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CONFRONTO TRA ZAGOR E MISTER NO
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Autore Messaggio
joe7
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 2:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Zagrosky ha scritto:
joe7 ha scritto:
[Forse Mister No è stato il primo "fumetto-documentario" della Bonelli e del fumetto italiano: agli esperti dire se è vero o meno.



sono d'accordo, anche se ricordo volentieri un suo contemporaneo , KOKO AVVENTURE NELLA SAVANA , ( disegnato dal grande Stelio Fenzo ) ambientato in Africa centrale e con tematiche non troppo differenti da MN, peccato che durò solo 10 numeri Think


Me lo ricordo, era pubblicato sul Giornalino, mi pare: un ottimo lavoro, ma non poteva avere molto sviluppo in quel contesto, purtroppo. Stelio Fenzo è in effetti uno dei grandi dimenticati, come Gianni De Luca e tanti altri.
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Zagrosky
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 2:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

si , poi l'anno successivo, mi sembra, fu ristampato in albi di tipo bonelliano da 98 pagine Think
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...
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Ivan
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 7:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

@ Carlo:
Temo che non ci siamo intesi, comunque concordo col chiudere la questione. Per me un chiarimento non deve durare più di un tot; se l'incomprensione permane, non è il caso di insistere.

joe7 ha scritto:
Ipotizziamo che Nolitta abbia pensato a Mister No come a un "prodotto editoriale": [...]a quei tempi (1975) uno come Mister No era davvero la risposta adatta per quel contesto.
Mister No[...]nelle intenzioni originarie doveva essere una miniserie, ma il suo successo cambiò le carte in tavola e fece diventare Mister No come una serie fissa come le altre.
Quindi, l'idea di Mister No come "prodotto editoriale" mi sembra azzeccata: ma questa non esclude la seconda possibilità, anzi mi sembrano entrambe vere. Infatti, Mister No è anche nato per "motivi affettivi": Nolitta aveva detto che aveva nel cassetto il personaggio da diverso tempo e era sempre indeciso se metterlo nel mercato o no.
Il punto è: Nolitta credeva nel successo di Mister No come prodotto editoriale, dopo che era stato messo in commercio? O ne vedeva soprattutto i motivi affettivi?

Touché, Joe. Applause Volevo arrivare appunto a questo.

A mio parere la pubblicazione di MN era stato uno “sfizio” personale di Nolitta, indipendentemente da quello che sarebbe poi stato il suo riscontro commerciale.
Anche la prevista durata iniziale della serie (mi pare fosse stata pianificata per 6-7 numeri) denota la “atipicità” dell'iniziativa.
Tuttavia il pubblico aveva risposto bene, inducendo Nolitta a trasformare una miniserie nata “per gioco” in una collana virtualmente infinita come Tex e Zagor (con tutti i Pro e i Contro della cosa).

Qui torna il discorso che il rapporto di Nolitta coi propri personaggi non è stato sempre unico e costante nel tempo.
Il semplice fatto di aver affidato le storie di MN anche ad ALTRI autori, indica che il suo rapporto con il “nuovo corso” di MN era mutato: ora Mister No non era più solo un “suo” sfizio personale, ma un vero e proprio prodotto commerciale alla stregua delle altre collane della SBE.

Anche Zagor, nonostante la pianificazione a tavolino, ha subìto una serie di “varianti in corso d'opera”, sia dai primissimi numeri (soprattutto nella figura di CICO), sia negli anni successivi, dall'abbandono del suo creatore fino al declino & rinascita dei primi '90.

Insomma, tra Nolitta e Mister No le cose non erano più le stesse dell'inizio.
Fosse stato per lui, forse (forse) avrebbe interrotto la serie quando si è accorto che sul personaggio aveva ormai detto tutto quel che aveva da dire...ma la collana vendeva ancora abbastanza bene, tanto da giustificarne il proseguimento.

Poi durante i '90, oltre al declino “creativo”, subentra anche il declino commerciale, fino all'inevitabile crisi.

