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AQUILA NERA - maxi n 34 -
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Autore Messaggio
Zagrosky
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MessaggioInviato: Lun Set 17, 2018 9:54 pm    Oggetto: AQUILA NERA - maxi n 34 - Rispondi citando




Maxi Zagor 34.

Soggetto e sceneggiatura di Rauch

Disegni di Sedioli

Copertina di Piccinelli

------------------------


Zagor e Cico arrivano a Los Angeles e ritrovano due amici e un antico nemico che nel frattempo ha cambiato nome in EL HIERRO.
A Monterrey soffia il vento della ribellione, i californiani vogliono l' indipendenza dal Messico, mentre un antico avversario di Zagor fomenta la rivolta per conto del governo americano.

Tavole www.sergiobonelli.it/zagor/2018/07/31/albo/aquila-nera-1003273
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...
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Kramer76
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MessaggioInviato: Ven Set 21, 2018 11:47 am    Oggetto: Rispondi citando



aquila nera
maxi numero 34, testi rauch, disegni sedioli
dopo aver sventato l'acquisto dell'alaska, zagor mette i bastoni nelle ruote pure sull'annessione della california
brillante anche l'idea di questo ibrido tra zorro e il "dark zagor", con tutti gli imbarazzi che ne conseguono...
più che zorro, rolando è un superman diseredato, formidabile sia con scure, sia con pistola (anzi, la pistola di più)
poi però aquila nera scompare dai radar, forse a causa dei reclami di zagor su diritti d'autore e botte in testa
infatti, scambiato per l'incauto superbimbominkia, zagor ne prende parecchie, viene pure pestato dai soldati
in un interrogatorio che però ci viene risparmiato... è costretto a nascondere l'aquila sotto il classico poncho...
quella dei travestimenti comunque è una delle note positive di una storia che considero "minore" tra le rauchiane
mister steel è il piccolo mortimer di rauch, un rauch insolitamente magnanimo, don lope risorge dalle ceneri
ho apprezzato i disegni di sedioli, diversi dal solito, da segnalare uno dei cattivi con il volto di james coburn
la maxi-trasferta si chiude con il botto ("monument valley"), comunque un esperimento da replicare
bella copertina

voto 7-


Ultima modifica di Kramer76 il Mer Ott 27, 2021 12:16 pm, modificato 2 volte in totale
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Ven Set 21, 2018 11:50 am    Oggetto: Rispondi citando

I disegni mi confermano che Aristotele aveva ragione...

Il valore di un insieme è maggiore della sommatoria dei valori dei suoi singoli componenti!
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)
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MessaggioInviato: Lun Set 24, 2018 7:00 am    Oggetto: Rispondi citando

Storia che ho trovato troppo lunga e anche un pò noiosetta, sebbene ottimamente scritta dal sempre valido Rauch. Lo stesso non posso dire di Sedioli, purtroppo...
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

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wakopa
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MessaggioInviato: Lun Set 24, 2018 2:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Kramer76 ha scritto:
... ma è soprattutto una storia tutta impostata sul doppio, triplo, quadruplo gioco, da cui viene fuori quello che può essere considerato a tutti gli effetti il piccolo "mortimer" di rauch...


mi son venuti in mente certi baloons pieni come uova del terzo Mortimer Shocked Laughing
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se ci aggiungiamo il lieto finale con tutti i nostri sani e salvi , e' saldato anche il debito a Boselli...
e pensare che il Rauch di una volta era piuttosto sintetico e non si faceva problemi ad accoppare nessuno Sad
L'inizio mi aveva piacevolmente illuso con i superbimbiminkia finalmente cresciuti e la drammatica morte di Don Lope(nel finale scopriremo che non e' cosi'),poi la storia si dipana in una sequela di doppi giochi col ripescato Mr Steele del vagone blindato aspirante presidente della California indipendente;
Rolando aquila nera un filino piu' credibile di quello boselliano anche per via dell'eta', seppur esagerata la supervendetta da solo contro i bandidos,
persino zagor si fece aiutare da Fitzy Pray
Pero' dai come omaggio al centennale di Zorro, una storia di questo tenore col protagonista mascherato e talune ambientazioni ,ci puo' stare ,la sufficienza e lo scampato rischio abbiocco sono cio' che contano.

