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IL RITORNO DI KANDRAX
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Autore Messaggio
Angelo1961
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MessaggioInviato: Mar Giu 06, 2017 10:45 am    Oggetto: Rispondi citando

Per me, relativamente alla parte del Ramo Rosso, è una storia bellissima...
Se metto a confronto il fantasy di questa con l'orribile primo zagorone, allora posso anche considerarla un capolavoro...
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Kramer76
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MessaggioInviato: Ven Giu 09, 2017 10:50 am    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
l'orribile primo zagorone


il più prolungato caso di fake news zagoriane
il primo zagorone non è orribile (tralaltro c'è torricelli che vi piace tanto)
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 7:45 am    Oggetto: Rispondi citando

Delenda Carthago Kramer... Non voglio più vedere storie così su Zagor!
Torricelli lo apprezz, ma, come ho detto più volte, nel fumetto il disegno è al servizio della storia e se la storia è brutta, il disegno può ben poco. Cioè, il disegno può peggiorare una storia bella, ma non può migliorare una storia brutta,.
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Doc Lester 1975
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 10:14 am    Oggetto: Rispondi citando

Io non riesco a distinguere così nettamente testi e disegni in una storia Think
Secondo me sono fattori inscindibili, e infatti non riesco a valutarli separatamente (critica al "sondaggio perfetto" in cui bisogna dare due voti separati). I disegni trasmettono emozioni, sentimenti, sense of wonder; l'espressione di un viso può radicalmente modificare l'impatto di una battuta. Non sono d'accordo con Angelo1961 quando dice che ottimi disegni non possono migliorare una brutta storia. È che, credo, una storia non può proprio essere definita brutta o bella senza considerare i disegni, perché semplicemente questa storia non esisterebbe. Casomai può accadere il contrario: io non amo i disegni di Chiarolla (pur riconoscendone la maestria) e quindi leggo con più difficoltà le storie da lui disegnate. Ma rimane l'inscindibilita' dei due fattori.
Poi c'è un altro aspetto: le trasferte. Spesso sono solo un escamotage per scrivere una volta di più la stessa storia; i disegni diventano fondamentali, perché sono l'unico aspetto che cambia (diversi paesaggi, diverse etnie, diversi costumi).
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 10:43 am    Oggetto: Rispondi citando

Se vuoi ne discutiamo altrove, però se una storia è brutta, resta brutta, qualunque sia il disegno. Se una storia è bella, ma disegnata male, peggiora.
Io compro i fumetti per leggere le storie, non per restare vittima della sindrome di Stendall di fronte a belle tavole! Per quella, almeno per quanto mi riguarda, c'è l'arte vera, quella di Michelangelo, Leonardo, Caravaggio, al limite Russel e Remington...

Doc Lester 1975 ha scritto:
I Casomai può accadere il contrario: io non amo i disegni di Chiarolla (pur riconoscendone la maestria) e quindi leggo con più difficoltà le storie da lui disegnate. Ma rimane l'inscindibilita' dei due fattori.


E' quanto sostengo, infatti. E concordo su Chiarolla.
Ma pensa se I cannibali dello Spot l'avesse disegnata Ferri anzichè Pini Segna... Laughing
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Andrea67
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 11:15 am    Oggetto: Rispondi citando

Sono d'accordo con Angelo. E l'esempio di Green Spot è calzante.
Come la seconda di Guthrum.
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giaguaro2
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 4:14 pm    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
Se vuoi ne discutiamo altrove,

Lo voglio io. Cool Laughing
Qui attenetevi al ritorno di Kandrax
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Kramer76
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MessaggioInviato: Lun Giu 12, 2017 5:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

2 anni fa moriva C.LEE

kandrax


morgast Shocked
https://youtu.be/74DeoFjmA74
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MessaggioInviato: Gio Mar 22, 2018 5:21 pm    Oggetto: Rispondi citando

Carlo_Monni ha scritto:
Aggiungo che a me il trittico di storie di Kandrax è piaciuto parecchio. Saràche apprezzo molto il fantasy e sono da sempre affascinato dai miti e dalle leggende del folklore irlandese e celtico in generale. Think

Che il trittico sia bello da leggere lo dico anche io, ed è una cosa che posso affermare con certezza visto che la ho riletta circa un anno fa, o forse anche meno.
Però secondo me la grossa pecca della trama è che in fin dei conti Kandrax non è poi così importante, si poteva imbastire la storia anche senza di lui.
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MessaggioInviato: Ven Nov 29, 2019 8:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

