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Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Mar Apr 06, 2021 9:17 pm    Oggetto: Rispondi citando

Speciale The Falcon and the Winter Soldier: chi è il Barone Zemo?

Lo avete visto mettere in ginocchio gli Avengers, tramite un convoluto ma appassionantissimo piano; lo stiamo vedendo proseguire il suo progetto di mettere fine a ogni forma di Progetto Super Soldato ancora attiva nell’Universo Cinematografico Marvel; ma soprattutto, lo stiamo condividendo sui social mentre balla a Madripoor. Ovviamente stiamo parlando di Zemo.
 
Scopriamo insieme quale personaggio dei fumetti faccia da retroterra per il Barone Zemo che stiamo rivedendo su The Falcon and the Winter Soldier. Attenzione: sarà un ritratto piuttosto di massima, perché stiamo parlando di non uno, ma ben due personaggi che hanno vestito il costume viola e impellicciato passato alla storia ed entrambi hanno un passato troppo ricco per essere riassunto in questa sede in maniera esaustiva.

L’originale Barone Zemo si chiamava Heinrich ed è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby su Avengers #4, agli albori della storia Marvel, presentato come uno dei nemici di Capitan America durante la Seconda Guerra Mondiale, anche se in realtà non aveva mai fatto la sua comparsa nelle storie originali di Steve Rogers, prima della sua riesumazione da parte della Casa delle Idee. Uno degli scienziati principali della Germania Nazista, il dodicesimo Barone Zemo ha creato innumerevoli armi per il Reich, sperimentandone spesso gli effetti sugli innocenti.

Criminale di guerra, odiato e vituperato, Zemo veste la sua maschera viola per la prima volta nel tentativo di riguadagnare in qualche modo una forma di anonimato. Gli resterà incollata, durante uno scontro con Capitan America, proprio a causa di una delle sue terribili invenzioni: l’Adesivo X, apparentemente impossibile da sciogliere. Un avvenimento che avrebbe accresciuto la sua follia e il suo odio per il discobolo, cui giurerà vendetta per ragioni che vanno al di là della chiara divergenza ideologica.

Proprio lui sarebbe stato la causa della morte apparente di Bucky e Steve Rogers: in effetti l’aereo sperimentale che avrebbe fatto scomparire il giovane eroe e precipitare il Capitano nel Mar Glaciale Artico fu creato e lanciato da Zemo. Il che avrebbe apparentemente dato la vittoria a quest’ultimo, con la fine della sua nemesi a stelle e strisce. Come sappiamo, le cose sono andate molto diversamente. Folle e torturato, abbandona la moglie e il figlioletto, Helmut, per rifugiarsi in Sud America come molti criminali nazisti della realtà, finendo per schiavizzare nativi e vivere da despota semidivino, circondato da mercenari fedeli e ossessionato dai costanti fallimenti nel rimuovere la maschera e riavere il proprio volto.

Quando Steve Rogers viene scongelato e torna attivo come super eroe, Heinrich Zemo fa altrettanto. Prima cerca di ucciderlo mandandogli contro una serie di sicari, poi fonda un gruppo di criminali che possano tenere testa agli Avengers, gli alleati di Cap: sono i Signori del Male. Con lui ci sono Cavaliere Nero, ovvero Nathan Garrett, lo zio dell’eroe Dane Whitman che erediterà il suo nome e i suoi poteri, Melter e l’Uomo Radioattivo. La formazione finirà poi per venire aggiornata in varie occasioni e agirà sempre come antagonista degli Eroi più Potenti della Terra.

L’ultimo scontro di Heinrich con Cap gli costa la vita. Dopo aver rapito Rick Jones, allora spalla di Capitan America, e aver inviato i Signori del Male a tenere occupati gli Avengers, Zemo si scontra con Steve Rogers e, accecato da un raggio del sole riflesso sullo scudo di quest’ultimo, provoca una frana con un colpo inavvertito del suo raggio della morte, finendo sepolto e passando a miglior vita. Si fa per dire, dato che le storie più recenti in cui è apparso lo mostrano negli inferi del pantheon greco.

