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Zeb Dowler
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MessaggioInviato: Mar Feb 12, 2019 6:24 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ma poi, il discorso è molto semplice. La casa editrice vende un prodotto (una storia a fumetti, nella fattispecie). Se tu mi mandi una bella storia, io te la pubblico (se sei in grado di scriverla, ovviamente). Dunque, intanto mandami una bella storia, sotto forma di soggetto. Se la storia è buona, si passa allo step successivo... la sceneggiatura. Se il soggetto è una ciofeca, invece, ci si ferma lì (io, curatore, posso accettare un soggetto ciofeca da Berardi, al limite, che è un professionista che non ha bisogno di presentazioni e che, sono sicuro, sarà capace di rendere quella ciofeca, un caffé alla napoletana. Ma non da uno sconosciuto).

Tutto questo discorso, ovviamente, non è valido solo se mi si viene a dire che in Bonelli, per qualche oscuro motivo, bocciano scientemente dei bei soggetti che arrivano in redazione (seppur mandati da sconosciuti). Il che è del tutto assurdo.
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cama69
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 2:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

La discussione la trovo molto interessante soprattutto perchè mi piacerebbe capire qualcosa in più su questo delicato argomento. Se mi permettete provo a mettere un pò dì ordine perchè le informazioni stanno diventando numerose e tutte interessanti.
Per il momento certifico una certa differenza tra la posizione di Ivan e quella Jacopo fin dalla base, a tal proposito riprendo due concetti importanti:
Ivan ha scritto:
E' chiaro che i soggetti sono potenzialmente tutti buoni e tutti scartabili; a fare la differenza è il MODO in cui un autore lo traspone in scene narrative. Purtroppo la semplice lettura di un soggetto non fa trasparire NULLA dello stile con cui l'autore lo avrebbe poi narrato.
Ecco perché, valutando un aspirante autore solo in base al soggetto che presenta, si rischia di bocciare dei "nuovi Nolitta" senza neppure saperlo (o all'opposto, di assumere autori che scrivono in modo dozzinale, solo perché il loro soggettino era "interessante").

Zeb Dowler ha scritto:
Da un soggetto banale, 99 su cento si ricava una storia banale. Questo è ovvio. In casi del tutto eccezionali, si può avere una storia buona, se lo sceneggiatore è davvero bravo a rendere non banale, del materiale banale. Ma già per far questo, bisogna essere un pezzo avanti.
Da un soggetto si capiscono già molte cose. Prima fra tutte, la capacità inventiva dell'autore e la sua capacità di articolare una storia. Che è il requisito 'sine qua non'. POI, viene la sceneggiatura. Quello è lo step successivo (altrettanto indispensabile. ma SUCCESSIVO).

Dunque, Ivan pensa che il soggetto non conta tantissimo al punto che molto viene demandato alla sceneggiatura.
Mentre secondo Jacopo il soggetto misura la capacità di inventiva di un autore e la sua capacità di articolare una storia. Inoltre quasi sempre determina anche la qualità della storia, soprattutto in senso positivo. Un ottimo soggetto può evolvere in una ottima storia, un soggetto banale evolve quasi certamente una storia banale. L'unico punto di incontro tra le due posizioni è che un buon soggetto può degradare in una storia non all'altezza se sceneggiato male.
Però al di la di tutto mi pare di capire che secondo Ivan il soggetto conta molto meno di quanto afferma Jacopo.
Infine sulla parte strategica per la selezione di nuovi autori vorrei riprendere due passaggi di Ivan:
Ivan ha scritto:
Ciò premesso, veniamo nello specifico al tuo passaggio "Pensate che un professionista non sia in grado di vedere già dal soggetto le potenzialità di un aspirante autore?"
La mia risposta, secca, è NO. O meglio: il tuo discorso è valido se si tratta di riconoscere – attraverso la semplice lettura di un soggetto – chi NON ha qualità come sceneggiatore. In tal caso ti do ragione: un soggetto scritto in italiano sgrammaticato, magari pieno di "ke" e di "xché", con una descrizione confusa dei punti principali della storia, denota una scarsa predisposizione dell'autore per la Comunicazione Empatica (che è il requisito fondamentale di uno stile narrativo coinvolgente).
Costoro possono giustamente venire scremati fin da subito.

