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Zagoriano Medium
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Lupo Bianco presenta

15_GLI EROI DEL RAMO ROSSO

#433 Gli eroi del Ramo Rosso
#434 L’isola delle ombra
Testi: Mauro Boselli
Disegni: Marco Torricelli
Agosto, settembre 2001; pagine: 130
Con:
ZAGOR: Prosegue la fusione del mito di Zagor con l'epopea celtica; esiliato da Kandrax in una dimensione al di là del tempo e dello spazio, dove i miti gaelici sentiti a suo tempo dalla madre sono realtà, lo Spirito con la Scure emerge solo parzialmente e con difficoltà in mezzo alla Compagnia dei Fianna, gli eroici combattenti che si oppongo a Donn l'Oscuro, signore della morte. Il suo contributo rimane comunque prezioso nel dipanarsi della vicenda, a tratti persino travolgente nella sua investitura ad eroe che è destinato a sconfiggere le oscure trame di Donn e ad opporsi alla fine al malvagio druido.
TONKA: Se Zagor fatica ad emergere, figuriamoci il prode mohawk, anch'esso esiliato da Kandrax nella dimensione “celtica” dove si rassegna a essere poco più che una utile spalla nei combattimenti.
Tutta la dirompente fantasia di Boselli è sicuramente rivolta alla COMPAGNIA DEI FIANNA, composta da: capitano generale Finn Mac Cumhail, prode combattente e possessore di una lancia magica; Oisin, il figlio del capitano, un po' guerriero, un po' poeta, un po' vate e mago, la figura che sicuramente emerge di più nel gruppo insieme a quella di Mac Morna il Calvo una specie di controparte celtica di Cico, in una vicenda dove il messicano appunto non compare, e che Boselli riesce a gestire con divertita ironia; Kelta Mac Ronan il Saggio; Conan Mac Lia il Possente; Dermot O'Dyna, lo sfuggente rubacuori del gruppo, che sarà oggetto delle offerte di tradimenti di Donn l'Oscuro, rimanendo pur tuttavia fedele ai Fianna; Geena Mac Lugha; Fiacha il vecchio e infine, Finegas il Druido col quale Boselli sembra voler riabilitare la stirpe druidica dalla pessima pubblicità che gli aveva fatto Nolitta. Torneremo presto su ciò; i cani col cervello da uomo Bran e Sceolan completano la composita compagnia.
DONN L'OSCURO: Sovrano della morte e signore di Dun Scaith, l'isola delle ombre.
MACHA: Furia guerriera e moglie di Donn l'Oscuro, sorella di NEMAIN, altra divinità celtica che si nutre delle anime dei morti e trasforma i guerrieri in ombre al suo servizio, e di MORRIGAN, la dea guerriera che infine sceglierà di aiutare i nostri eroi nella lotta contro Donn

Con questo secondo capitolo della trilogia kandraxiana, Boselli abbandona decisamente la pista tracciata dall'originale per dare una svolta più decisamente personale; l'avventura, dove -si badi bene- Kandrax non compare mai direttamente, affonda la sua ragione d'essere e le sue figure nella mitologia celtica. Questo tema, già accennato nel primo capitolo, diventa ora preponderante. Dove Nolitta aveva osservato la “celticità” di Kandrax con gli stessi occhi dei cronisti latini che descrivevano i rituali druidici trovandoli incomprensibili, estranei ed inquietanti (e da questo spunto aveva tratto il fascino unico del suo Kandrax) Boselli attua un'operazione inversa, leggendo Kandrax dalla prospettiva esclusiva della mitologia celtica con un'ottica quasi revisionista, come si può apprezzare nella figura di Finegas il Druido buono e saggio, vero e proprio alter ego positivo di Kandrax che vuole dimostrare quanto di “illuminato” vi fosse nel movimento druidico e nella cultura celtica, ritratte così a tinte fosche in “Kandrax il mago”.
Zagor e la compagnia dei Fianna, quindi; la storia si incentra sulla guerra di questi contro il malvagio Donn. I momenti epici sono molteplici, il piglio fantasy- un fantasy prolifico, divertente e divertito, dove non mancano i giochi speculari col mondo zagoriano classico- marcato. Tuttavia, una criticità che ravviso nella storia, è l'aver dipinto i Fianna e in particolare Oisin, in tinte così positive, così eroiche e Zagor così troppo a suo agio in quel ruolo di predestinato in un mondo parallelo, che tutto ciò è andato infine a discapito di Donn l'Oscuro, il quale dovrebbe essere un nemico persino superiore a Kandrax, ma non è in grado di incutere davvero timore. Non c'è possibilità di vittoria, neppure parziale, contro i predestinati e infatti a Donn fugge persino quella vittoria momentanea che pure il suo adepto Kandrax ha colto nel primo capitolo della saga.
La storia rimane comunque di una fantasia dirompente, tra draghi, lance magiche, torri oscure piene di scheletri, cavalli marini, poesie magiche, divinità buone e malvagie, un robusto racconto che del fantasy prende lo spunto epico e il narrare composito per confezionare una storia che scorre leggera e, in definita, con piacevolezza.

Torricelli, il disegnatore adepto al fantasy per eccellenza, che già aveva dato buona prova di sé ne “Il principe degli Elfi” (Zagor speciale N.11) ottiene una buonissima performance.
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

Lupo Bianco presenta

16_GUERRA ETERNA

#434 Orrore a Darkwood
#435 Guerra Eterna
Testi: Mauro Boselli
Disegni: Carlo Marcello
Settembre, ottobre 2001; pagine: 124
Con:
ZAGOR: La resa dei conti finale tra Zagor e Kandrax si rivela complicata assai e ad un certo punto il nostro sembra proprio completamente nelle mani del suo nemico.
CICO: per quanto la serietà della situazione non ne consenta molti, sono però divertenti gli scambi tra il pancione messicano e MAC MORNA IL CALVO suo alter-ego gaelico.
KANDRAX: un druido davvero scatenato che, approfittando, della temporanea assenza di Zagor riesce a far sprofondare l'intera Darkwood in una situazione di “guerra eterna”. Sarà proprio qualcosa al di fuori della comprensione di Kandrax che decreterà il fallimento del suo piano, ossia la solidarietà e la collaborazione tra Zagor, Tonka, Morrigan e alcuni dei Fianna.
TONKA: Il capo dei Mohawk sempre in mezzo all'azione e infine grazie al suo intervento Zagor verrà salvato dalla furia omicida di Kandrax.
OISIN: continua la crescita del giovane personaggio, che Boselli mutua dalle leggende celtiche e da Ossian, ma che è qui ancora un giovane che sta pian piano maturando esperienza anche grazie all'apporto di Zagor e, soprattutto, di Morrigan.
BRAN E SCEOLAN, i due cani-cugini che assumeranno un ruolo fondamentale nella sconfitta di Kandrax.
MORRIGAN: fautrice del ritorno di Zagor e Tonka (oltre che di Oisin e Mac Morna) a Darkwood, anch'essa decide infine di unirsi ai nostri nel tentativo di aiutarli contro Kandrax e la malvagia sorella NEMAIN.
PROFESSOR MORGAST: L'adepto involontario di Kandrax si rivela essere uno dei personaggi più tragici nella sua debolezza, nella sua incapacità di opporsi al male, come dice Zagor. La sua fine da una parte ci fa perdonare le sue malefatte, compiute sotto il controllo di Kandrax, e dall'altra ci fa odiare ancora di più il malvagio druido che così brutalmente si sbarazza del povero professore.
SCURE ROSSA: Vecchio nemico di Zagor comparso per la prima volta ne “L'Uomo con il Fucile” (nr. 336) che qua riassume il suo ruolo di capo dei Chippewa uniti ai Cree, utilizzati da Kandrax per gettare scompiglio nella regione. Cadrà sotto i colpi della scure di Zagor.


L'azione della saga torna a Darkwood, dove frattanto Kandrax ha causato una serie di conflitti tra “gli uomini del nord” (indiani cree, fuorilegge canadesi) e gli abitanti di Darkwood. Tutto il mondo di Zagor sembra crollare, ma sarà proprio la superbia di Kandrax a finirlo. Non è forse un caso che il sottovalutare due creature apparentemente umili come Bran e Sceolan, i due cani, sarà causa prima della rovina del superbo druido.
La vicenda si gioca tutta sul contrasto tra la brutalità di Kandrax, che vuole bruciare un intero popolo sul rogo, che non esita a sbarazzarsi di Morgast quando questi non gli è più utile e l'eroismo di Zagor e dei suoi; uno Zagor questa volta anche letteralmente “spirito” nelle sequenze in cui salva le tre donne (Frida, Margie e Gambit). Quanto più feroce e spietato è Kandrax, tanto più Zagor sembra umano, vulnerabile persino (e infatti finirà anche prigioniero del druido); ma Zagor, sembra dire Boselli, possiede quello che Kandrax non ha: un grande cuore, molti amici veri, cose che gli permettono alfine di avere la meglio sul druido del male.
La storia è buona, si legge con scorrevolezza, a tratti appassiona. Kandrax viene allo stesso tempo, ad acquistare e a perdere qualcosa da questa saga. Acquista sicuramente in prestigio: il fatto di farlo tornare in una saga in tre puntate, che coinvolge tre disegnatori diversi in cinque albi, è un segno di quanto questo nemico sia importante a tutti i livelli,sia nel cuore degli zagoriani, sia nella mente degli autori. Questa saga, con mondi paralleli, divinità e miti gaelici ne è una sorta di consacrazione in gran parte inedita per un nemico zagoriano. Tuttavia, l'aver spostato la luce sulla mitologia celtica, aver circondato Kandrax di pari grado, di superiori persino, ben visibili e anzi sconfitti dai nostri (esempio Donn l'Oscuro che da divinità malvagia trascendente diventa un tipo con le corna che fugge di fronte a Zagor) toglie qualcosa alla misteriosa maestosità del Kandrax nolittiano.
Il bilancio dell'avventura è positivo, per quanto riguarda il coraggio mostrato da Boselli nel non limitarsi a una mera riproduzione del primo Kandrax, nella fantasia dimostrata a mettere in campo in maniera ordinata e credibile una autentica folla di personaggi alcuni davvero azzeccatissimi come Morgast, o Mac Morna, lo stesso Oisin. Manca però l'originale terrore ispirato dal Kandrax di Nolitta, che era qualcosa di misterioso e sacro, sostituito da una non davvero convincente adesione a un “partito” di “cattivi” celtici il cui capo è sconfitto da Zagor e dai Fianna senza troppi patemi.

Marcello sempre al top nelle scene di azione e combattimento, purtroppo non all'altezza di Ferri nel comunicare la maestosa gravitas di Kandrax. La sua prova rimane tuttavia apprezzabile e in un certo senso molto condivisibile la scelta di includere uno dei fautori grafici del risorgimento zagoriano in una saga così importante.
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Zagoriano Medium
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

ElEmperador presenta

17_IL LIBRO DEL DEMONIO

#436 Il Libro del Demonio
#437 Le Chiavi dell’Inferno
Testi: Burattini
Disegni: Gaetano Cassaro
Novermber 2001, December 2001. Pages: 188

Zagor: One of its best <performances> as a detective. He could easily differentiate the two separate cases.
Cico: In fact, he experienced something similar before when he was a very brilliant detective. He had at that time also the privilege to be accompanied with the best detective-investigator ever: Bat Batterton. One of the best duos with Cico after the Nolitta period.
Bat Batterton: Very at ease in the closed rooms, his extravagant investigations and fears with Don Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales reminded the exploits in La Casa del Terrore. Very well characterized by Moreno Burattini in that story.
Burgess (Humbert) : A very rich businessman who found the most important private library in the US. Passionate of esotericism, he organized Satanist rites in the library’s vault to resuscitate her dead and beloved wife. It is believed that he possessed the book < de Clavibus Inferi>, which allowed calling the devil. He died in a fire during the satanic rites.
Burgess (Elisabeth) : Beloved wife of Humbert Burgess, she deceased when giving a birth.
Burgess (Horace) : Son of Elisabeth and Humbert Burgess and new owner of the Burgess Private Library. He also died like the father in the satanic rites organized in the vaults of the library. Also an esoteric.
Burgess (Julia) : <Black> widow of Horace Burgess and administrator of the Burgess Library. In fact she was the secret lover of the assassin Claremont.
Chatman: A university student at the Burgess Library/Castle. Murdered mysteriously by the devil himself?
Claremont(Percy) : Under the name of Clifford Avery, he is the secretary of Julia Burgess but in fact his lover and a killer. To hide his identity, he executes many people but finally discovered by Zagor, who kills him.
Crowe(Ralph) : A secret NYPD police investigator who infiltrated incognito to the Burgess Castle under the pseudonym of father Sterling. Thanks to Zagor, he discovers the real identity of Percy Claremont the outlaw.
Jagger: Former stablehand of the Burgess Castle. Killed by Wilbur.
Karen: Cook at the Burgess Castle.
Kimball (John) : A philologer studying at the Burgess Castle/Library. One of the victims of the mysterious murders.
Pitt (Ludwig) : A book restaurateur at the Burgess Castle/Library. Another victim of the killings.
Terence: Domestic at the Burgess Castle. Found dead mysteriously.
Wilbur: Stableboy at the Burgess Castle. Very strong but naïve. Found dead.

