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L' ACQUA CHE URLA - ZAGOR + n° 4
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Autore Messaggio
ilguardiano
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MessaggioInviato: Mar Mar 01, 2022 11:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ottimo racconto di Luca Barbieri, che sviluppa in maniera coinvolgente una trama classica di stampo "indiano" già altre volte utilizzata e per questo difficile da rendere originale; Barison stempera i tratti cupi utilizzati nelle prime storie e ci regala un bellissimo Zagor.
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Walter Maddenbrook
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Dom Mar 06, 2022 6:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche a me nel complessa è piaciuta, ma questo "complesso" è una somma non troppo amalgamata di momenti alti e bassi.

Parto dai difetti perché sono quelli mi si sono presentati prima durante la lettura. Innanzitutto non l'ho trovata granché scorrevole da leggere, anzi a tratti perfino faticosa, e questo credo sia causato da come è stata trattata tutta la parte di azione, a mio parere troppo confusionaria.
Tanti i cambi di location, di “posta in palio” del momento (fermare i trafficanti di armi, resistere all’assedio degli indiani, correre a salvare la famiglia, il duello finale) a cui manca la sufficiente omogeneità. La narrazione procede quasi a strappi, non fai in tempo a entrare in un contesto che subito cambia.
Appesi a questa conduzione troviamo conseguentemente tanti e troppi personaggi che soffrono a loro volta di troppo poco spazio per caratterizzarli, benché Barbieri abbia fatto un grande e meritevole (riprenderò tra poco) sforzo in questo senso.
Apprezzabile anche che non si sia fatto troppo scrupoli di eliminarli quando occorreva, ma i tentativi di commozione legati alle loro morti ne escono purtroppo affievoliti perché non si è avuto il tempo per potercisi affezionare il giusto.

Molto fastidiosi, poi, alcuni passaggi narrativi più che forzati, se non assurdi: ad esempio il piano di Zagor alla capanna prevede che lui si tuffi in acqua e poi difenda la sua posizione con una pistola bagnata; peggio ancora l’idea che una donna al nono mese con una gravidanza talmente difficile da non potere nemmeno camminare, si possa portare via tramite una zattera trascinata dalle rapide, sballottata ovunque, e infine con un salto di decine di metri da una cascata multipla, da cui sarebbe già difficile sopravvivere per un uomo in piena forma!
Non è per fare le pulci, è che se tu poni i personaggi in una situazione drammatica e senza uscita devi rispettare le premesse che hai creato: se le bypassi con soluzioni irreali stai tradendo il patto col lettore che tu stesso hai messo in essere poco prima.

E ora veniamo ai pregi. La prima cosa che mi ha colpito è stato lo scheletro, che pare preso pari pari dal "Manuale di come si costruisce una storia zagoriana”: le gag di Cico diffuse per tutta la storia, un buon mix tra azione e profondità di dialoghi, uno Zagor leader, coraggioso e profondo (anche se troppo musone, ma forse è anche colpa dei disegni), personaggi approfonditi il più possibile, il cattivo con delle sue motivazioni.
Secondo me il Maggiore è un bel villain: al di là dei giudizi tranchant di Zagor, appare invece un uomo convinto della bontà delle sue idee, perfino addolorato nel dover eseguire le parti sporche del suo lavoro che considera comunque necessario. E' sicuramente un soggetto odioso ma non irragionevole, conscio della sua responsabilità di comandante, pur declinato in un suo modo personale. Per certe cose mi ha ricordato infatti l'omologo Raskin di Spedizione punitiva. Bello anche quando nel finale dimostra di avere le palle nel non rifiutare il duello per dimostrarsi degno del comando dei suoi uomini e di ciò che pensa fino in fondo.

Ma la cosa migliore, di gran livello, sono molti dei dialoghi. Gli scambi tra Zagor e Hudson, il toccante commiato a Sam, e tante altre prese di posizione del Nostro.
Però è nel finale che si vola altissimo, nella fase di decompressione dopo l'adrenalina del duello. Strepitosi i dialoghi tra Zagor e la neo mamma, e con Uncas... sull'ineluttabilità dell'odio ma sulla necessità che dovrà essere il suo contraltare a vincere, se si vuole che il simbolico nome della bambina possa continuare. Se Zagor, come fosse un Nazim Hikmet, non credesse che "nasceranno da noi uomini migliori", dovrebbe giustamente strapparsi il simbolo dal petto.
"...e forse un giorno ci incontreremo come uomini e non come guerrieri": da applausi sentiti questo miele sul sipario.


