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[Puro Veleno]

[Andrea67]

[Walter Maddenbrook]

Una storia che farebbe la felicità di Ivan in merito ad alcuni capisaldi che porta avanti, in quanto perfetto esempio di un buon soggetto sviluppato male.
L'idea di base è infatti molto stuzzicante, procedendo su una falsariga mysteriosa per mettere insieme diversi fatti storici e/o leggendari. Peccato che lo svolgimento è decisamente piatto, nella solita modalità-compitino tipica di Zamberletti, che rappresenta la soporifera gramigna che infesta tutte le sue storie, a parte la fulgida eccezione (ma perché solo quella?) di Blondie.

I personaggi soprattutto sono stereotipatissimi, e si muovono col telecomando automatico impostato dall'inizio alla fine. Non ci sono sussulti di personalità, a parte la mini scena del giro della chiglia e il divertente siparietto dello Zarkoff innamorato (innamorato non certo della personalità della ragazza, che più scontata non si può).
Una cosa che mi infastidisce in partenza, non imputabile solo a questa storia, e che per la millesima volta negli ultimi anni, in OGNI situazione che vede una donna in giro da qualche parte, arriva qualcuno a cercare di violentarla. Ora, a parte che è una scena che dovrebbe essere usata con estrema parsimonia (per non dire mai) su Zagor, ma possibile che quell'epoca fosse popolata da stuoli di stupratori seriali, perfino nelle città, perfino in pieno giorno? Anche basta, eh. Trovate qualche idea differente e più realistica, per favore.
Tornando alla storia presente, sono tante le scene che lasciano molte perplessità, ma non mi dilungo perché già ottimamente analizzate da Puro Veleno, al quale va peraltro il mio plauso e riconoscenza personale per avermi fatto capire meglio alcune parti della trama, dato che io tra la noia, gli errori di disegno, le incongruenze, le navi a ripetizione, ad un certo punto non ci ho capito più nulla.
Invito il bravo Mauro a proseguire in questa operazione anche per le storie future, dato che temo che ne avrò bisogno.

Ogni tanto invero c'è qualche tentativo di svegliarmi provando ad alzare il pathos. Peccato che viene affidato a scene eccessive, che finiscono quindi per risultare semi-grottesche e causare l'effetto opposto.
Ad esempio, abbandonarsi alla deriva in pieno oceano su una scialuppa al buio tentando di abbordare una ipotetica nave fantasma con un rampino è una cosa fuori di testa. Mi si dirà: ma quante cose del genere ha fatto Zagor? E io rispondo: tante, ma il processo che porta ad un'azione disperata e risolutoria da parte dell'eroe deve essere preparata in ben altro modo. Si deve far percepire al lettore l'angoscia, il pericolo di vita, la situazione disperata in cui versa il gruppo, che ne uscirà solo grazie al coraggio straordinario dell'eroe. Questo processo deve essere svolto LENTAMENTE, perché solo così il lettore si immedesima, arricchito da una sceneggiatura epica che gonfi di lirismo il momento del gesto estremo.
Pensate per esempio a quando Zagor si offre in sacrificio a Winter Snake per salvare tutti... ora non pretendo di arrivare a quei livelli (magari!!!) ma qua sembra come fosse un'azione quasi di routine, senza emozione, come se Zagor ne facesse una ogni mattina prima di colazione.

Peggio ancora, cioè ancora più delirante, è che in questo oceano ci si butti in mezzo ad alcuni squali e li uccida solo con un coltello. Forse poteva risultare credibile negli anni ’60 (e dubito anche allora) ma oggi appare davvero assurdo, quindi penso che sarebbe meglio evitarle, a meno di riuscire a conferire loro un’epica pazzesca, mentre qua è scritta come se si stesse affrontando un banale cane lupo, o un altro animale di terra.
Purtroppo occorre dire che non è certo la prima impresa priva di qualunque credibilità fatta dal Nostro di recente, anzi (tanto che è presente un topic apposito sul tema), ma questa va sottolineata data la sua natura che la avvicina all'omonimo salto di Fonzie.
Tutte le altre scene d'azione e lotta sono ultra standard, ma qua non me la prendo con Zamberletti perché purtroppo sono una tassa da pagare da un bel po' di tempo, in cui ci sono pistolettate d'ordinanza tutte uguali che manco fossimo su Tex, probabilmente per gonfiare il minutaggio (leggi: durata prefissata degli albi, maledetta a lei).

Veniamo alla parte mysteriosa, che è la vera componente succosa del tutto. Come detto regge benissimo come spunto di partenza, ma più si prosegue più si capisce che non trova sbocco vero da alcuna parte.
Allora, c'è questa nebbia... bene, ma come funziona? Con quali principi, logiche? Perché alle volte sposta nel tempo e alle volte nello spazio? Chi sono gli uomini nell’isola, con armi sumere, monili egizi, corporature a animali strani?
Tutto questo vuol creare mistero, e ci riesce bene, però poi i misteri vanno spiegati in qualche modo, sennò è roba buttata lì tanto per. Naturalmente Zagor non è MM e quindi non si deve esagerare, si useranno modi un po' scientifici e un po' fantascientifici, ma si deve spiegare, altrimenti è un tradire il patto col lettore.

Appare anche poco credibile il fatto che qualcuno potesse comprare questa “arma” ad Hassler pensando di sfruttarla in via commerciale o militare, perché per farlo va padroneggiata con precisione, mentre qua siamo ancora in una chiara fase sperimentale. Ancora più insensata quindi è l'idea di uccidere l’unico studioso in grado di renderla gestibile.
Insomma, tutto appare un po’ troppo condotto un tanto al chilo, rimanendo sempre sulla superficie, non pensando troppo né a come scrivere una scena originale, né a cucire con un robusto filo di logica e credibilità queste scene.

Che poi alla fine, tutti questi limiti potrebbero venire ovviati da una sceneggiatura brillante, magari con dialoghi profondi, e robe del genere che agiscono in verticale dato che l'orizzontale è quel che è.
Invece ci sono tanti tanti tanti balloon pieni pieni che però servono solo a spiegare azioni e controazioni, ma nessuno approfondisce pensieri, sentimenti, passioni. Servono solo a parlare del COSA e nessuno del COME: una modalità, pe quanto mi riguarda, quanto mai noiosa.

Ottimo l’editoriale finale, che in questo genere di storia è utilissimo. Dovrebbe diventare una costante (anzi, aggiungerei anche qualche pagina scritta da PV che spieghi la storia. )

Disegni: le sue anatomie lasciano sempre parecchio a desiderare e ancor di più le fasi di lotta, ma nelle scene di tempesta marina, Chiarolla da’ al solito il meglio di sé, come in tutte quelle d’atmosfera, che impreziosisce di tanti particolari da gustarsi.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"

[Angelo1961]

[simon]

[Walter Maddenbrook]

[Puro Veleno]

[Walter Maddenbrook]

[Angelo1961]

Non condivido. Io ritengo che il fumetto serva a svagare e liberare il cervello per mezz'ora, non a impegnarlo in faticosi ragionamenti per capire il senso...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[ElEmperador]

[Angelo1961]

Vero! Un racconto a fumetti, se è di puro svago, funziona se tutto arriva al lettore con facilità.
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[simon]

[Angelo1961]

Io penso che se sono leggere è più facile che siano avvincenti rispetto a una arzigogolata.
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[jupiter973]

[Smiling Joe]