Alla sua morte, il figlio Helmut Zemo avrebbe ripreso la sua battaglia, spinto da sentimenti di vendetta e rivalsa. Con gli stessi sentimenti di razzismo e suprematismo del padre nel cuore e lo stesso genio scientifico e sadico nel cervello, Helmut si presenta come super criminale con il nome di Fenice e, al suo primo scontro con Capitan America, finisce con il precipitare in una vasca di Adesivo X bollente. Invece di incollarsi al volto la maschera, si sfigura orribilmente. Tornerà con il nome di Barone Zemo.

Raccontare la sua carriera di criminale sarebbe complesso e lungo. Vi basti sapere che Helmut entra di diritto a far parte di diverse alleanze con i vari nemici nazisti di Capitan America, stringendo forti legami con Arnim Zola e con la sua creatura genetica, nota come Primus, per poi stringere un’alleanza complessa con l’altro grande erede del terzo Reich: il Teschio Rosso. Helmut sarebbe stato il tutore della figlia del Teschio, Sin, per poi rivoltarsi contro entrambi.

Seguendo i passi di papà, il tredicesimo Barone Zemo fonda la sua versione dei Signori del Male, molto più ampia nei numeri rispetto a quella originale. Ne fanno parte criminali come Moonstone, Titania, Golia, Uomo Assorbente, la Squadra di Demolizione, Squalo Tigre, Blackout, Mister Hyde e altri ancora, che finiranno per combattere contro gli Avengers della Costa Ovest e i Fantastici Quattro. A questo punto, Helmut non è più strettamente connotato dall’ideologia nazista, bensì dal generico desiderio di conquistare il mondo per esserne il dominatore. Fallendo ogni volta, da buon villain.

Ma il piano più ambizioso e affascinante di Helmut Zemo è senza dubbio la creazione dei Thunderbolts. All’indomani della scomparsa degli Avengers e dei Fantastici Quattro, dopo la battaglia contro il terribile Onslaught, sfrutta il vuoto lasciato dai principali protettori della Terra trasformando quel che resta dei suoi Signori del Male in super eroi, con l’aggiunta di alcuni membri realmente animati da intenzioni benevole. Zemo assume l’identità dell’eroe patriottico americano Citizen V (l’originale era stato ironicamente ucciso da suo padre durante il conflitto mondiale), si arma di spada laddove Capitan America portava uno scudo, veste la bandiera a stelle e strisce sul costume e si guadagna la fiducia degli Stati Uniti e del mondo intero.

Il piano è di sfruttare questa posizione per diventare insostituibile difensore del pianeta, fingere di portare giustizia per poi compiere una sorta di colpi di stato globale e diventare il dominatore del mondo. Nella serie, scritta da Kurt Busiek e disegnata da Mark Bagley, si racconta la vita dei Thunderbolts e le dinamiche del gruppo. Il piano fallisce poiché alcuni membri hanno dei ripensamenti sul proprio passato, altri sono spinti da affetti che nascono inattesi. La vita da eroi cambia la natura degli ex criminali, insomma, e le cose non vanno esattamente come progettate dalla brillante mente strategica di Helmut. Inoltre, ci si metterà anche il ritorno degli eroi perduti a rompere le uova nel paniere.

