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[Kramer76]

la vittima designata
numeri 287, 288 e 289, testi toninelli, disegni pepe
secondo me non è male questa storia, ordinaria amministrazione zagoriana, oggi probabilmente il raduno dei cheyenne verrebbe sostituito con un sabba...
ci sono diverse cose simpatiche: intanto cico che, una volta tanto, non viene trascurato da toninelli, si traveste da squaw ("cigno vezzoso"), balla il flamenco
bacia in bocca l'amico di zagor, viene usato come assaggiatore "mitridatico" da zagor, alla fine lancia la scure a zagor come fa groucho con la pistola di dylan dog...
bella la scena in cui zagor fa confessare il congiurato in una scenografia ricercata, una caverna con i geyser spacciata per anticamera dell'oltretomba
altre cose simpatiche: la battaglia nel canalone, i pezzi di vetro usati come sistema d'allarme, il calumet avvelenato, le maschere, la missione abbandonata
l'esilarante parola d'ordine del clan delle teste di legno: "il futuro dei cheyenne... è la fine di za-gor-te-nay"
sempre belle le didascalie di toninelli: zagor paragonato a un "maestoso uccello da preda"
pepe in crescita dopo gli esordi, con le sue specialità: il volto di zagor, gli indiani
copertine sotto la media del periodo

voto 6+

[wakopa]

FAI fondo per l'ambient italiano
certo che quando Toninelli si avventurava in riflessioni esistenzialiste new age protoShyeriane,l'effetto baci perugina era dietro l'angolo

[Andrea67]

Anomalo giallo Darkwoodiano che si svolge all’interno di un megavillaggio indiano ed i cui protagonisti sono i capi e gli stregoni delle sette tribù cheyenne.
Abbiamo l’occasione di conoscere Wanaka, uno dei sette capi, conosciuto da Zagor all’epoca di Wandering Fitzy, ed è subito simpatia per questo giovane guerriero che riesce ad uccidere un puma armato di solo coltello. Se non sbaglio, nella saga, è la prima volta che qualcuno, che non sia Zagor, ci riesce. Tra l’altro, questo scontro uomo/animale mi ricorda tanto quello tra Tremalnaik e la tigre nel noto sceneggiato televisivo.
Toninelli, purtroppo, non si lascia sfuggire l’occasione di far colpire Zagor con l’ennesimo sasso in testa dopo aver provveduto a farlo quasi sconfiggere, in un corpo a corpo, dall’anziano capo cheyenne.
Intelligente, invece, il tentativo di far credere colpevole l’amico di gioventù di Zagor, che invece, alla fine, si rivela l’unico alleato.
Pepe non delude.

Voto alla storia: 6
Voto ai disegni: 8

[cama69]

La ventinovesima storia di Toninelli è incentrata su un complotto ai danni di Zagor da parte dei Cheyenne.
Il filo conduttore della storia è la rivolta di una tribù contro la politica di pace di Zagor per poi scatenare una guerra contro i bianchi. Toninelli ha usato molto spesso questo tipo di soggetto, tuttavia in questa storia c'è qualche novità. I Cheyenne non sono mai stati usati finora (mi pare) anche perchè dovrebbero essere lontani dalla zona di influenza di Zagor, inoltre si scopre subito che il capo di una delle tribù Cheyenne di nome Wanaka era stato amico di Zagor quando erano ragazzini, quindi conosceva il giovane Wilding. Questo è sicuramente un aspetto interessante anche se in questo modo Wanaka dovrebbe essere a conoscenza che Zagor è semplicemente un uomo e non certo uno spirito.
I congiurati prima tentano di uccidere Zagor a tradimento ma vengono sconfitti ed allora tentano di avvelenare il tabacco del calumet di Zagor ma Cico manda involontariamente a monte il piano che bisogna ammettere era perfettamente congegniato. Toninelli è bravo a sviare i sospetti su Wanaka che fino alla fine della storia sembra il colpevole, anche perchè ad un certo punto sembra proprio lui il capo dei congiurati. Solo alla fine la verità viene a galla e si scopre che il capo è un certo Sitka, un guerriero molto forte che Zagor aveva conosciuto anche lui da ragazzino. Wanaka dice a Zagor ti ricordi anche quando eravamo ragazzi era un tipo chiuso. Forse Sitka conoscendo il giovane Wilding sapeva che lo spirito con la scure era un semplice uomo bianco e quindi questo gli dava una maggiore convnzione nel volerlo uccidere. Però Sitka viene caratterizzato pochissimo cosicchè alla fine la scoperta del colpevole non crea nessun sussulto nel lettore.
Anche in questo mese Zagor si fa sorprendere questa volta da un vecchio sakem, ma almeno succede una sola volta. Arrivati a questo punto se commette una sola stupidaggine a storia mi ritengo soddisfatto.
La storia secondo me è sufficiente, ma manca mordente e procede un pò freddamente, il giallo finale risulta un pò fiacco. Toninelli scrive con la consueta professionalità ma si nota un certo distacco e freddezza che nei primi anni era assente. I disegni di Pepe sono molto belli, e per fortuna contribuiscono ad elevare la qualità della storia.
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[Esploratore Scomparso]