Non si sa quale sia stato il sentimento di Nolitta nel vedere che la sua creatura più “autobiografica” era sull'orlo della scomparsa dalle edicole, sta di fatto che si è sentito in dovere di tornare personalmente a scriverne i testi.
Tuttavia era un po' troppo tardi; le serie alla deriva non si risollevano solo con un'improvvisa iniezione di buone storie (per quanto la saga conclusiva di MN non è che sia stata un capolavoro, ma questo è un altro discorso).
Infatti anche le storie precedenti di altri autori NON erano affatto malaccio, di per sé...ma era proprio la collana ad essere editorialmente logorata; insomma, il concetto di “Mister NO” presso il pubblico era ormai arrivato al capolinea.
Nolitta probabilmente era consapevole di questo fatto, e secondo me aveva scritto quella lunga saga più come degno epitaffio che come tentativo di risollevarne le sorti editoriali (infatti è probabile che la sua chiusura fosse già stata prevista in ogni caso).

In definitiva, direi che Mister No - più di Zagor - ha rappresentato il miglior esempio di fusione tra il Nolitta scrittore e il Bonelli editore - con varie alternanze di predominanza di un ruolo sull'altro durante il suo trentennio di esistenza editoriale.

Carlo Monni ha scritto:
[Zagor] fu un personaggio studiato a tavolino ma alla fine ne venne fuori qualcosa di diverso: un personaggio più "adulto" e profondo.
E meno male perché altrimenti lo avrei mollato intorno ai 12 anni come ho fatto con tutti i personaggi della ESSEGESSE che per me erano diventati troppo da bambino.

Questa è una considerazione interessante, che può aprire un altro bivio sul confronto Zagor/Mister No.

Lo Zagor di Nolitta conteneva all'interno delle proprie storie dei “codici di apprezzabilità” (chiamiamoli così) che potevano soddisfare sia il lettore giovanissimo (interessato alle mere storie e alla loro facilità di lettura) sia quello più adulto (che magari poteva apprezzare i messaggi meno apparenti che Nolitta inseriva nelle storie, tipo considerazioni filosofiche o di critica sociale).
Questo permetteva a Zagor di venire seguito indipendentemente dall'avanzare dell'età del lettore o della età in cui si approcciava alla collana.

Mister No invece era già sul nascere un prodotto indirizzato ad un pubblico più maturo;
personalmente parlando, i primi numeri di MN che mi sono capitati fra le mani a 10 anni NON mi catturavano, pur avendoli poi apprezzati in età più avanzata.
Rapportando questo tipo di reazione su larga scala, è possibile ipotizzare che il pubblico (o buona parte di esso) si sia in seguito disaffezionato a Mister No proprio perché gli era mancato l'approccio “infantile” con la testata - a differenza di Zagor, che come detto aveva più appeal nel catturare i giovanissimi fin dal loro primo approccio.

joe7 ha scritto:
Credo che Nolitta avvertisse il contesto sociale di quegli anni (gli anni '70), che erano quelli della contestazione e degli anni di piombo, in linea - non direttamente, ma nel senso di "ribellione e fuga dalla società" - con il personaggo di Mister No, un ribelle (tutti i personaggi di prima erano "al servizio della giustizia": Mister no fu il primo a non esserlo, almeno non ufficialmente). Altrimenti ci avrebbe pensato due volte a mettere su un personaggio così anomalo (adesso per noi non lo è, ma allora lo era).

Infatti: “adesso non lo è, ma allora lo era”.
Uno dei motivi della crisi della collana è che dagli anni '90 Mister No ha dovuto fronteggiare la comparsa in edicola di ALTRI “simil-Mister No”, più moderni e attualizzati, che incarnavano quel “ribelle, antieroe e donnaiolo” che nel 1975 Jerry Drake era l'unico a rappresentare.
Non parlo necessariamente di personaggi isprati a Mister No; molti di essi non erano neppure italiani (penso ad esempio ad alcuni antieroi di Wood, Trillo o Collins che apparivano su Lanciostory), sta di fatto che forse avevano un taglio più accattivante rispetto a MN, che tutto sommato era rimasto ancorato agli stessi stilemi con cui era partito. Stilemi vincenti a quell'epoca, ma destinati ad essere prima o poi superati.