Sui disegni ,non me ne voglia Sedioli, ma quando vedo i volti di zagor per esempio a pag.63,83,142 o 220, devo concludere che quando ha fretta e non ha tempo di imitare Ferri, si produce in qualcosa di assai discutibile Sad
per non parlare di certe sproporzioni e dinamismi nulli quando ad esempio Zagor fugge dal carcere in cui era rinchiuso con Sanchez Shocked
parecchi campi lunghi tirati via, insomma disegni che a differenza della storia ,non raggiungono la sufficienza per quanto mi riguarda.
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Ven Set 28, 2018 11:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

************* SPOILER SPARSI ***************************

A me è piaciuta assai, anche se l'apprezzamento è basato molto sulla prima metà, mentre mammano che si prosegue si accumulano sul fondo le parti peggiori.
Azzeccatissima e anche originale l'idea di creare una specie di Zorro da realtà alternativa che nello stesso o quasi periodo storico si ispira a Zagor, dando vita così ad uno stuzzicante cortocircuito mediatico, datosi che il Nostro è sicuramente debitore al nero spadaccino, sopratutto nel ruolo narrativo che ricopre, ovvero il giustiziere che difende i deboli di una certa area geografica, nonché quel po' di iconografia da protosupereroe.
Altrettanto azzeccata la scelta del personaggio del cosmo zagoriano da recuperare per fargli incarnare l'emulo. Ultimamente abbiamo assistito ad una selva di ritorni esagerata, e spesso infilati in modo assai forzato, mentre in questo caso il piccolo Rolando pare essere stato creato apposta da Boselli ai tempi per venire usato anni dopo in questo ruolo.

Peccato però che l'Aquila nera venga accantonata velocemente e completamente, tanto che a un certo punto della lettura sembra quasi che non sia mai esistito, e Rolando diventa solo un "normale" capo rivolta.
Non che in questa veste venga usato male, ma di certo il suo alter ego era cento volte più stimolante.
In ogni caso il tratteggio del ragazzo rimane più che buono (bello lo scambio di battute attorno a pag. 130), e questo fattore è poi la principale forza del Maxi: tutti i personaggi godono di un profilo psicologico ben caratterizzato, sia buoni che cattivi, ma di più i cattivi come è grande tradizione di Rauch. Eccellente la resa di Mr. Steel, che io ricordavo a malapena visivamente (sono andato a ricercarmelo perché ne avevo un vago ricordo ma non avrei saputo dire dove lo avessi visto), ma ancor meno mi ricordavo che fosse così carismatico.
Quel che mi piace è che tutti sono tratteggiati come persone "vere", con una loro coerenza anche se cambiano schieramento in corso d'opera, ma sempre mille anni luce lontani da quelle macchiette che switchano repentinamente personalità in nome di un colpo di scena (che peraltro non riesce, in quanto così il personaggio decade), cosa che si vede troppo spesso un po' in tutto il fumetto popolare, Zagor incluso.

Ecco, Zagor... in questa ottima prima parte paga però lo scotto di sembrare un po' fuori posto, come del resto ogni volta che si prende un personaggio seriale e fortemente protagonista di storie, e lo si pone all'interno della Storia. Un precedente illustre è sicuramente Libertà o morte in cui il Nostro ad un certo punto, e nel momento culminante della battaglia, viene letteralmente scaraventato fuori dalla storia, compresa quella con la maiuscola. Ma del resto diventa difficile continuare a mantenere centrale il ruolo dell'eroe in mezzo ad eventi umani di portata immane come una rivoluzione di un Paese. Rauch ne è ben cosciente, ed inventa per lui un pretesto narrativo che ne giustifichi i riflettori, come il rapimento dei Carrizo. Scelta assolutamente condivisibile.
Un'altra cosa minore che mi è piaciuta sono i combattimenti. Anch'essi sono reali e pertanto se Zagor è uno contro dieci, per quanto si faccia valere, prima o poi soccombe. Questo non c'entra nulla con le "sciocche" botte in testa toninelliane che Zagor si becca da fesso, questo è una categoria del tutto differente: è una rappresentazione credibile di uno scontro, è realtà. Tutto il contrario di quelle scene (ahimé un minimo presenti anche qua) in cui Zagor scampa indenne a graguole di pallottole o abbatte 5 nemici con un solo colpo di scure come birilli.

