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Zagor, genitore moderno

 
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Autore Messaggio
Gianpy
Zagoriano Advanced
Zagoriano Advanced


Registrato: 08/02/05 17:27
Messaggi: 243

MessaggioInviato: Dom Mar 29, 2020 5:09 am    Oggetto: Zagor, genitore moderno Rispondi citando

Siamo noi il futuro. Siamo i vostri sbagli...


Esiste un qualcosa tra la realtà e il sogno: sono le idee. Loro di idee ne avevano tante. Lui, Zagor, lo Spirito con la scure, era stato il Re di Darkwood, prima dell’avvento della “Nuova Era” di Hellingen; lei, Blondie, era stata una spietata delinquente prima che sbocciasse un profondo ed incontenibile amore per il difensore di Darkwood.

Si erano incontrati per la prima volta in una silenziosa radura ai margini della foresta di Darkwood, mentre Blondie, nuda, era intenta a rinfrescarsi in una laghetto dalle acque cristalline. Zagor la stava inseguendo e, proprio in quella radura ed in quel lago, la incontrò .
Folgorato dalle sue forme eburnee e conturbanti, Zagor cadde ai suoi piedi, come corpo morto che cade e dimenticò il motivo per cui era giunto fino lì.

La sua conversione fa immediata e rapida: il giorno successivo Zagor piantò una pallottola in corpo a Cico, liberandosi definitvamente di un fardello ormai inutile. Si reco poi nel piccolo villaggio di Stormville dove uccise una ragazza dalla sembianze simili a Blondie, che fece passare per la bionda assassina. Le autorità locali presero per buono il racconto di Zagor e cessarono le ricerche della ragazza assassina.

Zagor e Blondie lasciarono Darkwood proprio mentre oscuri avvenimenti stavano manifestandosi nella foresta: strane morti, strani convogli militari in direzione del monte Nataani.

Tonka cercò lo Spirito con la scure in uno degli ultimi giorni della sua presenza nel rifugio nella palude, con la sua ormai inseparabile compagna Blondie. Lo raggiunge, gli parlo delle misteriose morti, dei militari in assesso di guerra ma Zagor fu irremovibile:

- “Non è più affar mio. Sto per iniziare una nuova vita.... lontano da questi luoghi di fatica e solitudine”.

E come a suggelare l’irreversibilità di tale affermazione, afferrò la scure, la sollevo e, con un gesto teatrale la spezzo in due.

- “Domani, finalmente, lasceremo Darkwood. Domani, finalmente, inizieremo un nuova vita”.