Zagrosky ha scritto:
...ricordo volentieri un suo contemporaneo, KOKO AVVENTURE NELLA SAVANA (disegnato dal grande Stelio Fenzo), ambientato in Africa centrale e con tematiche non troppo differenti da MN.[...]Fu ristampato in albi di tipo bonelliano da 98 pagine.

Ah, KOKO. Me lo ricordo anch'io, e proprio nel formato bonelliano (accidenti a me che li ho sbolognati...) Brick wall
In effetti qualche similitudine c'é. L'eroe era molto “classico” e le trame piuttosto ingenue, però l'ambientazione e lo spirito avventuroso delle storie erano molto simili. Che nostalgia...
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 7:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
Non si sa quale sia stato il sentimento di Nolitta nel vedere che la sua creatura più “autobiografica” era sull'orlo della scomparsa dalle edicole, sta di fatto che si è sentito in dovere di tornare personalmente a scriverne i testi.
Tuttavia era un po' troppo tardi; le serie alla deriva non si risollevano solo con un'improvvisa iniezione di buone storie (per quanto la saga conclusiva di MN non è che sia stata un capolavoro, ma questo è un altro discorso).
Infatti anche le storie precedenti di altri autori NON erano affatto malaccio, di per sé...ma era proprio la collana ad essere editorialmente logorata; insomma, il concetto di “Mister NO” presso il pubblico era ormai arrivato al capolinea.
Nolitta probabilmente era consapevole di questo fatto, e secondo me aveva scritto quella lunga saga più come degno epitaffio che come tentativo di risollevarne le sorti editoriali (infatti è probabile che la sua chiusura fosse già stata prevista in ogni caso).


Ma è così, infatti. Nolitta è intervenuto per scrivere la saga conclusiva e la cosa fu annunciata con ANNI di anticipo. Shocked
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Carlo_Monni
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 7:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Una cosa mi lasciava perplesso riguardo ciò che diceva Sergio Bonelli su Mister No e cioè se effettivamente aveva solo 5 numeri pronti quando decise di far uscire Mister No, possibile che quattro mesi siano stati sufficienti per preparare i numeri successivi al 5?
Ripensandoci però la spiegazione esiste ed è logica
Oggi sarebbe impossibile uscire in edicola senza avere pronti almeno un minimo di 12 numeri se non addirittura 18. All'epoca, però, i ritmi produttivi erano molo diversi. I disegnatori come il nuovo arrivo Roberto Diso e i veterani Franco Donatelli (realizzatore grafico del personaggio) e Franco Bignotti erano in grado di realizzare 40 e più pagine al mese e le scadenze erano più pressanti e ravvicinate di oggi (non era infrequente allora che mentre un albo usciva in edicola, il disegnatore stesse ancora disegnando la fine della storia per l'albo successivo o quello ancora dopo).
Quindi è possibilissimo che la decisione di continuare Mister No sia stata presa in corsa dopo i più che buoni risultati del n. 1.

Un'altra cosa che Sergio disse (alla fanzine Dime Press mi pare) era che lui, ancora prima di decidere di mandare la serie in edicola, usava Mister No per testare i nuovi aspiranti sceneggiatori che si presentavano da lui e qui le mie perplessità rimangono, visto che nei primissimi anni solo due nuovi sceneggiatori furono testati e cioè: Andrea Mantelli (e non da solo ma con Nolitta) e Alfredo Castelli (vera colonna della serie). Non tantissimi dopotutto. Think
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joe7
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 7:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

One Eyed Jack ha scritto:
Ma è così, infatti. Nolitta è intervenuto per scrivere la saga conclusiva e la cosa fu annunciata con ANNI di anticipo. Shocked


Anni? Sei sicuro?

