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Autore Messaggio
Kramer76
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MessaggioInviato: Mar Dic 08, 2009 11:05 am    Oggetto: Rispondi citando

Thunderman ha scritto:
non mi ? piaciuta molto questa storia.


Manco a me.


Ultima modifica di Kramer76 il Dom Dic 27, 2009 1:31 pm, modificato 4 volte in totale
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Vlad Frosa
Onnivoro del forum
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MessaggioInviato: Mar Dic 08, 2009 11:09 am    Oggetto: Rispondi citando

Vlad Frosa ha scritto:
Non vorrei sbagliarmi ma credo di aver sentito che questa storia sia stata ridotta per motivi editoriali... qualcuno pu? confutare o smentire?

Adriano ha scritto:
basta leggere la prima pagina del topic in particolare il post di MOreno Wink


Bingo!
_________________
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Adriano
Spirito con la suspense
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MessaggioInviato: Mar Dic 08, 2009 11:12 am    Oggetto: Rispondi citando

Eddy Rufus ha scritto:
Ecco il soggetto originale cos? come venne approvato.
Tre albi ci stavano tutti.

====

LA TERRA DELLA LIBERTA?

Soggetto per Zagor
di Moreno Burattini


1. La fuga di Lafitte

Nel porto di Lagos la nave di Lafitte ? stata riparata, ? pronta a ripartire. Tuttavia, Lafitte non ? uno stinco di santo: non dimentichiamo che la sua prima apparizione l?ha fatta uccidendo a sangue freddo, per vendetta, uno dei pirati di Barbe-en-feu che parteciparono alla congiura contro di lui la notte in cui esplose la ?Pride? originale. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, e cos? all?insaputa di Zagor il nostro pirata non ha resistito alla tentazione di riprendere una delle attivit? che gi? furono della sua banda di corsari ai tempi di Barataria e di Galveston: il contrabbando fra l?Africa e l?America. Perci? ha imbarcato sulla ?Pride? merce da portare negli States di nascosto: potrebbero essere diamanti rubati in una miniera gestita dagli inglesi (i paesi del Golfo di Guinea sono fra i principali produttori al mondo di diamanti, lo Zaire lo ? in assoluto).

A offrire i diamanti (o quel che ?) a Lafitte ? stato un avventuriero portoghese che sar? coprotagonista della storia. Si chiama Rodriguez Lobo ed ? tipo che vive di colpi di mano e traffici illeciti, non un vero e proprio criminale (nel senso che non ? un assassino), ma certo non si fa sfuggire le occasioni e ruba, rivende, compra, intrallazza in una terra che ? diventata la sua, l? nel Golfo di Guinea e pi? su verso il Marocco. I portoghesi, del resto, storicamente erano presenti con mercanti e avventurieri del genere, nella zona, fin dal diciassettesimo e diciottesimo secolo. Inizialmente lo vedremo come una figura negativa, ma piano piano ci apparir? come un tipo divertente, seppur non raccomandabile

Zagor e Cico, da poco tornati a Lagos (reduci dalle precedenti avventure), non sanno quel che Rodriguez Lobo ha tramato con Lafitte. Lo trovano sulla nave, e Cico fa amicizia con lui. Rodriguez loda la cucina di una certa taverna del porto e Cico si ? convinto a provarla in sua compagnia. Zagor ? sceso dalla ?Pride? apposta per andarlo a cercare prima della partenza: ? qui che comincia la nostra storia, il resto lo capiremo a posteriori. Mentre Zagor, Cico e Rodriguez sono tutti insieme, i soldati inglesi arrivano nella locanda e vogliono arrestarli per via dei diamanti che Lobo ha rubato. Rodriguez Lobo tenta la fuga, Zagor protesta la sua innocenza. Ma varie testimonianze concordano nell?indicare lo Spirito con la Scure e il fido messicano come membri dell?equipaggio della ?Pride?, e i soldati vogliono portarli nella loro fortezza per chiuderli sottochiave. Cos? lo Spirito con la Scure reagisce e lui, il pancione e il portoghese fanno causa comune e rocambolescamente riescono a liberarsi degli inglesi e a fuggire per le vie di Lagos.

Nello stesso momento, i soldati inglesi tentato una irruzione sulla ?Pride?, ma i pirati riescono a gettarli in acqua, a togliere la passerella e a prendere il mare. Il comandante degli inglesi fa partire una nave da guerra perch? insegua i fuggitivi. A bordo della ?Pride?, Digging Bill, Van Sutter, Denise e Jacques si lamentano vivacemente con Lafitte per il fatto che Zagor e Cico sono rimasti a terra. Lafitte replica che anche a lui dispiace, ma pazienza: ha gli inglesi alle calcagna, deve pensare a fuggire, Zagor ? in gamba riuscir? a cavarsela.

