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La religione Voodoo nei fumetti Bonelli.
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2021 5:07 pm    Oggetto: La religione Voodoo nei fumetti Bonelli. Rispondi citando

La religione Voodoo nei fumetti Bonelli.

Ho recuperato nei giorni scorsi e letto una storia di Martin Mystere pubblicata una ventina di anni fa.
Si intitola Incubo ad Haiti e si sviluppa nei numeri 231 e 232 della serie mensile.
Riflettevo sul fatto che diverse testate bonelliane (quasi tutte le principali) hanno dedicato all’affascinante tematica più di una incursione.
Mi verrebbe la voglia di riprenderle in mano per una rilettura e buttare giù qualche nota a commento.

Vogliamo provare a fare un censimento per richiamarle alla memoria?
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Doc Lester 1975 ha scritto:
io di calcio non capisco granché.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2021 5:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Intanto a braccio...
Dampyr (una volta sicura, forse di più)
Tex (due volte con mefisto e Yama, poi non ricordo se gli zombie della Tigre nera fossero woodoo)
Zagor (non serve specificare)
Mister No (Uno speciale e una o due volte nella mensile)
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Gunny Bill
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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2021 5:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

Dylan Dog: n. 76- n. 297-Albo gigante n. 20-Color fest n. 35
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2021 7:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

La prima apparizione dovrebbe risalire al 1969.

Sul numero 21 della Collana Rodeo.

Si tratta di una storiellina di poche tavole (una dozzina) scritta da Guido Nolitta e disegnata da Franco Donatelli.

In pratica un riempitivo, un fill-in, che serviva per completare l'albo con le canoniche 96 tavole, oltre alle 4 di copertina.

Domani, con maggior calma, butto giù due righe sulla storia in questione.

PS intanto grazie ad Angelo e Gunny che hanno raccolto per primi l'appello al "censimento".
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Doc Lester 1975 ha scritto:
io di calcio non capisco granché.


Ultima modifica di Puro Veleno il Mer Set 08, 2021 7:24 am, modificato 1 volta in totale
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Magico Vento
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MessaggioInviato: Mar Set 07, 2021 7:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

Morgan Lost n.7 "Vulcano 7"
Magico Vento n.6-7 "Lungo coltello"-"Il figlio del serpente"
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 7:44 am    Oggetto: Rispondi citando

Magico Vento ha scritto:
Morgan Lost n.7 "Vulcano 7"
Magico Vento n.6-7 "Lungo coltello"-"Il figlio del serpente"



'Azzo, come ho fatto a dimenticare Ned?
Anche 121 e 122... La regina degli zombie e la notte degli alligatori


Di Dampyr mi pare l'Isola dei bucanieri lo stregone senza volto (doppia), Haiti! e poi quella storia di cui non ricordo nulla, ma C'era la moglie di un tizio vittima di un sortilegio vudu...
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 8:19 am    Oggetto: Rispondi citando

Nelle ultime pagine del #21 della Collana Rodeo



è contenuta la breve storia “Voudou!”.
Autori: Guido Nolitta ai testi e Franco Donatelli ai disegni.
Pubblicata nel febbraio 1969.



Sinossi: Steve Dundee, dirigente statunitense di una compagnia del caffè impiegato ad Haiti, una sera decide di soddisfare la propria curiosità spingendosi furtivamente a spiare una cerimonia dei nativi.
Si tratta di un rito voodoo celebrato con il massimo riserbo lontano dagli occhi “impuri” dei bianchi nel fitto di una boscaglia.
Scoperto durante il culmine delle cerimonie l’uomo si dà alla fuga temendo per la propria sorte vista l’animosità dei partecipanti nei suoi confronti. Spaventato dai coltelli impugnati da alcuni inseguitori l’uomo spara nel mucchio colpendo e uccidendo proprio la sacerdotessa.
Percorsa a rotta di collo la distanza che lo separa dalla piantagione dove risiede si barrica nella propria abitazione deciso a chiedere un immediato trasferimento e ritorno in patria.
A rafforzarlo in questa decisione la comparsa di un bambolotto di pezza trafitto da spilloni quale minaccia di morte nei suoi confronti.
Trascorrono gli anni, a New York Steve Dundee ha proseguito con successo l’ascesa presso la propria ditta e la promozione ad amministratore delegato è annunciata ad un party notturno tenuto in cima ad uno dei maestosi palazzi della metropoli.
Tra un brindisi e l’altro i presenti si congratulano con il nostro protagonista quando invitati come musicisti per allietare la serata tre haitiani iniziano a percuotere i propri tamburi con suoni che riportano alla mente di Steve Dundee i tragici fatti in cui fu coinvolto. Terrorizzato dall’atmosfera che lo riporta alle minacce subite l’uomo perde la testa cercando la fuga e precipitando dal terrazzo nel vuoto. La vendetta si è compiuta e i tre musicisti si scambiano un sorriso e un cenno d’intesa con gli occhi.