Questo mi sembra un punto su cui tutti sono d'accordo
Ivan ha scritto:

Il discorso cambia quando si tratta di riconoscere chi invece HA qualità anche come sceneggiatore tra coloro che presentano un soggetto formalmente impeccabile.
Qui ribadisco che il curatore NON ha, oggettivamente, la possibilità di fare una scernita obiettiva tramite la semplice lettura del soggetto. Certo, può avere degli imput, delle intuizioni, una prima scaletta di preferenze tipo "Questo soggetto mi sembra più convincente di quell'altro"...ma mai nulla di veramente affidabile, in questa fase preliminare. La prova del 9 per testare il vero valore come raccontastorie di un aspirante autore, può stare SOLO nel concedergli un test di sceneggiatura. Qualsiasi altra opzione farà un torto all'aspettativa del wannabe, alla professionalità dell'esaminatore, e alla serietà della Casa Editrice.

Qui la cosa da rimarcare è questa: secondo Ivan non è cosi difficile scrivere un soggetto impeccabile e quindi la SBE dovrebbe ricevere periodicamente un certo numero di soggetti buoni per Zagor da cui poi poter scegliere. Proprio in quel preciso momento si crea il cortocircuito poichè la casa editrice non si è dotata di procedure affidabili.
Invece Jacopo dice che sono pochissimi i soggetti buoni che arrivano, mentre la maggior parte sono banali. Essendo pochissimi quasi tutti o una buona parte di essi vengono messi alla prova chiedendo al proponente di sceneggiarlo. ho capito bene? è cosi? se la risposta è positiva allora è chiaro che prima o poi tutti gli autori bravi (o quasi tutti) avranno la possibilità di essere messi veramente alla prova.
Se è cosi la strategia della SBE per selezionare nuovi autori forse non è ottimale ma ha una sua logica e funzionalità e anche Ivan sarebbe d'accordo perchè lui stesso dice che è giusto scartare subito un soggetto non adeguato.
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Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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Super Mark
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 3:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Qui rispondo io.
Mi è stato accettato un soggetto per una storia "mini" destinata al Color. Boselli mi ha detto chiaramente che il soggetto è fattibile e che eventuali buchi si possono rammendare in fase di sceneggiatura. Io son partito in punta di piedi, non pensando a una storia lunga, ma a una breve per provare. Sto anche (ri)correggendo le prime quattro tavole di sceneggiatura (che per motivi e problemi vari non son riuscito a spedire lunedì Brick wall ), per vedere se posso avere una chance anche nello svolgimento di layout e dialoghi.
Un secondo soggetto, destinato ad un Magazine (78 pagine) mi è stato bocciato perché l'idea di base, basata su un montaggio alternato altrimenti interessante, cadeva se si considerava l'implausibilità del perché Tex e Tiger venivano fatti separare con un sotterfugio per poi finire nella stessa trappola. Boselli mi ha fatto capire che una cosa così era illogica (e quindi, sottinteso, irrisolvibile anche in fase di sceneggiatura).
Ecco i miei due cents.