Due anni erano passati.
Gli strani eventi che avevano accompagnato la partenza di Zagor e Blondie avevano poi portato, sotto la direzione di Hellingen, alla nascita della “Nuova Era”: una nuova società fondata sulla tecnologia.
Zagor aveva accettato questo cambio di paradigma e si era trovato subito perfettamente a suo agio nel nuovo mondo.
A Boston, dove la coppia si era trasferita, aveva trovato lavoro come addetto alla sorveglianza delle criovasche presso l’I.N.T.O., “Istituto Nazionale Tessuti e Organi” mentre Blondie lavorara per la “Dream Inducer” che forniva viaggi virtuali tramite innesti cerebrali di psico-capsule.
Zagor e Blondie idee ne avevano: per prima cosa un figlio.
Chi, meglio di un figlio, può fornire una prospettiva e dare un senso più pieno alla vita? E rappresentare una speranza per il futuro?
Loro ci credevano, nonostante tutto, e volevano andare sul sicuro.
Per questo presero appuntamento per le 16,45 con un funzionario del C.P.N. - Centro Pianificazione Nascite - Ufficio Attivazione Unità - Interno 3 - Piano 39.
- “Buongiorno. Accomodatevi, prego. Si accomodi signora. Siete qui per un figlio, immagino?” –
L’impiegato era solerte e gentile come richiesto a chi spende la vita fra clienti e scartoffie. Ben vestito, ben pettinato, sorridente nella giusta misura.
Zagor stimò che dovesse avere la sua età, anno più, anno meno.
I due si accomodarono poi fu Blondie a parlare per prima:
- “Si. Un figlio, certo. Abbiamo finalmente deciso” -
- “I miei complimenti. Una scelta davvero felice, soprattutto se avete deciso di rivolgervi alla Happy Birthday. Siamo i migliori nel settore, mi creda” -
- “Un mio collega mi ha consigliato. Io lavoro alla I.N.T.O. Sa, noi un po’ siamo dentro a queste cose” - replicò Zagor cercando di darsi un tono.
- “Immagino. Bene, comunque non siete i soli. E’ sempre maggiore il numero delle coppie che si rivolge a noi. Lei capisce: il metodo naturale é ogni giorno più rischioso e poi, perché rinunciare alle possibilità offerte dalla tecnica? Non crede?” -
- “Beh sì, anche se... sembra una certa cosa” -
- “La capisco, ma consideri il numero impressionante di aborti e malformazioni derivanti dal metodo naturale. Le pare ancora affidabile? Perché mettere a repentaglio la vita di sua moglie e del nascituro quando é possibile evitarlo?” -
- “Ha ragione, per questo siamo qui” - L’uomo indirizzò un sorriso alla moglie.
- “Bene. Iniziamo subito allora. Vi formulerò una serie di domande necessarie per tracciare il quadro psico-fisico del nascituro. I dati saranno inseriti nel computer ed elaborati in tempo reale. Va bene?” - fece l’impiegato portandosi alla scrivania occupata da un Xentium 2900 ultima generazione.
- “Va bene” - annuì Zagor.
- “Dunque, cominciamo con il sesso” -
- “Maschio. Desidereremmo un maschietto” - disse Blondie sorridendo.
- “Maschio, okay” - L’uomo digitò sicuro sulla tastiera.
- “Ora i parametri fisici: colore e caratteristiche dei capelli” -
- “Biondi e ricci. E che non cadano, se possibile” -
- “Certo che é possibile, si immagini. Occhi?” -
- “Azzurri e grandi. Adoro i bimbi con gli occhioni” - rispose pronta la donna.
L’uomo al terminale ammiccò senza sollevare gli occhi dalla tastiera.
- “Altezza, peso e costituzione” -
- “Beh, vorremmo che diventasse bello alto, non so, 1 e 90. E che non fosse grasso ma neanche troppo magro. Direi un fisico atletico, sportivo, abbastanza robusto” - La donna cercò di disegnare nell’aria la figura del figlio perfetto.
- “Ho capito: avete in mente il grande Muller della Star-United” - sentenziò l’operatore strizzando l’occhio a Zagor che annuì col capo anche se di calcio non se ne intendeva molto.
- “Veniamo ora ai requisiti psicologici. Dunque, disponiamo di svariate opzioni, ognuna con una percentuale di incidenza che noi chiamiamo “colorazione”. Mi spiego: può essere timido, riservato, socievole, estroverso. In ciascuno di questi casi mi potete poi indicare una percentuale di colorazione della caratteristica scelta; che so, timido 30% oppure estroverso 5%. Chiaro?” -
I due si guardarono, poi, ancora una volta, fu Blondie a parlare:
- “Beh, veramente io direi, se Zagor é d’accordo, estroverso. E, considerata la nostra situazione, cioè come siamo noi, direi molto estroverso” - La donna si rivolse a Zagor cercando approvazione.
- “Si. Blondie ha ragione. Sarebbe meglio che fosse molto diverso da noi. Penso vada bene un estroverso 100% Lei che dice?” -
- “Siete voi i genitori e poi, come si dice in questi casi, «Il cliente ha sempre ragione». Vada per estroverso 100%“ - L’uomo imputò e confermò il dato.
- “Ora i rapporti con i genitori, cioè con voi. Abbiamo le seguenti voci: non autonomo, dipendente dai genitori, non dipendente dai genitori e pienamente autonomo. Sono ovviamente consentite colorazioni, come prima” -
- “Anche in questo caso direi autonomo al 100%. Sa, noi non lo siamo stati rispetto ai nostri genitori ed é giusto che, invece, nostro figlio lo sia, non crede?” -
- “Si, condivido. Sapete, siete una coppia molto originale. Di solito le richieste sono del tutto opposte: molti genitori desiderano figli con scarsa autonomia, giusto per tenerseli fino all’ultimo, per averli con se. Capite, la vecchiaia, la sicurezza....” -
- “Certo. Ma noi preferiremmo l’autonomia. Che sappia cavarsela da solo, insomma” – replicò prontamente la donna.
- “Abbiamo fatto tanti sbagli noi” – aggiunse poi Zagor, quasi giustificandosi.
