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[Angelo1961]

Io la paragonerei alla Locanda degli impiccati... Ma la locanda degli impiccati perde in modo impietoso. E' l'unica storia di Boselli che non mi è piaciuta...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Zagrosky]

un Boselli in licenza poetica, ma mica male
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Angelo1961]

Io le poesie le preferisco dai poeti... Emily Dikinson, Fernando Pessoa, Edgar Lee Masters, Gigi D'Alessio...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Zagrosky]

va beh, io intendevo fuori dalle consuete tematiche
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Angelo1961]

Io Boselli (non poetico) lo voglio ogni mese su Zagor, su Dampyr e su Tex... Se possibile anche su Martin Mistere e Julia che magari è la volta che ricomincio a leggerli...
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Zagrosky]

Julia che tira sganassoni e mangia una montagna di patatine su una bistecca di bisonte la leggerei anch'io
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Thunderman]

[jupiter973]

[Angelo1961]

[Esploratore Scomparso]

Storia capolavoro sotto tutti i punti di vista! Disegni, testi, copertine, personaggi, brividi e comicità...
Ogni volta che la leggo ( e sottolineo ogni volta) mi viene la pelle d'oca quando ci sono le apparizioni di Priscilla soprattutto la vignetta della maledizione!
E' praticamente perfetta, anche se ci sono quei piccoli difetti evidenziati, ai fini narrativi ci stanno.
Una delle storie migliori di tutti i tempi, ideale per chi non conoscesse Zagor e volesse iniziare da una storia mitica.

[kanoxen60]

“La casa del terrore”: il titolo e la copertina hanno sempre esercitato un’attrazione irresistibile.
Ricordo bene, bambino, l’immagine di quella casa misteriosa, in un cielo tempestoso con nuvole e lampi, una nebbiolina inquietante nell’aria, la presenza incorporea di una donna minacciosa che fissava uno Zagor in primo piano, ma visto di spalle.
Non avevo fisicamente l’albo, ma ne vedevo la pubblicità su altre pubblicazioni di Casa Bonelli che mi passavano tra le mani nella seconda metà degli anni sessanta. Una storia di fantasmi su Zagor, lasciava intendere quella copertina, e tanto bastava per affascinarmi (d’altra parte, già allora ero appassionatissimo delle storie più misteriose del Ranger, da Vindex a Mefisto).



Adesso, a più di 50 anni di distanza, la storia mantiene il suo fascino ma, direi, più per l’ambientazione, la caratterizzazione di alcuni personaggi e i disegni del Maestro Ferri che per la trama in sé.
Certo, Nolitta è molto bravo nel creare un’atmosfera di mistero intorno alla vecchia casa degli Stanford (casa isolata su una scogliera, cui i Nostri arrivano, ovviamente, in una notte buia e tempestosa), abbinandola a sprazzi di comicità che vedono protagonisti Cico e Bat Batterton. Tuttavia, una volta svelate le carte, la trama perde un poco di credibilità.
Forse, però, a quei tempi difficilmente si sarebbe potuto fare di più (di più avrebbe fatto Nizzi vent’anni dopo, ma in un altro contesto, con la texiana “Locanda dei fantasmi”. Di Boselli e della sua “Locanda degli impiccati”, che non piace ad Angelo, avremo modo di parlare più avanti…).

[kanoxen60]

Ma vediamo in dettaglio gli aspetti per me più positivi e quelli un po' più deboli di questa storia.

Cosa mi è piaciuto di più (1)

- intanto, l’ambientazione.
Può forse essere poco credibile che tra Indiana, Illinois e Kentucky potesse esserci, nella prima metà dell’800, un paesino come Lafayette, con un’architettura in stile New England e abitanti agghindati come personaggi di almeno un secolo prima (nel saloon abbondano i tricorni; cuffiette e copricapi antichi si vedono nella scena della chiamata alle armi contro casa Stanford). Tuttavia, ciò concorre all’atmosfera complessiva della storia, che raggiunge l’apice, naturalmente, al momento dell’arrivo dei nostri Eroi a casa Stanford. Casa in cui non manca un maggiordomo dall’aspetto inquietante, un gatto nero chiamato Lucifero, una quercia sotto la quale è stata bruciata, anni addietro, una presunta strega, suoni notturni da una misteriosa pianola, apparizioni, sempre notturne, di un presunto fantasma, una cripta in cui sono le tombe di famiglia (ah, la cripta e le tombe… ).



- Ferri, ovviamente, ci mette del suo e sguazza come un pesce in queste atmosfere cupe e misteriose.
Le case di Lafayette e casa Stanford ("Windy Cliff") concorrono alla creazione de quell’architettura ferriana di cui abbiamo avuto i primi esempi con il mulino dei “Mercanti di schiavi”, il penitenziario dell’”Inferno dei vivi” e il faro delle “Jene del mare”. Lo stile architettonico delle abitazioni di Lafayette, peraltro, tornerà più volte nei numeri successivi della serie, sempre in storie misteriose e inquietanti.
Casa Stanford, con le sue molteplici stanze, con il maggiordomo David dall’aspetto poco rassicurante (“salutatemi quella mummia di David”, dice Cico a un certo punto, convinto di poter lasciare la casa. Proprio una mummia sembra, in effetti…), le ripetute apparizioni del “fantasma” di Priscilla, è ben rappresentata come una vera e propria “casa del terrore”.
Mi sono piaciute molto, al riguardo, le due vignette a pag. 248 del volume 15 della CSAC, dove Ferri ci mostra casa Stanford immersa nel buio della notte, tutte le luci spente, i riflessi dei lampi del temporale che si sta allontanando…da applausi ;

