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IL RE DELLE AQUILE
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Autore Messaggio
Doc Lester 1975
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Lun Giu 25, 2018 3:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ben Stevens è davvero un personaggio affascinante... una figura tragica perfettamente tratteggiata da Nolitta.
Se penso a quello che ne ha fatto Boselli Brick wall Brick wall Brick wall Confused
Ma come gli è venuto in mente?!
Non voglio ripetere che quando ha scritto Ombre su Darkwood magari era ubriaco Laughing Laughing Laughing perché questa fu una delle mie primissime considerazioni, ovviamente scherzose, quando ero iscritto al forum da pochi giorni e si sollevò un polverone sulla mia mancanza di rispetto per il lavoro di un autore... quindi non lo scrivo di nuovo... però continuo a sospettarlo Wink
Povero Ben Stevens Sad
_________________
Supercoppa, Milan-Inter 0-3
Campionato, Inter-Milan 1-0
Champions, Milan-Inter 0-2
Champions, Inter-Milan 1-0
Campionato, Inter-Milan 5-1

Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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Jurassico
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MessaggioInviato: Lun Giu 25, 2018 4:19 pm    Oggetto: Rispondi citando

ora al massimo ti possono riprendere perchè hai parlato troppo di quella storia in un topic che non è il suo Laughing Laughing
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il mio blog con i miei racconti a fumetti>>> https://gavialbabi.blogspot.com/
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Ivan
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MessaggioInviato: Dom Mar 14, 2021 11:57 am    Oggetto: Rispondi citando



IL RE DELLE AQUILE

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 180
Anno: 1970


Uno dei picchi più alti dello Zagor pre-golden age.
Episodio breve e basato su un soggetto ridotto all'osso (Un rapito/Intervento di Zagor per liberarlo/Cattura/Riscossa; tutto qui) ma sviluppato con una tale abilità narrativa da risultare indimenticabile.

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PREGI:

Innanzitutto, una nota a titolo personale:
L'albo LO SPETTRO è il primo numero di Zagor che mi è capitato tra le mani (a 6 anni). Essendo l'unico esempio di una novità, su di esso si forma una sorta di imprinting (come dire: "Tu non lo conoscevi ancora, ma il fumetto Zagor è di norma fatto così"). La mia fortuna è stata che LO SPETTRO era una bellissima storia, e quindi mi ha fatto subito affezionare a quel personaggio (non oso pensare a quale imprinting zagoriano possa crearsi in un giovane il cui primo albo che legge è KANDRAX o ZENITH 666...Sai che voglia di iniziare una collezione o di recuperare gli arretrati di quelle delizie!) Pray
Insomma, questo è un episodio a cui sono particolarmente affezionato, perciò mi concedo un certo lirismo nel commentarlo.

La struttura del soggetto, anche se fondata su pochi elementi-base, è solidissima, e la storia procede a gran ritmo nonostante la brevità dell'episodio.
Nella sua globalità, è una storia ordinaria ("ordinaria" per gli standard di Nolitta, quindi comunque gustosissima) che però contiene due picchi memorabili: la storia di Stevens e il finale struggente.

Inutile dire che il punto di forza della storia è BEN STEVENS, personaggio caratterizzato in modo superbo.
Nolitta crea un antagonista davvero originale ed affascinante, ricco di sfaccettature e contrasti.
Per la sua ambigua posizione sul confine tra Bene e Male, secondo me Stevens incarna “IL” personaggio nolittiano per eccellenza.
Da notare comunque che all'inizio Nolitta lo presenta come un malvagio a tutto tondo, e solo in seguito cambia le carte in tavola rivelando i terribili retroscena che hanno indotto Stevens a diventare così.
Questa tattica di approccio a un personaggio è molto diversa da quella di presentare SUBITO, fin dall'inizio, un personaggio “mezzo buono & mezzo malvagio” che mantiene sempre COSTANTE questa sua ambiguità (es: Guitar Jim); infatti, spiazzando l'immagine che il lettore si era fatto finora del “cattivissimo” re delle aquile, Nolitta ottiene un effetto emotivo molto maggiore di quello che avrebbe ottenuto se il lettore avesse saputo sin dal principio la storia personale di Stevens.


