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Cico Felipe Eccetera Eccetera

 
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Eddy Rufus
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MessaggioInviato: Mer Mag 26, 2004 2:31 pm    Oggetto: Cico Felipe Eccetera Eccetera Rispondi citando

Riporto qui per gli interessati l'articolo che ho scritto un paio di anni fa per il numero 11 di If (marzo 2002) in occasione di una mostra dedicata appunto a Cico, curata da me e da Graziano Frediani. L'articolo comparve con il titolo "Per tutti i baffi della mia famiglia".

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CICO FELIPE ECCETERA ECCETERA

di Moreno Burattini


Il buffone di corte

Nessun personaggio bonelliano ? mai stato cos? comico come Cico. Nessuno, soprattutto, cos? pienamente, compiutamente, complicatamente comico al pari di lui. Ognuno di questi avverbi necessita, ovviamente, di una spiegazione: anche perch? l?apparenza, quella che risulta da una prima, sommaria osservazione del personaggio, non basta a spiegarli da s?. Cico sembra, in realt?, un personaggio piuttosto semplice, tale da non aver bisogno di nessuna particolare disamina finalizzata a meglio comprenderlo. Invece, le implicazioni e i piani di lettura da approfondire ci sono; ci sono dei perch? da argomentare. Cominciamo, dunque, dall?inizio: vale a dire, dalla nostra affermazione circa il primato comico di Cico fra i character di casa Bonelli. Nella pluridecennale produzione fumettistica bonelliana, ci sono, innegabilmente, altri personaggi umoristici. Non moltissimi, in verit?, ma ? certo che Gufo Triste, Frankie Bellevan oppure Groucho possono essere etichettati come tali. Di sicuro, una precisa vena umoristica percorre e sostiene tutta la serie di Legs, e c?? del comico nelle tavole di Gea, cos? come, perfino, in certi albi di Ken Parker. Nella stessa serie di Tex, addirittura, possono indurre al riso alcune scene con Pat McRyan o certi battibecchi fra Aquila della Notte e il fido Kit Carson. C?? stata anche una collana, chiamata ?I grandi comici del fumetto?, dove sono state presentate storie autoconclusive di artisti della risata quali Jacovitti, Bonvi, Cavazzano e Terenghi, ma si ? trattato di un esperimento dalla durata limitata e comunque avulso dalla serialit? tipica della Casa editrice. Per tradizione, quelli bonelliani sono fumetti di eroi e d?avventure: di dramma, insomma, inteso sia nel senso etimologico (dal greco drao: agire, fare) che in quello semantico (contrasto, tensione, difficolt?). L'humor, al contrario, ? sdrammatizzante, smitizzante, antieroico. La Casa editrice di via Buonarroti, in buona sostanza ? specializzata in un tipo di fumetto nel quale l'unico spazio lasciato all'umorismo sembra essere quello delle "spalle" comiche, delle macchiette e dei caratteristi dalle sporadiche apparizioni, delle occasionali battute come pu? capitare, ad esempio, fra Nick Raider e Marvin Brown. In ogni caso, l?umorismo non ha mai avuto, in nessuna serie, il peso garantito e rappresentato dalla figura di Cico all?interno della saga di Zagor. La stessa Legs, per quanto protagonista di storie ilari e divertenti, non si pu? definire tout-court un personaggio umoristico: resta, infatti, pur sempre una Agente Alfa (dunque, donna d?armi) e vive trame brillanti e molto fantasiose nate da una alchimia di generi, tra i quali l?humor ? solo una componente (assieme all?avventura, alla fantascienza, al fantasy, al thriller, alla spy story, alla commedia adolescenziale e perfino all?erotismo). Cico giunge a contraddire, almeno in parte, la constatazione di una latitanza di fondo dei character comici nelle pubblicazioni bonelliane: il pancione messicano, infatti, ? da pi? di quarant'anni un perfetto personaggio umoristico, nato cio? per far ridere, e per far ridere a tutto tondo. Da oltre venti gode addirittura di una propria testata, ed ? cos? bonelliano da essere stato creato da Sergio Bonelli in persona. Sbaglia chi crede che Cico sia solo un Sancho Panza al seguito di Don Chisciotte, che sia insomma lo scudiero dell'eroe. Fin dall'inizio, il suo creatore, Guido Nolitta (pseudonimo, come si sa, dell?editore in persona), gli ha riservato