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Dylan Dog - Parte IV
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AAHHYAAAAK
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Sab Mar 13, 2021 12:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Simona Simone:


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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

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AAHHYAAAAK
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MessaggioInviato: Sab Mar 13, 2021 11:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tavola di Lauria del Dylan Dog 416 scritto da Uzzeo:


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AAHHYAAAAK
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MessaggioInviato: Mer Mar 17, 2021 12:25 pm    Oggetto: Rispondi citando

Francesco Dossena:


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Kramer76
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MessaggioInviato: Mer Mar 17, 2021 12:28 pm    Oggetto: Rispondi citando



giochi innocenti
numero 414, marzo 2021, testi barbato, disegni martinello, copertina cavenago
sono un pò indeciso nella valutazione di questa storia, comincerei a mettere subito qualche "punto fermo"
primo punto fermo è MARTINELLO, un portento, è ormai diventato uno dei miei disegnatori preferiti di dylan
la splash page "infernale", contenuta in questo albo, è un CAPOLAVORO, e tutto il resto non è da meno...
altro punto fermo: può stare antipatica finché si vuole, in effetti si dimostra una stronza fin dalla tenera età....
però qui rania, finalmente, non è più un corpo estraneo... la barbato dà un'anima (e un passato) alla donna alfa
altro autore che ha saputo valorizzarla è ovviamente simeoni, poi anche ambrosini, ma forse casualmente...
sulla storia in sé che dire? come ho già detto altre volte, in tempi migliori storie così le avrei considerate "minori"
una storia "minorenne", vogliamo confrontarla con "lo specchio dell'anima", "memorie dal sottosuolo", eccetera?
come ho detto già a gennaio, storie come "una pessima annata", quella di ambrosini, questa della barbato
sono un segnale incoraggiante di una ripresa del personaggio dopo alcune annate...tormentate per noi "vecchi"
devono costituire una buona base di partenza per un dylan dog che torni ad appassionare come un tempo
e per il terzo mese consecutivo bene anche l'angolo musicale, l'ultimo di carpenter che devo ancora orecchiare...
certo, tutta la cosa dei famigli, della psicologia inversa, non è che mi abbia proprio entusiasmato, sono sincero
a metà strada tra la visionarietà di "L'UOMO DEI TUOI SOGNI" (gli inquietanti rapimenti, i bimbi carnefici)
e l'imbarazzo (o cringe come dicono i ggiovani) di "il bianco e il nero" o l'inconsistenza di "cose perdute"
però c'è sempre la "scusa" che si tratta di una storia tutta filtrata con gli occhi dei bambini, e quindi....
altre cose da segnalare: il siparietto metoo con la poliziotta racchia a cui dylan sfiora involontariamente il seno
la scritta "vieni all'ippocampo" in italiano e non in inglese, e l'uso ormai massivo della tecnologia
come ho ripetuto più volte, per me portare dylan dog ai giorni nostri è stato un errore, probabilmente fatale
però qui la tecnologia è usata bene, vedi la scena iniziale con la classica insonnia di dylan, la mano...
copertina simpatica, ma secondo me cavenago ha fatto di meglio

voto 7


Ultima modifica di Kramer76 il Dom Mar 21, 2021 4:42 pm, modificato 1 volta in totale
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Mer Mar 17, 2021 3:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Concordo per quasi tutto con Kramer, e in particolare su Martinello, che già aveva fatto vedere le sue capacità e qua le conferma alla grande. Le parti in cui si mostrano squarci dell'inferno, e la ricchezza e varietà della riproduzione dei mostri (tra cui uno secondo me citazione da Mao Dante) è strepitosa, come la scelta di diverse inquadrature azzardate, luci d'impatto e chiaroscuri. Applausi proprio.
Sulla storia: non è scritta male, un po' come molte della Barbato, la cui sceneggiatura è buona e stuzzicante ma poi nel finale si sgonfia perché sotto c'è poca cosa. Però vabbè, in questo momento storico è tutto grasso che cola.
Ho apprezzato che il dramma infantile di Rania non è buttato lì tanto per fare sensazionalismo (e quindi sprecato) ma vissuto con il dovuto tormento interiore e funzionale alla storia. Vedremo se sarà ripreso più avanti. Intanto qua serve per un finalino commovente e va bene così.
Valida anche l'idea di fondo per cui ogni persona con poteri "magici" (sciamani, medium e anche Dylan) è accompagnato da sempre da un demone invisibile con cui ha un connubio, il che va a razionalizzare (per così dire) il suo quinto senso e mezzo.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"
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MessaggioInviato: Ven Mar 19, 2021 3:34 pm    Oggetto: Rispondi citando

Paolo Armitano:


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MessaggioInviato: Lun Mar 22, 2021 3:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

