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[Andrea67]

Storiella appena sufficiente che per? sarebbe stata, sicuramente, giudicata meglio se fosse stata accompagnata da disegni pi? degni (e scusate la rima).

Voto alla storia: 6
Voto ai disegni: 5

[kamoose]

Piu o meno siamo dalle parti de Il totem scomparso (firmato Ferri), con l?aggravante stavolta che la storia dura ben tre strisce, storiella dall?impronta leggera e scanzonata, predominante l?aspetto umoristico ben sfruttato soprattutto nella parte iniziale con Cico assoluto protagonista.
Poi si procede stancamente verso una parte centrale e finale gia viste (come costruzione narrativa) e forse pure superflue, direi che gli unici aspetti interessanti di questa avventura sono quelli editoriali, la genesi della storia per il mercato francese, le curiosit? sul periodo di uscita?tutto ben spiegato precedentemente da altri utenti.

I disegni dei fratelli Chimenti non aiutano ma secondo me anche i testi di Nolitta non sono un granch?, sono tuttavia d?accordo con chi dice che il colore li valorizza un po, esaltando gli aspetti piu umoristici (quasi caricaturali) di alcune vignette.
Per il momento, seguendo il rigoroso ordine cronologico della CS, il punto piu basso della serie.
Voto: 5

[Mauro Tozzi]

Divertente quando l'oste, nel finale, tiene il conto dei danni causati dalla rissa tra Zagor e i due trapper scrivendo "vetro finestra, 4 dollari", "sedia sfasciata, 7 dollari", "tavolo frantumato, 15 dollari" e Cico, dopo che l'oste è stato colpito da una bottigliata, aggiunge "bozzo in testa, 30 dollari"!

[kanoxen60]

Dopo due storie in crescendo, con il ritorno a pieno titolo di Guido Nolitta alla sceneggiatura, questo “Cervo sacro”, uscito originariamente per l'edizione francese di Zagor, rappresenta per me un netto passo indietro.

Si tratta di una storiellina leggera, che si lascia leggere ma non offre molto di più.
La trama è molto semplice: il tutto nasce da un'idea originale (quella dei due tedeschi che vanno nel West per catturare Zagor, ritenuto creatura rarissima e selvaggia che vive nei boschi), ma gli sviluppi mi sono sembrati abbastanza scontati. Al confronto, spiccano per qualità della trama anche le due precedenti storie di GLB (quelle di Yaska e del Piccolo Popolo).

I due tedeschi mi sono risultati simpatici solo in apparenza: in realtà, soprattutto il prof. Kruger, mi sembra un cretino, oltretutto pericoloso posto che con le sue azioni (la sconsiderata uccisione del cervo sacro, ma non solo) rischia di provocare danni enormi (anche Zagor, in conseguenza, rischia le penne).

A fronte della irresponsabilità di Kruger, abbiamo in compenso un Cico molto responsabile protagonista nelle prime pagine della vicenda; un Cico che, dopo essere stato preso a randellate, si propone comunque di portare in salvo Mayer e Kruger evitando che combinino pasticci peggiori.
Zagor mi è sembrato impulsivo nella sua decisione di prendere le difese degli uccisori del cervo sacro, cui salva la vita almeno due volte mettendo a repentaglio la sua, ignorando la legittima incazzatura degli indiani che hanno visto uccidere per lo sfizio di un bianco il loro venerato animale.

Le parti che mi sono piaciute di più sono l'inizio, quando i due tedeschi descrivono lo scopo della loro spedizione, ossia la cattura dello Zagor-Yeti (o Zagor-Sasquatch), con tanto di disegnino rappresentativo, e la fuga dal campo Irochese, con il successivo volo di Zagor appeso al ponte di corde da lui stesso tagliato.
L'ultima parte della vicenda è molto simile alla “Locanda del Lupo”, ossia la parte conclusiva della storia precedente, quella di Titan.