Commento: una pecca nei tempi della sceneggiatura è probabilmente il fatto che Steve, tornato alla piantagione dopo la fuga dalla boscaglia, trovi già infisso sulla porta di casa il bambolotto con gli spilloni.
Ci sta che fosse stato riconosciuto, meno che prima ancora di raggiungere la propria abitazione qualcuno gli avesse già recapitato il “messaggio”. Magari nei giorni immediatamente successivi.
Notare come Nolitta mantenga comunque nel finale un registro quasi ironico e grottesco in una storia dove il mistero e la magia erano il piatto forte.
Altra annotazione è il mirabile uso delle didascalie ad aprire le scene di Haiti e di New York.
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 1:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Republished inside an albetto with short stories.
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 1:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anubi-Voudou
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 2:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

ElEmperador ha scritto:
Republished inside an albetto with short stories.

Si, questo qua



per i tipi della Cartoon Club di Rimini (quelli di Fumo di China, per capirsi)
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 2:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Prossima storia vudu bonelliana da analizzare sarà "Avorio nero".

Meglio conosciuta come "La legione dei dannati" e pubblicata sulla testata del Piccolo Ranger.

Una storia, come anticipato da Angelo, molto ben scritta e ricca di suggestioni e di inquietudini.

Specialmente se letta da bambini. pale
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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MessaggioInviato: Mer Set 08, 2021 10:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tex 94, Black Baron
Tex 726, Il pistolero vudu
Cthulhu: Death may die
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.
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MessaggioInviato: Gio Set 09, 2021 6:21 am    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
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But only one no, directly the voodoo in Haiti.
Others are candomble in Brazil.
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MessaggioInviato: Gio Set 09, 2021 4:48 pm    Oggetto: Rispondi citando


Autori: Andrea Lavezzolo ai testi e Francesco Gamba ai disegni.
Pubblicata sulla Collana Audace – Settima Serie #44-45-46-47-48-49-50 in prima edizione [aprile-luglio 1970]
Ristampata sulla Collana Cowboy (Piccolo Ranger) sui # 84-85-86 [novembre 1970-gennaio 1971]

Trama: Kit Teller con il fido Frankie Bellevan sono impegnati in una duplice missione nello stato del Mississippi. Hanno infatti da sbrigare alcune formalità per l’estradizione di un criminale e al contempo, su preghiera del comandante del forte, informarsi sui motivi per cui la sorella dello stesso, risiedente in loco, non fornisce più notizie.
Adempiuto il primo compito si dirigono verso l’abitazione della possidente terriera attraversando una fitta boscaglia dove le calanti ombre notturne disegnano un’atmosfera inquietante. I nostri vengono richiamati da risate e lamenti angoscianti su un sentiero che li porta fuori dalla direzione indicata. Kit Teller viene inoltre aggredito da un incappucciato e mezzo strangolato mentre per il sottobosco si aggirano presenze fantasmatiche e un accoltellato giace riverso prima di sparire dalla vista.



Perduti nella foresta i due brancolano nel buio mentre si sta abbattendo un forte temporale. La vista di una magione in lontananza li rincuora e malgrado sia in uno stato di quasi abbandono cercano riparo.
All’interno ad accoglierli trovano una anziana signora in carrozzella con il servitore di colore Tom che si spaccia per muto. Malgrado le apparenze i due si dimostrano ospitali concedendo di buon grado vitto e alloggio. Prima di prender sonno, però, Kit e Frankie scoprono che gocciola sangue dal soffitto (una gallina nera con la testa mozzata) e dal salone odono provenire echi di rumori e suoni. Lo spettacolo che si presenta ai loro occhi è sconvolgente: una festa con balli si sta svolgendo e i protagonisti sono oltre a Tom (che parla) e all’anziana (che cammina) molti neri magrissimi e smunti dall’aria afflitta.
I ranger svengono alla vista di ciò anche per il fetore che emanano i corpi attraverso l’aria.
Al loro risveglio la casa è deserta. Anche se rimangono sul pavimento tracce di cera.
Scossi per quanto è accaduto loro nelle ultime ore i due ritrovano con il chiarore delle luci la direzione per raggiungere la tenuta della sorella del comandante.
Qui sono ricevuti con tutti gli onori e, una volta sbrigate le formalità, messi al corrente di buona parte dei pregressi legati alla misteriosa casa e ai suoi proprietari. La storia ha inizio quando il colonnello Craight, comandante sudista e acerrimo schiavista durante la guerra civile si rifiuta di accettare la resa e prosegue la sua lotta con altri irriducibili dedicandosi alle attività criminose. Prima di venir catturato e giustiziato verga una lettera per la moglie assicurandosi che gli schiavi al lavoro nella sua piantagione non vengano mai liberati, ma piuttosto uccisi avendo loro, i padroni, diritto di vita e di morte su essi. Tale ordine viene preso alla lettera. La moglie, in combutta con il fedelissimo Tom, li fa uccidere trasformandoli grazie alle arti magiche di cui Tom è conoscitore in zombi. A questo processo lei stesa non si sottrae volendo continuare negli anni a dominarli.
Inoltre, il fratello di Craight con la moglie, una volta giunti nella tenuta per ereditarne i beni subiscono una tragica sorte: lui accoltellato, lei resa pazza. I loro corpi spariscono, salvo riapparire di tanto in tanto.



