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La Prima Serie del Piccolo Ranger

 
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:36 pm    Oggetto: La Prima Serie del Piccolo Ranger Rispondi citando

LA PRIMA SERIE DEL PICCOLO RANGER


Il 15 giugno del 1958 sbarcava nelle edicole della penisola il primo albo a striscia del Piccolo Ranger.



Come tutti sanno, scritto da Andrea Lavezzolo, disegnato da Francesco Gamba, pubblicato dalle edizioni Audace, con periodicità quindicinale e al prezzo di 50 lire.
96 paginette (+ 4 di copertina) di cui 80 dedicate alla vicende del protagonista: il nostro Kit Teller.

In totale usciranno 7 serie, di varia estensione, nel formato striscia, tutte poi ristampate nella Collana Cowboy (tra il 1963 e il 1971) con un formato gigante in linea con le richieste dei lettori che gradivano tempi di lettura più distesi di quelli inevitabilmente ridotti con le strisce.

In questo spazio mi occuperò solamente della prima serie.

Quella composta da 19 albi, editi tra il suddetto 15 giugno 1958 e l’1 aprile 1959.
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Doc Lester 1975 ha scritto:
io di calcio non capisco granché.
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

In questi 19 albi sono racchiuse 9 storie.

Le elenco:

1 – IL PICCOLO RANGER (negli albi: 1 – 2 – 3 – fino a pagina 51 del 4)
2 – LA CAVALCATA DEI FANTASMI (da pag. 52 del 4 fino a pag. 66 del 5)
3 – ALLA RICERCA DI UN FANTASMA (da pag. 67 del 5 – 6)
4 – IL NEMICO NELL’OMBRA (7 – 8 - fino a pag.31 del 9)
5 – LA FATTORIA DI JANE RUSSELL (da pag.32 del 9 fino a pag. 77 del 10)
6 – CINQUE UOMINI MORTI (da pag.78 del 10 – 11 – 12 – 13 – 14 – fino a pag. 36 del 15)
7 – UN AMICO IN PERICOLO (da pag.37 del 15 fino a pag. 63 del 16)
8 – L’UOMO DI FERRO (da pag. 64 del 16 – 17 – fino a pag. 23 del 18 )
9 – LA FERROVIA NON PASSERA’ (da pag. 24 del 18 – 19)

Come si può notare storie di diversa lunghezza, da quelle che si estendono su 5 albi a quelle che si esauriscono in 2.

Prima di iniziare la disamina, storia per storia, una osservazione che balza subito all’occhio.
E’ assente in tutta la prima serie la figura di Frankie Bellevan, il pard che seguirà fedelmente Kit Teller in tantissime delle sue avventure. Come per Kit Carson nei riguardi di Tex, anche l’apparizione del baffuto ranger è posticipata di qualche tempo.
Quasi che il creatore, Andrea Lavezzolo, avesse impiegato qualche mese prima di trovare il compagno più consono per accompagnare nel migliore dei modi il cammino del nostro Piccolo Ranger verso le sue avventure nel vecchio West.
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

1 - IL PICCOLO RANGER

Il primo episodio si dipana su tre albi e mezzo.



Con le sue 290 strisce è uno dei più corposi della Prima Serie.
E come primo capitolo della saga ha l’importante compito di introdurre il lettore nel mondo del protagonista e dei suoi comprimari, degli scenari in cui si muoverà e dei nemici che andrà ad affrontare.
La parte iniziale si apre con la vita del Forte, dove il giovanissimo Kit Teller risiede, in quanto suo padre Moses Teller fa parte del distaccamento dei rangers che prestano servizio.
Kit è amato e benvoluto da tutti (eccezion fatta per l’invidioso e dispettoso Denti Bill) e quando giunge voce che suo padre abbia disertato e si sia stabilito tra i pellerossa, la costernazione è generale. I rangers, preoccupati per la sorte del ragazzo, supplicano il comandante di ammetterlo nel corpo e l’ufficiale, tratti burberi ma cuore d’oro, accoglie ben volentieri la richiesta.
Arruolato, malgrado la giovane età, Kit è pronto e ben felice di accompagnare nella sua prima missione il sergente Kaspar O’Hara al quale è affidato.

