www.spiritoconlascure.it

[Spiritello senza scure]

Iniziata la lettura. Bel primo albo introduttivo, ottima la scena di apertura e Cico. Disegni non cosi "disturbanti" come tenevo, sebbene rimanga dell'idea che ci sarebbe voluto un disegnatore di altro spessore.
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[ermann66]

I disegni non sono poi così male, fermo restando che purtroppo i tempi di Ferri Donatelli e Bignotti sono ormai lontani.
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Viva lo spirito con la scure !
Forza Juveeeeeeeee

[Mauro Tozzi]

Da un po' di tempo si è tornati alla vecchia abitudine di concludere una storia nelle prime pagine dell'albo successivo mettendo a pagina 5 il riassunto senza alcun titolo e senza più essere costretti quindi a far coincidere il finale di una storia con la fine dell'albo. Anche per questa avventura si è fatto così e ne sono contento.
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Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

[Mozart Kelly]

E’ un seguito di cui si sentiva bisogno. Bravissimo Rauch in tre albi e poco più a tessere un interessante intreccio che però fila via in modo scorrevole nella lettura. Due trame (quella della guardia nazionale georgiana e del ritorno a Britannia) che non si pestano i piedi. Dialoghi molto profondi e ficcanti, soprattutto le riflessioni in intimità tra Zagor e Cico, con l’eroe che arriva a dubitare sull’efficacia della sua missione. Uno Zagor tenace ma umano, un Cico spalla e risolutore. Chaka da antipatico suscita poi empatia, specie nel tragico epilogo. Jack Red nel ruolo di Liberty Sam. Ho trovato forzato solo l’inserimento di Satko, poteva anche non starci non sarebbe cambiato nulla. Manca anche qualche cattivo all’altezza degli Starkad o dei Rakosi. Momenti toccanti e drammatici come il ritorno di Zagor sulle rovine a ricordare Manetola o forti come Hazon pestato a sangue. Non sarà un seguito epico, ma serviva. Rauch chiude bene il cerchio senza contraddire nulla di quanto narrato da Nolitta. Ai disegni un Di Vitto troppo incerto su alcuni primi piani di Zagor e su alcuni dinamismi delle scene con molti personaggi in lotta.

[Spiritello senza scure]

Terminata la lettura. Che dire... non grido al capolavoro ma siamo di fronte ad una eccellente storia magistralmente condotta. Intensa e commovente, al pari di Manetola, la figura di Chaka la cui fine, negli stessi luoghi, ricalca esattamente quella del "padre". Un Cico perfettamente nolittiano e i pensieri di Zagor sul luogo dell'antico scontro a chiudere i gli antichi rimorsi interiori gli aspetti indimenticabili di questa storia. Non posso che applaudire a Rauch che praticamente non sbaglia un colpo. Tutte le storie, dalla vampirica a Britannia e proseguendo con Nemo (il cui inizio molto promettente non ho potuto fare a meno di leggere), le colloco tranquillamente tra i punti più alti degli ultimi anni.
Peccato che Della Monica sia subentrato solo con Nemo e non già con questa.
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[Smirnoff]

Mi accodo alla sequenza di pareri molto positivi.
Rauch la gestisce molto bene, non si scade mai né nel déjà vu né in banalità. Chaka cresce col passare del tempo e si dimostra un ottimo personaggio, l'eredità filosofica di Manetola è ben riposta.
Gran bel Cico, Zagor roccioso e sentimentale al punto giusto, la bella variazione sul capitano ci sta.
Non è Libertà o morte, ma mica si può fare una colpa di questo! per me è la migliore storia dell'ultimo decennio (anche più di quella vampiresca), anche se ho il vago sospetto che potrebbe venire superata da quella che comincia nello stesso albo, speriamo!

I disegni non mi hanno entusiasmato, per me lo Zagor divittesco perde un po' di identità, ma al di là di quello i fratelli rendono abbastanza bene l'idea di quello che c'è in scena.

[Spiritello senza scure]

Sulla mia copia di "Vendetta Seminole" nella prima pagina compare il titolo "Sangue Seminole". Tutte le copie hanno questo "errore"?
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[alessandro70]

Bella.