PS La storia breve destinata al Color piacerà sicuramente al Jup per un ben preciso motivo Laughing .
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Super Mark

felipecayetano ha scritto:
se mark fosse stato schliemann, una volta scoperte le prime rovine di troia avrebbe ricoperto tutto pensando di aver trovato i resti di un film di pastrone Brick wall
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Zeb Dowler
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 4:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

cama69 ha scritto:

Dunque, Ivan pensa che il soggetto non conta tantissimo al punto che molto viene demandato alla sceneggiatura.
Mentre secondo Jacopo il soggetto misura la capacità di inventiva di un autore e la sua capacità di articolare una storia. Inoltre quasi sempre determina anche la qualità della storia, soprattutto in senso positivo. Un ottimo soggetto può evolvere in una ottima storia


No. La mia frase si riferisce non al 'soggetto' in generale. Ma a UN soggetto che NELLA FATTISPECIE mi viene inviato in redazione e che io curatore, devo analizzare.
Il soggetto, in generale, è solo l'idea di base da cui parte la storia. La sceneggiatura è la sua realizzazione pratica e dunque, ovviamente, conta di più. Molto di più. Alla fine è quella che qualifica davvero uno sceneggiatore (tant'é vero che anche da un soggetto mediocre si può ricavare una buona storia, se lo sceneggiatore è bravo).

PERO', senza il soggetto, non si comincia neanche!... DUNQUE, tu, PRIMA mi devi mandare un buon soggetto. POI, si comincia e si vede se sei capace davvero.
Ma il soggetto è un requisito sine qua non, per un esordiente. O pretendi che un curatore metta alla prova un illustre sconosciuto senza che questi sia stato neanche capace di produrre un soggetto su cui lavorare?...

cama69 ha scritto:

Invece Jacopo dice che sono pochissimi i soggetti buoni che arrivano, mentre la maggior parte sono banali. Essendo pochissimi quasi tutti o una buona parte di essi vengono messi alla prova chiedendo al proponente di sceneggiarlo. ho capito bene? è cosi? se la risposta è positiva allora è chiaro che prima o poi tutti gli autori bravi (o quasi tutti) avranno la possibilità di essere messi veramente alla prova.
Se è cosi la strategia della SBE per selezionare nuovi autori forse non è ottimale ma ha una sua logica e funzionalità e anche Ivan sarebbe d'accordo perchè lui stesso dice che è giusto scartare subito un soggetto non adeguato.


NO. I soggetti buoni NON arrivano per nulla. Perché se un esordiente manda un buon soggetto, viene automaticamente messo alla prova. Come ho scritto nel post sopra, è il mestiere della casa editrice. Produce storie a fumetti.
Se tu mandi un soggetto di una storia potenzialmente pubblicabile, la casa editrice cerca di pubblicartela.



Poi c'è la questione dell'analizzare i soggetti che arrivano. Io ti dico che già da un soggetto si capisce parecchio delle capacità di chi lo scrive. Se poi mi dite che ci sono una miriade di novelli Nolitta che marciscono fuori, perché nessuno è in grado di capire il loro valore dai soggetti che mandano... Beh, che vi devo dire?... Secondo me è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Un novello Nolitta non manda soggetti che un curatore scarta. Questo è automatico. A meno che non mi si dica che i curatori scartano i soggetti geniali di proposito.
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 5:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Uhm...Jacopo, secondo me hai descritto una situazione un po' "idealizzata" (nel senso di "Come dovrebbero essere le cose" piuttosto che "Ciò che accade di fatto").

Dico questo perché, nel sistema rigorosamente meritocratico che hai descritto, non si spiegherebbe la pubblicazione di storielline fiacche tipo LE CREATURE DEL BUIO, LACRIME NERE, BERSAGLIO BAT BATTERTON, I VIGILANTES (etc), come se tali amenità fossero il meglio tra le centinaia di proposte esaminate...a meno di ammettere che è proprio quel tipo di storie a riscontrare l'entusiasmo dell'attuale curatore/esaminatore, e a rispecchiare esattamente la sua visione di come deve venire fatta – oggi – una storia di Zagor.
In tal caso il problema starebbe a monte: se il curatore vuole storie scritte così, allora non c'è da sorprendersi che un eventuale "novello Nolitta" venga scartato per "inadeguatezza allo stile richiesto attualmente dalla collana".
Ma siccome non voglio credere che le cose stiano davvero in questo modo, ritengo più verosimile la mia versione, che rimarca l'impossibilità di rilevare il valore di un aspirante sceneggiatore attraverso la sola lettura di un semplice soggetto (nonché l'altro problema insormontabile, ovvero l'impossibilità pratica del settore di offrire lavoro a tutti coloro che lo meriterebbero).