[kanoxen60]

Zagor entra in scena dopo ben 16 pagine dall'inizio della storia (pag. 207 del volume 6 della CSAC), ossia dopo che il prof. Kruger ha combinato il pasticcio che ha messo lui e i suoi compagni in grossi guai.
Sente i tamburi minacciosi degli Irochesi, che invitano a dare la caccia agli uccisori del cervo sacro, e decide subito, senza pensarci due volte e senza sapere chi siano, di dare una mano agli uccisori (“Non so chi siano i pazzi che si sono messi in un guaio del genere, ma è certo che non li lascerò nelle mani degli Irochesi. So quale trattamento sarà riservato agli uccisori di quel dannato cervo bianco e non posso permettere una simile barbarie!”, pag. 207. Suvvia, Zagor, nessun dubbio che gli uccisori possano essere dei criminali? Cacciatori di frodo, ad esempio? E poi, nessuna considerazione per il diritto leso degli Irochesi? E, infine, nessun rispetto per quel povero innocente cervo, addirittura definito “dannato”? ).

Giunto sul posto dell'agguato, ci mette poco a scoprire l'accaduto e a mettersi sulle tracce dei prigionieri (pag. 211). Al campo irochese, si fa beffe delle due sentinelle utilizzando come esca una fiasca di acqua di fuoco (pagg. 215-216).
Simpatica la scena dell'indiano che invoca gli spiriti affinché gli mandino un barile di acqua di fuoco e, invece, gli arriva sulla zucca la scure di Zagor...).



Dopo aver deciso che è necessario scegliere “la maniera più rapida e silenziosa per agire”, entra nel campo indiano dall'alto, sfondando rumorosamente il tetto di una grande capanna (pag. 217, e nessuno se ne accorge...mah... ).

All'interno della capanna, stordisce i due indiani presenti, uno dei quali è lo stregone Tadussak, in procinto di partecipare alla cerimonia di fasciatura del nuovo cervo sacro.
Zagor coglie al balzo l'occasione e si traveste da stregone (è il terzo travestimento consecutivo che vediamo messo in atto dal nostro Eroe, dopo quello del gran capo Tuscarora in “Uno strano violinista” e quello di Benson “ugola d'oro” ne “L'isola della paura”); una volta giunto nei pressi dei pali della tortura, recide con il coltello le corde che tenevano avvinti i tre prigionieri (pagg. 220-221).
Deve aver colpito lo stregone troppo piano, però, poiché questi si libera, esce dalla capanna e dà l'allarme ai compagni; tocca fare a tutti una fuga precipitosa ma, mentre Cico e i due tedeschi escono dal portone dell'accampamento indiano, Zagor, che si ferma per consentire la fuga ai prigionieri e menare così un bel po di irochesi, da prova di grande atleticità uscendo dal campo con un notevole salto con l'asta (pag. 226), lasciando di stucco l'inferocito Sakem.

[kanoxen60]

Quando si ricongiunge con i tre fuggitivi, Zagor è costretto a caricarsi quell'imbelle di Kruger sulle spalle (pag. 228); di corsa si dirige verso il ponte sul Black Canyon, dove si ferma a coprire la ritirata agli amici (pag. 230).
Dopo aver malmenato un buon numero di indiani, e visto che i tre amigos sono in salvo sull'altra sponda del canyon, recide le corde del ponte e, appeso a esse, si getta nel vuoto, rischiando di andarsi a sfracellare contro le rocce (pag. 233).



Creduto morto da tutti, ascolta Cico fare il suo elogio funebre, salvo riapparire all'improvviso alle sue spalle, prendendolo bonariamente in giro (pagg. 235-236 ).

