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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
LA DEA NERA (53)
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Autore Messaggio
Luciano Miranda
Zagoriano Junior
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MessaggioInviato: Mar Apr 09, 2019 9:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

C'e un altro motivo. Ed e' quello che hai summenzionato parlando di Sergio Bonelli. E, aggiungo io, e' lo stesso motivo che riguarda anche autori come Castelli, Sclavi...Le loro storie infatti camminano sugli stessi binari del titolare del personaggio, o quasi. Oserei dire lo stesso Toninelli, ha ingranato spesso la marcia giusta, con le dovute riserve naturalmente.
Gli autori moderni non ne ingranano una, ma la colpa e' nostra, di noi lettori degli anni '70, ex giovani che si ostinano a voler cercare le cose di allora in un fumetto completamente resettato, ormai.
E' come se un appassionato del primo Capitan Miki, quello della EsseGesse, si ostinasse a cercare le stesse cose nel Miki successivo, passato in mano ad altri autori, cosa impossibile!
Il punto per me e' un altro: la modernita' ci sta, l' evoluzione pure...ma allora perche' non si e' provveduto man mano a togliere le incongruenze piu' evidenti, tipo appunto le liane, la (Ahahah, permettimi ma questa cosa mi fa scompiscicchiare) la "via degli alberi", il progressivo ringiovamento di Zagor, invece di una piu', anche se lieve, progressiva "senilita'", come sarebbe piu' normale, e via di questo passo, invece di alterare di gran lunga la realta' delle cose come appunto tutte le Burattinate e le Bosellate da te citate.
Per me anche Nolitta ha sbagliato. Quando? Quando ha messo Burattini e Boselli su di un piedistallo, affermando che Zagor avrebbe vissuto una nuova giovinezza. Si, una nuova giovinezza, ma solo se avesse cambiato completamente personaggio, nuova saga, nuova collana, ex novo.

Anche se dovessi smettere di comprare Zagor, o se dovesse chiudere, beh, prenderei tutti gli albi, le storie, le avventure della cosiddetta era d' argento, proseguirei con quelle dell 'era d' oro, ci infilerei parecchie storie di Toninelli, quelle di Sclavi, di Melloncelli e di Castelli, buttando il resto. Beh, leggendo un mezzo albo per sera, arriverei dopo mesi o anni alla fine, poi ricomincerei daccapo. Secondo te non ce la farei a stare bene per il resto della vita?!? Senza contare che nel frattempo, potrei alternare il tutto con le golden ere di Mister No e di Tex.
Insomma...ma chi me lo fa fare a comprare albi che in fondo in 20 anni ho letto una volta sola e, tranne le dovute eccezioni, mai piu' ripresi in mano?!?
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Luciano Miranda
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Messaggi: 45

MessaggioInviato: Mar Apr 09, 2019 9:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Adesso ho letto i commenti di AYAK e di Spiritello con la scure (o senza? Non ricordo e mi scocciolacchiéo di voltare la pagina per vedere).

Cosa rispondere?!? E 'evidente che non avete letto bene le mie parole e avete dato delle risposte a vanvera e retoriche. Ho fatto delle considerazioni da valutare punto per punto e non ho affatto denigrato le caratteristiche zagoriane, semmai ho chiesto perche' non vengano rese piu' credibili e umanamente accettabili (tipo il volo, le armi che girano penzoloni per conto loro, la mancanza di segni vissuti, etc.). Ci vuole tanto a capire? SCHIUSAT EH?!? Nun avev capi ca ricen chell ca aggia ritt strongav tutt 'e particolarita' e Sagor...Schius, eh?! XD
A me piacerebbe argomentare i punti di vista e non ripetermi per persone che capiscono solo quello che vogliono (alla Burattucci, per capirci).-
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giaguaro2
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MessaggioInviato: Mar Apr 09, 2019 10:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

NOTA MODERATORIA
Vi prego di mantenere la discussioni in termini di cortesia. Non basta che siate rispettosi, dovete essere cortesi.
Soprattutto quando ci si rivolge ad altri utenti.

E mi raccomando di non storpiare i nomi, cosa esplicitamente vietata dal regolamento.

