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LA TRACCIA
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Autore Messaggio
Ivan
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MessaggioInviato: Ven Ago 09, 2019 3:34 pm    Oggetto: Rispondi citando



LA TRACCIA

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 72
Anno: 1966

Storia breve del periodo di "rodaggio" di Nolitta come narratore. Un piccolo gioiellino che a distanza di 50 anni conserva ancora la sua genuina piacevolezza.

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Nonostante la sua brevità, è un episodio che contiene un gran numero di elementi e trovate narrative: una gag iniziale, il furto di un'arma potentissima, un inseguimento con svariati sabotaggi, un tradimento, un finale ironico...Il tutto ben amalgamato in una trama solida e scorrevole.
Se poi togliamo le 2 gag di Cico e Trampy, si ottiene una storia di 55 pagine (in pratica, mezzo albo). Questo dovrebbe bastare a sfatare la credenza (infondata) che non sia possibile realizzare buone storie in poche pagine; la qualità di un racconto è sempre & solo questione della mano che lo scrive.

Mitica la gag iniziale, dove Cico si finge un mutilato di guerra per scroccare il rancio alla mensa militare...ma si tradisce in maniera grossolana.


La goffaggine di Cico si manifesta anche all'interno della trama "seria", quando il messicano colpisce Zagor mentre sta lottando al buio col misterioso ladro.


Prima apparizione per il professor Adolfo Verybad, personaggio assai indefinito – nel senso che ogni autore (da Nolitta ad Altariva, passando per Canzio, Toninelli e Burattini) ne ha dato una versione sempre diversificata.
Questa, comunque, per me rimane la sua miglior proposizione. Pur caratterizzandolo "sui generis", Nolitta lo tratteggia in profondità con poche semplici pennellate.


Da notare che anche qui, come in L'UOMO INVISIBILE di Canzio, la trama gioca sulla (improbabile) incapacità di Verybad di replicare la propria invenzione senza l'aiuto di una formula o di un modello.


La provvidenziale ricomparsa del moribondo Warosky sa molto di soluzione "deus ex machina" per salvare Zagor da una situazione disperata...tuttavia il grande pathos della sequenza induce a sorvolare sulla "faciloneria" di questa trovata cava-guai.


Indimenticabile il finale, dove la sbadatezza di Cico provoca l'involontario innesco della bomba "Amelia".

Da rilevare che l'aver dato un nome ad una bomba non è solo una trovata buffa; così facendo, Amelia diviene quasi un personaggio "umano", una presenza che sembra interagire con gli altri protagonisti in carne ed ossa.
Questa carica espressiva raggiunge il suo culmine nel finale, quando la bomba cade nel baratro e Verybad la chiama disperatamente per nome come se fosse una persona cara:

La definitiva scomparsa di Amelia è anche l'occasione per esprimere uno scampolo della filosofia anti-militarista di Nolitta:


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Nel complesso, un episodio piacevolissimo anche a rileggerlo in tempi attuali. La fluidità di lettura di una storia così datata potrebbe ancora dare lezioni ai narratori moderni. E voglio precisare che il fattore "affettivo" per averla letta in età giovanile non c'entra assolutamente nulla; è proprio il particolare stile narrativo di Nolitta a rendere sempreverdi le sue opere in qualsiasi epoca. (E mi tocca pure sentire che gli attuali amministratori della collana non vogliono autori ispirati a Nolitta perché il suo è uno stile ritenuto "fuori moda". Desolante, isn't?) Brick wall Sad

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Storia: 7,5
Disegni: 8,5


Ultima modifica di Ivan il Mer Ago 21, 2019 11:12 pm, modificato 1 volta in totale
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kanoxen60
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MessaggioInviato: Mar Ago 13, 2019 3:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ottima recensione come sempre, Ivan! Applause Applause Applause
Condivido tutto quello che hai scritto; sottolineo, in particolare, questo passaggio:
Ivan ha scritto:
... il fattore "affettivo" per averla letta in età giovanile non c'entra assolutamente nulla; è proprio il particolare stile narrarivo di Nolitta a rendere sempreverdi le sue opere in qualsiasi epoca.