Nel corso della loro galoppata i due rangers sono coinvolti in tre distinte avventure. Nella prima, durante il suo turno di guardia notturno, il sergente verrà aggredito, rapito e costretto a lavorare insieme ad altri prigionieri in una miniera di oro da tre furfanti. Kit, seguendo le tracce, riuscirà a trovare il luogo dei rapitori e con l’aiuto di un pellerossa, Cambatanga, in cui si era imbattuto, catturerà i manigoldi liberando dalla schiavitù i malcapitati.

Nella seconda, attirati dal volo di uno stormo di avvoltoi, i due rangers capitano in mezzo ad una lotta tra allevatori di bestiame. Il proprietario di un ranch, Peter Kent, è accusato e incarcerato con false accuse. Convinti della sua innocenza Kit e O’Hara provano ad opporsi alle prepotenze del rivale, Planty Sam, che ha a libro paga lo sceriffo e un gunman nerovestito, Marcus.
Il sergente subisce un grave infortunio (caduta da cavallo imbizzarrito per chiodi posti sotto la sella) e deve forzatamente trascorrere la convalescenza a letto in città. Penserà Kit a sistemare la faccenda sgominando gli uomini di Planty Sam e potendo contare sulla risolutezza del giudice di contea Samuel Larson nel far trionfare la giustizia.

La terza avventura è, in parte, simile alla precedente. Un condannato, ma innocente, ottiene giustizia un po' aiutandosi da solo e un po' grazie alla collaborazione ricevuta dai due rangers che gli danno la caccia sapendolo evaso, ma in cuor loro facendo il tifo per lui dopo essersi convinti della sua innocenza.
A parte la terza avventura dove O’Hara è protagonista a pieno titolo ed è autore del piano per indurre alla confessione dei propri misfatti il briccone Kerry Stone, è evidente che nelle prime due lo sceneggiatore ha voluto levar di mezzo con degli espedienti narrativi il sottoufficiale per consentire a Kit di mettere in luce le proprie brillanti qualità, a dispetto dell’età.
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

A proposito dell’età, quanti anni può avere Kit Teller in questo primo episodio? Per come è disegnato sembrerebbe sui 12/13 anni. Un ragazzino, insomma.

E qui tocchiamo un altro punto interessante. Se il fisico è quello di un dodicenne, negli scontri fisici sarà inevitabile che Kit parta quasi sempre pesantemente svantaggiato. Se i lettori di Tex o Zagor o Blek (ma vale per molti altri) sanno che il loro eroe non ha solitamente problemi con la lotta, per Kit il discorso è diverso. Dovrà mettere in campo delle astuzie (o la conoscenza di mosse, magari poco ortodosse agli occidentali) per compensare i limiti del fisico ancora in via di sviluppo,
E con le armi da fuoco, come se la cava il nostro piccolo ranger? Molto bene, se dobbiamo valutarlo nello scontro con il pistolero Marcus, al quale fracassa la mano destra con una pallottola sparando qualche attimo prima di lui. Quindi, velocità e precisione non gli fanno certo difetto. Chi gli avrà insegnato a sparare? Magari il papà e un po' sarà talento naturale.
Pure il lazo sa usare in maniera più che egregia. Inseguendo a cavallo due fuggitivi li acchiappa con un solo lancio. Certo, i due erano anche poco accorti correndo praticamente affiancati.
Altre caratteristiche messe in evidenza da Kit: audacia, quando passa aggrappandosi a una corda tesa sul ponte crollato o non si perde d’animo quando deve sbrigarsela da solo, acutezza d’ingegno, quando si orienta con le stelle per trovare la via di notte o quando colpisce col primo oggetto a disposizione (una padella) l’avversario di turno.
Altre considerazioni sparse.
I padri nobili del Piccolo Ranger? Direi il Piccolo Sceriffo di Tristano Torelli e il Capitan Miki della SGS. Campioni di vendite nelle edicole di quegli anni. Ma era tutto il decennio che inseguiva la moda del ragazzino in gamba, modello di riferimento per i lettori coetanei. Teniamo conto che fino all’avvento del tascabile con neri ed erotici (primi anni Sessanta) il fumetto era indirizzato esclusivamente ad un pubblico di ragazzini, non certo per gli adulti.
In questo primo episodio Kit non uccide nessuno. Non ci sono proprio vittime, se non quella annunciata “fuori campo” ovvero il proprietario del ranch K9.
Dove si trova il forte dei rangers? Non viene detto, potrebbe essere nel Texas o in uno degli altri stati del wild west.
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Già delineata una buona parte dei comprimari del Forte.