uno spazio del tutto inusuale per una "spalla": tutte le pi? classiche avventure dello Spirito con la Scure cominciano con dieci, venti, trenta, persino cinquanta tavole completamente dedicate allo sviluppo dei micidiali sketch del simpatico pancione, che sa tenere la scena cos? bene al punto da non far sentire i lettori in alcun modo defraudati dall'assenza dell'eroe propriamente detto, quello Zagor il cui nome, dopotutto, compare in copertina. Anzi, oggi, quando la necessit? di adeguare Zagor ai diversi ritmi narrativi dei nostri giorni ha imposto agli autori tempi pi? rapidi per entrare in medias res, dunque tagliando spazio al messicano (che difatti si esibisce soprattutto negli speciali a lui dedicati), i lettori pi? tradizionalisti e legati agli stilemi nolittiani sente la mancanza dei lunghi sketch di una volta. E ogni sceneggiatore diverso da Nolitta ? sempre stato giudicato (e di conseguenza apprezzato o meno) dal pubblico zagoriano anche sulla base del suo riuscire o non riuscire a utilizzare Cico nella giusta maniera e a dargli o non dargli lo spazio che gli compete. La saga di Zagor, si badi bene, ? densa di avventure epiche e drammatiche, ma con gli sketch del messicano sempre a fare da contrappunto ai momenti di maggior tensione. Nolitta/Bonelli e il disegnatore Gallieno Ferri, si sono dimostrati dei veri maestri, in grado di giostrare con uguale talento e abilit? sia sul terreno della tragedia che in quello della commedia. Addirittura, nell'estate 1994, la Casa editrice Macchia Nera ha voluto dedicare uno dei volumi antologici della sua serie Acme Comics, riservata ai maestri dell'umorismo a fumetti, proprio alle gag del pancione messicano, estrapolate dagli albi di Zagor e rimontate nel cosiddetto "formato europeo", su quattro strisce. L'iniziativa ? degna di nota perch? gli autori dello Spirito con la Scure, appunto Bonelli e Ferri, sono considerati unanimemente dei maestri del fumetto d'avventura, e le loro storie sono spesso angosciose e inquietanti. Dunque ? singolare il fatto che gli stessi possano eccellere anche nell'umorismo al punto da vedersi oggetto di antologia, accostati ai nomi di mostri sacri del fumetto comico quali Silver o Robert Crumb, e ancora pi? singolare ? che l?antologia di cui si diceva sia nata estrapolando pagine da una testata non umoristica, come appunto Zagor. Scrive Gisello Puddu nel primo volume del suo voluminoso saggio in due tomi dal titolo ?Zagor, lo Spirito con la Scure? (Editoriale Mercury, 2001): ?Cico, nelle mani di Nolitta, diventa un elemento fondamentale, indispensabile nell?economia narrativa delle storie. Cico assurge a co-protagonista indiscusso della saga (non ci saremmo meravigliati se, a suo tempo, l?autore avesse chiamato la serie ?Zagor & Cico?). Alcuni albetti a striscia sono interamente dedicati a lui (ad esempio, ?Un eroe ritorna?)?. La differenza fra Cico e molte altre ?spalle? umoristiche, bonelliane e non, consiste non solo nella quantit? della presenza sulla scena, ma anche nella sua qualit?. Il messicano, soprattutto nelle storie scritte da Nolitta, ingombra molto di pi? il palcoscenico rispetto ai colleghi, e non solo per la stazza. E nello stesso tempo, la sua presenza ? multifunzionale e non serve solo a fornire il punto di vista del lettore all?interno della storia (il classico ruolo del Watson utile a Conan Doyle perch? Sherlock Holmes abbia qualcuno a cui spiegare tutti i suoi perch? e i percome). Cico fa da spalla, da commentatore, da sdrammatizzatore, da diversivo, da motore dell?azione, da deus ex machina, da inguaiatore, da angelo custode, e soprattutto riesce a brillare sempre e comunque di luce propria anche in assenza dell?eroe, Zagor, di cui non ?, di sicuro, il semplice assistente. Il buffo pancione ? perfettamente in grado di reggere da solo il peso di interi albi (gli Speciali, giunti ormai, nel 2002, al ventitreesimo anno e al ventiduesimo numero) in cui le gag e le battute si susseguono una dopo l'altra. Fin dalla sua prima apparizione, Guido Nolitta, ha concesso a Cico tutta la corda di cui il character aveva bisogno. O forse gli ha solo dato un dito e lui si ? preso il braccio. Le storie dello Spirito con la Scure degli