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La casa del terrore (nn. 32-33-34)
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AAHHYAAAAK
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Gio Ott 22, 2020 4:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sicuramente noi lettori a Nolitta perdoniamo tutto, è a Burattini che facciamo le pulci... Boh

Per quanto riguarda il discorso imbustatori: viva le buste che proteggono i fumetti, questo non vuol dire non leggerlo più, ma conservarlo al meglio per ogni nuova lettura
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

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Angelo1961
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MessaggioInviato: Gio Ott 22, 2020 5:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:


Aaah, che gioia per gli occhi il vedere questi vecchi albi sgualciti, bisunti e rosicchiati dai topi... cheers
Non sono ironico, dico sul serio.
Mi fa sorridere la categoria degli imbustatori compulsivi .
Per me invece un albo deve testimoniare la sua vita vissuta: orecchie, scarabocchi, macchie di nutella, pagine riattaccate con lo scotch...I miei primi 100 numeri di Zagor sono quasi tutti così, e me ne compiaccio. Non li cambierei mai con copie in perfette condizioni. Viva i fumetti ingialliti, viva i dischi in vinile, e viva i filmati su pellicola, tie'! Whistle


Tu lo dici io lo penso!
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Gianpy
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 3:00 am    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
Ivan ha scritto:


Aaah, che gioia per gli occhi il vedere questi vecchi albi sgualciti, bisunti e rosicchiati dai topi... cheers
Non sono ironico, dico sul serio.
Mi fa sorridere la categoria degli imbustatori compulsivi .
Per me invece un albo deve testimoniare la sua vita vissuta: orecchie, scarabocchi, macchie di nutella, pagine riattaccate con lo scotch...I miei primi 100 numeri di Zagor sono quasi tutti così, e me ne compiaccio. Non li cambierei mai con copie in perfette condizioni. Viva i fumetti ingialliti, viva i dischi in vinile, e viva i filmati su pellicola, tie'! Whistle


Tu lo dici io lo penso!