Una volta giunti alla capanna di Elliot e Sutter, si offre per accompagnare l'indiano che appare d'improvviso per dare la caccia al presunto puma che minaccia la sua famiglia (pag. 246); nella caverna, viene spinto a tradimento nel dirupo, ma riesce ad aggrapparsi al bordo, da dove riesce a risalire (pagg. 247-248).
Riemerso dal baratro, prende a pugni l'indiano e gli fa confessare il piano ordito alle sue spalle da Elliot e Sutter per mettere le mani sul denaro del prof. Kruger (pag. 249); lasciatolo libero, si dirige a spron battuto verso la capanna, temendo che Cico, Mayer e Kruger possano essere stati uccisi, e trova i tre immersi nei fanghi del fiume (pag. 252).

A Pleasant Point ritrova i due malfattori, li raggiunge nel saloon, li malmena per bene, recupera il bottino e li consegna alla giustizia. Nel finale, rifiuta la ricompensa che gli offre il professore, dichiarandosi del tutto disinteressato nei confronti del denaro (pag. 261. Lo stesso non si può dire di Cico, come vedremo fra poco... ).

[kanoxen60]

Cico, come accennato, è il protagonista delle prime pagine di questa storia.

Lo vediamo mentre si risveglia dopo una bella dormita e subito vuole mangiare (pag. 193).
Per sua sfortuna, nel capiente cestino per la merenda che si era portato appresso si è intrufolato un animaletto (non si capisce bene cosa sia, sembra un incrocio fra un castoro e una nutria...) che non solo gli ha divorato le cibarie, ma gli addenta anche un dito (pagg. 193-194). L'inseguimento dell'animale da parte dell'inferocito Cico si conclude con una caduta nelle acque della palude, da cui il messicano riemerge completamente ricoperto di fango (pag. 195).

Scambiato dai tedeschi per la creatura selvaggia cui stanno dando la caccia, si becca una sonora randellata sulla testa e viene messo in gabbia (pag. 197).
La provvidenziale pioggia gli consente di rivelare la sua vera identità; una volta uscito di gabbia, si divora le scatolette che gli offrono i due tedeschi (pag. 199).
E' abbastanza vendicativo con Mayer, che lo aveva definito un uomo “brutto ma normale”, chiamandolo a più riprese “Apollo” (pagg. 199-200), mentre quando apprende che quel fesso di Kruger ha ucciso il cervo sacro agli Irochesi prima si arrabbia, poi suggerisce di darsela al più presto a gambe (pagg. 201-202) in direzione della capanna nella palude di Darkwood.

Quando i portatori indiani fuggono, Cico impedisce a quel fesso di Kruger di fermarli con il fucile (pag. 209, “Fermo, professore...uccidere uno di quei poveracci non ci sarebbe di nessun aiuto...”

Una volta catturati, mantiene la sua dignità al palo di tortura, spiegando la tragicità della situazione ai due tedeschi; si dichiara pronto a morire quando gli si presenta davanti lo stregone mascherato (“Ah! Ah! Ah! Mostrerò a tutti che Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales sa morire con il sorriso sulle labbra!”, pag. 221, beccandosi lo sfottò di Zagor: “Bella frase, vecchio mio” ).

[kanoxen60]

Una volta slegato, Cico fugge veloce con i due tedeschi dal campo irochese (pag. 222); riprende la fuga dopo essersi ricongiunto con Zagor (pag. 228).
Si pente di aver lasciato solo Zagor al ponte di corde e tesse l'elogio funebre dell'amico dopo averlo visto precipitare nel vuoto (pag. 235), salvo essere smentito subito dopo.

Alla capanna di Elliot e Sutter si avventa sulla dispensa (pag. 242) e tenta anche di portarsi via una fila di salsicce (pag. 244).
E' liberato, insieme ai due tedeschi, da Zagor che lo ritrova immerso nelle acque del fiume, mentre nel saloon di Pleasant Point si occupa della conta dei danni provocati dallo scontro fra Zagor e i due malfattori (pagg. 258-259), dimostrando una buona perizia nella valutazione dei danni (bozzo in testa all'oste: 30 dollari ).