_________________
https://quandolacittadorme.blogspot.it/
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MarioCX
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MessaggioInviato: Mer Apr 10, 2019 8:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
cama69 ha scritto:
Pensa che avrei qualche piccola perplessità anche su qualche passaggetto di storie sacre come acque misteriose, il buono e il cattivo, arrivano i samurai, ma lasciamo stare...

.....

Gli autori successivi, purtroppo, non hanno uno stile narratorio altrettanto "ipnotico", cosicché i loro errori – quando ci sono – saltano all'occhio in modo molto più marcato (persino quando sono meno gravi di quelli di Nolitta).
......



Questo "ipnotico" (a cui non avevo mai pensato) spiega tutto.
Spiega perché Nolitta si e gli altri no.
"Nolittianità" il "modulo Nolitta"....bah...ecco il termine più lucido.
Ipnotico.
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Mauro Tozzi
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MessaggioInviato: Ven Mag 03, 2019 8:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
Molto forzato il finale, dove un thug a caso (tal Sandry) si vendica di Jason dopo averlo riconosciuto da un vecchio quadro "casualmente" appeso in quella stanza.
Una risoluzione un po' "buttata lì", giusto per dare una conclusione alla vicenda. Pure se quel quadro fosse stato una fotografia, è decisamente poco plausibile che Sandry uccida Jason solo in base a questo vago indizio, senza nemmeno scomodarsi a verificarlo. Think

In effetti, come ha fatto a riconoscere Jason solo da quel quadro? Con la pelle scura, la barba e i baffi, era teoricamente irriconoscibile. Think L'unica spiegazione è che Sandry l'abbia capito quando Jason si è rivelato a Lean indicando prima il quadro e poi sé stesso.
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Ivan
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MessaggioInviato: Lun Mag 06, 2019 9:52 am    Oggetto: Rispondi citando

Mauro Tozzi ha scritto:
In effetti, come ha fatto a riconoscere Jason solo da quel quadro? Con la pelle scura, la barba e i baffi, era teoricamente irriconoscibile. Think L'unica spiegazione è che Sandry l'abbia capito quando Jason si è rivelato a Lean indicando prima il quadro e poi sé stesso.

Mah, che dire; fa parte dei tanti esempi in cui Nolitta contava sulla "complicità" del lettore (a volte tirando anche un po' la corda). Rolling Eyes
In questo caso deve aver pensato: "Un thug vede il quadro, riconosce i lineamenti di Jason nel suo capo, e fa 1+1. Tanto basta."
Certo, pensandoci sopra un attimino di più, sarebbe stato meglio far identificare Jason da un tratto distintivo unico ed inconfondibile, tipo una cicatrice sul viso. In quel caso la reazione del thug sarebbe risultata più verosimile.

Comunque per me il vero difetto di questa sequenza non è la modalità per cui Sandry si rivolta contro Jason, quanto piuttosto il fatto che questo Sandry è...un thug a caso, anonimo, mai presentato prima. Think
Se in precedenza ci fosse stato uno scambio di battute tra lui e Jason in cui emergeva il suo desiderio di vendetta contro il distruttore della setta dei thugs, probabilmente il fatto di averlo riconosciuto da un semplice quadro non sarebbe sembrata una soluzione così piovuta dal cielo (come invece appare nella storia).
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MessaggioInviato: Mar Mag 07, 2019 12:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Bel commento Applause
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MessaggioInviato: Mar Mar 22, 2022 11:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

