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MessaggioInviato: Ven Ott 11, 2019 10:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Altra storia di Sclavi completamente originale e atipica...stavolta un puro fantasy nella terra di Golnor!
Non mi dispiacciono queste escursioni nella fantasia più sfrenata, a patto che siano coerenti e comunque , anche se suona strano, "realistiche", cioè accettabili con la sospensione dell'incredulità.
In questi albi Sclavi costruisce un'altra dimensione credibile, dove Zagor fa l'eroe al pari del cavaliere Galad, co-protagonista come paladino del bene.
Tutti le classiche sequenze fantasy ci sono : la lotta contro la Bestia/Drago, l'aiuto del mago saggio, l'assalto al castello, il popolo di omini che vivono in pace, i manufatti magici, l'armata di scheletri, i troll, la bella in pericolo.
Tutti luoghi comuni ma necessari in questa avventura.
Zagor e Cico si muovono bene in questa terra incantata, sia il primo come compagno di battaglie di Galad, sia il secondo con i siparietti con Panko Very Happy
Manca forse un po' di pathos e di epicità (esempio quando Zagor muore e serve l'incantesimo di Elchin), e soprattutto mancano il supporto dei disegni...qui Donatelli non l'ho trovato per nulla azzeccato. Ferri sarebbe stato perfetto, considerata comunque la scarsa alternativa... certo non si poteva (ancora) pretendere un Torricelli in stato di grazia tipo nello Speciale degli Elfi.
Comunque una storia carina, originale, che per una volta ci può stare.
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Magico Vento
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MessaggioInviato: Mer Giu 23, 2021 6:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nonostante io non vada pazzo per il genere fantasy, questa storia di Sclavi mi è sempre piaciuta molto. Sarà anche perché è stata una delle prime che letto, ma l'ho sempre grandemente apprezzata.
Ottimo l'inizio, con un riuscitissimo clima cupo e angoscioso a causa della presenza del libro. Splendida la scena in cui il troll (reso superbamente da Donatelli) giunge nella capanna e Cico lo vede rubare il libro. Bella anche la scena del teschio di fuoco. In questa parte, però, a mio avviso c'è un'incongruenza: pare che Pierre sia stato ucciso mentre scriveva il diario; ma allora chi lo ha messo nella scatola in cui lo trovano Zagor e Cico? Molto avvincente anche la parte a Golnor. Il nemico che ho trovato più inquietante non è il Signore Nero (che alla fine si rivela un avversario meno temibile di quanto sembrava), ma bensì il mago Mord, molto tenebroso in quanto non gli si vede mai il volto. Memorabili anche gli altri personaggi, specie il simpatico Panko (protagonista di divertenti siparietti con Cico) e l'eroico Galad. Epica la scena della morte e resurrezione di Zagor. Bello il finale, forse leggermente affrettato, ma comunque molto godibile.
Belli anche i disegni di Donatelli. I suoi troll sono davvero inquietanti!
Ottime le tre copertine di Ferri. La mia preferita è la seconda, con quel troll sullo sfondo che è meraviglioso.

Soggetto/Sceneggiatura: 8,8
Disegni: 8
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Sab Mag 07, 2022 4:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ho voluto rileggere questa storia dopo forse una trentina d'anni che non lo facevo, per due motivi. Il primo è ovviamente in preparazione alla run attualmente in uscita. Il secondo è che ero curioso di verificare se era davvero così brutta come me la ricordavo.
E sì, lo è. Anzi, anche peggio.

A dire il vero l'inizio mi è anche piaciuto, direi che è la cosa migliore. La gag classica e soprattutto l'introduzione lenta del mistero. Per un po' si cerca di creare la suspense con il non detto e, come i classici zagoriani insegnano, funziona.
Anche se sinceramente fin da piccolo non ho mai capito cosa fosse 'sto teschio di fuoco, buttato lì a caso e senza spiegazione, e perché mai si fosse meritato l'onore del titolo e della copertina. Mah.
Poi però si arriva a Galad e allora ciao.
Ca va sans dire, la cosa peggiore in assoluto è l'aver voluto infilare Zagor in un contesto tolkeniano in cui non c'entra assolutamente nulla. Da ragazzino non sapevo ovviamente che gli sceneggiatori cambiassero (anzi, nemmeno cosa era uno sceneggiatore), ma per me era palese che c'era qualcosa che non andava, che quello non era Zagor.
Per anni, ogni volta in cui ho notato in qualunque narrazione uno stravolgimento o una forzatura dei personaggi, la mia mente è sempre tornata a questa saga come esempio primario di questa logica.
Per tutto il tempo della lettura di allora, ma anche della presente, vedevo un tipo con la scure e la casacca rossa fare cose strane... e allora lo confrontavo mentalmente con Oceano, La marcia, Tigre e mille altre e non c'entrava niente, non lo riconoscevo minimamente, era proprio un'altra struttura narrativa, altri comportamenti.
Eravamo all'inizio del medioevo e si vedeva. La storia successiva era infatti Thunderman e non aggiungo altro. Brick wall