Anni d'Oro cominciano con decine di tavole tutte dedicate alle buffe disavventure del pancione. Addirittura, l?intera saga zagoriana prende il via proprio dall?incontro fra Zagor e Cico, che avviene nelle prime pagine dell?albetto a striscia all?incipit della serie. In pratica, ? come se prima di incontrare il messicano, Zagor non avesse vissuto avventure degne di essere raccontare (in realt? alcuni flashback poi si sono avuti, ma con il contagocce). Come se non bastasse, solo dopo cinque speciali estivi dedicati a Cico, anche Zagor ne ha avuto uno tutto suo. I Cico Special, peraltro, sono state le prime pubblicazioni bonelliani fuori-serie, quelli che hanno inaugurato, nel 1979, la consuetudine delle pubblicazioni extra, di formato e caratteristiche diverso dalla norma, che poi si ? andata variegando in tutta una gamma di speciali, albetti, maxi, almanacchi, albi giganti che arricchiscono ancora oggi la vicenda editoriale delle varie testate. Insomma, il nostro messicano ha da sempre goduto di uno spazio del tutto insolito per una "spalla" (intendendo per ?spalla? l?aiutante comico di un eroe protagonista). Non solo: attorno al pancione, Nolitta ha dato vita a un esilarante teatrino di caratteristi destinati a fare da ?spalla? proprio a lui. Fra i pi? divertenti si colloca senza dubbio l'irresistibile Trampy, imbroglione e giramondo, specialista nel procurarsi da mangiare senza lavorare e geniale inventore di truffe. Ma poi ci sono Bat Batterton (un detective pasticcione), Digging Bill (un incallito cercatore di tesori sempre destinato al fallimento), Icaro La Plume (un folle costruttore di macchine volanti), Molti Occhi (uno stregone indiano che fa la danza della pioggia solo quando il barometro segna tempesta), Drunky Duck (un postino pellerossa dagli insoliti metodi di consegna della corrispondenza) e molti altri ancora. Peraltro, Cico ? anche poliedrico nelle manifestazioni del suo umorismo: non si limita alle battute e ai giochi di parole, e neppure alle torte in faccia o alle capocciate. Fa tutto, e di pi?. E? protagonista di gag velocissime e di sketch complessi ed elaborati, fa ridere con trovate da avanspettacolo e con comiche accelerate come quelle dei cartoni animati, lavora indifferentemente da solo o in coppia con gli altri caratteristi di cui si diceva, riesce persino a prendere in giro gli altri interpretando delle parodie (e si sa che la parodia ? un tipo di umorismo piuttosto sofisticato, dovendo riuscire a far ridere, o almeno sorridere, usando riferimenti non interni alla storia stessa, ma esterni, cercando ugualmente di risultare autosufficiente). Nella serie degli speciali, soprattutto, si ? dimostrato in grado di indossare i panni pi? diversi, da attore navigato, e collegare fra loro, in chiave umoristica, i generi narrativi pi? disparati e i media dell?immaginario collettivo, cortocircuitando cinema, fumetto, teatro, TV e letteratura e filtrandoli attraverso la propria, personale, vis comica. Last but not least, ? un personaggio di spessore perch? ha un passato. Un passato, di nuovo, dalle molteplici sfaccettature: discende da antenati ciascuno con una storia da raccontare, ma lui stesso ha trascorsi sempre nuovi da scoprire che hanno movimentato la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua giovent?, la sua prima maturit?; ma il suo passato, ancora, consiste nell?antichissima tradizione, letteraria (se non addirittura mitologica) prima che fumettistica, a cui gli autori hanno fatto riferimento nel dar vita alla sua figura. Scrive Leonardo Gori su Dime Press n? 3 del gennaio 1993 (pag. 44): ?Cico ? la summa di ?tipi? popolari allo stesso tempo antichi e moderni, che attraversano con disinvoltura generi di intrattenimento diversissimi, ivi compresa la televisione. In epoca di rivisitazioni postmoderne, quando all?avventura non ci si pu? certo pi? accostare con la stessa ingenuit? del primo Zagor, ma ? invece necessario rivisitarla con affetto e consapevolezza, Cico ? il personaggio ideale: permette di riscrivere, con mille variazioni e strizzate d?occhio ai lettori, capitoli interi di storia del fumetto e dello spettacolo, con infiniti incroci fra generi apparentemente lontani?.