Zagor and Cico went to the Burgess Castle/Library to deliver a very rare book. They listened the rumors about the diabolic presence from Jagger before entering the splendid but fearsome castle. It is gonna snowing heavily. The ambiance seems quite inside the very huge library but is it only a mirage? The Darkwood duo met by coincidence Bat Batterton the famous detective, friend of them. He is investigating for the administrator of the place Mrs. Burgess about some mysterious events.
Than began the murders. Is it directly the devil that is executing his enemies? What the Satanists are doing there? With time the secret is beginning to be revealed but until then the tension is always high. If I must repeat what I said years ago in the SCLS site: Indeed, it is an excellent story and as said by many "a kind of little zagorian jewelry". The ambiance, the emotions, the "malefic presence" of the devil, this sensation of terror and untrusted... Besides, the SCLS site had a very positive opinion of that story with some little exceptions.

Burattini: We know that Burattini, loves detective stories. Especially the classical ones. He is a fan of Georges Simenon but also of Agatha Christie, to whom he gave a great and well done homage with two separated cases combined with great success. The killer and the victims are good characterized as well as Bat Batterton used in a classical and respected way. Another excellent detective story from Burattini after <L’Abbazio del Mistero>. Burattini realized in the same period a parody of a detective story with <Cico Detective> again with Cico and Bat Batterton a diverting story.

Cassaro: A respectful work, on of his best but I still have this idea that if this story was realized by Ferri, it could be a masterpiece... We already sow it at the spectacular covers of the Maestro.
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Giaguaro2 presenta:

18_ DELAWARE!

#438Delaware!
#439L’oro dei fratelli Ward
Testi: Jacopo Rauch
Disegni: Roberto D’Arcangelo
Gennaio, febbraio 2001; pagine: 188
Con:
ZAGOR: lo Spirito con la Scure si trova perfettamente a suo agio nei guai imbastiti dall’esordiente Jacopo Rauch e si muove con personalità nel suo ambiente naturale. La foresta di Darkwood, gli storici indiani Delaware, (amici si, ma con riserva, ricordate Kanoxen?), un pugno di manigoldi non particolarmente memorabili condito da una bella e insidiosa ragazza: Zagor gestisce il tutto senza eccessivi patemi, nonostante nella storia abbondino naturalmente i pericoli.
CICO: il messicano alterna, come da copione, azioni sgraziate ma comunque efficaci ad altre in cui emerge la sua natura pasticciona: per esempio, se è vero che è buggerato da Willie Drink e maltrattato da Sarita, in compenso affonda la canoa delaware rovesciando, insieme all’imbarcazione, anche gli esiti della battaglia fluviale.
WILLIE DRINK: personaggio che, nel corso della vicenda, cambia completamente connotazione, passando da fuorilegge ad alleato di Zagor nello sbrigliare la matassa di guai, rivelando così la classica matrice nolittiana.
DOPPIO COLTELLO: bellicoso, scaltro, subdolo, contende a Tuono Rosso il posto di Sakem Delaware, ma lo spazza letteralmente via in fatto di carisma. La scena in cui mostra, con l’ausilio di un coltello, come funziona la legge dei bianchi, è il passaggio migliore della storia, e uno dei migliori in assoluto della saga. Nonché sacrosantamente veritiero.
RED ARCHER: oltre ad essere un delinquente e un vero giuda, si dimostra anche un accanito mastino, ma tutti i suoi sforzi non lo sollevano di molto dal rango di tanghero di mezza tacca.
SARITA: pur avendo le stigmate della dark lady boscaiola, non riesce, proprio sul più bello, a fare il salto di qualità. Peccato.
BIG GEORGE WARD: nella versione normale, nel prologo della storia, è solo un volgare bandito; il finale lo vede di nuovo sulla scena in un’apparizione folgorante e fulminea, ma risolutiva.
I DELAWARE: con la morte del vecchio sakem si trovano ad un bivio: seguire i dettami del pacifico Tuono Rosso od unirsi ai guerrieri del bellicoso Doppio Coltello? Alla fine trionferà la pace, ovviamente, ma in corso d’opera le sirene di guerra affascinano sia i giovani delaware nella storia, che i lettori della storia.

Lo Spirito con la Scure si trova preso nel mezzo di una situazione molto critica, con alcuni bianchi poco raccomandabili sulle tracce di un trafficante di whiskey in pieno territorio Delaware. Da parte loro, i pellerossa del clan di Doppio Coltello sono risoluti a fare piazza pulita di tutti gli intrusi bianchi, Zagor compreso. La vicenda dell’oro nascosto nell’inquietante forte è un ulteriore sviluppo che Rauch mette in campo, ma la vicenda non è affatto complessa da seguire, anzi. Uno Zagor tosto, una storia che tiene il lettore sulla corda, e soprattutto, torme di indiani bellicosi, come giustamente devono essere (almeno ogni tanto) nella foresta di Darkwood: cosa chiedere di più?
Sul forum spiritoconlascure.it la storia ottenne nel complesso risultati positivi, ma ad inficiarne parte del completo gradimento, furono i disegni, davvero mal digeriti; viceversa, per i testi, solo un plauso unanime ed elevato.

Jacopo Rauch esordisce nella saga zagoriana con una storia tipicamente in linea con lo spirito della serie, contaminando due dei generi abitualmente frequentati dagli sceneggiatori, il versante indiano e quello horror (o quantomeno inquietante). La storia dei banditi che nascondono il bottino in territorio indiano e si trovano alle prese coi pellerossa sul sentiero di guerra, rientra nell’impostazione dei classici espedienti narrativi del genere, che l’autore toscano gestisce però al meglio. Sfruttando la naturale vena ombrosa dell’ambientazione (è lapalissiano, d’accordo, ma Darkwood significa pur sempre qualcosa come ‘foresta oscura’), lo sceneggiatore vi inserisce il tema del forte maledetto e infestato dagli spiriti, alimentando a dovere la tensione lungo il racconto. Gran bell’esordio.

Sul versante disegni, Roberto D’arcangelo è subissato, almeno sul forum, di critiche, e, in effetti, spesso (quasi sempre) non indovina il volto di Zagor; che è un terribile difetto, essendo l’eroe della storia, è vero. Però l’uso sapiente del pennello conferisce alle vignette di D’arcangelo un buon equilibrio tra i bianchi e i neri, e rende le scene dinamiche e di grande suggestione paesaggistica. Valori che vengono completamente ignorati da quel lettore che si concentra ad osservare impietosamente solo la figura del protagonista, come detto, onestamente poco riuscita.

Molto bella la copertina di “Delaware”, in cui Gallieno Ferri, azzarda una prospettiva particolare, con Zagor ripreso dal basso, sorpreso da ciò che sta’, evidentemente, vedendo nel forte; notevole anche la grafica del titolo. Dinamica la successiva, ma nel complesso meno riuscita.
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Cama69 presenta

19_IL SEME DELLA VIOLENZA

#440 Il seme della Violenza
#441 L’Ultima Freccia
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Marco Torricelli
marzo 2002; aprile 2002; pagine: 188
Con:
ZAGOR: lo spirito con la scure è impegnato a sventare un piano il cui obiettivo è quello di provocare un conflitto su larga scala a Darkwood. Per Zagor si tratta, insomma, di una missione piuttosto frequente che gli è capitato altre volte di affrontare. Come spesso accade nelle storie di Burattini, Zagor è determinato ed efficiente e, qualora si presenta la necessità, è anche sbrigativo. Nello stesso tempo l’eroe di Darkwood mantiene sempre un buon autocontrollo, come quando vede uccidere Rowland dai suoi commilitoni, oppure come quando arriva a forte Holburn: in entrambi i casi non agisce d’istinto, ma cerca di capire e quindi muoversi di conseguenza. Anche questa caratterizzazione del personaggio è un marchio di fabbrica targato Burattini
CICO: durante le scene di azione è assente perché rimane al forte, ma è protagonista un po' all’inizio della storia, anche se non c’è da segnalare nulla di particolare; inoltre è ben caratterizzato quando al forte tutti credono che Zagor sia morto.
CAPITANO LONDON: militare onesto e integerrimo, è un capitano di stanza a forte Holburn; oltre che essere dotato di buon senso è anche un sostenitore della pacifica convivenza con gli indiani.
SERGENTE ROWLAND: viene a conoscenza del complotto ascoltando involontariamente un dialogo tra il colonello Slate e il sergente Chaney. Riesce a fuggire dal forte prima di essere assassinato e corre da Zagor per avvertirlo, ma riesce a farfugliarli solo qualche parola perché Zagor lo trova ferito a morte da alcuni commilitoni che lo stavano inseguendo.
TONKA: Sachem dei Mohawk è un protagonista della collana che non ha bisogno di presentazione; in questa storia compare in poche tavole, il tempo di mettere al corrente Zagor del pericolo di un conflitto su larga scala considerato il gioco delle alleanze e la vicinanza dei Chippewa ai Cayuga.
STELLA DEL MATTINO: è una giovane donna Chippewa; all’inizio della storia il suo fidanzato Volpe Gialla la salva dai militari sacrificando la sua vita. Sarà proprio lei a chiudere la storia scagliando la freccia che ucciderà il colonnello Slate, il capo dei complottisti.
VOLPE GIALLA: è appunto il giovane Chippewa fidanzato di Stella del Mattino che, all’inizio della storia, muore con un atto coraggioso e toccante per salvare la sua amata dai militari di fort Holburn
GENERALE MURRAY: Forse è uno dei pochi personaggi sfaccettati della storia; deve firmare il contratto per la fornitura di nuovi fucili alle truppe, ignora il complotto e sembra agire in buona fede, anche se Zagor non si fida completamente di lui, fino alla fine. E in effetti, durante la storia, Mister Griffith accenna che è pronto a firmare il contratto di fornitura in cambio di un regalino. Comunque, una volta scoperto il complotto si comporta in modo corretto arrestando i colpevoli e contribuisce a mettere fine al conflitto.
GRUMBLE BELL: classico indiano ubriacone seduto fuori dal saloon che cerca di farsi pagare da bere, è l’unico sopravvissuto della sua tribù sterminata dal vaiolo; insieme al sergente Rowland viene involontariamente a conoscenza del complotto.
COLONNELLO SLATE: militare di alto grado corrotto e indegno della divisa che indossa, è un personaggio completamente negativo, visto che per arricchirsi è disposto a tutto, anche a versare il sangue dei suoi uomini. Alla fine della storia muore per mano di Stella del Mattino, con una freccia nella schiena
SERGENTE CHANEY: militare e uomo di fiducia del colonnello Slate, è un personaggio totalmente negativo e come il suo superiore completamente schiavo dell’avidità di denaro; addirittura spara a sangue freddo su alcuni commilitoni feriti per eliminare testimoni. Viene ucciso con un colpo di pistola da Zagor, dopo che aveva tentato di sparargli in un ultimo gesto disperato.
TENENTE HARDY: compare in poche vignette, è un uomo che fa parte del complotto, cerca di avvertire Griffith quando gli eventi precipitano, ma vengono arrestati entrambi.
HERBERT e CEDRIC: sono due militari agli ordini del sergente Chaney che si rendono colpevoli della morte di alcuni commilitoni e cercano, per chiudergli la bocca, di assassinare Zagor credendolo ferito gravemente. In realtà si trattava di una trappola: nello scontro che ne segue uno muore e l’altro viene arrestato
MISTER GRIFFITH: fornitore di fucili all’esercito, pur di vendere le nuove armi non esita a pagare i militari corrotti; fa inoltre parte del complotto insieme al suo amico Slate, e si mostra davvero spregevole quando non esita prendere a calci il povero Grumble, reo di averlo toccato e di avergli chiesto di pagargli un bicchierino. Alla fine viene arrestato prima di fuggire dal forte.
CHIPPEWA: nativi del ceppo Algonchino Ojibway sono avversari degli Irochesi, eccezion fatta per i soli Mohawk di Tonka. In questa storia sono oggetto dell’intrigo che li spinge a dare avvio al conflitto, poiché l’esercito trasferisce provocatoriamente a ridosso delle loro terre gli avversari irochesi Cayuga
CAYUGA: popolo della grande palude, sono una delle sei tribù della Lega degli Irochesi, nella storia vengono trasferiti nelle terre a ridosso dei Chippewa per poter dare avvio al conflitto
MOHAWK: fanno parte della Lega degli Irochesi e, anche se il loro sachem Tonka ha stretto un patto di pace con i Chippewa, proprio per questa comune appartenenza alla Lega, in caso di conflitto non può evitare di correre in aiuto dei fratelli irochesi Cayuga
SHAWNEE: fanno parte del ceppo degli Algonchini, quindi sono alleati dei Chippewa, ed infatti accorrono il loro aiuto. Nella storia si rendono protagonisti di due scontri: prima con una truppa di fort Holburn, poi con i Cayuga.