Ma a parte la scelta della tematica, è anche una brutta storia in sè. Salvo solo qualche momento in cui improvvisamente Sclavi dà come una piccola accelerata sul versante dell'intensità (la presa di riscossa di Olom e poi di Galad, il risveglio di Elchin e il pianto di Cico quando pensa che Zagor sia morto), ma per il resto la noia data dal banale spadroneggia, anche molto aiutata dalle assurdità della trama e dei ruoli.
E' un microcosmo costruito con i piedi, in modo superficiale, quando l'unico fattore davvero forte del fantasy è proprio la possibilità di creare un mondo alternativo e credibile, o quantomeno coerente al proprio interno. Qua invece Sclavi butta là un po' di stereotipi senza nessuna impalcatura (i troll, i maghi, i draghi, ecc.) che servono solo da usa e getta.
Il Signore nero è un cattivo da macchietta (a parte il fatto che i cattivi che parlano di loro stessi come "Le forze del male" fanno subito capire di quale narrazione di serie Z facciano parte), senza spessore, personalità, niente. Non pare nemmeno così potente, dato che Mord (comunque altra macchietta) lo sembra molto più di lui.
I combattimenti sono ridicoli, 4 contro decine e condotti un tanto al chilo.
Urmur che va sul campo di combattimento con in mano il libro, quando avrebbe dovuto mandare il grosso a combattere e tenere impegnati i nemici, per fargli guadagnare tempo in modo da correre al castello con una piccola scorta.
I suoi troll in un certo momento sembrano essere solo 3 e poi improvvisamente sono decine.
Il terribile drago fa ridere i polli: ha una pelle che resiste alle pallottole ma Zagor riesce a spaccargli il cranio con la scure, senza peraltro che il mostro se lo scrolli di dosso per tutto il tempo.
E poi vabbè, scontri magici con raggi e mostriciattoli tipo Pokemon (yawn) e amenità varie veramente appassionanti ci conducono alla fine di questa avvincentissima storia.

Aggiungo che i disegni di Donatelli qua sono quanto di più inadeguato. La sua "foresta" che notoriamente è sempre sembrato un boschetto da parco Lambro, in uno scenario possente come richiede il fantasy sembra ancora più miserella. I nemici non godono di alcuna caratterizzazione, mentre sui buoni si va di stereotipo, ma la cosa insostenibile è la componente horror: i mostri sono disegnati come farebbe un bambino delle elementari, non possiedono alcun fascino né inquietudine, e in particolare i teschi non li sa proprio disegnare... ma guardati un manuale di anatomia, non so... ma che roba sono?!

Insomma, me lo ricordavo degno rappresentante del medioevo post Nolitta, e in effetti così è.
E oggi siamo tornati pure da quelle parti. Forse vuol dire qualcosa. Think
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MessaggioInviato: Sab Mag 07, 2022 6:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ricordo che attendevo con impazienza questo fantomatico scontro col signore nero e, soprattutto, col mago Nord e poi uno si è ritrovato col primo che legge un libro e viene sconfitto come un fesso e il secondo con uno scontro che sembra la copia infima di un duello Jedi. Comunque storia troppo breve per avere un qualsivoglia afflato di epicita' e soluzioni narrative di serie zeta. Peccato perché era partita bene.
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cama69
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MessaggioInviato: Dom Mag 08, 2022 7:43 am    Oggetto: Rispondi citando

Walter Maddenbrook ha scritto:
Ho voluto rileggere questa storia dopo forse una trentina d'anni che non lo facevo, per due motivi. Il primo è ovviamente in preparazione alla run attualmente in uscita. Il secondo è che ero curioso di verificare se era davvero così brutta come me la ricordavo.
E sì, lo è. Anzi, anche peggio.

Questa storia l'ho letta più volte, la prima volta avevo 12 anni e mi prese molto, tutta la fase iniziale e la morte di Zagor colpirono la mia mente di ragazzino di allora. Poi negli anni successivi ho cambiato la mia valutazione spostandola verso il basso.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Ca va sans dire, la cosa peggiore in assoluto è l'aver voluto infilare Zagor in un contesto tolkeniano in cui non c'entra assolutamente nulla.