Spalle larghe

Potremmo spingerci anche molto indietro nel trovare i ?tipi? popolari antichi e moderni di cui, secondo Gori (e secondo noi, naturalmente), Cico ? la ?summa?. Senza scomodare Aristofane o Plauto, e neppure Boccaccio o Goldoni, sarebbe interessante poter partire da Cervantes, e appunto da Sancho Panza. Ma, poich? da che mondo ? mondo, c?? sempre qualcosa di precedente da cui qualunque autore ha tratto ispirazione, tanto vale limitare il nostro terreno d?indagine, almeno in questa sede, ai personaggi del cinema e del fumetto. Per quanto Cico, come si ? detto, sia una ?spalla? sui generis, ? indubbio che la ragione prima della sua nascita consista nel preciso intento degli autori di inserirsi nel solco di una tradizione consolidata, in campo fumettistico: quella dell?assistente buffo e spiritoso messo al fianco di un eroe serio e baldanzoso. Al di l? delle (notevoli) differenze, di cui abbiamo gi? parlato e parleremo ancora, fin da un primo, sommario esame, le caratteristiche e il ruolo del pancione possono sembrare simili a quelle delle tradizionali macchiette comiche abbinate ai classici eroi dei fumetti degli anni Cinquanta. Salasso e Doppio Rhum, tanto per fare degli esempi, erano al seguito di Capitan Miki; Roddy e il Professor Occultis erano i giullari alla corte di Blek. Anche Gim Toro aveva amici spiritosi, e gli esempi potrebbero continuare. A loro volta, queste "spalle" avevano come punti di riferimento i caratteristi dei B-movies western ancora precedenti, dove c'era spesso il vecchietto ubriacone dalla voce stridula e cantilenosa (di cui Doppio Rhum ? chiaramente la caricatura - se non il ritratto sputato). Alcuni dei buffi compagni d'avventura degli eroi a fumetti degli anni Cinquanta assomigliano a Cico anche nell'aspetto. Il Cisko Kid di Salinas ha al suo fianco un certo Pancho, un messicano pronto a tutto per un piatto di tortillas; e anche il Piccolo Sceriffo di solito cavalca assieme a un certo Piggie, il cui nome sottolinea la rotondit?. Malgrado ci?, Cico non ? il replicante di nessuno dei suoi predecessori. Per quanto riguarda l'aspetto, se ? vero che il nostro pancione ? molto simile a Piggie e soprattutto a Pancho, ? vero anche che neppure costoro sono personaggi originali: non fanno che richiamarsi allo stereotipo del messicano grasso e baffuto, lo stesso che ha ispirato la figura del Sergente Garcia delle avventure di Zorro, e che risale addirittura, come si ? gi? notato, al Sancho Panza di Don Chisciotte. Inoltre, per quanto riguarda la caratterizzazione psicologica, Pancho e Piggie sono caratterialmente molto diversi: appaiono fin da un primo esame come personaggi realistici, usi a impugnare la pistola e affrontare situazioni pericolose, senza essere mai protagonisti di gag propriamente umoristiche, limitandosi a qualche battuta ogni tanto. Cico invece non ricorre alle armi che di rado, se pu? si tiene ben lontano dai pericoli, e non fa che passare da una gag all'altra. Inoltre, rispetto ad altre "spalle", pu? vantare uno spessore psicologico assai maggiore. La EsseGesse, con Doppio Rhum o Gufo Triste, cercava di far sorridere con il ricorso a piccoli sketch da macchietta, mentre invece il pancione di Nolitta e Ferri interpreta scenette lunghe e articolate, che occupando molto spazio fanno acquistare importanza al personaggio. Domanda: se dunque Cico si rif? alla tradizione delle "spalle", perch? poi se ne differenzia e assurge al ruolo di comprimario? O ancora: se l'umorismo dei buffi aiutanti degli eroi dei fumetti ? sempre stato limitato a quello delle macchiette, perch? con Cico tracima ogni oltre limite? Risposta: proprio perch?, come abbiamo accennato, i due autori che hanno creato Zagor, oltre ad essere maestri nel fumetto avventuroso, sono anche, indiscutibilmente, dei grandi umoristi. Il primo, lo sceneggiatore Sergio Bonelli/Guido Nolitta, racconta spesso e volentieri come suo padre, il celebre autore di Tex, lo considerasse fin dagli inizi pi? adatto per scrivere gag di Paperino che sequenze drammatiche e d'azione. Sbagliava, perch? Nolitta si ? rivelato perfettamente in grado di far emozionare e rabbrividire il suo pubblico con storie indimenticabili dello Spirito con la Scure, di Mister No e anche di Tex. Ma nello stesso tempo aveva ragione, perch? suo figlio, nel realizzare gli sketch di Cico, pensava proprio a Paperino. ?Il mio modello ? stato Donald Duck - ha dichiarato Nolitta in una intervista - perch? volevo che avesse un forte impatto ?fisico? di cadute, di capocciate e di rumori. Da questo punto di vista facevo molto riferimento ai cartoni animati americani, con i personaggi che si spiaccicavano contro i muri. La gag doveva iniziare con degli spunti da comiche degli Anni Venti, e poi concludersi con il finale accelerato tipico dei cartoon, con i vari ?splash? e ?splat??. Naturalmente, parlando di comiche, non dimentichiamo Gianni e Pinotto. Ma torniamo a Donald Duck. Scrive ancora Leonardo Gori, noto studioso dell'universo Disney: ?Un Paperino ? dei tanti che esistono ? c?? certamente dietro la tondeggiante figura di Cico. E? quello, squisitamente italico, di Guido Martina e dei numerosi disegnatori che lo affiancavano negli anni Cinquanta, specialmente Guido Chierchini e Pier Lorenzo De Vita. E? proprio la fame cronica a tradire la filiazione. Donald Duck ha mille problemi, ma non certo quello alimentare. La sua povert? ? squisitamente americana, non arriva mai a intaccare seriamente