Il filone narrativo principale della storia è abbastanza di routine: un gruppo di militari, con a capo il colonnello Slate, complice di un mercante di armi, escogita un piano per provocare un conflitto tra tribù indiane su larga scala per poi armare l’esercito e intervenire con le truppe militari. Si tratta, insomma, di un piano vecchio come il mondo e sempre attuale: l’arricchimento dovuto ad un conflitto bellico.
La scintilla che deve dar inizio allo scontro si basa sull’antica rivalità che divide il ceppo degli indiani Algonchini da quello degli Irochesi. Il colonnello Slate, in seguito ad alcuni disordini provocati in maniera artificiosa, riesce a trasferire una tribù Cayuga a poca distanza dai Chippewa, in modo da provocare prima alcuni incidenti e quindi un vero e proprio conflitto; conflitto che si sarebbe dovuto estendere per il gioco delle alleanze tra le varie tribù della zona.
La storia inizia con un prologo, Stella del Mattino e Volpe Gialla, due fidanzati Chippewa lontani dal villaggio, vedono una tribù di Cayuga nel loro territorio scortata dai militari, e decidono di tornare al campo a riferirlo al loro sachem Lontra Lucente, ma vengono scoperti dai militari. Nello scontro che ne segue, Volpe Gialla viene ucciso, mentre Stella del Mattino riesce a sfuggire, giurando vendetta.
Qualche tempo dopo, Zagor nei pressi del suo rifugio, soccorre il sergente Rowland ferito a morte da un gruppo di commilitoni, intuendo che stava cercando proprio lui, ma il militare prima di spirare riesce solo a sussurrargli poche parole tra cui complotto e bell. Il nostro eroe, nonostante cerchi di mantenere la calma per cercare di capire cosa è successo, non può evitare di scontrarsi con i soldati che inseguivano Rowland, in particolare con il sergente Chaney; alla fine dello scontro avverte i militari circa la sua intenzione di recarsi a fort Holburn per capire cosa è successo al sergente Rowland. Subito dopo Tonka mette al corrente Zagor che i militari di fort Holburn hanno trasferito i Cayuga a stretto contatto con i Chippewa e ciò è estremamente pericoloso e può causare una guerra su larga scala.
Lo Spirito con la Scure arriva al forte e scambia qualche parola con il capitano London per cercare di capire cosa sta’ succedendo, quando arriva un militare ferito gravemente che chiede di inviare una truppa di soccorso, poiché gli uomini del capitano Drake sono circondati dagli indiani e sono allo stremo. Zagor, dopo uno scontro con il colonnello Slate, riesce a convincere il generale Murray a farsi designare come guida della truppa comandata dal capitano London pin virtù della conoscenza della regione che permetterà ai soccorsi di arrivare il prima possibile sul luogo dell’agguato. Il colonnello Slate, consapevole che Zagor può essere molto pericoloso, chiede al sergente Chaney e ai suoi uomini di ucciderlo e, nel caso vi fosse l’occasione, eliminare anche il capitano London. Approfittando di una situazione favorevole, il sergente Chaney e i suoi sparano a Zagor e lo credono morto; in realtà il nostro eroe è solo ferito e si salva buttandosi nel fiume. Due uomini rientrano al forte e raccontano che Zagor e tutti gli uomini del capitano Drake sono stati sterminati dagli indiani, al che il colonnello Slate, decide di partire con una pattuglia per riunirsi agli uomini del capitano London e attaccare quindi il villaggio indiano Chippewa.
Intanto lo Spirito con la Scure, ritenuto da tutti morto, riesce a rientrare di nascosto al forte e scopre che il vecchio indiano ubriacone si chiama Grumble Bell, comprendendo infine il senso del significato delle parole del sergente Rowland. Interroga Grumble e scopre che, qualche mese addietro, lui e il sergente Rowland avevano ascoltato involontariamente un dialogo tra il colonnello Slate e il sergente Chaney, in cui i due militari parlavano del complotto per far scoppiare la guerra e arricchirsi con le mazzette pagate da Mister Griffith. Il resto della storia viene di conseguenza: Zagor organizza una trappola per incastrare i complici del colonnello Slate rimasti al forte, e convincere così anche il generale Murray dell’esistenza del piano criminoso. Il quale, venuto a conoscenza del complotto, fa arrestare tutti i complici di Slate, Mister Griffith compreso. Lo Spirito con la Scure si unisce al generale Murray che, con una truppa, parte per fermare il colonnello Slate ed arrestarlo prima che attacchi il villaggio indiano; per fortuna i nostri riescono ad arrivare in tempo e scongiurano l’attacco. Il sergente Chaney, vistosi perduto, tenta di sparare Zagor, ma è lui a trovare la morte, mentre il colonello Slate fugge nella foresta e cerca di tendere un agguato al nostro eroe che si era lanciato al suo inseguimento. Ma i suoi propositi finiscono miseramente quando viene raggiunto alle spalle da una freccia scoccata da Stella del Mattino, che cosi vendica il suo fidanzato Volpe Gialla e la storia finisce là dove era cominciata.
Sul forum spiritoconlascure.it la storia non ha avuto molti commenti e quindi non si può dire nulla di attendibile sul gradimento medio.

BURATTINI: l’eventualità di un possibile conflitto a Darkwood su larga scala con Zagor che deve evitarlo, è uno dei temi maggiormente usati nella collana e anche Burattini decide di provarci con questa storia. Bisogna sottolineare che questo tema è così frequente anche perché, in caso il conflitto ordito scoppiasse veramente, provocherebbe il fallimento completo della missione dell’Eroe, e quindi del suo stesso scopo di vita. Questo lo rende un obiettivo ideale per chiunque voglia, in qualche modo, vendicarsi di Zagor. Comunque in questo caso lo Spirito con la Scure non c’entra nulla; sono solo i soldi il motivo che spinge alcuni uomini a mettere in pratica questo progetto criminale.
La storia è costituita da molti personaggi e sono quasi tutti caratterizzati in modo univoco, in particolar modo i cattivi sono veramente e completamente cattivi, (forse solo il generale Murray presenta qualche sfaccettatura). Rispetto ad altre storie di questo filone, ci sono almeno un paio di aspetti interessanti da sottolineare, uno abbastanza evidente l’altro forse meno: Burattini costruisce il complotto su basi molto solide utilizzando un pretesto che più di altre volte sembra molto realistico. Gli Irochesi e gli Algonchini erano effettivamente rivali e se due tribù entravano a stretto contatto, un conflitto sarebbe stato altamente probabile, cosi come sarebbe stato probabile un allargamento degli scontri coinvolgendo le tribù alleate. Questo maggior realismo in merito alle tribù indiane, e in particolar modo l’introduzione della Lega degli Irochesi, si è avuta sulla collana dopo il restyling degli anni novanta. In precedenza questo realismo non era stato preso in considerazione, basti pensare che tra le storie più amate dei lettori ci sono le due con Iron Man ed in entrambe c’è una guerra piuttosto feroce tra i Mohawk di Tonka e i Cayuga di Na-Pawa. In realtà i Cayuga e i Mohawk sono sempre stati stretti alleati, anche quando la Lega degli Irochesi si indebolì durante la Guerra di Indipendenza, visto che alcune tribù rimasero fedeli agli inglesi e altre si allearono con i rivoltosi americani. Naturalmente questo maggior realismo non deve essere letto obbligatoriamente come un punto di forza della storia; Zagor è un fumetto di fantasia e non realistico come Ken Parker, tuttavia è una caratteristica della storia e pertanto va sottolineata. Un'altra caratteristica, forse meno evidente, è la presenza di Stella del Mattino; la giovane donna Chippewa all’inizio della storia è in dolce compagnia del suo fidanzato Volpe Gialla e, in seguito all’arrivo dei Cayuga scortati dai militari di forte Holburn, come abbiamo detto i due ragazzi si trovano coinvolti loro malgrado in uno scontro con i militari che si conclude con l'eroico e toccante sacrificio di Volpe Gialla per la sua amata. A quel punto Stella del Mattino scompare quasi del tutto, per poi tornare alla fine dell'avventura, in una scena non banale. Mentre Zagor insegue nella foresta il perfido colonnello Slate, questi viene ucciso da una freccia, per giunta alle spalle, scoccata proprio da Stella del Mattino. La reazione di Zagor è molto sbrigativa e forse un po' ai limiti, perché si limita a dirle: «Hai agito per vendetta, e indubbiamente l'uomo che hai ucciso meritava di morire». Anche questo insolito passaggio merita di essere sottolineato.

TORRICELLI: Guardando nell’insieme i disegni di Torricelli, specialmente quelli del primo albo, vengono in mente gli aggettivi pulito, preciso, morbido, luminoso. Però, osservandoli con più attenzione, si notano delle differenze tra le vignette, alcune delle quali molto curate e belle ma altre quasi tirate via; inoltre anche i volti dei personaggi visti con attenzione sono piuttosto ballerini, compreso quello di Zagor. Torricelli ha spesso mostrato questa caratteristica di poca uniformità, però globalmente i disegni di questa storia sono di buon livello, anche se nel secondo albo la qualità sembra abbassarsi un po’.

COVER: le copertine di Ferri nel loro complesso sono accettabili anche se non ci sono particolari spunti da farle emergere dalla media.
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Andrea67 presenta:

20_I NAUFRAGATORI

#442 I naufragatori
#443 La casa sulla scogliera
Testi: Jacopo Rauch
Disegni: Alessandro Chiarolla
Maggio, giugno 2002; pagine 188
Con:
ZAGOR: si fa riconoscere da subito nel primo scontro con i pirati, facendoli fuori tutti tranne Stormy Jack, di cui diventa l’incubo. Elimina, da solo, tutti i membri della famiglia Dowler meno uno, rivelandosi implacabile. Unica pecca, se vogliamo: è mancato uno scontro all’arma bianca, magari scure contro l’ascia di Rufus, con il quale la resa dei conti sarebbe stata sicuramente più avvincente.
CICO: simpatica interpretazione del nostro messicano che ci delizia persino con una canzoncina tutta rime. Altre gags sparse qua e là ne contornano la prova. Si rende persino utile quando insegue i rapitori della bella Norah ed infine scorta in paese i due pirati catturati da Zagor.
ABE KIRK: Sceriffo e veterinario di Sandag Bay, valido aiuto dello Spirito con la scure nella caccia ai rapitori della figlia e, successivamente, ai membri della famiglia Dowler.
NORAH KIRK: La giovane e carina figlia dello sceriffo vorrebbe vivere in una grande città. Dal suo rapimento parte la fase finale della storia, tutta azione. Rufus si invaghisce di lei, e forse anche Stormy Jack, che la difende dai suoi complici. Si rivela un peperino quando riesce a sfuggire, sia pur temporaneamente, ai suoi carcerieri.
ZEB DOWLER: E’ il capo ed anche il più temibile della mostruosa famigliola, anche perché l’unico in grado di usare il cervello. Dopo essere stato ferito da Zagor, che lo aveva creduto morto, muore tra le fiamme nel rogo della sua baracca, da lui stesso procurato.
Piccola curiosità: Zeb Dowler è il nick name scelto da Rauch sul forum SCLS.
MARK DOWLER: E’ l’unico normale dei quattro figli di Zeb. Le sue armi sono due pistole. Viene ucciso da Zagor.
RUFUS DOWLER: E’ il più selvaggio dei fratelli, infatti non parla ma emette grugniti. Ha un’ascia come arma. Anche lui viene ucciso da Zagor ma purtroppo, come sottolineato sopra, con un colpo di pistola e non con un bel duello, che avrebbe reso molto di più.
CASTOR DOWLER: E’ un cecchino infallibile con un fucile Kentucky a palla singola. Riesce a ferire Zagor alla spalla sinistra, ma contemporaneamente subisce, dallo stesso, un colpo di pistola al cuore.
SAUL DOWLER: Il più pazzoide dei quattro fratelli, é raffigurato come un mostriciattolo schizzato. Dopo essere stato catturato da Zagor ed essere sfuggito allo sceriffo, è ucciso da Stormy Jack.
STORMY JACK: Alla fine si rivela il più simpatico dei “cattivi”, di cui quasi dispiace la dipartita. Come lui stesso afferma mentre sta spirando, è mancato lo scontro con Zagor. Si rivela pericoloso e letale per i suoi nemici e con la sua originale arma, una lama che fuoriesce dalla canna della pistola, spaccia facilmente Saul.

