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ZAGOR - LA FORESTA DEGLI AGGUATI
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Autore Messaggio
MarioCX
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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2021 9:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

AAHHYAAAAK ha scritto:
Mitica storia, ben 152 tavole. Guido Nolitta e Gallieno Ferri inventano un mito. IL MIO mito, l'eroe dei fumetti preferito ancora oggi, pur tra alti (pochi) e bassi (molti).


Ti riferisci agli ultimi xx anni immagino.
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AAHHYAAAAK
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Sab Gen 02, 2021 11:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sì, era riferito ad ancora oggi, nonostante gli alti (pochi) e bassi (molti)
_________________
Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.
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Magico Vento
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MessaggioInviato: Gio Apr 08, 2021 3:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

Prima storia di Zagor, è quindi molto difficile da valutare, in quanto ha un enorme valore affettivo e simbolico per tutti gli appassionati dello Spirito con la Scure. Nonostante, confrontandola anche con la prima storia degli altri personaggi Bonelli, io trovi che questo numero uno sia tra quelli meno riusciti della casa editrice, la storia è buona ed è una delle migliori tra le prime avventure della serie.
Ho sempre apprezzato il fatto che le avventure di Zagor vengano raccontate a partire dal suo incontro con Cico, come se, prima di incontrare il simpatico messicano, Zagor non fosse Zagor a tutti gli effetti. Mi è anche piaciuto molto come Cico, oltre a essere protagonista di svariate e divertenti gag, salvi, in numerose occasioni, la vita a Zagor. Ottima la scena in cui Zagor si finge spettro, come farà altre volte in successive avventure. Bellissima la scena al campo dei Delaware, in cui Zagor fa un’apparizione (la prima che noi lettori vediamo) per alimentare la sua fama di spirito tra gli indiani. Divertente anche scovare alcune differenze con la caratterizzazione successiva dei personaggi: Cico porta infatti un sombrero, Zagor indossa delle polsiere di foggia indiana (solo in alcune vignette) e, all’inizio, la rappresentazione dell’uccello-tuono sulla sua casacca è molto rozza, oppure, a volte, non grida un vero e proprio “Ayhaak”. Molti altri aspetti, invece, caratterizzeranno Zagor da lì in poi. Mi ha, invece, dato sempre molto fastidio che Zagor dica “musi rossi” agli indiani. Ottimo il finale, in cui la fine che fa Kanoxen, il primo vero nemico della serie, mi ha sempre un po’ inquietato.
Ferri aveva un tratto molto particolare, assai diverso da quello che successivo, ma a me queste sue tavole, abbastanza particolareggiate, non dispiacciono affatto. La copertina è straordinaria, forse anche perché è storica.

Soggetto/Sceneggiatura: 7,8
Disegni: 8
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Ivan
Zagoriano Expert
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Messaggi: 1043

MessaggioInviato: Lun Mar 20, 2023 7:32 am    Oggetto: Rispondi citando



LA FORESTA DEGLI AGGUATI

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 152
Anno: 1961

Eccola qui: la prima storia di Zagor.
La storia in sé non è nulla di straordinario; si tratta di un episodio di mera presentazione di quegli elementi che faranno da base alla nuova collana. Tuttavia rimarrà comunque la miglior storia fino al ritorno di Nolitta, un paio di anni dopo.

----------

Il primo episodio di una serie è fondamentale per presentare le basi che verranno poi utilizzate nelle storie future.
In pratica, bisogna "convincere" i lettori che varrà la pena seguire la nuova collana anche nelle uscite successive. E per valutare la neonata serie Zagor, è doveroso immedesimarsi nella mentalità di un lettore di fumetti dei primi anni '60.
Qui abbiamo un tarzanide che vive in una foresta del nordamerica, un giustiziere solitario di stampo classico, una via di mezzo tra Tarzan e Phantom. Nulla di molto originale, negli ingredienti in sé.
L'impianto è molto semplice, direi quasi ingenuo, in cui anacronismi e incongruenze storiche sono dispensati a piene mani (tipo la presenza nel 1830 di pistole a tamburo, treni, dinamite, e liane nel nordamerica), ma fanno parte di quelle licenze tipiche dei fumetti anni '60 destinati a un pubblico di giovanissimi.