120 tavole di Nolitta e Donatelli: storia semplice, ancora una volta si riprende il tema "tesoro maledetto". Alzo il voto fino a 7, gli indù e la loro religione ancora non si erano visti nella serie e se ci metto qualcosa di storico fatto bene, la votazione si alza sempre un po'.
Si parte con la classica gag di Cico e Trampy: questa volta si è a New Ville, cittadina in trasformazione, molto bella la realizzazione di uomini eleganti e facoltosi che pian piano soppiantano i trapper pionieri. Come al solito Cico aspetta Zagor senza il becco di un quattrino. Lo vediamo lanciare un osso a un cane perché non ha niente di meglio, mentre Trampy gli lancia un vero e proprio panino imbottito. Il segreto? Avvicinarsi a delle donne, adularle, fare il romantico e scroccare un pasto. Ma quello che va bene a Trumpy, ormai lo sappiamo, non va bene a Cico che si prende prima una martellata in testa da un marito e per sfuggire a un altro entra in un armadio che in realtà è una ghiacciaia e diventa un blocco di ghiaccio. Gag molto funzionale perché dà il là alla storia: arrivato Zagor, si rimettono come sempre in cammino e trovano due viandanti Stan e Olsen, ma davanti a loro Cico starnutisce per essere stato nella ghiacciaia e tira fuori un fazzoletto bianco e giallo. I due uomini lo aggrediscono perché ci sono stati morti strangolati trovati con un fazzoletto bianco e giallo intorno al collo. Certo che dopo aver spazzolati, Zagor e Cico diventano un po' troppo amiconi, forse un po' di più che nelle altre storie. Proseguendo il cammino, s'imbattono anche in Bat Batterton, già visto nella casa degli Stanford a Windy Cliff. Viene subito riconosciuto dal Nostro perché parla in cinese, ma si è camuffato il viso da uomo di colore, con tanto di mani... bianche, ha semplicemente sbagliato tubetto Laughing La circostanza del loro incontro è drammatica: viene salvato da tre uomini che volevano strangolarlo. In fuga, Zagor rinuncia a inseguirli perché ormai hanno troppo vantaggio. Ma come? Uno che usando le liane recupera ore non minuti, si arrende così facilmente? Questa non l'ho trovata giusta. Bat Batterton stava raggiungendo a Tall Tress David Lean, un ricco uomo che l'ha ingaggiato perché si sente minacciato, in quanto da ex ufficiale dell'esercito britannico ha sconfitto i "thugs", infatti sono loro gli strangolatori, una setta indiana che adora la dea Khalì. Mister Lean è preoccupato perché due altri ufficiali (ripresi tutti e tre in un ritratto) sono morti, uccisi dalla setta. Nella notte, Cico esce furtivamente dalla finestra per trovare un pollaio, non contento della cena vegetariana offerta dal padrone di casa. Cade però sul detective Batterton e lo coinvolge on questa sua impresa, ma vengono rapiti dai "thugs" (ovviamente con delle gag: Bat viene preso con il fazzoletto e tirato in un cespuglio, mentre Cico starnutisce e prende il fazzoletto con il quale volevano farlo prigioniero Laughing ) Zagor li segue e vede un gruppo di uomini uscire da una cascata: è il loro rifugio. Arriva appena in tempo a interrompere la cerimonia d'iniziazione di un giovane che deve uccidere i prigionieri. Intanto, il gruppo di uomini va nella casa di Lean e si arriva all'epilogo. Zagor, rientrato nella casa, assiste ancora una volta a uno scontro tra di loro, sempre per un tesoro. Muore Lean, ma anche quello che sembra il capo che altri non è che Harry Jason, uno degli ufficiali creduto morto che voleva il tesoro trafugato e taciuto al loro Comando. Nonostante sia l'unico a parlare inglese (chissà se quei simboli che si vedono nei baloon sono un vero linguaggio, delle vere parole nella lingua dei "thugs", probabilmente no, visto che una parte è tradotta, ma il discorso sembra molto lungo rispetto ai pochi simboli espressi) viene riconosciuto semplicemente guardando il quadro (anche questa non regge perché è vestito come loro e poi da un quadro è difficile riconoscerlo) e trova la morte, uccidendo a sua volta l'aggressore. Furiosa la rabbia di Zagor che scarica con un calcio contro l'idolo della dea (la casa di Lean era una specie di museo con manufatti indù).
Incredibile come Cico sappia cosa sia un kriss, il classico pugnale ondulato dei "thugs", senza che ci viene spiegato e di loro ci viene spiegato tutto (in modo semplice e in poche vignette Whistle )
Le gag del messicano sono poche e tutte citate:
1-2) quelle iniziali per scroccare qualcosa da mangiare
3) quella del fazzoletto quando i "thugs" lo fanno prigioniero
4) in realtà ce n'è ancora un'altra: liberati da Zagor, con uno starnuto Cico spegne la torcia, facendo rimanere lui e Bat al buio nel rifugio nemico