Finalmente.

Se ne sentiva il bisogno.
Sceneggiata bene, uno Zagor finalmente introspettivo preda di emozioni come ormai non eravamo più abituati a vedere.
Ed è forse la cosa che più mi è piaciuta in questi albi.
Ero stanco di un supereroe senza sentimenti e che spiega tutto perfettino perchè mena cattivoni e banditi ogni volta che li mena.

Un Cico ( lo avete detto tutti ) finalmente Cico.

E una serie di comprimari all'altezza che non stanno lì solo per giustificare le azioni del protagonista principale ma che dimostrano caratteri e personalità ben definite.

Pagine epiche presenti qua e là nella storia.
Alcune davvero emozionanti.
Da vecchio fan salgariano ho anche molto apprezzato alcuni omaggi a Sandokan ( vediamo se qualcuno di voi li ha colti...sono evidenti ).

Si poteva fare di meglio ?
Forse.
Ma sicuramente si poteva far peggio quindi quello che ho letto per me, di questi tempi, è tantissima roba.

Anche io avrei, infine, preferito un altro disegnatore.
Però devo anche riconoscere che questa è una delle migliori prove dei Di Vitto a cui abbia mai assistito.
Insomma, pur nel loro stile ( che quello è e non c'è niente da fare...purtroppo sono disegnatori che garantiscono risultati buoni, onesti e accettabili e non tanto di più ) si sono impegnati sicuramente al massimo per onorare degnamente una storia così importante.

Come detto prima...di questi tempi facciamocelo bastare.



.

[teo]

[Mozart Kelly]

[Spiritello senza scure]

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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[Doc Lester 1975]

Ho appena finito di leggerla e confermo il giudizio dato nel mio precedente post: storia molto buona, da 8 in pagella
Devo dire però che speravo di trovare qualcosa di più nelle ultime 32 pagine. Non mi hanno emozionato e per me i finali da soli possono valere un'avventura intera. Qui ho visto giusto una serie sempre più decisiva di "arrivano i nostri": prima Chaka, poi Cico con gli altri Seminoles e infine Capitan Red.
Tutto molto telefonato, anche il sacrificio del prode Chaka.
Nemmeno i disegni sollevano il finale (restano comunque chiari e positivi, per me, aiutano la lettura), in quanto ci sono momenti epici in cui non riescono a far provare quelle emozioni che dovrebbero raccontare. Penso per esempio alla pag. 12, il corpo a corpo / resa dei conti tra uno Zagor furioso e il governatore Hazon: i volti appaiono quasi caricaturali, mentre uno come Donatelli sapeva rendere Zagor in maniera unica in queste fasi.
Vabbe', qui sembra che io stia stroncando questo lavoro, non è così e sul mio precedente post si possono trovare tutti i complimenti che faccio a Rauch e Di Vitto
Però dal finale mi aspettavo qualcosina di più.

Rauch si conferma ottimo e solido autore, la collana è nelle sue buonissime mani. Ha deciso di entrare in un territorio "sacro" come quello di Libertà o morte e lo ha fatto in punta di piedi, con enorme rispetto di un capolavoro assoluto, anteponendo Zagor e i suoi lettori storici alla tentazione (anche legittima) di stravolgere troppo per protagonismo.
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Simone C. - Io di calcio non capisco alcunché

Supercoppa, Milan-Inter 0-3
Campionato, Inter-Milan 1-0
Champions, Milan-Inter 0-2
Champions, Inter-Milan 1-0
Campionato, Inter-Milan 5-1
Campionato, Milan-Inter 1-2

[Wolfenstein1976]

Per quanto mi riguarda una bellissima storia.Rauch e' stato molto coraggioso a riprendere una tra le storie piu' iconiche del passato di Zagor e farne un ritorno che non deleude le attese.Ci sono tanti bei momenti in questa lunga avventura, il discorso tra Zagor e Cico, Cico che piange la morte dei Seminoles, la furia di Zagor contro i soldati inglesi, Cico protagonista, Il bellissimo finale dove Chaka si riscatta, e le ultime 3 pagine poetiche.Se fosse stata disegnata da Nuccio o Della Monica avrei dato 10.I Di Vitto fanno un buon lavoro, ma non erano a mio avviso i disegnatori migliori per una storia di questo livello.