Fra qualche giorno i miei commenti più dettagliati. Wink
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Ivan
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MessaggioInviato: Mar Ago 13, 2019 9:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Grazie, Kanoxen. Per intanto vado a rileggermi LE JENE DEL MARE, che mi hai messo il tarlo di rispolverarla... Wink
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 8:38 am    Oggetto: Rispondi citando

Al contrario della precedente (“Le jene del mare”), questa è una storia breve (una settantina di pagine), apparentemente senza troppe pretese. Tuttavia, in questa fase nolittiana ancora “acerba”, anche nelle storie che sembrano meno impegnative si può trovare qualche spunto di interesse. Very Happy

La trama è abbastanza semplice: c'è il furto di un oggetto di incommensurabile importanza – una bomba di potenza devastante –, occorre scoprire l'autore e recuperare l'ordigno. Dopo le preliminari indagini sul luogo del misfatto (sempre a Fort King, come nell'ultima parte della storia precedente), i nostri Eroi trovano una “traccia” (di qui il titolo dell'albo mensile n. 25) e si mettono all'inseguimento del ladro di bombe. Raggiuntolo, si assiste alla resa dei conti, non senza qualche sorpresa.



Dicevo degli spunti di interesse.
Si tratta, soprattutto, di un assaggio del grande Nolitta che verrà, con una pista da seguire, gli strani incidenti sul percorso, un misterioso traditore che si nasconde tra i compagni di viaggio. E' un marchio di fabbrica, questo, che Nolitta non esiterà a riproporre anche sulle pagine di Tex (basti pensare a “La freccia spezzata” o a “Il solitario del West”).
L'altro spunto di interesse è la comparsa di un nuovo comprimario, il dottor Adolfo Verybad, inventore della bomba rubata, miscuglio di genio, paranoia e bizzarria. Mi è sembrato un po' caricaturale, un po' troppo “caricato” per l'appunto, per questo meno efficace dei due comprimari che lo hanno preceduto, ossia Bat Batterton e Digging Bill, il cui esordio è stato, a mio avviso, strepitoso.
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 8:49 am    Oggetto: Rispondi citando

Su Zagor, osservo che:
- prende una sola botta in testa (ma che botta: con una statuetta, da parte di Cico che lo scambia nell'oscurità per il misterioso ladro, pag. 40).
In compenso, schiva due attentati seguendo la pista del ladro di bombe (il primo, quando un'enorme pianta rischia di schiacciare lui e Cico, ed è prontissimo lo Spirito con la Scure a lanciarsi sull'amico, spostandolo e salvandogli la vita, pag. 75; il secondo quando gli precipita addosso un grande masso, che lo fa ruzzolare nella scarpata, da cui riemerge con un poderoso colpo di reni in torsione, pag. 83. Lo sforzo, in effetti, è stato talmente grande che il Nostro deve fermarsi a rifiatare, pag. 84).
Raggiunto il ladro, ha gioco facile nel metterlo fuori causa con una rapida sequenza destro-calcio-sinistro-destro (pagg. 87-88 ), così come un placcaggio degno degli All Blacks mette fine poco dopo al suo nuovo tentativo di fuga (pag. 94).
Da notare che Zagor taglia da solo un enorme albero, presumibilmente con la scure, facendolo per giunta cadere alla perfezione tra le due estremità del canyon...un'operazione assai ardita Think ;

- oltre alle consuete doti fisiche, Zagor dimostra in questa storia di avere anche un buon intuito e la stoffa dell'investigatore.
Chiede subito informazioni al comandante di Fort King, il colonnello Burton, e formula all'istante due ipotesi sui possibili autori e le ragioni del furto (pag. 46). Incoraggia l'emotivo colonnello, disperato per il furto, e chiede carta bianca per le indagini (pag. 47). Con l'aiuto di Cico, passa al setaccio l'ufficio del comandante (pag. 48 ), convince il riluttante Trampy a confessare dove ha passato la notte (pagg. 51-52), quando gli parlano della guida del Forte, Johnny John, ha l'intuizione decisiva sul modo in cui il ladro della bomba è riuscito a svignarsela (pag. 55).
Ricostruito l'accaduto, rimprovera il colonnello per non avergli parlato subito di Johnny John ed è ansioso di mettersi subito all'inseguimento del ladro di bombe (pag. 60).
Quando il trapper Malloy arriva al Forte e dice di aver intravisto Johnny John (in realtà l'autore del furto con i vestiti della guida indiana), Zagor intuisce subito la pista che il fuggitivo può aver preso; ne segue con cura le tracce fino a quando non lo raggiunge, per la resa dei conti finale;