Sei entrato in soffitta. Sei mosso da una strana e segreta emozione.
In un angolo vedi degli scatoloni accatastati lungo il muro.
Ti avvicini lentamente, ne apri uno.
Una copertina ti viene incontro, ti balza agli occhi: “Libertà o morte”, con quella palma che da bambino ti sapeva tanto di esotico, di terre lontane, assolate e misteriose.
Afferri l’albo. Eh sì, ne è passato di tempo!
Osservi la copertina: è ingiallita dal tempo ma con un giallore non uniforme, a volte a cerchi concentrici, ondulati o simili a frattali: zone più gialle-marroncine, zone meno gialle marroncine.
Sono macchie.
Macchie di cui risaltano i bordi, più scuri, rispetto al centro, più chiaro e sfumato.
Sono macchie antiche. Morte anche loro.
Ti ricordi quell’albo e ti ricordi quelle macchie. Le facesti bevendo un Estathe mentre divoravi quel racconto che parlava di mondi remoti e tu eri lì, con Zagor. Per questo versasti il teh, nella concitazione della lettura. Era il tuo primo racconto.
Osservi ancora la copertina: le parti esposte al sole sono ormai consunte, sbiadite e manifestano il classico viraggio seppia, un marroncino tenue e diffuso, un po’ appannato.
Ad un tratto li vedi: sono ancora lì, modesti, rispettosi ma ancora netti, svettanti, riconoscibili, quasi eterni: scarabocchi di penna (“biro” si diceva a quei tempi lontani), ora blu, ora rossi.
Chi li avrà fatti? Non ricordi. Forse tu, forse tua mamma o tuo papà o tuo fratello, nell’intento di provare se la “biro” scriveva.
Un po’ più sotto, nella parte bianca della copertina, un numero… ”24” scritto da chissà chi per chissà cosa, con una calligrafia un po' incerta e tremula.
E immagini tua mamma, con il grembiule che sa di sale e di cucina e i vestiti di casa, un po' trasandati, intenta a preparare la consereva in quei luminosi giorni di fine estate, mentre già l’aria si tinge di inizio scuola.
La immagini appuntare, sulla prima cosa a portata di mano, il numero di vasetti già preparati, “24”, o i chili di pomodori da comprare, “24”, o… o chissà quale altra cosa.
Ma quell numero è lì, ancora lì, dimenticato ma imperituro, sebbene non più testimone di nulla. La mamma ormai giace nell’ombra da un pezzo.
Istintivamente porti l’albo al naso e ne scorri velocemente le pagine, come, una volta, facevono gli antichi impiegati di banca quando contavano le banconote, prima dell’avvento delle apposite machine.
L’albo fruscia sotto i polpastrelli con un rumore secco, crepitante ma, al tempo stesso, corposo e rotondo, come quando consultavi le vecchie enciclopedie cartacee.
Ma è l’odore che ti colpisce. L’odore!
Assapori rapito il classico odore di cantina: un misto tra mele cotte e cartone umido, a volte mescolato con tenui fragranze di detersivo o sapone, lo stesso odore delle scatole di cartone che si prendevano ai supermercati e che tua madre utilizzava quando andavate a fare la spesa.
Odore di muffa, di tempo passato.
Odore di terra bagnata, come dopo i temporali estivi.
Ti fermi su una pagina.
Trattieni il respiro.
La mente si affolla.
Nell’ombrosa semioscurità della soffitta un fascio di sole dardeggia, come un laser, tralucendo fiero dagli abbaini e, dopo aver scintillato sulla polvere sospesa nell’aria, illumina le pagine man mano che le sfogli.
Le tavole fluiscono ma la sensazione è quella di un vecchio film in bianco e nero, con quel suo procedere spigoloso, un po’ a scatti: Zagor afferra la scure, la scaglia contro il nemico, che cade. “Ayaaaaaakkk”.
Ricordi la storia.
Procedi.
Alcune tavole sono macchiate ma di una sostanza diversa dal teh.
Noti una macchia più sura, più solida.
Ora ricordi: “Nutella”, virata da marrone scuro a marroncino, ed immersa in un alone oleoso e traslucido, come un piccolo atollo sperduto nel mare.
Alcune pagine sono ora appiccicate.
Delicatamente le separi, poi apri maggiormente l’albo ed osservi piccole tracce di sabbia in corrispondenza dell’attaccatura delle pagine.
Sabbia di mare.
Quell’albo, ora sepolto da anni nell’ombra, ha visto il sole ed il cielo di posti lontani, Ha visto il mare, la sabbia. Forse l’hai portato con te per le vacanze estive, ad Agosto, insieme all’ombrellone, al mangiacassette, ai palloni.
Ora ricordi.. lo leggevi sulla spiaggia, nei caldi pomeriggi di vacanza.
Il sole, il mare, le palme… l’avventura.
E tu eri Zagor.
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jupiter973
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 5:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Vista la tua ironia leggendaria pensavo che finivi il racconto parlando di macchie biologiche Shocked Laughing
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bordenchase ha scritto:
jupiter973 ha scritto:
Quando ho visto comparire l'ennesimo bimbominkia boselliano (questa volta cioccolatino) ho ritrovato l'entusiasmo dei giorni migliori

Questa faccenda del bimbominkia mi fa incacchiare più di quanto immaginiate. Il prossimo che lo dice lo vengo a prendere a casa!


