www.spiritoconlascure.it

[kamoose]

Si conclude il cammino Zagoriano di GLB e probabilmente migliore chiosa non ci poteva essere, tra la manciata di avventure scritte per lo Spirito con la scure questa ? a mio avviso una delle migliori, tre strisce compatte e dal punto di vista narrativo assai solide, senza nessun calo e con un finale beffardo che ho particolarmente apprezzato.
Come gia era successo con la storia del Piccolo popolo GLB lega due avventure in una sola, la storia stavolta segue il suo percorso originale ma il ripescaggio del ?simpatico? stregone Wabashi da nuova linfa alla parte centrale del racconto, la sequenza che vede Zagor in balia del vendicativo indiano ? una delle piu evocative dell?intera serie (ovviamente finora ), insieme all?incredibile comparsa di Titan e allo sparo a tradimento di Coffin.
Zagor che tiene botta nonostante la sua difficile e apparentemente senza speranza situazione, lo stregone che gongola pregustando il piatto della vendetta che va gustato freddo, tutto rovinato dall?entrata in scena di due simpatici soccorritori, il secco e baffuto Skinny e il ben piazzato Big Giona.
Ma la storia era gia cominciata molto bene con il racconto delle disavventure del Vescovo Young, l?assedio della carovana di mormoni e il massacro finale, pagine drammatiche ben rese nei testi di GLB, ottima ? anche la conclusione nella palude dove la banda di tagliagole guidata da Harper trova la giusta punizione.
Cico stavolta non fa nemmeno la comparsa, tranne due battute scambiate all?inizio del racconto (tra un boccone e l?altro) la sua figura ? praticamente assente?in questa occasione viene spedito addirittura a Boston, fosse stato per GLB probabilmente ci sarebbe restato per sempre.
Voto: 7

[SpiritosoConLaScura]

Sar?, ma qui di zagoriano c'? ben poco, anche per gli standard di Bonelli padre...
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Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima!
Guido Nolitta non avrebbe potuto fare di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di essere il suo degno successore.

[kamoose]

Sar?, ma per me ? una delle migliori storie lette finora...davanti gli metto solo Titan e La foresta degli agguati.

Poi non sar? zagoriano (Nolitta su 20 avventure ne aveva scritte solo 4) ma narrativamente ? una storia con pochi difetti, solida, avvincente e con un bel finale

[Ken Parker]

Storia che riesce a trovare stranamente continuit? pur essendo costituita da parti completamente diverse e scollegate tra loro. La parentesi, peraltro memorabile, del tentativo di Wabashi di vendicarsi di Zagor si inserisce in una storia che forse, da sola, sarebbe stata troppo debole. Infatti, al bellissimo prologo rappresentato dal racconto della strage dei Mormoni testimoniato dagli appunti presi sulle pagine di una bibbia, fa seguito il semplice seguire le tracce di un sestetto di mascalzoni che in realt? come G.L. Bonelli ama spesso fare, stanno gi? andando autonomamente incontro al loro destino, su cui l'eroe non avr? modo di incidere. Qualche perplessit? lascia forse la capillarit? del racconto consentito da appunti presi in una situazione tragica e certo non tranquilla come quella dell'assedio subito da parte del vescovo Young.
Lo scambio di ruolo e di posizione tra Zagor e Wabashi ? fantastico, anche se ovviamente deve poter fare affidamento, per realizzarsi, su due elementi entrambi alquanto casuali e/o astrusi: il comparire al momento opportuno di due simpatici ed improbabili alleati (a proposito, sono cos? ben caratterizzati che viene da chiedersi perch? non siano stati riutilizzati; o ricordo male io?), e la scelta di Wabashi di allontanare tutti gli altri indiani rimanendo da solo a vegliare sul suo nemico, dal destino apparentemente segnato. Resta da chiedersi come abbia fatto lo stregone a guadagnarsi la fiducia senza discussioni di indiani di un'altra trib?, ma lasciamo stare!
La contro-vendetta di Zagor ? invece particolarmente intrigante, alimentando il filone di indistruttibilit? e invincibilit? che lo Spirito con la Scure punta a creare intorno alla sua figura; molto bello, quasi commovente, il flashback sul messaggio lanciato con i tamburi da Zagor all'inizio della sua "carriera" di "amico del giusto e nemico del malvagio" a tutti i villaggi delle Terre del Nord.
Zagor comunque non riesce a portare fino allae estreme conseguenze la sua vendetta, da buon giustiziere qual ?. Resta quindi in disparte, insieme ai due nuovi amici, a vigilare sulla sorte del suo nemico. Con lo stesso spirito non esita a tentare di intervenire in soccorso dei criminali autori della strage iniziale solo per salvarli dai tormenti cui i Creek li sottoporrebbero e affidarli invece alla sicura e "dolce" condanna a morte che qualunque giudice emetterebbe contro di loro. Ci penser? GLB a togliere le castagne dal fuoco, facendo intervenire come sempre un assassino casuale e terzo rispetto agli indiani e a Zagor: le vipere della palude, che eliminano i superstiti.
Molto belle le vignette della lotta nella palude, che la colorazione scelta dalla Ristampa volutamente non spinge su tonalit? troppo accese, lasciando un sapore ovattato di luogo senza sbocchi possibili.
Alla fine Zagor e gli altri due non possono far altro che constatare la strage operata dalle forze della natura e filare via velocemente prima che gli indiani si accorgano dela loro presenza
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"SO LONG!"
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[Adriano]