Senza contare che la storia finale avrebbe dovuto essere di tre numeri più o meno, mentre invece Nolitta, osservando i dati di vendita un pochino incoraggianti, aveva continuato fino a fare una saga di sedici numeri. Quindi, non credo che sia stata una storia già programmata anni prima. Magari quello che hai letto erano solo delle voci di corridoio... Think
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 7:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nolitta voleva scrivere una storia di pochi albi, poi si lasciò prendere la mano e ne uscirono sedici. Come succedeva quasi sempre quando scriveva, non riusciva a fermarsi, e d'altronde la sua logica era anche "io sono l'editore e posso permettermi di fare il cavolo che mi pare". Laughing
E tutto questo con i dati di vendita c'entra poco o nulla. Immaginiamo che fossero, secondo la tua tesi, previsti solo tre albi quando è uscito il primo di essi; si vende questo primo albo con dati stellari e allora si decide di allungare a sedici albi. Domando: sceneggiatore e disegnatori quanto dovevano lavorare per allungare all'ultimo minuto la saga, centotrenta ore al giorno? Shocked
Tanto è vero che dal punto di vista editoriale era una saga arraffazzonata alla bell'e meglio, con interventi dell'ultimo minuto di disegnatori chiamati a tappare i buchi, con storie di lunghezza diseguale eccetera. Nulla di curato in anticipo, e quindi tutto perfettamente nolittiano. Wink
Che NON fosse stata lanciata come saga conclusiva, invece, sono io a domandarvi dove l'abbiate mai letto o sentito. Very Happy
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joe7
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

A mio parere la pubblicazione di MN era stato uno “sfizio” personale di Nolitta, indipendentemente da quello che sarebbe poi stato il suo riscontro commerciale. Anche la prevista durata iniziale della serie (mi pare fosse stata pianificata per 6-7 numeri) denota la “atipicità” dell'iniziativa.


Infatti, a parte le storie brevi nella Collana Rodeo, non mi ricordo altre miniserie. Mister No forse sarebbe stata la prima miniserie ufficiale della Bonelli, battendo sul tempo i vari Volto Nascosto e Brad Barron.

Ivan ha scritto:

Tuttavia il pubblico aveva risposto bene, inducendo Nolitta a trasformare una miniserie nata “per gioco” in una collana virtualmente infinita come Tex e Zagor (con tutti i Pro e i Contro della cosa).

Qui torna il discorso che il rapporto di Nolitta coi propri personaggi non è stato sempre unico e costante nel tempo.
Il semplice fatto di aver affidato le storie di MN anche ad ALTRI autori, indica che il suo rapporto con il “nuovo corso” di MN era mutato: ora Mister No non era più solo un “suo” sfizio personale, ma un vero e proprio prodotto commerciale alla stregua delle altre collane della SBE.


E' vero, ma Sergio Bonelli aveva affidato anche Zagor ad altri autori (Sclavi, Castelli, Toninelli, eccetera).

In ogni caso, è stato con Zagor che Nolitta ha fatto una serie ininterrotta di sceneggiature, la più lunga della sua carriera: 10 anni di Zagor quasi senza interruzione, mentre con Mister No sceneggiò le storie ininterrottamente solo per i primi due anni. In entrambi i personaggi, insomma, iniziò lo "sfizio personale", per poi diventare dei veri e propri prodotti commerciali. Solo che Mister No fu costruito in modo più elaborato e documentato di Zagor.

Ivan ha scritto:

Anche Zagor, nonostante la pianificazione a tavolino, ha subìto una serie di “varianti in corso d'opera”, sia dai primissimi numeri (soprattutto nella figura di CICO), sia negli anni successivi, dall'abbandono del suo creatore fino al declino & rinascita dei primi '90.


Varianti inevitabili: gli inizi di una nuova serie in genere sono sempre un pò indistinti, e il passaggio di consegna di Zagor ad altri sceneggiatori non poteva avvenire senza traumi.