Zeb Dowler ha scritto:
jupiter973 ha scritto:
Rauch non fare il timido sappiamo che hai rispolverato Stiletto dal suo oblio cheers

E' talmente nell'oblio, che ho dovuto ricercarlo sugli Index, per vedere di chi parlavi... Laughing

cama69 ha scritto:
L'utilizzo del nome Jupiter per il capo discepolo di Hellingen vale il costo di tutti e tre gli albi della storia
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Gianpy
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 7:53 am    Oggetto: Rispondi citando

jupiter973 ha scritto:
Vista la tua ironia leggendaria pensavo che finivi il racconto parlando di macchie biologiche Shocked Laughing


Questa volta no, ero serio.
Volevo celebrare il passato.
Perché, in fondo, abbiamo davanti a noi un meraviglioso passato.
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AAHHYAAAAK
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 8:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Chiudiamo la parentesi nostalgica e torniamo IT Wink
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 8:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Però ha ragione. Un albo intonso e imbustato è qualcosa di freddo, asettico. L'albo ingiallito e sporco evoca ricordi anche dalle briciole di pane. E' la TUA vita!!!
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MarioCX
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MessaggioInviato: Ven Ott 23, 2020 6:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
Però ha ragione. Un albo intonso e imbustato è qualcosa di freddo, asettico. L'albo ingiallito e sporco evoca ricordi anche dalle briciole di pane. E' la TUA vita!!!


Gli albi di Zagor no perchè ero già cresciutello, ma non è infrequente aprire un vecchio Topolino e trovarci le briciole in mezzo dei panini che mi faceva mia nonna da bambino.

Diciamo che mi piacciono queste cose se l'albo a fumetti è il mio da sempre e comunque nella giusta misura.

Delle briciole o della Nutella di un altro ne avrei schifo.
Non mi fate fare paragoni brutti.
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MessaggioInviato: Lun Ott 26, 2020 9:37 am    Oggetto: Rispondi citando

Finite le digressioni nostalgiche. si ritorna alla storia!
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«La maggior parte degli uomini trascorre la propria esistenza immersa nel fango. Alcuni lo fanno guardando le stelle»

« Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale, lo avrebbe fatto in tre righe »

« Nulla di veramente grande è mai stato fatto senza passione. »

« A chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto consiglio di travasare tutto in uno più piccolo e di non rompere i coglioni »

“Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto sono prive di importanza.”
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MessaggioInviato: Dom Mag 23, 2021 11:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Prima storia horror comedy di Zagor, in cui Nolitta e Ferri tengono incredibilmente insieme inquietudine e comicità. Anche il mix di generi è strutturato precisamente, con un cambio repentino che passa dal gotico all'evasione rispettando le premesse della prima parte.
La figura di Priscilla rimane impressa per sempre nell'immaginario zagoriano, uno dei massimi picchi di Ferri.
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LETTURA IN CORSO

- Serie regolare fino a 524 (Zagor contro Mortimer) da 654 a 670 (I sette vikinghi)
- Speciali fino al 23 (La danza degli spiriti)
- Maxi fino al 10 + 31, 35, 37, 38, 39, 40 e 41
- Almanacchi fino al 10 (Uomini nella tempesta)
- Color fino al 2 + 11, 12

COMPLETATI

- Le Origini
- Darkwood Novels
- Strisce (collane Darkwood e Scure)
- Giganti
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MessaggioInviato: Mer Feb 16, 2022 12:58 am    Oggetto: Rispondi citando

