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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
Fumetti e comics-graphic novel: Italia e USA a confronto
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Autore Messaggio
Vlad Frosa
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MessaggioInviato: Ven Mag 15, 2009 11:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

Essendo un termina italiano, mi ? pi? familiare.
Lo vedo giusto perch?, se usiamo lo stesso metro della narrativa, il racconto ? il mensile di 94 pagine, il romanzo, ? il malloppone.
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lupo bianco
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MessaggioInviato: Sab Mag 16, 2009 8:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Andrew Cain ha scritto:
E del termine "Romanzo a fumetti" usato da Bonelli che ne pensate?
Sembra che l'editore abbia voluto seguire questa nuova tendenza, ma con un prezzo contenuto e un'ottima confezione secondo me Applause


Ehm...."nuova tendenza"?
Ma i romanzi a fumetti sono vecchi come il cucco! (Will Eisner dove lo mettiamo, per dirne uno?)
Personalmente ho sempre visto l'utilizzo del termine graphic novel/romanzo a fumetti come un uso tecnico per distinguerlo dalle uscite seriali. Think
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Andrew Cain
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MessaggioInviato: Sab Mag 16, 2009 9:16 am    Oggetto: Rispondi citando

Nuova tendenza di chiamarli cos? Laughing
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"E capirai che una sera, una stagione, sono come lampi, luci accese e dopo spente."

"Grazie a te la nostra giovinezza è stata lunghissima, infinita. Adesso si è conclusa davvero. Adeus!"

CIAO, SERGIO.
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lupo bianco
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MessaggioInviato: Sab Mag 16, 2009 9:19 am    Oggetto: Rispondi citando

Ah, quello s?. Wink
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Vlad Frosa
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MessaggioInviato: Sab Mag 16, 2009 6:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

Quoto Lupo Bianco.
La differenza secondo me sta nell'unicit? ocontinuit? dell'uscita.
Ci metto anche la presenza o meno degli stessi protagonisti. Se c'? frequenza, diventa seriale,
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Kiki Manito
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MessaggioInviato: Sab Mag 23, 2009 11:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Vlad Frosa ha scritto:
La differenza secondo me sta nell'unicit? ocontinuit? dell'uscita.
Ci metto anche la presenza o meno degli stessi protagonisti. Se c'? frequenza, diventa seriale,


Sono d'accordo, infatti le graphic novel le identitifico spesso con albi unici, presentati magari in formato elegante. Poi chiamo fumetti quelli italiani, comics quelli americani, manga quelli orienatali e BD quelli francesi. Pi? che altro per distinguerli perch? sempre fumetti sono alla fine.
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Smiling Joe
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MessaggioInviato: Sab Mag 23, 2009 4:14 pm    Oggetto: Rispondi citando

E' meglio che non scriva cosa penso delle varie (e fantasiose) definizioni quali "Romanzo a fumetti" "letteratura disegnata" "Narrativa disegnata" e via discorrendo Silenced
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Il sangue su questa lama si mescolerà presto a quello del mio nemico!.. Lo giuro!

Sergio Bonelli ci ha lasciato. Giù il cappello!

"Caro amico, l'importante è che sia appassionante, non che sia scritto bene. Il dizionario è scritto benissimo ma non mi appassiona leggerlo".
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Vlad Frosa
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MessaggioInviato: Sab Mag 23, 2009 9:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tutto lascia presagire... niente di buono, almeno nei nomi...
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Smiling Joe
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MessaggioInviato: Lun Mag 25, 2009 10:47 am    Oggetto: Rispondi citando

Vlad Frosa ha scritto:
Tutto lascia presagire... niente di buono, almeno nei nomi...


Quello che mi fa pi? intazzare ? che anche un Grande come Hugo Pratt si sia fatto trascinare in questa assurda ricerca di definizioni per un media che un nome gi? ce l'ha.
Nessuno ha mai pensato di chiamare il cinema con definizioni tipo "Sequenza di foto che danno la sensazione del movimento".
Le discutibili trovate di definire i fumetti come "Letteratura disegnata" nell'improbabile intento di nobilitare un media che ha gi? una sua storia mi lascia perplesso, tanto per usare un eufemismo.
E qui la chiudo perch? potrei anche esagerare come al mio solito e magari qualcuno poi si risente silent
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MessaggioInviato: Lun Mag 25, 2009 12:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: Lun Mag 25, 2009 6:48 pm    Oggetto: Rispondi citando

Smiling Joe ha scritto:

Quello che mi fa pi? intazzare ? che anche un Grande come Hugo Pratt si sia fatto trascinare in questa assurda ricerca di definizioni per un media che un nome gi? ce l'ha.