Disegni: Credo sia decisamente il miglior lavoro di Barison che, asciugati i neri eccessivi degli esordi, può disvelare i ricchissimi particolari di cui invece sono piene le sue tavole. Soprattutto gli esterni e gli ambienti naturali sono davvero ottimi, e discreti i volti anche se con una leggera tendenza al grottesco. Troppo ondivaghi invece quelli dei protagonisti, ma accettabili.
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MarioCX
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MessaggioInviato: Lun Mar 07, 2022 12:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mah...no, non mi è piaciuta.
Per tutti i motivi che sono stati espressi dall'utente che mi ha preceduto ai quali aggiungo un Cico imbecille ebbasta.
Inutile ripetere cose già dette.
Anche i disegni non sono stati di mio gradimento.
Sotto tutti gli aspetti meglio la storia con i mostrazzi della regolare attualmente in edicola.
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Archer
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MessaggioInviato: Lun Mar 07, 2022 6:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sono piuttosto soddisfatto.

La storia ha un impianto solido, è interessante, i personaggi sono ben caratterizzati, le personalità e il modo di agire di Zagor e Cico sono ben centrati (più il primo che il secondo, va detto). La struttura, come è stato già detto, è abbastanza insolita con una cornice più ampia che racchiude due episodi collegati ma sostanzialmente autonomi tra loro: il salvataggio della donna incinta da pagina 64 a 135 e poi la sequenza che porta alla rivelazione del passato del maggiore e il duello finale da 136 in poi. Sarei curioso di conoscere come nasce questo assemblaggio un po' insolito, ho apprezzato comunque che lo sceneggiatore abbia lasciato spazio a sufficienza per un finale di ampio respiro, a differenza di quanto avviene spesso.

Devo dire che anche a me la sequenza della zattera (che dà pure il titolo all'albo) è sembrata poco logica. Dopo che il trapper aveva illustrato tutti gli accorgimenti presi per rendere la capanna difendibile, non riesco a convincermi che fosse una scelta logica fare invece affrontare a una donna incinta addirittura un salto in una cascata. Forse sarebbe stato preferibile aggiungere elementi di pericolo che rendessero veramente impossibile sostenere l'assedio nella capanna giustificando quindi questa fuga rocambolesca. E per quanto Zagor sia giustamente l'eroe, che riesca a spostare da solo, nuotando controcorrente nel fiume, una zattera di quelle dimensioni e forma mi pare impossibile.

Barison è attualmente il mio disegnatore zagoriano preferito a pari merito con Della Monica (grande mese per me, questo!), quindi ho poco da dire sui disegni. Solita prova maiuscola, mi limito a sottolineare il ventaglio di espressioni che regala a Zagor, ira, fatica e allegria si leggono benissimo sul suo volto a seconda delle situazione, davvero un ottimo lavoro.
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Wolfenstein1976
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MessaggioInviato: Dom Mar 13, 2022 9:34 pm    Oggetto: Rispondi citando

Davvero bello questo Zagor Piu', una storia drammatica, quasi kenparkeriana e con un duello finale fantastico. Complimenti agli autori

Storia 9
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Doc Lester 1975
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MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2022 5:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
L'unica nota stonata dell'albo è il titolo che non c'entra una mazza, se non di leggerissima sfuggita.

Prima di commentare anch'io la storia, volevo soffermarmi un attimo proprio su questo aspetto.
Titolo senza senso Sad
Mi rendo conto che in fin dei conti questa cosa non sia importante, però sul serio non si capisce perché dare a questa bella storia un titolo così poco centrato.
Allora, ci sono tre possibilità per titolare un albo.

1) il titolo anonimo.
Colpo su colpo, Guerra indiana, Senza tregua, o anche leggermente più specifici ma sempre anonimi tipo La trappola, I rinnegati, Solo contro tutti, I due complici.
Questi titoli, in una saga lunghissima come quella di Zagor, prima o poi finiscono.

2) il titolo specifico con riferimento spaziotemporale o ad un personaggio o ad un elemento particolare.
La vendetta di Mortimer, Il ritorno di Blondie, Il tesoro di Digging Bill, Alaska, Terranova, I disertori di Fort Kenton, Clark City, Lo scettro di Tin-Hinan, La figlia del mutante, Vudu!.
Questa è la modalità più semplice di titolare una storia. Le possibilità sono praticamente infinite.

Qui si è voluto praticare questa seconda modalità, ma in modo incomprensibile, perché L'acqua che urla, ossia la cascata, rappresenta solo un elemento di contorno della storia (un discorso che si potrebbe fare anche per il recente Bandera!); inoltre, come ha fatto giustamente notare Walter Maddenbrook, proprio quella della cascata è forse l'unica sequenza che stona davvero: una donna incinta che in teoria non potrebbe muovere due passi e che invece resiste ancorandosi al timone di una zattera di fortuna in mezzo alle rapide, senza riportare il minimo danno dopo un volo di decine di metri.
Quindi, il riferimento specifico del titolo è anzitutto poco centrato e inoltre pone il focus sulla parte peggiore della sceneggiatura. Peggio di così... Ma chi è il titolista, ma che scelta ha fatto? Brick wall

Capisco che altri titoli specifici potevano suonare male (Potawatomi!), oppure apparire ripetitivi (La rabbia dei Potawatomi, I soldati di Fort Rhymes), ma avrebbero comunque reso meglio l'idea.

