www.spiritoconlascure.it

[Lungo Fucile]

Grazie per il complimento, Carlo...
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In una città, un uomo solo è veramente solo.

[Carlo_Monni]

[stimeex]

Tornando seri volevo rispondere in merito ad Enzo.

[Angelo1961]

Non sono 11 numeri, sono 11 serie...
Ma scherzate? IL recupero delle serie storiche è stata una delle cose più belle della Bonelli.
Sono stati ben 45 numeri!!!!
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[stimeex]

Leggi cosa ho scritto Angelo.

11 citato da Enzo è relativo a Gil penso proprio.
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La vita è fatta di scelte. Di alcune ci pentiamo, di altre siamo fieri. Siamo quelli che decidiamo di essere.
Graham Brown.

[Enzo]

[Puro Veleno]

Anni fa, dopo la rilettura in successione degli albi della serie, mi era venuta la voglia di buttare giù impressioni e pareri sulle storie lette.
Ripesco dai miei archivi la prima “scheda” che scrissi all’epoca e la posto per chi fosse interessato.




GIL # 1
Soggetto e sceneggiatura: Ennio Missaglia
Disegni: Vladimiro Missaglia
Copertina: Vincenzo Monti


L’albo si apre con gli spari di alcuni cacciatori ad un cervo a richiamare l’ attenzione (e il disprezzo) di Gil che si allontana dalla scena a cavallo dirigendosi verso la città di Jerome alla ricerca di qualche dollaro di cui ha necessità.
“Parcheggiato” il quadrupede in un vicolo nel retro di un locale, Gil trova un provvisorio impiego dietro il bancone di un bar e al termine della serata in strada viene coinvolto dalle provocazioni di alcuni ragazzotti in una scazzottata che si tramuta in dramma con l’involontario accoltellamento mortale di un giovane ad opera di un suo amico.
Mentre gli “amici” si dileguano Gil resta impotente e sgomento sulla scena con il risultato di apparire agli occhi dell’autopattuglia sopraggiunta il responsabile del fatto.
La fuga è conseguente come l’inseguimento per le strade notturne fin quando Gil si getta sul Rio Verde, un corso d’ acqua laterale, sperando di scrollarsi di dosso i poliziotti, ma gli sbirri non demordono e lo catturano.
Le immediate giustificazioni di Gil non vengono minimamente prese in considerazione al punto che il cowboy si convince che l’unico modo per cavarsela sia reagire con la forza e riprendere il largo, cosa che gli riesce anche bene sbarazzandosi con una certa brillantezza dei due agenti.
Intanto i giovani, preoccupati il giusto, raggiungono la villa del ricco padre di Ron, l’accoltellatore, e prendono accordi per levarsi dagli impicci. La questione è: capire se il cowboy si è impresso le loro facce o meno e per questo decidono di provare a rintracciarlo prima della polizia.
In famiglia emergono dei dissapori: il padre è disposto a coprire il figlio soprattutto per evitare uno scandalo ma fino a un certo punto, la sorella Ambra prende apertamente le difese del povero cowboy accusato ingiustamente, Ron propone tranquillamente di farlo fuori incorrendo nella severa reprimenda del genitore inorridito da cotanto ardire.
Nel giorno seguente si intensificano le ricerche: elicotteri della polizia da un lato, auto e moto dei giovani dall’altro setacciano la zona circostante. Intanto il ragazzo gravemente ferito muore in ospedale dopo avere, in un momento di lucidità, scagionato il cowboy. Lo sceriffo locale si reca nella villa di Vernon e riferisce, presente anche Ron, le ultime novità aumentando i timori dei presenti.
Gil, che ha trascorso la notte in un boschetto su un altopiano, viene adocchiato dai ragazzi che a bordo di un auto passavano nelle vicinanze lesti poi ad informare telefonicamente Mr. Vernon.
Ignaro del fatto Gil schiaccia un pisolino prima di essere svegliato dall’arrivo di un elicottero, visione questa che gli ricorda immagini cruente che lo videro protagonista nel Vietnam. A bordo dell’ elicottero c’è Mr. Vernon che con aria affabile dopo aver rotto il ghiaccio gli propone vista la sua passione per i cavalli di lavorare per lui nella sua casa di campagna. Gil accetta e si presenta nell’abitazione dove lo attendono padre e figlia mentre il figlio Ron, che preferisce tenersi a distanza, medita di incaricare a pagamento un certo Sandler per liberarsi in maniera definitiva del problema.
Venuto presto in contatto con il tale, Gil risolve la questione con l’abituale vigoria rimandando al giorno successivo l’atteso incontro con Ron, organizzato dal padre con il pretesto di una caccia ai coyotes nei dintorni.
In quella occasione il cowboy non tarda a rendersi conto di avere di fronte proprio il giovane della rissa mentre questi convinto di essere stato riconosciuto prova a colpirlo simulando un incidente di caccia.
La reazione di Gil è veemente e il giovane prontamente disarmato e disarcionato.
Il padre che osservava la scena interviene cercando di impietosire Gil chiedendone la tacita comprensione di fronte alle autorità, ma il cowboy irremovibile consegna Ron allo sceriffo e poi si allontana riflettendo sull’ intera faccenda.