Pur avendo una trama di base definita, l'episodio non ha una uno svolgimento lineare; è più un insaccato misto di scene a sé stanti utili a presentare le caratteristiche della serie. Si ha la sensazione che la narrazione salti un po' "di palo in frasca", passando da una situazione all'altra in modo poco omogeneo.
Questo effetto è dovuto probabilmente al formato a striscia, che doveva conservare una certa autonomia di lettura da un albetto all'altro pur facendo parte di una storia unica. Così, per un blocco di pagine (circa 25, cioè il corrispondente di un albetto rimontato in formato "bonellide") assistiamo alla vicenda di Regan, in un altro blocco assistiamo alla sotto-trama di Mac Barry, in un successivo blocco assistiamo alla vicenda di Ronet, poi si torna di nuovo a Regan...e così via.
Insomma, lo svolgimento appare un po' spezzettato, anche se va detto che questo tipo di frammentazione è al servizio del presentare le caratteristiche della nuova collana, e in tal senso svolge bene la sua funzione. Infatti gli elementi presentati sono tutti ben chiari: abbiamo un protagonista, un compagno-spalla, un'ambientazione precisa, dei nemici definiti, e uno scopo da raggiungere. Il tutto comprensibile anche per dei bambini (che erano gli ideali destinatari di questo tipo di fumetti). Quindi, dal punto di vista editoriale, l'impianto rispetta fedelmente le esigenze richieste per un primo episodio di una nuova collana.

Un appunto sul CHI abbia realmente creato Zagor (o la maggior parte di Zagor).
Assodato che il personaggio sia stato studiato in coppia da Nolitta e Ferri, la mia opinione è che la maggior parte dell'impostazione di base la abbia ideata Ferri più che Nolitta.
Tale convinzione è supportata dai dati analizzati da Sauro Pennacchioli al seguente link:
https://www.giornalepop.it/chi-ha-creato-veramente-zagor/
Comunque non è importante chi dei due abbia dato il contributo maggiore, poiché nelle fasi iniziali Zagor non è ancora il "vero" Zagor, ma solo un fumetto d'avventura come tanti altri dell'epoca. Diventerà qualcosa di speciale solo in seguito, grazie all'evoluzione di Nolitta come autore, e ciò rende irrilevante stabilire chi tra Nolitta e Ferri abbia definito le caratteristiche del personaggio nella sua fase "embrionale".

Se la paternità della creazione di Zagor è in dubbio, ciò di cui sono convinto è che la creazione di Cico sia tutta opera di Nolitta. Infatti il messicano è sempre rimasto praticamente identico a come è stato presentato in questo episodio.
Qui appare subito fin dalla prima pagina, intento a truffare un barman:

Viene descritto come un mangione, goffo, pasticcione, anche un po' pauroso, ma dotato di intraprendenza e senso della giustizia. Pur a modo suo, riesce quasi sempre a portare a termine gli scopi che si è prefissato (potremmo definirlo un efficace "improvvisatore", che compensa con l'ingegno le sue lacune di prestanza fisica).
Salva la vita a Zagor per ben tre volte (e c'è da chiedersi come abbia fatto a sopravvivere finora senza il messicano).
E' sorprendente notare che l'episodio contiene una ventina di gag cichiane senza che ciò intacchi la drammaticità generale della vicenda. Questo è un aspetto che Nolitta ha saputo ben padroneggiare fin dal primo numero; in 20 anni sotto la sua direzione, sono rari i casi in cui gli inserti comici possono essere apparsi fuori luogo.
Tra le varie gag, spicca quella in cui deve procurarsi delle penne per travestirsi da indiano, e le prende da un tacchino...assai poco collaborativo. Rolling Eyes


Zagor entra in scena a pagina 12. Non gli viene ancora dato un nome, però di lui capiamo subito che è un tipo atletico, risoluto, ed ha una profonda conoscenza dell'ambiente boschivo.

Il nome "Zagor" viene pronunciato per la prima volta dagli intimoriti indiani dopo che ha lanciato il suo caratteristico grido di guerra.

L'origine del soprannome viene rivelata quando si presenta a Cico. Nell'occasione si auto-descrive come un giustiziere solitario che agisce nella zona chiamata DARKWOOD (una foresta dall'estensione imprecisata).

C'è pure un accenno a facoltà straordinarie, nel suo percepire ad istinto un pericolo non visibile.


Gli antagonisti sono i classici nemici dei territori "di frontiera" dei primi anni del 1800:
- REGAN, un rinnegato bianco che sfrutta l'alleanza con una tribù indiana per reciproco tornaconto.
- KANOXEN, un bellicoso sakem alleato di Regan.
- MAC BARRY, losco affarista che vende whisky agli indiani.
- RONET, un traditore che favorisce Kanoxen sabotando le difese del forte dall'interno.
A proposito di Kanoxen, un pur acerbo Nolitta lascia il segno del suo stile in occasione della fine del sakem nelle sabbie mobili, una morte affrontata con grande dignità.


La vignetta finale stabilisce la linea generale delle storie entranti, con Zagor che accoglie Cico come aiutante fisso. Le avventura successive partiranno da questi canoni.