- c'è un po' di pacifismo, e non è una sorpresa, nel pensiero di Zagor. Impressionato dalla descrizione della potenza distruttrice della bomba (pag. 45), definisce il professor Verybad come “un fanatico costruttore di strumenti di morte” (pag. 63). Più avanti, lungo la pista, si dice convinto che al professore interessi solo che la bomba faccia il maggior numero di vittime (pag. 80).
Nel finale, dopo l'esplosione casuale della bomba, si dice felice di dichiarare il fallimento della missione (“La gente fa già un pessimo uso delle armi...e ritengo che la scomparsa del vostro ordigno sia una perdita tutt'altro che grave per l'umanità...”, pag. 99);

- curioso, infine, che Zagor consideri Verybad poco più che una macchietta, come dimostra il modo in cui se lo trascina dietro alla partenza da Fort King (pagg. 71-72) e la robusta manata che gli da sul petto quando si lancia nell'ultimo inseguimento del ladro di bombe (“...cominciate a togliervi di mezzo voi, Verybad...", pag. 93 Laughing ).
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 8:53 am    Oggetto: Rispondi citando

Per quanto riguarda Cico, prevale in questa storia il suo profilo "pasticcione".
In sintesi, il messicano si segnala per:

- la gag in apertura a Fort King, che fa seguito immediato a quella della storia precedente, in cui il pancione simula di essere un mutilato di guerra per scroccare il rancio alla mensa militare. Il trucco, all'inizio molto ben recitato (vedere le sue espressioni sostenute alle pagg. 29 e 30) fallisce per una sua colossale ingenuità (simile a quella del protagonista del film francese “Giù al nord”). La scena, comunque, è divertente Laughing ;

- nell'ufficio del comandante del Forte, mentre Zagor lotta contro il misterioso ladro nell'oscurità, impugna una statuetta e colpisce alla testa quello che lui crede essere l'avversario dell'amico, col risultato di mettere invece fuori causa proprio Zagor (pag. 40). Che Cico tenda a combinare pasticci muovendosi nell'oscurità lo avevamo già accertato nella storia “Un nido di vipere”);

- nel finale, prima riesce ad acciuffare al volo la bomba quando questa sfugge a Fourneaux; poi, però, la tiene per la sicura facendola oscillare, finchè non si stacca esplodendo rovinosamente (pag. 97).
Da notare la canzoncina che canta dopo aver preso al volo “Amelia” (“Ho la forza di un leone, son più saldo di un macigno, ho arrestato il vil fellone, e riporto il vostro ordigno”, pag. 96 Laughing );

- per il resto, il pancione non combina molto: sia nelle indagini a Fort King sia durante l'inseguimento del ladro di bombe va, più che altro, al traino di Zagor.
Segnalo, per chiudere, l'orgoglio che tira fuori il messicano quando Zagor lo definisce “una larva molle e debole” (pag. 35): per provare di essere un duro, sfida l'amico a dargli un pugno; quando lo riceve, dritto nello stomaco, stramazza a terra senza fiato (pag. 36).
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:01 am    Oggetto: Rispondi citando

Il professor Adolfo Verybad è il nuovo caratterista introdotto da Nolitta.
Il nome conferma la tendenza dell'Autore a utilizzare nomi che richiamano – direttamente o indirettamente – la Germania per caratterizzare scienziati/studiosi cattivi (Hellingen, Krebs) o un po' maldestri/svitati (oltre ad Adolfo, i noti Mayer e Kruger de “Il cervo sacro”).



Mi pare che Verybad sia un po' la versione comica/caricaturale di Hellingen (e i due, prima o poi, saranno destinati a incontrarsi... Laughing ).
Chimico, inventore della potentissima bomba “Amelia”, “...tanto appassionato al suo lavoro...da considerare ogni sua nuova scoperta come una creatura umana, come un suo figlio” (queste le parole del colonnello Burton, comandante di Fort King, rivolte a Zagor e Cico, pag. 45), lo vediamo entrare in scena mentre è intento a provare un nuovo esplosivo ai danni delle formiche (pag. 62. In realtà, anch'io da piccolo ogni tanto me la prendevo con le formiche, spesso con i fiammiferi... Shocked ).