Da allora, i piani di Zemo per sconfiggere gli eroi e prendere posizioni di potere non si contano, tra brevi periodi al comando dell’HYDRA e ardite macchinazioni per rovinare la vita a Cap e agli Avengers. Tuttavia, Helmut non tornerà mai più in una posizione di vantaggio sui suoi nemici come ai tempi dei Thunderbolts

https://www.badtaste.it/fumetti/speciali/speciale-the-falcon-and-the-winter-soldier-chi-e-il-barone-zemo/?smclient=06dd192a-c61d-4869-9dc3-2e34ed8ad7f5&utm_source=salesmanago&utm_medium=email&utm_campaign=default
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MessaggioInviato: Mar Apr 06, 2021 9:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Marvel: Kurt Busiek parla delle grandi ambizioni di The Marvels

Dovreste già sapere molto di The Marvels, la serie di Kurt Busiek e Yldray Cinar dalle grandissimi ambizioni, che allargherà le proprie maglie all’intero universo narrativo della Casa delle Idee. Lo sceneggiatore è intervenuto recentemente per raccontare nel dettaglio il cast di questa storia, che trascina nelle trame personaggi provenienti dai più svariati cantoni di ottant’anni di continuity Marvel.

Ecco le dichiarazioni dello sceneggiatore.

Busiek – Potrà sembrare un’impresa che spaventa, ma non credo che sarà un problema, per me. Ho più idee di quanto abbia tempo per scriverle, quindi il processo sarà soprattutto di selezione di trame da raccontare o personaggi che abbia voglia di rivisitare o introdurre, per poi costruirci attorno, per poi assicurarmi che quelle storie abbiano da guadagnare se coinvolte negli eventi dei Fantastici Quattro di John Byrne, per esempio, o dei Guardiani della Galassia. Ho sempre voluti riportare in scena Ixar e gli Ultroidi, dalle storie degli Avengers degli anni Sessanta e posso farlo in ogni modo che sia funzionale.
Fintanto che i personaggi, le trame e le situazioni che utilizzo beneficiano dalla loro collocazione temporale, posso sfruttare ogni epoca che voglia. Il che, per me, è molto liberatorio. Ma anche se dovesse essere complicato, posso sempre chiamare Tom Brevoort o Alex Ross, scambiarmi idee con loro finché non mi attaccano il telefono in faccia o finché non definisco la direzione da prendere. Certamente non è stato un problema sinora, perché le radici del primo arco narrativo che stiamo raccontando sono vecchie di vent’anni per me.
All’epoca, io sceneggiavo Iron Man, Roger Stern scriveva la scomparsa e vituperata serie Marvel Universe e Mark Waid era l’autore di Capitan America: Sentinella della Libertà. Ognuna di quelle storie era ambientata in un diverso periodo storico e io ebbi l’idea per un crossover che esplorasse un evento fino ad allora mai narrato: la guerra nel Sin-Cong.
L’idea era che Roger potesse raccontarne lo scoppio, risalente a prima dell’epoca Marvel, mentre Mark avrebbe potuto mostrarne il picco. Ed io mi sarei occupato delle conseguenze nel presente. Forse avremmo potuto coinvolgere una delle serie su Spider-Man o Wolverine e rendere l’evento qualcosa di grosso. Un’epopea militare con una nuova prospettiva e un mistero da super eroi alla base.
Ma poi succede sempre qualcosa. E questa cosa, in particolare, invece non è mai successa. Tuttavia mi è sempre piaciuta l’idea di base, quindi, quando si è iniziato a parlare di The Marvels, ho suggerito che potessimo riprenderla e rimettere in piedi quest’avventura stratificata e un po’ alla Tom Clancy, con tante sorprese, tanta umanità e una prospettiva nuova sulla storia Marvel.
Lungo il percorso della narrazione, sono saltate fuori altre due idee che l’hanno resa più ampia e migliore, nonché più bizzarra di quanto avrei mai potuto renderla all’epoca. Ma ci hanno anche condotto verso nuove trame, nuovi luoghi e persino nuovi personaggi, che potrò introdurre per poi approfondirli sempre di più, quando avrò portato a termine il primo arco narrativo. Sono sicuro che anch’essi porteranno a nuove idee a loro volta. Potrei non finire mai le idee su cosa succederà in seguito, in questa serie. Come sapete, ci muoviamo in una gigantesca stanza dei giochi: quando ne prendi uno dallo scaffale te ne capitano sott’occhio altri tre con cui vuoi divertirti.

