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IL SIGNORE DEI CIMITERI - color ZAGOR n° 17
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Autore Messaggio
Walter Maddenbrook
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Sab Ago 05, 2023 1:38 pm    Oggetto: Rispondi citando

Andrea67 ha scritto:
Anche Fantelli cade nella trappola di far iniziare tutto subito, dalo zombie nell’incubo di Zagor a quelli comparsi ai nostri per le strade di New Orleans. Probabilmente, questo è il nuovo modo di sceneggiare, derivante dai nuovi film horror o dai videogames, ma a me non piace. Se non c’è suspence, non c’è divertimento. Il mostro dvee essere l’ultimo a comparire dopo una serie di eventi che ne fanno presagire la sua entrata in scena: una sorta di ultima spiaggia al termine di altro tipo di avventure al fianco o contro normalissimi “umani”.

Manuale di come si dovrebbe scrivere Zagor, ovvero l'horror declinato in salsa zagoriana.
Ma ahimé oggi si preferisce adattare Zagor ad altro anziché, come faceva Nolitta e come dovrebbe essere, prendere spunti altri e adattarli alla modalità zagoriana.
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"Ahh, mò te ne pidjh' più sol' che Paperino, ma anc'.... Sagòr!"
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Andrea67
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MessaggioInviato: Dom Ago 06, 2023 1:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma loro non ci leggono, Walter. E, se lo fanno, hanno la presunzione di voler cambiare le regole del gioco, a nostro discapito, purtroppo. Fai il conto di quante storie sono cadute nel dimenticatoio negli ultimi dieci anni: quasi tutte. Ormai si salvano solo quelle di Rauch, in toto, e qualcuna sporadica di altri autori, Burattini compreso. Leggere Tex, invece, è una gioia quasi sempre, per non parlare di Tex Willer. Peccato!
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Mozart Kelly
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MessaggioInviato: Lun Ago 07, 2023 11:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Su Stefano Fantelli avevo riposto diverse speranze, ma non tanto perché è sceneggiatore horror-weird, ma perché aveva scritto una seppur breve storia carina su un Maxi I racconti di Darkwood di un paio d'anni fa.
Non ho mai percepito la tensione e l'inquietudine che dovrebbero caratterizzare un horror. Questo perché l'autore invece di far salire la tensione gradualmente con una serie di eventi che mostrano che c'è una minaccia nell'aria e preannunciano l'entrata in scena degli zombi, ci spiattella tutto e subito con l'incubo di Zagor, il cimitero e gli zombi.
Della storia mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi: quel gran avido e arrogante di Cumming, Yolande la brutta samaritana, Marielle. Ci sono anche bei momenti (la maledizione sul ragazzo di Brigitte, la sofferenza di Guedè colpito dalla maledizione Vodoo, la bambola vudu che richiama alla storia di Nolitta/Bignotti). Però è troppo poco.
Anche nel finale non si percepisce mai il reale pericolo degli zombi visto che Zagor li prende tutti a mazzate sconfiggendoli facilmente e poi quando questi lo accerchiano arriva Brigitte a togliergli le castagne dal fuoco. Capisco che questa abbia imparato a sparare da ragazzina, ma che si trasformi in una perfetta temeraria cecchina lei che è una donna che conduce anche una vita agiata da viziata borghese mi è parso esagerato.
Insomma, Fantelli fa l'errore di adattare Zagor ai modi di sceneggiare e alle atmosfere dell'horror moderno da narrativa e da videogiochi, quando avrebbe dovuto fare il contrario, adattando questi ultimi al contesto zagoriano.
Riguardo i disegni il solito Mangiantini a fasi molto alterne. Ottima l'inchiostrazione e la cura dei dettagli (la casa, il porto, il cimitero), ma ci sono delle vignette con delle sproporzioni anatomiche assurde, con la scure che è grande quasi quanto un braccio di Zagor, con l'eroe che in alcuni casi ha una muscolatura conforme a un 35enne, in altre vignette quella di un ventenne.
Sufficienza risicata. Certo che tra un bis con una storiella insulsa e un horror annacquato non è stata una bella estate di letture zagoriane.
Meno male che Jacopo c'è....