Con tutta la buona volontà non vedo proprio il perchè, forse perchè il genere non piaceva a Nolitta e non lo usava, cosi come il giallo? ma queste erano delle mediocrità di Nolitta, tutti gli autori hanno dei generi che non sono nelle loro corde. Ma se Zagor è adatto a Frankstein, vampiri, licantropi, magie varie non vedo perchè non lo debba essere con il fantasy. Sono convinto anche io che c'è qualche genere che forza un pò troppo le caratteristiche di Zagor ma secondo me non è il fantasy. Se questa storia fosse stata disegnata da un autore adatto in grado di illustrare foreste lussureggianti e misteriose, grandi squarci scenografici, creature affascinanti e creature terrificanti, se Scalvi avesse scritto una trama avvincente, con duelli mozzafiato, come ad esempio lo scontro tra Zagor e la creatura aliena nella storia di Capone la collina sacra, allora le cose sarebbero cambiate totalmente.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Da ragazzino non sapevo ovviamente che gli sceneggiatori cambiassero (anzi, nemmeno cosa era uno sceneggiatore), ma per me era palese che c'era qualcosa che non andava, che quello non era Zagor.

Beato te, io non mi sono mai accorto di nulla da ragazzino, solo quando sono diventato più grandicello mi sono reso conto che cambiavano gli autori. Se quel pazzo di Toninelli non avesse esagerato con tutte quelle botte in testa e ad un certo punto con quelle storielline stanche, mi sarebbe andato bene anche il suo decennio.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Per anni, ogni volta in cui ho notato in qualunque narrazione uno stravolgimento o una forzatura dei personaggi, la mia mente è sempre tornata a questa saga come esempio primario di questa logica.
Per tutto il tempo della lettura di allora, ma anche della presente, vedevo un tipo con la scure e la casacca rossa fare cose strane... e allora lo confrontavo mentalmente con Oceano, La marcia, Tigre e mille altre e non c'entrava niente, non lo riconoscevo minimamente, era proprio un'altra struttura narrativa, altri comportamenti.

Questa storia ha troppi difetti e non mi piace molto, ritengo che Scalvi abbia avuto una ottima idea nel soggetto, ma poi lo ha sviluppato male, tutto qua ho sempre pensato solo questo quando ho letto questa storia. Ma in generale quando leggo una storia di Zagor la giudico per quella che è non me ne importa molto confrontarla con storie di cinquant'anni fa.
Ovviamente quando una storia non mi piace cerco di capirne il motivo, se per la trama, oppure perchè Zagor non è stato descritto in modo che io personalmente lo ritengo coerente con quello originale tenendo conto della ovvia evoluzione visto che sono passati sessant'anni dalla sua creazione. Lo ripeto io mi sono creato un mio Zagor che si evolve nel tempo ma che reputo coerente con quello iniziale e mi preme che gli autori rimangano all'interno di questa mia figura, del mio Zagor.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Eravamo all'inizio del medioevo e si vedeva. La storia successiva era infatti Thunderman e non aggiungo altro. Brick wall

Quella storia non era piaciuta neanche a me fin dal prima volta che l'ho letta, ma l'avevo derubricata come ad una cosa normale e inevitabile. Tanto più che in quel periodo stavo recuperando anche le storie più vecchie e ogni tanto capitava che qualcuna non mi piacesse molto. Con i miei amici discutevamo delle storie e delle diverse collane e ognuno diceva la sua a volte avevamo idee diverse. Ricordo benissimo che alla scuole medie il mio professore di musica leggeva fumetti e a volte quando discutevamo tra noi diceva sempre, ragazzi ricordatevi che ognuno ha le proprie preferenze rispettate le varie opinioni. per tornare e me stesso, ad esempio, lo strano mister Smith non mi era piaciuta molto, ma anche Molok mi lasciò perplesso, a dire la verità neanche lo sceicco nero non mi aveva fatto impazzire e addirittura l'arciere rosso, se non fosse stato per il finale della morte di Willy il rosso, era una delle storie che meno sopportavo. Insomma ogni tanto c'erano delle storie che non mi piacevano e le derubricavo come una cosa del tutto normale e thunderman inizialmente era una di quelle.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Ma a parte la scelta della tematica, è anche una brutta storia in sè. Salvo solo qualche momento in cui improvvisamente Sclavi dà come una piccola accelerata sul versante dell'intensità (la presa di riscossa di Olom e poi di Galad, il risveglio di Elchin e il pianto di Cico quando pensa che Zagor sia morto), ma per il resto la noia data dal banale spadroneggia, anche molto aiutata dalle assurdità della trama e dei ruoli.
E' un microcosmo costruito con i piedi, in modo superficiale, quando l'unico fattore davvero forte del fantasy è proprio la possibilità di creare un mondo alternativo e credibile, o quantomeno coerente al proprio interno. Qua invece Sclavi butta là un po' di stereotipi senza nessuna impalcatura (i troll, i maghi, i draghi, ecc.) che servono solo da usa e getta.
Il Signore nero è un cattivo da macchietta (a parte il fatto che i cattivi che parlano di loro stessi come "Le forze del male" fanno subito capire di quale narrazione di serie Z facciano parte), senza spessore, personalità, niente. Non pare nemmeno così potente, dato che Mord (comunque altra macchietta) lo sembra molto più di lui.
I combattimenti sono ridicoli, 4 contro decine e condotti un tanto al chilo.
Urmur che va sul campo di combattimento con in mano il libro, quando avrebbe dovuto mandare il grosso a combattere e tenere impegnati i nemici, per fargli guadagnare tempo in modo da correre al castello con una piccola scorta.
I suoi troll in un certo momento sembrano essere solo 3 e poi improvvisamente sono decine.
Il terribile drago fa ridere i polli: ha una pelle che resiste alle pallottole ma Zagor riesce a spaccargli il cranio con la scure, senza peraltro che il mostro se lo scrolli di dosso per tutto il tempo.
E poi vabbè, scontri magici con raggi e mostriciattoli tipo Pokemon (yawn) e amenità varie veramente appassionanti ci conducono alla fine di questa avvincentissima storia.