https://www.badtaste.it/fumetti/articoli/marvel-kurt-busiek-parla-delle-grandi-ambizioni-di-the-marvels/?smclient=06dd192a-c61d-4869-9dc3-2e34ed8ad7f5&utm_source=salesmanago&utm_medium=email&utm_campaign=default
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MessaggioInviato: Mer Apr 07, 2021 5:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Marvel: Kurt Busiek presenta i volti nuovi di The Marvels

Vi abbiamo parlato ieri delle dichiarazioni di Kurt Busiek in merito a The Marvels, il complesso e stratificato progetto che lo vede a fianco di Yldiray Cinar e con in mano, sostanzialmente, ogni lembo del passato della Casa delle Idee. Come sappiamo, nelle trame vedremo personaggi ben noti accanto ad altri mai visti prima.

Kurt Busiek ha approfondito le notizie sinora trapelate sul cast di The Marvels, presentando al pubblico soprattutto i volti nuovi.

Busiek – Non posso dire molto si Kevin Schumer. Saprete moltissimo di lui nei primi due numeri. Ma confermo: tutti i personaggi sono molto diversi tra loro e questo è uno degli aspetti divertenti di The Marvels. Possiamo esplorare l’Universo Marvel da molteplici prospettive e avere delle figure molto distinte attraverso cui osservarlo rende la storia molto più ricca.

Da uno studente universitario cresciuto nell’era delle Meraviglie, come Kevin, a un super umano compromesso con antiche ostilità e fazioni ostili, come Warbird. Fino a qualunque cosa sia Threadneedle. Mostreremo idee, esperienze, reazioni molto distanti tra loro.

La cosa che cerco soprattutto di evitare quando creo nuovi personaggi? Probabilmente dipende dalle volte e dallo scopo che hanno. A volte si cerca semplicemente di dar vita a una figura temporanea, che ha un piccolo ruolo importante e poi abbandona le scene, senza che abbia bisogno di troppe complicazioni, altrimenti avrebbe un impatto eccesivo sulla storia. Ma la Marvel ha già un sacco di personaggi che possono vestire quei panni, quindi non c’è bisogno di nuovi.

Per figure un po’ più importanti, serve qualcuno che abbia un ruolo che non può ricoprire chiunque altro. Qualcuno che si distingua, che sia memorabile, che valga la pena approfondire e che aggiunga qualcosa al mondo in cui si trova, invece di occupare semplicemente spazio. Tutto deve essere una dichiarazione d’identità. Cosa evitare, quindi? La noia, la ridondanza. Bisogna assicurarsi che il personaggio appaia adeguato ai contenuti della storia.

Finalmente, almeno un personaggio su cui non devo essere troppo misterioso. Lady Lotus è stata presentata al pubblico nelle storie degli Invasori, negli anni Settanta, e per qualche ragione, quando le leggevo da ragazzino, ho pensato che sarebbe stata interessantissima se fosse stata un’immortale, che potesse presentarsi anche ai giorni nostri. Negli anni Ottanta, Steve Gerber e Al Milgrom mostrarono un personaggio del crimine di Los Angeles di nome Lotus Newmark ed io pensai nuovamente a Lady Lotus.

Quando Roger Stern scriveva Avengers Two, la miniserie del 2000, gli suggerii di rivelare che Lady Lotus e Lotus Newmark erano la stessa persona, pensando che sarebbe stato utile per i miei piani per la guerra Sin-Cong. Ora posso finalmente raccogliere i frutti, anche grazie al nuovo design di Yldiray Cinar e un segreto che la connette alla storia Marvel e a un sacco di personaggi in maniera inaspettata.