- Il ritorno di Kandrax
Boselli sfrutta e sovverte una formula tipica dei ritorni dei grandi villain: stavolta Zagor viene sorpreso sulla via del ritorno, prima di arrivare a Darkwood, e la nuova apparizione di Kandrax è mostrata fin da subito al lettore, evitando di costruire una suspense inutile dato l'annuncio presente nella copertina. Questa visione macabra innesca una serie di presagi e allucinazioni che scandisce tutto il primo capitolo.
Sembra di essere tornati alla golden age, con un Ferri ispiratissimo e un Boselli che si rifà più che mai allo stile nolittiano.
Dalla comparsa di Morgast (proto-psicanalista che sembra inizialmente ricoprire il ruolo di Poe in OSD) comincia l'atmosfera carica di mistero che compensa la mancanza di suspense, con una prospettiva inedita sul vudu e sul soprannaturale: a differenza del primo ritorno Kandrax agisce diversamente rispetto alla sua prima storia, ricordando l'Hellingen di Incubi ma rimanendo fedele alla caratterizzazione originale.
La trama si risolve, ma il doppio finale ci proietta di peso nel secondo capitolo esplicitando il funzionamento della struttura narrativa come saga.

- Gli eroi del Ramo Rosso
La visione sui Fianna del capitolo precedente contestualizza l'introduzione, che dichiara da subito la nuova dimensione fantasy: il genere eroico/celtico de Il principe degli Elfi si presenta in una forma ancora più pura, anche se il ritmo narrativo è serrato come lo speciale n° 11.
L'assenza di Cico è sopperita da uno sdoppiamento: Tonka è la fedele spalla che si occupa dell'azione, mentre Mac Morna ha il ruolo di personaggio comico.
La mitologia del mondo fantastico è introdotta e sviluppata velocemente, ma ciò non impedisce l'espressione del pieno potenziale di Torricelli e la realizzazione di una storia dai passaggi sintetici e affascinanti. Boselli coglie anche l'occasione per collegare Zagor a un'altra figura mitica, e rivela la sua vicinanza al mito celtico.

- Guerra eterna
La resa dei conti soffre dei troppi personaggi ed eventi a fronte delle poche pagine e il racconto risulta sbrigativo, come i disegni di Marcello, ma l'epicità non si perde anche grazie ai riferimenti a storie boselliane precedenti. Si ha un nuovo faccia a faccia con Kandrax in una condizione inedita, anche se i viaggi extracorporei di Zagor e le comparse di Frida, Gambit e dei personaggi de La sesta luna sono gli elementi più penalizzati dalla brevità del capitolo.


In generale la saga, nuovo tentativo di Boselli di rinnovare il modello narrativo classico, riesce nel creare un respiro epico e a porre Zagor davanti a ostacoli di natura e portata inedite. Un soggetto ambizioso che purtroppo non si può dire pienamente riuscito, ma si imprime sicuramente nella memoria del lettore come una delle storie più incisive, una pietra miliare della testata.
Inoltre con questa serie di storie lo sceneggiatore chiude il cerchio, cimentandosi nell'ultimo grande ritorno che gli mancava. In questo modo si può delineare una cifra stilistica che denota un approccio comune di Boselli alla classicità zagoriana: in ogni storia in cui ritorna un villain storico l'autore introduce nuovi personaggi in grado di evolvere il filone, evitando il problema della futura ripetizione del già visto e aprendo molte possibilità per gli sviluppi successivi (come già dimostrato ne La nave nera). Questa mi pare la mentalità migliore per scrivere storie originali e sfruttare la lunga serialità, e anche se le "new entry" rischiano spesso di mettere in ombra gli antagonisti nolittiani Boselli ha fatto bene secondo me a cimentarsi sempre in scommesse ambiziose e inedite.
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- Serie regolare fino a 524 (Zagor contro Mortimer) da 654 a 670 (I sette vikinghi)
- Speciali fino al 23 (La danza degli spiriti)
- Maxi fino al 10 + 31, 35, 37, 38, 39, 40 e 41
- Almanacchi fino al 10 (Uomini nella tempesta)
- Color fino al 2 + 11, 12

COMPLETATI

- Le Origini
- Darkwood Novels
- Strisce (collane Darkwood e Scure)
- Giganti
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MessaggioInviato: Mar Apr 07, 2020 2:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