Qui invece, concordo parola per parola, questo secondo me è stata la vera criticità della storia, purtroppo Sclavi ha sbagliato quasi tutto nello sviluppo della trama. Ed è un peccato perchè se Scalvi e Castelli avessero avuto tempo e voglia avrebbero potuto lasciare il segno su Zagor, invece hanno ci lasciato un paio di capolavori assoluti ma anche tante storie da rimpianto. Però entrambi avevano altri progetti e visto che hanno creato dopo, li possiamo comprendere e giustificare, però una punta di rimpianto rimane eccome
Walter Maddenbrook ha scritto:
Aggiungo che i disegni di Donatelli qua sono quanto di più inadeguato. La sua "foresta" che notoriamente è sempre sembrato un boschetto da parco Lambro, in uno scenario possente come richiede il fantasy sembra ancora più miserella. I nemici non godono di alcuna caratterizzazione, mentre sui buoni si va di stereotipo, ma la cosa insostenibile è la componente horror: i mostri sono disegnati come farebbe un bambino delle elementari, non possiedono alcun fascino né inquietudine, e in particolare i teschi non li sa proprio disegnare... ma guardati un manuale di anatomia, non so... ma che roba sono?! k

Concordo parola per parola, Donatelli era un bravo artigiano un disegnatore da sufficienza striminzita, ma nulla di più. Non doveva essere utilizzato in una storia fantasy dove i suoi tanti difetti sarebbero stati amplificati. In questa storia ci voleva un disegnatore di bravura superiore capace di emozionare il lettore con vignette scenografiche e grandi spazi mozzafiato, foreste lussureggianti e/o cupe e misteriose, personaggi affascinanti, creature terrificanti, costruzioni e dimore mozzafiato e cosi via......
Lo ripeto, mi dispiace essere sempre cosi severo con Donatelli, era una bravissima persona, un disegnatore serio e scrupoloso, ma aveva troppe limitazioni e lo ha salvato il fatto che ha illustrato tanti capolavori Nolittiani, però ciò non toglie che con altri disegnatori sarebbero state ancora più belle ed emozionanti.
_________________
Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Dom Mag 08, 2022 10:06 am    Oggetto: Rispondi citando

cama69 ha scritto:
ma queste erano delle mediocrità di Nolitta, tutti gli autori hanno dei generi che non sono nelle loro corde. Ma se Zagor è adatto a Frankstein, vampiri, licantropi, magie varie non vedo perchè non lo debba essere con il fantasy.

Per due motivi.

Il primo è quello che tu derubrichi come "mediocrità" e che per me invece è centrale: se il creatore non ha MAI portato il suo personaggio in determinate tematiche, e non lo ha fatto nonostante abbia spaziato in lungo e in largo per ogni genere, può essere per due (sotto) motivi: o perché riteneva che non era adatto, o perché lui non era capace / non gli piaceva.
Nel primo sottocaso, direi che il parere del creatore nonché di uno dei massimi esperti di fumetti italiani abbia una certa importanza in questa discussione, anche un po' più di quel che possiamo pensare io e te e altri.
Nel secondo, si crea comunque un punto ineludibile di conseguenza: che ciò che il personaggio fa o non fa per 20 anni (cioè la totalità della sua esistenza in quel 1981) LO CARATTERIZZA TOTALMENTE.
Ogni volta che ci facciamo la domanda: "Cosa è Zagor?", ovviamente dobbiamo guardare cosa è stato, con particolare e centrale attenzione alla fase qualitativamente migliore e/o scritta dal creatore (che in questo caso coincidono).
Se è vero oggi, figurati nel 1981. Ergo, questo è il primo motivo per cui Zagor col fantasy non c'entra nulla per COSTITUZIONE intrinseca e formativa.