Pratt, come tanti, troppi, ? stato vittima del mito che la critica "impegnata", sorta proprio negli anni del successo di Corto, gli ha costruito intorno.
Essendo stato convinto di essere pi? di un "semplice autore di fumetti" ha cercato nuove definizioni e, va detto, anche discutibili scelte narrative. Le ultime opere di Pratt imho risentono di questo difetto essendo molto spesso arzigogolate e complesse oltre il dovuto ma eccezionalmente fredde.
Quindi la critica "impegnata" oltre che non apportare nulla di significativamente positivo nel mondo delle nuvole parlanti si ? anche rivelata nociva perch? ha spesso frustrato la spontaneit? in nome di un "impegno" che in realt? il fumetto ha sempre avuto fin dai primordi.
Think
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Spiritello Fran
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MessaggioInviato: Lun Mag 25, 2009 6:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

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Kiki Manito
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MessaggioInviato: Dom Ott 03, 2010 12:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

M.M.Lupoi della Panini durante l?incontro con il pubblico che ha tenuto a Romics 2010, ha detto che sempre pi? testate della sua casa editrice saranno distribuite non solo nelle edicole e nelle fumetterie ma anche nelle librerire di varia. Se prima i negozi di libri e fumetti erano territorio solo per graphic novel e volumi unici d?autore, secondo Lupoi ? tempo che lo diventino anche per miniserie a fumetti pi? o meno lunghe. Ovviamente le edizioni dovranno essere adeguatamante all?altezza di quella dei libri. Considerando il lavoro che hanno fatto con la nuova edizione di Monster e con quelle di Happy e di City Hunter, mi sembra siano sulla strada giusta.

Il punto ?: non dovrebbe anche la Bonelli provare a guardare alla librerie di varia proponendovi tutti quegli albi unici e miniserie sperimentali o d?autore che in edicola non avrebbero scampo? In fondo le librerie in Italia sono migliaia, come sottolineato da Lupoi ? un enorme bacino di utenti non ancora sfruttato adeguatamente come invece avviene gi? in Francia.
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giaguaro2
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 3:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

“Le riflessioni di Giaguaro2” Laughing : BONELLI vs COMICS
IL PRIVILEGIO INTERNO EDITORIALE: UNA REALTA’ BONELLIANA
Visto che sono stato accusato di occupare il topic “Vi piace lo Zagor attuale”, mi sono spostato in uno di importanza minore. Laughing
Comunque, prendendo spunto da questo post del sempre valido Thunderman
Thunderman ha scritto:
Mica solo Zagor è gavetta, tutte le serie Bonelli sono gavetta tranne Tex.

metto giù un paio Laughing di riflessioni sulla differente natura dei trattamenti ricevuti tra le varie testate di una stessa casa editrice, ovviamente paragonando la nostra amata Bonelli Angel alla concorrenza dei Comics americani. (Anche per cercare di restare IT almeno qui Laughing )
Quello che dice Thunderman è vero: e il risultato di questa politica è che la Bonelli ha una serie di prestigio e tante collane gavetta.
Addirittura una personaggio in edicola da 50 anni viene chiamato a fare da gavetta al “lider” bonelliano.
Io credo, per logica, che una casa editrice leader come la bonelli dovrebbe avere molte testate leader; sicuramente lo dovrebbe essere zagor, che vende un sacco di albi da un sacco di anni. Avere una testata come Tex che viene privilegiata rispetto alle altre, significa rendere pubblica l’inferiorità delle altre.
Rispetto a Tex, certo, ma è comunque un’ammissione che il prodotto è inferiore, e che, raramente, chi propone l’acquisto di un articolo fa. Nei casi ci sia un prodotto di punta, è naturale che venga esaltato; ma non per questo vengono sviliti gli altri prodotti: si cerca semmai di esaltarne le differenti qualità.
Tranne quando si cerca di solleticare l’acquisto da parte di chi vuole “distinguersi” per via del prodotto scelto: allora, in quel caso, la natura elitaria di una certa proposta viene evidenziata.
Ovvero un po’ come fa la Bonelli, che opera in modo palese per evidenziare la superiorità di Tex rispetto agli altri suoi fumetti.

