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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
Il popolo della palude (n. 7)
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Autore Messaggio
SpiritosoConLaScura
ZAGORIANO A COLORI
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MessaggioInviato: Lun Mar 12, 2012 2:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

kenparker ha scritto:
...
@SpiritosoConLaSura
siamo bastian contrari?


naaaa, si scherza un pochino Wink
e 7) il grasso era quello dell'alce (era un alce vero?) ucciso appena prima...

In ogni caso storie come questa non le prendo troppo sul serio, altrimenti non riuscirei ad apprezzare nemmeno le poche cose salvabili.
Anche perch? le varie assurdit? che mi divertivo a "smontare" non sono la cosa peggiore di queste storie di GLB.
Come dicevo altrove ci? che mi risulta davvero indigesto ? lo stile pesante e verboso che mi ha sempre allontanato dall'Altro Innominabile hmph
_________________
Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima!
Guido Nolitta non avrebbe potuto fare di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di essere il suo degno successore.

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Ken Parker
Zagoriano Super
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MessaggioInviato: Lun Mar 12, 2012 4:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

SpiritosoConLaScura ha scritto:
kenparker ha scritto:
...
@SpiritosoConLaSura
siamo bastian contrari?

naaaa, si scherza un pochino Wink

nooo, e io che speravo in una bella litigata mediatica! Confused Very Happy

SpiritosoConLaScura ha scritto:
e 7) il grasso era quello dell'alce (era un alce vero?) ucciso appena prima...

ovviamente, anch'io tutte le estati mi procuto il grasso con le zanzare che ammazzo!

SpiritosoConLaScura ha scritto:
In ogni caso storie come questa non le prendo troppo sul serio, altrimenti non riuscirei ad apprezzare nemmeno le poche cose salvabili.
Anche perch? le varie assurdit? che mi divertivo a "smontare" non sono la cosa peggiore di queste storie di GLB.
Come dicevo altrove ci? che mi risulta davvero indigesto ? lo stile pesante e verboso che mi ha sempre allontanato dall'Altro Innominabile hmph

beh, certo, si fa per dire, per completezza, per dimostrare che le abbiamo lette anche noi
come dice simon, non ? che si pu? essere veramente seri nella critica
GLB era decisamente aulico, ma probabilmente si stancava presto delle trame che creava e le chiudeva l?, un po' come capitava; soprattutto se non c'era pi? margine per un po' di sani sganassoni: a quel punto la storia era gi? finita, occorreva troncarla per cominciarne subito un'altra
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"SO LONG!"
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Andrea67
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MessaggioInviato: Mar Mar 13, 2012 5:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Di questa storia di GLB ricordo con molto piacere la prima parte (soprattutto quando Zagor sott'acqua distrugge le canoe dei Sitka) e un p? meno la seconda, ma devo ammettere che, rileggendola, mi ? piaciuta tutta, tranne il finale troppo buonista.

Voto alla storia: 6,3
Voto ai disegni: 8
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kamoose
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MessaggioInviato: Gio Mar 15, 2012 6:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

Devo dire che a me lo Zagor di GLB non dispiace affatto, pur mantenendo i difetti classici di queste storie iniziali (ingenuit? e incongruenze) i suoi racconti mi sembrano finora meglio articolati e di piu ampio respiro rispetto ai precedenti, inoltre non noto grandi differenze nella presentazione del personaggio (a parte il trattamento riservato a Cico Laughing ), forse qualche battuta o esclamazione di stampo piu Texiano ma insomma?
Il popolo della palude sviluppa una storia di certo non originale e a quanto leggo gia sfruttata dallo stesso Bonelli in precedenza con Tex, nonostante questo il racconto scorre alla grande e soprattutto nella prima parte si fa apprezzare per una buona atmosfera (tutta la parte nella palude dei Sitka), nella seconda entra in scena il Duca di Cond? e tutta la storia della Citt? di pietra, ci sono delle lungaggini di troppo e il finale buonista risulta di nuovo penalizzante.