Ennio Missaglia autore per lo stesso editore del precedente flop “Judas” ha la chance di riprovarci, ma inanella un altro tonfo con un character forse troppo malinconico e sbiadito che non fa presa sul lettore risultando né carne né pesce.
Non è più il classico eroe alla Tex Willer, ma nemmeno l’anti-eroe Mister No dal carattere estroverso e ottimista, allegro e festaiolo. E’ piuttosto un non-eroe senza mordente che cerca di tenersi alla larga dai guai applicando il più possibile la norma del “vivi e lascia vivere”, un vagabondo a cavallo che si imbatte in avventure suo malgrado trasmettendo un senso di estraneità a ciò che lo circonda e di inadeguatezza per un mondo che lo infastidisce e che non accetta.
E’ un disadattato oppresso dai ricordi che si trascina in giro per gli States.
Fosse almeno sorretto da buoni soggetti e validi disegni potrebbe dire qualcosa, ma fin dal primo numero (quello che dovrebbe rappresentare il biglietto da visita) assistiamo ad una storia modesta, con dialoghi poco brillanti e illustrata senza troppe pretese.

Due severi fanzinari (cfr. Collezionare #17) al riguardo si espressero così “… i fratelli Missaglia e il fido aiutante Pavone costruirono per il loro personaggio storie davvero mediocri e frettolose, mal scritte e peggio disegnate, assolutamente al di sotto dello standard medio di casa Bonelli.”
Per la cronaca stiamo parlando di Alessandro Monti e di un certo Moreno Burattini.

Personalmente trovo un po’ eccessiva la stroncatura, l’albo è leggibile e le tavole sono accettabili pur nella loro ordinarietà parecchio dozzinale, ma è indubbio che il protagonista manchi di appeal e che l’esordio doveva essere preparato con ben altro impatto.


Curiosità :
la serie fu pubblicata anche in Francia nella collana “Long Rifle” con 12 episodi (uno in più con i disegni di Enzo Chiomenti, da noi inedito).

[DevilMax]

La trama del primo numero mi fa venire in mente il film di David Miller, con Kirk Douglas e Gena Rowlands, "Solo sotto le stelle" (1962).

[Zagrosky]

[ElEmperador]

Beh it was also published in Turquey...
Meanwhile I still conserve the Judas books, it is now decades that I ceeded those of that Gil.
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E M P

https://share.icloud.com/photos/05pGIztDv008xiXfWKbzW4wFw

[Jurassico]

PV, la descrizione che hai fatto del personaggio è meravigliosa
Mi fa venire davvero voglia di recuperare qualcosa di questo gil, che non ho mai letto...
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il mio blog con i miei racconti a fumetti>>> https://gavialbabi.blogspot.com/

[Zagrosky]

io te lo consiglio, su ebay si trova la serie da 11 pezzi a pochi euro
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Carlo_Monni]

Stiamo parlando di qualcosa scritta quasi trent'anni fa prima ancora che cominciasse a lavorare per la Bonelli e in ogni caso le sue parole di allora erano e sono tuttora condivisibili da chiunque sia dotato di un minimo di senso critico. Mi dispiace per i nostalgici ammiratori di quel prodotto mediocre che fu Gil.
Che Burattini sia diventato troppo sensibile alle critiche se non addirittura insofferente può essere vero ma non può essere un buon motivo per attaccarlo per un giudizio espresso molti anni fa-
Volete attaccare Burattini? Liberissimi di farlo, il diritto di critica è una cosa che rispetto tantissimo, ma esistono già topic dove farlo liberamente per cui non fatelo topic dedicati ad altro. Ve lo chiedo per favore.
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Carlo

[AAHHYAAAAK]

[One Eyed Jack]

Infatti è un western contemporaneo. Il protagonista è un reduce del Vietnam, se ben ricordo.
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Dicono di me...

"Direi che si qualifica per quello che è: un buzzurro ignorante."

"Qualcuno che spesso emette un latrare fastidioso mentre pratica l'ondinismo"

"Come volevasi dimostrare, il Guercione non capisce un tazzo di fumetti!! Bravo, continua a legge' 'ste stronzate!!!"