134 tavole e due terzi fenomenali della coppia Nolitta-Ferri. È un horror, ma finto come si capisce nel finale. Una casa dallo stile vittoriano, il classico maggiordomo alla Zio Tibia e una Priscilla che sembra Mercoledì della famiglia Addams. Nolitta comunque non crea un vero e proprio horror, anche nei momenti di pathos e suspence, ci mette sempre un pizzico d'ironia, fantastico il duo Cico-Bat Batterton
Nell'ex forte Lafayette, diventato ora penitenziario, il colonnello (diventato nel finale maggiore...) Foster incontra Zagor e i due ricordano la strenua difesa del forte dai dakotas. Inoltre, incontrano anche una vecchia conoscenza, "Bimbo" Sullivan che promette di evadere da lì a pochi giorni come altri detenuti, infatti succede che manca inspiegabilmente sempre qualcuno all'appello. Con l'intenzione di pranzare al borgo di Lafayette, una volta arrivati, Zagor e Cico incontrano un indiano buttato fuori a calci da un saloon, ma riconoscono subito Bat Batterton per via dei baffoni. Il detective è stato assoldato da Alan Stanford per accompagnarlo in una villa di famiglia a Windy Cliff. Cerca anche una guida, ma gli abitanti del borgo hanno paura per via delle dicerie su maledizioni, apparizioni di fantasmi, ecc. e quando apprendono che è uno Stanford scatta il linciaggio. Zagor lo salva e si propone di accomoagnarlo. Scoppiato un temporale e arrivati davanti alla spettrale casa Cico prima si spaventa, poi, ragionando sulle parole di Bat ovvero che almeno è asciutta, convince Zagor a rimanere ospite di Stanford. Ad aprire, dopo qualche momento di silenzio, è il maggiordomo pazzo David che informa che lo zio Nathaniel Stanford è morto. Iniziano le prime gag del duo Cico-Bat: quando Lucifero, un gatto, esce da dietro il divano miagolando, i due si spaventano e il messicano esce di casa e, nonostante stia piovendo a dirotto, dice a Zagor che sta smettendo per squagliarsela, ma questi lo riporta dentro. Consegnate le camere agli ospiti il duo scappa di corsa, perché nella loro stanza hanno visto Priscilla, una ragazza che nel '600, siccome le spettava l'eredità, è stata bruciata come strega nella quercia fuori la cada e quindi lanciò maledizioni contro la famiglia e David dice che il suo fantasma appare solo quando c'è uno Stanford in casa. Entrato nella stanza del duo, Zagor capisce che è solo un ritratto e Cico e Bat richiedono molte più candele per la notte per... leggere Laughing Zagor si sveglia di soprassalto perché sente un rumore e spaventa il duo che rotolano per le scale, portando al piano di sotto il ritratto. Alle due, dopo il gong del pendolo, parte della musica proveniente dallo strumento musicale della spinetta, strumento di cui, però, non c'è traccia. Inoltre, appare prima Priscilla nel salone d'ingresso e poi dietro a una finestra. La sera dopo, Zagor divide il gruppo: il duo deve star fuori vicino alla quercia, mentre lui e Stanford stanno dentro. Sentendo, però, la quercia lamentarsi, il duo scappa e Priscilla appare da dentro la casa. Cercata in ogni angolo della casa, appare dietro la finestra di un ripostiglio, nel quale il duo per entrare per prima fa pari o dispari, ma non per... paura Laughing Quando Cico la vede si lancia per il corrimano delle scale, rovinando con la testa sul pomolo a fine corsa Laughing La mattina dopo Stanford si reca alla cripta nella tomba dello zio, ma Zagor, vedendo il muschio che ricopre la tomba capisce che David non ha detto la verità e infatti la tomba è vuota. Scatta il puano di Zagor: si nasconde nell'intercapedine del tavolo da pranzo e, arrivata la notte e apparsa Priscilla, lo Spirito con la Scure scopre il nascondiglio vicino al caminetto e la blocca. Dal nascondiglio escono anche i Landon: Buster, il padre e Greg, il figlio, che liberano Priscilla, in realtà è la figlia di Buster che viene chiamata prima Marta, poi Annie Think Questa stordisce Zagor e man mano tutti vengono catturati, tranne David che si scopre essere fratello di Buster. Nel nascondiglio che funge da passaggio segreto fino al penitenziario, viene spiegato tutto: intanto sono lì per far evadere i galeotti in cambio di denaro, poi si vede una spinetta, una specie di altoparlante collegato alla quercia e un fantoccio di Priscilla. L'horror finisce qui: Buster Landon ha voluto questa messinscena leggendo dei libri sulla storia degli Stanford da dei libri prese in biblioteca. Già prigioniero, c'è anche lo zio di Alan, Nathaniel, na ho percepito un saluto freddo e disinteressato reciprocamente di entrambi. A salvare Zagor & co. una folla inferocita degli abitanti di Lafayette che arrivano alla casa dopo aver saputo della morte di due di loro, maggiordomi di quella casa (uccisi dai Landon). David rimane ferito, torna nel nascondiglio per eliminare i testimoni, ma, debole, non riesce ad accoltellare Zagor e muore ai suoi piedi. Zagor si libera utilizzando il coltello e vola verso il passaggio segreto, impedendo la prossima evasione, quella di "Bimbo" Sullivan. Zagor apre la botola ma Marta/Annie lo tiene sotto tiro con pistola, ma soprattutto pugnali. A sua volta Cico apre la botola, facendo volare la ragazza che stava sopra, vendicandosi anche del pugno che ha ricevuto da lei quando è stato fatto prigioniero. Zagor mette ko sia i Landon che "Bimbo" Sullivan e fa dare l'allarme a Cico che spara e dice: "Accorruomo", linguaggio arcaico...
Un'altra ottima storia, giusto mix tra horror e commedia, dove il Maestro fa traspirare pathos, sense of wonder e disperazione (spettacolare la scena in cui Alan sembra perdere la testa). E soprattutto chiysura della storia, con la folla che alla fine ha bruciato la casa (ma purtroppo si ritornerà...)
Voto: altro 9 Applause
Le gag di Cico sono rappresentate insieme a quelle, ma non tutte, di Bat Batterton e sono state tutte citate:
1) l'apparizione del gatto
2) la prima apparizione di Priscilla, in realtà è un ritratto e il successivo ruzxolone dalle scale portando il quadro al piano inferiore
3) la quercia parlante
4) quando sbatte la testa sul pomolo
5) il pugno della ragazza