A me comunque la storia ? piaciuta, l?ambientazione particolare, il viaggio alla scoperta di un territorio inesplorato, gli abitanti della Citta di pietra che vivono ?fuori dal tempo e dallo spazio?, ok niente di nuovo ma le lettura ? stata piacevole e assai divertente in alcuni frangenti, Cico che si intrufola fortunosamente nella citt? e che mentre i suoi compagni lottano per la libert? si abbuffa di tacchini alla faccia di tutti Laughing , i battibecchi dello stesso Cico col vecchio Moses (che pure lui non lo tratta benissimo).
Poi per carit??le critiche riportate da alcuni utenti sono piu che condivisibili, gli appunti di Kenparker io li quoto quasi tutti e senza dubbio penalizzano la storia, ma che dire?
Sar? che leggendo queste vecchie storie sto tornando indietro nel tempo riscoprendo il piacere di letture spensierate e ingenue ma davvero non riesco a bocciare queste prime avventure dello Spirito con la scure?o meglio, se proprio devo ne boccio giusto un paio (I due Sosia, Il totem scomparso) e Il popolo della palude non ? tra queste.
Anzi, per me dopo l?esordio di Nolitta la migliore storia che ho letto
Voto: 7
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paco ordonez
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MessaggioInviato: Ven Mar 16, 2012 12:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

Molto bella anche questa storia, secondo me Very Happy
La prima parte nella palude ? splendida: Bonelli riesce a creare un clima sinistro e minaccioso, in questo coadiuvato dai disegni di un Ferri che con le ombrosit? ci va a nozze!
E oltre all'elemento misterioso e inquietante c'? anche un bel p? di sana azione: credo che con un personaggio "muscolare" ed erculeo come Zagor Bonelli si trovava benissimo -basti pensare, in Tex, a Pat Mac Rajan o a tutte le ciurmaglie a cui lo sceneggiatore affidava le distruzioni di bische di cinesi o di esponenti della malavita- tanto che le scene in cui il Nostro le da agli indiani ce lo mostrano quasi brutale e comunque esaltato nella sua foga!

La seconda parte ? forse meno bella, forse un p? affrettata (cosa di cui comunque non sono certo), ma anch'essa molto affascinante: la lunga scena della prima battaglia tra Zagor e i soldati con conseguente fuga sui tetti ? raccontata benissimo!

Capitolo Cico.
Personalmente trovo conferma alle impressioni della storia precedente: Bonelli il messicano lo sa usare certamente meglio di quasi tutti gli sceneggiatori attuali!
Si veda il grande spazio che gli viene lasciato quando in solitaria esplora il passaggio segreto; e soprattutto, il Cico bonelliano ? quello che dve essere: uno che fa ridere! Quando ruba il tacchino ? straordinario, idem quando poi la sua golosit? e disonest? lo portano a rietenere quella come la sua cena!! Laughing

Voto 7
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Kramer76
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MessaggioInviato: Ven Ott 10, 2014 1:53 pm    Oggetto: Rispondi citando



il popolo della palude
numero 7, testi bonelli, disegni ferri
decisamente meglio questa, più "zagoriana", più fantasiosa, diverse ambientazioni (la palude, il deserto, la città)
il cappa e spada tanto amato da bonelli, zagor ribelle e corazzato, cico pantagruelico, un pard (moses)
copertina neutra, ma mi piace quella a striscia con il crocefisso

voto 6+


Ultima modifica di Kramer76 il Mar Dic 15, 2020 10:35 pm, modificato 1 volta in totale
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kanoxen60
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

Seconda storia zagoriana di GLB che, devo ammetterlo subito, mi è sembrata migliore della prima (“La lancia spezzata”).
La storia è sostanzialmente divisa in due parti:
- la prima, che prende avvio a Fort Henry subito dopo la fine degli scontri con Nakawa e i suoi Uroni, riguarda la ricerca del trapper Moses, misteriosamente sparito dalla sua zona, e si chiude con l’inevitabile scontro con gli indiani Sitka, il “popolo della palude”;
- la seconda, ambientata nella città fortificata dei Condè, chiaramente ispirata alla famosa storia della “città d’oro” scritta anni prima da GLB per la saga di Tex Willer.

Qui devo aprire, se mi permettete, una piccola parentesi perché l’occasione era troppo ghiotta per non riprendere in mano le vicende del Principe Nero, di Nostradamus e compagnia briscola.
Ebbene, devo dire che, a distanza di tanti anni (si tratta di un albo che avevo letto nel 1967), la storia texiana regge ancora molto bene il tempo. Non sarà un capolavoro, ma è sicuramente avvincente e ben costruita.