Per il resto, sul fatto che tutto debba partire dal presentare perlomeno un soggetto originale e convincente non si discute. Wink
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 6:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

C'è un errore di fondo, nel tuo ragionamento. Se viene pubblicato qualcosa di non eccelso, non significa automaticamente che ci sia qualcuno più meritevole che langue dimenticato in un angolo, perché (volontariamente o involontariamente) trascurato dalla casa editrice.

Di certo, dubito molto che ci sia qualche talentuoso novello Nolitta che ha presentato un lavoro e che sia stato scartato. Se qualcuno viene letto e scartato, c'è sempre un motivo professionale, alla base. L'esperienza, almeno, mi dice che le cose funzionano così.

Poi, tutto può essere a questo mondo...
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 6:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Mi premeva solo aggiungere una cosa, a beneficio degli aspiranti sceneggiatori (se ve ne sono).

Pensare che un professionista che giudica il tuo lavoro, ti bocci per qualcosa che non dipende dalla qualità di ciò che hai presentato, è l'errore che uno non deve mai fare. Questo perché pregiudica la tua capacità di capire i tuoi errori, e migliorare.

L'altro consiglio non richiesto, è che non bisogna mollare... Wink
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MessaggioInviato: Mer Feb 13, 2019 9:04 pm    Oggetto: Rispondi citando

Zeb Dowler ha scritto:
No. La mia frase si riferisce non al 'soggetto' in generale. Ma a UN soggetto che NELLA FATTISPECIE mi viene inviato in redazione e che io curatore, devo analizzare.
Il soggetto, in generale, è solo l'idea di base da cui parte la storia. La sceneggiatura è la sua realizzazione pratica e dunque, ovviamente, conta di più. Molto di più. Alla fine è quella che qualifica davvero uno sceneggiatore (tant'é vero che anche da un soggetto mediocre si può ricavare una buona storia, se lo sceneggiatore è bravo).
PERO', senza il soggetto, non si comincia neanche!... DUNQUE, tu, PRIMA mi devi mandare un buon soggetto. POI, si comincia e si vede se sei capace davvero.
Ma il soggetto è un requisito sine qua non, per un esordiente. O pretendi che un curatore metta alla prova un illustre sconosciuto senza che questi sia stato neanche capace di produrre un soggetto su cui lavorare?...

Chiarissimo
Zeb Dowler ha scritto:
NO. I soggetti buoni NON arrivano per nulla. Perché se un esordiente manda un buon soggetto, viene automaticamente messo alla prova. Come ho scritto nel post sopra, è il mestiere della casa editrice. Produce storie a fumetti.
Se tu mandi un soggetto di una storia potenzialmente pubblicabile, la casa editrice cerca di pubblicartela.

Molto interessante...........
Zeb Dowler ha scritto:
Poi c'è la questione dell'analizzare i soggetti che arrivano. Io ti dico che già da un soggetto si capisce parecchio delle capacità di chi lo scrive.

Questa considerazione è molto importante
Zeb Dowler ha scritto:
Se poi mi dite che ci sono una miriade di novelli Nolitta che marciscono fuori, perché nessuno è in grado di capire il loro valore dai soggetti che mandano... Beh, che vi devo dire?... Secondo me è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Un novello Nolitta non manda soggetti che un curatore scarta. Questo è automatico. A meno che non mi si dica che i curatori scartano i soggetti geniali di proposito.

Molto bene, sono contento di quello che affermi.
Zeb Dowler ha scritto:
C'è un errore di fondo, nel tuo ragionamento. Se viene pubblicato qualcosa di non eccelso, non significa automaticamente che ci sia qualcuno più meritevole che langue dimenticato in un angolo, perché (volontariamente o involontariamente) trascurato dalla casa editrice.

