
E' la seconda volta che con il loro placido tran-tran trasformano una serie di successo in una seria candidata alla chiusura: chi sarà la terza?
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MessaggioInviato: Dom Lug 21, 2013 10:50 am    Oggetto: Rispondi citando

“Le riflessioni di Giaguaro2” Laughing BONELLI vs COMICS

L’ASSOLUTISMO INTERNO NARRATIVO: (SEMPRE) UNA REALTA’ BONELLIANA

Il recente post in cui ho confrontato il rapporto tra i bouquet di personaggi all’interno di una casa editrice, mi da’ lo spunto per metter giù due righe Laughing su un altro aspetto curioso (a mio avviso, ovvio) della faccenda. Un aspetto simile a questo e sempre legato al rapporto che c’è tra le “persone”, nel caso dei fumetti seriali rappresentate dagli eroi dei fumetti e dei comics.
Se col discorso precedente analizzavo i rapporti “professionali” degli eroi di carta, ovvero il loro peso specifico nelle dinamiche delle case editrici, andrò ora a dare un occhio alla natura dei rapporti tra gli eroi all’interno delle storie, cioè dentro le vignette delle loro avventure.

Paragoniamo, per cominciare, qualche tandem di eroi nostrano, perlopiù bonelliano, con alcuni dei comics.
In italia il modello più diffuso è “eroe e spalla”, dove la spalla è qualcosa di alternativo, nelle sue capacità, al protagonista.
Zagor&Cico, PR&Bellevan, Tim&Dusty, Dylan&Groucho, Martin&java, Ned&Poe, ecc, con qualche sporadico tentativo di differenziare la cosa, tipo Legs&May e forse NickRaider&MarvinBrown. Può essere che quest’ultimo duo all’inizio avesse un bilanciamento, inteso nel valore eroico, più equilibrato (all’inizio la serie era più corale,e quindi Nick era meno “pesante” nella stessa): in ogni caso, in corso d’opera, l’equilibrio fu riportato nel consueto sbilanciamento carismatico nettamente a favore del titolare della testata, e Marvin divenne degno erede delle spalle comiche colleghe di scuderia.
Bella&Bronco fu forse la coppia più paritaria in bonelli, già dal titolo, ma fu breve cosa: evidentemente non piacque.

Anche in america ovviamente ci furono casi simili: Batman&Robin, Tarzan&Cita, e sicuramente altri, sebbene, in proporzione, ovvio, forse il numero è inferiore rispetto all’italia.
Comunque spesso i super-eroi lavorano in tandem occasionali, certamente in modo più usuale rispetto alle eccezioni nostrane, e in quel caso, c’è abbastanza equilibrio: i giovanissimi UR&torcia, devil&la vedova nera, cap&Falcon o anche superman&batman.

Ma la coppia è un “gruppo” troppo elementare per osservarne al suo interno come il concetto di socialità venga espresso: manca l’elemento che può venire escluso o messo in minoranza. Nella coppia il rapporto si stabilisce tramite il confronto diretto, e quindi mancano quelle dinamiche tipiche dei gruppi più complessi (ad esempio quello da cui più o meno tutti proveniamo, cioè è la famiglia, che è composta da almeno 3 elementi).

Il fumetto italico bonelliano e non, ha spesso inteso il terzetto di eroi come un allargamento della coppia: i terzetti essegesse hanno fatto scuola ed erano composti dall’eroe più due spalle. Fu una formula che ottenne grandissimo gradimento. Curiosamente, in questa formula non viene espresso minimamente il concetto democratico: l’elemento forte sovrasta facilmente gli altri due. Facile che uno dei fattori di gradimento nel nostro paese sia stato proprio questo.
Esempio minore “i tre bill”, con equilibrio maggiore all’interno del gruppo, e forse anche per questo non premiato dai lettori, come abbiamo visto succedere anche al duo bella&bronco.