Si potrà dire: questo perché Tex ha più lettori.
Forse.
Ma forse si confonde la causa con l’effetto.
Forse, i privilegi dati alla collana tex non sono l’effetto dei molti lettori.
Ne sono, anche se in piccola parte, la causa: forse i lettori leggono in massa tex anche perché, facendolo, si sentono privilegiati.
Curiosamente si potrà osservare, se questa teoria ha qualche eco di verità, come una cosa del genere sia potuta avvenire proprio in italia: la patria del privilegio illegittimo.
Nel caso, la strategia editoriale della bonelli è stata geniale: creare un prodotto privilegiato per soddisfare l’esigenza tutta italiana di godere di un benefit immeritato.
Intendiamoci le ragioni importanti del gradimento di tex sono altre: la bellezza delle storie, dei disegni, la cura, insomma le solite cose che determinano la qualità di un prodotto di successo.
Ma ce ne sono un paio, di ragioni, che hanno un’importanza direi “simbolica”: una, la molto meno importante è questa, il privilegio editoriale; dell’altra, “l’assolutismo interno alla serie”, che secondo me è decisamente più rilevante, posterò in seguito.
Divagazioni in puro “waste-time” direbbe Elemperador. Laughing

Tornando alla realtà editoriale bonelliana: perché declassare tutte le testate a gavetta di tex?
Se serve una collana per far fare gavetta a tex, basta inaugurare una serie di spin-off con le avventure “a solo” di tiger Jack, Carson o Kit; venderebbero lo stesso, e la loro posizione di collane fatte per testare gli autori sarebbe credo bene accetta anche dai lettori.
Qua e là si legge che tex è la destinazione voluta da tutti gli autori, e quindi il discorso della gavetta diventerebbe relativo, essendo la volontà degli stessi e non una strategia editoriale a dettarne il loro iter; e c’è anche l’aspetto economico, con il fatto che vogliano tutti fare tex per via delle vendite o delle ristampe. Io credo che, come in tutti i campi, la cosa sia più articolata.
Ovvio che adesso, anche l’atteggiamento della SBE spinge chiunque a voler approdare a tex.
Ma non credo che a “muovere” le intenzioni degli autori sia solo la possibilità di guadagnare, almeno non solo.
Legarsi ad un personaggio come zagor, che è meno illustre di tex, questo è innegabile, può però, ad esempio, dare maggior spazio ad un autore, visto che su tex la concorrenza è più agguerrita.
Un esempio concreto: professionalmente è meglio cercare di essere il futuro copertinista di zagor, oppure uno dei tantissimi disegnatori bravi di tex?
Altro esempio: nel calcio, un altro ambito dove gli interessi sono mossi sia dal denaro che dalla passione, sono molti i casi di giocatori che rinunciano ad andare in un club più prestigioso per restare a fare la primadonna in uno minore.
Tornando al fumetto e al nostro Zagor: quale disegnatore texiano gode di una venerazione personale anche solo lontanamente paragonabile a quella del nostro ferri? Certo Ferri è un caso particolare, ma dimostra che non è tutto così lineare come si può pensare.

La cosa più strana, secondo me, e qui vengo al nocciolo, è che se penso a come è organizzato il bouquet di proposte della SBE, lo trovo per certi versi, più simile alla Astorina che non alla Marvel o alla DC, ad esempio.
La SBE si identifica principalmente in Tex, l’astorina, giocoforza in diabolik. Le majors americane, pur avendo personaggi che in fatto di carisma sono campioni di fama mondiale nel senso globale, non hanno un personaggio che le individua così a fuoco. Certo, per la Marvel, spiderman è un bel simbolo: agli arbori però, erano gli F4 ad essere al top; e nei 90, ad esempio, gli x-men o wolwerine sono stati messi maggiormente in risalto. E poi gli americani sono maestri nel porre sulla ribalta il personaggio del momento, per il film od un rilancio della serie. Lo stesso accade anche alla DC, dove superman è da sempre l’eroe di riferimento, ma spessissimo Batman è stato il principale fulcro della creatività della casa. E’ normale; nel corso degli anni, col cambiare dei periodi, nuovi eroi possono essere più adatti a richiamare le attenzioni, ad interpretare lo spirito del tempo, e la casa editrice si regola di conseguenza.
In astorina non lo possono fare, avendo solo diabolik.
In Bonelli, si, ma, boom di dylan dog a parte, tex ha sempre mantenuto salda e nettissima la sua egemonia.
Specifico, pur avendolo già detto in passato, (ma se no poi fioccano i post di quelli che il mio amico Martin chiama “i miei oppositori” Laughing) che questa linea d’azione era quella già tenuta in passato da Sergio Bonelli, e quindi la nuova dirigenza si limita in fondo a seguirne le direttive. Quindi, qui non troverete nessuna invettiva contro Marcheselli (o anche Burattini), potete chetarvi. Wink Laughing
Il caso di Dylan Dog è particolare, pare, avendolo vissuto dall’esterno, cioè come lettore, che il fenomeno “esplose” un po’ tra le mani della casa editrice, e in quel felice periodo fu impossibile arginarne l’ascesa che oscurò anche la leadership “aziendale” dell’inossidabile ranger.
Ad onor del vero, ci sono però almeno un altro paio di casi che vennero trattati in modo particolare in Bonelli, con attenzioni differenti e degne di nota: però non si tratta di personaggi ma di due autori, Berardi e D’antonio. Berardi ha avuto un trattamento particolare ai tempi di KP, niente di eclatante, ma grafica di copertina molto inusuale per l’epoca, controllo sulla serie, e con l’andar del tempo, uscite in edicola con tempistiche niente affatto periodiche. Il che in Bonelli credo sia da considerare un privilegio. Anche Julia ha avuto i suoi bei privilegi: grafica di copertina “da siuri”, per dirla alla Max, e foliazione abbondante, guarda caso un (bel) po’ più di tex. Servivano davvero quelle 34 pagine in più per dilatare i tempi di storie che dovevano avere un respiro più intimo, più femminile? Senz’altro, in ogni caso, l’unico ad avere questo privilegio mensile, e surclassare in questo aspetto tex e le sue 116 pagine, è stato Berardi. A D’antonio è stato concesso di scrivere le sue Storie del West prendendosi i tempi che gli servivano, e questo all’interno della casa editrice che ha fatto della puntualità in edicola uno dei suoi punti di forza, è un privilegio non da poco.
Attenzione: che queste considerazioni (ancora in puro stile waste time Laughing) non le faccio per criticare negativamente; io non devo vendere niente, tanto meno convincervi di qualcosa: se dico che tex è sempre stato privilegiato, mi piace analizzare se e quando qualche privilegio è stato concesso anche ad altri, per avere una visione della cosa che non debba essere per forza quella dei “bicchieri mezzi vuoti”. Angel Laughing

