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il MONELLO

 
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Autore Messaggio
Puro Veleno
Iper Zagoriano
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Registrato: 20/01/10 14:25
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MessaggioInviato: Ven Giu 24, 2022 10:57 am    Oggetto: il MONELLO Rispondi citando

Qualche mese fa mi ero occupato della gloriosa rivista di fumetti della casa editrice Universo INTREPIDO.
Mi pare giusto oggi dire due parole anche per il MONELLO che fu l’altra rivista di grande successo popolare della stessa casa.
Nasce nel 1933, in formato giornale, pubblicando soprattutto materiale di autori italiani.
Sospende le pubblicazioni sei anni dopo quando i tempi non sono particolarmente lieti per i tragici eventi in corso.
Dopo la guerra torna nelle edicole, ma non subito.
Bisogna infatti attendere il 1953 e con un formato assai diverso, quello libretto.
Dimensioni assai ridotte: cm 12x17
Curiosità: il primo numero è gratuito e allegato all’Intrepido.
E’, come la quasi totalità delle pubblicazioni dell’epoca, rivolta a un pubblico di bambini.
Notare che nella numerazione non si fa riferimento alle edizioni degli anni Trenta.
Sarà soltanto dal 1963 che si calcoleranno anche quelle.
Anche per questa rivista possiamo usare una suddivisione simile a quella dell’Intrepido.
La periodicità è sempre settimanale.
Un primo periodo che arriva fino al 1964.
Un secondo con la denominazione Il Monello Jet che si protrae fino al 1967.
Con il terzo si ritorna al titolo di testata iniziale ed è il periodo di maggior evoluzione anche verso la platea di acquirenti. Si passa, infatti, gradualmente da un pubblico di ragazzini ad uno di adolescenti. Il formato cresce sia di foliazione che di grandezza. Viene dato sempre più spazio a rubriche musicali, cinematografiche e sul mondo dello spettacolo caratterizzando la rivista (mentre l’Intrepido sii connotava sempre più con rubriche sportive di vario genere).
Tra il 1974 e il 1980 le dimensioni sono cm 19x24.
Con il 1989 inizia il quarto e ultimo periodo, assai breve, visto che la testata chiuderà nel 1990 con il titolo Il Monello Okay!

Riporto un aneddoto personale.
Abitavo ancora a Pordenone, avrò avuto 9 anni e a quel tempo le mie abituali letture di fumetti riguardavano Topolino, il Corriere dei Piccoli e qualche Tex e Zagor che generosamente un mio zio mi regalava.
All’edicola abituale quel giorno entrai con mia mamma per farmi acquistare probabilmente il Topolino e qualche bustina di figurine e ricordo che la figlia della titolare dell’edicola (avrà avuto sui 16/18 anni) cominciò a decantare le qualità del Monello. E ci sono le figurine in omaggio da ritagliare e ci sono belle storie da leggere. E’ una lettura che si può fare anche alla mia età, E insomma lo consigliava con gran fervore. Ma non mi convinse e mia madre non le badò molto.
Negli anni a seguire qualche numero è cominciato a finire tra le mie mani, specialmente quelli scambiati con un cugino che aveva qualche anno più di me. Ma, come per l’Intrepido, si è sempre trattato di una pubblicazione che mi ritrovavo come seconda o terza scelta. Se potevo comprare con i miei soldi un fumetto in edicola ce n’erano sempre altri che preferivo.

Qualche tempo fa ho recuperato un numero dell’annata 1972.
Vediamo nel dettaglio che cosa offriva ai suoi affezionati acquirenti.

Si tratta del #24 datato 15 giugno 1972.

Allora, cominciamo col dire che il prezzo era decisamente popolare (solo 100 lirette, Topolino costava 150, i bonelli 200 e Tex 250).
Le pagine sono 80 + le 4 di copertina.
Inoltre era allegato un inserto di 24 pagine (tutte a fumetti).


Come si evince dalla copertina spazio all’interno (ben sette pagine) al calciatore Luisito Suarez. Il servizio con intervista è curato dal giornalista Angelo Rovelli (una delle prime firme della Gazzetta dello Sport di quegli anni). Intervista che ripercorre la carriera dell’asso spagnolo. Pallone d’Oro nel 1960, dal Barcellona all’Inter nell’estate del 1961 voluto fortemente dal mago Herrera che lo aveva avuto anche in Catalogna. Uno dei pilastri della Grande Inter (insieme a Facchetti, Mazzola, Burgnich, Picchi e Corso) da un paio di stagioni militava nella Sampdoria. Adesso alla bella età di 37 anni ancora pensava di continuare a calcare le scene e ringraziava il CT Kubala che lo aveva appena richiamato in Nazionale.
A seguire un breve servizio (3 paginette) sulle motociclette e in particolare sui rischi delle cadute. Molta attenzione rivolta alla sicurezza nella guida del mezzo. Notare che a quel tempo l’uso del casco non era obbligatorio, ma sul Monello se ne raccomanda caldamente l’uso (“oggi chi non lo adopera dimostra di non aver capito niente”).
Arriviamo al primo fumetto.
E’ un western tratto dalla serie “I romanzi della frontiera”.