E veniamo ai difetti. Il primo, per me però minore, è la resurrezione di don Lope: difficile immaginare come sia scampato ad un incendio di quella portata, con i suoi assassini tutti intorno, anche se ha truccato un cadavere carbonizzato. E' un colpo di scena che contraddice troppo le premesse. Però vabbè.
Il secondo è invece il peggiore perché di tipo strutturale. Si tratta di una tendenza che sto notando nel Rauch degli ultimi tempi, e cioè quella di accalcare un quantitativo enorme di personaggi via via che si prosegue, ma soprattutto di creare piani e contropiani e controcontropiani che rendono difficoltosa la lettura.
Ad un certo punto si trovano sul piatto un quantitativo di soggetti che, da una parte e pure dall’altra, stanno facendo contemporaneamente il doppio o triplo gioco: a mio parere diventa un contorcimento della trama superfluo e anzi dannoso, che invece può essere svolta in modo più lineare. Confesso che a ogni mossa del personaggio tal dei tali, per valutare la sua coerenza psicologica e quindi godermi il racconto, dovevo fare lo sforzo di “tarare” il suo comportamento sulla base di quello che erano le sue intenzioni dichiarate, poi quelle losche, poi quelle che come lettore istintivamente ipotizzo anticipando eventuali colpi di scena.
E’ un processo che impasta, direi inutilmente, il piacere della lettura, specie considerando la filosofia bonelliana della tutto sommato facile comprensione.
Già anche nella storia di Eskimo c'era stata alla fine questa girandola di piani e contropiani, che si trasformano poi in una delle peggiori espressioni del famigerato spiegazionismo, in quanto autoalimentanti: si crea un avvitamento (tutt'altro che avvincente) della trama, che poi va spiegato, e spiegata la contromossa, e via così.
Per i miei gusti si finisce magari per rovinare una bella storia, come è questa. E come rimane, sia chiaro.

Fronte disegni: ho trovato un Sedioli molto migliorato perché pare avere sistemato (anche se non completamente) il suo annoso difetto, che è quello dei visi di tre quarti disarmonici. Il problema rimane ancora un po’ dalla media distanza, ma nei primi piani è sparito del tutto, producendone alcuni davvero intensi.
Per il resto, il suo solito ottimo lavoro al servizio del racconto.
Discutibile invece l’idea di vestire Herrera praticamente uguale a Cico: avendo anche una corporatura simile, crea un effetto ridicolo, per il quale pare di vedere qualcuno che si è mascherato come il nostro pancione, e trattandosi di un cattivo non è un bell’effetto.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"
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cama69
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MessaggioInviato: Sab Set 29, 2018 1:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