Per il secondo motivo, di carattere più letterario, bisogna mettersi d'accordo su cosa si intende per "fantasy", perché su questa ambiguità molti ci giocano per potere usare la scusa del "contenitore" che finisce per essere un "cassonetto".
È ovvio che, essendo il fantasy un genere sterminato, molte storie classiche possono rientrarvi (esempio: quelle horror o fantastiche), ma certamente non nella declinazione di sottogeneri come l’heroic fantasy, tipo sword and sorcery, e men che meno l’high fantasy (quello alla Tolkien, per intenderci) caratterizzato da Medioevo romanticizzato, regni incantati, maghi, fate, elfi, eccetera.
Zagor è un fumetto fondamentalmente REALISTA, questo va detto e ridetto all'infinito. Il fantastico, pur presentissimo, si inserisce sempre in una base reale e concreta, ed è proprio il contrasto tra le due cose che permette lo sprigionarsi della meraviglia.
Il fantasy tolkeniano, invece, utilizza il fantastico come BASE dell'ambientazione. Si tratta di un microcosmo con leggi differenti dalle nostre, nel quale elementi da noi considerati magici (maghi, demoni, elfi, folletti, fate, incantesimi, ecc.) e cioè straordinari, sono parte costituente della realtà, e quindi ordinarie.
Così, se mettiamo Zagor (personaggio realista) in quel mondo lo snaturiamo, perché snaturiamo il cuore della tipologia di narrazione che lo contraddistingue.
Un'altra prova lo si è visto nella saga legata a Kandrax di Boselli. Si tratta a mio parere di una ottima avventura fantasy, ma nella quale Zagor fa la comparsa in un contesto che non è il suo, e questo appare proprio lampante.
E lo stesso dicasi - anzi, ancor peggio - di Kandrax, che nonostante sia un personaggio magico e celtico (quindi apparentemente perfetto), in QUEL contesto già magico di suo, diventa un altro personaggio, diventa qualcosa di inutile perché banale, mischiato agli altri.
Diversa era la maestosa inquietudine che quel personaggio sprigionava nel contesto REALISTICO nolittiano, proprio grazie al quale può, per contrasto, creare il terrore arcano.
Tant'è che Boselli, a ulteriore controprova, lo toglie di mezzo per quasi tutto il tempo (non si è mai visto che in una run dichiaratamente legata a un villain, questi compaia per manco un quinto delle pagine).

cama69 ha scritto:
Ma in generale quando leggo una storia di Zagor la giudico per quella che è non me ne importa molto confrontarla con storie di cinquant'anni fa.

A me invece importa eccome perché quella è la base costituente, come dicevo sopra.
Ma in ogni caso qua stiamo parlando di una storia del 1981, quindi gli "anni fa" erano pochissimi, quasi nulli.

cama69 ha scritto:
Lo ripeto io mi sono creato un mio Zagor che si evolve nel tempo ma che reputo coerente con quello iniziale e mi preme che gli autori rimangano all'interno di questa mia figura, del mio Zagor.

E quindi vedi che concordiamo? Se lo vuoi "coerente con quello iniziale", viene da sé che lo devi confrontare con "quello iniziale", appunto. Il migliore e quello del creatore. Appunto.

cama69 ha scritto:
l'arciere rosso, se non fosse stato per il finale della morte di Willy il rosso, era una delle storie che meno sopportavo.

Aspetta, quelle storie che citi, sulle quali concordo anche, sono semplicemente storie non riuscitissime. Nelle quali però, e qua sta la differenza, si vede comunque chiara la mano del fuoriclasse, sia pure in giornata storta, in tutta la linea narrativa, con punte notevoli come ad esempio quella della morte di Willy.
Thunderman invece è una storia stupida, scritta in modo facilone e senza portare rispetto alla testata. E' una storia trash. Nella quale, inoltre, si inserisce un elemento estraneo alla saga (vedi sopra) come il supercriminale di tipo Marvel, cioè dotato di veri superpoteri (in pratica è Electro), contro il quale Zagor non deve essere messo perché è fuori dai suoi confini stabiliti (o se proprio la devi fare questa forzatura, dico io, almeno fallo per scrivere un capolavoro).
E' incredibile solo che sia stato approvato un soggetto del genere, se non appunto in quel periodo da Medioevo nel quale sembra - e queste storie mi sembrano discrete prove - che Bonelli ormai non si interessasse più di tanto delle sorti della testata.
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MessaggioInviato: Dom Mag 08, 2022 1:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Walter Maddenbrook ha scritto:
Se il creatore non ha MAI portato il suo personaggio in determinate tematiche, e lo ha fatto nonostante abbia spaziato in lungo e in largo, può averlo fatto per due (sotto) motivi: o perché riteneva che non era adatto, o perché lui non era capace / non gli piaceva.