Tornando al paragone tra come vengono gestiti i personaggi di una casa editrice, se penso alla squadra degli eroi Bonelli penso a Tex in evidente primo piano, e tutti gli altri dietro, a fargli da contorno.
Se penso agli eroi Marvel, visualizzandoli in un’immagine che sia rappresentativa del loro peso specifico dentro alla casa delle idee, vedo certamente l’uomo ragno al centro, ma che non riesce assolutamente a contenere l’esuberanza dei suoi illustri colleghi.
Questo paragone finale è naturalmente del tutto soggettivo, ma per me deriva da considerazioni, alcune delle quali ho esposto sopra. In bonelli, il concetto che tutti sono “gavetta” rispetto a tex, credo abbia penalizzato le altre serie, in prima fila zagor, che credo possa vantare il record (poco lusinghiero) di essere l’unica serie ancora in vita di cui il creatore e editore ne ha annunciato il de profundis, peraltro successivamente smentito da se stesso e dai fatti, con 80.000 copie mensili di venduto. Esempio eclatante che riporto nonostante sia arcinoto a tutti, ma per tenere bene in mente la considerazione in cui è sempre stato tenuto zagor in bonelli: non battezzato da una serie propria al suo approdo nelle collane “formato 16x21”, dato per spacciato a poco più di metà della sua vita editoriale (fin’ora) vissuta.

Quindi, in sintesi, c’è differenza tra Bonelli e Marvel nella gestione del bouquet di personaggi?
Basta fare un paio di considerazioni.
Se è difficile dire che trattamento avrebbe potuto avere Zagor se fosse stato un personaggio Marvel, è certo facile ipotizzare che avrebbe avuto un trattamento migliore di quello che ha avuto in Bonelli.
(Più che altro perché ci vuole poco.)
E come Zagor tutti gli altri;
tranne Tex, ovvio.
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Thunderman
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MessaggioInviato: Sab Lug 20, 2013 4:53 pm    Oggetto: Rispondi citando

Una cosa della Marvel che mi é sempre piaciuta é il grande
ricambio di autori fra testate della casa editrice. Per dire Bendis ha fatto per anni i vendicatori, adesso si occupa degli All new X-men (anche di altre cose ma era per fare un esempio). Penso che sia un modo di sfruttare gli autori al massimo, magari dopo anni della stessa serie sono diventati ripetitivi e passandoli ad altro gli fanno vivere una nuoa giovinezza creativa.
Chissá da noi che effetto avrebbe una cosa del genere, Burattini per 3 anni a Tex oppure far disegnare ai vari disegnatori serie sempre diverse. Ci sono problematiche, ma magari qualche effetto positivo
Ci sarebbe.
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Lo faceva anche Nolitta
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