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[Spiritello senza scure]

C'è anche Virgilio Muzzi.
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”

[Walter Maddenbrook]

Non ci avevo fatto caso. Stupendo inside joke!
Su MM è una prassi, infatti quando lo leggo non manco mai di girare le pagine e sbirciarmi i titoli.
Qua lì per lì ci ho pensato e poi, complice il fatto che non avevo gli occhiali e avrei fatto fatica, mi sono detto: "Ma vabbè, figurati se lo fanno su Zagor!".
E invece...
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"

[MarioCX]

Direi che la citazione è palese:

[Walter Maddenbrook]

****** CI SONO SPOILER, OVVIAMENTE **********

Non so se è per contrasto a tutte le trashate magico-fantastiche viste di recente, ma questa storia così REALISTA, mi è piaciuta tantissimo.
O anzi, lo so… probabilmente è così, ha beneficiato anche del contrasto, ma so anche che chissenefrega.
Ho letto tutto di fila e ho chiuso l'ultimo albo con un entusiasmo che non ricordavo: finalmente, finalmente una tazzo di storia avventurosa, lunga, concreta, robusta!
Mizzega, ci voleva proprio.
Concordo con Zagrosky: nell'abusato concetto della contaminazione di generi, io preferisco di gran lunga questo Zagor-Mystere agli Zagor-Dylan e Dampyr. Attenzione: intendo QUESTO Zagor-Mystere, dove è l'asse portante della vicenda ad essere mysteriosa. Non lo è né la struttura, che è classica e avventurosa, né lo è soprattutto Zagor, che continua ad essere sé stesso.
Tutto il contrario dallo Zagor-Dampyr sterminatore di mostri, e per "Dampyr" non si intende solo la tematica ma - ben più grave, perché diventa un tradimento - il modo di muoversi di Zagor di fronte al soprannaturale, specie nella sua forma interventista.
Poi certamente si va a gusti: per quanto mi riguarda amo molto questi approfondimenti storici dato che conferiscono sempre gran spessore alla vicenda, purché inframmezzati con adeguati intervalli di azione (siamo su Zagor, appunto), cosa che qua è stata fatta in modo impeccabile.

Elementi insoliti e di conseguenza apprezzati circa il cattivo, sono: l'aver svelato subito le carte, il che permette alla dottoressa di venire fuori come un gran villain; e il suo essere femmina, la cui rarità come ruolo nella testata fa il pari con quello di studiosa nella vicenda specifica.
Naturalmente questo non basterebbe a fare un bel personaggio, ma la ragazza ha personalità, è dura, decisa ma anche sexy (nel senso di consapevole della sua femminilità e questo aggiunge tridimensionalità), e soprattutto non è banale. Non vuole cioè conquistare il mondo o rapinare banche: il suo agire è invece spinto non solo dalla curiosità scientifica ma anche da un sincero desiderio di uguaglianza e di rivalsa, che scava profondamente nel suo vissuto personale.
E ciò è talmente vero, talmente sentito da lei, da spingerla al gesto finale e inaspettato. A me è piaciuta tantissimo questa scena, perché ha contribuito fortemente alla sua caratterizzazione psicologica, chiudendone il cerchio. Quello di Angus, che qualcuno ha definito "pistolotto", è invece un bellissimo discorso, che va al cuore del tutto: conta il fine ma anche i mezzi, altrimenti i secondi possono vanificare il primo. La Schulz, infine sconfitta, capisce che, nel suo pur lodevole tentativo di seguire l'esempio del suo idolo Ipazia, ne ha invece tradito lo spirito, scegliendo mezzi sbagliati. Sa che adesso, se si parlerà di questa vicenda, si causerà un danno enorme all'ideale in cui crede. Così, vede un solo modo per restituire a quell'ideale la "purezza" che forse la muoveva inizialmente, e lo compie. Per me è stata una pennellata fiera e bellissima, bravo Burattini.
Aggiungo che, nonostante sia un ottimo villain, non la vorrei rivedere. Perché non servirebbe a nulla: lei è solo un archetipo che serve a QUESTA storia per aumentare spessore e far deflagrare il dramma. A QUESTA storia, non ad altre, che ovviamente saranno diverse, per cui QUESTO tipo di personaggio non darebbe lo stesso risultato. Per le altre, ci saranno altri personaggi adeguati, non credo sia un problema per gli autori inventarne altri ad hoc.