Personaggi principali:
- colonnello o maggiore (?) Foster
- "Bimbo" Sullivan
- Bat Batterton
- Alan Stanford
- David Landon
- Marta o Annie (?) Landon
- Buster Landon
- Greg Landon
- Nathaniel Landon

Luoghi:
- Penitenziario Lafayette
- Lafayette
- Windy Cliff

Ps: che bella la copertina Applause
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Ivan
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MessaggioInviato: Lun Gen 15, 2024 11:10 am    Oggetto: Rispondi citando



LA CASA DEL TERRORE

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 135
Anno: 1967


Riletta e rivalutata al rialzo. Un classico sempreverde. Quest'episodio ha quasi 60 anni, eppure sono convinto che un giovane neo-zagoriano lo potrebbe leggere con lo stesso coinvolgimento emotivo che abbiamo provato noi leggendolo in tenera età. Rolling Eyes

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PREGI:

Il primo pregio riguarda la collana in generale, ovvero la conferma che Nolitta era un autore in crescita esponenziale, e che quindi le sue ultime buone storie non erano state solo un exploit fortuito. Il Sergione stava affinando il suo particolare stile, quello stile per cui il COME raccontare vale più del COSA raccontare.
Anche in questo episodio, al di là di alcune forzature nel soggetto, la narrazione coinvolge a ritmo incalzante vignetta dopo vignetta, senza perdere un colpo. E questo è il segreto dei grandi raccontastorie: fare in modo che le (inevitabili) incongruenze di una storia scivolino via senza che il lettore ci dia peso.

Questa è una delle prime incursioni di Nolitta nel genere horror (o meglio, falso horror). L'atmosfera “haunted house” è resa alla perfezione, e fino alla scoperta che la bara di Nathaniel Stanford è vuota, tutto lascia credere che la casa sia davvero infestata da un'entità arcana.

Le apparizioni “sovrannaturali” di Priscilla funzionano molto bene. In particolare, è geniale l'idea del fantoccio fatto comparire a mezz'aria fuori dalle finestre, che rende apparentemente inspiegabili le scomparse del “fantasma”.


Certo, i lettori moderni sono più smaliziati; negli horror sono abituati a ribalamenti e contro-ribaltamenti delle premesse iniziali (in Dylan Dog è un cliché ormai inflazionato), ma negli anni '60 l'horror che infine si rivela una abile messinscena era ancora una strategia narrativa di grande effetto. E Nolitta se la gioca bene.