Su Threadneedle torno ad essere misterioso, perché lui è in effetti un uomo del mistero. Sempre ammesso che sia corretto definirlo uomo. Lavora con un altro personaggio che, nelle storie del passato, è comparso solamente due volte, per quel che ne so, e che avrà un ruolo tutto nuovo nell’ampissimo panorama di The Marvels.

Nel primo numero della serie introdurremo tre nuovi personaggi. Uno è decisamente un umano, uno è coinvolto nella storia dei super eroi e ha legami che vanno ben oltre il pianeta Terra, uno è semplicemente bizzarro e di livello cosmico. Ci condurrà a un mondo enorme, stranissimo e profondissimo. E questi è Threadneedle, come intuirete. Alex Ross gli ha dato un aspetto pazzesco, peculiare e allucinato, diverso da qualunque altra figura nell’Universo Marvel. Scelta intenzionale. Mi raccomando tenete d’occhio lui e i suoi affascinanti segreti.

ThreadneedleNon posso dire molto su Warbird, perché questa sua nuova incarnazione è un mistero e vogliamo che sia una sorpresa per la gente, quando ne parleremo. Ma posso rivelare questo: tutto parte dal fatto che ho fatto il suo nome e che mi piacciono i costumi classici che Carol Danvers vestiva quando aveva quell’identità. Da quando è passata a un’altra e ha avuto grande successo, costume e nome sono tornati disponibili. Quindi mi sono fatto venire un po’ di idee per un nuovo personaggio e Alex ha lavorato su diversi progetti per l’uniforme. Eccoci qui.

Ha qualche legame con Carol Danvers? Be’, sicuramente ne ha con persone che le gravitano attorno e la troviamo in una serie che ci permette di fare di tutto ed esplorare ogni tempo e luogo, quindi sarei molto sorpreso se le due non si fossero mai incontrate in circostanze interessanti. Ma quali siano lo lasceremo scoprire ai lettori.

https://www.badtaste.it/fumetti/articoli/marvel-kurt-busiek-presenta-i-volti-nuovi-di-the-marvels/
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MessaggioInviato: Mer Apr 07, 2021 8:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Walt Simonson racconta i propri esordi a Daniel Warren Johnson

Dovreste già essere ampiamente informati riguardo le storie di Beta Ray Bill affidate alla penna e alle matite di Daniel Warren Johnson. Decisamente uno dei progetti che più attendiamo da Oltreoceano. Ebbene, il talentuoso autore ha avuto modo di condurre una chiacchierata con il creatore dell’eroe korbinita e sceneggiatore di uno dei più importanti cicli di storie di Thor di sempre: Walt Simonson.

Curiosi di sapere cosa si sono raccontati questi due giganti del Fumetto americano? Ebbene i due hanno toccato molti aspetti, con Warren Johnson nei panni dell’intervistatore, più o meno, e Simonson a rispondere alle sue curiosità, di grande fan e giovane collega.

Daniel Warren Johnson – Ho sentito dire che hai frequentato l’Amhearst College (molto vicino a dove sono cresciuto!) e che eri in effetti un fan dei fumetti di Thor. Cosa ti ha motivato a passare all’atto creativo e ci sono per caso dei momenti della tua carriera universitaria che ti hanno spinto in particolare verso una carriera nei comics?