Saputo del furto dell'amata “Amelia”, una volta sbollita la rabbia, insiste per partecipare alle ricerche (pag. 65); in tal senso, si presenta per la spedizione indossando un' improbabile tenuta da esploratore (pag. 66 Think ).
Alla partenza, chiede a Zagor di aspettare un minuto per sperimentare un nuovo liquido velenoso, ma il Nostro lo prende per la giacca e se lo trascina dietro (pag. 71).

Durante il viaggio, spesso si lascia andare a rimostranze isteriche (quando trovano la passerella tagliata; quando le tracce indicano che il ladro è diretto verso il confine canadese; quando i due militari di scorta si rivelano inetti; quando Fourneaux tenta la nuova fuga).
Il professore si merita, dunque, di essere più di una volta rimbrottato da Zagor (che, ad esmpio, lo accusa di essere interessato solo a che le sue invenzioni facciano il maggior numero di vittime, pag. 80).

Nel finale, dopo l'esplosione di “Amelia”, accusa Zagor di non essere riuscito a portare a termine la missione; lo Spirito con la Scure anche questa volta gli risponde a tono.
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:06 am    Oggetto: Rispondi citando

Il colonnello Burton è il comandante di Fort King e non mi è sembrato un fulmine di guerra Shame on you .

Intanto, mi chiedo come si possa conservare una preziosa e potentissima bomba nel proprio ufficio, senza scorta e, almeno così sembra, in una credenza senza serratura... Brick wall

Anzichè reagire con prontezza, si dispera per il furto (per due volte lo vediamo accasciato sulla sedia, con la testa tra le mani) e tocca a Zagor fargli forza, promettendogli di occuparsi della faccenda.
All'alba, dice a Zagor di aver individuato un sospetto, “un autentico testardo...uno a cui non sarà facile sciogliere la lingua”, ma, in realtà, si tratta di Trampy, con cui poi dà vita a un simpatico siparietto (pag. 53).

Quando Zagor, sentendo parlare della guida indiana, ha l'intuizione su come il ladro sia riuscito a uscire dal Forte, il colonnello fatica a capire e segue il Nostro tentennando (pag. 56); dopo la ricostruzione dei fatti, è giusto, quindi, che Zagor gli rinfacci di non avergli parlato subito della guida indiana (pag. 60).

Non è nemmeno un cuor di leone, il nostro colonnello Burton, tanto che non se la sente di comunicare a Verybad il furto della bomba e incarica a tal scopo proprio Zagor (pag. 64). E perde pure facilmente la pazienza: con Trampy, che addirittura insegue quando gli mostra i tacchini rubati; con la guida Johnny John, cui regala il proprio cappello pur di levarselo di torno; con il trapper Malloy, prima invitato a non infastidire, poi, una volta che menziona il suo incontro con il presunto Johnny John, inseguito e stiracchiato per farlo parlare (pag. 69).

Insomma, più che un comandante, una macchietta... Laughing
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:10 am    Oggetto: Rispondi citando

Tra i militari vi è il già citato Johhny John, la guida indiana di Fort King.
Viene trovato da Zagor seminudo e legato nella sua baracca (pag. 57). Racconta di essere stato assalito da “due uomini molto forti”; si lamenta per il furto della sua divisa, di cui lui era molto orgoglioso (pag. 58 ); per toglierselo di torno, il colonnello Burton gli regala il suo cappello nuovo, cui l'indiano fa però tanti buchi col coltello, per far si che nessuno pensi che lo abbia rubato... (pag. 59).



I soldati Warosky (ancora un cognome est-europeo...) e Olson sono i due militi destinati a scortare Zagor nell'inseguimento del ladro di bombe.
In realtà, più che a fare la scorta sembrano bravi a fare pasticci: tagliano il grosso albero presso il profondo canyon, ma rischiano di farlo cadere addosso a Zagor e Cico; aprono la pista nella scalata alla rupe, ma fanno precipitare un grosso masso addosso a Zagor, che lo evita per miracolo.
Alla fine si scopre che fra i due si nasconde un traditore, complice del ladro di bombe, e la conclusione è tragica, come accadrà spesso con Nolitta.

