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GIL
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Autore Messaggio
Angelo1961
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 10:36 am    Oggetto: Rispondi citando

In puro e meraviglioso stile anni settanta... Scritto praticamente in diretta! Applause Applause Applause
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)
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polpetta
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 10:51 am    Oggetto: Rispondi citando

le copertine però erano di molto belline.

e mi sento di difendere a spada tratta TuttoWest, collana senza la quale non avrei mai potuto leggere Hondo o Kociss (nè tantomeno River Bill, ovviamente).
e poi sono stato addirittura pubblicato nella pagina della simil/posta di quella serie con tanto di risposta di Boselli! Cool
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Puro Veleno
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 2:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Proseguo con la rassegna.



Gil # 2 - I “CANI” DELLA NOTTE
Soggetto e sceneggiatura : Ennio Missaglia
Disegni : Ivo Pavone
Copertina : Vincenzo Monti



Seconda avventura del nostro cowboy vagabondo che lasciatosi alle spalle la città di Jerome punta verso Phoenix, la capitale dell’ Arizona.
L’intenzione è quella di recarsi a trovare Sally Roux, una ragazza che non rivede da un pò e con la quale c’è del tenero, prima però compie una sosta fermandosi da un vecchio amico, Lousy, presso un cimitero di auto per scambiare quattro chiacchiere e trascorrere la nottata a bere e a giocare a carte con lui.
La quiete notturna del luogo defilato viene improvvisamente turbata dal rombo delle motociclette dei “Cani arrabbiati”, una banda di teppisti dediti a furti e illegalità, che l’ hanno scelta come teatro per i propri traffici.
Se non bastasse, una banda rivale, gli “Spettri”, giunge sul posto ingaggiando una battaglia a suon di mazze e catene avendo, però, la peggio e lasciando campo libero ai “Cani“.
Gil ha assistito alla scena guardandosi bene dall’ intervenire, cosa che purtroppo per lui è costretto a fare quando l’occhio di uno dei “Cani” cade sul suo bel cavallo.
Il cowboy difende il possesso del cavallo destreggiandosi con i pugni fin quando reputa cosa saggia inforcare il quadrupede ed allontanarsi velocemente dalla zona prima di rischiare di venir sopraffatto dal numero degli avversari.
Intanto un paio di malavitosi, Lexter e Roberts vecchie conoscenze della polizia, hanno raggiunto il cimitero come concordato per spartirsi il bottino commissionato alla banda e preoccupati che i loro nomi siano arrivati all’orecchio del cowboy decidono di mettergli il sale sulla coda.
Prima il povero Lousy viene picchiato per rivelare quel poco che sa (ma sufficiente per mettere nei guai la ragazza Sally), poi scatta la trappola per Gil atteso nell’appartamento di Sally dai due gangsters ansiosi di sistemarlo definitivamente.
Gil, dopo essersi brillantemente liberato dagli inseguitori motorizzati in un parco cittadino, ha il buon cuore di tornare il giorno dopo al cimitero delle auto per sincerarsi della situazione di Lousy e di apprendere gli sviluppi della faccenda.
Per qualche attimo è tentato dal desiderio di mettere il maggior numero di miglia tra lui e i gangster, ma poi il timore di lasciare in una brutta situazione l’amica Sally lo convince a recarsi alla sua abitazione.
Qui le cose si mettono male perché dopo un’alternanza di situazioni nel “pugilato” Gil capitola e sta per essere freddato dalla pistola di Lexter quando due poliziotti della squadra speciale, allertati della presenza dei banditi, irrompono nell’appartamento e mandano a spalar carbone da Messer Satanasso i due tomi restii a gettare le armi.
Per festeggiare lo scampato pericolo Sally invita Gil a scatenarsi in discoteca con lei, ma il nostro riottoso cowboy alla prima occasione taglia la corda, salta in groppa al cavallino e gli sussurra all’orecchio “Messico o California?”

Qualche osservazione :

- possibile che l’ autore (E. Missaglia) non avesse pensato di dare un nome al cavallo di Gil? Il cowboy lo chiama affettuosamente “vecchio”, “amico”, “bello”, “fratello”, ma ad un animale proprio (gatto, cane, pappagallo, … ) chi è che non si degna di affibbiargli un nome?
- per la seconda volta Gil si trova invischiato nei guai proprio per la presenza del quadrupede (nel primo caso i ragazzotti che si burlavano dell’animale in città, questa volta per il suo possesso).
- lo scontro a botte nell’appartamento è sceneggiato proprio male: Gil entra, rimedia un calcione e due “carezze” con il calcio della pistola che basterebbero a stordire abbondantemente una persona. Malgrado ciò approfitta di una distrazione e gonfia di botte i 2 soci, convinto di aver chiuso il discorso volta le spalle e questi si rialzano e lo pestano come un tappeto. Dopo l’ irruzione della polizia è di nuovo in piedi e pronto per la discoteca. Mah.
- occhio all’espressione che Monti disegna a Gil sulle copertine: è quasi sempre quella di uno che sgrana gli occhi con l’aria di chiedersi “ma che ci faccio io qua ?”
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 3:03 pm    Oggetto: Rispondi citando



