www.spiritoconlascure.it

[Spiritello Fran]

E' così fiacca che se ne sò ite pure le immagini che avevamo postato.
_________________
"Nun me rompete!"
http://francescolp.blogspot.it/
http://www.facebook.com/Francesco.LP012
"Più le cose cambiano e più rimangono le stesse!" Jena Plissken
Forumisti mangiastracci e teste d'abbacchio! 

[Andrea67]

Non riesco a comprendere le numerose critiche su questa storia, che certamente non verrà ricordata come una delle migliori della saga ma, personalmente, ho letto di molto peggio in passato, e non mi riferisco a quello recente.
Avventura tutta azione con uno Zagor-Tarzan amazzonico splendido. A volte si eccede con la retorica e si mettono in bocca a Zagor frasi tipicamente Nolittiane – quindi sue – ma che mal si sposano col contesto nel quale si inquadrano.
In conclusione, nonostante finora sia la storia più debole della trasferta, seppur non brutta, sono profondamente convinto che non si sarebbe potuto farne a meno. Che trasferta amazzonica sarebbe stata, infatti, senza indios, liane, giaguari e coccodrilli?
Simpatico l’omaggio a Mister No. Mi sono sorpreso, con l’Index in mano, a cercare le cover somiglianti.
Ferri stratosferico! Regala emozioni a ripetizione ed uno Zagor autentico.

Voto alla storia: 6,7
Voto ai disegni: 9,5

[Ladro di ombre]

sinceramente non capisco anch'io tante critiche
a questa storia e in generake alla trasferta. buona
la prova di mignacco che a tratti mi ricorda
anche il buon nolitta

voto storia 7.2
voto disegni 9
voto trasferta 8.7
_________________
Non me la merito......

[Ken Parker]

Premessa necessaria: sono un po' in ritardo nel leggere le storie
La storia dal titolo "Spedizione all'inferno" (vale il titolo di inizio, non quello degli albi!) è decisamente una pessima prova
Va benissimo la storia di raccordo, in Zagor ce ne sono tantissime, e gli elementi c'erano anche tutti, però questa veramente non regge
Innanzi tutto, come è stato in parte anche già detto, la forzatura di costruire tutta la situazione per arrivare alle citazioni delle copertine di Mister No è veramente stucchevole (anche se naturalmente vedere poi la reinterpretazione di quelle situazioni può essere intrigante); è proprio il modo stiracchiato con cui lo si fa che non va bene. In un caso, quello in cui si arriva alla copertina Lo spirito del male, sembra quasi che dietro i jivaros ci sia l'aiuto regista che fa dei cenni a Zagor per fargli capire come deve posizionarsi perché la posa venga bene; e in quella situazione lo stravolgente cambio di atteggiamento degli indigeni è veramente insopportabile (per non parlare del fatto che dopo 20-30 minuti che Zagor è in zona già si capiscono); e comunque la sua identificazione nello spirito del giaguaro avviene senza il minimo pathos evocativo

Forse non trovo rispondenti al vero tutte le citazioni scovate nel corso delle varie vignette, alcune mi sembrano un po' forzate, anche considerando che Ferri disegna da più di 50 anni e gira che ti rigira alcune situazioni non possono che ripetersi

Non piace neanche a me la costruzione forzata del flashback iniziale; non se ne sentiva affatto il bisogno. Peraltro, si è già accennato al fatto che la trasferta non sembra impostata con lo spirito che ci si aspettava. E' una trasferta preparata da tempo e che durerà parecchio, Zagor si trova ad affrontare un contesto diversissimo dal suo, ma lo spirito di esplorazione o di scoperta di un mondo diverso è tracimato dalla fretta morbosa di attenersi alla trama della caccia a Dexter Green; se quello doveva essere - quasi - l'unico scopo di tutta la trasferta, perché ci si propina questa tortura di storielle abborracciate tanto per dire che siamo passati in Amazzonia? Tanto valeva mettere una bella didascalia all'inizio della storia finale: "Parecchi mesi dopo", e via! I jivaros sono come una qualunque tribù del nord America (in una vignetta mi è sembrato di riconoscere Winter Snake), le liane sono le stesse, con in mezzo qualche scimmia e pappagallo in più (a volte decisamente troppi), anche la palude e le nebbie ricordano situazioni già viste
Zagor va e viene inutilmente transitando nei vari luoghi in cui la vicenda si svolge; ritiene che i bianchi armati di fucili siano troppo pochi per affrontare i jivaros, mentre lui va tranquillamente al loro accampamento armato soltanto della propria scure (perché si è già capito che non vorrà usare la pistola); "lancia" Cico al di là di una palizzata di almeno tre metri e poi la salta anche lui come fosse un marciapiede; l'indio spiega a Cico con linguaggio estremamente dotto come si fabbrica una tzantza; i jivaros fabbricano per strada le tzantzas in pochi minuti (a me risulterebbe che il processo richiedeva svariate ore, forse anche giorni); le scene della lotta con il caimano e della fuga dal villaggio sono veramente frettolose e mal curate (e non è una colpa del disegnatore); viene citata la precedente storia sclaviana de "i tagliatori di teste" con errori marchiani: in realtà in quella vicenda era Cico a imbattersi per primo in una tzantza, proprio all'inizio della storia