Cos? lasciamo Lafitte, non sapremo mai (in questa storia) che cosa gli ? successo, anche se si pu? pensare che far? perdere le sue tracce agli inseguitori e torner? in America, di certo per? per un po? non si far? rivedere a Lagos. Quel che vediamo ? che Zagor, Cico e Rodriguez vorrebbero cercare rifugio sulla ?Pride?, ma arrivati al porto apprendono che ? partita, e vedono partire la nave inseguitrice.

2. Liberty Sam e la Liberia

Gli inglesi cercano dappertutto il terzetto di fuggitivi, e li sorprendono nel porto, di fronte alla banchina dov?era la ?Pride?, ormai in alto mare. Sarebbero presto catturati se in loro aiuto non arrivasse Liberty Sam! Costui riesce, grazie a gente di Lagos che conosce, a nascondere i fuggitivi su un carro e a farli uscire dalla citt?, verso la foresta circostante. Nella fuga, il carro di Liberty Sam finisce danneggiato e quando i nostri sono in salvo, si rompe un semiasse, il carro rotola in una scarpata, si sfascia tutto e diventa inutilizzabile. In ogni caso il pericolo immediato ? scampato. Si forniscono le spiegazioni: Liberty Sam ? a Lagos da un paio di giorni perch? deve procurarsi della merce nel porto della capitale nigeriana, da trasportare poi a Monrovia (per motivi che vedremo fra poco). L? gli ? capitato di vedere Zagor fuggire inseguito dagli inglesi e ha pensato di aiutarlo.

Liberty Sam non ? solo, ? con un piccolo gruppo di accompagnatori venuti con lui da Monrovia. Alcuni di essi sono degli schiavi liberati (c?? Ulysses, che fu tra i protagonisti dell?avventura nella quale Sam riusc? a impadronirsi di una nave negriera e a far ritorno in Africa); ma uno di loro ? un negro africano, membro della trib? dei Dan, abitanti dell?entroterra della Liberia e della Sierra Leone, accolto anch?egli nella comunit? dei liberti che ha fondato Monrovia. Costui si chiama Manko, ha doti di guerriero, conosce bene la giungla e come muoversi nella sua terra. E? un africano fiero di essere africano, pare che odi i bianchi (anche se tollera gli amici di Liberty Sam, naturalmente). Si accenner? alla rivolta dei Dan contro gli insediamenti dell?American Colonization Society.

A questo punto serve sapere che fin dal 1815 un imprenditore marittimo di nome Paul Cuffe aveva finanziato e capitanato un viaggio dagli Stati Uniti fino alla Sierra Leone a vantaggio di un piccolo gruppo di schiavi liberati, allo scopo di fondare una colonia nella quale gli afroamericani avrebbero convissuto con gli indigeni insegnando loro le abilit? apprese negli States.

Cuffe mor? nel 1817 senza vedere la realizzazione del suo sogno. Per? la sua esperienza serv? alla fondazione della American Colonization Society, nata per gli stessi scopi il 21 dicembre 1816 (con James Monroe fra i fondatori). Nel 1819 la societ? ottenne un finanziamento dal congresso e nel gennaio 1820 la prima nave da essa armata per l?occasione, chiamata Elizabeth, salp? dal porto di New York verso l?Africa Occidentale, con 88 emigranti a bordo. La nave arriv? prima a Freetown, in Sierra Leone, e poi sbarc? i passeggeri sull?isola Sherbo, dove avrebbe dovuto costituirsi il primo insediamento. Ma l?isola era paludosa, morirono di malaria sia molti dei negri che alcuni dei bianchi che li accompagnavano. Questo particolare storico ci servir? nello sviluppo della storia e va tenuto presente.

Il governatore britannico permise che gli immigranti si trasferissero in una zona pi? salubre. Fu scelta la zona di Capo Mesurado, sulla costa della ?del pepe?, nell?attuale Liberia. La zona fu acquistata per trecento dollari da un capotrib? locale.

Era il 1822. L? fu costruito il primo insediamento, chiamato City of Christ (o Christopolis), dove sbarcarono altri liberti provenienti dagli Stati Uniti. Nel 1824 la citt? fu chiamata Monrovia in onore del presidente Monroe. Nel 1838 il territorio controllato dagli immigrati attraverso acquisti e trattati con i capi locali si estendeva da capo Mount a nord sino a Bassa Point a sud; la popolazione and? sempre aumentando sia per l?arrivo di nuovi immigrati inviati dalla American Colonization Society sia per gli schiavi sottratti al traffico di carne umana. La Liberia ebbe un governatore bianco fino al 1841, quando fu nominato un afroamericano di nome Joseph Jenkins Roberts. L?indipendenza ? datata 7 settembre 1846. Ma queste ultime due date sono posteriori all?avventura con Zagor. Ci? che ci preme dire ? che esistendo Monrovia e la colonia organizzata dalla American Colonization Society, Liberty Sam e i suoi amici fuggiti dalle piantagioni americane (come si era viso nell?albo ?La nave negriera?) ci si erano diretti una volta sbarcati in Africa. E avevano cominciato a viverci, collaborando al suo sviluppo, anche se Liberty pare non essere troppo soddisfatto di come si sta evolvendo la cosa.