Personaggi principali:
- Trampy
- Stan
- Olsen
- Bat Batterton
- David Lean
- Harry Jason

Luoghi:
- New Ville
- Tall Tress
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MessaggioInviato: Dom Apr 03, 2022 11:33 am    Oggetto: Rispondi citando

Bella storia di Nolitta, un po' sottovalutata.
Le gag di Cico non sono niente male, ma forse un po' meno divertenti del solito. Molto piacevole il ritorno di Bat Batterton, anche se in questa storia, già breve di suo, non ha forse lo spazio che meriterebbe. Bello l'incontro con mister Lean e ottimo il racconto sul suo passato, quando, ufficiale inglese, aveva distrutto una banda di Thugs. La storia decolla davvero però nel finale: strepitoso il colpo di scena sull'identità del capo dei Thugs. Bello anche l'altro colpo di scena sempre nel tragico finale: un thug si accorge che il suo capo non è altro che l'ex-ufficiale Jason, dopo averlo visto in un quadro. Di certo quindi non è un capolavoro, ma non è una storia così male.
I disegni di Donatelli sono senza infamia e senza lode, come al solito.
Bellissima la copertina realizzata dal Maestro Ferri.

Soggetto/Sceneggiatura: 7,8
Disegni: 7
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 6:14 am    Oggetto: Rispondi citando



Dopo l'ottima storia degli Evasi, cala un poco, qui, il livello qualitativo della serie.
Nolitta introduce un elemento esotico, probabilmente un omaggio alle sue letture salgariane, ma la storia, benché contenga alcuni spunti di interesse, non mi sembra molto equilibrata quanto a mix di drammaticità e comicità, un aspetto su cui l’Autore di solito eccelle.

In particolare, Cico e Batterton – una coppia per me irresistibile ne “Gli adoratori del sole” e “La casa del terrore” - qui appaiono un po' troppo sopra le righe.
L'atmosfera di mistero, che ben si sarebbe prestata a una vicenda come questa, è solo abbozzata, anche per la brevità della storia.
Buona la parte in cui David Lean racconta gli eventi accaduti in India e in Inghilterra, nonché la resa dei conti finale, con disvelamento di identità, tortura indiana e uccisioni in serie.

Anche i disegni di un Donatelli non in formissima (specie se raffrontato allo splendore ferriano della storia precedente) contribuiscono a mantenere non elevatissimo il giudizio su questa storia.

Su 120 pagine complessive, le prime 70 sono dedicate a gag cichiane, incontro con Batterton e Lean, racconto dei fatti avvenuti in India; gli eventi, poi, si susseguono rapidi nelle rimanenti 50 pagine.
Da notare l'inizio, in stile Nolitta dei primi tempi, con la descrizione della situazione di generale benessere della cittadina (New Ville), per poi scendere alla particolare condizione di uno dei presenti (il messicano), alle prese con i soliti problemi di cibo.
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 6:24 am    Oggetto: Rispondi citando

Cico e Bat (per tacer di Trampy) - 1

Come ho accennato, una parte rilevante di questa storia è assegnata alla componente comica.

A New Ville vediamo all'opera Cico e Trampy (se non sbaglio, alla sua decima apparizione) e l'artificio escogitato dal vagabondo per rimediare un pasto lo vede in veste di galante corteggiatore di sconsolate zitelle.

Riuscito, senza dubbio, il suo dialogo, nelle vesti del seduttore francese Gerard Baumont, con la signorina Cunegonda, subito ribattezzata “Fru Fru” (in omaggio, senza dubbio, alla sua leggiadra corporatura...). E divertente anche la replica che tenta Cico, intrufolatosi però nella casa di una donna sposata (Teresa), attratto dal profumo di una torta di mele: la catastrofe è annunciata e il messicano finisce congelato, in pieno stile paperinesco, nella ghiacciaia della signora...