Forse è giunto il momento di usare davvero più spesso la terza modalità.
3) il titolo simbolico-evocativo.
Lupi e agnelli, Nessuno è innocente, Le nere ali della notte, Ultima viene la neve.
Questa storia, così intensa, sarebbe stata perfetta per un titolo di questo tipo. Penso, per esempio, a La vendetta e la speranza. La vendetta dei pellerossa, ma in generale il circolo vizioso della vendetta, e la speranza col riferimento alle ultime tavole ed alla nascita di Hope.

Post lunghissimo, me ne rendo conto solo ora Brick wall
Forse non è nemmeno il topic giusto per parlarne, ma come nascono i titoli in SBE? Chi è il titolista di Zagor?
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2022 7:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Doc Lester 1975 ha scritto:

Forse non è nemmeno il topic giusto per parlarne, ma come nascono i titoli in SBE? Chi è il titolista di Zagor?


Se ci fosse ancora in giro Carlo Monni saprebbe ben risponderci lui!
Ricordo che ne aveva parlato Burattini in qualche occasione in passato, ma non ricordo più se qui sul forum, sul suo blog, su Facebook o altrove.

Ricordo comunque che viene fatta una prima rosa di cinque nomi, non rammento bene se dallo sceneggiatore o dal curatore, e poi da questa rosa si pesca il titolo definitivo di concerto con il curatore e il direttore editoriale. L'intervento di queste due figure serve a evitare sia ripetizioni di altri titoli usati nella serie, sia somiglianze eccessive con titoli di altre serie in uscita nello stesso mese, o poco prima o poco dopo.
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Doc Lester 1975
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MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2022 9:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie Archer thumbright
Quindi ci sarebbe voluto un brainstorming ai piani alti per arrivare a L'acqua che urla Rolling Eyes
Vabbe', ironia a parte. La mia impressione è che non si sia creduto molto in questa bellissima storia, per darle un titolo così insensato, una cover bella sì ma che non fa intendere l'intensità emotiva della trama, la collocazione in una collana fuori serie anziché sulla Zenith. Peccato.
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Mer Mar 16, 2022 9:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Doc Lester 1975 ha scritto:
Penso, per esempio, a La vendetta e la speranza. La vendetta dei pellerossa, ma in generale il circolo vizioso della vendetta, e la speranza col riferimento alle ultime tavole ed alla nascita di Hope.

Sarebbe stato un titolo bellissimo. Perché evocativo e per il ragionamento che ci sta dietro. Applause
Io ho sempre adorato i titoli Marvel anni '70, da questo punto di vista la SBE è sempre stata quanto di più banale.
"Se il passato non fosse morto"
"Stanotte muoio"
"Quelli che vogliono distruggerci"
"Questo uomo, questo mostro"
"Se è scritto nel destino"
"Due per la vita"
eccetera eccetera love10
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 10:26 am    Oggetto: Rispondi citando

@Doc Lester 1975: interessante punto di vista, non tanto sul titolo che almeno una domanda ci sta tutta, ma soprattutto che "ai piani alti" non si è creduto nella bellezza della storia, dandogli un titolo così... Fosse vera, e penso sia plausibile, la SBE sa che in certi extra le storie fanno cag... Ma ce le propone, perché? Perché è tradizione che i disegnatori non debbano stare fermi? Perché comunque le uscite ormai quindicinali portano profitti perché lo zoccolo duro compra ugualmente?
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 10:38 am    Oggetto: Rispondi citando

Grazie dell'apprezzamento, Walter Maddenbrook Very Happy
E hai ragione, quelli che hai citato sì che sono titoli Applause

Eccomi a parlare della storia.
L'ho trovata bella e particolare, così ricca di spunti che preferisco separare il mio commento in diversi paragrafi.

La tragica contemporaneità
Prima di tutto, è doveroso far notare la casuale uscita di questo albo proprio contemporaneamente all'invasione russa dell'Ucraina a cui stiamo assistendo sconcertati da giorni Sad
A volte il fumetto è totale evasione (e quanto ne abbiamo bisogno!), a volte invece, come in questo caso, fa pensare e non può non rimandare agli eventi che viviamo.
Qui c'è l'essenza della missione di Zagor, ossia la mediazione e la faticosa, quasi impossibile, ricerca ad ogni costo della pacificazione e della convivenza tra uomini rossi e uomini bianchi.
Ecco una carrellata di frasi pronunciate in questa storia. Impossibile non provare a riferirle al conflitto realmente in corso in Ucraina.