I suoi dubbi, che emergono qua e l?, avranno un senso alla fine e soprattutto ci servono per giustificare il sostanziale fallimento dell?esperimento Liberia, dove la minoranza nera di origine americana ha sempre scimmiottato l?esempio della cultura degli States e ha trattato come paria la popolazione indigena, estromessa dai luoghi del potere e della cultura. contraddittorio. Il colonialismo alla rovescia, rappresentato dagli afroamericani emigrati in Liberia nell'Ottocento, non ? dimostrato, in ultima analisi, tanto diverso da quello pi? classico operato dai bianchi. L'originaria ?lite allora formatasi, infatti, ha sempre continuato a esercitare un ruolo dirigente e quando al suo interno, in tempi recenti, le divisioni si sono fatte incomponibili, le varie componenti non hanno esitato a sfruttare nel modo pi? cinico i contrasti dell'arcaismo tribale piegandoli al proprio interesse e precipitando il Paese nel caos. La storia della Liberia si ? sempre dimostrata segnata, sin dalle origini, dalla presenza degli Stati Uniti. Questi vollero infatti la nascita stessa dello Stato fornendo, con un gruppo di ex schiavi afroamericani, una classe dirigente del tutto estranea a un Paese che, pur assai povero, era omogeneamente inserito in un'arcaica struttura agraria a base tribale; pi? tardi si assicurarono, mediante colossali concessioni di sfruttamento agricolo e minerario, il completo potere economico ? e quindi politico ? su un Paese che, malgrado il nome, ? uno dei pi? tipici prodotti del colonialismo.


3. Il morbo infuria

Ma veniamo al perch? Liberty Sam ? a Lagos, motivo che funger? anche da motore per l?avventura. I liberti che giungono dagli States dopo generazioni trascorse in America non sono pi? ?immunizzati? dalle malattie endemiche dell?Africa e si ammalano di malaria, tifo, difterite. In particolare nelle ultime settimane si ? sviluppata una epidemia di (diciamo) malaria. Ma non sono previsti arrivo di chinino che fra tre mesi, e la gente muore adesso. Ad accudire i malati c??, fra gli altri, Rebecca, la moglie di Liberty Sam (la conosciamo gi? dalla storia precedete), che si prodiga come una crocerossina. Sam la lascia per andare a cercare i medicinali che servono a Monrovia - che non ? la citt? di adesso, ma solo un grosso villaggio da poco fondato (esiste da solo una quindicina di anni). Una epidemia del genere ? in grado di stroncare la citt? sul nascere, compromettendo lo stesso progetto dell?American Colonization Society.


Il porto pi? importante in cui stiano per arrivare navi con i medicinali ? appunto Lagos (ci sarebbero porti pi? vicini, ma sono a Lagos ci sono i medicinali che servono), e Liberty Sam si ? subito messo in viaggio per procurarsi le medicine e fare rapido ritorno a Monrovia. Il viaggio ? stato fatto via mare, costeggiando con una barca a vela di una decina di metri (si tratta di quasi mille chilometri di costa, piccola cosa rispetto alle dimensioni del continente africano, ma certo una distanza ragguardevole se dovesse essere affrontata via terra).

Adesso deve riportare indietro le casse che ha con s?. Anzi, ancora non le ha: gliele consegner? tra poco un certo ufficiale medico di Lagos, con cui ha gi? preso accordi. Il fatto ? che non esiste una vera e propria autorit? statale in questi posti a met? fra i protettorati e le colonie, con basi di mercanti sulla costa e trib? selvagge nell?entroterra. Cos? le merci vengono distribuite con criteri discutibili: l?ufficiale ha incamerato per conto proprio ci? che serve a Liberty e vuole cederlo per intascarne personalmente i proventi. Insomma, la corruzione regna sovrana.

Rodriguez Lobo dovrebbe essere lasciato andare a impiccarsi altrove, ma il portoghese non vuole andarsene, sa che lo cercano per via del furto di diamanti, vuole sfruttare ancora la copertura del piccolo gruppo di Liberty Sam, per viaggiare con loro verso nord, lasciando la regione dove per lui le cose si sono messe male. Pensa di arrivare in Liberia con i nostri e poi proseguire verso il Senegal, la Mauritania o addirittura il Marocco. A Casablanca ha degli amici con cui fare certi suoi intrallazzi. Insomma, intende cambiare decisamente aria per un po?. Magari ? rimasto un po? claudicante e da solo non andrebbe lontano. Dice a Zagor e a Liberty Sam che se lo costringessero ad andarsene e venisse catturato, lui sarebbe costretto a dire dove sono Zagor e Cico, procurando cos? guai a Liberty Sam che non ha certo tempo da perdere. I nostri accettano di tenerlo con loro, anche perch? lui promette di poter sostituire il carro di Liberty Sam, che si ? rotto nella fuga dalla citt?, con un veicolo che ha a sua disposizione nei paraggi.