----------

DISEGNI:

Un Ferri che per ora del "Ferri che verrà" ha ancora ben poco. Formalmente i suoi disegni sono efficaci, ma il suo stile non si contraddistingue ancora come un qualcosa di unico, risulta nella media dei buoni mestieranti dell'epoca. Facendo il paragone tra questi disegni e quelli – ad esempio – di ANGOSCIA, la sua evoluzione stilistica appare straordinaria.

----------

Storia: 7
Disegni: 8


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(Qualche nota conclusiva:)

UNA QUESTIONE DI STILE

Non ci sono dati precisi sul successo ottenuto nell'immediato da questa nuova collana a strisce; ad intuito, presumo che sia stato nella media di tante altre iniziative fumettistiche dell'epoca. Per come è stata presentata nei suoi fondamenti di base, la serie "Zagor" non era nulla di particolarmente originale o degno di lode; è solo col ritorno di Nolitta (soprattutto dopo il trittico Avvoltoio/Guerra/Preda umana) che questa anonima collana ha avuto un'impennata di gradimento, distinguendosi in modo netto dalle altre testate compagne di edicola.

Certo, c'è voluto tempo (circa 5 anni) prima che la serie assumesse una identità ben definita, fondata sullo stile del suo autore principale. E qui torna il solito discorso sull'importanza del "COME" raccontare rispetto al "COSA" raccontare: GLB e Ferri narravano dello STESSO personaggio e degli stessi elementi narrativi, ma non credo che sarebbero mai riusciti ad elevare la mediocre (fin lì) serie Zagor ai livelli che oggi ricordiamo. GLB e Ferri hanno scritto delle storie senza infamia e senza lode, direi nella media del panorama fumettistico dell'epoca, ma non certo memorabili. Probabilmente, senza il rientro di Nolitta, la collana a strisce "Zagor" sarebbe finita presto nel dimenticatoio, come tante altre anonime testate dell'epoca.

Per capirci, Nolitta avrebbe potuto esercitarsi su una qualsiasi altra collana (Miki, Blek, PR) e probabilmente la avrebbe elevata ai medesimi fasti di Zagor. Il fatto che si sia affermato proprio su Zagor lo ritengo casuale, poiché le caratteristiche di base della collana non erano – e non sono tuttoggi – nulla di eccezionale. E' proprio una questione di stile narrativo: nelle mani di un bravo narratore, una serie dall'impianto banale può diventare un'icona memorabile. Il percorso evolutivo/qualitativo da LA FORESTA DEGLI AGGUATI a MAGIA SENZA TEMPO è un esempio da manuale.

A riprova di questo concetto, si può rilevare che le successive storie di GLB e Ferri NON sono in contrasto con lo Zagor di questo primo episodio; sarebbero però risultate in contrasto (e in maniera nettissima) con lo Zagor golden-age, quello della piena maturità stilistica di Nolitta. Quindi, per fare una storia conforme alla collana, non si tratta semplicemente di rispettare i canoni del personaggio (il "Cosa" raccontare), bensì di riprodurne lo STILE NARRATIVO (il "Come" raccontare). E' questa la causa, a monte, della sensazione di inadeguatezza di molte storie apparse sulla collana, che pur rispettando le linee guida generali e basandosi magari su un buon soggetto, trasmettono comunque ai lettori storici una sensazione di estraneità allo Zagor che conoscevano. Think

Eppure ci sono stati dei casi in cui è stato dimostrato che lo Zagor nolittiano può esser riprodotto anche al di fuori di Nolitta. Penso ad esempio a PUGNI E PEPITE, IL RITORNO DEL VAMPIRO, o IL TESORO MALEDETTO, ovvero episodi che, se non fosse stato per i credits, avrei giurato che fossero stati scritti da Nolitta in persona. Non per i loro soggetti, bensì per lo stile narrativo con cui tali soggetti sono stati raccontati.
Senza usare questo stile, le storie di Zagor risultano semplici episodi di avventura buoni per un qualunque altro personaggio a fumetti. Ma Zagor è stato qualcosa d'altro, qualcosa di più di un semplice fumetto d'avventura. E ciò che contraddistingueva questo "qualcosa di più" è proprio lo stile di Nolitta, il suo peculiare modo di raccontare storie basate su trame molto semplici – per non dire quasi banali. Sono state poche, infatti, le volte in cui Nolitta si è distinto per la sofisticata elaborazione del soggetto di base. Nolitta era una sorta di "Fabrizio De André del fumetto", un artista capace di incantare la platea usando solo 2 accordi che però colpivano in pieno il cuore dell'ascoltatore. Una questione di classe. La quale, fondamentamente, è una questione di stile.
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MessaggioInviato: Mar Mar 21, 2023 2:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grandioso articolo come sempre! Applause Applause Applause Applause Applause
Più tardi aggiungerò qualche spunto che mi hai stimlato.
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MessaggioInviato: Mar Mar 21, 2023 2:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Per me una storia grandissima, tra le migliori in assoluto di Zagor.
Però, se avete comprato di Davy Crocket di Le storie (presa per il) cult di questo mese, vi troverete molte somiglianze. La storia scritta dal GLB è del 1956...
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MessaggioInviato: Mar Mar 21, 2023 9:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