Come sempre in questo periodo della serie, Cico è grande protagonista. Protagonista, non spalla. Infatti all'epoca la coppia era così ben amalgamata che la collana avrebbe potuto tranquillamente chiamarsi "Zagor e Cico".
Anche in questo episodio, a margine delle consuete gag (memorabile quella della sirena del circo Very Happy), Nolitta gli assegna pure ruoli importanti all'interno della trama "seria". Spicca il suo intervento per salvare Zagor quando sta per essere sbranato dalle aquile, e la sua opera di eliminazione degli sgherri di Stevens (opera che il messicano esegue in maniera...maldestramente efficace, diciamo così). Rolling Eyes


L'episodio contiene alcune crudezze insolite per un fumetto di quell'epoca.
Originale quanto raccapricciante il metodo ideato da Stevens per sbarazzarsi di Zagor: farlo sbranare dalle sue aquile ammaestrate.

Idem per il proposito di Zagor di usare il cadavere di un bandito per simulare la propria morte.
E' probabile che Nolitta l'abbia ritenuta una trovata forse un po' troppo "cruda" per l'epoca (e per l'ideale target di lettori, prevalentemente bambini). Oggi naturalmente il pubblico è più smaliziato ed assuefatto alle trovatacce macabre; difficile che Zagor si faccia problemi a fare scempio del corpo di un morto...ma la delicatezza di Nolitta nel far porre scrupoli morali a Zagor è una delle cose che più rimpiango.


I complici di Stevens sono tutti dei cattivi di serie C. In teoria questa scarsa caratterizzazione dei comprimari potrebbe essere considerata un “difetto”...invece in questo caso è una scelta deliberata (e azzeccata) dell'autore per conferire maggiore risalto all'antagonista principale (Stevens, appunto) tramite l'evidenziare il netto contrasto di spessore psicologico tra lui e i suoi scagnozzi.

Tra il gruppo di aquile ammaestrate da Stevens, Nolitta ne fa risaltare una in particolare (Ayala) che si contraddistingue per dimensioni e possenza. Ayala diviene così un vero e proprio comprimario, protagonista anche di episodi personali. (Niente da dire; quando un autore lavora con la testa, riesce a trasformare in personaggi anche elementi diversi dagli umani.)


Un esempio dello stile peculiare di Nolitta, e del perché il suo modo di raccontare è così rimpianto dagli zagoriani di vecchia data:
Quando Stevens e l'ultimo suo complice sono asserragliati nella baracca, Zagor li raggiunge facendo il salto-con-l'asta sul tetto.

La sequenza dura ben 6 pagine, è lenta ma non noiosa, arricchita di pathos dalle didascalie (usate da Nolitta sempre con la consueta maestria). Noi lettori assistiamo ai pensieri di Zagor, alla sua lunga corsa in campo aperto sotto il tiro dei proiettili, all'incredulità dei due banditi, alla trepidazione di Cico...In breve, tramite quel tipo di svolgimento veniamo trascinati all'interno della narrazione – che è il massimo risultato che un autore ambisce ad ottenere.
Oggi invece questa sequenza verrebbe risolta in 4 vignette: Zagor prende un palo e salta sul tetto. Alè. Tutto deve essere frenetico e velocizzato; non c'è più spazio per la suggestione, l'atmosfera, la creazione di coinvolgimento emotivo nel lettore. A parte rarissime eccezioni, la preoccupazione degli autori è focalizzata sul COSA raccontare e non più sul COME raccontarlo. E questo spiega – alla faccia dei "MaAncheNolitta" – perché attualmente il fumetto Zagor risulta appassionante come la lettura di un elenco telefonico. Sad

La perla /1: Il racconto di Stevens.
Quello che finora era stato presentato come un comune criminale avido e spietato, si rivela essere stato un pacifico cercatore d'oro vittima di una grave ingiustizia.


E' difficile non provare una certa compassione per le sventure di Stevens, nonostante la crudeltà dei suoi metodi. Potremmo associarlo a Jan Siegel (l'Avvoltoio) o anche allo stesso Zagor da giovane: povere vittime che però scelgono i modi sbagliati per appagare il proprio desiderio di vendetta.


Durante il racconto di Stevens, Nolitta riesce a dare spessore con poche semplici pennellate anche a comprimari di terzo piano, come il giovane Kid. Anche se questo personaggio non ha nessuna importanza sul mero piano narrativo, la sua toccante morte aumenta il senso di ingiustizia del massacro commesso dai Munsee e conferisce maggior carica al desiderio di vendetta di Stevens.