Chiusa la parentesi, numerose sono le somiglianze fra la storia texiana e quella zagoriana: scontro preliminare con una tribù di bellicosi indiani (i Cani Rossi nel caso di Tex, i Sitka nel caso di Zagor), scoperta di una comunità europea emigrata in America circa due secoli prima e da allora rimasta pressoché isolata (spagnola nel caso di Tex, francese nel caso di Zagor), incontro con un condannato a morte collocato all’esterno delle mura della città (l’infido Goyas in Tex, l'onesto Paul Kennebec in Zagor), presenza di un tiranno crudele che regge con il pugno di ferro la comunità di esuli (rispettivamente, Principe Nero e Duca di Condè), il tiranno che si avvale di un energico comandante delle guardie (Don Inigo versus D’Oubusson), l’arrivo dei nostri Eroi che fa scoppiare la rivolta in città.
Sia Tex sia Zagor devono arrampicarsi sulle scoscese mura esterne per entrare in città; fra le espressioni pronunciate dai protagonisti si sente, in entrambi i casi, un “marrano!”.

Le somiglianze, però, terminano qui.
La storia di Zagor, infatti, è molto meno drammatica, molto meno cupa, molto meno violenta di quella di Tex.
Mentre nella prima, alla fine dei conti, nessuno si fa male e persino il Duca di Condè viene perdonato, in quella di Tex i morti non si contano e la vicenda si chiude con una vera e propria strage provocata dal tiranno (strage da cui Tex e Tiger scampano per miracolo).
La trama texiana è molto più articolata e sono presenti più personaggi degni di interesse (il saggio Nostradamus, Angel il buffone di corte); in quella di Zagor, l’unico elemento di distinzione è la nipote del Duca, Anna, di cui è innamorato Paul Kennebec (a dire il vero, c’è traccia di una presenza femminile anche nella storia texiana, la figlia del Duca di Medina, morta però tre anni prima dei fatti narrati).
In più, nella storia di Zagor appare una figura non secondaria, il trapper Moses, che accompagna i Nostri nella città dei Condè.
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma vediamo ora come GLB ha caratterizzato i vari personaggi della storia, cominciando dai due inseparabili compagni.

Zagor si conferma, nella visione di GLB, un inarrestabile castigamatti.
Deciso a scoprire cosa sia accaduto al suo amico Moses, non si cura degli avvertimenti di Pimas, il capo Algonchino, e si dirige senza esitazioni verso le grandi paludi.
Giunto nell’acquitrino, si fa beffe dei Sitka che gli danno la caccia, libera Moses dalla gabbia in cui era tenuto, malmena un buon numero di indiani, fra cui il malvagio stregone, e distrugge pressochè la totalità delle canoe avversarie. (vedere pagg. 52-53 del 4° volume CSAC e le vignette postate da Wakopa. Come vedremo, quello della distruzione delle canoe rischierà di diventare quasi un hobby per lo Zagor di GLB Shocked ).

Uscito dalle paludi in compagnia di Cico e Moses, cattura e doma i cavalli selvaggi che trova al pascolo (pag. 62 e ss.), procura la cena agli amici (pag. 64: vittima uno sfortunato alce che si trovava nei paraggi. Con Zagor, l'alce rischia l'estinzione... Shocked ), dimostra di conoscere il francese quando incontra Paul Kennebec legato come un salame a una croce (pag. 68 ), fa subito sua la causa dei cittadini oppressi dal Duca (“Non vi sembra che quel Condè abbia già dominato abbastanza?”, dice a Paul a pag. 77), elabora seduta stante un piano per entrare in incognito nella cittadella fortificata (pag. 78 ).
A tal fine, scala insieme a Moses le ripide mura della città (pag. 83, allo stesso modo in cui Tex aveva scalato la cinta esterna della Città d’oro), stordisce con un pugno la guardia sulle mura (pag. 87), ne scaraventa il corpo addosso agli altri militi che lo hanno scoperto (pag. 90), si impossessa di uno spadone con cui disarma e stordisce un buon numero di avversari (pag. 90 e ss.), si dà alla fuga nella cittadella non facendosi scrupolo di abbattere portoni (pag. 94), entrare nelle stanze da letto altrui (pag. 94), demolire la ringhiera di una scala (pag. 95), lanciare armadi sugli inseguitori (pag. 97).
Dopo aver proseguito la fuga sui tetti (pag. 97), riesce a ricongiungersi con Kennebec e i suoi compagni, ai quali, dopo aver enunciato le sue idee di strenuo difensore della libertà (“Nella terra da cui vengo, tiranni come il vostro Duca non resisterebbero un solo giorno…”), illustra anche un nuovo piano di attacco al Duca di Condè e ai suoi fedelissimi (pag. 108 ). Così, guida gli insorti all’interno del palazzo (pag. 111) dove, sempre armato di spadone, conduce gli scontri contro le forze del Duca (pag. 115 e ss.).