Anche a me questa tripla sul terzo ritorno di Kandrax è piaciuta... non tutte le tre allo stesso modo ma in generale è stata una bella e lunga avventura.
Le note dolenti sono che Kandrax non è centralissimo come nelle sue due precedenti storie, ma qui sembra soltanto un servo di Donn The Dark...alla fine condannato a ricevere le sue sfuriate perchè non è riuscito nel suo intento e ha pure perso il libro!
Inoltre la terza parte risente di poche pagine rispetto alle trame che doveva chiudere, ai tanti personaggi, all'azione compressa che ci si doveva infilare...e poi Marcello purtroppo mi è sembrato sottotono e affrettato.
Però le prime due parti sono molto belle, la prima più atmosferica e inquietante, con gli incubi, i deliri, l'ipnosi...e gli splendidi disegni di Ferri.
Anche se ho trovato troppo lunga e confusa la parte dell'inseguimento nella foresta, con Zagor e Cico a giocare a tiramolla con Dempsey : sì conosco la strada, non te la dico, ci ho ripensato te la mostro...adesso ci guida Cico e non tu... Shocked
La seconda parte puramente fantasy a me è piaciuta moltissimo, con i magnifici disegni di Torricelli e tonnellate di miti celtici... davvero una bella avventura originale sullo stile dello Speciale degli Elfi. Purtroppo qui Kandrax è stato messo da parte...ma l'attenzione era tutta per il fantasy.
Come detto, la terza parte è la più debole, avrei visto bene almeno mezzo albo in più , visto che la parte della guerra eterna e del fantoccio di paglia era interessante, e disegni meno affrettati.
Però per me in generale la tripla storia si merita un giudizio molto positivo.
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MessaggioInviato: Lun Lug 20, 2020 3:47 pm    Oggetto: Rispondi citando

Con questa storia Kandrax sbraca.
Una volta c'era un vecchio inquietante druido con qualche potere ipnotico condito con un pizzico di magia celtica e riti ancestrali, che - non si sa bene come - è riuscito a sfuggire ai limiti imposti dal tempo e dalla morte, un uomo che si ritrova solo in una realtà che non è più la sua e che se la prende con le prime persone che incontra, gli abitanti di una fattoria sperduta nel Vermont; adesso abbiamo un potentissimo ed onnisciente mago oscuro che gioca a fare balzi da una dimensione spazio-temporale all'altra, chiacchiera amabilmente con il suo dio/demone ed è una minaccia per l'intera umanità.
C'è gente che non capirà mai che se preme troppo sull'acceleratore prima o poi sbanda e finisce fuori strada. Nolitta ha esagerato (forse) una sola volta, in Magia senza tempo, introducendo gli alieni a Darkwood Brick wall Boselli al contrario ha fatto dell'esagerazione il suo proprio stile narrativo per quanto riguarda il versante fantastico, cercando (legittimamente) di smarcarsi dall'impostazione classica cara a Nolitta. Peccato, perché a rimetterci sono stati i grandi avversari storici dello Spirito con la Scure Sad
Tanto semplice e geniale (geniale perché semplice) lo spunto di Nolitta, quanto astruso e complicato questo soggetto boselliano diviso in tre parti. Una gran caciara, troppi elementi buttati nel calderone e mescolati frettolosamente: non si raggiunge (meno male) l'incredibile livello di improbabilità surreale che contraddistingue quella che per me è la più brutta storia zagoriana di tutti i tempi perché perlomeno qui manca l'elemento fantascientifico, si resta coerentemente solo sul magico, ma il risultato finale resta secondo me molto deludente.
Il concetto di "storia fantastica eppure credibile", che aveva caratterizzato per anni lo Zagor originale, con Boselli è andato definitivamente a farsi benedire ed oggi ne vediamo le conseguenze.
Proverò a scrivere due righe su ciascuna delle tre parti di cui si compone questo ritorno di Kandrax.
CONTINUA...
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Mer Lug 22, 2020 8:31 am    Oggetto: Rispondi citando