Perch? serve un carro? Il fatto ? che la barca a vela con lui Liberty e i suoi sono giunti a Lagos non ? pi? utilizzabile visto che le autorit? inglesi l?hanno identificata e la piantonano nel porto. La soluzione ? lasciare Lagos via terra, superare aggirandoli i posti di blocco messi sulle piste della costa, e ritrovare la costa a Lom?, attuale Togo, dove Rodriguez Lobo giura avere amici in grado di mettere a sua disposizione un?altra barca. Nottetempo Rodriguez Lobo procura il carro: va a far visita a certi suoi conoscenti che credeva amici, e che sono quelli che lo hanno tradito vendendolo agli inglesi, e tranquillamente ? dopo averli massaggiati ben bene ? prende il loro carro affermando che lo possono considerare pagato dai soldi che essi hanno incassato dai soldati. I nostri (mimetizzati nel gruppo di Liberty Sam) vanno dall?ufficiale medico che ha dato appuntamento loro all?alba in un deposito medicinali in periferia.

Ma qui, l?ufficiale, spalleggiato da soldati corrotti, intende approfittare della sua posizione per chiedere il doppio del prezzo pattuito. Sam non ha i soldi necessari. L?ufficiale si dice sicuro che potr? procurarseli in poco tempo. Invece Sam non ha tempo. Cos?, Zagor d? il segnale dell?attacco: l?ufficiale e i soldati vengono affrontati e sconfitti, le casse di chinino trafugate e messe sul carro. L?ufficiale muore, ucciso in combattimento. I nostri fuggono con il chinino (o il medicinale che stabiliremo essere ? si accettano consigli).


4. Fuga nella giungla

Adesso, in qualche modo, ci serve far sapere a Liberty Sam che anche Rebecca, sua moglie (che noi abbiamo continuato a vedere di tanto in tanto intenta a occuparsi degli infermi), si ? ammalata. Potrebbe essere che Sam lo ?sente? in sogno. In fondo ? in Africa, terra di magia, sta recuperando le sue radici africane, potrebbe entrare in contatto telepatico. Oppure lo avvisa Rodriguez che sa fare le carte. Quel che importa, ? che Sam sappia o ?senta? che anche Rebecca ? malata. Per cui la corsa contro il tempo per portare a Monrovia i medicinali ? anche per salvare lei.

In realt? la lotta contro il tempo non deve servire solo a salvare Rebecca, e gli altri ammalati. Il punto ? questo: se il chinino non arriva, se si dimostra che l?epidemia non si pu? fermare, se si verifica che per la seconda volta la giovane colonia non regge all?impatto ambientale, non ci sar? una terza prova d?appello. Come l?insediamento sull?isola di Sherbo era stato abbandonato, sarebbe stata abbandonata anche la recentissima Monrovia, la cui popolazione era ancora troppo esigua per poter reggere all?impatto di una epidemia. Insomma, c?era il rischio che la Liberia morisse ancora prima di nascere, insieme ai suoi primi abitanti, che il sogno dell?American Colonization Society venisse lasciato perdere, come si era detto in precedenza.

I fuggitivi, come sappiamo, hanno deciso di non seguire la costa: la pista costiera ? presidiata dagli inglesi che danno loro la caccia. Bisogna inoltrarsi nell?interno, attraversare il Dahomey (attuale Benin) e scendere sul mare all?altezza di Lom?, per riprendere il viaggio in barca.

Per? cominciano gli imprevisti: sembra che la piccola carovana guidata da Liberty Sam debba essere fermata a tutti i costi, non solo dai soldati britannici decisi ad arrestare gli assassini dell?ufficiale medico e i ladri di diamanti, ma anche dalla furia incomprensibile di una trib? indigena che non vuole far passare Zagor e soci dal loro territorio. Quel che succede possiamo stabilirlo in seguito, saranno avventure a ritmo serrato, piuttosto drammatiche; per? quel che ci interessa adesso ? che: 1) il viaggio sia reso difficile da imprevisti in grado di tenere alto il tasso di adrenalina della storia, senza momenti di stanca; 2) che dietro a ci? che succede si possa scorgere l?ombra di un sabotatore o di un manovratore nell?ombra, qualcuno intenzionato a non far arrivare il medicinale a Monrovia.

La trib? del Dahomey che mette i bastoni fra le ruote a Zagor e compagni potrebbe essere una qualunque delle tante delle foreste del Golfo di Guinea (gente anche cattivella, vista che facevano sacrifici umani centinaia di vittime per volta), ma (secondo me) si potrebbero inserire le famose ?donne guerriere? del Dahomey.

