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Il vello d'oro - La bocca del drago - La voce che uccide
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Autore Messaggio
joe7
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MessaggioInviato: Sab Lug 19, 2014 1:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mauro Tozzi ha scritto:
Ivan ha scritto:
Sia nel campo dei Tungul che in quello delle Arpie non ci sono tracce di vecchi e bambini (e in quello dei Tungul nemmeno di donne).

Forse non hai guardato bene: a pagina 11 dell'albo La voce che uccide nella terza vignetta si vedono chiaramente donne e bambini nel campo dei Tungul. Rolling Eyes


Soltanto a pagina 11 dell'albo. E solo lì. Non si sono sforzati molto gli autori, farne da qualche altra parte no?

Non cambia molto la sostanza, senza contare che nel campo delle Arpie non si vede niente, fino a prova contraria. E, se qualcuno vedesse qualcosa, sarebbe da cercare col lanternino...
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wakopa
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Messaggi: 21273

MessaggioInviato: Sab Lug 19, 2014 2:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:
Anche se non ho mai letto il vello d'oro...

joe7 ha scritto:


Soltanto a pagina 11 dell'albo. E solo lì.
Non cambia molto la sostanza, senza contare che nel campo delle Arpie non si vede niente, fino a prova contraria. E, se qualcuno vedesse qualcosa, sarebbe da cercare col lanternino...


te lo sei procurato? Shocked Laughing
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SpiritosoConLaScura
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MessaggioInviato: Sab Lug 19, 2014 6:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carlo_Monni ha scritto:

C'è da dire che, contrariamente a quanto dice lui, non TUTTI la pensano allo stesso modo su questa storia, visto che, tanto per fare qualche nome, tu, io e OEJ, sia pure con sfumature e per motivi diversi, non condividiamo in tutto od in parte, la critica di Ivan. Whistle


Ma certo che è così.
E ormai è chiaro che abbiamo di fronte a professionisti del flame che postano solo per provocare.

Non sarei sorpreso se fossero stati cacciati da altri forum e poi finiscono qui con le loro innegabili opinioni basate sul nulla solo per scatenare risse verbali.
_________________
Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima!
Guido Nolitta non avrebbe potuto fare di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di essere il suo degno successore.

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Ivan
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MessaggioInviato: Dom Lug 20, 2014 9:23 am    Oggetto: Rispondi citando

One Eyed Jack ha scritto:
...un antitoninelliano militante come Ivan...

?... Shocked
Qui non comprendo bene se sei serio oppure ironico, Jack... Think
(Nel dubbio): Se davvero fossi prevenuto a priori nei confronti di Toninelli, non avrei salvato parte delle sue trovate, parte delle sue storie, parte della sua produzione, o parte delle sue responsabilità nel calo qualitativo medio dello Zagor anni '80. (I post a riprova sono li da vedere, sin dal primo commento su Toninelli che ho fatto su questo sito.)

La mia posizione è sempre - nelle intenzioni - obiettiva ed equidistante. Tant'è che nel valutare una storia, di norma ne separo pregi & difetti. Come anche nel valutare un personaggio, una serie o un autore: per me non è mai un tutt'uno da giudicare in blocco.

Quando lodo o stronco qualcosa, cerco sempre di riferirmi AI SINGOLI ASPETTI: i concetti di “autore Toninelli”, “storia VELLO D'ORO” o “serie Zagor”, per me sono generalizzazioni prive di senso. Li lascio volentieri a chi fa valutazioni in base a pregiudizi superficiali. L'onestà intellettuale viene prima di ogni cosa, anche su un semplice forum di fumetti.

(Sorry per la precisazione en passant. Mi ero iscritto a questo sito perché trovavo stimolante l'idea di parlare in modo leggero e propositivo delle storie di Zagor, e in linea di massima ambirei che si parlasse sempre & solo di quelle, mai degli utenti o di questioni interpersonali.)

One Eyed Jack ha scritto:
Joe, ma come fai ad accusare, processare e condannare una storia che non hai nemmeno letto?

Carlo Monni ha scritto:
Di più...Lui ha un'opinione basata sull'opinione di un altro

Beh, a ben vedere, non è un approccio poi così scorretto.

Un concetto è FORMA e CONTENUTO. Si può condividere (o disapprovare) il Contenuto anche senza necessariamente conoscere la Forma tramite cui è veicolato.