Nella scena finale, il prof. Kruger dalla barca gli lancia un sacchetto contenente un gruzzoletto da utilizzare per un pranzo in ricordo dell'avventura passata insieme, ma sfortunatamente il sacchetto cade in acqua; Cico ostenta indifferenza, per non essere da meno di Zagor (“Per noi, rozzi uomini dei boschi”, dice ai due tedeschi in partenza, “per noi selvaggi abitatori delle paludi, il denaro non ha importanza alcuna...anzi, oserei dire che ci fa assolutamente ribrezzo...”, pag. 262 ), ma, non appena la barca ha doppiato la punta, si getta in acqua alla ricerca del denaro, senza però ottenere alcun risultato (“Un capitale finito in bocca ai pesci”, dice sconsolato il messicano, pagg. 262-263).

[kanoxen60]

Il professor Kruger è a capo della spedizione “scientifica” che si propone di catturare Zagor, ritenuto una selvaggia creatura dei boschi.
Nel complesso, più che un personaggio simpatico, mi è sembrato una figura la cui ingenuità sconfina nella stupidità, con la conseguenza di mettere in pericolo la vita di tutti quelli che gli stanno intorno .

Lo vediamo decantare nelle prime pagine al suo aiutante, Mayer, il vantaggio che gli esseri umani hanno sulle creature selvagge (“L'intelligenza, Mayer! L'intelligenza!”, pag. 192); in realtà, come ho accennato, nel corso della storia lui di intelligenza ne dimostra poca .

Dopo aver mostrato al proprio aiutante un bozzetto di quello che lui ritiene sia l'aspetto fisico di Zagor (pag. 192), quando vede Cico ricoperto di fango non ha dubbi che si tratti dell'essere che stava cercando e lo cattura con una rete (pag. 196); quando la pioggia toglie il fango e mostra il vero aspetto del messicano, Kruger lo fa togliere dalla gabbia e gli offre i necessari generi di conforto.

Il giorno dopo, il professore commette la più grossa cavolata, uccidendo il cervo bianco, sacro agli Irochesi, durante una mattutina battuta di caccia (“La stoltezza di Kruger-1” ).

Quando si sentono nell'aria i tamburi minacciosi degli incazzatissimi indiani, Kruger tende a minimizzare la cosa, nonostante il parere diverso di Cico (“Puah!...Non esagerate, amico...probabilmente vogliono solo spaventarci con del fracasso”, pag. 206); quando i portatori, spaventatissimi, decidono di darsela a gambe, il simpatico professore punta loro il fucile e avrebbe sparato, se non fosse intervenuto Cico a fermarlo (“La stoltezza di Kruger-2”, pag. 209 ).

[kanoxen60]

Dopo l'intervento di Zagor al campo indiano, Kruger, Mayer e Cico si danno alla fuga, ma il loro percorso è breve perchè il professore, per usare le parole del messicano, “è sfinito”, il che costringe Zagor a caricarselo sulle spalle per poter proseguire la fuga (“La stoltezza di Kruger-3”, pag. 228 ). Anche se, a onor del vero, il prof. dice ai suoi amici di mettersi in salvo senza di lui...).

Una volta scampati agli Irochesi e giunti alla capanna di Elliot e Sutter, commette l'ennesima dabbenaggine, mostrando ai due figuri il rotondo sacchetto contenente il denaro da utilizzare per la spedizione (“La stoltezza di Kruger-4”, pag. 261. Comportamento analogo aveva seguito Cico, peraltro, nella storia precedente), scatenando così gli appettiti dei due cercatori d'oro.
E' così che Zagor, dopo aver rischiato ancora una volta la vita a causa sua, deve nuovamente salvare il professore, posto insieme a Cico e a Mayer nelle acque paludose del fiume (pag. 252).

Nel saloon di Pleasant Point, quando Zagor comincia a malmenare Elliot e Sutter, il professore compie la prima azione sensata della vicenda: offre all'oste il risarcimento dei danni alle strutture provocati dallo Spirito con la Scure (pag. 257).