La cosa strana è che io NON mi ero mai accorto del "passaggio di consegna" di Mister No da Nolitta ad un altro sceneggiatore, mentre con Zagor me ne accorsi quasi subito. Think A voi è capitato?

Ivan ha scritto:

Insomma, tra Nolitta e Mister No le cose non erano più le stesse dell'inizio.
Fosse stato per lui, forse (forse) avrebbe interrotto la serie quando si è accorto che sul personaggio aveva ormai detto tutto quel che aveva da dire...ma la collana vendeva ancora abbastanza bene, tanto da giustificarne il proseguimento.


Qui penso che c'entrasse anche l'affetto particolare e unico che Nolitta nutriva per il suo alter-ego, tanto da soprassedere - finchè era possibile - ad un eventuale calo delle vendite.

Ivan ha scritto:

Poi durante i '90, oltre al declino “creativo”, subentra anche il declino commerciale, fino all'inevitabile crisi.

Non si sa quale sia stato il sentimento di Nolitta nel vedere che la sua creatura più “autobiografica” era sull'orlo della scomparsa dalle edicole, sta di fatto che si è sentito in dovere di tornare personalmente a scriverne i testi.
Tuttavia era un po' troppo tardi; le serie alla deriva non si risollevano solo con un'improvvisa iniezione di buone storie (per quanto la saga conclusiva di MN non è che sia stata un capolavoro, ma questo è un altro discorso).


Lasciamo stare i commenti sulla storia finale, infatti: fatto sta che Nolitta volle fare personalmente il "requiem" alla sua creatura. Ma, anche se avesse voluto fare delle storie come quelle iniziali, e se ci fosse riuscito, mi sembra difficile che questo avrebbe potuto essere sufficiente a salvare la serie. Quando si arriva a certi cali di vendita, non si può più fare niente.

Certo, si può citare l'esempio di Claremont che sollevò una testata asfittica come gli X-Men fino a livelli stellari: ma non bisogna dimenticare che, per fare questo, ha dovuto stravolgere la serie introducendo nuovi personaggi ed eliminando i vecchi. Una cosa impossibile da fare per Mister No.

Ivan ha scritto:

Infatti anche le storie precedenti di altri autori NON erano affatto malaccio, di per sé...ma era proprio la collana ad essere editorialmente logorata; insomma, il concetto di “Mister NO” presso il pubblico era ormai arrivato al capolinea.


Qui sta il punto: Mister No ormai non poteva più interessare come un tempo. Non solo per la carenza di spunti, ma anche per il contesto narrativo, che, per sua natura (un determinato tempo e un determinato luogo) limita le possibilità.

Ivan ha scritto:

Nolitta probabilmente era consapevole di questo fatto, e secondo me aveva scritto quella lunga saga più come degno epitaffio che come tentativo di risollevarne le sorti editoriali (infatti è probabile che la sua chiusura fosse già stata prevista in ogni caso).


Lo penso anch'io, anche se sembra che Nolitta ci abbia fatto su un pensierino, ma poi si fosse rassegnato.

Ivan ha scritto:

In definitiva, direi che Mister No - più di Zagor - ha rappresentato il miglior esempio di fusione tra il Nolitta scrittore e il Bonelli editore - con varie alternanze di predominanza di un ruolo sull'altro durante il suo trentennio di esistenza editoriale.


In sostanza, dici che su Zagor c'è stato soprattutto il Nolitta narratore e su Mister No invece sia il narratore che l'editore? E' possibile. Think

Ivan ha scritto:

Lo Zagor di Nolitta conteneva all'interno delle proprie storie dei “codici di apprezzabilità” (chiamiamoli così) che potevano soddisfare sia il lettore giovanissimo (interessato alle mere storie e alla loro facilità di lettura) sia quello più adulto (che magari poteva apprezzare i messaggi meno apparenti che Nolitta inseriva nelle storie, tipo considerazioni filosofiche o di critica sociale).
Questo permetteva a Zagor di venire seguito indipendentemente dall'avanzare dell'età del lettore o della età in cui si approcciava alla collana.