Dopo un altro discorsetto motivatore agli insorti che pensavano già di battere in ritirata (pag. 122: “Coraggio, dunque! E’ qui in questo palazzo, e questa notte stessa, che si devono decidere le sorti vostre e dei vostri figli!”), affronta in duello D’Oubusson, il comandante delle guardie del duca, di cui ha facilmente ragione, prima disarmandolo, poi addirittura scaraventandolo dalla finestra (senza danni particolari, però, per il milite: pagg. 126-127).
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche il buon Cico conferma quelle caratteristiche che avevamo intravisto nella storia d’esordio di GLB, in particolare il suo ridursi a spalla comica e un po brontolona, sempre affamato e con una spiccata propensione a menzionare i propri avi, ma privo di un ruolo decisivo per le sorti della vicenda e incapace di dare una mano significativa all’azione di Zagor, come invece avveniva nella prima storia di Nolitta e in quelle successive di Ferri.

In particolare, vediamo il messicano abbuffarsi alla grande a Fort Henry dopo la fine della battaglia contro Nakawa, salvo fingere subito un malanno quando sente che Zagor ha intenzione di mettersi in viaggio per cercare l’amico Moses, salvo risorgere non appena gli viene prospettata una cura a base di olio di puzzola (pag. 18 ).
Al villaggio Oneida incontrato lungo la pista, menziona una prima volta i propri avi (“…se vedessero come sono ridotto…”, pag. 23), così come cerca di raccontare di un suo avo dopo la liberazione di Paul Kennebec, venendo però interrotto da Zagor (pag. 76). Gli riesce, invece, di menzionare Pablo Mirador, uno dei suoi più famosi antenati, allievo prediletto del mago Merlino e considerato in Spagna il più grande indovino di tutti i tempi (pag. 65: Laughing ).

Nella palude, il messicano chiede di continuo a Zagor di tornare sui suoi passi e di abbandonare quella zona pericolosa; in un’occasione, sembra di sentire Kit Carson che brontola con Tex (“E pensare che una chiromante mi aveva predetto che sarei vissuto sino a novant’anni”, pag. 29).
C’è poi il Cico pasticcione che fa ribaltare la canoa nella palude dei Sitka, prendendosi una sfilza di improperi dal vecchio Moses (pag. 55), mentre ai piedi delle mura della città dei Condè, mentre Zagor e Moses sono impegnati nella scalata, lui trova casualmente un passaggio segreto che lo conduce all’interno della cittadella (pag. 83 e ss.).
Devo ammettere che, non so perché, questo passaggio mi ha dato un brivido Applause : forse perché vi ho intravisto le enormi potenzialità future di un Cico alle prese con passaggi segreti e misteri vari, un Cico che sviluppa una trama tutta sua mentre Zagor è in altre faccende affacendato…

Una volta penetrato all’interno delle mura, il messicano non poteva che ritrovarsi di fronte a una tavola imbandita: qui riemerge il gran ghiottone, che ruba e si mangia un tacchino tutto intero scolandosi pure una caraffa di vino (pag. 99), gioisce quando sente che è in arrivo altro cibo (“Hanno portato un’altra cena! Magnifico!”, pag. 102), accoglie l’invito di madamigella Anna e si avventa su un altro volatile appena sfornato (pag. 104).
In pratica, quando Zagor e gli insorti lo raggiungono, dopo numerosi combattimenti, il messicano sta ancora mangiando (pag. 119). Shocked

Nel complesso, l’unico momento in cui Cico da una mano a Zagor è durante il primo scontro con i Sitka nella palude, quando con il remo della canoa colpisce prima lo stregone Manua (due botte sulla testa e in faccia che lo mettono fuori causa, pag. 38 ), poi in rapida successione altri due indiani (pag. 39).