Nella fattispecie, “Arpie e Tungul” sono solo la Forma che ho usato per esprimere un Contenuto che andava oltre il mero esempio di “Arpie e Tungul”. Che Joe si esprima sul Contenuto ci sta, pure se non ha letto la storia. (Se invece si esprimesse sulla Forma, dicendo «Sì, Arpie e Tungul sono stati presentati in modo sciatto e superficiale», avreste tutte le ragioni del mondo di tirargli le orecchie.)

Carlo Monni ha scritto:
...Non TUTTI la pensano allo stesso modo su questa storia, visto che non condividiamo in tutto od in parte, la critica di Ivan.

E ci mancherebbe. Quelle che ho esposto sono considerazioni personali, e ognuno ne faccia quel che meglio crede.
Tuttavia non mi sono limitato ad un sintetico “Mi piace” o “Non mi piace”; l'approfondimento della Critica (sia positiva che negativa) è la base della completezza di analisi, sulle cui riflessioni si può anche arrivare a mutare la propria opinione. Nessuno cambia un'idea senza una argomentazione su cui meditare.

Questo non ha nulla a che fare col “convincere” chicchessia; si può essere d'accordo o meno su un dato concetto, ma per fondamento della Dialettica non è appropriato contrapporre una opinione soggettiva (“Mi piace/Non mi piace”) ad una argomentazione analitica.
Non è come discutere del colore preferito, dove una preferenza personale è valida quanto un'altra; l'analisi di un Fumetto dal punto di vista tecnico risponde a parametri in cui la “soggettività” c'entra ben poco. (Per capirci: Uno è liberissimo di dire «A me IL VELLO D'ORO piace lo stesso», ma dire «IL VELLO D'ORO ha una struttura narrativa solidissima, dialoghi straordinari e personaggi magnificamente caratterizzati», è un'affermazione perlomeno...oggettivamente confutabile quanto l'affermare che la luna è una grossa arancia.)

Mauro Tozzi ha scritto:
Ivan ha scritto:
Sia nel campo dei Tungul che in quello delle Arpie non ci sono tracce di vecchi e bambini (e in quello dei Tungul nemmeno di donne).

Forse non hai guardato bene: a pagina 11 dell'albo La voce che uccide nella terza vignetta si vedono chiaramente donne e bambini nel campo dei Tungul. Rolling Eyes

Wow!...Torno a strisciare sotto i sassi... laughing6
(Se è per questo, Mauro, anche nel campo delle Arpie si intravvede una vecchia. Alè; con ciò si può dire che Toninelli abbia davvero narrativamente assolto alla caratterizzazione etnologica di un popolo sconosciuto?...)

Persino il modesto Melloncelli in “LA CITTÀ NASCOSTA” si era preoccupato di dare una certa attendibilità narrativa ai Matam e ai Maya, caratterizzando anche alcuni personaggi (Moikos, Lebnor, Tlasca) attraverso i quali rappresentare gli aspetti caratteristici del loro popolo. Allora sì che i Matam e i Maya acquisiscono spessore narrativo e diventano coinvolgenti per il lettore.
Idem per la comunità di pirati di Capitan Serpente; Nolitta ci ha detto tutto di essa...e a quel punto, il fatto che sia realistica o meno è un dettaglio che diventa del tutto secondario.

Invece, delle Arpie e dei Tungul non viene detto un bel nulla.
Quando le Arpie vengono macellate a sassate o quando il vulcano fa piazza pulita dei Tungul, io vedo solo una mattanza di tonni. Sono tutti fantocci anonimi, pipe di gesso con cui giocare al tirassegno. Le loro morti (individuali o collettive) mi lasciano del tutto indifferente, poichè PRIMA non c'è stato nulla che mi rendesse familiari quei personaggi.

Ecco cosa intendevo - Carlo - per “retroterra storico”. Non una gratuita spiattellata di nozionismi fini a se stessi, bensì un doveroso atto dello sceneggiatore per conferire pathos narrativo alle vicende che vedranno coinvolti quei dati popoli o personaggi. Pathos narrativo che qui, purtroppo, è quasi del tutto assente.
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joe7
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MessaggioInviato: Dom Lug 20, 2014 10:43 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
One Eyed Jack ha scritto:
...un antitoninelliano militante come Ivan...