il frigorifero. L?elettrodomestico, che troneggia in casa del pennuto gi? nei primi anni Quaranta, quando in Italia era appannaggio dei milionari o addirittura sconosciuto, potr? mancare a Natale di un tacchino o di un?aragosta, mai dello stretto necessario. Invece, il Paperino italico di Martina (e di tutti gli altri autori, con l?eccezione di Romano Scarpa e pochissimi altri) ? spessissimo alle prese col suo stomaco vuoto, al pari di un Tot? o di un Gassman, stile I Soliti Ignoti?. Dunque, senza dimenticare i riferimenti al cinema italiano da aggiungere a quelli riguardanti le comiche americane di poco sopra, secondo Leonardo Gori, pi? che al Donald Duck di Carl Barks (o comunque statunitense), Cico assomiglia al Paperino italiano degli Anni Cinquanta, quello con il frigo perennemente vuoto e vittima della miseria pi? nera. Vero: ma, pur nella diversit?, anche i riferimenti al pennuto d'oltreoceano non mancano. Come lui, Cico ? rissoso e vendicativo (non a caso i suoi alterchi col postino Drunky Duck sembrano quelli fra il papero di Barks e il vicino di casa), come lui ? sfortunato, pigro, goffo, ingordo, irascibile e fifone allo stesso tempo. Per?, nonostante l'accidia e l'ignavia, Cico si rivela in numerose occasioni intelligente e determinato e i suoi espedienti per procurarsi il cibo sono, non di rado, assolutamente geniali. Proprio come il Paperino di Barks, dunque, capace di passare da un mestiere all'altro e di imbastire mille iniziative diverse. Il disegnatore Gallieno Ferri, dal canto suo, ha raccontato pi? volte come a sua volta abbia tenuto presenti le rotondit? di Paperino e il suo modo di camminare nel modellare la sagoma e l'andatura di Cico. Solo con il tempo la sagoma del messicano si ? trasformata divenendo pi? realistica. Lo nota anche Gori:: ?Guardandoli in silhouette, Cico e Paperino hanno davvero dei tratti in comune (anche grafici: dimensioni a parte, sono entrambi costruiti su due cerchi sovrapposti)?. Con il tempo la sagoma del messicano si ? trasformata divenendo pi? realistica, ma nei primissimi numeri la somiglianza con Donald Duck, in silhouette, ? evidentissima. Ferri ha aggiunto, di suo, una eccezionale mimica facciale, piena di espressioni diverse, tutte esilaranti, perfettamente in grado di rendere le mille sfaccettature del complesso carattere del nostro messicano. Con la sua formidabile interpretazione grafica, il disegnatore si dimostra a proprio agio non solo sul terreno a lui congeniale del dramma e dell'avventura, ma anche in quello del grottesco, del comico, della gag veloce e della commedia in cui tutti i personaggi devono recitare la loro parte. ?Inizialmente c?era un riferimento, forse inconscio, a Paperino ? conferma Ferri su Fumo di China ? un personaggio un po? cattivello, che si muoveva con scatti da cartone animato. Poi per? mi sono accorto che queste caratteristiche da cartone erano un po? difficili da inserire in una storia classica d?avventura e le ho un po? ridimensionate fino a far diventare Cico una persona normale?. Occorre notare come, per?, nonostante la volont? pi? volte dichiarata dagli autori di rifarsi a Donald Duck, ai cartoni animati e alle comiche slapstick, Cico non goda dell'invulnerabilit? e dell'elasticit? gommosa e surreale di Ridolini o di Wile Coyote. In altre parole, Cico non pu? cadere dall'alto di un canyon senza ammazzarsi, o farsi scoppiare una bomba in mano senza restarne vittima: personaggio umoristico nel contesto tutto sommato realistico in cui si muove Zagor, ? costretto a dar vita a gag che, per quanto improbabili, hanno precisi limiti di plausibilit? (anche se qualche libert? in pi? viene concessa da storie pi? fantastiche, come appunto Fantacico, ma anche Horror Cico, Cico Cavernicolo e Cico Paladino). Per questo, l'umorismo di Cico ricorda spesso quello della commedia all'italiana (che a sua volta deriva dalla Commedia dell'Arte e dalle opere di Plauto) anche se poi il personaggio si dimostra in grado di fare propri spunti comici di ogni genere e provenienza. Riguardo a Cico, Ferri dichiara su Cronaca di Topolinia: ?A me piace molto caratterizzare i personaggi, farli ciascuno con la sua faccia e la giusta espressione, non limitarmi ai soliti manichini a cui si possono aggiungere o togliere baffi, barba e pizzetto. Cico nasce sulla base di un modello gi? esistente, quello della classica ?spalla? comica dell?eroe, ma mi sono accorto fin dall?inizio che aveva una personalit? originale che andava valorizzata, cos? l?ho dotato di un ricco repertorio di espressioni e di gestualit?. Il suo viso rotondo pu? interpretare una vasta gamma di espressioni, tutte interessanti?. E ancora, nell?intervista alla fanzine Collezionare: ?Le scene umoristiche in genere sono difficili da realizzare per chi ha un tratto realistico come il mio; per?, dato che il personaggio ? nato con questo doppio risvolto della drammaticit? dell'umorismo, alla fine si ? trovata la giusta combinazione dei due elementi. Non ? facile realizzare gag umoristiche con naturalezza, comunque penso di averci preso ormai la mano per cui riesco a farle con una certa disinvoltura si ? trattato di trovare il giusto equilibrio: Zagor non doveva essere n? solo umoristico, ne solo drammatico, doveva essere qualcosa di molto pi? complesso. In pratica le trovate umoristiche sono state incastonate in una ambientazione drammatica e la cosa funziona anche per contrasto, perch? l?umorismo nasce dai forti contrasti?.