Donat, peraltro, conferma qui il talento per le racchie, di cui fornisce qui due formidabili esemplari. Laughing Laughing Laughing


(l'affascinante Teresa di Donat, copyright by Ivan)
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 6:34 am    Oggetto: Rispondi citando

Cico e Bat (per tacer di Trampy) - 2

Uscito di scena Trampy, è il turno poco dopo di un altro partner comico del messicano, l'investigatore privato Bat Batterton, che si presenta, diretto alla villa del colonnello David Lean, in un improbabile travestimento da cinese (con codino e parlata senza “r”, ma con il viso colorato di scuro...). Shocked


(Investigatole plivato Bat Battelton, copylight by Pulo Veleno)

La notte passata a fare la guardia nella villa dell'inglese fa sperare in una ripresa dei fasti della notte passata nella villa-museo del professor Kenneth (“Gli adoratori del sole”), sicuramente un top della comicità cichian-battertoniana insieme a quella della notte passata a casa Stanford.
Invece, purtroppo, qui è tutto più fiacco, e i due si segnalano soprattutto per la decisione scellerata di uscire dalla casa, pur essendo sotto minaccia di un attacco dei thugs, per andare a cercare un …. pollaio. Insomma, una decisione poco credibile, che riduce a zero la tensione della vicenda.

Che la comicità dei due sia un po' sopra le righe lo si vede anche nella scena finale quando, con uno Zagor stremato e ferito alla spalla, si mettono a rimpallarsi la responsabilità di una eventuale donazione di sangue (lo stesso Cico, del resto, mi era sembrato un po' eccessivo durante il racconto delle vicende indiane da parte del colonnello Lean, definendo “pataccone” le decorazioni ricevute e facendogli cadere il bicchiere strillando perché terminasse il racconto. Un comportamento analogo il messicano aveva avuto a casa Marwick, durante il racconto delle vicende de “L'uomo lupo”).

Da ultimo, resta da capire come Cico conoscesse alla perfezione il nome del pugnale (il Kriss) sfoderato dai thug quando Zagor va all’attacco nella grotta per liberare i due amici, posto che il colonnello Lean non ne parla quando mostra ai suoi ospiti gli strumenti di morte utilizzati dalla setta indiana. Ma, evidentemente, la cultura del piccolo messicano è più ampia di quanto di norma dimostrato... Laughing
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 6:50 am    Oggetto: Rispondi citando

Zagor, il rimedia-guai

In questa storia, mi pare che Zagor abbia il suo gran daffare a levare le castagne dal fuoco, ossia a rimediare ai guai in cui altri si infilano.

Comincia col prendere a pugni Olson e Stan, i due falegnami che scambiano Cico per un temibile thug.
Poi deve correre, scure in pugno e urlo di prassi, per mettere in fuga i veri thugs che stavano per accoppare Bat Batterton.

Quando Cico e Bat si fanno scioccamente rapire, tocca a lui mettersi sulle loro tracce; con un colpo di fortuna, scopre il nascondiglio dei rapitori, vi entra e prende tutti a scurate, pugni, calci e schiaffi, sino a liberare i due fessi. Da notare – incidentalmente – la domanda banalissima che il Nostro pone a uno dei thugs catturati (“Dove sono andati gli altri vostri amici?”): non occorre certo essere dei fulmini di guerra per intuire dove fossero andati, certo non a fare le compere in paese… Laughing

Ma non è finita, perché gli tocca correre subito, appunto, a vedere quello che sta succedendo a Tall Trees, la villa di David Lean.
Assiste ai fatti che li accadono, in particolare al racconto che fa il capo dei thugs e al disvelamento della sua reale identità.

Quando vede Lean sottoposto alla tortura dello stivaletto malese è costretto a intervenire, nonostante il numero elevato degli avversari. Stordisce un bel numero di thugs, ma viene colpito a tradimento alla spalla dalla pistola di Harry Jason, e probabilmente ci avrebbe lasciato le penne se non ci fosse stato il colpo di scena di Sadry.

A fronte della strage, giustificato il calcione che riserva, in un moto di ira, alla statua della Dea nera, non senza un accenno al suo disprezzo per il vil denaro e per l’avidità umana (“Puoi essere soddisfatto, dannato sanguinario idolo...la bramosia degli uomini ti ha concesso la più terribile delle vendette”).