Gil #3 – EL COYOTE
Soggetto e sceneggiatura: Ennio Missaglia
Disegni: Vladimiro Missaglia
Copertina: Vincenzo Monti


Nel suo vagabondare Gil è arrivato a San Diego dove in uno snack-bar si imbatte casualmente in Steve Ralson, vecchio commilitone dei tempi del Vietnam.
L’ex compagno d’armi adesso è un poliziotto con il quale Gil scambia volentieri quattro chiacchiere.
Uscendo dal locale Steve viene aggredito da tre tizi che se la prendono anche con Gil.
Messi in fuga a suon di pugni gli aggressori Steve racconta a Gil i presunti motivi dell’ intimidazione: il fatto di occuparsi con scrupolo e coscienza senza scendere a compromessi della piaga del transito illegale quotidiano di migliaia di messicani oltre la frontiera compiuta dai trafficanti della malavita con la copertura di ufficiali e funzionari conniventi.
Gil segue l’ amico alla stazione di polizia dove questi gli illustra nei dettagli la situazione, tuttavia la riluttanza nel seguire la vicenda avrebbe la meglio su di lui se non fosse più tardi testimone della tragica sorte di alcuni disgraziati arsi vivi in un camion che uno dei principali trafficanti Ramon Solinas, detto El Coyote, stava portando negli USA e che abbandona al loro destino per sfuggire alla legge.
Scosso dall’evento al quale ha assistito Gil decide di collaborare con l’amico scendendo a Tijuana, dove in possesso di alcune informazioni fornitegli da Steve, conta di spacciarsi per disperato in cerca di un passaggio negli States in modo da incastrare El Coyote.
Sfortunatamente per lui, dopo aver ottenuto il viaggio pagandolo profumatamente, viene riconosciuto da un messicano che era stato respinto alla frontiera e la soffiata alle orecchie del “Coyote” lo costringe ad una variazione del piano concertato. Riesce comunque, appollaiato sul portabagagli del furgone Rolling Eyes, a restare agganciato ai messicani che quella notte avevano pronto un carico di armi per la malavita californiana.
Colpi di scena finali una volta superata la frontiera con l’amico poliziotto Steve prima sorpreso dal Sergente Stone al soldo dei messicani e poi salvato dal Capitano Peterson sul quale erroneamente si erano inizialmente appuntati i sospetti di complicità con la mala.

Curiosità: ci sono 2 momenti nella storia che sembrano quasi posticci, cioè aggiunti per raggiungere il numero canonico di tavole (pagg. 31-32 quando l’agente Steve tampona un mezzo che lo precede e pagg. 71-72 quando Gil viene scambiato per un guardone di coppiette).
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Lungo Fucile
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 10:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carlo_Monni ha scritto:
Lungo Fucile ha scritto:
Grazie per il complimento, Carlo... Cool


Sicuro che sia un complmento? Laughing Laughing Laughing


Certo che sì!
La dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i miei gusti differiscono dai tuoi.
Più complimento di così...
Laughing

Come scritto altrove, pur riconoscendone i limiti, apprezzo questa serie perchè il personaggio è ripreso (quasi) paro paro dal Sonny Steel di "Il Cavaliere Elettrico", film di Sidney Pollack con protagonista Robert Redford.
Ed è curioso scoprire che il buon Redford abbia, unico caso salvo clamorose smentite, prestato il proprio volto (oltre che le caratteristiche di base) a ben due personaggi Bonelli:
Gil/Sonny Steel appunto, e l'amatissimo Ken Parker/Jeremiah Johnson di "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo", anche questo - che caso - diretto da Pollack!
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In una città, un uomo solo è veramente solo.
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Carlo_Monni
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MessaggioInviato: Ven Nov 18, 2016 11:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

Lungo Fucile ha scritto:
Carlo_Monni ha scritto:
Lungo Fucile ha scritto:
Grazie per il complimento, Carlo... Cool


Sicuro che sia un complmento? Laughing Laughing Laughing


Certo che sì!
La dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i miei gusti differiscono dai tuoi.
Più complimento di così...
Laughing


In effetti anch'io ne vado fiero. Laughing Laughing Laughing
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Carlo
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 9:21 am    Oggetto: Rispondi citando


Gil #4 – COLORADO!

