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[Kramer76]

l'avamposto dei trappers
numeri 455 e 456, testi de angelis, disegni della monica
una delle storie più anomale e originali di questo periodo, credo anche questa influenzata dalla coralità boselliana, l'epicità, le battaglie
marcatissima è la coralità di cui sopra, con zagor poco più che "testimone", a un certo punto messo fuori gioco con il solito "colpo di striscio"
i personaggi vivono di vita propria pur nello spazio ristretto dei due albi, vedi i flashback sulla storia dei mckean, l'ottimo milton
zagor ha modo di uscire fuori nel finale, con la battuta del fantasma sul "braccio" e quella sul libro, che zagor promette di leggere....
originale è l'incedere della storia, teatrale, tragico, un intelligente omaggio alla celebre opera shakespeariana (e verdiana)
de angelis calca la mano sulla violenza (la moglie incinta), già a partire dal primo albo, i combattimenti con gli assiniboin, lo scalpo di bill eyck
i disegni sono eccelsi, della monica è un maestro zagoriano paragonabile a ferri, a chiarolla e pochi altri, con il suo stile dettagliato
vedi, ad esempio, la perfida moglie di bill, quando viene insidiata da taylor mi pare che quella spallina non sia casuale...
zagor in effetti è un pò moscetto, è ancora il suo zagor personale, qualche anno dopo inizierà a farlo "alla ferri"
buona la prima copertina che è copiata da una vignetta

voto 8

[wakopa]

[Zagrosky]

infatti, poi ha fatto carriera su Zagor
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Sacco di carbone, faccia di limone spremuto, muso di terracotta, figlio di centomila vermi....ipocriti dementi schiavi del politically correct , finitela di romperci i cogl....



Arbitra, avvocata, sindaca, ministra...

qui non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!

Qui non si serve il piatto negro nazionale...


SE DO LA MANO A UN MILANISTA, POI MI LAVO...
SE DO LA MANO A UNO JUVENTINO, POI MI CONTO LE DITA...

[Akkron96]

Di questa storia di De Angelis colpisce soprattutto lo strano montaggio dell'autore per quanto riguarda le scene: controcorrente rispetto al modello tipico di introduzione con un epiologo lontano dal protagonista, vediamo subito Zagor e Cico che incontrano i trapper per poi spostarci velocemente sulla presentazione di Fort Wolf e dei suoi personaggi. Per tutta la lunghezza del racconto si ha un montaggio alternato simile, anche se sempre meno marcato, ma da ciò risulta inevitabilmente l'altalenante presenza di Zagor nelle vicende.
Questa storia con echi di Boselli e Colombo (dal grande parco personaggi ai voltafaccia, dalle scene cruente alle citazioni ostentate) convince grazie alla riuscita di personaggi e dialoghi (a parte un paio di verbosità iniziali), in un turbinio di eventi che rischia di confondere ma che, nonostante i difetti, dimostra di avere un cuore e di sapere emozionare.
Si passa dal ricalcare Macbeth a un surreale attacco al forte a bordo di canoe che cavalcano un'onda impetuosa, buona dimostrazione di un'applicazione diversa dell'anima sia colta che stravagante di Zagor.
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LETTURA IN CORSO

- Serie regolare fino a 524 (Zagor contro Mortimer) da 654 a 670 (I sette vikinghi)
- Speciali fino al 23 (La danza degli spiriti)
- Maxi fino al 10 + 31, 35, 37, 38, 39, 40 e 41
- Almanacchi fino al 10 (Uomini nella tempesta)
- Color fino al 2 + 11, 12

COMPLETATI

- Le Origini
- Darkwood Novels
- Strisce (collane Darkwood e Scure)
- Giganti

[kanoxen60]

A me questa storia non è dispiaciuta e mi viene da chiedere come mai De Angelis non abbia proseguito su Zagor...

[Wolfenstein1976]

Bella questa avventura, avrei volentieri rivisto lo sceneggiatore in altre prove Zagoriane.
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Mirko

[Cactus Pete]

Non gliene hanno commissionate altre...

[kanoxen60]

Peccato. Dopo lo Zagor-Macbeth avrei visto bene uno Zagor-Enrico V...

[Esploratore Scomparso]

A me questo esordio di De Angelis non è dispiaciuto, una bella e originale rilettura del Macbeth; ci sono tanti personaggi e non è facile stare dietro a tutti, ma il nuovo sceneggiatore se la cava abbastanza bene.
Mi ha stupito il cambio repentino di personalità del buon Bill Eyck che all'inizio era pure simpatico...mentre poi viene plagiato così improvvisamente dalla moglie.
Comunque è una storia buona e piacevole, mi ha lasciato la curiosità di sapere come sarebbero state altre storie di De Angelis, magari con qualche piccola correzione. Lo avrei rivisto con piacere, peccato.
Sempre ottimi i disegni di Della Monica.