E? necessario leggere le notizie che seguono, anche se poi va deciso se queste donne vanno utilizzate o no, se possono essere o no uccise in battaglia dai nostri eroi: sarebbe comunque interessante davvero vederle su Zagor, offrendo ai lettori un qualcosa di mai visto prima, oltre che di documentariamente fondato. Se invece le amazzoni dei Dahomey non si possono usare, restano i loro colleghi maschi, visto che il re del luogo si serviva di tutti e due.


5. Le donne guerriere

Ecco qualche notizia storica sulle donne guerriere del Dahomey, davvero esistite. Il primo europeo che segnal? la loro esistenza fu il capitano William Snelgrave. Nel 1727 la sua nave approd? sulla costa d?Oro, a Jaqueen, forse l?odierna Benin. L?attivit? di commerciante di schiavi lo port? a estendere i suoi contatti ai sovrani africani dell?interno. Cosicch?, ricevuto un invito dal re del Dahomey, uno dei regni indigeni pi? potenti della regione, s?addentr? nella disteso su un'amaca portata a spalle da sei negri. La capitale del Dahomey si trovava a 65 km a Nord della costa. Mentre si avvicinavano alla residenza reale per incontrarsi per la prima volta col monarca Dahomey, videro due alte pile di teste umane: i trofei putrescenti di quattromila nemici sacrificati al Dio del Dahomey. Fu una scena raccapricciante, la prima di una lunga serie di testimonianze sugli oltraggiosi sacrifici umani praticati nell'Africa Occidentale. Comprensibilmente nervosi, gli Europei furono poi condotti dal monarca, l'artefice di tale massacro rituale. Snelgrave ne descrive la scena. Il re sedeva su un trono dorato, circondato da alcun e donne, di cui tre reggevano grandi ombrelli sulla sua testa. Altre quattro gli stavano dietro con in spalla dei moschetti a pietra focaia. Tutte, dalla vita in su, erano nude, avevano cerchi d'oro e collane di perle al collo e tra i capelli: erano l'?lite della guardia reale, composta da sole donne. Nel 1730 il capitano Snelgrave ritorn? in Costa d'Oro e raccolse nuove informazioni su queste guerriere.

Dalla seconda met? de11'800 in poi 1'Inghilterra non prese pi? parte al commercio degli schiavi. Gli Inglesi che si erano recati in Costa d'Oro avevano descritto con toni critici gli orrori delle guerre tribali, nonch? la barbara tradizione di sacrificare gli uomini, e queste testimonianze spinsero 1'Impero britannico ad agire sia contro gli schiavisti sia contro i regimi africani. Nel movimento antischiavista vi fu anche Frederick Forbes il quale, per avere una chiara immagine della caccia allo schiavo che gli stessi sovrani africani conducevano, intraprese due missioni alla corte del Dahomey. ?Le Amazzoni - egli scrive - non si sposano e, come esse affermano, hanno cambiato sesso; "siamo uomini" dicono, "non donne". Vestono tutte allo stesso modo, mangiano il medesimo cibo e tra i maschi e femmine v'? competizione: se un maschio ? capace di fare una cosa, le Amazzoni si sforzano di farla meglio. Curano molto le loro armi, tengono le canne dei fucili sempre ben pulite, e se non sono in servizio le lasciano nelle custodie. Nel palazzo non svolgono nessun compito particolare, se non quando il re compare in pubblico: allora una guardia di Amazzoni protegge la persona del sovrano; nelle parate, invece, questo compito ? affidato agli uomini. Fuori del palazzo c'?, comunque, sempre a disposizione un forte distaccamento di uomini. Le Amazzoni vivono in baracche poste all'interno delle mura del palazzo. In ogni gesto (sia nei maschi che nelle femmine) v'? sempre qualcosa che ricorda le decapitazioni. Nelle danze (ed ? un dovere per il soldato e l'amazzone essere un abile danzatore), con gli occhi sbarrati, mimano con la mano destra il movimento della sega mentre taglia il collo, poi usano entrambe le mani e con una torsione finale imitano la conclusione dell'atto di sangue?. Durante la sua seconda visita nel Dahomey, nel 1850, Forbes assistette a una parata del corpo delle Amazzoni. Nel mercato di Abomey, la capitale del Dahomey, sotto un baldacchino fatto di ombrelli, il sovrano sedeva su uno scanno decorato coi teschi del nemico. Forbes stima a 2.400 le guerriere che sfilarono davanti al sovrano e il suo resoconto ci fa capire che le guerriere amazzoni non erano solo una stravagante guardia del corpo, ma una parte integrante dell'esercito, un corpo speciale che amava combattere.