Per il resto, grande avventura, ariosa, ben dipanata coi giusti tempi e con uno Zagor protagonista, coraggioso, intelligente, che compie le sue imprese senza esagerare oltre il poco credibile.
Gli unici momenti in cui si esce un po' da questo (comincio a parlare dei difetti) sono alcune scene di azione un po' forzate, tipo uno contro dieci a suon di fucilate, e la peggiore in cui finge di essere colpito. O almeno è disegnata male: Zagor sembra vicinissimo ai cattivi su un terreno piano, poi quando l'indiano spara, compare improvvisamente un abisso alle sue spalle, in cui cade in modo irreale, perché uno a buttarsi in un crepaccio così profondo da sparire alla vista, si rompe l'osso del collo lo stesso. Considerando anche tutta la telecronaca mentale del trucco della casacca ecc., direi che è una scena che si poteva pensare meglio o evitare.
Un altro caso è stata la posticcissima cornice con Altrove, e ancora la quasi totale marginalità di Cico. Il quale poi, quando interviene, lo fa in modo inappropiato: a pag. 58 di Spedizione nel deserto fa la morale alla Schulz, e ha pure ragionissima e parla bene, ma non sono frasi da Cico, a ennesima dimostrazione di quale personaggio difficile sia.
Ma a chiosa della parte negativa, ribadisco un mio cavallo di battaglia: se mi scrivi della roba buona, me ne frego alla grande di qualche parte poco convincente, che ti concedo tranquillamente.

Visto che ho elencato in modo puntuale i difetti, credo sia giusto evidenziare anche i corrispettivi opposti, cioè i non pochi momenti piacevolmente particolari e cioè:
- ovviamente la location, ottimamente sfruttata
- la citazione di Laura Antonelli sulla scala (e i libri di cui non mi ero accorto) e quella, più scontata, di Magic-Bat
- il cross-over con Saguaro (scherzo!)
- quando la Schulz si allontana e Vargas le guarda il culo sorridendo (e mi sa anche gli altri due), e sopratutto la pagina in cui si lava, con il suo sguardo compiaciuto nel constatare che gli uomini la stanno guardando (una vera finezza di sceneggiatura, ha fatto bene Burattini a farsi regalare quella tavola da Kerac)
- il discorsetto di Cico mentre fa da esca davanti alla caverna: se si accusa anche giustamente Burattini di spiegazionismo, gli si riconosca questo brillante metodo nell'aver anticipato e risolto una sicura obiezione dei rompitazzo ("Eh, ma ora caso strano gli indiani arrivano proprio nei 5 secondi in cui lui fa il discorsetto"), così da spiegare le cose in modo divertente
- la (incredibile!) didascalia old style a pag. 46 di Monument Valley
- il fatto che la run termini a pag. 36 de Il feticcio di fuoco, come se Burattini avesse recepito i nostri inviti a far finire la storia quando sente che deve finire, anziché allungare il brodo o troncare di netto.

Kerac bravissimo. Unico neo, ma importante, il viso di Zagor che proprio non lo centra quasi mai, arrivando ad alcuni primi piani in cui sembra un mezzo manga.
Ma per il resto, grandioso nella resa spettacolare delle location, strabiliante nella minuzia dei dettagli che pure conservano inalterata la facilità di lettura. Ciò produce alcune scene di azione veramente efficaci, che la assenza di baloon avrebbe forse reso noiose (ehh, le didascalie), ma che al contrario si trasformano in piacevoli cristallizzazioni su cui indugiare con lo sguardo.
Tra l’altro offre una delle rappresentazioni più realistiche della scure (stupenda la vignetta in cui inchioda il crotalo).

In conclusione, un'ottima storia, la migliore da non so quanto, che finalmente mi fa fare pace (o mi da' un po' di pace) con questa testata.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"

[Luciano Miranda]

A me e' venuta la nausea nel vedere per l'ennesima volta quante persone Zagor ammazza, alla fine della storia in questo caso, tanto per gradire, una dietro l'altra come fossero noccioline...

Ed e' solo una delle tantissime avventure della sua vita! Moltiplichiamo il dovuto. Come potrebbe mai vivere una persona cosi'?!? Mi ricorda molto quando infilzava a ripetizione gli Egiziani in quella storia curiosa di poco tiempo fa, quella con lo sciacquapiatti li, come si chiama: Mastrolindo. XD
Mah...
E poi il fatto della ragazza studiosa che di punto in bianco diventa una carogna con tanto di pelo sul cuore e sullo stomaco. Grandissima vaccata che mi induce a smettere definitivamente di sprecare 350 centesimi ogni mese. Anzi, la goccia che fa traboccare il vaso consiste proprio nell' inizio della nuova storia che si preannuncia l'ennesima vaccata.
O dovrei scrivere Taccata? Visto che ho notato le frequenti ipocrite sostituzioni alle iniziali di parole entrate ormai nel linguaggio comune.