Nei comics mi pare che la formula 3 non abbia avuto lo stesso successo che in italia. Più o meno all’inizio, il gruppo dei difensori si presentava come un trio (Dr.strange+Namor+hulk), ma il gruppo (anzi il non-gruppo) era l’antitesi della rappresentazione collettiva del numero perfetto. Il buon Stephen non aveva nessuna possibilità di conciliare le personalità di hulk e submariner, e il team passava più tempo a litigare che a combattere i nemici.
In ogni caso si trattava di una rappresentazione se non più “democratica”, sicuramente più rispettosa delle varie personalità: anche hulk non era dipinto come un grosso idiota, anzi, spesso faceva considerazioni elementari ma interessanti; e il suo apporto nel raggiungimento dello scopo, la vittoria in battaglia, era sempre indispensabile. In un gruppo tutti sono indispensabili: è la morale che si trae dai comics americani.
Invece nei terzetti italici bastava il capitan Miki o Mark di turno per risolvere la questione, lasciando alle “spalle” il compito di imbastire i siparietti comici di intrattenimento del lettore. Pare che in italia il concetto collettivo si cominci già da subito, coi fumetti, ad essere reso come una mera estensione della personalità del leader.

Tornando all’analisi, se saliamo ulteriormente di organico, arriviamo ai gruppi composti da 4 o più eroi. In italia il gruppo per eccellenza è quello dei PARDS. Un altro team importante è ovviamente il gruppo TNT, poi volendo potremmo considerare come gruppo anche l’agenzia ALFA. Quest’ultimo però è organizzato come una società aziendale, all’interno della quale Nathan è l’elemento carismatico. E’ vero che agli altri viene lasciato spazio, che però mi pare gli autori e gli eroi non siano mai riusciti a sfruttare a dovere: anche la gestione di Legs devo dire che è stata per me una delusione, in quanto quando ha preso un po’ di autonomia (con la sua serie), è stata allontanata dall’agenzia. Come dire, ora che hai il tuo spazio, spostati mica che fai ombra al protagonista principale. Anche quella che poteva essere la più collettiva delle serie bonelli, ha finito per dare dimostrazione, in un modo o nell’altro, della concezione verticistica della società che si ha in italia.
Ho citato il Gruppo Tnt, sebbene in questa mia frettolosa e superficiale analisi, messa giù di getto, mi sono occupato esclusivamente del fumetto se non proprio bonelliano (ho citato gli eroi dardo), perlomeno d’avventura graficamente realistico, tralasciando tutto il fumetto umoristico, se no, sarebbe stata un’impresa più che doppia. Ora Alan e company sono di difficile collocazione (fumetto umoristico o realistico?), ma vale la pena comunque spenderci due righe perché, almeno a tratti, sono stati una delle poche volte nell’italico fumetto, in cui mi pare che il concetto di gruppo sia stato manifestato in modo davvero “collettivo”. E’ vero che anche “il noster” ha cominciato la serie intitolandola al solo Alan Ford, ma col passare dei numeri ha spostato l’accento sul valore delle varie individualità del gruppo, e giustamente la ristampa ha avuto poi un nome più consono. E’ forse il ruolo di editore delle storie marvel che ha contagiato Bunker? Prima di allora, forse solo la striscia Maxmagnus, tra le sue opere, non verteva su un’unica personalità dominante: kriminal, satanik, ma anche maschera nera o el gringo, erano tutti eroi fortemente individualisti.