(Copyright by Ivan)

E giustificato anche il suo rimprovero nel finale a Cico e Bat, che facevano i buffoni discutendo della donazione del loro sangue (meno sensata la risata nell'ultima vignetta, ma non sottilizziamo...).
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 7:00 am    Oggetto: Rispondi citando

David Lean: Passaggio in India

L'ex colonnello dell'esercito britannico David Lean è una figura interessante (chissà se veramente Nolitta, quanto al nome, si è ispirato al grande regista), caratterizzato da quelle luci e ombre che hanno reso così originali tanti personaggi proposti dall'Autore nella serie.



L'ex colonnello accoglie Zagor, Cico e Bat nella sua villa con il fucile spianato, dimostrandosi subito in uno stato di massima allerta.
Fatte le presentazioni, offre ospitalità ai tre; durante la cena riassume i recenti eventi che hanno provocato l’uccisione o la fuga dei suoi collaboratori e inservienti. Racconta, in particolare, come si sia trasferito negli States dopo aver militato nell’esercito inglese in qualità di ufficiale di stanza in India e come – in collaborazione con i colleghi Abe Slater e Harry Jason – abbia debellato la temibilissima setta dei Thugs.

Indubbiamente, il racconto delle sue imprese in India e dei fatti inquietanti accaduti dopo il congedo dall’esercito (la morte dei due colleghi Slater e Jason, gli articoli di giornale, le minacce ricevute) rappresenta forse la parte più avvincente della storia, creando un clima di tensione e inquietudine che va crescendo.

Se nella prima parte della storia Lean appare come una vittima perseguitata dalla setta indiana, nella parte finale, quando i Thugs irrompono nella sua villa e lo interrogano, i nodi vengono al pettine e salta fuori, come spesso accade con i personaggi di Nolitta, che l’ex colonnello ha raccontato solo una parte di verità: il resto della verità – ossia di come i tre ufficiali avessero imboscato il ricchissimo tesoro della setta dei Thugs e se lo fossero divisi equamente senza rivelare nulla alle Autorità britanniche – lo racconta il redivivo Harry Jason.

Rifiutatosi di rivelare dove avesse nascosto la sua parte del tesoro, l’ex colonnello viene sottoposto alla terribile tortura dello “stivaletto malese”, una delle trovate più efficaci della storia; l’intervento di Zagor pone fine alla tortura, ma la fuga di Lean verso la salvezza viene interrotta da un kriss lanciatogli nella schiena da uno dei fanatici indiani.


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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 7:05 am    Oggetto: Rispondi citando

I Thugs

Un ruolo rilevante nella vicenda hanno ovviamente i Thugs, i componenti della setta indiana adoratrice della Dea Khalì, la Dea nera che dà il titolo all’albo.

Conosciamo la loro storia e le vicende che hanno portato al loro temporaneo smantellamento dal racconto che l’ex colonnello Lean fa a Zagor e ai suoi due amici.

Negli Stati Uniti – è sempre Lean a raccontarlo – fanno strage di collaboratori e inservienti dell’ufficiale; tentano di strozzare Bat Batterton sulla via verso la villa di Lean, salvato tuttavia dall’arrivo di Zagor e Cico.
Rapiscono Cico e Bat, usciti come due fessi dalla villa nella notte. Curiosa la scena in cui l’anziano Thug cerca di insegnare al ragazzetto come strangolare i prigionieri con l’utilizzo del fazzoletto annodato, il “Rhumal”.
Vengono presi a mazzate da Zagor nella grotta, quando il Nostro interviene per liberare i due amici.

Nella parte finale della vicenda, che si svolge nella villa di Lean, emerge la figura del capo della setta, che altri non è che l’ex ufficiale Harry Jason, pronto a tutto pur di mettere le mani sulla parte del tesoro di David Lean. Se quest’ultimo, come detto, è figura caratterizzati da luci e ombre, il feroce Jason non lascia dubbi: lascia dietro di sé una scia di sangue (compreso l’ex collega Abe Slater), sottopone Lean alla tortura dello stivaletto malese, ferisce Zagor con un colpo di pistola alla spalla.
È solo l’intervento di Sadry, uno dei suoi Thugs, che pone fine alla vicenda: scoperta la vera identità del suo capo e sentitosi tradito nei suoi ideali, lo accoltella alla schiena prima di venire a sua volta ucciso.


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