Le storie di Toninelli sono infinitamente piu' zagoriane di queste propinateci negli ultimi lustri...
Io mi arrendo. Come detto altrove, leggendo e rileggendo le meravigliose storie di Bonelli, quelle di Toninelli, le poche degli altri autori storici e le poche salvabili di Burattini e Boselli, sto bene fino al giorno del Giudizio Universale. Chi me lo fa fare a continuare a riempire i miei scaffali di carta straccia ed inutile?!?
-.Prosit.-

[Walter Maddenbrook]

[giaguaro2]

[Doc Lester 1975]

Da questa bella storia può nascere quello che sarà ricordato come il compromesso storico tra Burattini e Detrattori
Meglio lo Zagor-Martin dello Zagor-Dampyr o dello Zagor-Dylan
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Supercoppa, Milan-Inter 0-3
Campionato, Inter-Milan 1-0
Champions, Milan-Inter 0-2
Champions, Inter-Milan 1-0
Campionato, Inter-Milan 5-1

[simon]

Storia nel complesso piacevole, avventurosa, dinamica.

Qualche lungaggine inevitabile sul pistolotto storico (su cui possiamo soprassedere) e qualche telecronaca mentale evitabile ma niente di troppo eclatante.

Nessun fastidio sulla trovata del crepaccio mobile ma qualche arricciatura al naso l'ho avuta osservando i metodi di ammazzasette perpetrati da Zagor!

C'era bisogno di compiere una strage del genere? l'avversario non si tramortisce più adesso? gli si spezza direttamente il collo? In pratica ha seminato il deserto di cadaveri

La comicità da sit-com americana di Cico non mi è piaciuta, ma sapete che sul messicano ho i miei gusti

Nel complesso una storia gradevole. Da 6,5 pieno, con tratti da 7.

[wakopa]

[Mauro Tozzi]

[Doc Lester 1975]

[Luciano Miranda]

L'unica cosa positiva, per me, di questa storia e' che mi ha incentivato a prendere in mano gli albi della Bocca del Drago e di leggere quella bella storia di Toninelli con rinnovato interesse. Giasone, il Vello d' oro, gli Argonauti...
Persino le donne volanti mi sono parse piu' realistiche di qualsiasi cosa realistica insita in Monument Valley. E poi c'era Digging Bill.
Ah...davvero una ventata d'aria fresca, in mezzo a questo piattume moderno.
Ormai l'ho capito: lo Zagor attuale e' per le nuove generazioni, le generazioni del 2000 in poi; qualsiasi riferimento letterale, cinematografico, format televisivi, cartoni animati, etc...ormai e' tutto omologato in tal senso.
Per noi della vecchia guardia andavano bene le storie degli anni 60, 70 e forse 80...Nelle migliori storie attuali, perfino i disegni sono orrendi, pur nella loro perfezione stilistica, vedi per es. l' ultimo numero di Tex: disegni perfetti ed artistici, ma completamente sprecati nel contesto. i disegni devono essere agili e chiari, non cosi' fotografici, a che serve?!? Non si tratta di una mostra d'arte.
Noto con molto piacere che anche ad altri ha disturbato la spietatezza che Zagor manifesta sia in questa storia, sia in altre. Una mancanza di pieta' che si uniforma ai cosiddetti tempi moderni. In una storia di Mortimer, ricordo lo stesso che taglio' la gola col suo bastone animato a tutti i poliziotti, che inermi, giacevano a terra, mani legate...come fosse la cosa piu' naturale del mondo. La spietatezza che trasparisce dai fumetti, secondo me deriva dal profondo di chi concepisce quelle storie. Spietato egli stesso o grande voglia di esserlo. E non va bene. L' Autore che lo precedeva enfatizzava invece le emozioni che scaturivano dall'animo del personaggio, che si manifestavano nei suoi lineamenti, disegnati magistralmente con pochi tratti, semplici e mai superflui e che si concretizzavano nelle sue parole e nei suoi gesti. Gesti degni di un eroe. Come il suo creatore.-

[Cactus Pete]

[giaguaro2]

Mi raccomando: se dovete parlare di un'altra storia, fatelo nel topic apposito.
I commenti o le repliche inerenti a La bocca del drago vanno postate nel topic destinato a quella storia:
http://www.spiritoconlascure.it/forum/viewtopic.php?t=1359
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