poi dopo non seguiva la vicenda, che Zagor affrontava da solo, ma aveva già visto una "testina"

Veniamo poi alla scena di Cico e l'anaconda (o quello che è): l'unico momento in cui Cico potrebbe in qualche modo fare se stesso, in cui si poteva dar luogo a una situazione buffa, in cui comunque alla fine il messicano riuscisse ad avere la meglio sul serpente, ma almeno costruendo un'ipotesi di gag, viene sprecato tra un "continua" e una situazione già conclusa!

Quando Zagor e Cico arrivano all'accampamento dei bianchi a tragedia conclusa lo trovano deserto! Vi sembra credibile che gli indios, che hanno appena assistito allo scempio del loro amato stregone, ne abbandonino il corpo senza dare vita a qualche rituale, e che quindi in tal senso qualcuno di loro non sia rimasto sul posto? E vogliamo parlare delle due penne che stanno ai lati delle oreccchie dell'indio "saputo" che non si capisce come si reggano? Qui anche Ferri forse ha un po' esagerato!

Insomma, un Mignacco deludente, approssimativo, inutilmente verboso in tante occasioni, come neanche nelle storie finali di Mister No lo avevamo visto; l'Amazzonia tanto amata da Sergio Bonelli, come l'intero Sudamerica, ancora non si avverte nell'aria; si respira una vaga sensazione di pericoli nascosti, sono belle alcune tavole di spostamento di Zagor, ma sono tavole fini a se stesse, in una storia troppo poco armonica
Ferri fa quel che può, ma andrebbe aiutato meglio da chi scrive
Mi dispiace, stavolta esprimo pollice verso!

Della trasferta in generale cerco di non parlare, ho già detto in altro topic cosa penso a proposito di questo clima di predestinazione, di sesti, settimi e ottavi sensi. di queste continue capacità di predizione, di quest'aura di unto del signore che si deve per forza affibbiare a Zagor, e così via; spero in qualcosa di meglio nelle prossime storie...
_________________
"SO LONG!"
https://blog.libero.it/QuelPocoDaDire/view.php

[Angelo1961]

In assoluto (per me) la peggior storia della trasferta (e quindi degli ultimi anni), compresi i disegni (purtroppo )
_________________
DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)

[Mauro Tozzi]

[Ken Parker]

[Kramer76]

labirinto verde
numeri 565, 566 e 567, testi mignacco, disegni ferri
una storia tutto sommato simpatica, tra le mie vignette/copertine preferite c'è il fermo immagine iniziale sulla prima copertina
poi "tamburi nella giungla", "lo spirito del male" in cui esce fuori un divertente ibrido tra ananga e il dio guaguaro
anche la botta in testa con "nemici per la pelle", "oro" e "tango martinez", cico prigioniero in "alien" e in "la casa di satana"
ferri è sempre una potenza, i suoi disegni sono sprecati in storielle del genere, è il ritorno dello zagor tarzanide
l'unica sbavatura, alla fine, è il mezzo albo posticcio, i riassunti delle puntate precedenti, l'imitazione del flashback burattiniano
i discorsi su atlantide, uno zagor ormai snaturato che mostra con orgoglio un amuleto fallico...
ma alla fine c'è un pensiero nostalgico per darkwood...
bella copertina

voto 6+

[Esploratore Scomparso]

Storiella più che storia, forse un riempitivo fatto più che altro per omaggiare Mister No con le vignette di Ferri che riproducono molte copertine famose del pilota di Manaus.
Non ho mai letto MrNo se non qualche speciale, quindi questo omaggio mi ha lasciato indifferente... ed anche questa avventura non è niente di speciale.
Zagor corre e vola da una parte all'altra della foresta alla ricerca di Cico, alla prese con la tribù dei jivaros; li abbiamo visti in altre storie precedenti, ma qui purtroppo non c'è il fascino o l'atmosfera di quelle avventure lontane.
Storia sufficiente salvata dai disegni di Ferri.