Avventura pura con venature horror, questa seconda di Rauch, i cui personaggi sono rimasti nella memoria dei lettori, convince ed avvince. I membri della famiglia Dowler entrano in collisione con i trafficanti di oppio e, pur essendo questi ultimi superiori di numero, li sterminano con una facilità disarmante, tanto da far temere per la sorte di Zagor quando costui si accinge ad andarli a stanare nelle loro tana. Lo svolgimento é semplice, la trama lineare, eppure i continui cambi di scena ce la fanno apprezzare come un buon film. Ottimi i dialoghi e le caratterizzazioni dei personaggi.
Il forum spirtoconlascure è stato concorde nel ritenerla una buona storia con nessuna voce contraria. Promossa unanimemente.

Rauch, alla sua seconda prova, entrambe sulla serie regolare, dimostra di essere sceneggiatore promettente e fedele alla tradizione. Infatti, lo stesso strizza l’occhio a Nolitta, riprendendo un tema già trattato dal creatore di Zagor nelle prime storie. Da buon allievo di Boselli, inoltre, inserisce numerosi personaggi e riesce a caratterizzarli tutti perfettamente, compresi i nostri Zagor e Cico. Unica pecca: Zagor usa troppo poco la scure e troppo la pistola.

Chiarolla contribuisce da par suo a rendere avvincente l’avventura, dipingendo splendide scene marine. Altro suo punto di forza le scene d’azione sempre ben rappresentate. Unico neo, a mio parere, il volto di Cico, non sempre ben inquadrato dall’artista.

Belle le copertine di Gallieno Ferri: statica la prima, con un bel veliero, naufragato, sullo sfondo ed un Cico preoccupato, mentre Zagor tenta di soccorrere un marinaio probabilmente ormai senza vita. Dinamica, invece, la seconda, con Zagor che ingaggia un corpo a corpo con uno Zeb Dowler molto agguerrito.

Valutazione Index: ****


Ultima modifica di INDEX il Sab Feb 24, 2018 10:16 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stimeex presenta:

21_ TUGHS!
#444 Thugs!
#445 Il passato di Ramath
#446 L’amuleto di giada
Soggetto: Moreno Burattini e Stefano Priarone
Sceneggiatore: Moreno Burattini
Disegni: Raffaele Della Monica
Luglio, agosto, settembre 2002; pagine: 288

ZAGOR: eroe a tutto tondo senza se e senza ma, fa’ il protagonista (come è giusto che sia) senza esagerare, dimostrando a pieno titolo di essere lui l’eroe. E ribadisco: come giusto che sia.
CICO: ottimo nel suo ruolo, ben dosato e ben interpretato da chi ha scritto la storia. Non fa faville, ma d’altro canto non ci aspettiamo questo dal simpatico pancione messicano. E voglio dire che Cico, in fin dei conti, non è un eroe nel senso comune del termine.
MAC QUADE: è un personaggio che definisco più boselliano che burattiniano, sinceramente. Fermo restando che nella trama della storia si amalgama bene.
SHAKIRI: bellissima donna, originaria dell’India, è la moglie di Mac Quade. Ha un ruolo fondamentale nella vicenda, anche se in modo inconsapevole.
RAMATH: il fachiro zagoriano per antonomasia, agisce senza il solito gruppo di amici marinai, ed è uno dei miei personaggi preferiti. Questa volta è al centro di una storia drammatica che comincia nel suo lontano passato in India, prima che si imbarcasse sulla Golden Baby. Ben usato dagli autori, è uno dei personaggi principali della storia in questione.
CAPITANO FISHLEG: giusto una comparsata in flashback.
MAGGIORE KELLOG: cugino dei precedenti Kellog conosciuti nella storia “Tigre!” è un personaggio simpatico, ma che poteva tranquillamente chiamarsi con altro cognome. Un poco forzato il suo stare in scena, ma nel complesso non danneggia la scorrevolezza della storia.
DHARMA: la vera nemica di Zagor, una cattiva a tutto tondo. Il suo recupero narrativo sembra un po’ forzato, e in fin dei conti non è del tutto convincente.
KUBAL SINGH: è un personaggio che, se nella sua prima apparizione non era possibile definire cattivo qua lo diventa, in considerazione di cosa ha in mente di fare. Progetti che resteranno tali, in quanto nel merito potremmo applicare il proverbio: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, visto che alla fine anche lui resta con il classico cerino in mano.
I THUGS: hanno un ruolo di contradditorio nell’avventura: ne fanno parte a pieno titolo, tanto che il primo dei tre albi è dedicato a loro; anche se, in fin dei conti, rimangono personaggi di contorno, utili alla trama ma niente più di questo.

Voglio cominciare questa mia analisi con un parere: Burattini&Priarone (non so in che percentuali) scrivono il soggetto di una storia che deve molto al modo di lavorare di Mauro Boselli, nel senso che ci mettono un alto numero di personaggi, cosa che di solito è una prerogativa dello sceneggiatore milanese. E lo dico senza “cattiveria”, ma piuttosto come un complimento, visto che, se spesso la cosa porta la storia a diventare un po’ un calderone con troppi personaggi, in questo caso questo non accade.
Tutto comincia con un flashback che ci porta a vedere cosa successe a Wilfred Kellog, il fratello minore di Harry, quando fu trasformato dalla strega Dharma nell’uomo-tigre. Naturalmente questi sono personaggi che abbiamo conosciuto in “Tigre!”, la bellissima storia di Guido Nolitta. Dopo questo prologo, la storia vera e propria comincia, con Zagor e Cico che vengono avvisati da alcuni indiani che hanno trovato alcuni membri di varie tribù strangolati con un fazzoletto tipico dei Thugs indiani; i nostri subito ricordano un’altra loro precedente avventura, “La Dea Nera”. A questo punto arriva un misterioso corvo che li convince a seguirlo, ed il gruppetto si mette quindi in cammino, finchè il volatile li porta vicino ad un burrone dove si è nascosto Martin Mac Quade, scampato ad un agguato dei famigerati Thugs. L’uomo spiega a Zagor e Cico che lo ha contattato il suo vecchio amico Ramath in sogno, dicendogli di cercare Zagor nella foresta di Darkwood, visto il pericolo che incombe. L’arrivo di altri Thugs scatena un altro scontro, dove perdono la vita sia i pellerossa che gli indiani. Tratto in salvo, Mac Quade continua a raccontare le sue peripezie a Zagor e Cico, asserendo addirittura che il fachiro abbia lasciato la nave del capitano Fishleg! Ma perché Ramath non è più sulla Golden Baby, dove aveva trovato una seconda casa??? Non voglio continuare oltre appositamente, perché preferisco che il lettore assapori giusto un poco la storia se non l’ha mai letta e sia invogliato a leggerla; o che la rilegga se non la ricorda. Personalmente la storia mi è piaciuta, forse non è un capolavoro a tutto tondo, di quelle da rileggere ogni due o tre anni, ma resta un buon fumetto, anche con almeno un difetto che è stato notato anche da altri sul forum spiritoconlascure.it. In effetti, se è vero che nei commenti possiamo vedere come la storia abbia goduto di un alto gradimento, e questo è senza ombra di dubbio un dato incontestabile, è altresì innegabile che si può trovare anche qualche critica eccellente. Forumisti molto esperti, lettori di lunga data, hanno infatti riscontrato alcune piccole storture o se preferiamo “forzature”, nel congiungere questa storia con la precedente “Tigre!”. Per esempio, uno dei punti dolenti è il ruolo che assume la strega Dharma, diverso da quello originale, e non gradito a più di un utente.

Moreno Burattini e Stefano Priarone hanno scritto un buon soggetto, certo non parliamo de “La marcia della disperazione”, ma resta innegabile che sia un fumetto godibile, sebbene con quelle pecche precedentemente elencate. La sceneggiatura, opera del solo, Moreno è sicuramente buona: ma diciamo che la sufficienza la meritano entrambi in maniera ampia.

Le tavole di Raffaele Della Monica sono sempre belle da vedere, personalmente lo ritengo uno dei migliori disegnatori della serie, ed il suo lavoro su questa storia lo dimostra. La qualità dei suoi disegni resta sempre su di un livello medio/alto, cosa che non possiamo che apprezzare e applaudire. Voglio spendere ulteriori righe di commento per ribadire il concetto che, a mio modo di vedere, almeno a livello di lettori forumisti, l’autore salernitano non abbia mai trovato il meritato riconoscimento. Mi auguro di sbagliarmi, però ho questa sensazione.

La qualità delle copertine di Gallieno Ferri è già in fase calante in questa parte della centuria, anche se quella di “Thugs!” è molto bella e ben fatta. Purtroppo il calo si nota nelle altre due, in particolar modo nella terza, “L’amuleto di Giada”, la meno convincente.
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Kramer76 presenta:

22_LA SORGENTE MISTERIOSA

#447 La sorgente misteriosa
#448 Il popolo del lago
#449 Il sudario verde
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Alessandro Chiarolla
Ottobre 2002, novembre 2002, dicembre 2002; pagine: 216.
Con:
ZAGOR: è un classico zagor burattiniano, possente sia nel fisico che nell'intelletto, quello che riesce a sbrogliare una matassa per alcuni tratti enigmatica. Tuttavia, Burattini non lesina rimandi all'originale caratterizzazione nolittiana, soprattutto nel finale quando Zagor manifesta rimorso per la sorte dei suoi avversari, non prima di aver seriamente rischiato di rimetterci la pelle.
CICO: non è la sua storia. Il suo ruolo è quello di corriere per il Dottor Metrevelic.
DOTTOR METREVELIC: la sensazione è quella di un personaggio piuttosto fuori contesto, come dallo stesso ammesso nel finale. Burattini si serve di lui sia per ragioni pratiche (viene inseguito dai banditi a loro volta braccati dalla "posse" che salva i nostri da morte certa), sia per un resoconto razionale sull'intera vicenda, oltre che per solleticare la memoria zagoriana.
MAKELA: insieme alla sorella Sharan, costituisce una sempre gradita nota di colore, permettendo al disegnatore di sfoderare il suo ben noto repertorio in materia.
ASKA: è un giovane guerriero che si getta generosamente nella mischia per salvare la ragazza amata, perdendo tragicamente il fratello Lokai.
MENOMINEE: è la classica tribù indiana a cui Za-Gor-Te-Nay deve togliere le castagne dal fuoco.
POPOLO DEL LAGO: reduci di una Darkwood anticolombiana, la cui appartenenza etnica viene celata al lettore, forse per alimentarne l'alone misterioso: sì cattivi ma, come si vedrà nel finale, con motivazioni quasi nolittiane, a loro volta vittime prescelte del Fato. I personaggi più in vista, Dhartek, Lamak, Sikanda, sono tutti e tre protagonisti di scene cruciali e memorabili.
RANDY E QUAID: sono due banditi spietati che perseguitano il povero Metrevelic. La pervicacia nel volersi inserire in una storia che, a un certo punto, diventerà più grande di loro, ricorda quella di Pepe e Stiletto in "Fantasmi!", senza la gustosa demenzialità di quella storia.

I temi di "La sorgente misteriosa" sono quelli degli eventi meteorici ("La minaccia verde") e dei viaggi tra le dimensioni spazio-temporali, più volte visto nelle storie di Boselli: generi narrativi che da sempre dividono i lettori. Ma ancora più divisivo risulta essere il sotto-genere delle storie disegnate da Alessandro Chiarolla... come dimostra la netta discordanza nei pareri degli appassionati sul forum SCLS. Da questi presupposti coraggiosi, si sviluppa una storia molto interessante.

Il merito di Burattini è stato quello di trattare i suddetti temi nel contesto di una classica storia con indiani ovvero di una storia di pura azione: esemplari le due sequenze nelle rapide e del duello con il capo indiano, le quali mettono alla prova le carni, i muscoli, i polmoni dell'Eroe. Credibile e coinvolgente è il meccanismo attraverso il quale viene reso possibile il passaggio da una dimensione all'altra. L'autore non risparmia questo ed altri dettagli inquietanti che rimandano inevitabilmente al patrimonio nolittiano: oltre alla falsa pista sui vampiri, va segnalata l'immagine stessa della sorgente, crocevia di vita, morte e immortalità, una nera icona come quelle che hanno fatto la fortuna di alcuni classici nolittiani (ad esempio, "La casa del terrore"). Ed è inevitabile anche il richiamo alle trame e alle atmosfere di Ade Capone: anche in "Tenebre" una minaccia cosmica gettava la sua ombra sulla Terra e sulla vita dei suoi abitanti. Una metafora sul destino infame dei nativi americani, soverchiati da forza aliena, ermeticamente ghettizzati, condannati all'abbruttimento e al declino, al quale tentano di sfuggire anche ricorrendo alla triste pratica dei rapimenti di donne e bambini. Un declino che Zagor si trova costretto ad accelerare, come in "Il fiore che uccide".

