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[Angelo1961]

Beh, però è durata 45 albi, consentendoci di leggere storie antiche come Hondo e Kociss, oltre che Giudice Bean o Tre Bill, che altrimenti non avremmo potuto leggere (o solo con le anastatiche Mercury in alcuni casi). E oggi, molte serie firmerebbero in anticipo per durare 45 mesi...

Anche i primi 5 albi Araldo sono di serie (due) diverse, per poi lasciare spazio al Comandante Mark. E anche le due serie iniziali Araldo (di 3 e 2 numeri) ho potuto leggere solo grazie alla Mercury...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[simon]

... che poi avrei voluto vedere cosa intendevano all'epoca per "scarse vendite" non credo proprio che la Tuttowest veleggiasse sotto le 10.000 copie

[Puro Veleno]

[Angelo1961]

Mercury è stato una benedizione...

Sì, è vero, 25-30 anni fa anche 25mila copie (dico a caso) erano poche. Però proprio per questo, se è durata 45 numeri, significa che tutto sommato vendeva...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Puro Veleno]

Questo è il commiato di Sergio Bonelli per TuttoWest che nel febbraio 1991 esce di scena.
Il direttore non rivela le cifre, si rivolge affettuosamente a quel gruppo di nostalgici, pochi, che ha seguito la testata e li ringrazia, ammette che le nuove generazioni (già allora!) non erano interessate alla (ri)proposta.

Aggiungo una mia riflessione.

Io credo che Sergio Bonelli, da editore, desiderasse proporre al suo pubblico di lettori materiali sui quali credeva e/o che lui amava.
Più volte ha confessato che la Storia del West di D’Antonio vendeva poco (pochissimo in confronto a Tex, poco rispetto Zagor e Mister No degli anni Settanta), ma gli piaceva molto e si impose di tenerla sul mercato fino alla sua conclusione.
Con gli anni Novanta l’editore si rende conto che i tempi sono cambiati (che serie come Dylan Dog, sulle quali magari non impazziva proprio, furoreggiano e altre, Tuttowest appunto, sono ormai superate) perciò diventa più “cinico” e meno “sentimentale”.
Più che seguire i propri gusti cerca di venire incontro al “nuovo” mercato e si apre ad una serie di nuove pubblicazioni che nei decenni prima non avrebbe proprio preso in considerazione.
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[simon]

tutto giusto, tutto interessante e... tutto terribilmente OT!

[Carlo_Monni]

[Carlo_Monni]

Ritorno in tema io che del Ragazzo nel Far West ero un discreto fan ai bei vecchi tempi in cui ero bambino e trovare i vecchi numeri della Zenith a 100 lire l'uno nei banchini dell'usato era facilissimo.
Lo faccio con una domanda provocatoria almeno per qualcuno: tra le idee che specialmente per il Maxi Tex Mauro Boselli ha pensato a storie in cui Tex incontrerà i vecchi personaggi western della casa editrice praticamente ideati quasi tutti da G.L. Bonelli. Si comincia con i Tre Bill in una storia di Boselli & Piccinelli ormai a buon punto e si vocifera di Hondo.
Ebbene, come vedreste un team up con Tim Carter? Io confesso che mi stuzzicherebbe e naturalmente lo vorrei disegnato da Ticci.
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Carlo

[Angelo1961]

[Angelo1961]

[wakopa]

[Angelo1961]

Non so se alla fine rischierebbe... Pero così, a occhio, Tim è più abile di Kit...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Puro Veleno]

Mi sono concesso qualche divagazione sul tema e, giustamente, richiamato cerco di rimediare tornando sull’argomento.
Pubblico così qualche mia vecchia “analisi” delle prime avventure di Tim Carter.


1 - UN RAGAZZO NEL FAR WEST



1 settembre 1958

A Clayton, un tranquillo villaggio del Colorado, la “main street” è deserta come sempre nelle calde ore del pomeriggio … soltanto alcuni sfaccendati affrontano pigramente i raggi del sole.

E’ con questa didascalica introduzione che si apre nel 1958 la serie di avventure incentrate sul giovane Tim Carter nel mitico far-west.

Lo spettacolo al quale assistono gli sfaccendati abitanti di Clayton in un assolato pomeriggio è il ritorno al proprio paese dell’ex ranger Slim Carter con l’ amico pellerossa Kopa e il giovane nipote Tim.

Dopo anni spesi a combattere crimini ed illegalità l’uomo intende dedicarsi ad impegni meno avventurosi e rischiosi stabilendosi in un ranch per trasformarsi così in un pacifico allevatore.
Malgrado le migliori intenzioni, però, il passato non si può cancellare e presto o tardi qualcuno viene a reclamare le proprie “ragioni”.
Nel frattempo il giovane Tim, rimasto senza genitori e adottato dallo zio, si è dimostrato un ottimo allievo apprendendo dai validi maestri a disposizione fondamentali insegnamenti, come domare cavalli e seguire una pista.
Anche nell’uso delle armi avrà presto occasione di dimostrare la perizia raggiunta, acquisita segretamente dall’indiano Kopa superando così l’ iniziale contrarietà dello zio Slim.
La tragedia intanto aleggia nell'aria: Lucky Bear, un delinquente da poco evaso dal penitenziario, intende regolare i propri conti con l’ ex ranger e assistito da canaglie della sua risma attacca il ranch.
Qui si consuma il dramma.
Malgrado la strenua resistenza gli assediati si trovano a mal partito.
In un crescendo di tensione Kopa è il primo a cadere sotto il fuoco nemico, Slim viene ferito alla spalla e lucidamente decide di salvare il giovane Tim stordendolo e nascondendolo sotto la botola della cantina prima di sparare le ultime cartucce contro gli avversari ormai preponderanti.
Convinti di aver fatto piazza pulita ed ignorando la presenza del ragazzo i banditi appiccano il fuoco e si allontanano paghi della “vendetta” consumata.