[kamoose]

[SpiritosoConLaScura]

[kamoose]

Avercene di storie colabrodo come questa

Senza dubbio GLB era piu preso da Tex che da Zagor, non credo pero che si sia imposto come scrittore dello Spirito con la scure...immagino che sia stato chiamato a tirare la carretta dallo stesso Nolitta, che chissa per quale motivo dopo un buon inizio ha abbondonato la serie

[kanoxen60]

Il primo pensiero che mi è venuto, a rileggere questa nono e ultimo lavoro di GLB su Zagor, è andato a una storia che molti anni dopo Guido Nolitta avrebbe scritto su Tex: “La grande minaccia” (albi 276-277 della serie mensile).

I punti in comune, pur nella diversità degli sviluppi della trama, sono: il coinvolgimento dei mormoni (qui vittime, là carnefici), il massacro a tradimento di una carovana di coloni, dopo che era stata negoziata una pacifica resa, il ricorrere del nome Young (qui Adam Young è il proprietario della bibbia che finisce nelle mani di Zagor, là era il capo della comunità di mormoni di Cedar City).
Forse che GLB avesse voluto in qualche modo prendere spunto dal massacro di Mountain Meadow per l'avvio di questa storia? Un dubbio che è destinato a rimanermi.

Detto questo, la storia di commiato del papà di Tex si può dividere in due parti: la prima, in cui Zagor è alle prese con Wabashi, il malvagio stregone incontrato nella storia precedente; la seconda, in cui il nostro Eroe va all'inseguimento dei sei farabutti responsabili della strage dei Mormoni.

I titoli dati alle due parti mettono l'accento sulla tragicità delle vicende: “Il messaggio tragico” la prima; “La palude tragica” la seconda.

Nel complesso, una storia che definirei senza infamia e senza lode, ove l'Autore pensa bene di far sparire dalla scena quasi subito il buon Cico, spedito a Boston come messaggero per la comunità di Mormoni, e di affiancare a Zagor due nuovi, caratteristici, compagni di viaggio (Skinny e Big Giona, simpatici nelle loro stramberie).

Zagor, però, contrariamente alle precedenti storie di GLB, non è il solito superuomo, che si libera da solo e senza difficoltà dei nemici che gli si pongono di fronte: qui, infatti, è catturato da Wabashi e sepolto fino al collo nel terreno e si salva solo grazie all'arrivo inaspettato dei due nuovi amici; anche nel prosieguo della storia, in effetti, non è che combini granché (nelle paludi di Winneboga, ad esempio, arriva a giochi fatti).

[kanoxen60]

In compagnia del fidato compagno, Zagor incontra il gruppetto di Uroni di Piccola Volpe accampato non lontano dalle sorgenti di Onotan (pag. 77 del volume 7 della CSAC).

Nota subito la piccola bibbia che l'indiano porta alla cintola e gli chiede dove abbia trovato quell'oggetto (pag. 79).
Dopo aver letto le annotazioni scritte a mano sulla bibbia dal vescovo Young e aver appreso del massacro della piccola carovana da parte di Harper e dei suoi compari, Zagor promette vendetta (“...la traccia di morte non resterà ferma alla piccola Valle dell'Arcobaleno”, dice a Piccola Volpe e ai suoi Uroni, “ma continuerà sino a che i coyotes bianchi non avranno pagato il loro debito”, pag. 89 del volume 7 della CSAC).