Soggetto e sceneggiatura: Ennio Missaglia
Disegni: Ivo Pavone
Copertina: Vincenzo Monti


Lasciata la frontiera con il Messico dopo la sua ultima avventura ritroviamo Gil e il suo stallone a spasso nel Colorado e in particolare nel magnifico scenario del Grand Canyon.
Qui tra alti pinnacoli di arenaria, cascate spumeggianti e ponti di legno sospesi su abissi Gil segue rapito le evoluzioni di un deltaplano di passaggio nei cieli fin quando l’improvviso arrivo di un elicottero non turba la pace del luogo.
Per il deltaplanista non c’è scampo quando viene colpito dalla pallottole e a stento atterra nel ghiaione prima di spirare vicino a Gil che testimone del fatto e preso di mira azzarda la fuga servendosi proprio del deltaplano.
Tallonato senza tregua dall’elicottero il cowboy volante riesce con abile manovra a levarsi gli inseguitori trascinandoli sui cavi dell’alta tensione per poi, una volta ritrovato il quadrupede, dirigersi verso la cittadina più vicina per informare le forze dell’ ordine.
Prima di arrivarci però si avvede della presenza in zona di una diga e si avvicina fiducioso al personale in vista, ma appena sentite le sue parole viene aggredito e costretto alla fuga.
Non ha miglior sorte una volta raggiunta la cittadina di Anita dove viene immediatamente preso in consegna da due agenti ai quali si era rivolto candidamente e schiaffato in galera con lo sceriffo che non vuol manco starlo sentire.
Per sua (grande) fortuna però qualcuno ha assistito alla scena , si tratta nientemeno che di Ada Warren giornalista e figlia del proprietario del quotidiano locale, che fiutando qualcosa di poco chiaro comincia a indagare incrociando le sue informazioni con quelle di Gil che dopo un giorno di gattabuia coglie la palla al balzo e approfittando di una distrazione dei guardiani prende il volo.
Per la cronaca il marcio stava nelle speculazioni che una società conduceva su terreni (a rischio inondazione per le probabili frane : vedi caso Vajont) presso la diga e che un tecnico stava per rivelare prima di essere soppresso.
Una volta rimorchiato il cowboy i giovani si dirigono in auto nella località del misfatto per raccogliere prove e scattare qualche foto , qui però sono sorpresi dallo sceriffo (a libro paga) con alcuni suoi degni aiutanti.
Ne segue una fuga precipitosa prima dell’happy end raggiunto attraverso telefonata da un bar alla redazione del giornale con scoop che svela gli intrallazzi della “cricca”.

Notare che questa volta Gil “consuma” anche senza rendersene conto.



Osservazione: mi accorgo adesso che, a differenza degli altri protagonisti bonelliani dell’epoca, Gil per una scelta dettata dall’amara esperienza nel Vietnam non porta con sé nessuna arma (nemmeno un coltellino).
E’ anche per questo motivo che nelle copertine risulta più “inerme” di quanto un lettore sia abituato a vedere (persino il contemporaneo Martin Mystere utilizzava allora spesso il Murchadna, se si scrive così).
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simon
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 9:28 am    Oggetto: Rispondi citando

belle queste schede Veleno! Very Happy non capisco cosa aspettavi a postarle... Applause
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 9:31 am    Oggetto: Rispondi citando



Gil #5 – INTRIGO A LAS VEGAS

Soggetto e sceneggiatura: Ennio Missaglia
Disegni: Vladimiro Missaglia
Copertina: Vincenzo Monti


Per togliersi dalla mente il pensiero della bella giornalista con la quale ha vissuto l’avventura precedente ("Colorado !") Gil decide di far rotta verso Nord, nel Nevada e precisamente a Las Vegas dove il divertimento e le attrazioni non mancano.
La sorte al tavolo verde (ma anche con la slot machine) si mostra particolarmente benigna finché il cowboy non si rende conto di essere stato agevolato da croupier troppo intraprendenti che “lavorano” in proprio rispetto la casa madre e che hanno il vizietto di pretendere poi la riscossione della vincita.
Quando anche il boss del locale, Fred Marlowe, scopre il sistema decide di fare piazza pulita servendosi di Gil, nel frattempo invaghito della graziosa Cora messagli gentilmente a disposizione dal capoccia.
Scatta la trappola per il personale infedele con Gil, che sentendosi in debito per le attenzioni ricevute, collabora alla riuscita attenendosi alla sua parte di doppiogiochista.
Al momento della resa dei conti anche lui però rischia di ricevere la sua dose di piombo caldo dal boss che non vuol lasciare testimoni in giro. Fortuna vuole che la bella Cora, che aveva seguito furtivamente gli esiti del piano, sacrifichi la propria vita lanciandosi con l’auto contro i killer salvando la vita a Gil per il quale trepidava.
La vendetta di Gil non si fa attendere: scampato alla morte la sera stessa sorprende nel suo appartamento all’ ultimo piano (ma come ha fatto ad entrare ?) Marlowe e dopo uno scontro serrato lo fa volare a suon di pugni dalla finestra fino al marciapiede sul quale conclude la sua carriera di delinquente.
E’ tempo di riprendere il cavallo e ripartire verso altri lidi.