Il comandante del forte, con il grado di colonnello, ma si ignora per il momento il nome. In queste prime apparizioni lo si vede attaccato alla bottiglia. Caratteristica che si smorzerà presto.


Il sergente O’Hara, sottoufficiale di piena affidabilità e cinghia di trasmissione con il resto della truppa.


Brandy Jim, ranger dedito all’alcol e non più giovanissimo. Il suo cuore spasima per la vivandiera Rosa, che però respinge le sue avance accampando scuse.


Claretta, la giovane figlia della vivandiera, innamorata di Kit e da lui ricambiata.


Denti Bill, praticamente non viene calcolato da Kit, lui invece patisce l’affetto generale che lo circonda ed è sempre pronto a organizzare qualche scherzetto ai suoi danni, che poi gli si ritorce inevitabilmente contro.



Arriverà presto il cuoco cinese Cin-Lao. A seguire Frankie Bellevan, Ibrahim Bamboula e Annie Quattropistole a comporre un quadretto intessuto di siparietti e di gag nelle giornate al forte che avranno il compito di stemperare la tensione delle missioni proponendo momenti di comicità.
Inoltre, anche se non si è mai visto, ma solo nominato, abbiamo anche il padre di Kit Teller tra i rangers di stanza al forte. In questo primo episodio viene chiamato Ted (seconda striscia, ndr), ma successivamente prenderà il nome di Moses.
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 2:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il primo nativo americano a comparire nella saga è Cambatanga. Kit si imbatte in lui mentre il pellerossa sta celebrando dei riti propiziatori invocando gli spiriti affinché gli restituiscano il figlio scomparso.



Notare che Kit lo chiama a volte Camba, altre Tanga.


Altro elemento da segnalare: la nutrita presenza di figure femminili. Abbiamo già nominato Rosa e Claretta Morning, a queste aggiungiamo Molly, la figlia del proprietario della miniera d’oro, anche lei ridotta in schiavitù e costretta a servire i tre furfanti. Daisy, la moglie del giudice Larson (lo accompagna nel suo viaggio) che incalza lo sceriffo corrotto addebitandogli le proprie responsabilità e la vedova Fay, corteggiata dal bieco Kerry Stone che mira a unire i ranch confinanti.



L’happy ending: l’ultima vignetta propone Kit Teller sorridente che, come rivolgendosi al lettore, saluta Yordan (e la storia) garantendo che non ci saranno altre pendenze legali nei suoi confronti perché anche il furto del cavallo è stato cancellato con il suo ritrovamento.
Tutto é bene quel che finisce bene.
E la missione dei due ranger? Si è conclusa?
Certo che no.
Continua nel prossimo episodio. Wink
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 8:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

2 - LA CAVALCATA DEI FANTASMI

Questa seconda storia è notevolmente più ridotta nelle dimensioni della precedente.
Sono in tutto solo 90 strisce distribuite a cavallo di due albi.



Per quanto riguarda la trama la “continuity” è serratissima. Ritroviamo, infatti, i nostri due rangers mentre proseguono a cavallo nella loro direzione per svolgere la missione assegnata.
Già, ma che tipo di missione?
Nella storia precedente O’Hara ne aveva accennato in un paio di momenti. La prima volta, sollecitato dalla curiosità di Kit, parlò di una missione esplorativa per le voci di uno stato di agitazione di tribù pellirosse nella zona di confine. La seconda volta invece affermò che lo scopo era sincerarsi se tale Black Devil fosse stato realmente ucciso. Al di là della incongruità delle risposte poteva anche darsi che la missione prevedesse lo svolgimento di entrambe le operazioni. Fatto sta che poi l’attenzione dei rangers venne deviata verso altre situazioni contingenti.
La stessa cosa avviene in questo episodio.
Alcuni carri con famiglie e masserizie al seguito vengono ripetutamente avvistati dai due rangers.
Le spiegazioni fornite rivelano che la fuga dalla cittadina di provenienza è dovuta al ritorno di un fantasma: l’anima nera di Pedro Muleta. Chi era costui? Un bandito che si era arricchito grazie alle tante rapine, ma che poi per l’avidità dei suoi sottoposti era finito male: torturato e ucciso per fargli rivelare dove aveva nascosto il malloppo. Ma le cose non andarono molto meglio per i suoi aguzzini, che incautamente scambiarono una bottiglia di pulque con un micidiale veleno e lo seguirono nel viaggio verso le miniere di Satanasso. Cosicché il tesoro rimase sepolto da qualche parte senza che alcuno potesse goderselo.
Passano gli anni e quella che era la tana dei banditi, diventa una pacifica cittadina abitata da mormoni.
A Palomito, questo il nome del villaggio, però la quiete improvvisamente cessa.