Soggetto e sceneggiatura: 6
Disegni: 6
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Ken Parker
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MessaggioInviato: Ven Ago 11, 2023 7:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

Il Color n. 17, uscito a luglio, è dedicato al personaggio di Guedè Danseur. Un personaggio molto divertente, che sicuramente meritava una nuova comparsa. Ho scritto la recensione prima di leggere gli altri commenti, non la cambio e dico la mia anche se in contrasto con altri.
Mi sembra più opportuno affrontare prima il discorso sui disegni, perché secondo me la resa di Mangiantini su questa storia è stata decisamente efficace. Sia la dinamicità che le situazioni di ambiente sono assolutamente ben interpretate; così come la caratterizzazione dei vari personaggi.
Quello che invece non mi sembra affatto convincente è la storia, scritta da Fantelli. Sarà una mia opinione personale, ma non lo vedo assolutamente adatto a raccontare storie di Zagor. In particolare, nel caso specifico (dopo il suo esordio molto poco convincente con la storia breve Il confine), qui si lancia sul suo terreno dell’horror più insistente. Di sicuro le poche pagine a disposizione non giovano allo sviluppo di situazioni complesse, ma qui addirittura lo spazio è anche mal gestito!
Ma mi voglio concentrare sulla sua interpretazione degli zombie. Guido Nolitta con la storia Vudu aveva costruito l’immagine più storicamente convincente dei morti viventi, rappresentandoli come dei morti che camminano, sguardi vuoti, movimenti un po’ automatizzati, scopo ben determinato da chi ne muoveva le fila. Poi abbiamo avuto la storia degli zombie a Darkwood, in cui però l’interpretazione alla Romero poteva essere giustificata dalla specifica modalità di creazione degli stessi, dovuta a un morbo e non all’agire di un bokor, com’era nella vecchia storia ad Haiti e come è di nuovo ne Il signore dei cimiteri.
E allora perché far perdere quelle meravigliose caratteristiche inquietanti che avevano quegli zombie (peraltro ripresi anche in modo perfetto dallo stesso Mangiantini in una vignetta di pag. 34?



Fantelli ricade nel cliché scontato di utilizzare degli zombie divoratori di uomini, con membra che si staccano, occhi fuori dalle orbite e splatter a tutto spiano. Ecco come si perde la magia di un fumetto! Dove sta quell’angosciante senso di mistero e di terrore che poteva determinarsi nello scoprire lentamente cosa nascondeva quella strana nebbia mattutina? Dove sta lo stupore di trovarsi davanti decine di corpi senza vita vera eppure meccanicamente perfetti?
Ecco perché un fumetto non riesce a emozionare, a coinvolgere, a far vivere emozioni!
Poi sorgono anche alcuni interrogativi. Al di là della buona idea dell’utilizzo degli zombie all’interno di una miniera pericolosa, unici soggetti cioè che vi possono lavorare, e qualche buon personaggio, la storia non decolla mai veramente. È possibile che torme di morti viventi attraversano una città come New Orleans e nessuno ne sappia niente? E perché Guedè sarebbe stato chiamato sul posto dalla cugina? Aggiungiamo un cattivo ridotto a una macchiettistica parodia del crudele, un ammiccante e stucchevole riferimento continuo all’imminente abolizione della schiavitù, un rapporto poco chiaro tra il bokor e il cattivo (dove sta prigioniera questa figlia? E poi che fine fa?), uno Zagor che non è risolutivo nella situazione finale, un’insulsa ricomparsa del fantasma del vecchio nero René, un Guedè quasi sempre tenuto ai margini e quattro pagine finali (come accennavo prima) fatte di inutili dialoghi riempitivi perché bisognava arrivare a 130 ed ecco una storia deludente come prodotto di alcune buone premesse.

Infine, altra mia considerazione personale, ma i Color non dovevano servire a ricostruire qualche vicenda “passata” dei personaggi utilizzati? Per l’ennesima volta invece abbiamo soltanto una storia normale con qualche cameo di una guest star…
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Spiritello senza scure
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MessaggioInviato: Mer Ago 16, 2023 2:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Prosegue il processo di macchiettizzazione del genere "zombie". Dopo quelli di Darkwood già molto meno orrorifici di quelli di Haiti, arrivano quelli di New Orleans che ci fanno toccare il fondo. Volevo smettere la lettura a pag. 34 dopo che già a pag. 22, appena sbarcati, i nostri si trovano inverosimilmente (nel porto di New Orleans in un'ora di punta) assaliti da una torma di "Uaarghh!" che avrebbero perlomeno scomposto un DD ma che a Zagor, oramai, possono solo fare lo stesso effetto di un gruppetto di scalcinati rubagalline da saloon. Proseguendo la lettura non mancano altri momenti a dir poco discutibili (il padre che vuole la figlia Zombie, Brigitte addobbata e trasformata in cecchino...). Peccato davvero perchè il villain Alan Cummings, delineato sulle fattezze dell'immenso De Niro in "Ascensore per l'inferno" da cui si riprende anche la scena dell'uovo, (a me ricorda invece Mick Fleetwood dei Fleetwood Mac Laughing ) poteva essere maggiormente e diabolicamente definito. Al di là di tutto, a mio parere, grava sull'intera storia, un difetto insormontabile: quello di presentare gli zombie così, all'improvviso, dopo poche pagine, senza un senso di mistero, un lavoro preparatorio, un minimo di atmosfera non dico di paura ma almeno di inquietudine. Si sbarca dalla nave nel porto più trafficato dell'America dell'epoca dopo NY, ed ecco Zagor, come fosse normale routine, nel consueto pim pum pam con i mostri che cadono e sono abbattuti come birilli un tanto al kilo, nella migliore tradizione "gore" del cinema splatter di oggi. Fantelli sa scrivere, non è pesante, ma si vede chiaramente che: o non conosce Zagor oppure il personaggio non è nelle sue corde. Anche i disegni di Mangiantini sono assai discontinui ma il colore giova molto al suo tratto e l'ho preferito qui, a colori, che nelle ultime apparizioni in b/n.
Un albo che, per quanto mi riguarda, e lo dico con grande dispiacere, poteva rimanere in edicola.
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”
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Kiki Manito
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MessaggioInviato: Ven Ago 18, 2023 5:49 pm    Oggetto: Rispondi citando