Storia 9

Disegni 6,5
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Mirko

[Walter Maddenbrook]

Davvero eccellente questo ritorno a Britannia, forse perfino un capolavoro, e se non lo è poco ci manca.
Tecnicamente magistrale, con una perfetta calibratura tra scene d'azione e statiche, senza che nessuna delle due strabordi come troppo spesso vediamo fare su questa saga, allorché assistiamo a insopportabili e soporifere pagine e pagine di lotta oppure a spiegazionismo da attorcigliamento di gonadi in cui si spiega a posteriori che io ho fatto così perché in realtà poi tu facevi cosà ma io ti ho anticipato e blablabla.
No, qua nolittianamente non ci sono arzigogoli narrativi, ma tutto viene narrato in presa diretta, agevolando la lettura di 3 albi e mezzo che vanno giù come miele.
In quanto storia lunga si può permettere apprezzati cambi di location, spaziando dal classico western alla più esotica seconda parte. Questo è lo spazio giusto per l’avventura zagoriana, non c’è niente da fare.

Si parte col botto, con la scena della liberazione degli schiavi, nella quale si fa subito capire che gli agganci con Libertà o morte non saranno manierismo, ma sono profondamente costituenti della trama. Inoltre, viene presentato quel grande comprimario che sarà il figlio di Manetola.
Ecco, subito una nota per i personaggi ("grandi personaggi = grande storia", regola aurea), che sono tutti ottimamente delineati, con in testa ovviamente Chaka, che riecheggia classicità del creatore passando dalla posizione di nemico, anche molto temibile, ad alleato con momenti di fragilità.
Ma anche quelli della guardia georgiana, e il tenentino da schiaffi nella palude, e il borioso Hazon... tutti fanno la loro parte in modo perfetto. Caratteristica luminosa del Rauch delle origini era proprio il tratteggio raffinato dei villain: se ultimamente mi sembrava averlo un po' smarrito, con questa run balza - di nuovo e alla grande - in sella a questo suo cavallo di battaglia.

Stessa cosa possiamo dire dei buoni, dal centratissimo Satko al carismatico Jack Red, che credo continueremo a vedere ancora per un po'.
Ma sono soprattutto i due protagonisti di testata ad emergere in modo superbo.
Zagor giganteggia ovunque, rendendo servizio in mille modi a ciò che dà senso alla sua esistenza, ovvero la missione di pacificazione e smussamento tra i popoli. Non solo direttamente, guidando i combattimenti contro gli ingiusti, o spronando il capo Seminole nei suoi momenti di sconforto... ma anche indirettamente, cercando di cambiare la testa delle persone, come quando si prodiga per spiegare ai coloni l'insensatezza dei pregiudizi sugli indiani.
Ma soprattutto, è durante la strepitosa sequenza del dialogo notturno con Cico nella palude che raggiungiamo dei livelli elevatissimi.
Sono davvero 5 pagine sublimi che da sole varrebbero tutta la storia (se non ci fosse anche molto altro). Una riflessione così vera, umana, profonda sul senso del proprio ruolo, che non esiterei a definire un reprise dell'immortale discorso a Minamoto, in una sua versione 2.0. E fatta con l'amico Cico, che assume qui contorni straordinariamente tridimensionali come non si vedevano da secoli.
Sono queste le sequenze che voglio vedere, il cuore del vero Zagor, questa intensità, queste punte di commozione! Bravissimi!