Pensa bene di spedire Cico, insieme agli Uroni, fino a Boston per avvertire la comunità di mormoni di quanto accaduto alla carovana di Adam Young (pag. 90), allettandolo con la prospettiva di feste e banchetti (pag. 91).

Giunto alla Valle dell'Arcobaleno, il luogo dove è avvenuto il massacro, accanto agli scheletri delle vittime Zagor giura di nuovo vendetta (“Per mille scalpi! Non avrò riposo sino a quando quei sei giuda non avranno pagato il loro orrendo delitto!”, pag. 93).

In realtà, il Nostro deve subito cercare di salvare la ghirba, posto che proprio mentre è sulla pista dei sei assassini, si trova all'improvviso sotto un attacco indiano (pag. 95).
Capisce che si tratta di un gruppo di Corvi e la voce di colui che li comanda non gli giunge nuova (pag. 95); dopo aver neutralizzato un paio di nemici, tuttavia, viene colpito alla testa dal bastone di una nostra vecchia conoscenza, lo stregone Wabashi, anche lui quanto mai desideroso di vendetta (pag. 100).

Sepolto nel terreno fino al collo (come successo in precedenza anche a Tex), una volta trovatosi di fronte il vecchio nemico, lo Spirito con la Scure non si lascia intimorire e pronuncia subito una profezia (“Verrà presto il giorno in cui lo stregone Wabashi urlerà al cielo la sua angoscia e il suo terrore!”, pag. 103); mantiene il suo sangue freddo anche quando il perfido stregone fa accendere i mucchi di legna e li avvicina sempre più, creando una minacciosa coltre di fumo (“Credi con questo di avermi spaventato? Per far tremare lo Spirito con la Scure ci vuole ben più che uno stregone intrigante e un pugno di miserabili Corvi!”, pag. 107).

[kanoxen60]

Quando intravede le sagome di Skinny e Big Giona che si stanno avvicinando, Zagor cerca di distrarre Wabashi recitandogli, tra l'altro, un proverbio Dakota (“Temi il tuo nemico sino al momento in cui gli avrai tolto lo scalpo”, pag. 110); dopo che lo stregone è stato messo fuori causa dal preciso colpo della fionda di Skinny, pensa bene di riservargli lo stesso trattamento che era toccato a lui, ossia lo seppellisce fino al collo nel terreno (pag. 113), lo spaventa per bene (“Non ti avevo forse detto che avrei fatto una grande magia?...Ora io seggo davanti a te, signore e padrone della tua vita e della tua morte...”, pag. 114), gli taglia i capelli (pag. 115: anche questa, una scena tipicamente texiana), gli spezza il bastone della magia e glielo butta sotto il naso, fingendo di andarsene e di abbandonarlo lì sul posto (pag. 116).
Tuttavia, come chiarisce subito a Skiny e Big Giona, non intende lasciare il malvagio stregone alla sua sorte (“Sbagliate e mi fate torto pensandomi capace di abbandonare un essere umano a una sorte così atroce!”, pag. 117), bensì solo incutergli una bella razione di paura (come dimostra tutta la successiva messinscena dell'attacco dei lupi).



Ripreso il cammino, apprende dai due nuovi compagni le ulteriori malefatte di Harper e dei suoi sgherri, nonché il fatto che si siano cacciati in grossi guai con una tribù di Creek, che stanno dando una caccia spietata ai sei assassini; tuttavia, Zagor afferma di volerli comunque raggiungere per non lasciarli cadere nelle mani dei feroci indiani (“Se cadono nelle mani dei Creek, moriranno fra i tormenti più atroci!”, pag. 127).

E' contento quando Skinny e Big Giona si offrono di accompagnarlo nell'inseguimento (“Qua la mano, coppia di simpatici bugiardi! L'ho sempre saputo che avrei potuto contare su di voi!”, pag. 129); tuttavia, giunti nelle paludi di Winneboga, ritiene prudente lasciare i due amici nelle retrovie mentre lui cerca di attraversare le linee indiane (“Voi non farete niente! Non voglio esporre inutilmente a rischi la vostra pelle!”, pag. 141), anche se pensa che i due non manchino certo di fegato (pag. 142).

Nelle paludi, tutto si svolge velocemente: Zagor neutralizza agevolmente tre Creek, si tuffa in acqua per raggiungere l'isolotto in cui si erano rifugiati Harper e i suoi, scopre il tragico destino che è stato loro riservato, si reimmerge nelle paludose acque per lasciarsi alle spalle i Creek e raggiungere così indisturbato Skinny e Big Giona, in compagnia dei quali si dirige verso Fort Prescott (pag. 147).