- “Non si preoccupi, va bene così. Dicevo per dire. Passiamo alle abilità intellettive e reattive. Qui abbiamo diverse possibilità. Si va da uno scarsamente intelligente a un normalmente intelligente fino a un molto intelligente. Ovviamente é sempre possibile attribuire colorazioni” - L’uomo orientò per quanto possibile il video in direzione della coppia affinché potesse vedere direttamente le varie opzioni.
Blondie osservò attentamente lo schermo poi incrociò lo sguardo con Zagor e, in tono pacato ma determinato, espose il suo desiderio.
- “Lo vorremmo intelligente, molto intelligente. Credo vada bene una colorazione del 100%” -
- “Ah, ma allora volete un genio!?” -
- “La prego di capirci” - rispose l’uomo quasi a scusarla - “Noi non abbiamo avuto molte possibilità nella vita. Io ho vissuto sempre nei boschi, a contatto con analfabeti ignoranti mentre la mia compagna, Blondie, non ha mai superato la prima elementare e già a 15 anni ha iniziato a fare la prostituta. E’ andata così, pazienza” -
- “Non dovete giustificarvi, per carità. E’ umanamente comprensibile che i genitori desiderino per i figli tutto quanto loro non hanno potuto avere, per quanto...” -
- “Per quanto? Continui, la prego” - fece Zagor, vagamente incuriosito.
- “Volevo dire che, anche se può sembrare strano, la maggioranza dei genitori preferisce figli.... meno perspicaci, diciamo così. Non sempre fa piacere scoprire che il proprio figlio o la propria figlia ha maggiori opportunità. Capite, ne va dell’autorità del padre e della madre. Senza poi contare che i figli troppo intelligenti potrebbero causare dei… come dire, problemi nella stabilità della famiglia. Comunque, se é questo il vostro desiderio, io sono qui per accontentarvi. Del resto «Il cliente ha sempre ragione» “ -
- “Si. E’ davvero un nostro grande desiderio. Metta pure un molto intelligente al 100%” - intervenne Blondie a spronare l’uomo al terminale.
L’operatore trasformò in bit anche questa richiesta e passò all’ultima sezione del modulo informativo che, per delicatezza, era asetticamente definita “Fattori Inerziali di Sviluppo”.
- “Siamo alla fine: fattori inerziali di sviluppo” - fece l’uomo con un sospiro.
- “Prego?” -
- “Intendo dire handicap e..... scadenze anticipate” - aggiunse abbassando la voce quasi, temesse di essere udito.
- “In che senso, scusi?” -
- “Mettiamo che, non so, fra 8, 10, 15 anni voi non vi sentiate più di essere genitori. E’ un ipotesi, per carità.” - L’uomo appariva leggermente a disagio.
- “E allora?” - replicò Zagor.
- “Beh. E’ possibile, ripeto é un’ipotesi, far sì che il figlio, magari, non riesca a superare un... certo limite....” -
- “Vuol dire che potrebbe morire a una età prestabilita?” -
- “Beh, diciamo che é possibile; sì, tecnicamente possibile, intendo. Oppure, magari, potrebbe subentrare una patologia invalidante. In questo caso la famiglia non potrebbe farsene carico e…. lei capisce: il lavoro, gli impegni, gli alti costi per l’assistenza, la considerazione della gente... cose che lei conosce, suppongo” -
- “E quindi?” - intervenne Blondie.
- “Lo si dovrebbe ricoverare in una struttura esterna. Non é un problema: ce ne sono tante. E’ chiaro che, però, in tutta coscienza, mi sentirei di consigliarvi, sempre se questo é il vostro intendimento, la soluzione precedente” -
- “La scadenza anticipata?” -
- “Certo. E’ la soluzione migliore. Voi mi comunicate l’età limite e il gioco é fatto” - concluse l’operatore che sembrava aver recuperato la sicurezza iniziale.
I due giovani incrociarono gli sguardi in silenzio poi, inaspettatamente, fu Zagor a replicare con una determinazione con non gli era consueta.
- “No, grazie. Guardi che forse lei ci giudica male. Noi vogliamo un figlio che sia un figlio. Non lo vogliamo malaticcio e dipendente. Né tanto meno invalido. Vorrei farle capire che lui, nostro figlio, deve essere sano, robusto, intelligente, autonomo, indipendente e deve avere tutto quanto noi non abbiamo avuto ed essere quello che, purtroppo e non per colpa nostra, non siamo stati. Capisce?” -
- “Va bene, va bene. Non se la prenda. Io sono qui per il vostro interesse. Mi sono permesso di dirvi questo perché la maggioranza dei genitori preferisce...” -
- “Sì, sì, lo so, ho capito. La maggioranza dei genitori preferisce figli che non diano problemi, che siano dipendenti, poco autonomi e che, quando non servono più, si tolgano dai piedi senza tanti problemi. Giusto?” -
- “Beh. Queste sono le statistiche. Non dia la colpa a me. Io non sono neanche sposato...” - si difese l’uomo.
- “Mi scusi. Non ce l’ho con lei. E’ che vorrei farle capire che noi, io e Blondie, vorremmo essere dei veri genitori. Anche se la cosa può sembrare ridicola di questi tempi noi vorremmo davvero rappresentare qualcosa per nostro figlio” -
- “E vorremmo anche che lui fosse migliore di noi, in tutti i sensi, e potesse appartenere davvero a una generazione più felice” - aggiunse la donna.
- “Vorremmo ci riscattasse. Che fosse un futuro migliore” - concluse infine Zagor ad occhi bassi.
- “Ma sì, ma sì. Ci mancherebbe, capisco benissimo. Del resto il mio lavoro é accontentare i clienti. Sono qui per questo e, come ho già detto, «Il cliente ha sempre ragione»” -
L’uomo armeggiò con il mouse, digitò sul terminale l’ultimo desiderio della copia quindi di avviò l’elaborazione.
- “Sta andando. Pazientate un attimo” -