Finendo la veloce e lacunosa carrellata coi gruppi di eroi “de noantri”, arriviamo a tex e i suoi pards, che mettono una pesante pietra tombale su ogni possibile interpretazione che valorizzi le differenze all’interno di una collettività.
Tex è il migliore in tutti i sensi; si può dire che tex superi gli altri nei loro stessi campi di azione. Tex è l’eroe nel pieno della maturità, e la sua leadership non è giustamente mai in discussione. La cosa fin qui è normale. La cosa un po’ anomala, è che dovrebbe essere impossibile per una persona eccellere in tutti ma proprio tutti i campi; la necessità delle collaborazioni umane deriva proprio da questo aspetto della nostra natura. Che evidentemente non è quella di Tex: egli è il più forte e sicuro, questo per ruolo; ma è anche più saggio di Carson, sebbene il vecchio cammello abbia più anni. Chi indovina quello che deve succedere? In origine era persino più spiritoso, nel tex spaccone di GL, e Carson si ritagliava il suo spazio umoristico solo quando il pard era impegnato a scazzotare qualcuno. Tex è persino più indiano di Tiger Jack; difatti ne è il capo, e ha un ruolo di rilevanza molto più grande in seno alla tribù. Tex è anche più realmente e concretamente audace del figlio, che, sebbene sia più giovane, al confronto appare sempre il “bravo bambino” che ha più giudizio di quanto sarebbe lecito attendersi; confronto reso impietoso anche dal fatto che il padre fu anche un fuorilegge, in gioventù.
Considerando che si tratta di vicende e personaggi inventate a bella posta per essere raccontate, viene spontaneo chiedersi: perché Tex lavora coi pards? A che gli servono? Non potrebbe funzionare, come fumetto, come eroe in solitaria?
Mi sa di no.
O meglio, mi sa di no in italia.
E la devono pensare così anche in bonelli, visto che la storia di Kubert, pensata anche per il mercato usa, proponeva il solo tex.
Tex rappresenta l’esaltazione della personalità dominante che sottomette tutte le personalità del gruppo; in modo totalitario. Il grandissimo successo del ranger dipende, secondo me, principalmente da questa sua caratteristica. La storia insegna che gli italiani amano il leader davanti a cui prostrarsi servilmente; quella dei fumetti italiani anche.
Tex è amato non perché sconfigge i cattivi, come si legge sempre; quello lo fanno tutti gli eroi.
La vera differenza è che tex domina totalmente i suoi compagni: e forse questo è il desiderio maggiore che soddisfa nei suoi lettori.
Il tipico servilismo italico trova lo sfogo per tutte le sue due facce (dominante e sottomesso) leggendo Tex.
Naturalmente, l’atmosfera e il clima nel gruppo è addolcito dal fare da “monarca illuminato” che ha Tex, che naturalmente eccelle anche nel campo del saper comandare con magnanimità.
La sostanza non cambia, ma non può certo essere accusato di essere un prepotente: è Tex, superiore per natura.
Anche se la migliore descrizione di tex la troviamo nella famosa “legge del capo” che i più anziani avranno visto esposta nella ditte o nei circoli. (Punto 1: Il CAPO ha ragione. Punto 2: il CAPO ha sempre ragione. Punto 3: nel caso che il CAPO abbia torto, entrano in vigore i P1 e P2. ecc, ecc).
*Ovviamente inserendo la parola “tex” al posto de “il capo”.
In pratica: quello che vorrebbero essere tutti gli italiani.

Se guardiamo ora oltreoceano, il gruppo integrale (“a quattro”) più importante sono storicamente gli F4. Anche qui la leadershep di Mr.fantastic non è mai in discussione; ma la torcia è sicuramente più audace e impavida; la Cosa è molto più forte, e Susan porta in dote caratteristiche che il marito ovviamente non ha. Appare chiaro che è un gruppo più articolato, e nel quale è più facile che il lettore/ragazzino di turno scelga come preferito tra i 4 la Cosa o la Torcia piuttosto che il boss estensibile. Una situazione impensabile coi pards, dove il 99,9 periodico percento (e sono già io quel che manca per fare cento Laughing ) sceglie tex come proprio favorito.
Un altro gruppo importante Marvel sono i vendicatori: è un gruppo che ha cambiato spesso formazione, ma riferendoci al periodo storico, la cosa più interessante è che il leader non è l’eroe che è il super-eroe Marvel più forte in assoluto, ovvero Thor. Il vero leader è Cap, che ha caratteristiche proprie di leader, e anche Iron Man ha la sua importanza; anche nei vendicatori (che non amo affatto come serie) le personalità vengono esaltate dallo stare insieme.
Non conosco a sufficienza la J-league, ma in genere non mi pare che fossero così superman-dipendenti come sarebbe anche lecito attendersi visto il peso specifico come valore eroico dell’uomo d’acciaio. Ricordo molti episodi in cui i vari componenti come batman o wonderwoman giustificassero alla grande la loro presenza in squadra.