Mister No invece era già sul nascere un prodotto indirizzato ad un pubblico più maturo;
personalmente parlando, i primi numeri di MN che mi sono capitati fra le mani a 10 anni NON mi catturavano, pur avendoli poi apprezzati in età più avanzata.
Rapportando questo tipo di reazione su larga scala, è possibile ipotizzare che il pubblico (o buona parte di esso) si sia in seguito disaffezionato a Mister No proprio perché gli era mancato l'approccio “infantile” con la testata - a differenza di Zagor, che come detto aveva più appeal nel catturare i giovanissimi fin dal loro primo approccio.


Questa è un'osservazione molto importante: infatti, anch'io mi appassionai prima a Zagor, e poi, solo dopo, a Mister No. E anche lì non c'era molto feeling all'inizio, vista la differenza non solo del personaggio, ma anche della filosofia di fondo. L'ho poi apprezzato solo più tardi.

Mister No infatti è più "intellettuale", più "ricercato" di Zagor: di conseguenza, non è "per tutti" come invece lo è Zagor. Almeno così mi pare.

Ivan ha scritto:

joe7 ha scritto:
Credo che Nolitta avvertisse il contesto sociale di quegli anni (gli anni '70), che erano quelli della contestazione e degli anni di piombo, in linea - non direttamente, ma nel senso di "ribellione e fuga dalla società" - con il personaggo di Mister No, un ribelle (tutti i personaggi di prima erano "al servizio della giustizia": Mister no fu il primo a non esserlo, almeno non ufficialmente). Altrimenti ci avrebbe pensato due volte a mettere su un personaggio così anomalo (adesso per noi non lo è, ma allora lo era).

Infatti: “adesso non lo è, ma allora lo era”.
Uno dei motivi della crisi della collana è che dagli anni '90 Mister No ha dovuto fronteggiare la comparsa in edicola di ALTRI “simil-Mister No”, più moderni e attualizzati, che incarnavano quel “ribelle, antieroe e donnaiolo” che nel 1975 Jerry Drake era l'unico a rappresentare.
Non parlo necessariamente di personaggi isprati a Mister No; molti di essi non erano neppure italiani (penso ad esempio ad alcuni antieroi di Wood, Trillo o Collins che apparivano su Lanciostory), sta di fatto che forse avevano un taglio più accattivante rispetto a MN, che tutto sommato era rimasto ancorato agli stessi stilemi con cui era partito. Stilemi vincenti a quell'epoca, ma destinati ad essere prima o poi superati.


Chiaro. Dopo Mister No, ce ne furono molti altri come lui, senza contare che nella Bonelli stessa si cercava di seguire il filone, facendogli un pò concorrenza (Ken Parker e altri). Quindi, Mister No, mano a mano che andava avanti negli anni, mostrava sempre più una certa difficoltà.
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Mauro Tozzi
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:10 pm    Oggetto: Rispondi citando

Molti sostengono che Mister No, essendo il primo personaggio non western della Bonelli, abbia addirittura anticipato quella svolta che la casa editrice avrebbe poi successivamente compiuto con la nascita di Martin Mystère, una sorta cioè di anello di congiunzione tra i fumetti classici della Bonelli e quelli più moderni di oggi. Siete d'accordo? Think
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Ultima modifica di Mauro Tozzi il Gio Lug 31, 2014 8:13 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Ah, KOKO. Me lo ricordo anch'io, e proprio nel formato bonelliano (accidenti a me che li ho sbolognati...) Brick wall
In effetti qualche similitudine c'é. L'eroe era molto “classico” e le trame piuttosto ingenue, però l'ambientazione e lo spirito avventuroso delle storie erano molto simili. Che nostalgia...