Pienamente d'accordo con la disamina di Ivan e anche sul fatto che la storia sembra frammentata in tanti pezzi diversi messi insieme (Regan, Ronet, poi ancora Regan e Kanoxen).
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MessaggioInviato: Mer Mar 22, 2023 9:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: Ven Mar 24, 2023 12:42 pm    Oggetto: Rispondi citando

Thanks. Wink

Angelo1961 ha scritto:
Per me una storia grandissima, tra le migliori in assoluto di Zagor.
Però, se avete comprato di Davy Crocket di Le storie (presa per il) cult di questo mese, vi troverete molte somiglianze. La storia scritta dal GLB è del 1956...

Think
Non è chiaro, Angelo. Vuoi dire che su Le Storie è stato riproposto il vecchio Davy Crockett di GLB? Pensavo che su quella collana si pubblicassero solo inediti...
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MessaggioInviato: Ven Mar 24, 2023 12:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Su Le Storie Cult è da 2-3 anni che pubblicano vecchie ristampe non solo di GLB. Una "selezione" dei personaggi pubblicato dalla Casa Editrice. Molti One-shot della vecchia Rodeo o cose simili, perfino Il cavaliere Nero, I Protagonisti, etc... etc.... Stavolta tocca a Big Davy (o Davy Crockett) per 2 uscite.
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MessaggioInviato: Dom Mar 26, 2023 6:08 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:


LA FORESTA DEGLI AGGUATI

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 152
Anno: 1961

Eccola qui: la prima storia di Zagor....

As usual, ottima recensione - e piena di stimoli - del dottor Ivan Very Happy Applause Applause Applause
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MessaggioInviato: Dom Mar 26, 2023 6:12 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
...La storia in sé non è nulla di straordinario; si tratta di un episodio di mera presentazione di quegli elementi che faranno da base alla nuova collana. Tuttavia rimarrà comunque la miglior storia fino al ritorno di Nolitta, un paio di anni dopo...

Parere che condivido. Pur essendo ben lontana dagli standard successivi di Nolitta (e forse non poteva essere diversamente), è rimasta comunque superiore alle storie di Ferri e GLB immediatamente successive.
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MessaggioInviato: Dom Mar 26, 2023 6:15 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
... Un appunto sul CHI abbia realmente creato Zagor (o la maggior parte di Zagor).
Assodato che il personaggio sia stato studiato in coppia da Nolitta e Ferri, la mia opinione è che la maggior parte dell'impostazione di base la abbia ideata Ferri più che Nolitta.
Tale convinzione è supportata dai dati analizzati da Sauro Pennacchioli al seguente link:
https://www.giornalepop.it/chi-ha-creato-veramente-zagor/...

Tema molto interessante. L'articolo di Pennacchioli mi sembra molto ben documentato. Propenderei anch'io per la sua tesi.
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MessaggioInviato: Dom Mar 26, 2023 6:19 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
... Se la paternità della creazione di Zagor è in dubbio, ciò di cui sono convinto è che la creazione di Cico sia tutta opera di Nolitta. Infatti il messicano è sempre rimasto praticamente identico a come è stato presentato in questo episodio...

Concordo
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MessaggioInviato: Dom Mar 26, 2023 6:25 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
...Per capirci, Nolitta avrebbe potuto esercitarsi su una qualsiasi altra collana (Miki, Blek, PR) e probabilmente la avrebbe elevata ai medesimi fasti di Zagor. Il fatto che si sia affermato proprio su Zagor lo ritengo casuale, poiché le caratteristiche di base della collana non erano – e non sono tuttoggi – nulla di eccezionale. E' proprio una questione di stile narrativo: nelle mani di un bravo narratore, una serie dall'impianto banale può diventare un'icona memorabile. Il percorso evolutivo/qualitativo da LA FORESTA DEGLI AGGUATI a MAGIA SENZA TEMPO è un esempio da manuale....

Anche qui sono pienamente d'accordo. Del resto, Nolitta ha fatto molto bene anche su Tex, portando anche lì il suo stile che, diverso da quello di suo padre, ha comunque lasciato un segno indelebile.
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