(In proposito, vorrei condividere un piccolo amarcord con gli amici zagoriani più anzianotti) Rolling Eyes
Io ho letto questa storia a 6-7 anni su un albo unico (proprio LA CASA DEL TERRORE), quindi la fifa procuratami dall'atmosfera horror è durata solo una mezz'oretta, cioè fino a quando ho appreso che la faccenda del "fantasma" era tutta una messinscena. E ricordo di essere rimasto un po' deluso; infatti mi piaceva l'idea di credere che almeno nei miei amati fumetti i fantasmi esistessero veramente...ma quella immediata rivelazione me l'aveva un po' castrata.
Bisogna però considerare che questa storia era stata originariamente pensata per gli albetti a strisce, quindi i lettori che l'avevano letta in quel formato avevano dovuto trepidare per circa UN MESE prima di scoprire che si trattava di una macchinazione. E durante quel mese mi immagino la loro strizza di sera, per paura di una apparizione di Priscilla nel buio della cameretta...Beati loro, sigh! (Della serie: quando bastava poco per emozionarsi.) Rolling Eyes

Ben sfruttati Cico e Bat, la cui goffaggine fa da perfetto contraltare all'aura horror della vicenda.
Da notare che i loro (numerosi) siparietti comici non intaccano minimamente l'atmosfera horror dell'episodio. Anche questo aspetto faceva parte della magia dello stile di Nolitta, che sapeva piazzare le gag nel modo giusto, ottenendo un mix equilibrato di Dramma & Commedia irritrovabile in altri fumetti similari – e che rendeva Zagor un fumetto UNICO nel pur vasto panorama editoriale dell'epoca.
Oggi purtroppo Zagor non è più un "fumetto unico", e secondo me una delle cause principali del suo appiattimento è proprio la rottura di quel delicato equilibrio tra Dramma & Commedia che caratterizzava lo Zagor dei tempi di Guido Nolitta. Sad
"NO!" Very Happy

Mi sento di fare un approfondimento sull'utilizzo di Cico nelle storie di Nolitta.
Anche qui, a margine delle consuete gag che esaltano i suoi tratti di mangione/pauroso/pigro/maldestro, Nolitta gli concede anche ruoli risolutivi all'interno della trama "seria"...ma svolti sempre alla maniera di Cico.
Quindi, per salvare Zagor che sta per essere ucciso da Annie, non irrompe nelle scuderie sparando come farebbe un Kit Carson, bensì fa cadere "per sbaglio" la ragazza sollevando la botola sotto i suoi piedi. Si ottiene lo stesso risultato (cioè salvare Zagor), ma seguendo le regole del "personaggio Cico".

Ecco; ora vorrei chiedere da quanto tempo non si vede più QUESTO modo di sfruttare Cico all'interno della narrazione. La mia sensazione è che il messicano sia percepito dalla maggioranza degli autori come una presenza-fastidio da accantonare con un pretesto qualsiasi, piuttosto che una risorsa aggiunta – come lo era ai tempi di Nolitta. Sad

Tra le pieghe della storia, Nolitta coglie anche l'occasione per esprimere la sua opinione sulla caccia alle streghe (opinione che personalmente condivido in toto; le motivazioni "religiose" erano solo un pretesto di facciata per perseguitare persone scomode al potere politico dell'epoca).

Il Sergione espone il tutto in modo semplice e diretto, senza né dilungarsi in spiegoni accademici, né lasciando punti in sospeso. Insomma, il numero di parole giusto affinché un concetto possa essere compreso al volo sia dai bambini che dagli adulti. Questa universalità di destinatari (sia bambini che adulti) era la formula vincente dello "stile Nolitta", non solo nei dialoghi ma anche nella semplicità delle trame e nella fluidità della narrazione. Applause


L'impianto narrativo riguardante le evasioni è, invero, un po' forzato (un tunnel naturale che per caso finisce proprio sotto il forte, scoperto per caso da una famiglia di banditi in fuga, che per caso aveva scelto casa Stanford come suo temporaneo rifugio, che per caso aveva fama di casa stregata, e sempre per caso Landon incontra un suo vecchio conoscente nel carcere del forte...), ma se si sorvola sulla fortunosità di questa serie di circostanze, sono tutti elementi organizzati tra loro in modo lineare.