Ciò confermerebbe quello che da profano pensavo, cioè che scrivere storie è estremamente difficile, pochissimi ci riescono e ancora meno chi riesce a farlo con continuità
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Burattini ha scritto:
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Ivan
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MessaggioInviato: Gio Feb 14, 2019 12:49 am    Oggetto: Rispondi citando

Zeb Dowler ha scritto:
se un esordiente manda un buon soggetto, viene automaticamente messo alla prova. [...]
Un novello Nolitta non manda soggetti che un curatore scarta. Questo è automatico.
Se qualcuno viene letto e scartato, c'è sempre un motivo professionale, alla base. [...]
Pensare che un professionista che giudica il tuo lavoro, ti bocci per qualcosa che non dipende dalla qualità di ciò che hai presentato, è l'errore che uno non deve mai fare. Questo perché pregiudica la tua capacità di capire i tuoi errori, e migliorare.

Tutto molto interessante, Jacopo...tuttavia la tua disamina trascura il secondo punto della mia esposizione: l'impossibilità pratica del settore di offrire lavoro a tutti coloro che lo meriterebbero.
Ciò significa che, volente o nolente, un esaminatore si ritrova costretto a scartare la maggior parte dei bravi (e sottolineo: bravi) scrittori che gli si propongono. Questa è mera matematica. E alla risposta "Spiacente, ma il nostro parco-autori è già saturo", non c'è "miglioramento dei propri difetti come autore" che tenga.

(Anche per questo motivo, a maggior ragione, è inammissibile ritrovare sulle varie collane autori che scrivono in modo piatto e dozzinale. Il chiedersi come abbiano fatto a distinguersi nel mucchio di bravi scrittori, vista la scarsità di posti disponibili, sorge spontaneo al lettore.) Think


Zeb Dowler ha scritto:
Io sono convinto che se uno ha la stoffa, alla fine emerge sempre.

Un concetto molto "filosofico", però – restando concreti – ti invito a considerare quanti sono gli aspiranti autori che possono permettersi di insistere, insistere & insistere a vuoto finché non trovano la breccia giusta.
Inutile dire che sono molto, molto pochi. Tutti gli altri talentuosi che partono da una situazione personale meno fortunata devono fare i conti con l'urgenza di pagare le bollette, ripiegando su un lavoro con regole di assunzione meno schizofreniche.


cama69 ha scritto:
Certifico una certa differenza tra la posizione di Ivan e quella Jacopo...

Non direi. Come ho scritto, non c'è "confutazione" nelle nostre rispettive esposizioni; solo la volontà di precisare al meglio il nostro angolo di visuale (diciamo che Jacopo descrive la bottiglia mezza piena e io mezza vuota, ma la bottiglia sempre quella è...) Wink
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Zeb Dowler
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MessaggioInviato: Gio Feb 14, 2019 5:27 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Tutto molto interessante, Jacopo...tuttavia la tua disamina trascura il secondo punto della mia esposizione: l'impossibilità pratica del settore di offrire lavoro a tutti coloro che lo meriterebbero.
Ciò significa che, volente o nolente, un esaminatore si ritrova costretto a scartare la maggior parte dei bravi (e sottolineo: bravi) scrittori che gli si propongono. Questa è mera matematica. E alla risposta "Spiacente, ma il nostro parco-autori è già saturo", non c'è "miglioramento dei propri difetti come autore" che tenga.


Questo è un altro discorso, rispetto al nostro punto di partenza. Purtroppo non c'é soluzione se uno non viene neanche preso in considerazione a priori, perché i posti non ci sono.

TUTTAVIA, la qualità è ciò che cercano i curatori delle testate. Senza distinzioni (perché non dubitare che anche se qualcuno viene pubblicato, i curatori non sono miopi o scemi. E sono consapevoli della diverse qualità dei singoli). Dunque, se uno è bravo deve trovare il modo di farlo vedere (con questo intendevo usando la parola 'insistere'). Magari trovando vie traverse... non so. O anche continuandoci a lavorare in disparte (come hobby) aspettando l'occasione.