A differenza di alcuni amici forumisti, la storia mi è piaciuta, non è esente da qualche aspetto che non mi ha convinto, ma sono molto soddisfatto. Alla fine dei tre maxi dedicati alla mini-trasferta posso dire che è stato fatto un buon lavoro. Le tre storie mi sono sembrate ampiamente positive.
Questa storia ha una ambientazione piuttosto realistica in un contesto storico molto ben delineato: la provincia californiana del Messico nei primi decenni del XIX secolo. la California pur essendo una enorme regione messicana non molto abitata era tutt'altro che tranquilla, anche perché era molto distante dalla capitale messicana e la maggioranza della popolazione non era messicana, infatti pochi anni dopo sarebbe entrata a far parte degli USA.
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La trama è tutt'altro che semplice, è una storia di genere tipo spionaggio-western con vari incastri dove sono coinvolti diverse figure tra i quali anche i governi USA e Messicano, d’altra parte la posta in palio è altissima: il controllo della California.
In vari momenti Zagor è costretto ad assistere agli eventi, ma ciò non gli impedisce di lottare come un leone per cambiare il corso degli eventi ed evitare una sanguinosa guerra, in certi momenti è davvero indomabile. Zagor viene sconfitto e catturato più di una volta, ma nonostante la mia sensibilità su questo aspetto, stavolta non ho nulla da obiettare perché Zagor soccombe solo a causa di un numero preponderante di avversari e dopo essersi sempre difeso in maniera eroica, a tal punto che gli stessi avversari ne rimangono impressionati. Siamo lontanissimi dalle botte in testa Toninelliane.
Nonostante la trama sia abbastanza articolata l’ho trovata comunque ben scritta e scorrevole penso che Rauch abbia mantenuto un ottimo equilibrio spiegando il giusto senza eccedere e senza lasciare dei buchi narrativi.
La storia inizia in modo forte e drammatico con la sorprendente morte di Don Lope, nell’attacco alla fattoria Rolando lotta come un leone. Fin dalla prima apparizione Rolando si mostra innamorato di Ines ma quest’ultima pur provando affetto per lui si legherà ad un giovane fazenderos. Ero quasi certo che alla fine Ines e Rolando si sarebbero messi insieme, visto che almeno nel mondo della fantasia la differenza di stato sociale non conta nulla. Invece Ines pur provando affetto per Rolando sposerà il figlio di un ricco fazendero come spesso accade nella realtà e non il figlio dello stalliere della sua fazenda. La scelta realistica di Rauch mi è piaciuta il marito di Ines compare molto poco però sembra una persona buona.

Rolando dopo la morte Don Lope e il matrimonio di Ines, diventa un rivoluzionario mascherato con un costume simile a quello di Zagor per portare la california all’indipendenza dal messico. Sarà proprio questo omaggio che porta Zagor e Cico ad essere accusati dalle autorità messicane di essere complici dei rivoluzionari appena mettono piede sul suolo californiano. Rolando è un giovane molto valoroso e coraggioso anche se ancora acerbo e inesperto, infatti non si accorge di essere usato da Golberg una vecchia conoscenza di Zagor che lavora per gli USA ma soprattutto per il suo tornaconto. L’idea di Rauch di ripescarlo è stata buona perché secondo me è un buon antagonista e infatti lo scontro con Zagor non è ancora arrivato alla fase finale.
Verso la fine quando la storia mantiene sempre una buona tensione, improvvisamente appare Don Lope ad un anno dalla sua presunta morte. Ad essere onesti questa sorpresa mi ha un po' spiazzato, non c’è dubbio che la comparsa di Don Lope come nuovo governatore inviato dal governo messicano al posto di quello corrotto soffoca al momento lo scontro tra i californiani e città del messico. La soluzione che ha escogitato Rauch mi lascia un po' perplesso, non lo so ma mi ha lasciato un po' l’amaro in bocca.
I disegni di Sedioli li ho trovati globalmente funzionali, qualche campo lungo mi sembra un po' tirato, diciamo che non è il mio disegnatore preferito ma nel contempo non ho neanche particolare avversione
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Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.


Ultima modifica di cama69 il Sab Set 29, 2018 7:05 pm, modificato 1 volta in totale
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Kramer76
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MessaggioInviato: Sab Set 29, 2018 4:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carmine, non è che non mi sia piaciuta, mi è piaciuta meno delle altre storie di Rauch
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cama69
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MessaggioInviato: Sab Set 29, 2018 7:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

Kramer76 ha scritto:
Carmine, non è che non mi sia piaciuta, mi è piaciuta meno delle altre storie di Rauch