Cominciano a susseguirsi nelle notti apparizioni fantasmatiche e diversi abitanti spariscono o subiscono la morte. I residenti, come detto, tagliano la corda e quando Kit con O’Hara entra nella cittadina deserta solo un vecchietto li riceve ormai rassegnato al peggio.
I rangers, scettici di natura, credono poco al soprannaturale e cominciano ad indagare nei dintorni. A nulla valgono i tentativi di intimidazione per farli allontanare dalla zona. Si finisce con lo scontro aperto che permette ai fuorilegge messicani, che gravitavano da giorni nella zona e che erano i responsabili dei misfatti notturni, di ottenere in superiorità numerica la cattura del sergente O’Hara mentre Kit è costretto a una “ritirata strategica”. Ma la buona sorte sorride al Nostro che trova, casualmente, un passaggio sotterraneo dove nascondersi e recuperare il forziere lì celato. Quando anche i suoi avversari scoprono l’anfratto e lo seguono finiscono col farsi imbottigliare e poi catturare. Epilogo che ricorda un po' la dinamica che portò alla capitolazione degli schiavisti della miniera nel primo episodio.
Anche in questa avventura Kit è riuscito, praticamente da solo, a ribaltare una difficile situazione e catturare i malintenzionati senza spargimenti di sangue.



Passaggi sotterranei, cunicoli, torce, scheletri incatenati a custodire tesori nascosti, cavalcate notturne di presunti fantasmi.
Lavezzolo attinge a piene mani all’immaginario gotico per evocare suggestioni e inquietudini.
Il tutto concentrato in trenta pagine.
Quando riproporrà questi temi con tempi più distesi sfornerà capolavori (cifr. “Verso l’Irlanda”).
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MessaggioInviato: Sab Mag 09, 2020 9:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: Ven Mag 15, 2020 5:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

3 – ALLA RICERCA DI UN FANTASMA

Terza storia simile, nelle dimensioni, alla precedente.
Sono 97 strisce, di poco dunque superiori a quelle contenute nel secondo episodio e con un titolo che evoca ancora il soprannaturale.
Questa volta in senso metaforico visto che il fantasma di cui si parla è il famigerato Black Devil, dato per morto e sepolto mentre qualcuno invece lo ha segnalato riapparso e in circolazione.



Siamo sempre in regime di stretta “continuity” con i due rangers che proseguono nella propria missione finalizzata allo svelamento del mistero legato alla riapparizione della figura di Black Devil.

Di memorabile questa storia, però, ha un’altra “apparizione”: quella del cinese Cin-Lao.
E’ infatti in questo episodio che fa il suo esordio il nostro orientale mentre serve al tavolo degli avventori assai maleducati in un trading post dove entrano anche il sergente O’Hara e Kit Teller.



Maltrattato dall’infima clientela presente sarà difeso nella rissa susseguente dai rangers ai quali si aggregherà con la massima soddisfazione.

Nel corso della missione offrirà presto un importante contributo quando li aiuterà a liberarsi, una volta catturati, all’interno della tana del fuorilegge Black Devil.
Fuorilegge che, dopo aver chiarito i misteri legati alla sua sorprendente “resurrezione” ai ranger raccontando gli antefatti, compie perfino il salto della barricata appoggiando armi in pugno i tutori della legge contro i suoi ex compagni che assediano la baracca dove sono riparati.
A salvarli sono gli uomini dello sceriffo che, condotti da Kit precedentemente allontanatosi, liquidano i banditi e concludono l’avventura in gloria.
Si torna al forte con il cinese.
La prima missione di Kit Teller è stata un successo!
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