Luca Raimondo:


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MessaggioInviato: Lun Mar 22, 2021 7:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

Daniele Statella:


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MessaggioInviato: Ven Mar 26, 2021 2:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Arturo Lauria: "L'amico di Sandra", scritta da Diego Cajelli; sarà pubblicata sul prossimo Dylan Dog Color Fest


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MessaggioInviato: Lun Mar 29, 2021 2:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Recensione magazine 2021:

https://youtu.be/eo_EGrPSZ1M
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MessaggioInviato: Mar Mar 30, 2021 12:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

In estate miniserie nella serie di tre albi su "Sally" di Paola Barbato e Corrado Roi (disegnatore del primo albo, altro non è stato trapelato)
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MessaggioInviato: Mar Mar 30, 2021 1:10 pm    Oggetto: Rispondi citando


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MessaggioInviato: Mar Mar 30, 2021 8:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Alessandro Bilotta: «Vorrei riportare in vita il Dylan Dog delle origini»

Dopo la chiusura di Mercurio Loi, Alessandro Bilotta non ha perso tempo nel rilanciarsi, proponendosi su vari fronti. In attesa della sua nuova serie per Sergio Bonelli Editore – intitolata Eternity – lo sceneggiatore romano ha pubblicato un graphic novel per Feltrinelli Comics (La funzione del mondo, con i disegni di Dario Grillotti) e sta per lanciare con il disegnatore Sergio Ponchione una serie in volumi per Panini Comics, intitolata Gli uomini della settimana (di cui è uscito a dicembre uno speciale albo numero zero).

Intanto, la sua serie spin-off su Dylan Dog, Il pianeta dei morti, ambientata in un possibile futuro distopico del personaggio, continua la propria corsa con albi in uscita a cadenza annuale, ai quali si è da poco affiancata la riproposta – in edizione cronologica e integrale, all’interno di una serie di pregiati volumi cartonati da libreria e fumetteria in grande formato – delle prime introvabili storie.

Proprio dal primo di questi volumi siamo partiti per una chiacchierata con Bilotta su Dylan Dog, Tiziano Sclavi, Il pianeta dei morti e il ruolo degli eroi a fumetti nella società contemporanea.

Nella serie regolare di Dylan Dog, Roberto Recchioni ha fatto uccidere Sclavi dal suo personaggio, rappresentando in modo molto esplicito l’umana necessità di dover “uccidere il proprio padre” come risoluzione di molti possibili complessi mentali (in questo caso forse più che altro editoriali). Tu invece in che modo hai dovuto uccidere il “tuo” Sclavi, per poter dare forma alle tue storie del Pianeta dei morti?

Io non provo complessi edipici, soprattutto rispetto al figlio di qualcun altro. Fondere il piano della realtà con quello della fantasia, il creatore con la creatura, porta a una strada metanarrativa. Questa è una direzione, quella che ho intrapreso io è opposta. Il pianeta dei morti nasce come altare al padre, o più precisamente alla sua opera.

La strada narrativa che trovo interessante da lettore è quella degli autori che sanno cogliere l’anima delle creature altrui e nel cogliere il vero spirito del personaggio ne perpetuano gli elementi di interesse e attualità.

Nell’introduzione al volume affermi che «Dylan Dog è stato il fumetto perfetto perché si prestava a una lettura di semplice evasione e allo stesso tempo a una più profonda ed esistenziale. Era quel luogo di incontro dove parlare di certi temi innominabili e dove avere il coraggio di lasciarsi andare a certe paure». Perché secondo te l’alchimia delle storie di Sclavi è andata poi perdendosi nel corso degli anni? Sono stati i cambiamenti della società a rendere il tutto definitivamente obsoleto o gli autori incapaci di sintonizzarsi del tutto sulle nuove frequenze?

Penso molto semplicemente che Dylan Dog fosse Tiziano Sclavi. Quindi un modo di lanciare uno sguardo sul mondo. Il problema non è nel cambiamento del mondo, ma nella perdita di quel tipo di sguardo nel momento in cui Dylan ha perso la propria controparte alla macchina da scrivere. Tuttavia i temi del personaggio e del suo autore sono molto chiari, eterni, e riguardano tutti. Se messi al centro del discorso non finirebbero mai di dire ciò che hanno da dire.

Non è strano considerare quasi “rivoluzionaria” l’idea di raccontare le storie di un Dylan Dog più anziano o – per quanto mi riguarda – anche di un Tex più giovane? Come hai sottolineato anche tu, sembra che il “tempo” possa essere a volte, alla lunga, il peggior nemico di un eroe a fumetti.