...ci sarebbero i margini per una mediazione... Ho affrontato altri casi come questo, torti e ragioni non sono mai da una parte sola, e bisogna cercare di districare la matassa (Zagor).

...potrebbe essere possibile trovare un accordo... Non è mai troppo tardi per fermare una guerra (Zagor).

Andrò da solo e disarmato. ... Pazzia è voler combattere a tutti i costi contro un numero così alto di nemici, mettendo a rischio la vita di donne e bambini! Se invece basterà rischiare soltanto la mia per chiudere la questione, beh, per mille scalpi, non sarete voi a fermarmi, maggiore! (Zagor)

Un sakem ha la responsabilità del suo popolo. Un capo non è un semplice uomo... Non può permettersi di agire di impulso come un guerriero (Adizoke).

Io stesso ho ceduto al cieco desiderio di vendetta. Per questa ragione so cosa dico. Credimi, Uncas: la vendetta è il peggiore dei veleni. ... Non vi aiuterò a spargere altro sangue (Zagor).

Ognuno è libero di decidere da sé che uomo essere! ... Il vero dovere di un soldato è rifiutare di eseguire gli ordini ingiusti! (Zagor)

Non c'è giustificazione per ciò che gli indiani ti hanno fatto, Jean, ma ci può essere perdono. Anche loro hanno subito gravi ingiustizie e lutti. ... Guarda la creatura che stringi al petto: hai un validissimo motivo per vivere una vita dove l'odio ceda il posto all'amore (Zagor).

Tu segui la pista di quella bambina, segui la speranza. E forse un giorno ci incontreremo come uomini e non come guerrieri (Uncas).
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Luca Barbieri ha scritto:
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 1:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il realismo
Questa storia arriva a vette realistiche quasi inesplorate nella saga di Zagor (soprattutto per questo, fa storcere molto il naso la sequenza dell'acqua che urla). Alcuni hanno tirato in ballo Nolitta, facendo riferimento a La rabbia degli Osages o a Spedizione punitiva, ma noi sappiamo bene che le storie di questo tipo si contano sulle dita di una mano nella saga di Zagor, tradizionalmente più leggera (anche nel versante realistico, senza scomodare quello fantastico). Quindi secondo me ci ha preso Wolfenstein76 quando qui vede, più che Nolitta, Ken Parker Applause Mi commuovo solo a scriverlo, questo nome.
Insomma, diciamocelo, è molto bella ma non sembra una storia di Zagor, pur centrando l'essenza della missione dello Spirito con la Scure.
Tra l'altro, devo ammettere che questo iper-realismo mi ha spiazzato. Il problema è che non vi sono più abituato, travolto da spacconate fantastico-fantascientifiche alle quali non si pongono più limiti. Mentre scorrevano le pagine, il mio cervello andava in cortocircuito e si chiedeva: ma com'è possibile che qui muoiono tutti? Zagor non riesce a portare in salvo una famiglia e lascia una moglie vedova con una bambina orfana? Nemmeno uno straccio di zio le rimane? Per un pugno di pellerossa? Di quelli che nelle altre storie affronta e sconfigge a decine in un paio di tavole, compiendo salti mortali, schivando tutte le frecce e le pallottole, senza colpo ferire? Ma è lo stesso Zagor che abbatte mostri come fossero birilli e salva il mondo intero facendo coppia con Flash? Quel supereroe qui che fine ha fatto?
Ironia a parte, se gli autori non comprendono che non possono alzare troppo l'asticella del versante fantastico (Nolitta insegna), poi a risultare non credibile finisce per diventare quello realistico Brick wall
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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Kramer76
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 1:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

riuscire a godersi una storia senza voler fare polemica su tutto?
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Doc Lester 1975
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 1:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Kramer76 ha scritto:
riuscire a godersi una storia senza voler fare polemica su tutto?

Che ti devo dire, siamo su un forum (che non è esattamente la stessa cosa di un fan club).
E poi la storia me la sono goduta mentre la leggevo sul divano di casa mia Very Happy
Qui, ne parlo. E come ho anticipato, gli spunti sono tanti e mi viene naturale fare riferimento alla produzione generale zagoriana.
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Gio Mar 17, 2022 2:05 pm    Oggetto: Rispondi citando

@Doc: concordo con la tua riflessione. Anche per me il realismo di questa vicenda è stato un grande valore aggiunto.
Se Zagor combatte contro alcuni nemici, per di più armati, non può essere una passeggiata, condita da mosse tipo Megaloman. Il lettore deve percepire la pericolosità e difficoltà della situazione, altrimenti il pathos va a farsi benedire.
Quindi ottima la creazione del pericolo nell'assedio alla capanna ecc. Peccato che la soluzione si muova tradendo poi quelle premesse, e quindi utilizzando un escamotage non più realistico.
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