15 tavole con il titolo “Dopo l’ultimo sparo”.
Autori non accreditati come era uso fare.
Storiella non disprezzabile, ma abbastanza intuibile fin dalle prime battute.
Il giovane Johnny è l’unico sopravvissuto all’eccidio della propria famiglia commesso da una banda di delaware. La reazione degli abitanti della vicina cittadina sarà altrettanto cruenta. Ma chi è il vero responsabile nascosto nell’ombra? Il biondo Johnny lo scoprirà aiutato in questo da Washita, una pellerossa scampata anche lei alla spirale dell’odio.




Altro servizio sportivo (calcistico) di tre pagine sullo stadio del Maracanà (d’altronde è l’epoca del Brasile di Pelè campione del mondo ed è tutto uno stropicciarsi gli occhi di fronte alla capienza dell’impianto, alla passione dei tifosi, all’amore che nutrono per questo sport e via magnificando).
Parliamo di cinquant’anni fa e però troviamo già le attenzioni verso l’ambiente “Un mondo che si scioglie. Due pagine nella rubrica naturalistica “Questo nostro mondo”. Si parla di iceberg e della Groenlandia, non ancora del riscaldamento globale.

Arriva il secondo fumetto ed è un classicone della rivista.
Nientemeno che lo sceriffo Pedrito (El Drito) del bellunese Antonio Terenghi.
Otto tavole di comicità abbastanza riuscita.
La sinossi. La banca della cittadina di Tapioka è spesso colpita dai rapinatori, lo sceriffo ha però trovato una cassaforte solidissima “A prova di bomba” (come recita il titolo) dove custodire i risparmi degli abitanti. Il forziere si dimostrerà inespugnabile, peccato, però, che il nostro Pedrito dimentichi poi il numero della combinazione per aprirla. Dovrà mettere un bel po' di miglia di distanza dall’ira dei propri concittadini.



Quattro pagine comprensive di poster-caricatura per due atleti di prim’ordine. I quattrocentisti Lee Evans e il nostro Marcello Fiasconaro. Le Olimpiadi di Monaco si approssimano e le speranza azzurre di medaglia sono riposte anche verso l’atleta nato in Sudafrica (da padre italiano e madre belga). Faranno male entrambi però. Evans eliminato ai Trials americani parteciperà alle Olimpiadi solo come staffettista. Fiasconaro, infortunato, non prenderà neanche parte alle gare olimpiche.
Notare che le rubriche sportive abbondano, quelle musicali latitano completamente.
Si rifaranno negli anni successivi.


La rubrica “Pagine record” ci ricorda che l’attrice con il budget più alto in quei tempi è una certa Liz Taylor.
4 milioni di dollari è il suo contratto per il film “Cleopatra”.


Il terzo fumetto appartiene a un altro genere all’epoca molto in voga: il genere bellico.
La storia si intitola “Una su un milione”.

Si ignora chi sia l’autore dei testi, mentre per i disegni l’occhio allenato riconosce subito il tratto inconfondibile di Lina Buffolente.

12 tavole con l’apparizione nelle ultime vignette persino di Winston Churchill.
La storia è costruita in maniera un po' atipica. Abbiamo dei teatri bellici diversi dove si compiono atti di eroismo da parte di personaggi diversi (ma tutti impegnati contro le forze di occupazione nazista). Questi agenti vengono al rientro dalle proprie missioni premiati con una licenza-vacanza di alcuni giorni in Portogallo. Il fatto che raggiungano senza subire attentati durante il volo la località destinata tranquillizza i responsabili della alte sfere che non ci sono talpe infiltrate nella loro organizzazione. Si può dunque procedere con le operazioni legate allo sbarco in Normandia.


Non manca qualche paginetta di giochi (cruciverba) e di pubblicità.
Un servizio sulla fauna esotica presenta le caratteristiche dei pappagalli in due pagine ripercorrendo il loro arrivo nel vecchio continente dopo il primo viaggio di Cristoforo Colombo nelle americhe.