Non sorprende che, con uno Zagor così attivo e un Cico così passivo, i rapporti fra i due siano a volte un pochino tesi.
Ad esempio, a Fort Henry, quando Cico simula un malanno, Zagor lo minaccia di fargli ingollare una pinta di olio da lampada (pag. 18 ); quando, dopo la liberazione di Moses, Cico propone di tornare indietro, Zagor lo zittisce e lo minaccia di metterlo nella gabbia in cui si trovava prigioniero il trapper e di dipingerlo da pappagallo (pag. 41), minaccia poi mantenuta, quanto alla gabbia, alla pagina successiva (pag. 42).
Ancora Zagor minaccioso a pag. 49, mentre i tre sono in fuga in canoa dai Sitka (“Zitto o ti caccio in acqua!”), e a pag. 66, mentre cavalcano verso le colline fumanti (“Se non la smetterai all’istante di fare lo jettatore, parola mia che ti prendo, ti lego sul dorso del tuo cavallo e poi do fuoco alla sua coda!”).
Infine, il messicano viene zittito due volte mentre Zagor si accinge a scalare le mura della città dei Condè (pagg. 83 e 84. E qui Zagor è in errore, perché non si accorge che l’amico ha trovato un passaggio segreto Shame on you ).


Ultima modifica di kanoxen60 il Lun Nov 07, 2016 2:08 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il trapper Moses, la cui scomparsa dà il via a tutta la storia, è un personaggio positivo.
Sostanzialmente, è lui la spalla operativa di Zagor, soprattutto negli scontri all’interno della cittadella dei Condè. Catturato dai bellicosi Sitka, viene messo a macerare in una gabbia sospesa sulle putride acque della palude. La prigionia non gli riduce lo spirito indomito, tanto che addirittura dalla gabbia minaccia lo stregone Manua che gli preannuncia l’esecuzione (“Smettila di cianciare e rimgrazia il tuo vecchio Manito che non ho fra le mani il mio fucile, altrimenti canteresti su ben altro tono”, pag. 36).
Con un caratterino così, logico che anche il vecchio Moses sia indispettito dai pasticci che combina Cico, sgridandolo quando perde l’equilibrio e fa rovesciare la canoa (pag. 55 e ss.) e facendogli le corna (“Menagramo!” Shocked ) quando il messicano predice che, andando nella città dei Condè, avrebbero rischiato la testa (pag. 66).

Accompagna Zagor nella scalata alle mura e, una volta all’interno della città, rivestito dell’armatura presa a una guardia, combatte contro una pattuglia di militi, finendo però per essere catturato (pag. 92).
Rifiutandosi di rispondere alle domande del Duca, viene portato nei sotterranei del palazzo ducale, dove viene frustato (pag. 106).
Quando scoppia la rivolta, coglie al volo l’occasione per liberarsi del suo carceriere, infilandogli una torcia accesa nei pantaloni (pag. 112: Laughing ).
Una volta libero, si ricongiunge con Zagor e, munito di alabarda, combatte contro le forze ducali insieme agli insorti.
Come avete già osservato, è curiosa un’espressione pronunciata da Moses mentre, a cavallo con Zagor e Cico, vede le colline fumanti: “Peste, corna e fulmini sottaceto!” (pag. 67).

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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paul Kennebec è il giovane discendente di nobile famiglia francese (armaioli e maestri d'arme) che Zagor, Cico e Moses incontrano prima delle Colline Fumanti mentre è appeso a una croce, condannato a morire di fame e di sete, punizione del Duca di Condè per essersi innamorato della sua nipote Anna.
E' lui, una volta liberato dalle corde, medicato, dissetato e sfamato, a raccontare ai tre amici la storia della dinastia dei Condè e dei loro alleati, fuggiti dalla Francia intorno alla metà del XVII°secolo e riparati nel Nuovo Mondo.
Appoggia senza esitazioni il piano di Zagor per accendere la rivolta contro il malvagio Duca e penetra nella cittadella nascosto in un carro di fieno condotto da due amici (pag. 81 e s.).
Una volta ricongiuntosi con i compagni e ricevuta la visita di Zagor, la ribellione prende avvio e gli insorti assaltano il palazzo ducale: Kennebec è in prima linea negli scontri fino al duello decisivo in punta di spada con il malvagio duca. Vinto il duello, anche per intercessione dell'amata Anna, perdona il nemico e gli propone di voltare pagina e “...cominciare insieme la marcia verso un promettente avvenire...” (pag. 127).
Nel finale, promette a Zagor in partenza di recarsi prima possibile in visita a Fort Henry, ponendo così fine a due secoli di isolamento della sua gente (pag. 128).