In silenzio e sotto lo sguardo ansioso dei due giovani, la macchina stava macinando i dati immessi cercando di tracciare il profilo del nascituro per poi trasferirlo alla sezione esecutiva che avrebbe dovuto approntare la matrice genetica. Da essa, grazie ad una serie successiva di impianti cellulari stratificati, avrebbe preso origine una nuova vita.
L’uomo al terminale sorrise a Blondie, rassicurandola.
La donna timidamente ricambiò mentre Zagor sembrò trovare, finalmente, una posizione confortevole sulla poltrona
- “Ancora un attimo. Ci siamo quasi. Sta per uscire la mappatura del profilo” -
Infatti, dopo alcuni secondi, il soffuso ronzio della stampante annunciò che il lavoro di analisi era finito ed era ora possibile averne l’esito.

Zagor si sporse in avanti cercando di decifrare su carta una sequela interminabile di codici e parametri mentre la donna rivolse direttamente all’impiegato uno sguardo interrogativo.
L’uomo estrasse il foglio, lo osservò in silenzio poi, con naturalezza, compose un numero sull’interfono, come per chiamare qualcuno.
- “E allora? C’é forse qualche problema per il figlio?” - chiese Zagor con una certa preoccupazione.
- “No. Mi spiace ma, in realtà, il problema é vostro” – rispose l’impiegato con uno strano sorriso mentre due uomini in camice bianco, armati di siringa, entravano nel locale
– “Un figlio come desiderate voi: indipendente, autonomo, intelligente, superiore ai genitori, necessita per forza di essere... orfano dalla nascita!” -
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