Quattro anni prima anche a John Duncan, che era stato nelle Guardie del Corpo, era stato concesso l'onore d'assistere alla destrezza militare delle Amazzoni del Dahomey. ?Usano il lungo moschetto danese con la stessa familiarit? che un nostro granatiere il suo fucile, - e conclude - ma naturalmente non con la stessa velocit?, in quanto non si esercitano affatto, ragion per cui, su ordine, attaccano come una muta di cani da caccia, con estrema rapidit?. Naturalmente queste donne non potrebbero far nulla contro un esercito pi? disciplinato e ferma restando una loro parit? numerica. In ogni caso il loro aspetto ? molto pi? marziale in confronto a quello degli uomini, e se dovessi intraprendere una campagna, preferirei queste donne ai soldati maschi dello stesso paese".

Secondo Skertchly l'esercito contava circa quattromila guerriere, quantunque le pi? valorose fossero gi? morte nel 1864 in una battaglia contro una trib? rivale. Skertchly identific? quattro tipi di guerriere all'interno delle tre divisioni e quelle della brigata del re, che rappresentavano l??lite. Le Gbeto, o cacciatrici di elefanti, erano considerate le pi? coraggiose. Avevano condotto pericolose spedizioni di caccia e molte di loro portavano ancora gli orrendi segni di lotta all'ultimo sangue con elefanti feriti. Le Nyekplehhentoh, o donne del rasoio, erano note per il loro totale disprezzo dei capi nemici. La loro spada aveva una lama lunga circa mezzo metro che, incernierata sul manico, poteva richiudersi come un rasoio. L'arma era usata per le decapitazioni. Le Gulonentoh, o moschettieri, rappresentavano la maggioranza delle guerriere. Secondo l'esploratore Richard Burton, che le vide negli anni successivi al 1860, queste donne erano armate con vecchi moschetti Tower ed avevano un pessimo munizionamento, tanto che usavano al posto della stoppa la fibra di bamb?. La brigata del re comprendeva anche un quinto battaglione di guerriere, le Gohento, o arcieri, formato prevalentemente da giovani armate di arco, faretra e di leggere frecce di bamb? avvelenate, nonch? di un piccolo coltello che portavano legato al polso. Utilizzate per lo pi? come vedette o portantine, erano impiegate raramente nei combattimenti.

Si dice che le Amazzoni ebbero il loro periodo pi? prestigioso sotto Gezo, re del Dahomey intorno al 1850. Proprio in epoca zagoriana, dunque (o quasi). Re Gezo le elev? a uno status uguale, se non addirittura superiore a quello dei suoi guerrieri maschi, e fece inoltre promulgare un decreto in cui ordinava a ogni suo suddito di presentargli le proprie figlie. Da queste sceglieva le giovani pi? promettenti per prepararle a diventare ufficiali mentre le altre diventavano soldati semplici. Da allora la coscrizione si effettu? ogni tre anni allo stesso modo. La maggior parte delle Amazzoni aveva l'obbligo del nubilato; se trasgredivano questo codice venivano giustiziate insieme ai loro amanti. Su questo costume un vecchio aneddoto del Dahomey dice che erano pi? i soldati morti per essersi introdotti nei quartieri delle Amazzoni di quelli uccisi in battaglia. Alcune Amazzoni, comunque, diventavano le concubine del re ed erano chiamate mogli Leopardo.

Richard Burton era convinto che questa imposizione a non sposarsi contribuisse a rendere le Amazzoni ancora pi? feroci. "Sono selvagge come un gorilla ferito, e in crudelt? superano di molto i loro confratelli". Skertchly pens? addirittura che i britannici avrebbero potuto adattare questo costume militare alle loro esigenze interne. Per tutto il XIX secolo le Amazzoni del Dahomey furono utilizzate soprattutto nelle guerre schiaviste che ogni anno venivano intraprese contro le popolazioni vicine. Il re del Dahomey comprava gli schiavi dai suoi guerrieri per poi rivenderli sulla costa agli Europei.

6. Tradimenti

Appunto questa attivit? del re del Dahomey potrebbe essere all?origine dell?attacco delle donne guerriere (o dei loro colleghi uomini) alla carovana di Liberty Sam: il re del luogo ha tutto l?interesse che una colonia di schiavi liberati come la Liberia non prenda piede. Ma chi lo ha informato del fatto che i nostri trasportano il chinino e che bloccandoli si pu? mettere nei guai Monrovia? Vari indizi fanno sospettare che ci sia un mistero sotto. Se le donne guerriere si potranno sfruttare, come spero, ecco anche un altro elemento divertente: si ? detto che le Amazzoni aveva l'obbligo del nubilato; se trasgredivano questo codice venivano giustiziate insieme ai loro amanti. Rodriguez viene fatto prigioniero fin dal primo scontro e si innamora di una di loro: quando Zagor e compagni riescono a liberarlo si trovano nella necessit? di dover salvare anche la donna, che altrimenti, avendo ceduto alle lusinghe del portoghese, rischia la vita.