Il bilancio finale è che nei comics americani esiste una maggior valorizzazione delle varie individualità dei vari personaggi all’interno dei gruppi.
Forse questa stessa natura di intendere le cose li porta poi a dare maggiore importanza anche alle testate che hanno minore rilevanza.
In italia questo non avviene: da noi vive e impera la “legge del più forte” alla quale tutti sono (quasi?) contenti di sottomettersi.
Inutile dire qual è la visione delle cose che, secondo me, negli anni ha dato maggiori risultati in termini di vitalità e varietà e conseguente qualità di offerte.
Magari non media, ma per me è meglio un capolavoro ogni tanto che la zuppa tutti i giorni.
Mica leggo fumetti per sopravvivere: leggo per diletto.
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MessaggioInviato: Dom Lug 21, 2013 12:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

giaguaro2 ha scritto:

Non conosco a sufficienza la J-league, ma in genere non mi pare che fossero così superman-dipendenti come sarebbe anche lecito attendersi visto il peso specifico come valore eroico dell’uomo d’acciaio. Ricordo molti episodi in cui i vari componenti come batman o wonderwoman giustificassero alla grande la loro presenza in squadra.


Esatto, permettetemi di aggiungere due parole!
Nella prima JL Batman e Superman non avevano affatto un ruolo di capi, anzi erano più che altro "membri onorari"; nella maggior parte delle copertine e in quasi tutte le storie i membri fondanti della JL erano Wonder Woman, Lanterna Verde, J'on J'onzz (Martian Manhunter), Flash, e Aquaman (a cui man mano si aggiunsero Atom, Freccia Verde e altri.
Il peso specifico dei due grossi calibri Batman e Superman aumentò successivamente, con il successo delle serie televisive a loro dedicate, specialmente per quanto riguarda il Pipistrello.
Come gruppo i supereroi DC si distinguevano soprattutto per i loro poteri, le personalità dei protagonisti essendo molto più uniformate sul modello "eroico puro" di quanto non lo fossero i Vendicatori Marvel. Solo successivamente, al tramonto della Silver Age, autori come O'Neill introdussero un maggiore sviluppo delle personalità e conflitti latenti all'interno del gruppo.
Analisi acuta di Giaguaro, comunque, che ahimé, la mia esperienza di italiano non mi consente di condividere. Se c'è un popolo refrattario all'autorità e al "capo" è proprio il nostro; mi si porterà l'esempio di Benito e di Silvio, e io risponderò ricordando che fine abbiano fatto costoro, rispetto ai loro corrispettivi, chessò, tedeschi o americani che hanno catalizzato fanatismo e obbedienza fino all'ultimo. E così via con tutti quegli atteggianti e organizzazioni (qualcuno ha detto mafia?) anti stato e anti autorità tipici degli italiani.

Il bilancio finale è che nei comics americani esiste una maggior valorizzazione delle varie individualità dei vari personaggi all’interno dei gruppi.
Forse questa stessa natura di intendere le cose li porta poi a dare maggiore importanza anche alle testate che hanno minore rilevanza.
In italia questo non avviene: da noi vive e impera la “legge del più forte” alla quale tutti sono (quasi?) contenti di sottomettersi.
Inutile dire qual è la visione delle cose che, secondo me, negli anni ha dato maggiori risultati in termini di vitalità e varietà e conseguente qualità di offerte.
Magari non media, ma per me è meglio un capolavoro ogni tanto che la zuppa tutti i giorni.
Mica leggo fumetti per sopravvivere: leggo per diletto.[/quote]
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MessaggioInviato: Dom Lug 21, 2013 4:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:
Se c'è un popolo refrattario all'autorità e al "capo" è proprio il nostro; mi si porterà l'esempio di Benito e di Silvio, e io risponderò ricordando che fine abbiano fatto costoro, rispetto ai loro corrispettivi, chessò, tedeschi o americani che hanno catalizzato fanatismo e obbedienza fino all'ultimo.

Il culto dell’individualità è un coltello a due lame: sei venerato finché hai potere, ma quando gira il vento per te son dolori. Nelle tendenze sessuali, ad esempio, l’essere swicht è tipico dei rapporti “sadomasochistici”: chi ha il ruolo di vittima, può trasformarsi facilmente in carnefice, perché tra dominante e sottomesso il tipo di approccio non è affatto così distante.
Gli esempi da te citati, sono i più facili, ma se vogliamo, in italia ce ne sono a iosa: dal beppe grillo per il suo gruppo, per rimanere in politica, ai piloti valentino rossi o Schumacher, fino anche alla Juventus, che è un club e non un individuo ma che per decenni ha spadroneggiato in lungo e in largo. E quando l’hanno presa al varco l’hanno spedita in B, con sorte analoga a quanto accaduto al cavaliere o al duce.
E’ vero però che in italia, la nostra verve bastiancontraria alla “guelli vs ghibellini” fa’ si che ci sia sempre qualcuno fuori dal coro: e questo a conti fatti è un vantaggio.
Certamente nelle mani dei tedeschi (o dei giapponesi) il culto dell’individualità può creare e ha creato danni peggiori. Mi pare che entrambi dopo la guerra abbiano un po' “sostituito” questo aspetto.
Gli americani credo che in questo siano più moderni, e che i problemi che hanno siano decisamente minori di quelli che avremmo noi al loro posto di leader mondiali dell’economia.
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MessaggioInviato: Lun Lug 22, 2013 6:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