[kanoxen60]

Cico, come ho accennato, fa solo una breve apparizione in questa storia.

Al vedere il fumo del bivacco degli Uroni si ricorda che è ora di cena (pag. 77), mentre quando Piccola Volpe, al vederli, porge subito loro il saluto chiamandoli con i loro nomi indiani, il messicano si rammarica della notorietà del suo nome (“Caramba y carambita! Anche gli Uroni conoscono il soprannome che mi hanno appioppato quei dannati Corvi!”, pag. 78 ).

Dopo aver gustato la cacciagione offerta dagli Uroni e dopo che Zagor ha letto sulla bibbia gli eventi accaduti alla carovana di Adam Young, viene spedito a Boston con l'incarico di portare ai Mormoni le notizie relative alla sorte dei confratelli.
Al suo protestare, viene convinto dalla prospettiva di feste e banchetti (pag. 91).

Direi che, in questa storia, siamo veramente al minimo sindacale per il piccolo messicano.

[kanoxen60]

Il posto di Cico viene preso, in questa storia, da quei due strani personaggi che sono Skinny e Big Giona.

Non sappiamo bene cosa facciano nella vita, né come mai si trovassero dalle parti della Valle dell'Arcobaleno; al di là delle loro stramberie (l'abbigliamento di Skinny, le esclamazioni con cui spesso si esprimono), comunque, si rivelano due simpatici e generosi figuri, che non esitano a salvare Zagor dalle mani di Wabashi e ad accompagnarlo nella caccia a Harper e i suoi compari.

Tra loro, i due si scambiano qua e là alcuni bonari sfottò.
Entrano in scena nel momento in cui Zagor rischia di essere affumicato dai fuochi fatti accendere da Wabashi; osservano la scena da lontano, con l'ausilio di un binocolo che Skinny ha probabilmente rubato a un mercante francese di Boston; riconoscono Zagor e decidono di andare a salvarlo (pag. 109). Giunti alle spalle dello stregone, viene applicato il cosiddetto “metodo Skinny”, ossia l'avversario viene colpito da un sasso lanciato con forza dalla fionda del magro personaggio (pag. 111); liberato Zagor, collaborano con lui nel giocare a Wabashi, ora nella scomoda posizione in cui era Zagor, lo scherzetto dei lupi (pagg. 118-122).

Ripreso il cammino, apprende dai due nuovi compagni le ulteriori malefatte di Harper e dei suoi sgherri, nonché il fatto che si siano cacciati in grossi guai con una tribù di Creek, che stanno dando una caccia spietata ai sei assassini; tuttavia, Zagor afferma di volerli comunque raggiungere per non lasciarli cadere nelle mani dei feroci indiani (“Se cadono nelle mani dei Creek, moriranno fra i tormenti più atroci!”, pag. 127).

Una volta sistemato lo stregone, si mettono in cammino con Zagor e, alla prima sosta utile, gli raccontano le malefatte compiute da Harper e dai suoi compari e lo informano del fatto che il loro destino è segnato, avendo alle costole un'intera tribù di inferociti Creek.
Ma lo Spirito con la Scure dichiara di non voler desistere e, allora, i due decidono di accompagnarlo (“Solo per vedere da vicino come riuscirai a cavartela con i Creek”, gli dice Big Giona; in realtà perchè non vogliono lasciare Zagor solo su una pista così pericolosa).

Nelle paludi di Winneboga, Zagor li fa aspettare in zona sicura mentre lui va a sincerarsi della sorte di Harper e compagni; una volta tornato, si incamminano insieme verso Fort Prescott, dove Skinny dice di volersi scolare “...una dopo l'altra, almeno mezza dozzina di bottiglie!”, pag. 147).

Da notare, dicevo, l'abbigliamento di Skinny, che sembra indossare la giacca di un ufficiale dell'esercito russo, con tanto di colbacco in testa ; nonché le espressioni che ogni tanto i due compagni proferiscono (Skinny: “Per la barba di Odino!”, pag. 105; Big Giona: “Corna, fulmini e barili di rhum!”, pag. 106; “Corna, fulmini e birra fresca!”, pag. 117; “Peste, corna, fulmini e rhum bollente!”, pag. 128).

[kanoxen60]

Wabashi è lo stregone Oneida incontrato nella storia precedente, “L'abisso verde”.