non ingenue, perchè comunque non erano rivolte ad un pubblico infantile, ma direi lineari, poco complesse, sempre tenendo come metro di paragone le storie eccellenti e molto strutturate del suo contemporaneo MN Wink
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Anche la prevista durata iniziale della serie (mi pare fosse stata pianificata per 6-7 numeri) denota la “atipicità” dell'iniziativa.
Tuttavia il pubblico aveva risposto bene, inducendo Nolitta a trasformare una miniserie nata “per gioco” in una collana virtualmente infinita come Tex e Zagor



io non credo affatto ad una miniserie in anticipo sui tempi : ricordo l'enorme battage pubblicitario effettuato sui fumetti dell'epoca con mesi di anticipo, ed in particolare questo trafiletto :

>> Cari amici, da molti anni ci chiedete nuovi pubblicazioni, e noi abbiamo sempre eluso le vs richieste perchè non avevamo trovato il personaggio giusto , all'altezza di Tex e Zagor. Ebbene, ora le cose stanno per cambiare perchè l'autore di Zagor, G Nolitta ed i suoi disegnatori, questo nuovo personaggio lo hanno trovato : è MISTER NO , un tipo simpatico e stravagante protagonista di avventure meravigliose...........<<

ora, ditemi voi se una tale presentazione è riservata ad una miniserie o molto più realmente ad una nuova testata : forse nelle interviste Nolitta avrà ammesso le sue perplessità, e magari con vendite scarse la serie poteva essere troncata dopo 7-8 numeri, ma le intenzioni erano tuttaltre , a mio parere Think
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carlo_Monni ha scritto:

Quindi è possibilissimo che la decisione di continuare Mister No sia stata presa in corsa dopo i più che buoni risultati del n. 1.




io non ci credo assolutamente, giacchè si sa e si è sempre saputo che il numero 1 di una nuova testata vende sempre molto bene, e comunque sempre di più dei numeri successivi : diciamo che il buon Sergio era forse un po scaramantico, dai Wink
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 8:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

joe7 ha scritto:


Infatti, a parte le storie brevi nella Collana Rodeo, non mi ricordo altre miniserie. Mister No forse sarebbe stata la prima miniserie ufficiale della Bonelli, battendo sul tempo i vari Volto Nascosto e Brad Barron.




la prima vera miniserie strutturata per durare tot mesi fu RIVER BILL , ospitata all'interno di ''TUTTOWEST'' Wink , credo.....
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



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Carlo_Monni
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 9:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

Zagrosky ha scritto:
Carlo_Monni ha scritto:

Quindi è possibilissimo che la decisione di continuare Mister No sia stata presa in corsa dopo i più che buoni risultati del n. 1.




io non ci credo assolutamente,


Ed io non o detto che è vero, solo che è verosimile.

Citazione:
giacchè si sa e si è sempre saputo che il numero 1 di una nuova testata vende sempre molto bene, e comunque sempre di più dei numeri successivi


Ed infatti Sergio ha parlato di successo sorprendente, ovvero di vendite superiori alle attese.

Citazione:
: diciamo che il buon Sergio era forse un po scaramantico, dai Wink


Diciamolo pure, che è probabilmente vero.
A mio parere la verità sta nel mezzo, ovvero: Mister No non era stato pianificato come miniserie, concetto assolutamente sconosciuto all'epoca su entrambe le sponde fumettistiche dell'Atlantico, ma piuttosto ha Sergio deciso di fare un tentativo coi numeri che aveva già pronti pur poco convinto che si sarebbe andati oltre (non a caso il quinto numero vede la storia concludersi a pag. 98 Think).
Se avesse voluto davvero farne una miniserie l'avrebbe inserito nella Collana Rodeo (e forse, all'inizio, quella era l'intenzione Think).
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Zagrosky
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MessaggioInviato: Gio Lug 31, 2014 9:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

probabilmente Sergio era titubante, ma come ho detto alcuni post più sopra, la pubblicità martellante di quei mesi insisteva sul fatto che sarebbe stata una nuova serie con un grande personaggio all'altezza di T e Z Think
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