La sequenza in cui il fuggitivo Stevens scatena le sue aquile contro Zagor è agghiacciante. Due pagine "mute" in cui si vede solo Zagor costretto a massacrare i rapaci per difendersi.
La scena si chiude con uno Zagor stremato che trasuda epicità pura mentre si rivolge a Stevens. Epicità rafforzata da uno straordinario utilizzo delle didascalie, che rallentano il ritmo di lettura inducendo il lettore a soffermarsi sull'intensità della sequenza (la frase in grassetto "Ed ora vengo a prendere te!", per come è stata piazzata e per gli eventi che l'hanno preceduta, è una delle più alte vette di epicità che io abbia mai visto raggiungere in un fumetto). Applause


La perla /2: La fine di Stevens.
Quattro pagine da antologia che meritano di essere riportate per intero. Una composizione impeccabile delle vignette da parte di Nolitta, e una grande maestria da parte di Ferri nel rendere al meglio l'intensità visiva delle scene.

- Pagina 71

Si inizia con l'arrivo di Stevens in cima al picco, e la sua frustrazione nel constatare che tra lui e la salvezza ci sono soltanto pochi metri di crepaccio.
La pagina si chiude sulla comparsa di Ayala (scampata al massacro delle sue compagne), che fa balenare a Stevens un'idea al limite dell'assurdo.

- Pagina 72

Bellissima la scena della striscia centrale, con la visione quasi in soggettiva da parte di Zagor, che osserva lo sbatter d'ali della grande aquila con Stevens aggrappato alle sue zampe. (Il lettore ha già visto in precedenza la dimostrazione della forza di Ayala, e il fatto che possa riuscire nell'impresa è perlomeno una possibilità.)

- Pagina 73

Incredibilmente, Ayala riesce a sollevare Stevens, e lo trasporta senza problemi fino a metà del tragitto. Qui Stevens si volge trionfante verso l'incredulo Zagor.
Ma nella vignetta 5...colpo di scena: senza preavviso, la gigantesca aquila mostra segni di cedimento.

- Pagina 74

Vignetta 2: osserviamo l'espressione di Stevens. A questo punto ha ormai già capito come andranno le cose, ma si aggrappa disperatamente ad una remota speranza continuando ad incitare la sua aquila.
Vignetta 5: L'ultima speranza di Stevens va in frantumi quando lui e la sua aquila piombano nel vuoto in caduta libera.
La pagina si chiude con Zagor in ginocchio, affranto e visibilmente dispiaciuto mentre osserva impotente la caduta finale di Stevens (fuori quadro).

Che dire?...Un mix di ironia, poetica, tragedia e amarezza che ne fanno una sequenza da top-ten dell'intera serie di Zagor. Nolittiana al 100%. Applause

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DIFETTI: (Piccole cose che scompaiono nel contesto generale della storia.)

(Inezia 1): Una sbavatura narrativa che appare subito evidente anche a prima lettura:
Verso il finale, quando Zagor sta facendo piazza pulita della banda, Stevens e l'ultimo complice si arroccano nella propria baracca, in attesa dell'alba. Intanto Zagor e Cico hanno tutto il tempo di frugare tra le altre baracche e trovare il ragazzo rapito.
Per elementare logica, Stevens sarebbe dovuto andare subito a prendere il ragazzo per usarlo come ostaggio. Non c'era pericolo immediato; infatti passa parecchio tempo tra quando i due fuorilegge si rintanano e quando Zagor trova il rapito.
Qui a Nolitta sarebbe bastato anticipare la sequenza del ritrovamento di Cervo Bianco rispetto alla sequenza in cui Stevens viene informato della ricomparsa di Zagor; narrativamente non sarebbe cambiato nulla, però l'attendibilità comportamentale dei personaggi sarebbe risultata più coerente.

(Inezia 2): Un po' forzata l'idea di Zagor di presentarsi come “spettro” ai banditi per fargli saltare i nervi.
OK, un trucco del genere rientra nella filosofia del personaggio...però in quest'occasione Zagor si espone come bersaglio immobile e frontale; sarebbe bastato che UNO SOLO dei fuorilegge avesse mantenuto i nervi saldi per impiombarlo facilmente (come in effetti è quasi accaduto).