S
P
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I
L
E
R



Uno lavora tutta la vita e poi...gli tocca lavorare pure da morto! Smile

Non sono riuscito a prendere sul serio questa storia che comunque per me non brilla per personaggi e dialoghi.

Da Rossella O'Hara a Calamity Jane e ritorno. *__*
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wakopa
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 8:15 am    Oggetto: Rispondi citando

Laughing
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Spiritello senza scure
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MessaggioInviato: Sab Ago 19, 2023 8:37 am    Oggetto: Rispondi citando

Kiki Manito ha scritto:
S
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Uno lavora tutta la vita e poi...gli tocca lavorare pure da morto! Smile

...


Laughing Laughing Laughing
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Doc Lester 1975
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MessaggioInviato: Lun Ago 28, 2023 10:58 am    Oggetto: Rispondi citando

L'ho letto e mi è discretamente piaciuto Very Happy
Allora, per quanto mi riguarda io distinguo, negli ultimi 30 anni, 4 tipi di storie:
1) Storie ottime tout court (i capolavori, a parte rare eccezioni, li lascio a Nolitta), ce ne sono, continuano ad esserci;
2) Storie tecnicamente molto buone che però non mi coinvolgono emotivamente, sono la maggioranza di quelle degli autori principali;
3) Storie più rabberciate, con diversi difetti, che però mi fanno passare una o due orette gradevoli, mi prendono e le rileggerei;
4) Storie pessime, tantissime tra le brevi ma purtroppo non solo, spesso di autori in prestito che vogliono strafare sulla nostra collana.

Questa appartiene al terzo tipo Very Happy
Bravo Fantelli, si vede che conosce il senso dell'horror zagoriano e non sbraca più di tanto Applause Gli zombi veri sono questi, altro che orde di gente infettata da eliminare a ritmo ansiogeno come in un videogame.

Ottima l'ambientazione a New Orleans, anche se... su questo vorrei confrontarmi su Vi piace lo Zagor attuale, dove in questi giorni scriverò un post più articolato;
Si poteva fare meglio sul versante del sense of wonder, ma anche su questo rimando al post articolato di cui sopra.

Le lacune nella trama sono state già fatte notare da chi mi ha preceduto, da WM ad Andrea67 passando per Cama. Almeno qualcosina in più riguardo alla figura di Sucre de Mort e a sua figlia andava inserito. Inoltre, alcune scelte decisive risultano poco convincenti: Zagor e Cico, nel finale, si ritrovano circondati da zombi, tanti zombi, quelli "haitiani", quelli che non si fermano per intenderci, hanno finito le munizioni, non c'è più niente da fare e come ne escono? Grazie ad una ragazza con un fucile. Ok, lei può sparare e colpirne qualcuno, ma davvero può bastare questo per ribaltare in un attimo una situazione tanto disperata?
Diversi personaggi interessanti, anche ben caratterizzati. Il problema è lo spazio a disposizione, ed è un problema a monte: se ho capito bene, infatti, il curatore commissiona una storia su Guedé Danseur e gli zombi a Fantelli, chiedendogli di realizzare un Color. Quindi un bel paletto, le 130 pagine. E qui è ovvio che Fantelli non ce la fa, perché s'inventa un soggetto interessantissimo Applause Applause Applause che avrebbe meritato almeno il doppio di pagine a disposizione per essere sviluppato, e forse avremmo avuto una grande storia. Resta invece un senso di incompletezza. Ma l'errore è alla base, sta nel commissionare storie per albi di lunghezza preconfezionata. Tu curatore penso che potresti lasciar esprimere un autore come vuole, senza limiti, poi a seconda del risultato decidi cosa fare del suo lavoro...
Comunque, al di là dei limiti e di questa incompiutezza, rimane una storia piacevolissima che si è fatta leggere volentieri. Ma che scivola via...
A me i disegni di Mangiantini, in linea di massima, piacciono più di quelli degli Esposito e forse anche di quelli dei Di Vitto. Certo, ci sono i visi che spesso non mi fanno impazzire, primo tra tutti quello di Zagor, ma è un limite che condivide con altri disegnatori. Bellissime le tavole d'insieme, così ricche di particolari, quelle di ambientazione, molto suggestive Applause Applause Applause Mangiantini secondo me ha uno stile che "sposta indietro" di 20 o 30 anni l'ambientazione zagoriana, sembra di essere ai primi dell'800, è molto a suo agio quando può andare indietro nel tempo e a volte gli viene di farlo anche quando la sceneggiatura non lo richiederebbe, ma a me piace tanto questa cosa Very Happy Gli zombi invece non mi hanno convinto, in parte splatter e in parte ridicoli, l'unico centrato è René. Che abisso con quelli di Bignotti...