La giovane Anna è la nipote del Duca di Condè innamorata di Paul Kennebec, che intende sposare contro il volere dello zio. Indirettamente, dunque, è la causa della terribile punizione che il Duca riserva a Paul, anche se lei ignora quale sia il destino riservato al giovane.
La vediamo entrare in scena accompagnata dalla dama di compagnia Katrine, mentre rifiuta, nonostante le insistenze dello zio, di prendere cibo sino a quando non le verrà detto quale sia la sorte di Kennebec. Quando le appare Cico, che le porta le tanto attese buone notizie sul giovane, Anna è ben lieta di cedere un secondo pasto alle voraci fauci del messicano (pag. 104).
Nel finale, intercede in favore dello zio dopo che questi è stato sconfitto in duello da Paul e si trova con la spada puntata alla gola (“E' pur sempre mio zio, Paul!”, pag. 127).
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il Duca di Condè è l'ultimo discendente della nobile famiglia fuggita dalla Francia a metà del '600.
Governa la città fondata dagli esuli nel nuovo mondo con pugno di ferro (le decapitazioni abbondano); non esita a condannare Paul Kennebec a una terribile morte per fame e per sete solo per il fatto che è innamorato della nipote Anna.
Lo vediamo mentre cerca di convincere la ragazza, disperata per la scomparsa dell'amato, a riprendere a mangiare (pag. 100) e sgrida il maggiordomo quando si rende conto che la cena ordinata per la giovane non è sul tavolo (essendosela magnata Cico...).
Quando gli viene portato Moses, catturato dalle sue guardie, da ordine che venga portato nei sotterranei del palazzo e frustato per fargli confessare chi fosse e donde venisse (pag. 105).
Allo scoppiare della rivolta, ordina al comandante delle guardie, D'Oubusson, di riportare l'ordine; esita un attimo a dargli mano libera contro il popolo in rivolta (“Parbleau, sarà un macello!”, pag. 114), ma poi acconsente. Nel finale, accusato di codardia da Paul Kennebec, ne accetta la sfida e lo affronta a duello, venendone tuttavia sconfitto (pag. 127).
Graziato dal giovane, prende atto della fine del suo dominio ma rifiuta di lasciare la cittadella (“L'ultimo dei Condè finirà i suoi giorni nella città fondata dai suoi avi!”, pag. 128).

Il comandante delle guardie del Duca di Condè, D'Oubusson, è colui che porta Paul Kennebec nel luogo stabilito, nei pressi delle Colline Fumanti, per appenderlo alla croce e lasciarlo morire di fame e di sete.
In buoni rapporti con la dama di compagnia Katrine, acconsente all'ultimo desiderio espresso dal giovane Paul, quello di non fare mai sapere all' amata Anna a quale orribile sorte lo avesse condannato lo zio (pag. 59).
Quando scoppia la rivolta in città, ottiene dal Duca mano libera per caricare la folla di rivoltosi (pag. 115), mentre nel finale, come abbiamo visto, affronta Zagor in duello, venendone sconfitto: il suo volo dalla finestra, però, non sembra nulla di serio e la sua rovinosa caduta dalla scala è più simile a una scena di Topolino che di un fumetto Bonelli (pagg. 125-126: Laughing ).

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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Detto dei personaggi che popolano la città dei Condè, resta da dire degli indiani incontrati da Zagor lungo il suo cammino verso le Colline Fumanti.

Sakami è il capo del villaggio Oneida che mette Zagor sulla pista giusta per trovare lo scomparso Moses (pagg. 22-23); Pimas è il reticente boss Algonchino che cerca, in maniera un po omertosa, di dissuadere Zagor nel suo viaggio verso le paludi, salutandolo poi da vero menagramo (“Pimas dice addio! Pimas non rivedrà più lo Spirito con la Scure!”, pag. 26: Shocked ).