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DISEGNI:
Un Ferri “pre-Angoscia” in ottima forma. Alcune vignette sono veramente suggestive (come quelle già citate del finale, oppure quelle in cui compaiono le aquile, disegnate sempre con grande realismo).
Buona parte del carisma di Stevens è merito della rappresentazione grafica che ne ha dato Gallieno; difficile immaginare che nelle mani di un altro disegnatore ne sarebbe uscito un personaggio così “vivo”. Applause

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Storia: 9
Disegni: 9,5
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Lun Mar 15, 2021 10:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Come sempre applausi per Ivan! Applause Applause Applause
Non è una storia che mi ha mai fatto impazzire (ma solo perché Nolitta ha abituato a un capolavoro dietro l'altro), però condivido bene o male tutte le considerazioni.

Ne aggiungo una su Lo spettro: non si capisce come mai ultimamente Burattini sia così preoccupato dall'idea che Zagor possa apparire come uno che si approfitta dei nativi o li ritiene creduloni, tanto da specificare a ogni pié sospinto che "in realtà si aggancia alla loro interpretazione dei segnali della natura" e blablabla.
Ma come si vede in questa storia e in tante altre, una simile teatralità Zagor la usava anche con i bianchi, quindi questa attenzione spasmodica al politically correct nei confronti degli indiani la trovo molto fuori luogo.
Togliere questa aura di superstizione e terrore di CHIUNQUE verso Zagor è togliergli una bella fetta del suo fascino, oltre che a rendere più complicata la risoluzione di certi passaggi.
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MessaggioInviato: Lun Mar 15, 2021 11:23 am    Oggetto: Rispondi citando

Excellent comments as usual Ivan.
I also share the views of Walter.
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Tobia Sullivan
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MessaggioInviato: Lun Mar 15, 2021 11:59 am    Oggetto: Rispondi citando

Che bello questo commento di Ivan, complimenti veramente Applause Applause Applause
una stupenda rappresentazione della bellezza di Zagor.
Questa storia viene prima della Golden Age ma contiene tutti i germi delle grandi storie che leggeremo dopo qualche anno e Ivan le ha messe tutte benissimo in evidenza.
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Tobia Sullivan
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MessaggioInviato: Lun Mar 15, 2021 12:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

Walter Maddenbrook ha scritto:
... non si capisce come mai ultimamente Burattini sia così preoccupato dall'idea che Zagor possa apparire come uno che si approfitta dei nativi o li ritiene creduloni, tanto da specificare a ogni pié sospinto che "in realtà si aggancia alla loro interpretazione dei segnali della natura" e blablabla.
Ma come si vede in questa storia e in tante altre, una simile teatralità Zagor la usava anche con i bianchi, quindi questa attenzione spasmodica al politically correct nei confronti degli indiani la trovo molto fuori luogo.
Togliere questa aura di superstizione e terrore di CHIUNQUE verso Zagor è togliergli una bella fetta del suo fascino, oltre che a rendere più complicata la risoluzione di certi passaggi.


Questa è una delle cose che proprio non riesco a capire ... e allora mi chiedo 2 cose:
1) come si fa a sostenere che Zagor oggi non è cambiato ma che à legato ancora a tradizione e classicità?
2) questa storia del politicamente corretto, "dell'interpretazione dei segni dei nativi ecc..." è una cosa che Burattini sente veramente come questione da affrontare così o in qualche modo deve adeguarsi a qualcosa di più generale? ?
Perché io non riesco a capire come uno zagoriano della generazione nolittiana come è indubbiamente lui, possa buttare a mare un elemento così cardine di quello Zagor
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Lun Mar 15, 2021 2:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Rispondo qua perché siamo andati OT: http://www.spiritoconlascure.it/forum/viewtopic.php?p=1373735#1373735
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Mar Mar 16, 2021 10:04 am    Oggetto: Rispondi citando

Per i miei gusti è molto sopravvalutata questa storia.
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Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)
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Smiling Joe
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MessaggioInviato: Mar Mar 16, 2021 3:39 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:





Cmq, questa tavola che ha dato inizio al dibattito ce l'ho io Very Happy
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Il sangue su questa lama si mescolerà presto a quello del mio nemico!.. Lo giuro!

Sergio Bonelli ci ha lasciato. Giù il cappello!