Il Piccolo Uomo dal Grande Ventre

Soprannominato dagli indiani di Darkwood "Piccolo Uomo dal Grande Ventre", Cico ha in realt? una sfilza di nomi e cognomi degna delle migliori famiglie di Spagna (a dimostrazione di come, fin dalla declinazione delle generalit?, egli sia anche un personaggio parodistico). La lista pi? accreditata dei suoi antroponimi ? la seguente: Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales. Tuttavia, in altre circostanze l?elenco ? fornito in modo diverso e in ?American Cico? ne troviamo uno particolarmente esteso:Gonzales y Rodriguez y Martinez y Consalvo y Morales y Rosales y Ramirez y Hernandez y Esopinosa. Dato che, come si ? detto, tutte le storie del periodo pi? classico di Zagor iniziano con dieci, venti, trenta tavole dedicate al panciuto messicano, non sorprende la decisione di Sergio Bonelli di sfruttare il personaggio per un albo fuori-serie intitolato "Cico Story", nel quale il messicano fosse messo alla prova tutto da solo. Era l'estate del 1979, e con quel volumetto si inauguravano non solo gli speciali di Cico, ma tutti gli speciali della casa editrice, che sarebbero stati innumerevoli negli anni a venire e di cui "Cico Story" rappresenta appunto il capostipite. Il riscontro di pubblico fu infatti tale, che Bonelli torn? all'arrembaggio per cinque estati di fila, coadiuvato dai disegni di Gallieno Ferri. I cinque, indimenticabili ed esilaranti speciali firmati Nolitta/Ferri cominciano con il primo albo dedicato alle avventure del pancione nella natia terra del Messico: Cico ci viene mostrato bambino a Veracruz, sua citt? natale, e poi possiamo seguirlo in una rapida crescita e attraverso varie peripezie fino alla figura e alla stazza attuale, giungendo al momento in cui il buffo eroe decide di varcare la frontiera ed emigrare negli Stati Uniti d'America. Nel 1980 esce infatti "American Cico", contenente le prime disavventure del baffuto messicano sul suolo statunitense. Nei primi due albi fuori-serie manca un vero e proprio filo conduttore delle vicende: Cico cambia continuamente mestiere, passando da una gag all'altra. Le cose mutano nel 1981, allorch? esce "Un pellerossa chiamato Cico". Qui la storia fa il verso (fin dal titolo) al film "Un uomo chiamato Cavallo": e infatti si racconta di come il pancione, dopo gli avvenimenti dello speciale precedente, fosse stato rapito dagli indiani e avesse vissuto per qualche tempo in mezzo a loro con il nome di Porcello Baffuto. In questo caso, le innumerevoli ed estremamente divertenti gag (tutte imperniate sulla vita in un accampamento pellerossa) costruiscono una dopo l'altra una storia pi? articolata e soprattutto maggiormente compiuta, che termina con la fuga di Cico deciso a evitare a tutti i costi il matrimonio forzato con la squaw (non proprio bellissima) Fiore di Zucca. L'anno successivo ? la volta di "Cico Sceriffo?: il nostro eroe si trova costretto dalle circostanze a portare la stella di latta nella cittadina di Texas City, e di riffa o di raffa riesce a sgominare un paio di pericolosi banditi, meritandosi di essere portato in trionfo dagli abitanti del paese che lo acclamano con il soprannome di "Carambita Cico". A questo punto si interrompe il resoconto nolittiano dei trascorsi avventurosi del nostro pancione, dato che il volume successivo, l?esilarante (e secondo alcuni, il migliore in assoluto) "FantaCico", non vede il messicano all'opera nel passato ma, in un certo senso, nel futuro. E si interrompe con un gap narrativo: perch? Felipe Cayetano non ? rimasto a Texas City a fare lo sceriffo vita natural durante? Sergio Bonelli non lo spiega. La risposta ? stata data in tempi pi? recentissimi dal nuovo team creativo Burattini/Gamba con "Cico sull'isola del Tesoro", che si ricollega appunto alla penultima avventura nolittiana. Torniamo a "FantaCico", che vede il nostro eroe proiettato attraverso il tempo e lo spazio in una galassia lontana, dove vive una disavventura a contatto con i pi? buffi alieni dell' universo. Con questo gustoso divertissement, si chiude la gestione cichiana della coppia Nolitta/Ferri. Si interrompe anche, momentaneamente, la sequenza dei Cico Speciale: non gi? per disaffezione da parte del pubblico, ma solo per impossibilit? da parte di Sergio Bonelli di gestire la casa editrice in un momento di crisi di crescita e contemporaneamente portare avanti quattro serie: Tex, Zagor, Mister No e appunto Cico. Proprio lo Spirito con la Scure e il fido messicano vengono sacrificati: dopo "FantaCico" (1983) Nolitta non scriver? pi? alcuna sceneggiatura che li riguardi. La consuetudine dello speciale estivo prosegue comunque grazie a un passaggio di testimone: nel 1984 non ? pi? Cico ad allietare l'estate, ma Martin Mystere. I fan del pancione devono attendere ben sette anni prima che, nell'estate 1990, un nuovo albo fuori serie a lui dedicato venga a soddisfarne le brame: "HorrorCico". Lo staff creativo ? completamente rinnovato, cos? come sono diversi spirito, impostazione e tipo di umorismo: ai testi troviamo il creatore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi; ai disegni il reduce dal Piccolo Ranger, Francesco Gamba. Il