Nella prima storia del trittico, le cose che funzionano secondo me sono poche.
Boselli scrive la solita bella avventura, ci mancherebbe, la fantasia non gli difetta, solo che non è coinvolgente.
Come ho amato l'ambientazione nel microcosmo della fattoria del Vermont del primo Kandrax, così non ho digerito bene l'ambientazione troppo aperta in Florida di questo ritorno;
come Nolitta si era preso tutto il tempo necessario e di più, così Boselli va di fretta, cominciando ex abrupto e passando poi continuamente da una sequenza all'altra quasi senza "montaggio";
come Nolitta aveva creato una magnifica coralità di interpreti-protagonisti, così Boselli inserisce una marea di comprimari senza però caratterizzarli a dovere, un minestrone di Seminoles, stregoni vudu, negrieri, donne da sacrificare, Tonka e i Mohawk, Frida e Gambit, più uno psicanalista come deus ex machina.
Abbiamo poi dialoghi con frasi ad effetto, un po' adolescenziali, poco credibili, tutto è spiegato e compreso troppo facilmente ed alcune trovate risolutive sono francamente deboli (Zagor che divella con estrema facilità la catena con cui era tenuto prigioniero e con la stessa riesce a strappare il Triskelion dal collo di Kandrax).
Ma il peggio è altro: intanto l'uso di un certo linguaggio pseudoscientifico contemporaneo che stona tremendamente sulle bocche di un druido, di un demone, di uno stregone vudu e del suo accolito, di Zagor e del resto dei personaggi di un'avventura ambientata due secoli fa, ma è più in generale lo sdoganamento definitivo delle realtà parallele, comprese da tutti come qualcosa di assolutamente normale, a far precipitare il coinvolgimento emotivo del lettore, privato di due capisaldi nolittiani come la credibilità ed il sense of wonder Sad L'icona della storia è infatti un demone materializzato, Donn the Dark, che esiste davvero, ha il suo bel paio di corna, prende il tè coi pasticcini insieme al suo servitore Kandrax nella sua bella dimora... Non siamo al livello di Wendigo che appare in uno schermo televisivo ma poco ci manca. Finale da far cadere le braccia con Kandrax che spara raggi dalle mani Shocked Brick wall Sad
Voto a questa prima parte: 5- ma solo per l'enorme rispetto che si deve al magistrale lavoro di Ferri, anche qui, a 70 anni, straordinario Applause Applause Applause
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Sab Lug 25, 2020 7:59 am    Oggetto: Rispondi citando