[Parentesi personale: è uscito nell'ultimo numero della rivista un mio corposo e imperdibile articolo sul multiforme rapporto di amicizia tra i due pard, e mi dispiace tantissimo che ormai non posso più citare questa sequenza - anche se in realtà la mia analisi riguarda solo la fase nolittiana - come dimostrazione che si può ancora, e si deve, scrivere un Cico di questo livello]

Ma le scene ad alta intensità del Nostro sono davvero tante: la sua indignazione quando si getta contro i soldati o come insegue Hazon fino a massacrarlo di pugni, il finale sulle rovine del forte ricordando l’amico Manetola… ripeto: uno Zagor che si prende la scena in lungo e in largo!
Mi è piaciuto un sacco anche il recupero della percezione della "leggenda dello Spirito con la scure", cioè quell'alone mitico (attenzione: all'INTERNO della narrazione, non all'esterno/editoriale, che è fuffa) che pervadeva soprattutto lo Zagor delle origini e che si estrinsecava in quel rispetto autorevole misto a timore che era lampante soprattuto tra gli indiani, spesso terrorizzati solo a nominarlo, ma anche tra gli stessi bianchi.
Mi sembra che Rauch stia cercando di rimpolpare questa antica caratteristica (bravo!), l'ho già notato in qualche storia recente sebbene in modo più sfumato. Qua gli cade particolarmente a fagiuolo dato che, se Manetola è ormai una leggenda in quanto "Padre della Patria" caduto in una storica battaglia, figuriamoci di chi combatté al suo fianco, che in più è già mitico di suo.

Se proprio proprio devo trovare un difetto, lo indentificherei nella battaglia finale un po' troppo confusionaria, ma insomma, sono quisquilie in mezzo al resto.
Tutta la fase avventurosa in genere è stata ottima, avvincente, e - importantissimo - CREDIBILE... non mi sono annoiato un solo secondo.
Molto apprezzato anche l'utilizzo delle didascalie, quando si è ritenuto di farlo.
E' stato insomma bellissimo tornare a Britannia, ritrovare quei luoghi letti e riletti mille volte nella nostra infanzia, ma non in modo gratuito per sfruttare un hype, ma con una solida trama e solide motivazioni, e un attento sfruttamento della continuity per mostarci la mutata condizione sociale dell'isola ad anni di distanza da Libertà o morte, e anche l'evoluzione di personaggi allora minori in questo nuovo contesto.

Disegni: In via generale, il lavoro dei Di Vitto è decisamente buono, specie nei ricchi particolari e anche in non poche inquadrature d’impatto statiche. Al contrario, nelle scene che richiedono una forte enfasi drammatica, magari in movimento, non rendono altrettanto bene. Questo anche a causa del loro storico punto debole, ovvero l’espressività o comunque la resa dei volti, tra cui alcuni di Zagor davvero da matita rossa.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"

[Andrea67]

Bellissima avventura a tutto tondo, finalmente degna di Zagor. E’ questo, infatti, che il lettore chiede alla testata, e cioè una sana storia di avventura con tanta azione, ma anche con caratterizzazioni psicologiche importanti. E qui abbiamo l’uno e l’altro. L’ormai ottimo Rauch crea, infatti, una sfilza di personaggi, tutti interessanti, aggiungendoli ad altri già noti e creando una suspence che non si vedeva da tempo su queste pagine. Ecco che vediamo, inizialmente, il buon Satko, la Guardia Nazionale Georgiana, e poi, con un collegamento magistrale, i Seminole del titolo, con Chaka in primis, e gli inglesi dell’isola di Britannia. Come ciliegina sulla torta, infine, un nuovo personaggio, Capitan Red, che spero rivedremo in altre occasioni.
Grandissimo ruolo, quello svolto da Cico, in due occasioni, la prima delle quali a livello psicologico, in quello che sicuramente diventerà famoso come “Il dialogo della palude”, nel corso del quale fornisce a Zagor un contributo psicologico non indifferente. Nel secondo caso, il simpatico messicano si rende protagonista di una scena d’azione cui non eravamo più abituati.
Forse, unica pecca, la storia meritava ben altri disegni. Intendiamoci, non è che Di Vitto disegni male, anzi, molte scene d’azione e corali sono fatte molto bene, e valgono il voto che gli ho messo. Quello che proprio stona è il volto di Zagor, che proprio non riesce a caratterizzare: in particolare, mi viene in mente una scena nella quale Zagor, pur legato, minaccia i soldati inglesi prima di emettere il suo famoso grido. Ecco, in quell’occasione, il volto di Zagor è così brutto da far scadere una scena che avrebbe potuto essere leggendaria.
Bene così Rauch, continua su questi livelli.
Voto alla storia: 8,6
Voto ai disegni: 7,5