risultato ? di quelli che fanno discutere: da una parte, chi apprezza il talento di Sclavi sempre sospeso fra horror e ironia, tra incubo e realt?; dall'altra, i nolittiani pi? sfegatati che stentano a riconoscere in quel Cico il "loro" Cico. E' chiaro che "HorrorCico" deve essere considerato pi? come fumetto d'autore calibrato sulle corde di Sclavi, che come prosecuzione di una serie gi? impostata su ben altri binari. La prova di Sclavi resta comunque un unicum: dall'anno successivo, l'autore dei testi cambia di nuovo. L'incarico di riportare Cico nei canoni della nolittianit? viene affidato appunto a un nolittiano di ferro: proprio il sottoscritto, cresciuto a pane e Zagor fin dalla pi? tenera et?, e appunto per questo sempre perfettamente convinto di non essere, e non poter essere, all?altezza di Nolitta, ma orgogliosissimo di poterci provare. Ai pennelli viene invece riconfermato Gamba, il cui tratto ? da sempre tendenzialmente umoristico (basti pensare alla sua caratterizzazione di Frankie Bellevan e Annie Quattropistole). Il primo lavoro che ci vede lavorare insieme ? "Cico Trapper", dato 1991. L'idea di far vestire al messicano i panni del mountain-man era stata dello stesso Nolitta, che aveva parlato di un albo cos? intitolato gi? molti anni prima. Non riuscendo a trovare il tempo per scriverlo lui, mi sono proposto di scriverlo io, realizzando una nuova storia sul passato del pancione prima dell'incontro con Zagor. In "Cico conquistador", dell'anno successivo (1992, in non casuale contemporanea con le celebrazioni per la scoperta dell'America), per la prima volta, protagonista non ? il buffo pancione, ma un suo antenato giunto in Messico al seguito di Hernan Cort?s. Per realizzare quel racconto, s? umoristico ma imperniato su vicende storiche vere e su reali usi e costumi aztechi, sia io che Gamba ci siano documentati moltissimo. Sempre un antenato di Cico ? il protagonista dell'assai pi? fantasioso albo successivo: "Cico cavernicolo?, una sorta di parodia de "La Guerra del Fuoco" (non tanto del film di Annaud, quanto del pi? sconosciuto romanzo di Rosny). Un altro antenato, di cui si narrano le gesta nello speciale del dicembre 1998, ? Cicobrando paladino di Francia (appunto in ?Cico Paladino?). Con ?Cico Cercatoire d?oro?, del 1994, il messicano torna protagonista in prima persona, e vengono raccontati non solo altri suoi trascorsi dell'epoca pre-zagoriana, ma anche i retroscena della sua amicizia con il vagabondo e imbroglione Trampy, di cui scopriamo il vero nome (Ebenezer Snare), venendo a sapere il perch? e il percome si sia ritrovato a vivere di espedienti. L'albo ? "Cico cercatore d'oro". Infine, nel 1995, ecco il grande cambiamento: il successo degli speciali convince la casa editrice a trasformarli da annuali in semestrali. A giugno esce infatti "Cico detective" (disavventura vissuta non in flashback ma in presa diretta, dove Cico fa coppia con Bat Batterton e prende in giro i topos letterari del giallo) e a dicembre ecco "Cico sull'isola del tesoro" (dove, come si diceva, si riprende il filo della narrazione interrottosi in "Cico sceriffo"). A seguire "Cico bandito", "River Cico" e "Cico galeotto". Circa il primo e il terzo, i titoli sono tutto un programma; riguardo al secondo c'? da dire che si tratta delle avventure di Cico battelliere a bordo della chiatta su cui lo vediamo imbarcato all'inizio dell'albetto "La foresta degli agguati", quello che inaugura la saga di Zagor. Il cerchio si chiude. E poi ancora, tornando all?annualit? delle uscite, ecco Cico vestire i panni di archeologo in cerca di una piramide Maya nella giungla dello Yucatan (e proprio l? conosciamo finalmente il mitico nonno farmacista); e quindi di giornalista e agente segreto. Il team Burattini/Gamba porta avanti gli speciali per quasi dieci anni. Dopo quattordici albi, a Burattini giunge il prezioso rinforzo di Tito Faraci, sceneggiatore cresciuto alla scuola Disney e passato con ottimi risultati anche alla scuderia bonelliana. Nella primavera del 2001, Faraci firma infatti i testi di ?Un?eredit? per Cico?. Le gag cichiane che costellano la saga di Zagor, ma soprattutto la dozzina di speciali dedicati al personaggio, hanno ormai costituito una "mitologia" del nostro pancione, la cui vicenda umana pu? essere ricostruita, disavventura dopo disavventura, dalla culla fino alla vita quotidiana nella palude di Darkwood. Stefano Priarone, un critico che ha dedicato a Zagor numerosi scritti, tra cui alcuni Index, una raccolta di articoli e un saggio sull?opera di Gallieno Ferri, ha redatto, per la fanzine ?Darkwood Monitor?, una vera e propria ?biografia non autorizzata? del personaggio, stabilendo addirittura (sulla base di precisi indizi cronologici) la sua data di nascita (1800) e quella del suo incontro con Zagor (1830). Ma come tutti gli eroi dei fumetti, in realt? Cico non ? riconducibile alla realt? storica, naturalmente. Per fortuna, e per il nostro divertimento.
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Corwin
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MessaggioInviato: Mer Mag 26, 2004 2:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