La seconda che hai scritto e lo hanno detto in tanti, prendiamo ad esempio il genere giallo, Nizzi qualche settimana fa parlando di Tex ha messo l'accento anche sulle differenza tra GLB e SB ed ha confermato come Sergio Bonelli non amasse alcuni generi tra cui il giallo e aveva grandi difficoltà a strutturarli al tal punto che cercava di starne lontano. Nizzi ha anche aggiunto che Sergio leggeva giusto qualche libro giallo di un autore, che adesso non ricordo, ma che secondo Nizzi era abbastanza scadente e di basso livello. Quindi il fatto che qualche successore di Nolitta fosse in grado di trattare generi che lui non era in grado di maneggiare con disinvoltura penso che portasse solo un arricchimento alla collana e non un danno, modestamente ritengo che Sergio Bonelli la pensasse allo stesso modo, altrimenti credo che non lo avrebbe permesso di fare, magari una volta per urgenza qualche storia poteva anche uscire ma non una seconda volta, terza volta e cosi via.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Nel secondo, si crea comunque un punto ineludibile di conseguenza: che ciò che il personaggio fa o non fa per 20 anni (cioè la totalità della sua esistenza in quel 1981) LO CARATTERIZZA TOTALMENTE.

Ma nella maniera più assoluta, io non sono d'accordo per nulla con questa politica, altrimenti la creatività verrebbe eccessivamente ridotta, quel poco di sperimentazione che consentirebbe di aprire nuovi filoni narrativi sarebbero di fatto chiusi, in pratica la collana si ridurrebbe ad una mera e pura ricapitolazione delle cose accadute nei primi venti anni, mamma mia che tristezza, questo è un fumetto zavorrato e incapace di volare con la fantasia. Almeno io cosi la penso, in ogni caso meno male che non è stato cosi e che gli autori hanno avuto quella giusta libertà di sceneggiare.
Aggiungo inoltre che se la collana per volontà del suo creatore sopravvive a se stesso per decenni e decenni mi sembra logico che se alcune caratteristiche vanno conservate come quelle legate ai principi morali e agli ideali dei personaggi tutte le altre possono e devono cambiare a seconda della sensibilità e della formazione culturale degli autori che si succedono. Poi naturalmente va fatta una verifica caso per caso. Comunque come ho detto prima, per fortuna le cose sono andate in questo modo quindi dal mio punto di vista non ho di che lamentarmi. Vorrei solo una qualità media più alta delle storie.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Ogni volta che ci facciamo la domanda: "Cosa è Zagor?", ovviamente dobbiamo guardare cosa è stato, con particolare e centrale attenzione alla fase qualitativamente migliore e/o scritta dal creatore (che in questo caso coincidono).
Se è vero oggi, figurati nel 1981. Ergo, questo è il primo motivo per cui Zagor col fantasy non c'entra nulla per COSTITUZIONE intrinseca e formativa.

Certo che dobbiamo guardare a cosa è stato Zagor ma essere aperti anche a esplorare nuovi filoni narrativi se portano idee fresche e storie avvincenti. Queste dinamiche sono accadute più di una volta con ottimi risultati anche se poi si fa finta che non ci sono stati, minimizzando la qualità di quelle storie fino a essere benevoli con storie alquanto ridicole come alcune Castellate, di cui si auspica addirittura un ritorno alle edicole. Dobbiamo essere tradizionalisti certo, e non dobbiamo disperdere la storia della collana ma lo dobbiamo essere in modo intelligente e realistico mettendo gli autori soprattutto i più giovani in condizioni di fare il loro lavoro portando le loro idee senza chiedergli inutili conservatorismi tipici di quarant'anni fa che non è nelle corde e nella loro formazione professionale.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Per il secondo motivo, di carattere più letterario, bisogna mettersi d'accordo su cosa si intende per "fantasy", perché su questa ambiguità molti ci giocano per potere usare la scusa del "contenitore" che finisce per essere un "cassonetto".
È ovvio che, essendo il fantasy un genere sterminato, molte storie classiche possono rientrarvi (esempio: quelle horror o fantastiche), ma certamente non nella declinazione di sottogeneri come l’heroic fantasy, tipo sword and sorcery, e men che meno l’high fantasy (quello alla Tolkien, per intenderci) caratterizzato da Medioevo romanticizzato, regni incantati, maghi, fate, elfi, eccetera.