Walt Simonson – Quando ero alla Amhearst, nel bel mezzo degli anni Sessanta, ho scoperto i fumetti Marvel, che pubblicavano storie di super eroi da soli quattro anni. Thor fu il mio primo incontro. Ero già appassionato di mitologia nordica, sin da bimbo, quindi fu una gioia scoprire un fumetto che parlava degli dei vichinghi. Ho iniziato a leggere tutte le serie Marvel, circa undici al mese all’epoca. Mi mettevano voglia di disegnare fumetti e mi confrontai con qualche pagina di Doctor Strange, Iron Man e Enemy Ace, negli anni successivi. Tutte storielle frammentate, che pian piano si allungavano.
Il mio primo tentativo con Strange fu ispirato dall’ultimo numero di Strange Tales con Steve Ditko, in cui Eternità e Dormammu si affrontavano. Adorai quell’albo, ma lo trovai troppo corto, quindi decisi di realizzare una versione estesa della battaglia finale, come avrei voluto vederla. Scoprii che disegnare fumetti era un lavoro durissimo e riuscii a finire quattro pagine prima di finire la benzina. Ma era il mio primo tentativo serio di realizzarne uno, almeno in età semi-adulta.
Avevo un’idea per una storia di Thor, basata sui fumetti Marvel e sui miti, ma non mi ci misi mai, all’epoca. All’università non pensavo di darmi ai fumetti da professionista. All’inizio ero interessato alla paleontologia, allo studio dei dinosauri. Per la fine del college, decisi che non sarebbe stata la mia strada, ma dovevo ancora iniziare a inseguire una carriera nei comics.

Daniel Warren Johnson – Mi racconteresti qualcosa del tuo periodo a New York City, negli anni Settanta? Che genere di cultura artistica avete generato tu e gli altri fumettisti dell’epoca?

Walt Simonson – Quel decennio e la prima metà degli Ottanta sono stati un gran periodo per il Fumetto. Non girava granché danaro, ma tutti noi che siamo entrati nel giro nei primi anni Settanta avevamo davvero passione per il lavoro. Molti di noi pensavano che fosse un’arte in via d’estinzione e volevamo esserne parte fintanto che esisteva. Non andò come credevamo, ma eravamo pieni di entusiasmo e di un’amichevole spirito di competizione.
All’epoca non esistevano le consegne di cibo a tarda notte, internet e gli scanner. Se volevi lavorare da fumettista eri pressoché obbligato a vivere a NY e questo significa che noi, di quella generazione, ci siamo conosciuti tutti, nonché un sacco di tizi di quelle precedenti, d cui ammiravamo le opere. Quando entravi in ufficio, vedevi arrivare il lavoro di gente come Jack Kirby, John Buscema, Alex Toth, Joe Kubert, Russ Heath, Neal Adams e tutto ciò che producevano quelli della mia età. Tutto di grande ispirazione.

https://www.badtaste.it/fumetti/articoli/marvel-walt-simonson-racconta-i-propri-esordi-a-daniel-warren-johnson/?smclient=06dd192a-c61d-4869-9dc3-2e34ed8ad7f5&utm_source=salesmanago&utm_medium=email&utm_campaign=default
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MessaggioInviato: Mer Apr 07, 2021 8:31 pm    Oggetto: Rispondi citando


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MessaggioInviato: Sab Mag 08, 2021 4:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ormai i fumetti Marvel della Play si vendono a prezzi stracciati, ieri ho comprato un Play Book in ottime condizioni, prezzo originale 10.000 lire a solo 1 euro, all' interno come nuovo Shocked
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Σε γνωρίζω από την κόψη του σπαθιού την τρομερή, Σε γνωρίζω από την όψη, που με βια μετρά τη γη. Απ' τα κόκαλα βγαλμένη των Ελλήνων τα ιερά,
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MessaggioInviato: Lun Mag 10, 2021 11:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Il logo del libro richiama quello dello Star Magazine della Star Comics! Bell'omaggio.
E ovviamente la copertina è quella delle mitiche "Secret Wars".
Anni eroici del fumetto Marvel in Italia, che ho vissuto in maniera molto intensa.

Esiste un link per il crowdfounding che non richieda di passare attraverso l'odiata Facebook?
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MessaggioInviato: Lun Mag 10, 2021 9:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

https://www.kickstarter.com/projects/marcosabatino/1986-1994-la-silver-age-del-fumetto-marvel-in-italia?ref=discovery_location
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MessaggioInviato: Lun Mag 10, 2021 9:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Muito obrigado!
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MessaggioInviato: Lun Mag 10, 2021 10:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

thumbleft Very Happy
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