Una volta giunto nelle paludi, Zagor e Cico devono affrontare i bellicosi Sitka, il cosiddetto “popolo della palude” che da il titolo all'albo mensile n. 7 della serie.
Fra i Sitka si distingue Onaki, cui Moses salvò la vita tempo addietro e che gli rende il favore intercedendo presso il suo capo e facendo si che al trapper venga risparmiata la vita. E' lui, mentre gli porta il cibo, a raccontare a Moses della città di pietra e dei suoi strani abitanti (pag. 45). Wabuk è il capo della tribù: si fa convincere da Onaki a non uccidere subito Moses, che fa mettere in una gabbia sospesa sulle paludi; quando apprende della fuga del prigioniero non esita però a mettersi in caccia con i suoi guerrieri, allo scopo di fare la festa a lui e ai suoi liberatori. L'azione, però, non andrà a buon fine grazie alla reazione implacabile di Zagor, che lascerà tutti a mollo nelle fetide acque.
Lo stregone Manua è il più feroce dei Sitka: vuole uccidere subito Moses e, quando viene a sapere che ci sono due bianchi nelle paludi, si reca subito dal trapper per eliminarlo una volta per tutte. Lo vediamo l'ultima volta quando si becca una serie di colpi di remo sulla faccia e sulla zucca da parte di un Cico insolitamente attivo.

Insomma, nel complesso questi Sitka, che sono in buoni rapporti con gli esuli francesi (proteggono il loro isolamento, scambiano pelli e altri beni), non sembrano dei fulmini di guerra: si fanno giocare da Zagor, che riesce a liberare Moses dalla gabbia in cui era tenuto e a distruggere pressochè tutte le loro canoe in una serie di scontri nella palude.

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kanoxen60
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 6:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

Gallieno Ferri prosegue con questa storia il processo di maturazione.
Certo, il volto di Zagor è ancora troppo variabile e non ha quella drammaticità che caratterizzerà le storie successive. Paul Kennebec non sembra altro che uno Zagor coi baffi. Il cavallo con cui Zagor galoppa verso le Colline Fumanti sembra un po troppo piccolo per la stazza dello Spirito con la Scure.
Ma, in un paio di occasioni, si vedono tracce del grande Gallieno che verrà (Cico nel passaggio segreto; i due coniugi sorpresi nel letto dal'irruzione di uno Zagor in fuga dalle guardie).

In sintesi, una storia palesemente mutuata da quella scritta anni prima da GLB su Tex, senza momenti particolarmente drammatici, che si conclude in modo tutto sommato innocuo.
Il papà di Tex ci propone la sua personale caratterizzazione di Zagor e Cico, ben diversa da quella di Nolitta, ma, nel complesso, è una storia che si lascia leggere e che si pone a un livello superiore, per l'articolazione della trama soprattutto, a quelle di Ferri che l'hanno preceduta.

I momenti che mi sono piaciuti di più sono quelli degli scontri di Zagor con i Sitka nelle paludi e della scoperta di Cico del passaggio segreto che immette nella città di pietra dei Condè.

Aggiornamento classifica prima centuria zagoriana:

1. La foresta degli agguati (Nolitta-Ferri)
2. Il popolo della palude (G. Bonelli-Ferri)
3. L'uomo volante (Ferri-Ferri)
4. L'oro del fiume-Corvo Giallo (Ferri-Ferri)
5. L'impronta misteriosa/Il domatore di orsi (Ferri-Ferri)
6. I due sosia (Ferri-Ferri)
7. La lancia spezzata (G. Bonelli-Ferri)
8. Gli schiavi della miniera (Ferri-Ferri)
9. Acque pericolose (Ferri-Ferri)
10. Il totem scomparso (Ferri-Ferri)
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MessaggioInviato: Dom Nov 06, 2016 8:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

kanoxen60 ha scritto:
- la seconda, ambientata nella città fortificata dei Condè, chiaramente ispirata alla famosa storia della “città d’oro” scritta anni prima da GLB per la saga di Tex Willer.


kanoxen60 ha scritto:
In sintesi, una storia palesemente mutuata da quella scritta anni prima da GLB su Tex


Ma siamo sicuri? Io non sono tanto convinto che la storia di Tex sia così antecedente. Più o meno sono contemporanee. Think
Farò ricerche. Shocked
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