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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:12 am    Oggetto: Rispondi citando

Al soldo di una potenza straniera, Fourneaux è l'autore del furto di “Amelia” nell'ufficio del comandante di Fort King, furto compiuto con l'aiuto di un misterioso complice interno.

Il tipo è abbastanza manesco, se è vero che stordisce, nell'ordine, il colonnello Burton nel suo ufficio, Cico e Johnny John.
Lascia il Forte travestito da guida indiana; è visto però dal trapper Malloy, che mette Zagor sulla pista giusta.
Il Nostro non tarda a raggiungerlo, rifilandogli una bella serie di calci e pugni e prendendogli la bomba (pagg. 87-88 ); tenta una nuova fuga, ma è prontamente placcato da Zagor in versione “All Blacks” (pag. 94).



Malloy è il cacciatore che, al suo arrivo a Fort King, dice di aver incontrato la guida Johnny John: da vita a un gustoso siparietto con il colonnello Burton, che prima lo invita a lasciarlo in pace, poi, sentitolo nominare la guida indiana, lo rincorre precipitosamente e, con Zagor, lo stiracchia a destra e a manca per fargli raccontare le circostanze dell'incontro. Laughing
Il buon Malloy sbotta, gettando il suo berretto a terra, ma poi indica la direzione presa dal ladro travestito.
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:17 am    Oggetto: Rispondi citando

Si è già accennato a Trampy, qui alla sua settima apparizione: perennemente affamato, è con Cico protagonista della gag di apertura della storia vicino alla mensa militare di Fort King (perde 10 centesimi nella scommessa col messicano); riappare a vicenda inoltrata, quando è addirittura sospettato del furto di “Amelia”, mentre la sua reticenza nel dire dove ha dormito la notte precedente deriva dal fatto che ha sottratto i due tacchini più grassi dal pollaio del colonnello Burton (che, quando li vede, si getta all'inseguimento del povero vagabondo, pag. 53 Laughing ).

I disegni di Gallieno Ferri sono nella norma.
Il suo Verybad è un po' caricaturale, in coerenza con il personaggio; a volte ha l'espressione del pazzoide (vedere, ad esempio, a pag. 62, quando è alle prese con gli esperimenti a danno delle formiche...).
Molto espressivo, con effetto comico, il Cico che si spaccia per mutilato di guerra Laughing; da notare, alla fine della medesima gag, gli uccellini sopra la testa di Trampy, colpito da una bottiglia di vino proveniente dalla mensa militare (pag. 34).
Di Zagor segnalo l'espressione sorniona quando ha l'intuizione sul modo in cui il ladro è uscito dal Forte (pag. 55) e la sua straordinaria torsione, con colpo di reni, quando precipita nel vuoto dopo la frana (pag. 83).
Curiosa l'espressione ingenua/rammaricata del soldato Olson dopo aver provocato la frana che ha rischiato di travolgere Zagor (pag. 85) e quella drammatica del soldato Warosky nel tragico finale (pag. 91).
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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:24 am    Oggetto: Rispondi citando

In sintesi, storia breve e senza troppe pretese ma non priva di spunti di interesse. Il nuovo comprimario - Adolfo Verybad - è caratteristico ma lo ho trovato meno efficace dei due che lo hanno preceduto (Bat e Dig).
Detto questo, mi dispiacerebbe se il dottore fosse destinato a lasciare la serie, soccombendo di fronte ad altro, ben più temibile, uomo di scienza... Pray

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MessaggioInviato: Ven Ago 23, 2019 9:32 am    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: Sab Feb 12, 2022 1:55 am    Oggetto: Rispondi citando