?... Shocked
Qui non comprendo bene se sei serio oppure ironico, Jack... Think
(Nel dubbio): Se davvero fossi prevenuto a priori nei confronti di Toninelli, non avrei salvato parte delle sue trovate, parte delle sue storie, parte della sua produzione, o parte delle sue responsabilità nel calo qualitativo medio dello Zagor anni '80. (I post a riprova sono li da vedere, sin dal primo commento su Toninelli che ho fatto su questo sito.)


Nemmeno io sono un antitoninelliano militante: la storia "Naufragio sul Missouri" con Occhio Nascosto e i mandan mi era piaciuta, per esempio (una delle poche storie toninelliane che avevo letto nel lungo periodo toninelliano). Ma qui discuto il modo di raccontare che ha avuto Toninelli in diverse storie di Zagor, non l'autore in sè.

Ivan ha scritto:

La mia posizione è sempre - nelle intenzioni - obiettiva ed equidistante. Tant'è che nel valutare una storia, di norma ne separo pregi & difetti. Come anche nel valutare un personaggio, una serie o un autore: per me non è mai un tutt'uno da giudicare in blocco.


E' un approccio giusto da fare.

Ivan ha scritto:

Quando lodo o stronco qualcosa, cerco sempre di riferirmi AI SINGOLI ASPETTI: i concetti di “autore Toninelli”, “storia VELLO D'ORO” o “serie Zagor”, per me sono generalizzazioni prive di senso. Li lascio volentieri a chi fa valutazioni in base a pregiudizi superficiali. L'onestà intellettuale viene prima di ogni cosa, anche su un semplice forum di fumetti.


E' la stessa cosa che cerco di fare, almeno nelle intenzioni: non mi basta dire che "Incubi", per esempio, non mi è piaciuto: ho voluto anche analizzarlo per spiegare il perchè di questo mio giudizio. Poi si può essere d'accordo o meno con le mie analisi, ma nessuno può dire che abbia detto, a priori: "Incubi non mi è piaciuto e basta" senza spiegarne i motivi.

Ivan ha scritto:

(Sorry per la precisazione en passant. Mi ero iscritto a questo sito perché trovavo stimolante l'idea di parlare in modo leggero e propositivo delle storie di Zagor, e in linea di massima ambirei che si parlasse sempre & solo di quelle, mai degli utenti o di questioni interpersonali.)


Infatti nemmeno a me interessa avere discussioni con gli utenti. Se, dopo che faccio un giudizio, sono attaccato personalmente e non a livello dellle analisi, semplicemente ignoro gli attacchi perchè non mi interessano come argomento. Io qui parlo di analisi, non mi interessano gli scontri di boxe.

Ivan ha scritto:

One Eyed Jack ha scritto:
Joe, ma come fai ad accusare, processare e condannare una storia che non hai nemmeno letto?

Carlo Monni ha scritto:
Di più...Lui ha un'opinione basata sull'opinione di un altro

Beh, a ben vedere, non è un approccio poi così scorretto.

Un concetto è FORMA e CONTENUTO. Si può condividere (o disapprovare) il Contenuto anche senza necessariamente conoscere la Forma tramite cui è veicolato.

Nella fattispecie, “Arpie e Tungul” sono solo la Forma che ho usato per esprimere un Contenuto che andava oltre il mero esempio di “Arpie e Tungul”. Che Joe si esprima sul Contenuto ci sta, pure se non ha letto la storia. (Se invece si esprimesse sulla Forma, dicendo «Sì, Arpie e Tungul sono stati presentati in modo sciatto e superficiale», avreste tutte le ragioni del mondo di tirargli le orecchie.)


Infatti non avrei mai potuto esprimere un giudizio simile, visto che la storia, ripeto, NON l'ho letta. Ma, indipendentemente da questo, una storia - non importa se sia sulle arpie, sui Tungul o su Pippotommaso - impostata nel modo descritto da Ivan è una storia sbagliata sin dall'inizio, come impostazione e narrazione.

E' chiaro che sono partito fidandomi dell'analisi di Ivan reputandola vera: tant'è vero che nessuno l'ha potuta contraddire. Quindi mi pare di partire da presupposti giusti.