lupo bianco ha scritto:
E così via con tutti quegli atteggianti e organizzazioni (qualcuno ha detto mafia?) anti stato e anti autorità tipici degli italiani.

L’importanza delle mafie nel nostro paese, sebbene sia un argomento delicato, credo avvalli la mia teoria piuttosto che la contesti. Infatti la mafia è uno stato nello stato, un’organizzazione a suo modo verticistica, che viene preferita dai cittadini al modello democratico dello stato. L’italiano preferisce un’organizzazione basata sul privilegio e sulla forza, ad una che propone dei canditati eletti democraticamente. E’ più naturale per un italiano abbassare la testa di fronte al prepotente mafioso piuttosto che rispettare le regole imposte dallo stato. E’ un modo di fare tipicamente italiano.
Del resto, la nostra indole è refrattaria alla democrazia: quale paese al mondo, se non il nostro, uscito da un ventennio di dittatura, da sconfitte sanguinose in guerre combattute sempre dalla parte sbagliata, può essere così folle da “quasi” preferire la monarchia alla repubblica, tanto che nel 1946 ben il 46 per cento degli elettori si espresse contro la forma di governo repubblicana? Nel 1946!
E’ vero che il duce alla fine (quando non c’era alternativa) l’han tirato giù, ma nonostante la massiccia propaganda repubblicana, quasi la metà degli italiani voleva sostituirlo con il re.
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MessaggioInviato: Dom Ott 27, 2013 9:15 am    Oggetto: Rispondi citando

Spostato da altro topic

Maurizio Vincenzo Ricci ha scritto:
lupo bianco ha scritto:
Sì va bene io stesso sono un veneratore di ennis e anche io compro roba in originale (se proprio dobbiamo giocare a chi l'ha più duro). Però io parlo di mainstream italiano vs mainstream USA....e Credimi se ti dico che io, che della DC compro quasi tutto, e molto anche della Marvel...beh a confronto della maggioranza dei titoli mensili delle due grandi case editrici Orfani è un capolavoro di introspezione e Dragonero da pallone d oro!
Ah per inciso saranno gusti ma l ultimo ortolani dà vari punti a bendis e ellis sotto tutti i punti di vista. Certo non fa molto intellettual-decadent-cripto-metafisico leggerlo...ma diverte di piu'

Non comprendo francamente il tono della tua risposta. Io scrivo su questo forum per passione e divertimento, e non vengo né per litigare né tantomeno per giocare a "chi l'ha più duro". Trovo altresì offensivo da parte tua tacciarmi di atteggiamenti così infantibli.

Per tornare al tema della discussione, ho fatto un elenco delle cose che leggo in originale semplicemente per circostanziare il mio discorso e far capire che conosco il fumetto statunitense per esserne un vecchio lettore: Corno, Williams, Cenisio, ecc. da piccolo, e in originale dal 1986. E ripeto che paragonare il livello di scrittura che abbiamo attualmente in Italia con anche solo le testate minori del mercato statunitense - quindi Dynamite, Avatar e Boom, piuttosto che Image o Vertigo - è onestamente esagerato. Con questo non dico che in Italia non abbiamo gente capace di scrivere buone storie, tutt'altro, ma che forse con gli anni ci siamo fossilizzati su schemi prestabiliti che ci hanno impedito di sviluppare liberamente quelle capacità creative che ancora erano presenti nel fumetto italiano fino ad almeno buona parte degli anni '90. Io ho grande fiducia nel fumetto italiano, quello che serve oggi è scuotersi dal torpore letargico che ha per lungo tempo inibito ogni cambiamento. In questo senso vedo positivamente un progetto come Orfani che cerca di svecchiare e aggiornare il linguaggio proprio al prodotto bonelliano. Il primo numero è troppo presto per dare un giudizio, anche se nel forum ho notato che più o meno la recezione che se ne è avuta è stata grossomodo la stessa, ma io direi di aspettare ancora almeno un paio di numeri per capire dove va a parare la storia e quindi giudicare con maggiore cognizione di causa questa iniziativa di casa Bonelli.