Il fatto che Rodriguez sia stato fatto prigioniero e non ucciso subito, ma tenuto in vita fino alla liberazione, fa sospettare Liberty Sam che ci sia dietro lui alle disavventure del gruppo. E? stato davvero fatto prigioniero o ? un trucco escogitato per non essere nel gruppo al momento dell?assalto? Di certo c?? che conosce il re del Dahomey cui fa intrallazzi con i suoi diamanti. Anche Rodriguez ha interesse che la Liberia non nasca mai come stato, visto che ? un trafficante di diamanti, visto che la costa del pepe era battuta dai portoghesi dediti appunto ai loschi traffici di tutti i tipi, traffici ostacolati dalla presenza di insediamenti americani che si propongono come forieri di ordine costituito.

Ma non ? questa la spiegazione. Il vero colpevole di rivela essere Manko, il guerriero Dan. Lui, inviato in perlustrazione durante le prime fasi del viaggio, ha trovato il modo di scatenare i guerrieri dahomey contro Liberty Sam. Lui vive a Monrovia, s?, ma si ? reso conto che i nuovi arrivati, seppure uomini di colore, porteranno nella sua terra gli usi e i costumi dei bianchi, la societ? americana. Gli indigeni saranno sempre dei paria. Saranno ?nobili? i neri con antenati americani, ma quelli del luogo resteranno dei diseredati, perderanno le vecchie tradizioni e non ci guadagneranno da quelle nuove. E? un movente molto ?filosofico?, ma Manko ? un idealista. Se il chinino non arriver?, forse Monrovia non attecchir?: lui ci vuole provare (? un?idea che gli ? venuta nel momento in cui si ? predisposta la spedizione verso Lagos e per questo si ? offerto volontario).

Da ultimo, quando viene scoperto, arrivano i ribelli Dan: sono stati loro a infiltrare Manko perch? non arrivassero i medicinali, e c?? un accenno di combattimento subito sedato: in qualche modo anche i ribelli accettano le ragioni di Liberty Sam a cercare di costruire una civilt? migliore, fra fratelli neri. A Manko, Liberty Sam dice di capire le sue ragioni: egli stesso ha idee simili, anche se i suoi sono solo vaghi timori e l?eroe nero non approva le azioni di Manko.

Cos? il chinino arriva a Monrovia, Rebecca viene salvata. Incredibile ma vero, a Monrovia arriva la nave di Lafitte, tornato indietro a cercare Zagor e Cico per le pressioni dell?equipaggio. Sar? la ?Pride? che riporter? Zagor e Cico di l? dall?oceano. Intanto i nostri staranno un po? con Liberty, che confessa di non sapere se rester? a lungo l? a Monrovia o cercher? altrove la vera libert?. In fondo c?? un continente intero alle sue spalle.
eccolo il soggetto originale poi tagliato per impellenze di programmazione
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Kramer76
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MessaggioInviato: Dom Dic 27, 2009 1:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi spiace doverlo dire -ancora una volta- ma se questa storia l'avesse sceneggiata Boselli sarebbe venuta meglio..

Ultima modifica di Kramer76 il Mar Mag 27, 2014 6:39 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Dom Dic 27, 2009 4:23 pm    Oggetto: Rispondi citando

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Andrea67
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MessaggioInviato: Dom Ott 13, 2013 1:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Finisce la trasferta africana e, nella terza ed ultima storia, non poteva mancare Liberty Sam, al quale va aggiunto un nuovo comprimario, tale Rodrigues Lobo, che si inserisce con una notevole carica di simpatia.
Lafitte e la sua ciurma rimangono ai margini, ma alla fine si rivelano risolutori (a proposito, ma quando li rivedremo?) e Zagor, dopo essersi fatto beffe dell’esercito di Sua Maestà, affronta le temibili amazzoni africane in un bel combattimento a mani nude.

Voto alla storia: 8,3
Voto ai disegni: 9


Ultima modifica di Andrea67 il Dom Apr 21, 2019 10:18 pm, modificato 1 volta in totale
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Zagrosky
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MessaggioInviato: Dom Ott 13, 2013 1:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

Azz............apprendo solo ora, leggendo i post precedenti, che la storia fu ridotta di un terzo per problemi di tempistica : mi sembra incredibile ciò che è successo : non si parte per fare una lunga continuity se prima non si è sicuri di farcela, e nel dubbio, si parte qualche tempo dopo, ma non si deve incorrerre in simili problematiche : sono allibito.
Ora si spiega come mai la storia risulta eccessivamente frettolosa e poco approfondita in alcuni dettagli Think
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Kramer76
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MessaggioInviato: Mar Mag 27, 2014 6:38 pm    Oggetto: Rispondi citando