La seconda parte del trittico è una delle cose peggiori che io abbia mai letto su Zagor Sad
Più che una storia, è un volumetto divulgativo su usi e costumi dei Fianna. Non c'è tavola, non c'è quasi vignetta, in cui non compaia un nome celtico (di una persona, di una magia, di un demone) oppure una spiegazione. Un'accozzaglia di roba che poteva andar bene per una miniserie di 12 albi, scaraventata invece in sole 130 pagine.
Del resto, questo è il fantasy: uno straordinario escamotage letterario in cui non c'è reale bisogno di un soggetto, basta l'affabulazione dell'ambientazione magica; ma questa, come insegnano i maestri del genere, ha bisogno giocoforza di tempi lunghi, che permettano al lettore di entrare in un nuovo universo narrativo, carpirne i segreti, conoscerne la geografia, lasciarsi incantare. Una storia fantasy buttata lì una volta ogni tanto non può che restare una sorta di fastidioso masso erratico inadatto alla saga. Parere personalissimo, ovviamente.
Comunque, abbiamo una rapida carrellata di avvenimenti senza alcun coinvolgimento emotivo. Una noia pazzesca. Perché le soluzioni narrative, nel fantasy, sono facilitate:
devo arrivare in un posto ma è troppo lontano? Lancio un incantesimo ed eccomi lì.
Sono morto? Non c'è problema, druidi e maghi trovano sempre il modo di farmi risorgere.
Sono imprigionato e non ho le mie armi? Ideona, le mie armi sono magiche, quindi saranno loro a venire da me.
E via dicendo. Come può coinvolgersi un lettore quando tutto è così surreale da divenire scontato?
Sceneggiatura terrificante, dialoghi assolutamente non credibili che servono solo a spiegare al lettore chi è quello, cosa fa quell'altra, che magia lancia quell'altro ancora, ecc.
Inutile aggiungere che i passaggi in cui i personaggi di questo mondo fantastico dicono che Zagor è in contatto con gli dei, possiede in parte il dono della veggenza, i suoi avi vengono da Erin, il suo destino è combattere il male mi fanno cadere le braccia Sad
Manca Cico e MacMorna prende il suo posto. C'è invece Tonka (che Boselli a mio parere interpretava come la vera spalla principale di Zagor) la cui presenza è pressoché inutile e serve solo ad amplificare il senso di estraneità veicolato da 130 paginette surreali e assolutamente inadatte ad essere pubblicate su Zagor.
Torricelli era ed è rimasto il disegnatore fantasy ufficiale della squadra: se la cava bene come sempre, anche se la confusione della sceneggiatura si ripercuote anche sulle tavole. In generale, nei disegni di Torricelli trovo che i chiari siano troppo predominanti rispetto agli scuri (agli antipodi rispetto a Barison) e soprattutto che i campi siano leggermente troppo lunghi. Ma il giudizio nell'insieme è senz'altro positivo.
Che fatica arrivare alla fine di questa storia Shocked Sad
Voto alla seconda parte: 4
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Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Mar Lug 28, 2020 4:40 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nella terza parte del trittico si torna, grazie a Dio, a Darkwood, ma lo spaesamento (e con esso la mia delusione) è molto forte, in questa foresta in cui militari, cacciatori e indiani convivono con streghe e druidi come se niente fosse e si discorre amabilmente del differente scorrere del tempo nei diversi universi e nelle altre dimensioni Sad
Tutto come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
Altri due aspetti mi hanno dato particolarmente fastidio: il primo riguarda il concetto di poteri, espressione abusatissima in bocca tanto a Kandrax quanto a Zagor: sembra di leggere un fumetto di supereroi in cui ciascuno ha il suo superpotere, che poi viene amplificato, ecc. Il secondo riguarda invece il concetto di Male: ho sempre trovato insopportabile e banale la retorica delle "forze del Bene contro le forze del Male", come ho sempre trovato non credibile un avversario che pone se stesso scientemente come rappresentante del "Male". Io credo (e credo che così credesse anche Nolitta) che il personaggio dell'antagonista può e deve certamente essere uno che compie il male, ma resta comunque uno che pensa di essere nel giusto (nel caso di Kandrax, perché ritiene di dover rifondare la civiltà dei celti, che ha visto non esistere più al suo risveglio). Ebbene, qui invece Kandrax afferma: "La vittoria sarà nostra perché nostro è il potere del Male"... una cosa da fumetto infantile, non si può sentire un villain che si esprime in questo modo.
In generale, i dialoghi risentono dell'uso di questi toni enfatici mescolati al linguaggio fantasy, risultando pertanto poco credibili.
Il resto è una mole abnorme di carne al fuoco: gli indiani dei Grandi Laghi e gli avventurieri, Tonka coi suoi Mohawk e i militari, il feticcio di fuoco, la fine di Morgast, il ripescaggio senza senso del ribelle Scure Rossa, la citazione senza senso di Lew Bradley, il coinvolgimento senza senso di Gambit e Frida (quello di Margie Coleman ci poteva pure stare, ma non era preferibile concentrarsi solo su di lei e darle più pagine?), Oisin e MacMorna, i cani, le sorelle Nemain e Morrigan, il Libro Nero come chiave di tutto... troppa roba in sole 130 pagine Sad
Le situazioni narrative non mi hanno coinvolto perché sono tutte risolte da escamotage magici in modalità troppo naturale. Zagor che si proietta in forma d'immagine per salvare le sue tre dame, per esempio, non è proprio una di quelle trovate che reputo interessanti o avvincenti Brick wall
Io penso che in realtà, per sostenere tutta la trama, bastava l'idea più semplice avuta da Boselli: Kandrax che finalmente riesce a soggiogare, a tratti, la mente di Zagor (non gli era mai riuscito nelle due avventure precedenti), come accade nella sequenza alle pp. 58-61; ovviamente insieme ad una maggiore fedeltà al canovaccio originale riprendendone i comprimari e l'atmosfera.
Come è stato già scritto, i disegni di Marcello possono risultare forse approssimativi e frettolosi, ma a me comunque sono piaciuti, li ho trovati affascinanti come sempre. Direi che il comparto dei disegni, in tutto il trittico, è l'unica cosa di cui non ci si può lamentare.
Voto alla terza parte: 4,5 (almeno non mi sono proprio annoiato come nella seconda).

Pertanto, nel mio personalissimo cartellino Wink la media-voto finale di questo strampalato ritorno di Kandrax è 4+
Sad
Troppa carne al fuoco e bruciata troppo di corsa (finale affrettatissimo), con il "tradimento" del personaggio di Kandrax (punto di vista ovviamente personale), inserito in un universo fantasy in cui tutto quello che, in maniera inquietante per il lettore, esisteva solo nella testa, nel cuore e nei ricordi del druido, diventa reale e materiale, perdendo tutto il suo immaginifico fascino arcano.
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