Non è facile, certo. Questo non lo dico.
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Ultima modifica di Zeb Dowler il Gio Feb 14, 2019 7:06 am, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Gio Feb 14, 2019 6:47 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:
Dico questo perché, nel sistema rigorosamente meritocratico che hai descritto, non si spiegherebbe la pubblicazione di storielline fiacche tipo LE CREATURE DEL BUIO, LACRIME NERE, BERSAGLIO BAT BATTERTON, I VIGILANTES (etc), come se tali amenità fossero il meglio tra le centinaia di proposte esaminate

Qua secondo me il problema è ancora un altro, e cioè la iperproduzione che la collana ha assunto da alcuni anni (nei fatti, Zagor è ormai un quindicinale), e che appare eccessiva per le capacità del parco autori.
E' un'affermazione che viene spontanea valutando la qualità media di una buona metà del materiale prodotto.
Ci sono alcuni extra, primo tra tutti lo Speciale, che sembrano davvero fatti uscire tanto per vendere qualcosa confidando che lo zagoriano compra a prescindere, non certo perché quelle storie contengano un'idea che giustifichi quello che è per definizione un materiale extra, quindi "in più".
Fino ad arrivare a robe (uso un termine neutro per educazione) come il Color coi Morb, o la stessa Lacrime nere, chiarissimo ripescaggio da fondo di cassetto.

Questo però si aggancia ad un altro punto: che i professionisti in un certo senso "li devi fare lavorare". Forse ci sarebbero, come dice Ivan, alcuni esordienti con una idea importante, ma magari avrebbero solo quella, o poco altro (lo stesso Burattini ha un paio di volte ribadito questo concetto).
Ora, per la casa editrice, diventa un investimento seguire questo aspirante che, in quanto tale, è acerbo. Occorre impiegare qualche risorsa interna (tipicamente il curatore) distogliendolo dalla sua normale attività. E' un costo che qualunque azienda ci pensa un po' prima di pagarlo.
E qua subentra un altro problema, più agganciato al discorso di Ivan sulla difficoltà di capire le qualità dello sceneggiare dal soggetto, e cioè che manca una figura che si occupi appositamente di questo lavoro, ovvero il tutoraggio degli aspiranti. Facile a dirsi, difficile a farsi, dato che servono competenze che hanno solo professionisti del settore, che quindi dovresti distoglierli dalla loro principale attività eccetera eccetera.
Ecco perché alla fine la casa editrice si affida spesso (troppo?) all'usato sicuro, cioè quel parco sceneggiatori che non hanno mai prodotto chissà quali vette (a mio parere in Zagor questo è il tipico caso di Mignacco, poi ognuno pensi a chi vuole) ma se il tuo obbiettivo è mandare in edicola qualcosa di decente, sai che lui è uno che sa fare il proprio lavoro.
Questo, unito al fatto che, come dicevo sopra, lo devi far lavorare, crea certe situazioni.
Uno mi dirà: ma la SBE non deve fare lavorare proprio nessuno, un professionista presenta un soggetto, se non piace tanti saluti. Il che è vero ma, a parte il non trascurabile rapporto umano che credo in SBE sia molto presente (sicuramente moltissimo quando era ancora vivo Sergio), tu non puoi chiedere ad uno di fare lo sceneggiatore se non gli garantisci in un certo senso uno sbocco (è il caso proprio di Jacopo, credo. Ma anche a suo tempo di Moreno il casellante).
Come dice Ivan, ci sono le bollette da pagare. Forse a tanti piacerebbe fare questo mestiere, ma se il mercato offrisse di pagarti… che so… una storia all'anno, con questa non ci mantieni la famiglia. Allora anche un ipotetico novello Nolitta farebbe due conti e penso mollerebbe. Per cui si innesca credo questo meccanismo che da un lato spinge la casa editrice a lavorare con professionisti consolidati perché garantiscono una certa sicurezza, dall'altro sa che se non fornisse loro un certo quantitativo di lavoro, questi forse mollerebbero.
Il risultato è peraltro tipico della narrativa seriale, mica dico delle novità, poi bisogna vedere fino a quanto si può gonfiare questo assunto di base. Think
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MessaggioInviato: Ven Feb 15, 2019 10:42 am    Oggetto: Rispondi citando