Ivan ha scritto:

Carlo Monni ha scritto:
...Non TUTTI la pensano allo stesso modo su questa storia, visto che non condividiamo in tutto od in parte, la critica di Ivan.

E ci mancherebbe. Quelle che ho esposto sono considerazioni personali, e ognuno ne faccia quel che meglio crede.


Ovvio. Quindi non si tratta di azioni sacrileghe o delitti a lesa maestà: qui si tratta di opinioni. Che si possono condividere o meno.

Ma, se queste opinioni non sono rispettate e si passa all'attacco personale, questo diventa un atteggiamento da inquisizione laica zagoriana.

Ivan ha scritto:

Tuttavia non mi sono limitato ad un sintetico “Mi piace” o “Non mi piace”; l'approfondimento della Critica (sia positiva che negativa) è la base della completezza di analisi, sulle cui riflessioni si può anche arrivare a mutare la propria opinione. Nessuno cambia un'idea senza una argomentazione su cui meditare.


A me infatti interessano le analisi, gli approfondimenti, non le sterili discussioni su "non mi piace" o "mi piace". Se no si è al livello di "è più forte Hulk o la Cosa?"

Ivan ha scritto:

Questo non ha nulla a che fare col “convincere” chicchessia; si può essere d'accordo o meno su un dato concetto, ma per fondamento della Dialettica non è appropriato contrapporre una opinione soggettiva (“Mi piace/Non mi piace”) ad una argomentazione analitica.


Infatti sono due cose diverse.

Un'analisi è un'analisi; un'opinione o un gusto sono un'opinione e un gusto, che possono anche essere contrarie all'analisi senza per questo screditare l'analisi stessa. Si tratta di piani diversi, da non confondere.

Ivan ha scritto:

Non è come discutere del colore preferito, dove una preferenza personale è valida quanto un'altra; l'analisi di un Fumetto dal punto di vista tecnico risponde a parametri in cui la “soggettività” c'entra ben poco. (Per capirci: Uno è liberissimo di dire «A me IL VELLO D'ORO piace lo stesso», ma dire «IL VELLO D'ORO ha una struttura narrativa solidissima, dialoghi straordinari e personaggi magnificamente caratterizzati», è un'affermazione perlomeno...oggettivamente confutabile quanto l'affermare che la luna è una grossa arancia.)


Un esempio azzeccato che spiega meglio quello che ho appena detto.

Ivan ha scritto:

Mauro Tozzi ha scritto:
Ivan ha scritto:
Sia nel campo dei Tungul che in quello delle Arpie non ci sono tracce di vecchi e bambini (e in quello dei Tungul nemmeno di donne).

Forse non hai guardato bene: a pagina 11 dell'albo La voce che uccide nella terza vignetta si vedono chiaramente donne e bambini nel campo dei Tungul. Rolling Eyes

Wow!...Torno a strisciare sotto i sassi... laughing6
(Se è per questo, Mauro, anche nel campo delle Arpie si intravvede una vecchia. Alè; con ciò si può dire che Toninelli abbia davvero narrativamente assolto alla caratterizzazione etnologica di un popolo sconosciuto?...)


Lascio a chi legge la risposta.

Ivan ha scritto:


Persino il modesto Melloncelli in “LA CITTÀ NASCOSTA” si era preoccupato di dare una certa attendibilità narrativa ai Matam e ai Maya, caratterizzando anche alcuni personaggi (Moikos, Lebnor, Tlasca) attraverso i quali rappresentare gli aspetti caratteristici del loro popolo. Allora sì che i Matam e i Maya acquisiscono spessore narrativo e diventano coinvolgenti per il lettore.


E' vero: era una storia minore, ma comunque con un sottofondo credibile, al contrario delle arpie e compagni di Toninelli.

Ivan ha scritto:
Idem per la comunità di pirati di Capitan Serpente; Nolitta ci ha detto tutto di essa...e a quel punto, il fatto che sia realistica o meno è un dettaglio che diventa del tutto secondario.


Lo stesso sui vichinghi di Guthrum. Ma si potrebbe continuare.