Allora, per prima cosa riportiamo la discussione sul giusto binario, è ovvio che il fantasy high come lo hai chiamato tu non è un genere che deve essere ricorrente su Zagor, magari qualche una-tantum se c'è una buona idea stuzzicante e io credo che se Nolitta oltre ad una certa cinematografia avesse amato Tolkien una qualche incursione l'avrebbe fatta eccome in quel magico modo. Lui ha saccheggiato (parole sue) tutti i generi che gli piacevano e sapeva maneggiare, questa è stata la filosofia della collana, l'impostazione di base è quella western anche se con un realismo alquanto ballerino, su alcuni aspetti si su altri no, su altri ci sono sfasamenti temporali, insomma come disse Manfredi Zagor è una specie di minestrone dove Nolitta sapeva dosare gli ingredienti a seconda delle storie. Ovviamente se si vuole scrivere una storia high fantasy che è un genere un pò estremo per Zagor bisogna fare doppia attenzione e curvare questo fantsy estremo alle caratteristiche di Zagor. Secondo me si può fare qualche storia.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Zagor è un fumetto fondamentalmente REALISTA, questo va detto e ridetto all'infinito. Il fantastico, pur presentissimo, si inserisce sempre in una base reale e concreta, ed è proprio il contrasto tra le due cose che permette lo sprigionarsi della meraviglia.
Il fantasy tolkeniano, invece, utilizza il fantastico come BASE dell'ambientazione. Si tratta di un microcosmo con leggi differenti dalle nostre, nel quale elementi da noi considerati magici (maghi, demoni, elfi, folletti, fate, incantesimi, ecc.) e cioè straordinari, sono parte costituente della realtà, e quindi ordinarie.
Così, se mettiamo Zagor (personaggio realista) in quel mondo lo snaturiamo, perché snaturiamo il cuore della tipologia di narrazione che lo contraddistingue.

Il realismo di Zagor non è quello di Ken Parker me è piuttosto ballerino, inoltre la collana con Nolitta aveva fatto incursioni in quasi tutti i generi e mi sembra strano che non può farla in un microcosmo con le leggi del fantasy, ovviamente devono essere casi una-tantum perchè il genere è particolare. Tuttavia le prevaricazioni, le ingiustizie, i deboli e gli oppressi, cosi come i tiranni e gli esseri crudeli abbondano anche in quel microcosmo, pertanto visto che Zagopr li combatte da sempre perchè non potrebbe farlo anche li. Anche perchè con una storia avvincente e un disegnatore adeguato potrebbe venir fuori una storia speciale e affascinante.
Nel piccolo Nolitta ha creato dei microcosmi fantasy anche se laegati alla nostra realtà, basta pensare ad acque misteriose o viaggio senza ritorno, lo so bene che sono appena accennati, però se qualche altro autore come Sclavi sentiva di essere in grado di spingersi più in la e immergere Zagor direttamente in un microcosmo alla Tolkien perchè non farglielo fare. Se avesse scritto una storia di qualità ben più elevata e avvincente con disegni adeguati staremmo a parlare d'altro.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Un'altra prova lo si è visto nella saga legata a Kandrax di Boselli. Si tratta a mio parere di una ottima avventura fantasy, ma nella quale Zagor fa la comparsa in un contesto che non è il suo, e questo appare proprio lampante.

Mah, ottima avventura fantasy dici? io credo che quella storia è una delle meno riuscite di Boselli indipendentemente da come si muovono Zagor e Kandrax. Come lui ebbe ad ammettere, quella storia non riuscì come avrebbe voluto, forse troppi personaggi, troppe trame e sotto-trame e soprattutto il collegamento tra Kandrax-fantasy non fu felice come giustamente hai scritto dopo. Troppe novità in una storia sola, il lettore medio credo che sia rimasto abbastanza confuso.
Walter Maddenbrook ha scritto:

E lo stesso dicasi - anzi, ancor peggio - di Kandrax, che nonostante sia un personaggio magico e celtico (quindi apparentemente perfetto), in QUEL contesto già magico di suo, diventa un altro personaggio, diventa qualcosa di inutile perché banale, mischiato agli altri.
Diversa era la maestosa inquietudine che quel personaggio sprigionava nel contesto REALISTICO nolittiano, proprio grazie al quale può, per contrasto, creare il terrore arcano.
Tant'è che Boselli, a ulteriore controprova, lo toglie di mezzo per quasi tutto il tempo (non si è mai visto che in una run dichiaratamente legata a un villain, questi compaia per manco un quinto delle pagine).

Hai centrato perfettamente la criticità della connessione tra Kandrax e quel mondo fantasy celtico. Il depotenziamento del personaggio e la perdita di quell'aurea di mistero, inquietitudine che un personaggio del genere manifestava in una storia reale, sono d'accordo con te Kandrax andava usato in un microcosmo reale.
Walter Maddenbrook ha scritto:

A me invece importa eccome perché quella è la base costituente, come dicevo sopra.
Ma in ogni caso qua stiamo parlando di una storia del 1981, quindi gli "anni fa" erano pochissimi, quasi nulli.