Il quarto fumetto si intitola “Cerco Miss Robot”.


Tredici tavole, forse disegnate da Alberto Castiglioni.

Spunti meno banali del consueto. Toni da commedia con personaggi che non spiacerebbe rivedere ancora. Il fotografo spensierato e la fidanzata calcolatrice a costituire una strana coppia dove nulla è scontato. Azzeccato il finale che lascia aperte possibili nuove e intriganti avventure.

In terza di copertina una rubrica di carattere storico “Fatti e personaggi nei secoli” con le illustrazioni del grande Walter Molino. In questo numero spazio a Paolina Bonaparte.
In quarta invece le figurine (sono 5) per la collezione “Gli indimenticabili”.

Viene ricordato che le figurine pubblicate non sono le stesse per ogni copia.
Invito implicito all’acquisto di più copie.


Passiamo all’allegato di cui si diceva prima.
14 tavole per un episodio del ladro gentiluomo GHIBLI.

Ai testi Antonino Mancuso e ai disegni Lino Jeva.
Confesso una particolare predilezione per il personaggio.
In questa storia risolve un misterioso caso di furti dopo essere stato amabilmente ingaggiato da una presunta vittima. Non mancherà di trattenersi una robusta parte dei preziosi.
Da ricordare che il personaggio godeva di un discreto successo e che come per altri del settore (Billy Bis, Cristal, etc,) uscivano in edicola dei volumetti nella prima metà degli anni Settanta con storie inizialmente riprese dalle riviste e poi inedite.
Formato pocket (come i neri alla Diabolik anche se più smilzi come foliazione).


Il resto del supplemento è materia comica.
Arturo e Zoe (di Ernie Bushmiller), Tippy Tin e Teo (di Bort).

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MessaggioInviato: Ven Giu 24, 2022 12:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche io non ho mai comprato un monello o un intrepido in vita mia. Però li leggevo da bambino nelle domeniche pomeriggio passate con mamma e monna da una parente i cui figli, una dozzina di anni più di me, leggevano l'intrepido o il Monello perchè ricordo con piacere Billy Bis, Ghibli, I due dell'apocalisse, Lone Wolf...

Negli anni novanta ho comprato tutti i volumONI in cui hanno riproposto forza John, Nat del Santa Cruz, il Principe del sogno, Chiomadoro, Buffalo Bill, Liberty Kid, etc..., ho trovato l'intera serie anastatica di Lone Wolf e leggerei volentieri, se venisse riproposto, i due dell'apocalisse.
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Gunny Bill
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MessaggioInviato: Ven Giu 24, 2022 2:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche una bella ristampa dei Laramy della Valle di Erio Nicolò, pubblicato sul Monello, sarebbe benvenuta Very Happy

Il disegnatore della storia dei Romanzi di frontiera "Dopo l'ultimo sparo" potrebbe essere forse Renzo Restani, molto bella la tavola iniziale, col titolo, di questa storia...
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Puro Veleno
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MessaggioInviato: Ven Giu 24, 2022 7:37 pm    Oggetto: Rispondi citando

Gunny Bill ha scritto:
Anche una bella ristampa dei Laramy della Valle di Erio Nicolò, pubblicato sul Monello, sarebbe benvenuta Very Happy

Assolutamente sì. Io confido nell’editore Allagalla che si è specializzato nel recupero di belle storie del passato in volumi di gran formato. Hanno riproposto pescando finora soprattutto dal Giornalino (penso a Larry Yuma, Capitan Erik, etc,) e dal Corriere dei Ragazzi. Se andassero anche a recuperare dalla Universo (anni 60 e 70) ne vedremmo delle belle. Sempre che non ci siano problemi con i diritti.
Gunny Bill ha scritto:
… molto bella la tavola iniziale, col titolo, di questa storia...

D’accordo anche qui. Ma, a parer mio son tutte belle le illustrazioni di questo numero.
Quella di Cerco Miss Robot è firmata da Rafael Cortiella, un eccellente illustratore/pittore.
Angelo1961 ha scritto:
... ho trovato l'intera serie anastatica di Lone Wolf...

Scusa Angelo, ma cosa intendi per anastatica? Se ti riferisci a questi volumetti ce li ho anch’io, ma sono solo 5 e ripropongono solo una piccola parte di tutta la serie.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Lun Giu 27, 2022 7:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Sì ho quelli lì, e non sono anastatici. I Laramy della valle, ho un vago ricordo che siano stati ristampati, ma non ne sono sicuro. O forse una parte da Allagalla nei due volumi dedicati al west pubblicati negli ultimi anni.
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