Ivan ha scritto:

Invece, delle Arpie e dei Tungul non viene detto un bel nulla.
Quando le Arpie vengono macellate a sassate o quando il vulcano fa piazza pulita dei Tungul, io vedo solo una mattanza di tonni. Sono tutti fantocci anonimi, pipe di gesso con cui giocare al tirassegno. Le loro morti (individuali o collettive) mi lasciano del tutto indifferente, poichè PRIMA non c'è stato nulla che mi rendesse familiari quei personaggi.


Amen.

Ivan ha scritto:

Ecco cosa intendevo - Carlo - per “retroterra storico”. Non una gratuita spiattellata di nozionismi fini a se stessi, bensì un doveroso atto dello sceneggiatore per conferire pathos narrativo alle vicende che vedranno coinvolti quei dati popoli o personaggi. Pathos narrativo che qui, purtroppo, è quasi del tutto assente.


Chiaro: senza pathos, senza un retroterra convincente, non si ha coinvolgimento del lettore. Il nozionismo non dà un retroterra convincente.
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Kramer76
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MessaggioInviato: Mer Ago 26, 2015 1:49 pm    Oggetto: Rispondi citando



la bocca del drago
numeri 269, 270 e 271, testi toninelli, disegni donatelli
un'odissea americana dei poveri, tanto che la caccia al tesoro stavolta parte dalle "dicerie" di immigrati greci...
le arpie non sono vere arpie, digging bill è una copia sbiadita dell'originale, al suo posto avrebbe potuto esserci chiunque...
di questa storiella si salva la scena della tauromachia, fornita di arena nolittiana e tradizionali didascalie...
però è strano che zagor capisca il dialetto mongolo...
disegni nella media, buone copertine

voto 6-


Ultima modifica di Kramer76 il Lun Ago 09, 2021 1:43 pm, modificato 3 volte in totale
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Esploratore Scomparso
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MessaggioInviato: Lun Apr 27, 2020 6:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Altra storia simile alle altre toninelliane del periodo : soggetto buono e interessante, presenza di personaggi originali e pure Digging Bill, popoli mitici nascosti, il tesoro originato da una leggenda, addirittura gli Argonauti, la Voce che Uccide, persino citata in un titolo... e poi la sceneggiatura che non prende più di tanto, uno svolgimento abbastanza piatto, con scene di guerra tra le arpie e i mongoli monotone per cui non avevo il minimo interesse.
Digging Bill purtroppo viene messo da parte, peccato che lui al Vello d'oro non si avvicini neanche, visto che a prenderlo ci prova prima lo scienziato, poi il bandito di mezza tacca.
Eppure l'idea del Vello d'oro, della Bocca del Drago, della roccia con i buchi erano anche delle belle trovate.
Più di tutto mi aveva entusiasmato quel toro con a fianco il braciere con i tizzoni ardenti da lanciare!
Peccato invece che la storia non decolla ed è abbastanza scontata.
Anche i disegni di Donatelli non sono granchè, fin troppo scarni per il soggetto proposto.

Spesso in quel periodo i titoli erano roboanti, copertine bellissime, ma poi dentro ci si trovava storie non sempre all'altezza.
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MessaggioInviato: Dom Set 19, 2021 9:31 am    Oggetto: Rispondi citando

Una storia che mi sento di definire deludente, superficiale e pretenziosa Sad
Se si decide di farsi ispirare dal mito di Giasone, dalle Argonautiche di Apollonio Rodio, allora bisogna farlo per bene, conferendo al racconto ben altro spessore e rimandi meno approssimativi all'epica di base.
La vicenda si snoda troppo velocemente, con noiose scene di battaglia tra improbabili tribù e donne volanti nel classico territorio inesplorato. Non c'è reale coinvolgimento, i personaggi non sono caratterizzati (si salva giusto Radigan, cinico uomo d'affari che dimostra fegato, concretezza e un suo codice d'onore) e soprattutto Digging Bill è davvero sprecato, un po' come Bat Batterton qualche mese prima (in una storia però riuscita meglio).
Qualche sequenza si lascia ricordare, come il combattimento di Zagor nell'arena contro i "tori di fuoco", oppure la trovata del vello d'oro che è impossibile da recuperare per via della "voce che uccide" (eppure basta un po' di stoppa nelle orecchie ed un'elementare fasciatura per riuscirci... mah!), aspetti che non bastano a sollevare una storia di scarsa consistenza, tanto nel contenuto quanto nella modalità di resa. Da dimenticare.
Donatelli fa il suo consueto, onesto lavoro, garantendo almeno familiarità.
Voto: 5
_________________
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Campionato, Inter-Milan 1-0
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Dom Set 19, 2021 10:31 am    Oggetto: Rispondi citando