Alla partenza, dopo aver promesso a Zagor di non organizzare più spedizioni pericolose, gli vorrebbe dare un po di denaro “come segno tangibile della mia riconoscenza” (pag. 261); dopo il rifiuto di Zagor, lancia il sacchetto a Cico, sbagliando però il tiro e facendo cadere il sacchetto nell'acqua (pag. 262).

Ultima annotazione: il professor Kruger ripete più volte una tipica espressione che denota la sua formazione scientifica - “Per la barba di Linneo!” - che troviamo alle pagg. 191, 202, 203, 209, 212 (qui, per la verità, viene citato il solo Linneo, senza la barba... ), 235.

[kanoxen60]

Mayer è il “robusto” aiutante del professor Mayer. Dall'aspetto sembra più un uomo dei boschi che l'assistente di un professore.
Quando cominciano le ricerche di Zagor, pensa bene, per precauzione, di munirsi di un grosso randello (pag. 193); vede Cico infangato e lo scambia per Zagor (pag. 195); rifila al povero messicano una sonora randellata, beccandosi i rimproveri del prof. Kruger, che lo accusa di aver ucciso “un fenomeno unico al mondo” (pag. 197).
Quando la pioggia rivela il vero aspetto di Cico, Mayer definisce il messicano “brutto, ma è un uomo normale” (pag. 199), al che Cico comincia a chiamare il tedesco “Apollo”, fino a che Mayer non gli chiede di smettere (“Vi pregherei però di non chiamarmi Apollo”, pag. 200).
Quando i portatori indiani, sotto la minaccia degli Irochesi, dicono di non voler proseguire la marcia, Mayer li minaccia col fucile, costringendoli a proseguire (pag. 205); poco dopo, tuttavia, in un attimo di distrazione, si becca un meritato pugno da uno dei portatori, non riuscendo a trattenerli oltre (pag. 209).
Per il resto della storia, Mayer rimane in secondo piano.

Gli altri personaggi della storia svolgono un ruolo meno rilevante.

Fra questi, il capo Irochese, che, dopo l'uccisione del sacro cervo e la cattura di Cico e dei due tedeschi, conduce la cerimonia di purificazione delle sacre bende che dovrebbe concludersi con l'uccisione dei tre prigionieri (pag. 219); quando Zagor, con uno straordinario salto con l'asta, riesce a darsi alla fuga dopo aver fatto scappare i tre, il gran capo giustamente si incazza assai con i suoi uomini (“Che gli spiriti della foresta vi inceneriscano tutti quanti, sciocchi buoni a nulla: ve lo siete lasciato sfuggire!”, pag. 225) e ordina di cominciare subito l'inseguimento, di riprendere i prigionieri e di uccidere Zagor (pag. 227).

Lo stregone Irochese, Tadussak, viene stordito da Zagor, che irrompe dal tetto della sua capanna mentre l'indiano si stava preparando al sacrificio dei prigionieri (pagg. 217-218); essendo però particolarmente tenace, riesce a liberarsi e a dare l'allarme alla tribù (pagg. 221-22), costringendo Zagor a gettare la maschera da stregone che indossava e a darsi precipitosamente alla fuga.

[kanoxen60]

Elliot e Sutter sono i due cercatori d'oro dalla scarsa fortuna che Zagor e i suoi compagni incontrano presso quella che era la baracca di Willy Rogers (pag. 240).
Offrono più o meno volontariamente il cibo ai fuggitivi, ma la visione del sacchetto d'oro che ingenuamente mostra il prof. Kruger fa sorgere in Elliot l'idea di eliminare il gruppo e impossessarsi del malloppo: in questo, i due sono molto simili ai fratelli Bakerfield della Locanda del Lupo, visti alla fine della storia precedente.
E' sempre Elliot a elaborare il piano per mettere fuori causa Zagor, ricorrendo all'aiuto di un indiano.
Una volta messe le mani sul tesoro di Kruger, ritroviamo i due, vestiti come damerini, a Pleasant Point, dove però Zagor presenta loro il conto, malmenadoli per bene, recuperando il maltolto e consegnandoli alla giustizia.