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bravissimo Moreno... grazie... Wink
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Trampy
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 8:52 am    Oggetto: Rispondi citando

mi associo!
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Ladro di ombre
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 9:01 am    Oggetto: Rispondi citando

e vai con gli applausi Applause Applause Applause Applause
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ospitex
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 1:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

dopo tanti applausi...un silenzio denso di ammirazione Shocked Shocked
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john llwl
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 4:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

Shocked Shocked Shocked Complimenti, Moreno.
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Piccola Tartaruga
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 5:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

In ogni cosa che Moreno scrive su Zagor traspare la sua grande passione per questo personaggio. Complimenti. Applause Applause
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Super Mark
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 6:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Un grande scrittore e un grande zagoriano, i miei complex... Applause
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Super Mark

felipecayetano ha scritto:
se mark fosse stato schliemann, una volta scoperte le prime rovine di troia avrebbe ricoperto tutto pensando di aver trovato i resti di un film di pastrone Brick wall
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cama69
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MessaggioInviato: Gio Mag 27, 2004 7:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Caro Moreno la tua passione per la collana ? sempre uguale a quella di quindici anni fa, allora possiamo stare tranquilli siamo in una botte di ferro.
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Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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ElEmperador
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MessaggioInviato: Mer Apr 04, 2012 8:25 am    Oggetto: Rispondi citando

There is a nice article in Moreno's blog about the "improbable" return of the Cico specials. We see that the return of Cico Specials would be very interesting and that Moreno has a great passion for this mexican...
Maybe actually Moreno could realize a magic touch for Cico's return...
_________________
E M P

https://share.icloud.com/photos/05pGIztDv008xiXfWKbzW4wFw
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