www.spiritoconlascure.it

[SpiritosoConLaScura]

[lupo bianco]

C'hai ragione pure tu!

[Adriano]

[SpiritosoConLaScura]

A me invece sembra che lo migliori quasi sempre:
ammetto che nelle "storie pi? cupe e tenebrose" potrebbe non essere vero
_________________
Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima!
Guido Nolitta non avrebbe potuto fare di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di essere il suo degno successore.

[Kerzhakov91]

Dopo la prima lunga trasferta, eccoci di nuovo a Darkwood, dove ad attendere lo Spirito con la Scure e il suo amico Cico ci sono cinque pendagli da forca appena evasi, capeggiati da Sam Fletcher, l'ormai ex Iron Man, voglioso di prendersi una rivincita contro colui che lo sped? ai lavori forzati e allo stesso tempo autore di un piano che porter? lui e i suoi complici ad arricchirsi con degli smeraldi di propriet? degli indiani Mohawk. Zagor viene catturato e pestato, per poi finire sul palo della morte degli indiani Cayuga, alleati di Fletcher fin dalla sua prima apparizione, e motivati da quest'ultimo a scatenare un violento attacco al campo Mohawk, in modo da facilitare l'incursione dei cinque evasi nel cimitero Mohawk (su un totem vi sono incastonati gli smeraldi). Un piano perfetto, se non fosse per l'intervento di Zagor, che manda tutto a monte una volta riuscito a liberarsi.

Ritmo frenetico e senza pause, soggetto semplice ma efficace. Splendida la caccia a Sam Fletcher e suoi complici nella foresta, con Za-gor-te-nay che terrorizza da un punto di vista psicologico i suoi avversari, rendendoli pi? agitati e nervosi. Un pressing psicologico che porta gli evasi a sbagliare. Nolitta mette in risalto la personalit? dei fuggiaschi: la passione/ossessione dello svizzero Bill Gessner (all'apparenza innocuo) per gli orologi lo porter? alla morte; quasi commovente la fine di "Mozart" Kelly, anche in questo caso segnata dalla sua passione per qualcosa (il flauto). Spiazzante il finale. Grande storia.


VOTO: 8
_________________


"A Zagor sento di aver dato il mio entusiasmo e una buona dose di incoscienza, a Mister No la mia maturità di uomo, a Tex la mia professionalità e la mia gratitudine"
Sergio Bonelli/Guido Nolitta

[One Eyed Jack]

[Kerzhakov91]

[Liberty Sasa]

[Andrea67]

Altro capolavoro Nolittiano/Ferriano che vede il ritorno di un nemico che, ancora una volta, rende la vita difficile a Zagor. Anche il ritorno di NaPaWa ? gradito e molto giusta la scelta di far effettuare il duello tra i due capi indiani lasciando fuori Zagor, che invece si esibisce in uno di quegli inseguimenti notturni tra gli alberi che ne hanno fatto la sua storia.
Spettacolare l'urlo di zagor nel villaggio dei Cayuga
Disegni? No comment!

Voto alla storia: 8,8
Voto ai disegni: 10

[Spiritello senza scure]

Strepitoso ritorno di Iron man ed ennesimo capolavoro della golden-age. Inserita senza ombra di dubbio nella mia top ten personale del periodo "classico" zagoriano. Poco da dire: comicit?, avventura, tensione, dramma, il tutto miscelato in maniera armoniosa e impeccabile come raramente avviene in altri fumetti ma come invece era la norma per il duo Ferri/Nolitta dell'epoca.
Ricordo che mi colp? la moglie del trapper nella capanna dove giunge Zagor seguendo le orme dello svizzero in fuga: una tra le pi? belle donne disegnate dal maestro ligure

[Zagrosky]

Concordo! Inoltre qui si vede la capacit? di caratterizzazione di Nolitta: gli evasi sono visti con le proprie caratteristiche e peculiarit? ed i loro difetti !
_________________
Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Ken Parker]