Il personaggio di Priscilla/Annie è affascinante anche in versione “umana”: bella, scaltra, spietata, manesca...e pure pianista e lanciatrice di coltelli. Da sposare. Rolling Eyes


Struggente la fine di David che, ferito a morte, arranca verso i prigionieri con l'intento di ucciderli per proteggere la sua famiglia. Pur legato, Zagor riesce comunque a guadagnare abbastanza tempo per sfinire il moribondo.
Si tratta di una tipica sequenza "allungabrodo" (narrativamente, infatti, si poteva far morire David subito durante l'assalto dei paesani) ma di grande intensità emotiva per il suo svolgimento. Lo stato di sofferenza di David è reso molto bene, e devo dire che un po' mi è dispiaciuto per lui, perché tutto sommato era un personaggio che mi stava simpatico. Rolling Eyes


Nolitta conclude la vicenda con un finale dolceamaro: pur avendo risolto il mistero e sgominato la famiglia Landon, Zagor non riesce ad impedire la distruzione di Casa Stanford. Una nota di tristezza per evitare un happy ending completo che forse avrebbe stonato con le atmosfere presentate nella prima parte della storia.


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DIFETTI:

Non si nota immediatamente, ma c'è una perplessità che riguarda la presenza di un maggiordomo in Casa Stanford. In teoria il suo padrone è morto da tempo, nessuno lo paga per le sue mansioni...quindi cosa ci sta ancora a fare a casa Stanford? Think
In pratica è un occupante abusivo, ma nessuno dei nuovi arrivati si preoccupa di chiedersi il motivo per cui si trova ancora lì; lo accettano e basta (come lo accettiamo noi lettori). Rolling Eyes


Mi è parso un po' gratuito l'attacco dei paesani contro Casa Stanford. Intendo dire: la maledizione aleggia da vari decenni...e tutto ad un tratto i timorosi abitanti di Lafayette si trasformano in leoni proprio nel momento in cui, casualmente, Zagor si trova in pericolo di vita. Questa improvvisa spavalderia sa più di pretesto buttato lì da Nolitta per cavare d'impaccio Zagor & C. (Comunque, narrativamente è funzionale.)

Una piccola incongruenza nei dialoghi: la falsa Priscilla viene chiamata a più riprese sia “Marta” che “Annie”. (Ok, facciamo finta che il suo nome sia “Annie Marta” e buona così.) Rolling Eyes

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DISEGNI:

Ferri dimostra di trovarsi pienamente a suo agio con le atmosfere tenebrose. La sua Priscilla è davvero inquietante. Ed anche David è una perfetta riproduzione dell'Uncle Creepy di Reed Crandall.
Ferri Crandall

Una menzione particolare per la prima vignetta in cui appare la lugubre casa di Windy Cliff (va' che superbo gioco di chiaroscuri...) Applause


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Storia: 8
Disegni: 9


Ultima modifica di Ivan il Ven Feb 09, 2024 8:35 pm, modificato 2 volte in totale
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Lun Gen 15, 2024 4:41 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grandissimo Ivan come sempre!
Posso aggiungere che a me da ragazzino mi aveva acchiappato parecchio l'atmosfera da haunted house, e di certo mi faceva venire più di un brivido. Per cui ci rimasi molto male quando tutto si sgonfiò nel finale in qualcosa più alla Scooby Doo.
Però vabbè, sempre lettura graditissima.
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MessaggioInviato: Mar Gen 16, 2024 8:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Concordo anche io. Ricordo perfettamente la delusione nell'apprendere che il fantasma di Priscilla (figura inquietante e affascinante per la quale ancora adesso io e il mio amico di infanzia di allora, zagoriano come me, ci ridiamo sopra) non era un vero fantasma... La figura di Priscilla Stanford fa parte del nostro comune patrimonio"culturale". Laughing
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Ivan
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MessaggioInviato: Mar Gen 16, 2024 2:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

Walter Maddenbrook ha scritto:
...da ragazzino mi aveva acchiappato parecchio l'atmosfera da haunted house, e di certo mi faceva venire più di un brivido. Per cui ci rimasi molto male quando tutto si sgonfiò nel finale in qualcosa più alla Scooby Doo.