Sul fronte dei disegni, è da segnalare lo "scambio di persona", tra primo e secondo albo, operato sui personaggi di Aska e Lokai. Un refuso forse paragonabile a quello di "Ora zero", con il Tonka di Donatelli ritratto in modo diverso da quello creato da Ferri. Non è una delle prove più convincenti di Chiarolla, ma pressoché intatta rimane la forza del suo stile pittorico, nervoso e dinamico, lo stile di un vero veterano zagoriano non a caso accostabile ai più grandi, Ferri e Donatelli.

Belle le due copertine, in particolare la prima che rievoca i fasti di "Terra maledetta". Si tratta di due soggetti attraverso i quali Ferri vuole catturare l'essenza degli albi, più che riproporre particolari vignette della storia.
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giaguaro2 presenta:

23_ IL SUDARIO VERDE

#449 Il Sudario Verde
#450 Orrore nel buio
Testi: Alessandro Russo
Disegni: Gallieno Ferri
Dicembre 2002, gennaio 2003; pagine: 122
Con:
ZAGOR: ad uno Spirito con la Scure riflessivo e attento, spetta il canonico ruolo di eroe che risolve la parte di competenza ingaggiando un paio di scontri fisici con avversari minori prima dell’incontro con la creatura più temibile della vicenda. Ma, nel complesso, passa fosse l’idea di uno Zagor più testimone che eroe in prima persona; basti dire che il nostro non si occupa di sistemare i due personaggi veramente cattivi della storia.
CICO: sempre in prima linea, il messicano si dimostra particolarmente a suo agio: combina qualche pasticcio (la gag sul battello), ma si fa anche valere.
DOROTHY SANDERS: un'altra ragazza bella e determinata si aggiunge alla galleria zagoriana di questa centuria. Un Gallieno Ferri particolarmente in forma e attento nella caratterizzazione dei personaggi le conferisce bellezza e fascino particolari.
OLSON e DEMAS: le due guide ingaggiate da Miss Sanders sono due brave persone sacrificate all’altare della drammaticità della vicenda.
SLATER: sadico e crudele, è il braccio armato (di frusta o fucile) del dottor Howenstein. In qualche battuta o allusione, si dimostra anche particolarmente cinico.
BYRON: uomo di fiducia del folle dottor Howenstein, ha un aspetto abbastanza inquietante, ma si limita al compitino.
DOTTOR HOWENSTEIN: classico scienziato pazzo che, come il nome richiama (Howenstein suona simile a Frankenstein), insegue una nuova creazione dell’uomo. Risulta particolarmente memorabile grazie alla straordinaria caratterizzazione fisica che Ferri gli conferisce: in pratica, limitandoci sia ben chiaro all’aspetto estetico, una versione folle del professor Zichichi.
MATTHEW LAMBERT: preso un po’ in contropiede dallo sviluppo degli eventi, sembra in prima istanza subire il carisma di Howenstein, ma poi rivela la sua natura onesta.
LEONARD SANDERS: sebbene appartenga alla schiera dei mostri di Green Shroud, merita di essere menzionato a parte, in quanto è l’unico delle creature di Howenstein a mantenere la propria umanità e, soprattutto, ruba addirittura la scena a Zagor nel commovente finale.
I MOSTRI DI GREEN SHROUD: risultati degli esperimenti del dottor Howenstein, questi abomini sono orribili a vedersi ma dotati di forza erculea e agilità animalesca. Il più tremendo è un’autentica “macchina di morte”, per usare la definizione del suo creatore; in sostanza è una bestia terribile e senza cervello.

Una storia particolarmente breve, solo 122 pagine, ovvero meno di uno speciale, questo “Il Sudario Verde” patisce un poco lo scarso sviluppo della vicenda. E’ un peccato, perché dopo qualche incertezza iniziale, la storia sembrava carburare meglio, ma proprio quando è il momento di spiccare il volo, si risolve abbastanza sbrigativamente. Lo scienziato pazzo che vuole creare un nuovo Adamo non è certo un tema originale, e quindi era proprio in una narrazione forte, coinvolgente, che si doveva giocare la partita. Dal canto suo, Gallieno Ferri compie un lavoro strepitoso, in parte appunto vanificato dal fatto che, nel momento decisivo, ad Alessandro Russo sembra venire un po’ il braccino del tennista, e la storia si sgonfia proprio sul più bello.
In ogni caso gli utenti del forum spiritoconlascure.it, giustamente entusiasti per i disegni di Ferri, non hanno comunque disdegnato la storia nel suo complesso.

Dieci anni di assenza dal suo esordio nella serie, lasciano a Russo qualche scoria, avvertibile in qualche incertezza nella prima fase; passaggi minori, ma che lasciano perplessi durante la lettura, e non giovano al totale coinvolgimento. Ad esempio, quando i nostri arrivano senza preavviso a Muddy Waters, Byron, che non ha ancora avuto modo di comunicare con Howenstein, dice a Dorothy, ospite del tutto inattesa, che il dottore le ha riservato la camera del fratello scomparso. Naturalmente si possono trovare delle spiegazioni, per questa frase di Byron (ad esempio, si è divertito a mettere un po’ di apprensione alla ragazza), ma, all’interno di una narrazione d’avventura, la cosa suona falsa, come fosse una svista dell’autore, il che non è mai funzionale alla credibilità del racconto. Per il resto Russo se la cava comunque bene, anche se la storia viene a mancare di mordente proprio nel momento decisivo.

Gallieno Ferri sfodera una prestazione eccellente, il suo tratto dinamico è particolarmente fitto e ricolma tutte le vignette di particolari, mantenendo però sempre una perfetta leggibilità degli eventi narrati dai disegni. Il maestro ligure si supera nella caratterizzazione dei personaggi, in particolar modo regalandoci una Dorothy molto bella e particolare, e uno scienziato pazzo da antologia. Strepitoso.

Notevoli le due copertine, dove forse Ferri non ripete i risultati delle tavole interne della storia, ma si mostra comunque in ottima forma.
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 6:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Andrea67 presenta:

24_IL LABIRINTO DEL DIAVOLO

#451 La scorta mohawk
#452 Il labirinto del diavolo
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Massimo Pesce
Febbraio, marzo 2003; pagine 188
Con:
ZAGOR: determinato sin dal primo scontro con Jatir che, nonostante usi un tipo di lotta al nostro sconosciuta, la capoeira, viene dallo stesso messo al tappeto facilmente. Tremenda la sua vendetta nei confronti degli assassini dei Mohawk. Alla fine trova lo spazio anche per un duello finale, scure contro machete, contro il più pericoloso degli avversari.
CICO: è determinante nel primo incontro con i tre brasiliani, poi viene sfruttato da Zagor per avvertire Tonka dell’accaduto, infine uccide il capo dei banditi con un colpo fortunoso. In tutto questo trova lo spazio per qualche gag e per la composizione di una canzoncina.
MARCUS, HELENA E JATIR: tre simpatici personaggi, inizialmente presentatisi come nobili ma successivamente rivelatisi avventurieri del Sertao, che generano confusione in Zagor circa la loro lealtà. Rimangono impressi nella memoria dei lettori anche grazie alle loro caratteristiche. Quando Zagor li raggiunge, la sua reazione contro Marcus ricorda quella più celebre nei confronti di Guitar Jim. Memorabile Helena vestita da cangaceira.
PADRE JACQUES: è il responsabile della missione nella quale si rifugiano i tre brasiliani inseguiti dagli uomini del Maggiore.
MAGGIORE KROEBER: E’ il capo degli inseguitori ma non ha una parte memorabile nella trama. Muore per mano di Cico, che gli spara con gli occhi chiusi ed origina un’ultima scena tragicomica.
TENENTE PESSOA: piccola sorpresa riservataci dallo sceneggiatore, è Joaquim, colui che in Brasile aveva tradito i tre fuggitivi e che loro credevano morto.
SIGNOR MORGAN: mette a disposizione la manovalanza locale. L’autore non ci mostra per mano di chi perde la vita, ma si ritiene, da una frase di Helena, siano stati Marcus e Jatir.
BANDEIRANTE, INDIO E IL MISSIONARIO: tre dei pittoreschi banditi brasiliani, il primo dei quali viene ucciso da Helena. L’Indio, invece, ci offre un bel duello con Zagor, facendo fare bella figura al nostro.
TONKA E I MOHAWK: quattro di loro danno il titolo al primo albo e purtroppo fanno una brutta fine, protagonisti, loro malgrado, della scena più straziante e toccante della storia. Risolutivi, alla fine, Tonka e i suoi guerrieri, nella cattura di tutti gli avversari, capi esclusi, i quali vengono abbandonati appiedati nel deserto, senza acqua né viveri in una sorta di vendetta indiana che lascia al fato la decisione di scegliere chi salvare.

Un terzetto di brasiliani del Sertao - una coppia e il loro amico nero - attraversano la foresta di Darkwood diretti in Quebec a bordo di una carrozza, inseguiti dagli uomini di un tiranno del loro Paese a cui hanno sottratto un carico d’oro. In tale trama si inseriscono quattro guerrieri Mohawk, tirati in ballo da Zagor per far da scorta ai tre brasiliani e, successivamente, massacrati dai banditi del Sertao, episodio dal quale prende piede il lungo inseguimento agli stessi da parte di Zagor e l’intervento di Tonka e dei suoi Mohawk. Lo scontro finale vede attivi tutti gli attori, alcuni dei quali impegnati in singoli duelli.
Questa storia i forumisti SCLS l’hanno promossa a pieni voti, senza neanche un voto negativo, anche se c’è da segnalare che le recensioni sono ridotte a sole due pagine.

Mignacco, al suo esordio, proveniente da Mister No, imbastisce una gran bella storia, e, visto che non poteva ambientarla in Brasile, o comunque in Sud America, fa emigrare a Darkwood degli autentici brasiliani del Sertao, giusto per avere l'impressione di giocare in casa.
Il primo albo è praticamente perfetto, senza una sbavatura; con il secondo albo si scende un po' di livello, ma le azioni si susseguono vertiginosamente fino alla resa dei conti finale che fa sperare in un bel ritorno dei simpatici brasiliani. Sicuramente l’autore si è rifatto molto alla scrittura di Boselli sia per quanto riguarda le caratterizzazioni dei numerosi personaggi che per le diverse ambientazioni offerteci.

I disegni di Pesce sono molto ben curati, soprattutto nell’abbigliamento dei brasiliani. Anche i mohawk sono ben raffigurati. Inoltre meritano mezzo voto in più solo per la rappresentazione della bella Helena.

Bella la prima delle due copertine di Gallieno Ferri, molto Darkwoodiana con uno Zagor in fuga nella foresta. Nella seconda c’è una tipica posa da cartolina dello Zagor di Ferri.

Valutazione Index: ****
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Wolfenstein1976 presenta

25_INSETTI ASSASSINI

#453 Insetti assassini
#454 La macchina della morte
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gaetano Cassaro
Aprile 2003, Maggio 2003; pagine: 188
Con:
ZAGOR: Uno Spirito con la scure sempre bello tosto e intelligente quello di Burattini.
CICO: Mentre è intento a pescare insieme a Trampy, da’ il via con l’amico ad una simpatica gag. Inoltre il Messicano si dimostra utile, bloccando la porta del forte con un carro quando i soldati vogliono inseguire Zagor, dando cosi il tempo all'amico di fuggire nella foresta.
TRAMPY: Insieme a Cico, si rende partecipe in una divertente gag
FAMIGLIA SUMMERS: E' la famiglia di coloni che viene sterminata dagli scorpioni a inizio avventura.
BURTON: E' il proprietario di una fattoria a St.Clair Valley dove e' ambientato l'episodio.
CLEM: E' il gestore del saloon di Fort Jericho
COLONNELLO TRUSCOTT: E' il comandante di Fort Jericho, un soldato che brama al potere e alla ricchezza e vuole utilizzare l'invenzione di Verybad a scopi militari.
VERYBAD: Il mefistofelico scienziato amico di Zagor e Cico, non più una macchietta come ai tempi di Nolitta, ma un personaggio adulto, appassionato alle sue invenzioni ma anche dotato di grande responsabilità e umanità.