In effetti il voto che gli hai assegnato è positivo Wink Wink
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Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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MessaggioInviato: Mar Ott 02, 2018 10:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Io mi trovo sostanzialmente d'accordo con il commento e l'analisi di Walter Maddenbrook. E' un Maxi che mi è sicuramente piaciuto, anche se non mi ha appassionato (ma, del resto, questo oggi mi succede molto di rado). Della minitrasferta extra di questo 2018, è la storia che mi è piaciuta di più.
Soprattutto, condivido con WM questo passaggio:
Walter Maddenbrook ha scritto:
Il secondo difetto è invece il peggiore perché di tipo strutturale. Si tratta di una tendenza che sto notando nel Rauch degli ultimi tempi, e cioè quella di accalcare un quantitativo enorme di personaggi via via che si prosegue, ma soprattutto di creare piani e contropiani e controcontropiani che rendono difficoltosa la lettura.
Ad un certo punto si trovano sul piatto un quantitativo di soggetti che, da una parte e pure dall’altra, stanno facendo contemporaneamente il doppio o triplo gioco: a mio parere diventa un contorcimento della trama superfluo e anzi dannoso, che invece può essere svolta in modo più lineare. Confesso che a ogni mossa del personaggio tal dei tali, per valutare la sua coerenza psicologica e quindi godermi il racconto, dovevo fare lo sforzo di “tarare” il suo comportamento sulla base di quello che erano le sue intenzioni dichiarate, poi quelle losche, poi quelle che come lettore istintivamente ipotizzo anticipando eventuali colpi di scena.
E’ un processo che impasta, direi inutilmente, il piacere della lettura, specie considerando la filosofia bonelliana della tutto sommato facile comprensione.
Già anche nella storia di Eskimo c'era stata alla fine questa girandola di piani e contropiani, che si trasformano poi in una delle peggiori espressioni del famigerato spiegazionismo, in quanto autoalimentanti: si crea un avvitamento (tutt'altro che avvincente) della trama, che poi va spiegato, e spiegata la contromossa, e via così.
Per i miei gusti si finisce magari per rovinare una bella storia, come è questa. E come rimane, sia chiaro.


L'inizio della storia è molto buono, anche un po' vintage, poi col passare del tempo questo "avvitamento della trama" appesantisce sempre più la lettura; Rauch sta diventando più spiegazionista e verboso rispetto al passato, ed anche i suoi dialoghi risultano a volte un po' troppo costruiti.
Come contraltare, vorrei sottolineare volentieri la splendida tavola di pag. 217, nella quale padroneggiano le didascalie Applause Applause Applause Applause Applause che sono, per me, il vero cavallo di Troia per tornare a scrivere delle ottime storie. Più coraggio, autori, più coraggio! Chissenefrega di quello che pensano le nuove generazioni, tornate a riempire le storie di didascalie! Vedrete come sarà più facile evitare le "radiocronache mentali" e gli improbabili dialoghi scritti come se fossero in discorso indiretto!

DA QUI COMPARE QUALCHE SPOILER
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Nonostante la lettura un po' faticosa, la vicenda rimane comunque gradevole, soprattuto nella prima parte grazie al personaggio di Aquila Nera, che dà anche il titolo al Maxi... eppure col passare delle pagine questo protagonista si perde, è come se non ci fosse più nella storia Sad Mi aspettavo di vederlo combattere insieme a Zagor in un finale intenso e invece...
Non dico che tutto finisca a tarallucci e vino, questo no, ma la scelta della "resurrezione" di don Lope rende il finale la parte più debole dell'albo. La missione è compiuta, una strage è evitata. Di Zagor, spesso in difficoltà e in balia degli eventi, quasi spettatore degli stessi (scelta azzeccatissima), risaltano questa volta le doti di saggezza, razionalità ed esperienza.
Molto buone, come sempre (punti di forza di Rauch), la resa dell'ambientazione, l'atmosfera e la caratterizzazione dei comprimari, anche se, ripeto, Aquila Nera non andava "abbandonato" lungo la strada; Goldberg (ammetto che, a parte la fisionomia, di lui non mi ricordavo proprio nulla: totalmente nell'oblio la vicenda del vagone blindato), risulta un personaggio ben calibrato, carismatico, che può ancora dare del filo da torcere a Zagor.
Un piccolo appunto riguardo ai sentimenti: a me piace molto che in un'avventura, soprattutto quando è lunga, spalmata su tre albi, ci sia spazio per una storia d'amore Very Happy Ma se si decide di inserire i sentimenti, bisogna saperli maneggiare con cura e delicatezza, devono arrivare al cuore del lettore, altrimenti è meglio lasciar perdere. Sto parlando di Ines e di suo marito José, di Rolando e del suo nuovo amore: attimi buttati lì così senza una reale introspezione. Riguardo ad Ines e Rolando, aggiungo una piccola curiosità: i miei cari nonni paterni si chiamavano così Very Happy e un po' mi dispiace che i due ragazzi non siano finiti insieme.