Il giorno dopo Kit e Frankie tornano presso l’abitazione stregata e riprendono le indagini. Trovano un cunicolo sotterraneo dove però si perdono di vista. Kit, da solo nel buio, è circondato e poi rincorso da alcuni zombi. Riesce a seminarli e trovare un’uscita da un pozzo circostante.
Prima di allontanarsi con i nervi ancora scossi vengono presi a fucilate da Tom che li aveva scorti.
Tornati nella tenuta della sorella del comandante, Kit, senza entrare nei dettagli per non spaventare l’anziana donna, viene a conoscenza degli studi sulla materia che il suo ex-marito stava conducendo. La donna accompagna Kit nella fornitissima libreria di casa e gli mette a disposizione volumi per approfondire le conoscenze.
Appreso di quanto il sale sia in grado di sconvolgere gli zombi Kit prima impone alla donna di allontanarsi provvisoriamente dall’abitazione con la sua servitù proprio temendo atti di ritorsione da parte di Tom, poi si prepara a giocare l’atto conclusivo di questa lotta con il soprannaturale.
Tre zombi vengono intanto inviati da Tom per uccidere i nostri, ma vengono ingannati in tempo.
La loro intrusione nelle camere dei nostri non produce effetti. Mentre Kit prepara la sorpresa finale. Nel pozzo della casa maledetta vengono sciolti nell’acqua trenta chili di sale.



L’odore dell’acqua salmastra eccita gli zombi che si precipitano a berla. Tom perde il controllo che aveva su loro e siccome era odiato tanto in vita quanto in morte viene sopraffatto e dilaniato dai loro morsi.
Il sale inoltre richiama alla mente degli zombi un irresistibile e ancestrale impulso alla loro vita precedente.
Una lunga fila si snoda così per i campi cercando di raggiungere le terre avite, l’isola di Haiti dalla quale provenivano. Raggiunta una scogliera si gettano nelle acque per finire però divorati dagli squali.
Un fulmine nella notte ha colpito la casa stregata provocando un incendio che ha carbonizzato anche la vedova Penelope Craight sulla sua carrozzella.
Termina la maledizione che gravava sulla zona anche se il quadro completo de misteri e degli epiloghi è a conoscenza solo di Kit e Frankie.

Commento: Lavezzolo pesca a piene mani nell’armamentario gotico orrorifico per confezionare una storia di sicura presa. Più che sugli effettacci e le scene raccapriccianti (quasi assenti) l’autore fa un uso sapiente della tensione che costruisce ricorrendo ai classici ingredienti, visti/letti mille volte, ma impastati con abilità narrativa. Il buio sopraggiunto, il temporale, i fulmini, il perdersi nel bosco, le apparizioni macabre, la casa maledetta, i morti che tornano vivi, i mobili che scricchiolano quando viene pronunciato un nome, il silenzio nel bosco come se gli animali lo avessero abbandonato. A questi aggiungiamo qualche trovata grottesca che può spiazzare il lettore. I tre zombi mandati a uccidere si vestono in maniera elegante quanto ridicola, ma provocano turbamento. Un senso disturbante.
Il tratto di Francesco Gamba riesce ancora a non cedere (come farà negli anni futuri) a derive prettamente comiche. Ma sembra (e lo è) non particolarmente adeguato ad assumere connotati orrorifici. Pure le campiture nere nelle scene più “thrilling” rafforzano le fisionomie e le pose realizzate per evocare stati d’animo non proprio tranquillizzanti.