la terra della libertà
numeri 425 e 426, testi burattini, disegni ferri
lontana dall'essere una grande storia, con un autore più attento a una articolata sintassi che non alla naturalezza del dialogo
c'è pure lo spiegone finale, però nel complesso leggermente meglio di "liberty sam", storia godibile e mini-saga passabile
risulta tutto abbastanza sbrigativo (zagor che ammazza a sangue freddo il re gezo), rispetto a un soggetto promettente
le famose "guerriere della savana" ad esempio si guadagnono gli onori del titolo, ma fanno una veloce comparsata
poco sviluppato anche il personaggio di lobo rodrigues che avrà un ruolo migliore in "sangue su bahia"
bizzarro lo spot zagoriano alla birra liberiana e un'inedita prece cichiana:"santa cunegonda, salvaci dall'onda"
curiosi i corsi e ricorsi storici, con la xenofobia dei nativi contro i profughi afroamericani e la coloniziation society
l'epidemia di malaria (due secoli dopo, da quelle parti arriverà l'ebola) liberty sam sulle orme di george weah, o viceversa
per quanto riguarda i disegni, mi dispiace ma su denise non ci siamo proprio, mentre jacques è disegnato come un bamboccio
anche lafitte, gli riuscirà molto meglio nella storia yucateca, forse con più tempo a disposizione...
per fortuna il maestro ci regala comunque alcune delle perle delle sue: la visione dantesca di liberty, la burrasca
auspico caldamente una nuova trasferta africana
buone copertine

voto 6+


Ultima modifica di Kramer76 il Mar Gen 05, 2021 7:22 pm, modificato 1 volta in totale
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Wolfenstein1976
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MessaggioInviato: Mar Feb 14, 2017 12:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Riletta in questi giorni, davvero ottima, grande Moreno.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Mar Feb 14, 2017 12:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

Concordo: un'ottima storia... In una trasferta piena di ottime storie. Ahhh che tempi... Formidabili quegli anni...
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Wolfenstein1976
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MessaggioInviato: Mar Feb 14, 2017 3:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Secondo me Burattini e' ancora ispirato nonostante venga preso di mira dai criticoni.Gli ultimi due Maxi e l' inizio di Terranova lo confermano.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Mar Feb 14, 2017 3:48 pm    Oggetto: Rispondi citando

Diciamo che paga il flop della trasferta sudamericana. Non è un floppone, però, in base alle aspettative e alle trasferte precedenti ci si attendeva di più.
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MessaggioInviato: Mar Ott 22, 2019 6:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

La storia ricorda per la dinamicità le precedenti apparizioni di Liberty Sam, anche se questa volta oltre alla fuga c'è anche la corsa contro il tempo per salvare i malati di malaria: in questo modo Zagor (e con lui il lettore) si confronta con una dramma ancora attuale, sia per quanto riguarda la mancanza di cure in Africa sia per la difficoltà dell'integrazione, tanto che essa avviene anche quando membri dello stesso popolo si ritrovano dopo essere stati separati e aver assorbito culture diverse.
La prima parte della storia, la separazione da Lafitte, è ben costruita e montata, anche se l'incontro con Sam appare così fortuito da necessitare una spiegazione qualche pagina più avanti. La seconda parte è purtroppo eccessivamente breve e concisa, dà la sensazione che manchi ancora qualcosa da sviluppare e leggere. Si ricordano scene suggestive, più metafisiche, rese affascinanti dal tratto e dalla gestione dell'illuminazione di Ferri: la cerimonia con la maschera, ma soprattutto la visione di Sam con i corpi ai suoi piedi.
_________________
LETTURA IN CORSO

- Serie regolare fino a 524 (Zagor contro Mortimer) da 654 a 670 (I sette vikinghi)
- Speciali fino al 23 (La danza degli spiriti)
- Maxi fino al 10 + 31, 35, 37, 38, 39, 40 e 41
- Almanacchi fino al 10 (Uomini nella tempesta)
- Color fino al 2 + 11, 12

COMPLETATI

- Le Origini
- Darkwood Novels
- Strisce (collane Darkwood e Scure)
- Giganti
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MessaggioInviato: Gio Gen 07, 2021 8:16 pm    Oggetto: Rispondi citando

Non posso che confermare quanto detto nei post precedenti, per la maggior parte sono d'accordo : storia discreta, buona nella prima parte, troppo affrettata nella seconda, chiusa in fretta quando si potevano aggiungere altri spunti oppure approfondire altri aspetti (su tutte le Amazzoni).

Ci sono ovviamente le coincidenze per far combaciare tutto : l'arrivo di Liberty Sam, il salvataggio finale di Lafitte, il salvataggio all'ultimo di Rebecca, ma comunque rimane una buona prova;
forse è troppo schiacciata dai due capolavori precedenti, secondo me un terzo albo le avrebbe giovato tantissimo.
Anche perchè Ferri ha disegnato delle ottime pagine, su tutte le visioni di Liberty Sam, con le danze con la maschera.
Sicuramente meglio della precedente storia sul tema "Libertà".

Peccato per l'occasione sprecata.
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