Maurizio Vincenzo Ricci ha scritto:
Ah, lupo bianco, concordo con te che la roba mainstream (maledetti barbarismi!) DC e Marvel è in buona parte orrida e inadatta a un pubblico fumettisticamente maturo. Leggiucchiando in giro della New52 non mi sembravano malaccio "Swamp Thing", "Animal Man" e il "Batman" di Scott Snyder, quello alle prese con la società dei gufi. Ma ammetto di non aver approfondito più di tanto la lettura di questa nuova roba DC...


lupo bianco ha scritto:
Maurizio, hai equivocato il tono della risposta, era una battuta in generale, non riferita a te. In effetti rileggendola, poteva essere equivocata. Scusa se ti sei sentito offeso, ma naturalmente non avrei motivo di litigare con te, quindi credimi che era una semplice sparata in generale. Laughing

Io concordo con te in linea generale; la polemica è nata dal fatto che un utente (sensei) ha generalizzato dicendo che TUTTO il fumetto italiano attuale è arretrato.
Io mi sono permesso di far notare che non è vero, che le ultime saghe del Ratman di Ortolani è, a mio avviso, degna di stare col più maturo e celebrato fumetto USA, magari non dico degli Ennis, ma almeno dei Warren Ellis (autore per me largamente sopravvalutato e ottimo pubblicista di se stesso) sì. Anzi, mi spingo a dire che negli ultimi cicli, Ratman stia parlando di cosette come: la religione, la fiducia in se stessi, l'amore, il senso del fallimento etc....con una maturità e sensibilità squisite, che se le avessero fatte un giallo o un americano, hai voglia i Sensei come strillavano Laughing
Della New 52 salvo in generale Geoff Johns (specie la saga "Nascita del Terzo Esercito" sulle testate delle Lanterne) Grant Morrison, la cui gestione di Superman Action Comics è un atto d'amore per la Silver Age, specie negli ultimi, geniali numeri ("Superman against the demon of dimension 5th", non so che titolo gli abbiano dato in Italia). Il Batman di Snyder mi è piaciucchiato ma non tantissimo, meglio sempre Morrison su "Batman Inc." Il resto va dal discreto (Wonder Woman di Azzarello) all'orribile impubblicabile.
Secondo me la produzione Bonelli va confrontata non con la Vertigo e la Image (che comunque stanno mostrando la corda mica da ridere, i tempi di Preacher sono evidentemente finiti), ma con la produzione seriale dei comics book. E lì non c'è battaglia, credimi. A confronto Orfani è Kafka.
Poi possiamo parlare del perché in Italia non si sia sviluppata una linea Vertigo, anche se in realtà le opere impegnate non mancano. Ma saremmo OT.


qui non lo siete Very Happy
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MessaggioInviato: Dom Ott 27, 2013 11:34 am    Oggetto: Rispondi citando

Tutto molto interessante.
Lo dico sulla fiducia perchè non ho letto un solo rigo Shocked
Domani mi prendo la giornata libera e mi rimetto in pari Very Happy
_________________
Il sangue su questa lama si mescolerà presto a quello del mio nemico!.. Lo giuro!

Sergio Bonelli ci ha lasciato. Giù il cappello!

"Caro amico, l'importante è che sia appassionante, non che sia scritto bene. Il dizionario è scritto benissimo ma non mi appassiona leggerlo".
OEJ
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MessaggioInviato: Dom Ott 27, 2013 11:57 am    Oggetto: Rispondi citando

Molto interessante anche il tuo intervento Confused Whistle
_________________
"E capirai che una sera, una stagione, sono come lampi, luci accese e dopo spente."

"Grazie a te la nostra giovinezza è stata lunghissima, infinita. Adesso si è conclusa davvero. Adeus!"

CIAO, SERGIO.
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