La quinta centuria Zagoriana é ricca di episodi notevoli e di vari capolavori, ma anche di alcune avventure " secondarie " che però si rivelano interessanti, godibili e ricche di dettagli. E' questo il caso di "Insetti assassini" che vuole citare i vecchi Bmovie americani di fantascienza e che sul forum SCLS ha ottenuto, in generale, un moderato plauso. Il professor Adolfo Verybad ha inventato un nuovo tipo di macchinario che permette di entrare telepaticamente in contatto con insetti e aracnidi come scorpioni o ragni. Il comandante di fort Jericho, il colonnello Truscott vuole utilizzare questa invenzione per scopi militari e criminali,usare gli insetti contro gli eserciti nemici e provocare carestie tramite le locuste. Zagor e Cico giunti al forte indagano.

Burattini come sempre, oltre alle sue grandi storie, riesce a scrivere storie di secondo piano, godibili e sempre divertenti. L'avventura si dipana in due veloci albi ricchi di azione e senza un attimo di tregua. La parte iniziale dell'episodio con gli scorpioni che distruggono un intera famiglia di coloni, compresi i bambini, é tra le scene più efferate della collana Zagoriana. Da notare che in questo caso l'invenzione per il controllo degli insetti non e' tutto farina del sacco di Verybad, ma di Hellingen. In conclusione, una vicenda senza nessuna pretesa di introspezione psicologica dei personaggi, ma di puro intrattenimento e relax, come è giusto ci siano in collane sterminate dal punto di vista narrativo.


Il lato meno riuscito di questo episodio purtroppo risiede nei disegni di Gaetano Cassaro, qui non certo alla sua prova migliore; i visi di Zagor e Cico non sembrano particolarmente azzeccati, mentre e' buona la caratterizzazione delle ambientazioni.

Ottima e di impatto la prima copertina, con uno Zagor in primo piano dallo sguardo terrorizzato; molto meno efficace la seconda. Purtroppo Ferri in quel periodo alternava cover ottime ad altre nelle quali sembrava aver un po’ meno incisivo.[/quote]
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Cama69 presenta

26_L’AVAMPOSTO DEI TRAPPERS

#455 L’Avamposto dei Trappers
#456 La Maschera sul Volto
Testi: Ottavio De Angelis
Disegni: Raffaele Della Monica
giugno 2003; luglio 2003; pagine: 188
Con:
ZAGOR: Durante la storia il giustiziere di Darkwood appare troppo spesso spettatore degli eventi, anche se nella parte finale diventa protagonista guidando l’assalto a Fort Wolf e distinguendosi negli scontri.
CICO: poco incisivo, segue il corso della storia limitandosi quasi al minimo indispensabile, e solo nell’ultima tavola è protagonista di una brevissima gag della durata di qualche vignetta, a dire la verità un po' artificiosa.
MCKEAN: Cacciatore scozzese, fonda un avamposto con il nome di Fort Wolf dedito al commercio di pelli. Viene descritto come un uomo determinato e di forte personalità, dirige l’avamposto con buon senso e correttezza instaurando un ottimo rapporto con i suoi uomini. Nutre rispetto per gli indiani del luogo, i Delaware, al punto da aver sposato una loro donna, Tarah, da cui ha avuto un figlio di nome Michael.
WAUBUNO: Capo dei Delaware è molto legato a Mckean come fossero fratelli di sangue; sembra un sakem dotato di buon senso e di indole pacifica, visto che ha attivamente contribuito ad instaurare un ottimo rapporto con i trappers di Fort Wolf. Nel momento dello scontro commette qualche errore di valutazione che poteva costare molto caro ai suoi guerrieri; tuttavia la mancanza di lucidità può essere giustificata dalla voglia di vendicare le donne i vecchi e bambini della sua tribù, massacrati senza pietà.
MILTON: personaggio abbastanza complesso, il suo vero nome è Kendo ed è il fratello di Waubuno. Kendo è innamorato di Tarah, che invece è attratta da Mckean; dopo aver perso il duello con lo scozzese lascia i Delaware, per ritornare molti anni dopo con una tonaca da missionario, facendosi chiamare Milton. Alcuni anni prima, già nelle vesti di Milton, aveva salvato dal vaiolo Michael, il giovane figlio di Mckean e Tarah; per poi venderlo come marinaio su una nave in partenza per l’Inghilterra. A complicare il personaggio va detto che è dedito al bere ed è sempre lui che si cela dietro la maschera di Faccia Falsa, uno dei pochissimi sciamani irochesi esperti nella cura di una sola malattia e dotati di poteri di veggenza.
MICHAEL: Giovane figlio di McKein e Tarah, creduto morto dal padre nell’incendio della missione dove studiava, ritorna alla casa paterna dopo diversi anni dall’Inghilterra, ma arriva qualche giorno dopo la morte del padre e assiste al massacro dei Delaware. Si dimostra degno del defunto genitore, prende parte allo scontro per vendicare i Delaware e il padre, e sarà proprio lui ad uccidere il colonnello Starkley e a prendere in mano Fort Wolf
GUS: trapper al servizio di Mckean, inizialmente rimarrà fedele ai suoi principi anche quando l’avamposto viene comandato dal suo amico Bill Eyck; ma non esiterà, con altri trappers, ad abbandonare Fort Wolf pur di non sottostare agli ordini sempre più folli dello stesso Eyck
BILL EYCK: Personaggio dalla caratterizzazione complessa, inizialmente si presenta come capo dei trappers alle dipendenze di Mckean, che lo considera quasi come se fosse un figlio. Nella prima parte della storia si dimostra fedele, efficiente, dotato di buon senso e mostra un coraggio fuori dal comune nella battaglia contro i predoni Assiniboin. Tuttavia ha un punto debole: è succube della bellissima moglie Martha, che, con la sua ambizione, lo porterà alla rovina. Prima lo convince ad assassinare McKean per diventare l’unico padrone dell’avamposto e poi lo spinge ad andare sempre avanti pur di raggiungere potere e ricchezze, senza fermarsi davanti a niente e a nessuno, macchiandosi di diversi delitti e azioni ignobili. Alla fine diventa realmente irriconoscibile rispetto al personaggio inziale.
MARTHA: Bella e sensuale moglie di Bill Eych è un personaggio chiaramente ispirato a Lady Macbeth e quindi è una donna estremamente ambiziosa: per raggiungere potere e ricchezza è disposta a tutto, perfino a indurre il marito ad uccidere nel sonno il suo mentore Mckean. Durante la storia, è sempre lei a spingere il marito a far assassinare anche Zagor e Cico, ad allearsi con gli inglesi per costruire una nuova cittadina, a sterminare tutti i Delaware e in generale chiunque osi contrastarlo. Quando Bill Eyck prova qualche rimorso per quello che ha fatto, ci pensa lei a cancellare dalla sua mente questo sentimento. Ferita da un colpo vagante durante l’assalto al forte dai Delaware, muore dopo una breve agonia a causa di un polmone perforato, senza riprendere mai conoscenza.
TAYLOR: socio di Mckean nella gestione di Fort Wolf, è in realtà è d’accordo con gli inglesi; sebbene Mckean nutra scarsa fiducia in lui, non sospetta certo che sia addirittura d’accordo con gli inglesi per annientare i Deleware e prendersi il suo avamposto. Viene ucciso quasi subito da Bill Eyck al campo degli indiani Assiniboin, quando questi scopre che è un traditore. Ironia della sorte, pochi giorni dopo sarà proprio Bill Eyck a prendere il suo posto al fianco degli inglesi
COLONELLO STARKLEY: colonello inglese al servizio di alcuni finanziatori che intendono investire sulle ricche terre dove è situato Fort Wolf e sono stanziati i Delaware. Comanda una ventina di mercenari, o meglio di macellai, che si rendono responsabili di un’azione disgustosa sterminando donne, vecchi e bambini di un intero villaggio delaware. Si può affermare che si tratta di un personaggio completamente negativo e privo di umanità, e alla fine viene ucciso da Michael durante l’assalto finale a Forte Wolf
JACK e il suo amico: sono due uomini fidati del colonnello Starkley, abbastanza presenti durante la storia, (sebbene di uno di loro non venga mai fatto il nome), guidano gli Assiniboin all’assalto del battello di Bill Eyck, in seguito tendono un agguato a Zagor e Cico e fungono da tramite per gli accordi tra Bill Eyck e il colonnello Starkley.
DELAWARE: nativi del ceppo Lenni-Lenape in questa storia convivono pacificamente con i trappers di Fort Wolf; il loro capo Waubuno è molto legato a Mckean, i vecchi le donne e i bambini vengono sterminati dai macellai del colonnello Starkley.
ASSINIBOIN: alleata della compagnia inglese della baia di Hudson, una banda di Assiniboin attacca il battello dei trappers di Fort Wolf, affondandolo e rubando le pelli. I suoi componenti vengono di fatto annientati a seguito di un assalto al loro campo da parte dei trappers sopravvissuti, guidati da Zagor e Bill Eyck.

La storia è ambientata nella parte orientale di Darkwood lungo il Jessup River, ed è molto ricca di avvenimenti e di personaggi per cui non è facile sintetizzarla velocemente. Zagor e Cico incontrano una barca con a bordo alcuni trappers americani che tornano a Fort Wolf, un avamposto fondato da McKean e dedito al commercio delle pelli. Improvvisamente vengono attaccati da una banda di Assiniboin, guidati da due inglesi: la barca viene affondata e le pelli vengono rubate. Un gruppo di sopravvissuti, tra cui Zagor, Cico e Bill Eyck, decide di attaccare il campo indiano per liberare due loro compagni fatti prigionieri e recuperare le pelli. L’azione si risolve con una brillante vittoria e quasi tutta la banda degli Assiniboin viene annientata. Durante l’attacco i trappers scoprono che al campo indiano c’è un certo Taylor, socio di Mackean, il comandante di Fort Wolf. Bill Eyck, preso da una forte rabbia, si lancia impavidamente contro Taylor, lo raggiunge e lo uccide. Per questa azione eroica, McKean decide di nominarlo suo socio al posto del traditore Taylor e nel contempo decide di nominare erede della parte di proprietà Waubuno, capo dei Delaware. Ma prima che Mckean possa formalizzare, il giorno dopo, questa decisione davanti al notaio, Bill Eyck, spinto dalla moglie, lo sgozza nel sonno facendo ricadere la colpa sui Deleware, in modo da diventare immediatamente l’unico capo di Fort Wolf. A questo punto gli eventi precipitano, Bill Eyck non più in grado di gestire i crimini che ha commesso e spinto dalla moglie, cade sempre più in basso, incapace anche di fare i conti con la sua coscienza. Fa’ tendere un agguato a Zagor e Cico e poi si allea addirittura con il colonnello Starkley allo scopo di sterminare i Delaware, per costruire la nuova cittadina e occupare le fertili vallate. C’è una punta di ironia nel fatto che alla fine vada a prendere il posto di Taylor, che lui stesso aveva ucciso per il suo tradimento solo qualche giorno prima. Abbandonato dai suoi amici trappers, per altro sostituiti dal colonnello Starkley e dai suoi uomini, e sempre più in precarie condizioni mentali, assiste ad una prima carica dei Delaware verso i bastioni di Fort Wolf, che vengono però facilmente respinti. Ma in seguito assiste impotente al ferimento e alla morte della adorata moglie; e, infine, assiste alla caduta del forte, alla morte del colonnello Starkley e dei suoi uomini per mano dei pellerossa uniti ai suoi ex amici trappers, a Zagor e al giovane figlio di Mckean, Michael. Dopo aver perso tutto, perde anche la vita per mano di Zagor, che lo fredda a colpi di pistola, dopo che aveva tentato di colpire alle spalle Waubuno.
Sul forum spiritoconlascure la storia ha avuto troppe poche recensioni per poter dire qualcosa di attendibile sulla valutazione da parte degli utenti, anche perché alcuni lettori hanno anche ammesso di non ricordarla benissimo.