Curiosità :
- fa la sua apparizione in qualità di prestigiosa guest-star nientemeno che “The Voice” Frank Sinatra.



- altro momento in cui Gil rievoca la guerra in Vietnam e la sua cattura ( cfr. "Il cacciatore" di M. Cimino ). manca solo la roulette russa.



Comunque, con tutte le ingenuità che si vuole, per me la migliore delle 5 rilette finora.
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 9:32 am    Oggetto: Rispondi citando

simon ha scritto:
belle queste schede Veleno! Very Happy non capisco cosa aspettavi a postarle... Applause

Finite queste, se interessa, ho pronte anche le schede di JUDAS.
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One Eyed Jack
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 9:53 am    Oggetto: Rispondi citando

Beh, lì si cresce parecchio di livello, perbacco! Applause
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 10:09 am    Oggetto: Rispondi citando

interessa interessa, ma andiamo con calma , assaporiamo Gil intanto Cool
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MessaggioInviato: Sab Nov 19, 2016 10:59 am    Oggetto: Rispondi citando

Grande Puro Veleno Applause Applause Applause
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Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.
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MessaggioInviato: Dom Nov 20, 2016 10:11 am    Oggetto: Rispondi citando



Gil #6 – PLUTONIO

Soggetto e sceneggiatura: Ennio Missaglia
Disegni: Ivo Pavone
Copertina: Vincenzo Monti


Ci troviamo nei pressi di Marysville, California.
Gil cerca un riparo per trascorrere la notte in un vecchio granaio, all’ interno ci sono già degli hobos che lo scambiano per un malintenzionato aggredendolo. Nei giorni precedenti alcuni di loro erano già stati malmenati con l’intenzione di allontanarli dal sito. Una volta chiariti gli equivoci e tornata la calma Gil familiarizza con la compagnia e al mattino si spinge in città prendendo a prestito la motocicletta di uno dei tizi.
Trovatosi presto in riserva decide di fermarsi ad un distributore di benzina dove viene allontanato in malo modo e diventa testimone di un sanguinoso attacco che costa la vita alla scorta di un furgone blindato (8 uomini) sopraggiunto e il furto dei contenitori di biossido di plutoni, materiale fondamentale per la costruzione della bomba atomica.
Combattuto tra l’istinto della fuga e il dovere di collaborare con la legge Gil tentenna sul luogo finché l’ arrivo di due volanti della polizia risolve la questione.
Le legnate che il malcapitato cowboy riceve durante i ripetuti interrogatori sono davvero abbondanti (anche se le doti d’incassatore come visto in precedenza gli appartengono), alla fine dopo aver convinto della propria estraneità ai fatti viene rilasciato, ma marcato da un costante pedinamento.
Infatti il tenente Rupolo, che coordina le indagini, pensa bene di utilizzarlo come esca involontaria informando la stampa che il cowboy ha visto bene in faccia i terroristi del commando.
I quali falliscono nel primo tentativo per la prontezza di riflessi dell’ex sergente in Vietnam che se la cava brillantemente, ma hanno poi l’occasione di chiudere definitivamente la partita quando sorprendono il cow boy e gli agenti al vecchio granaio (luogo scelto, guarda un po’, per celare i contenitori di plutonio nell’ attesa di venderli ai committenti).
A salvare capra e cavoli sarà il provvidenziale arrivo dei “barboni” decisi a difendere il proprio territorio dalle intrusioni altrui ribaltando la situazione critica.

Pessima storia, la peggiore tra quelle rilette finora.
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Lungo Fucile
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MessaggioInviato: Dom Nov 20, 2016 12:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Premetto che pur avendo recuperato tutti e 11 gli albi devo ancora iniziare a leggerlo sto Gil qua - quindi non escludo che la collana possa non piacermi - mi chiedo, leggendo le recensioni di Puro Veleno, se la sua breve vita editoriale sia dovuta al fatto che il personaggio non incarnasse minimamente l'eroe invincibile e invulnerabile alla Tex o Zagor (tanto per fare due esempi) con cui potersi immedesimare.
Figuriamoci se il lettore medio degli anni 80 poteva avere simpatia per uno che le prendeva di santa ragione da chicchessia.
Ripeto, devo ancora iniziare a leggerlo ma se davvero è come sembra, Gil era (forse) avanti con i tempi...
E bravo Missaglia!
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