L’impressione dopo l’ennesima rilettura è che Lavezzolo abbia sacrificato (volontariamente?) qualche passaggio narrativo poco (o per nulla) congruente per valorizzare la costruzione della tensione e dei brividi da ingenerare nel lettore.
Esempio: l’incappucciato che tenta di strangolare nel bosco Kit da dove salta fuori?
No, perché la sua presenza non è più menzionata in tutta la storia.
L’accoltellato e la donna pazza (grida, ride, corre per il bosco) hanno un senso e una genesi.
A meno che non si trattasse di Tom, ma perché indossava il cappuccio di notte? E poi se voleva uccidere Kit lo poteva uccidere tranquillamente quando lo ospita (avvelenandolo o durante il sonno).
Altra piccola incongruenza: la sorella del comandante quando vede i due rangers immagina subito che portino notizie del fratello e si preoccupa della sua salute. Pure il comandante si lamentava di non ricevere sue notizie da molto tempo, Colpa delle poste che perdevano le lettere, allora?
Per quanto riguarda i coniugi che vogliono ereditare la tenuta e finiscono male servono per accrescere il pathos, senza dubbio, ma lasciano un po' perplessi per la loro funzione narrativa. Mi spiego, il fratello del colonnello che viene accoltellato, perché non muore e si dà pace? Non è stato “zombificato”. Probabilmente Tom lo ha ucciso per levarselo di torno. Ma lui non si rassegna e periodicamente torna a vagare per la foresta. La moglie pazza che vaga per la foresta è viva, ma di cosa si nutre? (bacche, carne cruda?, boh). Detto in maniera brutale, sembrano messi lì solo per far scena, ma è difficile giustificarne la presenza (a meno di considerare tutto l’ambiente circostante come talmente corrotto dalle forze del male da consentire qualunque orrore).
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Doc Lester 1975 ha scritto:
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Ven Set 10, 2021 1:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

Altra storia con tematica voodoo presente sulla testata del Piccolo Ranger è quella intitolata “I morti viventi”.



Autori: Ennio Missaglia ai testi e Luigi Merati ai disegni.
Pubblicata sulla collana Gli Albi del Cowboy (Piccolo Ranger) nei # 242-243 [gennaio e febbraio 1984]

Trama: durante una missione di routine (controllo linea telegrafica) nel sud-ovest del territorio texano Kit e Frankie bivaccano una notte in una ghost town.
Prima di addormentarsi il baffuto ranger si avventura alla ricerca di qualche possibile bottiglia di whisky rimasta a disposizione e nel ritorno si imbatte in una terrificante apparizione di un uomo dall’aspetto più morto che vivo.



Ripreso dallo spavento informa prontamente Kit del fatto, ma le ricerche sono vane. Il tizio cadaverico è sparito. Spingendosi nei dintorni i due rangers scorgono un'abitazione isolata il cui proprietario, Virgil Verner, li ospita senza problemi. Con lui vivono i due figli e un ex-schiavo nero di origini haitiane, Marius. Il motivo per cui non hanno abbandonato la zona è la speranza di trovare una vena aurifera ancora non sfruttata. In realtà i Vernon hanno scoperto nei mesi precedenti una ricchissima vena, dislocata però in un punto dove la presenza di gas venefici impedisce l’estrazione. Cosa si sono inventati allora? Grazie alle conoscenze voodoo di Marius hanno ucciso viandanti di passaggio e indiani del luogo, zombificati e costretti al lavoro per loro. Kit e Frankie scoprono gli altarini e affrontano i Vernon mettendo fine alle loro criminose attività. Marius, deluso dalle vane promesse di rimpatrio nella sua isola natale, aveva già cominciato a sfilarsi dalla “banda” e nello scontro aiuterà i rangers morendo però colpito da una pallottola dei Vernon. Gli zombi, alla sua morte, si sentiranno sciolti dai vincoli di obbedienza e si scaglieranno contro l’abitazione dei Vernon. Solo Kit e Frankie scamperanno all’eccidio bruciando la casa e con loro gli zombi all’interno. Su imbeccata di un Marius morente che aveva suggerito il modo per debellarli.

Commento: è una storia che non tiene per nulla conto della precedente. Come se non fosse mai esistita. Non c’è alcun accenno di richiamo, Kit e Frankie si comportano come se fosse la prima volta che affrontano degli zombi o il vudu. Cambia, come detto, anche il modo di sconfiggerli, niente sale questa volta, ma il fuoco purificatore. Da notare che Marius utilizza per uccidere a distanza i suoi nemici una bacinella dove richiama le loro immagini per colpirle poi con una lama di coltello. Nel caso dei rangers eseguirà l’ordine di malavoglia e con poca energia proprio perché ormai stanco delle prepotenze e inganni dei Vernon.



Anche in questo caso della religione voodoo vengono evidenziate le caratteristiche “spettacolari” e maligne. Una modalità per schiavizzare le persone e colpire gli avversari.
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