Voto: 7+
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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Kramer76
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MessaggioInviato: Lun Ago 28, 2023 11:33 am    Oggetto: Rispondi citando

appunto, è una storia con difetti ma simpatica, come la minaccia verde, fantasmi, l'uomo invisibile...
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MessaggioInviato: Lun Ago 28, 2023 11:56 am    Oggetto: Rispondi citando

Ah, dimenticavo...
Kramer76 ha scritto:
...grande ALAN PARKER (mississippi burning, fuga di mezzanotte)...

Mamma mia chi mi hai citato Applause Applause Applause
Fuga di mezzanotte sta sul mio podio assoluto cinematografico.
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Lun Ago 28, 2023 3:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Beh Laughing
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MessaggioInviato: Gio Ago 31, 2023 9:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

Io questa volta non sono d'accordo con Doc. Secondo me l'errore che fa Fantelli è riempire la storia di troppi elementi narrativi, cosa che in 128 pagine non puoi permetterti. Meglio mettere meno e poca roba e svilupparla meglio. No: lo schiavismo, gli zombi, i sortilegi, la diatriba cummings-figlia, la miniera...
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MessaggioInviato: Lun Gen 22, 2024 11:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

Finally I read it.
I dont know if my passion for Louisiana impressed my opinions but I like it, not an horror story tout court, we talk also about the south, the slaves.
I would prefer a cotton plantation for the zombies rather than a sulfure mine. Could be better adapted.
And could be better a continuation as said, to the Caribbean stories; Zagor could have that nightmare during the trip for ex…
But neverthless, a successfull color.
Always a pleasure to see Danseur Guede, even he almost did nothing. Laughing
To add, René has some similitudes with the immense bluesman Robert Johnson, who is known or told whatever, to seal a contract with the devil, like as we mentioned before, Johhny Favourite of Angel Heart…
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MessaggioInviato: Mer Gen 24, 2024 10:59 am    Oggetto: Rispondi citando

Mozart Kelly ha scritto:
Io questa volta non sono d'accordo con Doc. Secondo me l'errore che fa Fantelli è riempire la storia di troppi elementi narrativi, cosa che in 128 pagine non puoi permetterti. Meglio mettere meno e poca roba e svilupparla meglio. No: lo schiavismo, gli zombi, i sortilegi, la diatriba cummings-figlia, la miniera...

Ho letto solo oggi questa tua risposta Very Happy
Guarda, trovo che tu abbia ragione e l'ho scritto anch'io che c'è troppa carne al fuoco. Penso però che questo aspetto riguardi quasi tutti i nuovi sceneggiatori. Sembrano presi dall'ansia di riversare in una storia (spesso commissionata e quindi col paletto di un numero preciso di pagine) tutte le loro idee, come se non ci fosse un domani, sperando di fare il botto subito. Anche perché ragionano da autori di fumetti e non da autori di Zagor, per cui dopo aver versato in una sola storia di Zagor diverse idee (senza pensare al rischio, appunto, della troppa carne al fuoco), magari si mettono al lavoro su un altro personaggio dove le tematiche sono diverse.
Quando invece un autore si afferma su una testata, a quel punto riesce ad essere più semplice. Sapendo che ne deve scrivere parecchie, di storie, centellina le tematiche e i personaggi, e le storie risultano più in linea con la tradizione, più equilibrate.
Questa è la mia impressione Think
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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