DE ANGELIS: è l’autore di questa sua prima e unica storia nella collana. C’è da segnalare che l’avventura ha quantomeno un approccio originale, poiché è ispirata al celebre dramma "Macbeth" di Shakespeare. L’originalità sta’ nel fatto che in Zagor non sono frequenti i riferimenti a modelli dalla letteratura classica, lo stesso Nolitta preferiva trarre spunti da romanzi, film di avventura, western, horror e così via. Tuttavia De Angelis ci mostra come sia possibile utilizzare su Zagor anche grandi autori della letteratura classica. Nella storia emerge con forza il personaggio di Martha, che è un chiaro riferimento a Lady Macbeth: nonostante non sia presente in molte vignette, è lei la forza spingente, che prima innesca e poi alimenta il dramma che alla fine porterà tanta morte e distruzione (anche di sé stessa). Tuttavia chi sembra faticare ad emergere è proprio Zagor, schiacciato da una moltitudine di personaggi che si susseguono uno dopo l’altro. Per rimanere in campo teatrale sembra quasi che la luce dei riflettori non sia sufficiente per tutti, e a risentirne è il ritmo della sceneggiatura, che a volte si fa così incalzante che il lettore fa fatica a tenere il passo. Inoltre, non sempre le trame sono raccordate in modo fluido e con i tempi necessari. Oltre al filone principale, che vede la lotta tra i trappers di Fort Wolf e gli inglesi, con tutti i personaggi di contorno che sono tanti già tanti, ci sono anche le oscure profezie di uno sciamano, visioni di fantasmi, il ritorno di un figlio creduto morto e non per ultimo alcuni personaggi sfaccettati e complessi che nel corso della storia si rivelano essere diversi da come erano stati presentati. Sembra che 188 pagine siano veramente poche per poter sviluppare con la necessaria ampiezza e armonia una trama con tutti questi avvenimenti e personaggi. Comunque sia, l’esordio di De Angelis, pur con alcuni aspetti da calibrare meglio tra cui il ritmo degli eventi e l’utilizzo di Zagor, sembrava comunque incoraggiante, anche perché, pur essendo un esordiente, aveva evitato il compitino. Purtroppo, queste considerazioni sull’esordiente De Angelis perdono di significato, dal momento che questa, oltre che la prima, è stata anche la sua ultima storia su Zagor. Una curiosità è data dal fatto che De Angelis, quasi a voler rimarcare con forza di aver preso come riferimento il Macbeth, all’inizio della storia inserisca proprio il libro scritto da Shakespeare in possesso di Mckean, il quale chiede a Milton di leggergli qualche passo; alla fine della storia, lo stesso Milton leggerà alcuni versi del libro.
DELLA MONICA: La vicenda, certamente di piacevole lettura anche se non molto entusiasmante, deve molto ai disegni di Della Monica, veramente bravissimo. Le vignette sono come al solito curate, chiare e leggibili, con una ottima alternanza di chiari e di scuri. Ottima la rappresentazione di Martha che risulta bella e affascinante. Rimane l’annosa questione del volto di Zagor in primo piano che a volte sembra avere qualche anno in più rispetto agli altri disegnatori.
COVER: le copertine di Ferri non si possono certamente annoverare tra quelle indimenticabili: la copertina 456 presenta Zagor in una posa che lascia un po' perplessi per via della posizione delle gambe. Da notare che la copertina numero 456 presentata nell’ultima pagina dell’albo 455 ha uno sfondo completamente diverso rispetto a quella effettivamente uscita in edicola il mese successivo.


Ultima modifica di INDEX il Mer Feb 28, 2018 9:45 pm, modificato 1 volta in totale
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Walter Maddenbrook presenta:

27_MINACCIA ALIENA

#457Il fuoco dal cielo
#458Minaccia aliena
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Alessandro Chiarolla
Agosto, settembre 2003; pagine: 188

Con:
ZAGOR: Se nella prima parte è uno Zagor “standard” perché standard sono le vicende, nella seconda mette in mostra una sua caratteristica peculiare, ovvero la forte umanità e comprensione del “diverso”, con una posizione simil dylandoghiana.
CICO: Un po’ in ombra in questa vicenda, spalleggia in modo standard (appunto) il compagno.
WARZAK: L’apparente cattivo. Extraterrestre naufragato sulla Terra, braccato dagli uomini che lo vedono come una minaccia, viene prima combattuto e poi aiutato da Zagor.
HAYS: Il cattivo vero. Uccide una famiglia di trapper per rubargli dei soldi e poi cerca di scaricare la colpa sull’alieno. Nel finale rimane intrappolato nell’astronave che fa ritorno a casa. Lo ritroveremo in una storia del 2016 assai controversa.

Trama:
Un misterioso oggetto infuocato precipita a Darkwood. Si tratta di un’astronave aliena, il cui occupante esce ed uccide i trappers che lo scoprono. Zagor decide di andare a vedere di cosa si tratta, scopre i rottami dell’astronave e vi entra, trovandoci un secondo pilota morto.
Nel frattempo Hays, un brutale trapper, uccide due persone durante un tentativo di rapina. Udendo di nascosto i dialoghi tra Zagor e un trapper sopravvissuto al mostro, decide di usare quest’ultimo come copertura per i propri crimini. Tutti insieme si mettono in caccia dell’alieno che naturalmente si difende. Durante la fuga, precipita in un crepaccio svenendo, e Zagor può così togliergli il casco e interagire con lui. Si rivela quindi essere non la minaccia creduta ma un semplice naufrago disperato in un mondo ostile, che Zagor cercherà di aiutare riportandolo alla sua nave in modo da chiedere aiuto. Tutto ciò viene ostacolato da Hays, che vuole tappare la bocca ai due, temendo di essere scoperto.
Nel finale, Warzak verrà soccorso dai suoi simili e riportato sul suo pianeta, ma anche Hays rimarrà bloccato sulla nave spaziale.

Commento:
Questi due albi uscirono in un periodo di transizione, dopo l’abbandono di Boselli, che definire fiacco è un eufemismo. Tra gli altri, vennero prodotti alcuni albi che sembravano derivati, almeno nel genere, dai peggiori B-movie degli anni ’70 e ’80, tra piante invadenti, paludi mortali, insetti assassini e così via.
La sensazione di raschio del barile era sicuramente forte. Così, quando apparve in copertina questo marziano insettoide, non potei trattenere un sospiro di rassegnazione chiedendomi per quanto ancora sarebbe andato avanti questo saccheggio del peggior Hollywood.
Se però il plot rimane congruente alle attese e quindi assai banale, il buon lavoro di Burattini in fase di sceneggiatura riesce a rendere più che piacevole la lettura e a conferire uno spessore non trascurabile all’alieno. Tutto il primo albo e non solo è un normale pim pum pam, ma dal momento che Zagor toglie il casco al mostro, questi comincia a fare capire che “da vicino nessuno è diverso”. Così il registro narrativo cambia improvvisamente, e il lettore comincia a provare empatia per la tragica vicenda di un essere che si è perso a migliaia di anni luce da casa, solo, in un ambiente sconosciuto e ostile. E Zagor è il primo partecipe a questa sterzata, passando dall’avere di fronte un nemico all’avere un “debole” che ha bisogno del suo aiuto. Aiuto non solo materiale, ma anche di comprensione e compassione. Il rispetto del nemico e del suo dolore in senso umano, pur condannandone i gesti, è una delle migliori caratteristiche classiche del protagonista, e bene ha fatto Burattini a riproporlo in questa vicenda.
In ogni caso, pur se come detto la lettura risulta piacevole, credo che l’utilizzo di elementi estremi come extraterrestri andrebbe usato con altrettanto estrema parsimonia, e soprattutto bisognerebbe che fosse giustificato e reso tollerabile dalla magnificenza della storia. Sto ovviamente pensando al caso degli Akkroniani, che a mio parere sarebbero dovuti rimanere un’eccezione. Ma almeno là l’epica della vicenda poteva giustificarne l’utilizzo, qua per niente.

Sul forum spiritoconlascure.it, i giudizi sono oscillanti tra una insufficienza e una sufficienza modesta. Qualcuno la giudicò la peggiore di Burattini, ma un po’ tutti non hanno gradito il soggetto spesso scadente nel trash e il finale esagerato in cui appare una gigantesca astronave sui cieli degli USA e tutti l’accettano come fosse il bus delle vacanze, né questo ha conseguenze di tipo militare.
Burattini ha rivelato sul forum che le sue fonti di ispirazione sono state i film “Predator” e “Il mio nemico”, soprattutto per le fattezze dell’alieno.
Un forumista ha ipotizzato argutamente che questa storia potrebbe essere la versione romanzata di quanto è successo “realmente” a Za-Te-Nay su Martin Mystere, e Moreno ha risposto che è possibile, tanto che inviò addirittura a Chiarolla l'abo di MM perché si ispirasse a quello nel fare gli interni della sua astronave.

Disegni:
Pur non trovandosi molto a suo agio con tecnologie spaziali, Chiarolla ne da’ comunque una versione efficace che non sfigura. Ottimo invece nei suoi settori abituali, come gli esterni boscosi e soprattutto la sequenza sotto la pioggia, che pare davvero infilarsi dentro le ossa. Nel volto di Zagor c’è il suo solito principale difetto, con quella zazzera al vento e diverse espressioni abbozzate se non grottesche, specie dalla media distanza.

Copertine:
Anche Ferri non da’ il massimo nelle componenti tecnologiche e quindi bene ha fatto ad evitarle nelle cover. Anche l’alieno raffigurato, pur non avendo niente di oggettivamente errato, si percepisce quasi come un corpo estraneo al suo stile. Per questo mi sembra più riuscita quella del primo albo.
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Spiritello Senza Scure presenta

28_LA TRAMA DEL RAGNO

#459 La trama del ragno
#460 Il ritorno di Mortimer
#461 Zagor contro il Tessitore
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Marco Verni
ottobre 2003; novembre 2003; dicembre 2003; pagine: 252
Con:
ZAGOR: Zagor si trova qui nelle vesti, per lui insolite, di investigatore, ruolo già ricoperto in passato e per il quale Moreno Burattini sembra avere una spiccata predilezione. Certo, esibisce le consuete acrobazie e prove muscolari ma, per fronteggiare avversari abituati ad elaborare piani machiavellici ed intrighi politici, gli viene richiesto di utilizzare quell’acume e quella prontezza di ingegno che lo rendono qualcosa di più e di diverso dal “rozzo uomo dei boschi” di nolittiana memoria.
CICO: è presente nel suo ruolo classico di fedele spalla di Zagor ma non è particolarmente determinante nello svolgimento della vicenda. Classicissima è anche la gag iniziale, in cui lo troviamo alle prese con gli scherzi del postino Drunky Duck ai quali risponde con la sua consueta goffaggine e comicità. Da sottolineare il fatto che, nell’attuale parco di autori zagoriani, Burattini è l’unico che riesce spesso ad utilizzare il messicano alla stregua di Sergio Bonelli, al punto che spesso le sue gag sono indistinguibili da quelle del Cico – Paperino che caratterizzavano la vis comica dei primi albi nolittiani.
MORTIMER: è il geniale fuorilegge antagonista di Zagor, creato da Burattini sulla falsa riga di un Diabolik ante-litteram. Esperto di travestimenti, dotato di acutissima intelligenza della quale si serve per elaborare sofisticati piani ad orologeria nei quali, spessissimo, entra in gioco la psicologia degli avversari di cui si dimostra altrettanto esperto conoscitore. Qui è alla sua terza apparizione dopo che lo avevamo conosciuto in una bellissima avventura cittadina, in quello che si rivela essere il suo vero territorio di azione ovvero la grande metropoli urbana. Di lui non si sa nulla, nemmeno se Mortimer sia il suo vero patronimico. Ha un vezzo: si diverte ad anagrammare il suo nome ogniqualvolta debba impersonare personaggi tra più disparati. In pochi anni, e grazie all’abile tratteggio di Burattini e delle bellissime storie di cui è stato protagonista, è assurto al ruolo di avversario tra i più amati ed è quindi entrato a pieno titolo nel Pantheon dei Grandi Nemici zagoriani.
SIBIL KANT: è la complice - amante di Mortimer. Con lei, l’omaggio al fumetto nero creato dalle Giussani è ancora più evidente già nel cognome della donna che riprende quello della inseparabile compagna di Diabolik. Al pari di lei, è una bellissima bionda, dotata di intelligenza, crudeltà e prontezza di riflessi che ne fanno la donna ideale per stare al fianco di un genio del crimine. Non è quindi la classica bambola svampita che vive di riflesso dell’intelligenza e della preparazione del compagno ma ne è piuttosto la naturale completezza. Si diletta di pittura e spesso la vediamo immersa nella concentrazione e nella ispirazione necessarie mentre la sua mano scorre veloce e sicura sulla tela.
CAPITANO MALCOVICH: Zagor si imbatte in lui e nei suoi uomini prendendoli di sorpresa dopo che da loro era tenuto d’occhio nella città di Kingston. E’ un agente della polizia di New York, protagonista della prima avventura con Mortimer e con il quale Zagor si era dovuto scontrare. Superati i vecchi equivoci e dissapori, Zagor apprenderà che, convinto della morte di Mortimer, ora Malcovich si trova sulle tracce di un ben più pericoloso e astuto antagonista: il Tessitore.
SENATORE SYKES: è il politico di Washington candidato alla carica di governatore che il Tessitore vuole eliminare per destabilizzare il governo e avere buon gioco nelle sue mire politiche. Si presenta come un signore distinto ed affabile, pronto ad offrire a Zagor e a Malcovich tutta la collaborazione necessaria per sventare i piani criminosi del Tessitore. In realtà, si scoprirà essere qualcosa di più e di ben diverso di un innocuo e pacifico senatore degli Stati Uniti.
IL TESSITORE: è una figura misteriosa e sfuggente, molti dubitano persino che esista. Dotato di immense risorse e di una astuzia illimitata, ha come scopo la destabilizzazione e il caos a livello politico ed economico dei quali si serve per infiltrarsi, attraverso gli insospettabili e numerosi affiliati della sua invisibile organizzazione, nei gangli del potere ai più alti livelli. Zagor si è scontrato con lui in una precedente avventura firmata Castelli e rimasta nel cuore dei lettori come una delle migliori della saga. Ha sgominato i suoi piani e il suo covo segreto a New York ma non lo ha mai visto in volto e non è riuscito a catturarlo ritenendo che possa essere perito nel crollo della sua base cittadina. Nasconde le sue sembianze sotto una lunga veste con cappuccio e si circonda di fide guardie del corpo. Naturalmente, dopo la prima sconfitta, ai suoi scopi si è aggiunto quello di vendicarsi dello Spirito con la scure…
CROSBY, RUSSEL, BAGGE: sono gli agenti agli ordini di Malcovich che si incaricheranno della protezione del senatore Sykes e che affiancheranno Zagor nelle indagini.
DAMON: è il segretario tuttofare del senatore Sykes. La perfetta ed efficiente figura di un professionista che, al pari del suo principale, rivelerà non poche sorprese.
DRUNKY DUCK: è il simpatico postino indiano, protagonista di innumerevoli e brevi gag nella capanna della palude insieme a Cico, ai danni del quale escogita sempre nuovi imprevedibili modi di consegnare la posta che non mancano di spaventare il messicano e di mandarlo su tutte le furie. In questa occasione svolge, per la prima volta, un ruolo più articolato, offrendosi di accompagnare Zagor e Cico a Kingston dove un misterioso individuo ha inviato una lettera contenente il segno inequivocabile che il Tessitore è tornato alla ribalta.
FORT CONCRETE:Nel prologo all’avventura, è il carcere di New York da cui Mortimer riesce avventurosamente ad evadere con uno stratagemma che, ancora una volta, ne ricorda uno analogo utilizzato da Diabolik in una delle sue primissime avventure.
I NINJA: La misteriosa e crudele setta di assassini professionisti giapponesi, addestrati in tutte le forme di combattimento, sono quelli di cui si avvale il Tessitore a protezione della sua figura nel corso del primo scontro con Zagor. Qui sono rievocati quanto mai a proposito, poiché il misterioso oggetto recapitato a Zagor nella quiete della capanna della palude è proprio un loro inconfondibile strumento di morte: la famigerata stella ninja a 5 punte, Shuriken.