I personaggi di maggior successo nella cultura popolare si sono ripetuti e si ripetono uguali a loro stessi per decenni, spesso in storie con granitici elementi rituali. Mi domando se strappare via un personaggio dal proprio paradosso temporale serva a far del bene a lui o ai suoi autori.

Hai sottolineato anche come tra le caratteristiche fondamentali delle storie di Sclavi ci fossero l’assenza di punti fermi e il fatto che il personaggio sapesse porsi le giuste domande senza darsi risposte. Mi sembra che il tuo Dylan Dog sia molto “sclaviano” in questo, ma in che modo le domande sono cambiate oggi rispetto agli anni Ottanta e Novanta?

I temi di cui ti dicevo prima sono gli stessi, la nostra esistenza resterà sempre un problema che dobbiamo risolvere. L’evoluzione dell’uomo e del suo scenario possono a turno dare la precedenza a un tema rispetto a un altro, come in una ruota della fortuna.

Potrei sbagliarmi, ma penso che nei prossimi tempi sarà centrale il nostro rapporto con la solitudine e di conseguenza la nostra relazione con il mondo esterno.

Tra i tuoi nuovi progetti in uscita c’è anche Gli uomini della settimana, in cui affronti i supereroi con un taglio molto post-moderno. Che cosa hanno da dire di nuovo oggi ancora i supereroi, andando al di là dei blockbuster cinematografici? Che cosa dobbiamo aspettarci da questa serie?

In questa serie mi sentirei di dire che il fatto che i protagonisti siano supereroi è incidentale. Con Sergio Ponchione volevamo raccontare la differenza tra idee e idoli, il fatto che una messinscena e un evento reale concettualmente non sono più differenti. Poi nella storia sono entrati questi individui che hanno la capacità di far succede quello di cui parliamo e che sono abbigliati di conseguenza.

I supereroi sono e saranno sempre tutto. Hanno da dire su ogni cosa che ci riguarda, perché sono i miti e ci parlano del coraggio, dell’amore. Sono fondamentali, nonostante ciò che sembri guardandone i campioni d’incassi cinematografici.

A differenza di altri fumetti di supereroi italiani, mi è sembrato che tu abbia cercato innanzitutto di contestualizzare i tuoi personaggi all’interno del nostro panorama sociale e culturale. Voglio dire, mi pare che quasi tutti i supereroi inventati in Italia finora abbiano lo stesso problema, quello di essere in fin dei conti molto americani, solo spostati a Roma o a Milano. Qual è stato il tuo approccio alla materia?

Ho cercato di renderli umani e l’umanità che conosco è naturalmente quella della realtà in cui vivo. Sei eroi, o presunti tali, malauguratamente ridotti a cinque, si sono messi insieme per un insolito gioco del caso. Egoisti, egocentrici e presuntuosi come artisti, a guardarli non si direbbe che il loro primo interesse sia quello di salvare il mondo.

A proposito di supereroi, abbiamo visto le tavole del tuo progetto con Manuele Fior, in cui sono raffigurati Batman, Robin e il Joker, e ci è sembrato un progetto molto ambizioso, di alto profilo, più “ufficiale”. È coinvolta in qualche modo anche DC Comics?

Non posso ancora risponderti né affermativamente, né negativamente.

C’è qualche progetto particolare su cui ti piacerebbe lavorare, prima o poi?

Mi piacerebbe ricostruire Dylan Dog narrativamente, in autonomia creativa. Scriverlo per riportare in vita il personaggio delle origini e proporlo ai lettori di oggi

https://www.fumettologica.it/2021/03/alessandro-bilotta-intervista-dylan-dog/?fbclid=IwAR20F3ZWZmg9Z5-nnhu_TxG1b8yWssutaatCE_YDMe7_T71fgEj-FxtwV84


Auguri...
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MessaggioInviato: Mar Mar 30, 2021 8:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anteprima di 30 secondi sul prossimo numero dove si vedono anche delle tavole:

https://youtu.be/RojYUh6uIp4
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MessaggioInviato: Mer Mar 31, 2021 8:17 am    Oggetto: Rispondi citando



DYLAN DOG N°416
IL DETENUTO
Uscita: 30/04/2021
Soggetto: Uzzeo Mauro
Sceneggiatura: Uzzeo Mauro
Disegni: Lauria Arturo
Copertina: Cavenago Gigi

Dopo essere uscito di casa, ed essersi reso conto di aver scordato il portafoglio, Dylan incappa in una pattuglia di poliziotti. Una volta che questi ultimi si accorgono che il nostro è privo di documenti, inizia un diverbio che lo condurrà in cella di isolamento. Non è che l’inizio di un tortuoso confronto con sé stesso, la propria identità, i propri sensi di colpa.
In regalo la medaglia celebrativa di Dylan Dog!





Ma che disegni sono? Ma sono seri?
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