[kanoxen60]

Cosa mi è piaciuto di più (2)

- la triste, ma purtroppo credibile, storia di Priscilla Stanford e del terribile inganno esercitato ai suoi danni dall’avido zio Thomas.
Viene raccontata a Zagor da Alan Stanford e ci riporta in un clima seicentesco da “Lettera scarlatta”. Terribile l’immagine della ragazza bruciata, legata alla quercia.
Dalla reazione nel saloon e dalla decisione degli abitanti di Lafayette di vendicarsi sugli Stanford, Nolitta forse ci fa capire, en passant, che la mentalità da caccia alle streghe non era molto cambiata rispetto a 200 anni prima. Non a caso Zagor, dopo la rissa nel saloon, parla di “stupida intolleranza” da parte di “quel branco di ignoranti”.



- a fianco degli aspetti più cupi, Nolitta introduce una buona dose di aspetti comici, affidati ovviamente a Cico, in abbinata con l’investigatore privato Bat Batterton, che va specializzandosi nelle apparizioni in storie particolarmente misteriose (diciamolo chiaramente: Bat da il meglio di sé proprio in quel tipo di storie).



Le loro gag sono numerose e, nel complesso, ben inserite nella trama, alleggerendo il clima di tensione complessivo (il travestimento da indiano di Bat, la rissa nel saloon, con Bat che si dichiara per la non-violenza, l’ingresso e la precipitosa fuga dalla camera da letto a casa Stanford, lo spostamento notturno del quadro di Priscilla, il turno di guardia presso la quercia bruciata, la fuga dalla soffitta dopo l’apparizione di Priscilla alla finestra).



Ma la battuta che più mi ha fatto ridere è di Cico che, al vedere per la prima volta casa Stanford, dice all’amico Bat: “Complimenti, Batterton! State proprio andando in un bel posticino. Il cimitero del mio paese, al confronto, è un capolavoro di allegria!” (pag. 234, vol. 15 CSAC) .

[kanoxen60]

Cosa mi è piaciuto di più (3)

- ben assortita la famiglia Landon (papà Buster, i figli Greg e Marta e lo zio David: un mix di avidità, mancanza di scrupoli, astuzia e ignoranza), in cui spiccano lo zio, per il suo aspetto inquietante, e la giovane Marta per le sue qualità.



Tratteggiata da Ferri come una bella ragazza dai lunghi capelli neri (e vi è da chiedersi da dove arrivi tale bellezza, considerando la bruttezza del padre, per tacer dello zio, e pure il fratello Greg non scherza… Graficamente ricorda per certi versi Aline, la figlia del dottor Metrelevic…), Marta Landon mostra doti inaspettate.
Non solo si presta bene a svolgere la parte del fantasma di Priscilla Stanford, suonando la vecchia spinetta, lanciando urla spaventose dalla vecchia quercia e apparendo nottetempo nella casa, ma si dimostra anche donna d’azione, come quando stende Cico con un sonoro sinistro (“Per tutti i baffi della mia famiglia: questa donna era meno pericolosa quando faceva il fantasma”, dice il messicano dolorante, pag. 32, vol. 16 CSAC) o sorprende Zagor nelle vecchie scuderie di Fort Lafayette, dandogli anche una dimostrazione pratica di essere un’ottima lanciatrice di coltelli. Unico momento di ingenuità della ragazza quando è lei a farsi cogliere di sorpresa dall’arrivo di Cico, che solleva la botola facendola cadere.

[kanoxen60]

Cosa mi è piaciuto un po' meno

- come ha messo bene in evidenza Ivan, le ragioni, molto terrene, della messinscena in casa Stanford sono un poco forzate (tutto molto, troppo casuale: l’incontro di Buster Landon nel forte con un carcerato di sua conoscenza, il tunnel che porta direttamente sotto il forte, la presenza di David a casa Stanford dopo la presunta morte del proprietario: nessuno si chiede cosa ci faccia in una casa non sua, possibile che zio Nathaniel Stanford - dal punto di vista grafico, tratteggiato da Ferri come un gemello del Ghiro Sanderson della storia successiva - non ne abbia parlato nella lettera inviata al nipote? );



- Zagor va a corrente alternata: al forte si dichiara non portato per le investigazioni…. si fa mettere fuori causa da Marta col vaso e poi si fa sorprendere dalla ragazza nelle scuderie, salvandosi solo grazie all’arrivo un po' rocambolesco di Cico. Nella prima parte della storia, di fronte alle misteriose apparizioni notturne di Priscilla Stanford, tutto quello che combina è rompere con la scure le finestre della casa… .
D’altra parte, nella cripta con il giovane Alan è lui a scoprire il primo indizio, risolutivo (alla faccia del non essere portato per le indagini…) ed è lui a nascondersi nella cassapanca aspettando per ore, coi nervi tesi al massimo, l’arrivo del cosiddetto fantasma;



- debolissima la figura del colonnello Foster, comandante di Fort Lafayette, che non riesce assolutamente a capire qualcosa riguardo alle misteriose sparizioni che avvengono nel Forte (è persino sbeffeggiato con una canzone dai carcerati…);

- Bimbo Sullivan rimane un po' ai margini, lo si ricorda soprattutto per il ricorso al forcone per infilzare Zagor nelle scuderie del forte.