C'è una cosa che m'incuriosisce Very Happy
Questa è la prima storia, dopo tanti anni, in cui compare nuovamente il nome dell'autore dei testi (Toninelli).
Nella rubrica della Postaaa!, Sergio Bonelli scrive così:
Da quando Nolitta (cioè io), costretto dal sovraccarico di lavoro, ha deciso di non essere il solo ad occuparsi di Zagor, le storie sono state spesso il frutto di un lavoro d'équipe, tra il sottoscritto, gli altri soggettisti e i redattori. Ora i nuovi autori di Zagor si sentono pronti a muoversi con le proprie gambe e a firmare le loro storie"...
Quello che chiederei ai forumisti più esperti è come sono state ufficialmente attribuite le storie del "periodo fantasma" ai vari autori, da Sclavi a Pezzin, da Castelli a Toninelli fino a Nicolai e Pellizzari...
A volte mi chiedo quanto Canzio abbia contribuito, o se le storie più belle del periodo come Acqua di fuoco o Il ritorno del vampiro abbiano subito una revisione nolittiana, o se gli autori oggi ufficialmente designati siano stati "solo" i soggettisti... Think
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Dom Set 19, 2021 11:22 am    Oggetto: Rispondi citando

Si può provare a riconoscere dal cambiamento di stile... l'indiano Pequot crivellato dai colpi mi ricorda Hellingen crivellato di colpi nella grotta...
L'ultima vignetta della storia Yeti è effettivamente di Sclavi, e anche il finale della storia di OEJ è di Sclavi, l'ha detto l'autore.
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MessaggioInviato: Dom Set 19, 2021 12:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Doc Lester 1975 ha scritto:
Da quando Nolitta (cioè io), costretto dal sovraccarico di lavoro, ha deciso di non essere il solo ad occuparsi di Zagor, le storie sono state spesso il frutto di un lavoro d'équipe, tra il sottoscritto, gli altri soggettisti e i redattori.

Io per esempio sono arciconvinto che molti dialoghi di Pugni e pepite, e in particolare tutta la sceneggiatura iniziale, sono farina del sacco di Nolitta. Allo stesso modo certi passaggi in alcune storie di Toninelli, tipo il confronto tra Zagor e l'ufficiale in La grotta delle mummie.
_________________
"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"
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MessaggioInviato: Mer Ago 31, 2022 8:52 am    Oggetto: Rispondi citando

Una discreta storia che si va a inserire nella media del periodo. L'idea di partenza della vicenda, ossia la ricerca del Vello d'Oro, era, a mio giudizio, molto buona e interessante, ma purtroppo viene sviluppata da Toninelli in una storia sceneggiata in modo un po' piatto e privo di pathos e con anche dei personaggi per nulla caratterizzati. Pure Digging Bill è un personaggio scialbo, secondario e per nulla determinante nel corso dell'avventura. Fortunatamente troviamo invece uno Zagor in grande forma e un Cico ben gestito.
Anche se la spiegazione iniziale del professor Stanislaw Shimkoziewic annoia più che incuriosire, subito dopo la storia assume un buon ritmo fino alla conclusione.
Bella la scena della battaglia con le donne volanti; un po' forzata invece la facilità con cui esse accettano successivamente le condizioni di pace con il popolo di umani.
La scena migliore in assoluto della storia è però il combattimento all'interno dell'arena tra Zagor e i "Tori di Fuoco", molto entusiasmante e sceneggiata con delle meravigliose e quasi nolittiane didascalie.
Bello lo spettacolare finale con l'esplosione del vulcano e il terremoto, anche se si avverte una certa fretta di Toninelli nel concludere la storia.
Sufficienti i disegni di Donatelli, nella media delle sue altre prove del periodo. Alcune scene sembrano purtroppo realizzate svogliatamente (vedi la tauromachia nell'arena che avrebbe potuto essere più spettacolare).
Le due copertine di Ferri sono superlative, soprattutto la seconda, un vero capolavoro!

Storia: 7,2
Disegni: 6,2
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