Burattini azzarda non poco in questa storia, facendo interagire due “pesi massimi” tra i nemici zagoriani quali Mortimer e il Tessitore. Complice lo scenario cittadino in cui entrambi i geni del crimine si muovono, nello specifico la città di New York, e prendendo a spunto l’intento del Tessitore di avvalersi sempre dei migliori uomini nei propri specifici ambiti, riesce ad escogitare una originale e ben gestita occasione di incontro tra i due. Approfittando dell’evasione di Mortimer, il Tessitore, per piegarlo ai suoi scopi e farlo entrare nella sua organizzazione, non esita a ricattarlo avendo fatto evadere, prima, e rapire dopo, anche la complice Sybil Kant. Un lupo solitario, quale Mortimer è, può solo fingere di accettare la proposta. E infatti, nel mentre mostra di collaborare col Tessitore per l’eliminazione del senatore Sykes, allo stesso tempo fa entrare in gioco Zagor inviandogli una lettera contenente la prova inequivocabile del ritorno del suo antico nemico e facendo in modo di condurlo nel luogo dove si svolgerà l’attentato: la città di Kingston. L’indagine di Zagor e Malcovich, movimentata nel frattempo anche dal rapimento di Cico, porterà a rivelazioni inaspettate sotto tutti i punti di vista. Mortimer otterrà, grazie alla sua astuzia e al suo doppio gioco, la liberazione di Sybil e la fine del giogo da parte del Tessitore che, a sua volta, tenterà di liberarsi di lui e della donna dopo che questi aveva catturato Zagor e glielo aveva consegnato. Zagor riuscirà a liberarsi (come previsto da Mortimer) dalla prigionia sulla barca e, tornato a Kingston, riuscirà a smascherare il vero volto del Tessitore rivelandogli, beffa finale, che mentre lui era convinto di manovrare Mortimer, era invece quest’ultimo a servirsi di lui.
La tensione narrativa e i colpi di scena non mancano eppure la storia non “prende” del tutto lasciando il lettore con la sensazione di avere sfiorato qualcosa di epico e di essersi trovato, invece, con una normale storia sia pure ottimamente confezionata. La durata forse breve; il fatto che l’indagine si svolga staticamente in un solo luogo; il fatto che il Tessitore, da grande burattinaio nella scena di grandi intrighi internazionali a livello mondiale, si ritrovi poi in un barcone qualunque in una “anonima” cittadina del West, come un qualsiasi comune bandito… sono tutti elementi che contribuiscono alla “demitizzazione” e allo svilimento della figura carismatica e grandiosa dell’avversario creato da Castelli. In questo, sta forse il lato debole della vicenda che, per il resto, vede Mortimer, al contrario, ben delinato e indiscusso maestro di giochi psicologici ad incastro.

BURATTINI: Il curatore di Zagor, e vero artefice della sua rinascita, al netto degli aseptti evidenziati sopra, confeziona un storia comunque piacevole e ricca di tensione ,pur con qualche appesantimento nei dialoghi tipico del suo modo di scrivere. Tende ad esagerare quando trasforma Zagor in investigatore ma qui, tutto sommato, si mantiene entro i limiti più di una pronta intuizione e intelligenza, piuttosto che delle improbabili e forzate doti da Sherlock Holmes sfoderate in altre occasioni.

VERNI: è l’autore, insieme a Nuccio, che più riesce ad avvicinarsi al tratto ferriano.In questa occasione confeziona delle ottime tavole dallo stampo classicissimo che ricordano la golden age ma la “legnosità” in alcune vignette e le limitate espressioni nel volto di Zagor permangono anche se avrà modo, in seguito, di affinare e migliorare notevolmente questi aspetti qui ancora presenti.

COVER: le copertine di Ferri sono a corrente alternata: incolore e anonima quella della Trama del ragno, buona e molto classica quella di Zagor contro il tessitore, notevolissima e dinamica con colori piacevoli e di impatto quella de Il ritorno di Mortimer.
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MessaggioInviato: Mer Feb 21, 2018 7:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Stimeex presenta:

29_GIUSTIZIA SOMMARIA

#461 Zagor contro il Tessitore
#462 Giustizia sommaria
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Roberto D’ Arcangelo
Febbraio, marzo 2004; pagine 137.
Con:
ZAGOR: lo Spirito con la Scure deve rivestire il suo ruolo a tutto tondo, almeno così piace alla maggior parte di noi lettori: e in questa storia, Moreno Burattini glielo fa giustamente ricoprire. Se proprio vogliamo cavillare, il nostro protagonista si dimostra anche un valido investigatore, cosa che alcuni lettori hanno dimostrato di non apprezzare molto; soprattutto quando, forse esagerando un po’, diventa un novello Sherlock Holmes.
CICO: la spalla del nostro eroe non è facile da gestire, ma diciamo che in questa storia si comporta bene; o almeno senza infamia e senza lode. Anzi, ad essere precisi, ha degli spunti dove si dimostra più coraggioso del solito, visto che abitualmente non è proprio un cuor di leone.
FOSBURY: un buon comprimario per questa storia; un cow boy che non si tira indietro di fronte alle ingiustizie, quando le vede. Penso che sia un personaggio nella media, come ne abbiamo visti tanti, ma che non è detto che non possa ritornare in futuro, se ci fosse una buona idea da parte di uno degli sceneggiatori. Anche se, guardando le cose da un'altra prospettiva, potrebbe anche non tornare mai e nessuno (penso) se ne lamenterebbe.
MARGIT: la vittima ma, secondo me, anche la vera protagonista in questa avventura, che ha la sola colpa di essere straniera e con usanze diverse da quelle del luogo. Purtroppo la superstizione, così come l’ignoranza, sono brutte bestie da sconfiggere. E non mi spingo oltre, lasciando i dettagli al commento sulla storia.
JASON: è uno dei facinorosi che diventa protagonista suo malgrado. Purtroppo, nel suo caso, l’ignoranza ha sempre il sopravvento sulla logica, ed il personaggio non si smentisce mai. Ben caratterizzato, comunque.
I TUSCARORA: gli indiani in questione ricoprono un ruolo secondario nella storia che sto analizzando e, anche se hanno utilità nella trama, non assurgono al ruolo di protagonisti come altre tribù in circostanze diverse.


Zagor e Cico sono diretti a Derford, una località nel Vermont, e sono accompagnati da Fosbury che ha prestato loro i cavalli, visto che deve andare a venderli proprio nella località prima indicata. I nostri non lo sanno ancora ma, in questa città, sono recentemente spariti nel nulla quattro bambini, quasi senza lasciare traccia. Ed alcuni sospettano di una signora che si chiama Margit, una immigrata ungherese che è da poco restata vedova. Quando i nostri stanno per arrivare, vengono attirati dai rumori di alcuni spari, e scorgono un gruppo di uomini muniti di armi, forconi e torce che sta assaltando una fattoria. Subito il trio si lancia al galoppo verso la fattoria per capire cosa stia succedendo: qua ingaggiano una lotta con gli uomini all’esterno, ovvero quelli che vogliono catturare Margit, cioè la proprietaria della casa. La loro intenzione è bruciarla sul rogo perché ritengono che sia lei, con i suoi incantesimi, a far sparire i bambini. A questo punto i nostri tre protagonisti si scontrano con il gruppo di facinorosi e, dopo una colluttazione, riescono ad entrare nella fattoria, addirittura prendendo in ostaggio Jason, uno degli assalitori. Grazie a questo prigioniero, Zagor riesce ad ottenere dagli assalitori una tregua della durata di 36 ore, in cambio del vero colpevole. Ma, dopo la partenza di Zagor i fatti precipiteranno. Lo Spirito con la Scure, intanto, parte per recarsi in città, anche se, dopo qualche riflessione, decide di seguire il corso del fiume e si imbatte in alcuni indiani Tuscarora…
La storia in per sé risulta gradevole ma nulla di più, anche se il vero messaggio dell’autore è una chiara accusa contro i pregiudizi verso chi è diverso od ha usi e costumi diversi dai nostri. Se letta in questa ottica, ritengo che la storia guadagni qualcosa rispetto alla media.
Le recensioni del forum spiritoconlascure.it, sono tiepidamente positive, anche se ho notato che, da chi la ha commentata in rete, viene principalmente apprezzato il messaggio che la storia ci vuole trasmette, mentre si fa notare (con giusta ragione, aggiungo) che la qualità della trama sia decisamente improntata sul livello di una di quelle storie che usiamo definire di passaggio e o riempitivo. Lo sa bene anche il sottoscritto che Moreno ha scritto di meglio, sebbene personalmente ritengo che, a volte, non guasti qualche storia di questo tenore.

Moreno Burattini non ha certo scritto una delle sue migliori avventure, anzi; però se noi la consideriamo per il messaggio che ci vuole trasmettere, allora la storia non è poi così male. Di sicuro Moreno ha sfoggiato la sua proverbiale abilità di giallista, pur ricorrendo ad un tipo di evoluzione della storia che possiamo definire molto classico. Una piacevole lettura, alla fine.

Roberto D’Arcangelo al tempo, non era certamente uno dei big della serie, però in questa sua terza (ed ultima) prova sul mensile non lo ho trovato così ingrato. Certamente alcuni dei suoi volti di Zagor, in modo particolare quando l’eroe non è in primo piano, avrebbero meritato una cura maggiore da parte sua, ma per il resto non se l’è cavata male. In ogni caso molto meglio la parte che riguarda Cico ed i comprimari, dove si è trovato più a suo agio.

La prima parte della storia si trova su “Zagor contro il Tessitore”, che non è riferita a questa avventura e la copertina di Gallieno Ferri è decisamente valida. L’episodio continua poi su “Giustizia Sommaria”, che invece ha una cover che trovo molto inferiore alla precedente, in particolar modo per quello che riguarda i protagonisti in primo piano; mentre lo sfondo va un po’ meglio. Peccato perché, se proprio nell’unica copertina di questa storia si vede un calo, poi il livello torna a salire.
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