...e a quanto pare non sei l'unico, Walter. Se dovessi provare a spiegarne il motivo, direi che – paradossalmente – è perché la parte "fantasmica" è fatta...TROPPO BENE.
Così bene che non sarebbe stato male continuare la storia in quella direzione: il fantasma è reale, e gli sforzi di Zagor & C. vertono sul trovare un modo per dare finalmente pace allo spirito della sfortunata Priscilla. Per come si era sviluppata la storia, credo che nessun lettore si sarebbe lamentato di questa opzione.

Nolitta invece aveva deciso fin dall'inizio per la opzione della messinscena (realizzandola, appunto, talmente bene da farci rimpiangere che la storia non sia proseguita sulla linea del "vero fantasma").
Pazienza; forse a quei tempi a Nolitta è sembrato che l'ipotesi di un vero fantasma fosse una idea troppo fantasiosa da immettere in una collana fondamentalmente western (non sapeva ancora che più avanti sarebbero venuti i Morb e il Kandrax di Chiaverotti...) Pray ]


Spiritello senza scure ha scritto:
Ricordo perfettamente la delusione nell'apprendere che il fantasma di Priscilla non era un vero fantasma...La figura di Priscilla Stanford fa parte del nostro comune patrimonio "culturale".

Uhm...Parlando di "patrimonio culturale" mi hai fatto balenare un'ipotesi sul soggetto di base di questa storia, Spiritello...
Nolitta potrebbe aver preso spunto dal romanzo Il mastino dei Baskerville (se immaginiamo di sostituire il cane fantasma con Priscilla, l'impianto narrativo è quasi identico).
Il punto è che nel libro di Conan Doyle, dopo la scoperta dell'inganno, la vicenda si concludeva rapidamente; invece Nolitta ci ha aggiunto un complicatissimo prosieguo fatto di evasioni a pagamento che porta la seconda parte della storia su un piano totalmente diverso da quello della prima parte. In breve, diventa una "normale" vicenda di pim-pum-pam e inseguimenti ai banditi; troppo differente dalle atmosfere della prima parte. E forse è proprio questo stridente contrasto di atmosfere tra le due parti a provocare quel vago senso di delusione di molti lettori dopo la scoperta che tutta l'angosciosa faccenda del fantasma di Priscilla era solo una volgare messinscena.

Forse sarebbe stato meglio seguire il modello del romanzo e quindi terminare la storia con una chiosa più rapida e semplificata (tipo che il finto fantasma serviva per far fuggire Alan in modo che la casa venisse poi ereditata da altri componenti della famiglia Stanford), senza spostare il prosieguo su una nuova linea narrativa troppo diversificata dalla precedente. Think


AAHHYAAAAK ha scritto:
...una Priscilla che sembra Mercoledì della famiglia Addams.

Ahem...Forse intendevi MORTICIA, Mario (Mercoledì è la figlioletta, quella con le treccine). Rolling Eyes

By the way, mi hai fatto tornare in mente una scenetta dei vecchi telefilm, in cui la figlia scappa di casa e così Morticia assume un investigatore privato per rintracciarla:
- "Vorrei che lei ritrovasse mia figlia Mercoledì!"
- "Farò del mio meglio, signora...ma non mi dia limiti di tempo!"
(Semplicemente GE-NIA-LE!) laughing6


Ultima modifica di Ivan il Mar Gen 16, 2024 5:44 pm, modificato 1 volta in totale
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