Ho seguito con vivo interesse questo discorso su soggetti e sceneggiature... Think
E avrei delle considerazioni. Premetto che non conosco tecnicamente la materia, nemmeno un po'.
Innanzitutto, esattamente che si intende per soggetto? Cosa presenta un potenziale esordiente? Immagino non solo l'essenziale idea di fondo ma una trama elaborata, con l'ambientazione, l'elenco dei comprimari, tutta la scaletta degli eventi... giusto?
Quindi non parlerà soltanto di un gruppo di ricchi e superficiali europei che si diletta a cacciare i bisonti in territorio Kiowa e verrà assediato dagli indiani. Inserirà tutti i particolari de La marcia della disperazione? Perché è grazie ai particolari che una storia diventa immortale, non per l'idea di fondo, credo.
Ma diciamo che il potenziale esordiente autore inserisca tutti i particolari e tutte le sottotrame, gli verrebbe fatta passare la parentesi (altro che parentesi!) sentimentale tra Zagor e una giovane nobildonna europea?
E come si potrebbe evincere, solo dal soggetto, la straordinaria ed intensa tenerezza di questa parentesi sentimentale?
Come capire, dal soggetto, quanto intenso e struggente sarà il commiato del violinista Klein? Oppure come capire quanta tensione emotiva si respirerà su quel lembo di terra in mezzo al fiume dove la sabbia è rossa? O come dimostrare che si saprà tratteggiare maestosamente l'antagonista Winter Snake?

Insomma, la mia impressione è che se si lascia esordire un autore in base al soggetto proposto, che dovrebbe essere, da quel che scrive Zeb Dowler, imprescindibile punto di partenza, nessuno può garantire che saprà sceneggiarlo bene. Magari le Fearsome critters dell'ultimo Speciale potevano anche essere un buon soggetto, eppure la storia che ne è uscita fuori mi sembra (parere ovviamente personale) molto molto deludente.
Non sarebbe meglio sottoporre gli aspiranti esordienti ad un compito come quello di sceneggiare un soggetto di un autore affermato per poter comprendere il talento di ciascuno, e poi pubblicare la storia che si ritiene sia stata scritta meglio?

Personalmente, io preferisco un cattivo soggetto sceneggiato bene ad un buon soggetto sceneggiato male. Soprattutto su Zagor, perché dopo 60 anni di storie ditemi voi quale soggetto veramente originale può essere ancora scritto. A cercare la novità a tutti i costi, o si manda Zagor in trasferta a far finta che il soggetto sia nuovo quando cambiano giusto ambientazione e nomi e costumi dei personaggi (più lo spazio per una divulgazione storico-culturale sugli usi del luogo) o si rischia di portare i Morb a Darkwood....

Ovviamente queste sono tutte considerazioni sparse e pareri personali (da lettore) su un tema che conosco poco e che mi fa piacere vedere approfondito Very Happy
_________________
Supercoppa, Milan-Inter 0-3
Campionato, Inter-Milan 1-0
Champions, Milan-Inter 0-2
Champions, Inter-Milan 1-0
Campionato, Inter-Milan 5-1

Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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MessaggioInviato: Ven Feb 15, 2019 12:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

Un soggetto può essere più o meno lungo. L'ideale è che sia il più sintetico possibile, ma esauriente (di solito due o tre pagine sono sufficienti).
Perché dal soggetto, il curatore (o chi per lui) deve capire il potenziale della storia proposta. Sviluppare quel potenziale poi, è compito dello sceneggiatore, quando quella storia va tradotta in pratica. E qui ovviamente entra in gioco l'abilità dello sceneggiatore stesso.