Un altro buon soggetto di Toninelli rovinato in parte dalla trama abbastanza noiosa, senza guizzi o spunti emozionanti.
Sicuramente buona l'idea della setta delle maschere di legno che si riuniscono nella missione abbandonata (la copertina dell'albo mi ha sempre fatto pensare ad una storia tipo "Leggenda della vecchia missione" texiana...pensavo che quella figura di spalle fosse una strana creatura con le orecchie a punta...), come anche interessante la figura di Wanaka, tutto faceva pensare ad un suo tradimento.
Però non ci sono altre cose da ricordare, anzi, ancora una volta Zagor si fa fregare da un avversario inferiore, o da una pietra in testa.
Due albi per questa storia sono pure troppi.
Buonissimo lavoro come sempre di Pepe, soprattutto per gli interni nelle grotte e nella missione.

[jupiter973]

[Doc Lester 1975]

Per me questa non è una storia facilmente valutabile
Da un lato abbiamo un soggetto poco incisivo sviluppato in modo piatto, con una trama fiacca e personaggi caratterizzati al minimo sindacale. Se mi fermassi qui, potrei dire che siamo sulla sufficienza risicata, due albi passabili ma niente di più.
Dall'altro lato ci sono alcune chicche che alzano il giudizio finale.

La prima chicca è il realismo Zagor non viene facilmente a capo delle situazioni in cui si trova, ed anzi è spesso costretto ad ammetterne la difficoltà. A Wanaka dice che senza il suo aiuto "starebbe sottoterra ad ingrassare i vermi", e deve faticare molto per sconfiggere Sitka nel duello finale: si tratta giusto di un anomino guerriero indiano, uno di quelli che nelle storie di oggi si abbattono in mezza vignetta, eppure Zagor (che è disarmato) pensa: "È sempre stato un combattente formidabile, che avrei difficoltà a sconfiggere in una lotta ad armi pari... In queste condizioni, le probabilità di batterlo sono praticamente zero"! Deve venire in suo soccorso Cico, che risulta decisivo lanciando all'amico la scure.

Proprio la performance di Cico è la seconda chicca. Il messicano stavolta non viene relegato ai margini della storia, ma risulta appunto decisivo, ed anche la sua goffaggine è funzionale alla trama (episodio dei calumet). Si aggiungano il carattere marcato (il disappunto nei confronti di Zagor mi ha fatto ricordare un battibecco simile tra Asterix ed un offeso Obelix ), la gag di Cigno Vezzoso e la canzoncina nella foresta

Terza chicca: la personalità di Zagor, che in questa storia ho trovato molto in linea con quella originale. Da citare l'episodio della caverna trasformata nel regno dei morti per spaventare Utemi e il lucido carisma (non un idealismo fine a se stesso) con cui gli parla riguardo alla "inevitabile" edificazione della civiltà dei bianchi sulla terra dei pellerossa, alla speranza di una pacifica convivenza tra i popoli ed alla sua stessa missione: "Sarei un folle se pensassi che è possibile opporsi all'avanzata dei bianchi... il compito che mi sono assunto è quello di facilitare la reciproca comprensione tra le due razze*, difendendo i deboli e colpendo duramente chi mette in pericolo la pace e la sicurezza di tutti"!
La genuina e calda personalità di Zagor appare chiaramente anche nelle parole con cui intimorisce i congiurati che lo braccano nel canalone ed inoltre, seppur in modo completamente diverso, nella riflessione ecologica che si concede durante la giornata di meditazione, quando contempla la natura (pag. 23 del primo albo, una tavola che nel frenetico stile di oggi sembrerebbe sprecata, ma che in realtà trovo stupenda)

Infine l'ultima chicca, i disegni di Pepe: trovo questa una delle sue migliori prove, se non la migliore La foresta è ricca di particolari, le sequenze d'azione sono plastiche e realistiche, ma soprattutto sono coinvolgenti le scene notturne e l'ambientazione alla missione abbandonata. Pepe, inoltre, sapeva rendere molto bene i volti degli indiani, anche se sembravano un po' tutti uguali e imbolsiti

Per tutti questi aspetti, la storia merita a mio avviso una valutazione più alta rispetto a quella che otterrebbe se ci si limitasse a soggetto e trama. Bravo Toninelli nel cercare e nel far risaltare l'essenziale.
Voto: 7+


* nb: negli anni '90 credo che si potesse ancora parlare di "differenti razze dello stesso genere umano" senza scandalizzare nessuno; oggi si preferisce parlare di differenti fenotipi di una stessa razza umana. Trovo che sia soltanto un modo politicamente corretto di dire la stessa cosa. Mi piacerebbe sapere se nelle ristampe successive (per esempio la CSAC) questo passaggio è stato modificato...
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Simone C. - Io di calcio non capisco alcunché

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