Chiaro che questo momento fortemente traumatico sia la “molla” che condizionerà il futuro del giovane.
L’episodio con la morte dei familiari che si sacrificano, ma mettono in salvo il futuro protagonista chiamato alla vendetta lo ritroviamo nelle origini di Zagor, ma anche lo stesso Tex inizia la propria saga vendicando la morte del genitore e abbandonando la vita di allevatore.

Ripresosi dallo stordimento Tim risale dalla cantina, ma le travi del tetto ormai divorato dal fuoco precipitano su di lui e lo immobilizzano.
Fortunatamente viene strappato appena in tempo dalla morte dall’ intervento premuroso di alcuni uomini di una carovana nei paraggi attirati dagli spari e dal fumo.
Seppelliti e compianti i caduti Tim si unisce provvisoriamente ai carovanieri diretti verso il Kansas per raggiungere sulla stessa pista Fort Summer dove intende chiedere aiuto e giustizia al comandante della guarnigione, il Colonnello Benton, vecchio amico dello zio.
Dopo qualche giorno in vista del forte si dividono le strade dei carovanieri che proseguono la propria marcia mentre Tim si precipita nell’ufficio del comandante dopo aver eluso con uno stratagemma uno zelante ed ottuso militare di guardia.
Unica concessione alla comicità da parte di Nolitta in un albo teso e drammatico nel presentare le prima gesta di un ragazzo nel Far West.




2 - SEGNALI NELLA NOTTE



15 settembre 1958

Informato il colonnello dei tragici fatti accaduti al ranch Tim ottiene dal rattristato comandante la possibilità di far parte dell’esercito in qualità di interprete e si unisce alla truppa pronta l’indomani per una missione non semplice.
Nel frattempo ha subito modo di conoscere alcuni nuovi compagni: dal simpatico e divertente Dusty all’irascibile e litigioso Gordon con il quale Tim scambia qualche pugno prima che il sergente sospenda le ostilità minacciando severi provvedimenti.

Circa una ventina di anni dopo un altro personaggio di casa Bonelli in cerca di vendetta e giustizia entrerà nell’esercito in qualità di scout vivendo memorabili avventure.

Sotto il comando del capitano Milton la carovana con un carico di munizioni per Fort Laramie si mette in marcia la mattina successiva.
Ad un kiowa, Yorok, è assegnato il compito di fare da guida nel tragitto, ma il suo comportamento sospetto mette in allarme Tim.
Lo stesso indiano, però, diffida del giovane e alla prima occasione, in territorio comanche, cerca di liberarsene suggerendo al capitano di spedirlo in missione esplorativa con altri due soldati.
Per ironia della sorte uno dei due è il rancoroso Gordon, che conserva in pieno l’astio verso Tim e non manca di esprimerlo.
A prendere le parti del giovane è invece l’ altro militare, Moran, cosicchè i tre malgrado i dissapori raggiungono la loro meta, una vecchia casa ormai disabitata, per trovarsi però attirati in una trappola e attaccati dai comanches.
La resistenza è vana: Tim e Gordon vengono catturati mentre Moran è trafitto mortalmente.
Intanto nei pressi della casa cresce il numero dei pellerossa convenuti fino all’arrivo acclamato del loro condottiero, Lupo Ferito.
Ormai è chiaro che Yorok è il traditore che, in combutta con i comanche, sta portando la carovana dei militari all’appuntamento con la morte.

Riusciranno Tim e Gordon ad impedirne l’eccidio ?




3 - SACRIFICIO SUPREMO



1 ottobre 1958

Nell’albo precedente Tim, prima di essere catturato dai comanche, era riuscito ad aprire il fuoco su un assalitore.
Dovrebbe trattarsi, dunque, della sua prima “vittima ufficiale”.
In questo fascicolo titolo e onori sono riservati a Gordon che riscatta alla grande l’iniziale caratterizzazione di polemico e astioso camerata mostrando invece inaspettate doti di estrema generosità sacrificando la propria vita durante la fuga per consentire al compagno di avvertire i militari del pericolo incombente.
Questa “chance” del riscatto, del rivelare che si è migliori di quello che potrebbe sembrare ad una prima superficiale caratterizzazione, del rifiuto di una monodimensionalità manichea riaffiorerà sovente nella produzione nolittiana.
Quasi un marchio di fabbrica.
Tornando alla nostra avventura grazie al sacrificio di Gordon che si è immolato per rallentare l’inseguimento dei comanche, dopo l’ evasione dalla casa dove erano tenuti prigionieri, uno stremato Tim riesce a ritrovare la colonna dei militari e a puntare l’indice accusatore verso l’ infida guida kiowa.
Il quale per tutta risposta dà di sprone al cavallo e apre il fuoco sui soldati ferendo il capitano.
Malgrado l’inseguimento, Yorok riesce a far perdere le tracce mentre minacciose fumate iniziano a levarsi attorno alla carovana.
Con l’ufficiale ferito e non in grado di guidare il gruppo è Tim a prendere in mano la situazione e i suoi saggi consigli vengono accettati senza discussione dalla truppa.
Si fa dunque tappa su una collina dove meglio resistere alla prevedibile carica indiana che non tarda a manifestarsi.
Respinta, con qualche ferito, la prima ondata cala la notte e nell’ attesa della ripresa delle ostilità Tim prepara le contromosse.
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[Angelo1961]

[Puro Veleno]