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In banca è presente anche Steve, l’impiegato di Mister Hopkins.
E’ lui a fare la valutazione della pepita che Zagor intende scambiare (200 dollari), tenta di prendere una pistola dal cassetto quando vede che i quattro Babbi Natale intendono rapinare la banca, beccandosi un colpo alla nuca che lo stordisce.
Quando si riprende, sembra ancora in stato confusionale; in ogni caso, Zagor lo invia a chiamare il dottore per soccorrere lo sceriffo ferito.

Lo sceriffo di Lonely Town fa una fugace apparizione, recandosi in banca proprio mentre è in corso la rapina (anche lui un sostanziale bonaccione, che chiede, aprendo la porta: “Per mille fulmini! Si lavora anche alla vigilia di Natale in questa miniera di quattrini?”).
Allarmato dal grido di avvertimento di Zagor, mette mano alla pistola ma viene colpito alla spalla da un colpo di pistola di Dillon, uno dei quattro Babbi Rapinatori, appostato dietro la porta di ingresso. Cade svenuto per il colpo subito, ma Zagor, finita la rapina, si accerta delle sue condizioni e fa chiamare il medico per le prime cure.

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Mamma O’Hara è l’originale locandiera di Lonely Town che accoglie Zagor e un Cico particolarmente affamato dopo il lungo viaggio. Si fa attendere un pochino, aumentando l’impazienza del messicano; quando si presenta, Cico la scambia per il marito…



E’ lei a spiegare il motivo della grande agitazione che c’è in paese (l’arrivo dei Singing Santa Claus) e a giustificare il comportamento dei suoi compaesani (“Sapete, Lonely Town è un luogo assai isolato e la gente non ha mai modo di divertirsi…”).

Fa qualche accenno al suo passato; sappiamo così che viene dall’Irlanda e che, prima di arrivare negli Stati Uniti, se l’è “…spassata in mille modi…” (volendo, ci sarebbe dunque lo spazio per “Il passato di Mamma O’Hara”, anche se non ce la vedo molto a spassarsela alla grande… …).

Quando arriva la diligenza con i Babbi Natale canterini, si fa prendere anche lei dall’emozione e ribalta il tavolo cui sono seduti i due amici per correre alla finestra. Pure lei, come tutta la popolazione, è dispiaciuta per l’unico neo di una giornata di festa: la mancanza della neve.

Quando Cico, sempre più impaziente, si lascia sfuggire una frase di troppo sull’arrivo dei Babbi Natale, l’irsuta locandiera si offende e caccia i nostri eroi dal locale, facendosi forza anche dell’arrivo delle tre figliolette (Marylin, Rosy e Deborah), non a caso in tutto simili alla mammina (baffi a barba compresi).

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La popolazione di Lonely Town: i cittadini dello sperduto paesello tra i monti, come ho accennato, si caratterizzano per la loro ingenuità, che sconfina a volte nella grullaggine.

Tutti aspettano, come bambini, l’arrivo della neve (l’uomo seduto all’ingresso del paese, Mamma O’Hara, Mister Hopkins, tutti ancora inconsapevoli del cambiamento climatico…) e tutti sono entusiasti nella scena finale, durante la cena, quando i fiocchi copiosi iniziano a cadere.

Aspettano con trepidazione l’arrivo dei Singing Santa Claus, che accolgono con grande giubilo. Quando i quattro falsi canterini escono dalla banca col malloppo e salgono sulla diligenza, credono subito a quanto dice loro Dillon, ossia che si tratti solo di una messinscena.



Qualche sintomo di maggiore lucidità gli abitanti lo manifestano nella scena finale, quando cominciano a insospettirsi vedendo le scarsissime abilità canore dei falsi Babbi Natale; a fugare i dubbi, tuttavia, giunge provvidenziale la neve che, come nelle favole, arriva a sistemare le cose.

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I disegni di Donat. Indubbiamente una storia che si addice al tratto di Donatelli, che rende bene sia l’ambientazione montana sia i vari personaggi della vicenda, Zagor e Cico compresi. L’apice, però, il nostro Donat lo raggiunge in quella che ormai si stava rivelando una sua specialità: le racchie.

Mamma O’Hara e le sue tre graziose figliolette, in effetti, credo si possano installare sul podio delle sensazionali bruttezze donatelliane, insieme all’indimenticabile Fiore di Zucca de “Lo spettro del passato” e alla Teresa della storia precedente (“La dea nera”). Unico neo: la Mamma irlandese assomiglia un po’ troppo in viso a una versione barbuta del nostro messicano, il che me la fa collocare al terzo posto sul podio racchiesco donatelliano.