Una trama decisamente ben organizzata, con dei bellissimi disegni del maestro Ferri, di cui si può dire sia entrato nel periodo migliore; alcune inquadrature nelle sue tavole sono anche d'effetto, come la scena in cui Zagor arriva nel cimitero indiano in cui si è compiuta la tragedia della morte del traditore indiano e vengono inquadrati solo i suoi stivali. Lo stesso può dirsi dello scontro tra Zagor e lo svizzero Gessner nel bosco, carico di suspense e di pathos allorquando lo Spirito con la Scure sta per essere colpito a tradimento. Si assiste invece a una costante caccia all'uomo in cui l'effetto psicologico conta tantissimo.
È particolare notare come siano proprio le abitudini e le passioni più personali a tradire i singoli componenti la banda: i piedi abitualmente scalzi di "Snowball", la malattia per gli orologi di Gessner, la musica per Kelly "Mozart". Il primo rimane ferito a un piede, il secondo viene tradito dal rintocco dell'orologio proprio quando sta per sbarazzarsi di Zagor, il terzo non regge allo stress e impazzisce rifugiandosi appunto nel suo amore per la musica.
Molto bella è anche la forte "obbedienza" che Tonka e i suoi Mohawk dimostrano nei confronti di Zagor. Questi si è talmente conquistato la fiducia di alcune tribù che queste sono disposte ad affidare a lui il ripristino dell'ordine delle cose anziché cercare giustizia in modo diretto. L'autorità che egli riesce ad esercitare sugli indiani, tramite il suo amico fraterno, è veramente significativa del carisma che egli ha nei loro confronti.
Un paio di considerazioni: innanzi tutto colpisce la sete di vendetta, e anche di sangue nemico, che caratterizza Zagor in questa storia. Non solo si abbatte senza sosta sui nemici, che vuole fermare a tutti i costi, ma si prefigge di uccidere (e non solo di sconfiggere) il malvagio Na Pawa, compito che poi gli viene sottratto da Tonka.
Poi occorre sottolineare la perfetta definizione di un cattivo a tutto tondo come Sam Fletcher. Trovo molto azzeccata la scelta di farlo tornare senza però ricacciarlo dentro il suo tubino attillato da supereroe da operetta (concordo con DexterGreen82). Qui è un malvagio furbo e smaliziato, che si preoccupa di recuperare le vecchie alleanze (i Cayuga) per avere punti di riferimento certi, che dimostra di saper dominare i propri nervi e di conoscere il proprio nemico. Il fatto che alla fine muoia da un lato è un po' un peccato, dall'altro però mi fa pensare che era anche un periodo in cui non esisteva ancora l'accanimento a sfruttare sempre i ritorni dei vari malvagi; forse non si aveva paura di rimanere a corto di idee?
Il finale è un poco a sorpresa, ricorda un po' i finali di G.L Bonelli, in cui la sorte, un fattore esterno, un animale o quant'altro venivano a risolvere, in modo quasi automatico, le intrigate vicende che si erano andate costruendo fino a quel momento. I due cattivi rimasti si annullano a vicenda (come diceva SpiritosoConLaScura "il male finisce per annientarsi da solo, la sua stessa natura lo porta a consumare sé stesso").
_________________
"SO LONG!"
https://blog.libero.it/QuelPocoDaDire/view.php

[wakopa]

[Spiritello senza scure]

Sicuramente una delle storie in cui la tensione psicologica è così densa ma allo stesso tempo pennellata e appena suggerita dalla snellezza del testo e ancora di più dai disegni. Curioso come oggi, un tale spessore manchi quasi sempre: abbondano i dialoghi e le spiegazioni ma raramente sono veicolo di vera emozione e drammaticità

[Spiritello senza scure]

Sicuramente una delle storie in cui la tensione psicologica trasuda da ogni pagina, esaltata, anzichè sacrificata, dalla snellezza del testo e dalla dinamicità dei disegni. Curioso come oggi, un tale spessore manchi quasi sempre: abbondano i dialoghi e le spiegazioni ma raramente sono veicolo di vera emozione e drammaticità