74 Tavole di Nolitta e Ferri. Storia leggera, ma densa di temi che alzano anche il voto, 7,5. Armi esplosive, spionaggio e l'introduzione di un altro nuovo e mitico personaggio: dopo "Digging" Bill assistiamo alla prima apparizione dello scienziato militare e costruttore di armi Adolfo Verybad, rappresentato come un folle, che fa esperimenti su insetti per costruire armi sempre più micidiali.
La storia si apre a Forte King, proprio dove si era conclusa quella precedente. Cico e Trampy sono sempre alle prese con il riuscire, o almeno a provarci, a scroccare un pasto alla mensa del forte. In occasione della festa del reggimento, vengono serviti spezzatino, uova e vino. Il messicano si finge mutilato, ma viene smascherato quando tira fuori il braccio "mancante" indicando una bottiglia di vino. Come già accaduto due volte a Trampy alla fine della storia precedente, anche Cico viene buttato fuori a calci e gli viene lanciato in testa spezzatino e uova, mentre la bottiglia di vino colpisce il vagabondo che così perde la scommessa, perché alla fine il messicano il cibo lo ha comunque preso Laughing
La sera prima della partenza, Zagor vuole salutare il colonnello Burton, il comandante del forte, ma, entrato nel suo ufficio, lo vede riverso a terra. Sentito un rumore nella stanza vicina, il Nostro scopre il delinquente: al buio, il Maestro Ferri realizza con abilità due figure nere che a me, ma anche a Cico, sembravano due Zagor e infatti l'amico colpisce con un soprammobile proprio lo Spirito con la Scure e si becca un pugno dal vero delinquente. Ripresosi, Il colonnello capisce che gli è stata rubata "Amelia", una devastante bomba a mano, creata da Verybad che è solito dare nomi propri alle sue invenzioni. Non ci viene spiegato nulla neanche nel corso della narrazione: il ladro, Fourneaux, presi i panni della guida indiana Jonny John, trovato legato nella sua baracca, esce dal forte e fugge in direzione del Canada, portandosi dietro l'arma. Capiamo che è una spia, ma a chi deve consegnare quel prototipo, da chi è stato commissionato quel lavoro e quali sono le reali intenzioni non ci viene dato sapere, spunto, ahimé, di un possibile Color Whistle Certo, magari quel prototipo forse sarebbe stato meglio custodirlo in una riservetta, piuttosto che in una semplice credenza... Zagor, Cico, Verybad e due soldati, Warosky e Olson, s'incamminano e la direzione giusta gliela dà un trapper di nome Malloy, appena arrivato al forte: dapprima preso a male parole, poi, dopo aver accennato di aver visto Jonny John che non lo ha neanche salutato, viene strattonato a destra e sinistra (momento ironico nolittiano) fino a quando non indica la direzione, ovvero verso il canyon della solitudine. Durante la ricerca avvengono dei fatti insoliti: prima un albero che doveva rimpiazzare la passerella del canyon distrutta da Fourneaux cade vicino ai Zagor e Cico, poi, arrampicandosi per una scarpata, viene franato un masso che per poco non fa precipitare Zagor, lesto a fermarsi su un ramo. Tagliata la strada a Fourneaux, Zagor lo cattura e si riprende "Amelia", ma Olson tradisce sparando a Warosky, ma i due si uccidono a vicenda. Approfittando della confusione, la spia scappa, ma viene nuovamente intercettata da Zagor, con "Amelia" che cade tra le braccia di Cico che, inconsciamente, la tiene per la maniglia, in realtà è la sicura che si sgancia e la bomba rotola ed eslopde nel burrone.
Zagor fallisce la missione, ma in realtà, no: le sue parole finali rivolte a Verybad, la dicono tutta su cosa pensava Nolitta delle armi: "La gente fa già un pessimo uso delle armi di cui dispone e ritengo che la scomparsa del vostro ordigno sia una perdita tutt'altro che grave per l'umanità". L'introduzione del folle Verybad ha permesso di approcciarsi alle tematiche spionistiche, che saranno approfondite nel corso della serie.
Le gag di Cico:
1) la citata finta mutilazione nella mensa di Forte King
2) ripreso da Zagor per il suo fisico, il messicano lo sfida a tirargli un pugno per far vedere che il suo fisico regge, ma va ko Laughing
3) come citato, al buio colpisce Zagor, facendo scappare il ladro che lo mette, anche lui, ko
4) la citata gag della bomba

Personaggi principali (come si legge, spesso il nome di battesimo non viene menzionato, della serie "non è che dobbiamo spiegare anche le virgole" Whistle )
- Trampy
- col. Burton
- Johnny John
- Adolfo Verybad
- sold. Warosky
- sold. Olson
- Malloy
- Fourneaux

Luoghi:
- Forte King
- canyon della solitudine
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.
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