Andatosene in malo modo dalla sua tribù dopo che Zagor, presentatosi al campo Oneida con la notizia della morte del mostro preistorico, aveva smascherato le sue losche trame, nutre in cuor suo chiari propositi di vendetta.
Unitosi non si sa come a un gruppo di Corvi, sorprende lo Spirito con la Scure mentre questi è presso la Valle dell'Arcobaleno, intento a seguire le tracce di Harper e i suoi, massacratori della carovana di Mormoni.

Riesce a colpire Zagor alla nuca col suo bastone (così come aveva fatto ai danni della bella Reeda nella storia precedente... ), catturandolo e seppellendolo fino al collo nel terreno.
Cerca di spaventare lo Spirito con la Scure accendendo mucchi di legna e avvicinando il fuoco al nemico, ma senza ottenere risultati tangibili.

Vuole gustarsi in pieno la sua vendetta e manda i suoi compari a chiamare i nemici di Zagor in modo che anch'essi assistano al suo trionfo (pag. 108); la decisione, tuttavia, gli risulta fatale in quanto consente a Skinny e Big Giona di giungergli alle spalle e di stordirlo con un preciso lancio di fionda (pag. 111).

E' il suo turno, dunque, di essere sepolto nel terreno, ma lui non sfoggia la stessa tempra di Zagor: spaventatissimo dal trovarsi nella situazione in cui pochi minuti prima era il suo nemico, comincia a strillare e a invocare pietà.
Zagor gli taglia una ciocca di capelli e mette in piedi la messinscena dell'attacco dei lupi, in modo da spaventarlo in modo definitivo.

Sistemati i lupi, il nostro Eroe lascia il suo nemico in tale scomoda posizione e se ne va in compagnia di Skinny e Big Giona (ma non preoccupiamoci troppo per la sorte dello stregone: l'indomani sarebbero arrivati i “nemici di Zagor” a liberarlo. Che, presumibilmente, si sarebbero convinti una volta di più dell'invincibilità dello Spirito con la Scure.)

[kanoxen60]

I cattivoni responsabili dell'eccidio della carovana di Mormoni di cui Zagor apprende dagli appunti scritti da Adam Young sulla sua bibbia sono Harper (il capo), Fred Costell, Charlie Dingo, Pete Brummel, Bill Stanton e Rocky Reno.

Si tratta di fetentoni di prim'ordine: dopo aver viaggiato con i Mormoni, a un certo punto gettano la maschera e li circondano dopo aver messo in fuga i cavalli; quando un paio di coloni va a parlamentare offrendo tutti i loro beni in cambio della vita, i fetentoni fingono di accettare ma poi sparano a tradimento sui due coloni.
Segue inevitabile strage, incendio dei carri e fuga col malloppo (pagg. 83-88 ).

Zagor si mette subito sulle tracce dei malviventi ma è solo dopo l'incontro con Skinny e Big Giona che ottiene altre informazioni importanti su di loro.
I due amici, infatti, erano a conoscenza delle malefatte di Harper, che da più di 10 anni svolgeva il lavoro di guida, ma era in realtà un lavoro da giuda, posto che le carovane da lui condotte spesso facevano una brutta fine.
Messo alle strette dopo l'ultimo caso di sparizione di coloni, il buon Harper comincia a trafficare alcol con gli indiani, radunando intorno a sé “i peggiori elementi di tutto il Nord Ovest" (pagg. 124-126).

Dopo l'eccidio della carovana di Mormoni, il gruppetto di sei assassini commette l'errore che risulterà loro fatale: l'uccisione di un giovane cacciatore Creek.
Inferocita, tutta la tribù, guidata dal capo Volpe Nera, si mette sulle tracce degli uccisori, che si vedono costretti a riparare nelle paludi di Winneboga.

Li li troviamo, mentre cercano di raggiungere un isolotto, dove illogicamente sperano di essere al sicuro, ma il tiro dei Creek li decima: prima Reno, poi Dingo e infine Brummel cadono sotto i colpi degli indiani.
I tre superstiti, fra cui Harper ferito, capiscono di essere condannati e decidono di compiere una sortita per rompere l'assedio dell'isolotto l'indomani.
La notte, però, porta con sé la lunga mano della giustizia GLBonelliana nella forma di velenossimi serpenti che mordono i tre malfattori mentre sono nel sonno.
E' Zagor ad accorgersi dell'accaduto, dopo aver attraversato con sprezzo del pericolo le linee dei Creek (pag. 144-145).