"Caro amico, l'importante è che sia appassionante, non che sia scritto bene. Il dizionario è scritto benissimo ma non mi appassiona leggerlo".
OEJ
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Magico Vento
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MessaggioInviato: Ven Apr 09, 2021 9:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Storia strepitosa, con uno dei migliori nemici della serie: Ben Stevens, alias il Re delle Aquile.
Numerose le scene memorabili: lo scontro tra Zagor e il puma, l'apparizione di Ayala, il capo dei Munsee che racconta a Zagor dell'apparizione del Re delle Aquile, Zagor dato in banchetto alle aquile, il salvataggio da parte di Cico, lo Spirito con la Scure che si finge spettro, il dinamico salto con l'asta e tutta la magnifica scena d'azione al campo di Ben Stevens, la rievocazione del passato di Ben, per non parlare del magnifico e beffardo finale, uno dei più belli di tutta la serie. Non dimentichiamo poi le gag di Cico, esilaranti come non mai. Poco da dire, capolavoro.
Ferri al top, insuperabile. Ottime le copertine.
Capolavoro pre Golden Age Zagoriana.

Soggetto/Sceneggiatura: 9,8
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Ivan
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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 2021 4:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Walter Maddenbrook ha scritto:
Non è una storia che mi ha mai fatto impazzire (ma solo perché Nolitta ha abituato a un capolavoro dietro l'altro), però condivido bene o male tutte le considerazioni.

Beh, ho premesso che avrei commentato di cuore...
...e nondimeno, commentando di testa ho scritto che globalmente è "una storia ordinaria con alcuni picchi memorabili". Per cui ci sta che non tutti gli zagoriani di ferro la considerino da top-ten quanto me.


Tobia Sullivan ha scritto:
Walter Maddenbrook ha scritto:
Non si capisce come mai ultimamente Burattini sia così preoccupato dall'idea che Zagor possa apparire come uno che si approfitta dei nativi o li ritiene creduloni, tanto da specificare a ogni pié sospinto che "in realtà si aggancia alla loro interpretazione dei segnali della natura" e blablabla...

Questa storia del politicamente corretto, "dell'interpretazione dei segni dei nativi ecc..." è una cosa che Burattini sente veramente come questione da affrontare così o in qualche modo deve adeguarsi a qualcosa di più generale?

E' una questione che anch'io non comprendo proprio. Think
Come dire che esiste qualcuno che si lamenterebbe se oggi Zagor si proponesse ancora come "inviato del Grande Spirito" ai pellerossa? Assurdo. Si tratta di un espediente canonizzato nel personaggio fin dalla sua creazione, e in quanto tale pienamente accettato dai lettori.

Ma poi, di che cosa stiamo parlando? Dopotutto, Zagor è solo un buon atleta abile con scure e pistola; non c'è nulla di strano se nel perseguire la sua attività di giustiziere si dota anche di altri tipi di "armi" più sottili. Infatti il proporsi come entità semi-divina ha scongiurato decine di volte il ricorso alla violenza. Non vedo cosa c'entri, in questo, il "prendersi gioco della credulità dei pellerossa" o il millantato "politically correct" moderno (che mi sa tanto di alibi per mascherare i veri motivi degli aggiustamenti al personaggio. Può aver ragione Tobia nell'ipotizzare che facciano parte di un discorso più generale che noi esterni non conosciamo.) Think

Ma tant'è. E' considerato "normale" rifilarci roba come il Kandrax di Chiaverotti...e "scorretto" riproporre lo Zagor impostato da Nolitta. Quindi...davvero: di che cosa stiamo parlando?


Angelo1961 ha scritto:
Per i miei gusti è molto sopravvalutata questa storia.

Suppongo faccia parte dei discutibili indiscutibili gusti del mitico Angeli'. Rolling Eyes


Smiling Joe ha scritto:
questa tavola ce l'ho io..

cheers
Riesci magari anche a postarla, Joevito? E' sempre bello vedere una tavola originale (coi bianchetti, i neri slavati, le note a margine...)


Magico Vento ha scritto:
[...] Capolavoro pre Golden Age Zagoriana.

Ciao, Magico Vento. Dal poco che ho letto di tuo, sei un ottimo acquisto per il forum. Benvenuto. Very Happy
Riguardo la storia, inutile dire (poiché è evidente dai post sopra) che condivido in toto ciò che hai scritto. Applause
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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 2021 6:32 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
E' sempre bello vedere una tavola originale (coi bianchetti, i neri slavati, le note a margine...)


io ho questa:


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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 2021 10:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: Mer Giu 09, 2021 1:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
Ma tant'è. E' considerato "normale" rifilarci roba come il Kandrax di Chiaverotti...e "scorretto" riproporre lo Zagor impostato da Nolitta. Quindi...davvero: di che cosa stiamo parlando?

Amara ma ineccepibile considerazione. Sad
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