Al piano di Elliot e Sutter per eliminare Zagor partecipa anche un indiano, il cui nome non viene rivelato ai lettori.
Si presenta alla baracca dei cercatori chiedendo aiuto per cacciare un puma che minacciava la sua famiglia (pag. 245). In realtà, attira Zagor in una grotta e cerca di spingerlo in un dirupo (pag. 247), fallendo però miseramente.
Preso debitamente a pugni dal nostro eroe, rivela finalmente di aver agito per conto di Elliot e Sutter, che gli avevano promesso la baracca e le provviste per due inverni (pag. 249). Una volta ottenuta la confessione, Zagor lo lascia libero, con la promessa di non farsi ritrovare mai più fra i piedi (pag. 250).

Infine, l'oste della locanda di Pleasant Point.
Quando Zagor comincia a malmenare Elliot e Sutter, si lamenta per i danni provocati, venedo però subito rassicurato da Karl Kruger, che promette un pronto risarcimento dei danni (pag. 257). Comincia a tenere la conta degli oggetti frantumati dalla furia di Zagor, sino a quando non viene colpito da una bottiglia lanciata da Sutter (pag. 259): a quel punto, è Cico che prosegue la compilazione della distinta .

[kanoxen60]

Per quanto riguarda i disegni di Enzo e Antonio Chiomenti, devo ammettere che, pur essendoci un notevolissimo salto di stile e di qualità rispetto al lavoro del NDP (ossia Gallieno), nel complesso pensavo peggio.
Certo, Zagor e Cico a volte sono molto differenti dagli originali, tuttavia penso che il colore abbia attenuato un pochino l'impatto del loro stile.
Andrà peggio, più avanti, con un altro disegnatore...



Per concludere, una storia leggerina leggerina, con uno Zagor impulsivo, un Cico responsabile, un professor Kruger totalmente irresponsabile, una parte finale molto simile a quella della storia precedente.
Sono rari gli spunti che mi hanno fatto sorridere (il disegno di Zagor-uomo selvaggio fatto da Kruger; la scure che si becca sulla testa la sentinella irochese che aspettava dagli spiriti un barile di acqua di fuoco; la rissa nel saloon e la conta dei danni; Cico che si getta in acqua per recuperare il sacchetto di denaro lanciatogli dal prof. Kruger).
Un po poco, complessivamente.

Aggiornamento classifica prima centuria zagoriana:

1. Sulle orme di Titan (Nolitta-Ferri)
2. La foresta degli agguati (Nolitta-Ferri)
3. La strega della palude nera (G. Bonelli-Ferri)
4. Il piccolo popolo/La danza della scure (G. Bonelli-Ferri)
5. Uno strano violinista (Nolitta-Ferri)
6. Il popolo della palude (G. Bonelli-Ferri)
7. L'uomo volante (Ferri-Ferri)
8. L'oro del fiume-Corvo Giallo (Ferri-Ferri)
9. L'impronta misteriosa/Il domatore di orsi (Ferri-Ferri)
10. I due sosia (Ferri-Ferri)
11. La lancia spezzata (G. Bonelli-Ferri)
12. Il cervo sacro (Nolitta-Enzo e Antonio Chiomenti)
13. I rinnegati (G. Bonelli-Ferri)
14. Gli schiavi della miniera (Ferri-Ferri)
15. I predoni del Big River/La vendetta di Zagor (G. Bonelli-Ferri)
16. Acque pericolose (Ferri-Ferri)
17. Il totem scomparso (Ferri-Ferri)
18. L'idolo Oneida/L'orso giustiziere (G. Bonelli-Ferri)

[Ivan]

alla recensione.
al recensore.
all'autore.
alla storia.
ai disegni.