Per questo ogni lettore è diverso da un altro. I miei amici a cui presto gli albi neanche sanno chi scrive le storie, si soffermano sui disegni, e inoltre si ricordano appena che Zagor è stato creato da Sergio Bonelli e non si ricordano neanche le sue vecchie storie, tanto per parlare di lettori.
Io sono come sono e non mi posso cambiare, ma nel caso specifico, sono contento di non essere un nostalgico Nolittiano cosi forte come alcuni di voi, non soffro di lesa maestà se qualche autore utilizza una sua storia o suoi personaggi, ma valuto le storie mese per mese senza fare confronti. Questa mia filosofia mi ha portato a leggere con soddisfazione la collana anche negli ultimi quarant'anni a volte con entusiasmo altre volte con moderata soddisfazione, altre volte con meno soddisfazione, ma comunque sempre con piacere, almeno finora. Forse voi non ci riuscirete mai perchè se avete Nolitta sempre nella testa mi sa che vi incacchierete un mese si e l'altro pure.
Walter Maddenbrook ha scritto:
E quindi vedi che concordiamo? Se lo vuoi "coerente con quello iniziale", viene da sé che lo devi confrontare con "quello iniziale", appunto. Il migliore e quello del creatore. Appunto.

Ma io voglio uno Zagor coerente con quello Nolittiano nella sua personalità e soprattutto nei suoi principi morali e nelle cose in cui crede, cosi come voglio la stessa coerenza con gli altri protagonisti della collana. Ma su tutto il resto tendenzialmente non ho nulla in contrario a dare libertà agli autori.
Walter Maddenbrook ha scritto:
Aspetta, quelle storie che citi, sulle quali concordo anche, sono semplicemente storie non riuscitissime. Nelle quali però, e qua sta la differenza, si vede comunque chiara la mano del fuoriclasse, sia pure in giornata storta, Thunderman invece è una storia stupida, scritta in modo facilone e senza portare rispetto alla testata. E' una storia trash. Nella quale, inoltre, si inserisce un elemento estraneo alla saga (vedi sopra) come il supercriminale di tipo Marvel, cioè dotato di veri superpoteri (in pratica è Electro), contro il quale Zagor non deve essere messo perché è fuori dai suoi confini stabiliti (o se proprio la devi fare questa forzatura, dico io, almeno fallo per scrivere un capolavoro).

Ma certo che è cosi, Thunderma e alcune Castellate non sono confrontabili con alcune storie minori di Nolitta, ma quando da ragazzino di undici anni anni non avevo pensato a nulla di tutto questo, Thunderman l'avevo derubricata come una normale storia poco riuscita come alcune altre storie precedenti.
Walter Maddenbrook ha scritto:
E' incredibile solo che sia stato approvato un soggetto del genere, se non appunto in quel periodo da Medioevo nel quale sembra - e queste storie mi sembrano discrete prove - che Bonelli ormai non si interessasse più di tanto delle sorti della testata.

Nessuno può sapere la verità, magari Nolitta si interessava eccome alla collana ma purtroppo in assenza di un suo successore era costretto ad accettare anche alcune Castellate e Sclavate, magari corrette un pò qua e la come era capitato anni prima con Molok, pena la non uscita dell'albo in edicola che avrebbe avuto effetti mortali per la collana.
Detto questo, che agli inizi degli anni 90 non riponesse quasi più speranze nella collana è un dato di fatto, visto che lo disse chiaramente, ma che non gli interessasse la collana dieci anni prima nel 1980 quando la collana vendeva 200000 copie mi sembra poco credibile.
_________________
Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.


Ultima modifica di cama69 il Dom Mag 08, 2022 4:37 pm, modificato 8 volte in totale
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MessaggioInviato: Dom Mag 08, 2022 1:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

ElEmperador ha scritto:
Mediocrita and Nolitta Brick wall Brick wall Brick wall Brick wall Shame on you

Certo, tutti abbiamo delle mediocrità, cosa ho detto di cosi strano? a me sembra di aver detto una cosa fin troppo ovvia.
Ad esempio Castelli e Scalvi sapevano scrivere storie che Nolitta non era in grado neanche di pensare e viceversa Nolitta sapeva fare cose che Scalvi e Castelli non erano in grado di pensare. Essere un grande autore di fumetti non significa saper fare tutto come se fosse un Dio.
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Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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MessaggioInviato: Mar Mag 10, 2022 11:33 am    Oggetto: Rispondi citando

Molti criticano queste storie fantasy, senza rendersi conto che il vero fantasy sono le storielle sui pellerossa, favolette che raccontano sempre la storia del buon selvaggio contrapposto al cattivo civilizzato.
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