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Conclusioni: una storia breve, chiaramente concepita per il periodo natalizio in cui è uscita; una storia semplice, ingenua come gli abitanti di Lonely Town, ma anche una storia piena di leggerezza, cui mi legano tantissimi indelebili ricordi.

Questo “Natale calibro 45” mi piace considerarlo come un albo che chiude una prima fase, con una una comicità un po’ per bambini, ma comunque in grado sempre di strappare un sorriso. Con l’anno successivo (1970) le cose sarebbero cambiate anche per Zagor, la neve non sarebbe più stata immacolata, ma macchiata di rosso: il nostro Eroe avrebbe perso la sua innocenza e la serie sarebbe andata verso il definitivo decollo, che l’avrebbe portata alla straordinaria “Golden Age” nolittiana.

Aggiornamento classifica prima centuria zagoriana (e anche: classifica definitiva dello “Zagor delle origini”, nn. 1-54):

1. Seminoles (Nolitta-Donatelli)
2. Il mostro della laguna (Nolitta-Ferri)
3. Guerra! (Nolitta-Ferri)
4. Lo spettro del passato (Nolitta-Donatelli)
5. Gli evasi (Nolitta-Ferri)
6. Solo contro tutti (Nolitta-Bignotti/Ferri)
7. I cacciatori di uomini (Nolitta-Ferri)
8. L'uomo lupo (Nolitta-Donatelli)
9. L'avvoltoio (Nolitta-Ferri)
10. Zagor attacca (Nolitta-Ferri)
11. La casa del terrore (Nolitta-Ferri)
12. L'isola della paura/Sulle orme di Titan (Nolitta-Ferri)
13. La dea nera (Nolitta – Donatelli)
14. Prigioniero (Nolitta-Donatelli)
15. L'inferno dei vivi (Nolitta-Ferri)
16. Ombre! (Nolitta-Ferri)
17. La furia di Zagor (Nolitta-Ferri)
18. Il fante di picche (Nolitta-Ferri)9
19. Le jene del mare (Nolitta-Ferri)
20. Gli adoratori del sole (Nolitta-Ferri)
21. Satko! (Nolitta-Ferri)
22. Iron-Man (Nolitta-Ferri)
23. Gli sciacalli della foresta (Nolitta-Ferri)
24. I mercanti di schiavi (Nolitta-Ferri)
25. La foresta degli agguati (Nolitta-Ferri)
26. Territorio indiano (Nolitta-Ferri)
27. Natale Calibro 45 (Nolitta – Donatelli)
28. La città nascosta (Melloncelli-Donatelli)
29 La traccia (Nolitta-Ferri)
30. La strega della palude nera (G. Bonelli-Ferri)
31. Il piccolo popolo/La danza della scure (G. Bonelli-Ferri)
32. Uno strano violinista (Nolitta-Ferri)
33. Condanna a morte (Nolitta-Ferri)
34. Gentiluomo...ma non troppo (Nolitta-Ferri)
35. L'abisso verde (G. Bonelli-Ferri)
36. Un nido di vipere (Nolitta-Ferri)
37. Un tragico patto (Nolitta-Ferri)
38. Il messaggio tragico (G. Bonelli-Ferri)
39. Il popolo della palude (G. Bonelli-Ferri)
40. I padroni del fuoco (Nolitta-Ferri)
41. L'uomo volante (Ferri-Ferri)
42. Il colle dei Gufi (Nolitta-Ferri)
43. Il nemico nell'ombra (Melloncelli-Bignotti)
44. Lo squadrone fantasma (Nolitta-Ferri)
45. Clark City (Melloncelli-Bignotti)
46. L'oro del fiume-Corvo Giallo (Ferri-Ferri)
47. L'impronta misteriosa/Il domatore di orsi (Ferri-Ferri)
48. I due sosia (Ferri-Ferri)
49. Il ricatto (Nolitta-Ferri)
50. La lancia spezzata (G. Bonelli-Ferri)
51. Il cervo sacro (Nolitta-Enzo e Antonio Chiomenti)
52. I rinnegati (G. Bonelli-Ferri)
53. Gli schiavi della miniera (Ferri-Ferri)
54. Smiling Joe (Nolitta-Ferri)
55. Un eroe ritorna (Nolitta-Ferri)
56. I predoni della montagna (Nolitta-Cubbino/Ferri)
57. I predoni del Big River/La vendetta di Zagor (G. Bonelli-Ferri)
58. Acque pericolose (Ferri-Ferri)
59. Il totem scomparso (Ferri-Ferri)

[ElEmperador]

Bravo again Kanoxen and happy new year.
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E M P

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