Sedioli non eccezionale ma sicuramente discreto, meno legnoso di altre volte. E i suoi disegni sono sicuramente rassicuranti, fanno sì che la storia si possa leggere bene, con una certa facilità.

Voti in crescendo:
Terre fredde: 6
I cosacchi dello Yukon: 6,5
Aquila Nera: 7-
Trovo che quest'ultimo Maxi sia l'unico dei tre la cui trama riempie bene le quasi 300 pagine; i primi due erano più adatti al massimo per un doppio albo Zenith, secondo me. Ultimamente sto apprezzando maggiormente le storie brevi rispetto a quelle lunghe, che tendono ad annoiarmi. Sarà che sto invecchiando io, che non trovo mai il tempo di leggere una storia tutta insieme... che prima viene il lavoro, poi mia moglie, poi gli impegni vari Sad e un Maxi ho bisogno di leggerlo in 3-4 giorni, e capita che nel frattempo mi scordo le pagine lette il giorno prima... Bei tempi, quando da ragazzo riuscivo a passare giornate intere a leggere Zagor..!

Nota a margine:
Peccato per qualche refuso... nel giudizio complessivo di una storia non ne tengo conto, ci mancherebbe, sono cose che capitano, però "qualcun'altro" (sic) con l'apostrofo non si dovrebbe mai vedere. Il dramma è che i ragazzi di oggi nemmeno ci fanno più caso, e quando scrivono tendono sempre a confondere accenti ed apostrofi, sempre che li sappiano usare... le tesi di laurea sono piene zeppe di errori per i quali ai miei tempi venivi severamente ripreso anche alla scuola elementare. Un fumetto, lettura di massa, può ancora fare la sua parte nell'educazione alla lettura ed alla scrittura (ed anche per questo ritengo che le didascalie andrebbero riproposte).
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2018 8:33 am    Oggetto: Rispondi citando

Ines is also an Italian name Doc?
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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2018 8:44 am    Oggetto: Rispondi citando

Ines is the spanish version of the italian Agnese, but it was used also in Italy... My grandmother's name was Ines and not Agnese, I don't know why her parents decided this way Very Happy
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2018 8:52 am    Oggetto: Rispondi citando

Nice name anyway Laughing
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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2018 9:06 am    Oggetto: Rispondi citando

A margine del commento alla storia, ho una perplessità di ordine generale:
si è deciso di inserire Zagor in un contesto geo-storico ben preciso, la California messicana che sta per rendersi indipendente e poi entrare a far parte degli Stati Uniti d'America. Però i protagonisti della vicenda non sono storici. Io non conosco la storia del Messico e della California, ma chiunque può andare su Wikipedia e rendersi conto che non ci sono mai stati i governatori Herrera e De la Sierra in California. Nesun problema, per carità, è fiction, però se Zagor, per esempio, può incontrare il Presidente degli Stati Uniti Jackson significa che la Storia non è del tutto fuori dalla saga... Think
Quindi sarebbe stato meglio, credo, inserire nella trama il vero governatore dell'epoca, oppure puntare, come ambientazione, non sul governatorato dell'intera regione bensì su una ipotetica presidenza di una ipotetica provincia nella quale lasciar agire, come accade effettivamente nella vicenda, personaggi di fantasia.
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.


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MessaggioInviato: Mer Ott 03, 2018 9:08 am    Oggetto: Rispondi citando

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