Ovviamente una casa editrice non può selezionare i suoi autori nel modo che tu proponi. Quello è il modus operandi di una scuola di sceneggiatura, non di una casa editrice. Non so se afferri la differenza. Una casa editrice ha bisogno di qualcuno che almeno i rudimenti del mestiere li conosca già un minimo, perché non può certo mettersi a formare la gente a caso.

Dunque, la casa editrice seleziona i suoi sceneggiatori, in prima battuta, in base alle storie che propongono. Incidentalmente, poi, li forma anche. Ma dopo che questi sono entrati nel meccanismo, con la proposta di storie valide. E qui entra in gioco il soggetto (che comunque, di solito, un esordiente può anche accompagnare a qualche pagina di sceneggiatura di prova, che poi il curatore può guardare o meno, a seconda che il soggetto proposto lo abbia incuriosito o meno).

Le cose funzionano più o meno così.

Per concludere, è certo preferibile un brutto soggetto sceneggiato bene, a un buon soggetto sceneggiato male. Ma la questione non si pone, perché un brutto soggetto non viene accettato in prima battuta. Poiché mettersi a lavorare su una storia potenzialmente brutta, è una idiozia, come puoi ben capire. Wink
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Zeb Dowler
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MessaggioInviato: Ven Feb 15, 2019 1:03 pm    Oggetto: Rispondi citando

PS
Rispetto a questa mia ultima considerazione, ci sono delle deroghe, ovviamente. Può capitare infatti che un curatore abbia bisogno immediato di una storia (i motivi possono essere i più svariati) e dunque sia costretto ad accettare che uno dei suoi sceneggiatori si metta a lavorare su un soggetto brutto o banale, se non ne ha altri migliori a disposizione. Ma è ovvio che un compito del genere viene affidato solo a uno sceneggiatore rodato e affidabile. Non a un esordiente. E i motivi sono ovvi.
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Ven Feb 15, 2019 11:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sposo le considerazioni di Doc, che anzi volevo scrivere io, e così mi ha risparmiato la fatica. Stavo proprio pensando al soggetto de La marcia della disperazione, invero abbastanza standard, che poi la sceneggiatura trasforma in quella che è considerata la più bella storia in assoluto dalla maggior parte degli zagoriani.
Pensavo a come riprodurre in un soggetto alcune perle come Klein, Frida o il meraviglioso discorso al palo della tortura e post. E' impossibile. Eppure sono queste le componenti che hanno reso quella storia immortale.
Ma è anche vero che non vedo alternativa. Un curatore può valutare solo il soggetto, non può certo chiedere di scrivere l'intera sceneggiatura e, anche se lo facesse, immaginiamo il povero curatore a doversi sorbire non più tre pagine di soggetto ma centinaia di sceneggiatura!

Quindi come si può fare? Il problema potrebbe essere aggirabile in altre culture (spiego tra poco come), ma è a mio parere irrisolvibile nella particolare impostazione strutturale e storica dell'azienda. Ora sia chiaro, io considero nel complesso la SBE di Sergio Bonelli un meraviglioso e credo irripetibile esempio di casa editrice orientata alla qualità artigianale dei propri prodotti, anche a scapito del lucro. Però in mezzo a queste luci, ci sono nel pacchetto alcune ombre, tra cui il non considerare adeguatamente il nome dell'autore.
Perché alla fine è solo questo che può dare l'indicazione sulla qualità della sceneggiatura a monte.
E' questo che può far intuire, se non "garantire", sia al curatore che al fan, il livello della sceneggiatura, a prescindere dal soggetto. Uso le virgolette perché certamente lo stesso autore può oggi scrivere un'ottima storia e domani una meno riuscita, ma noi appassionati sappiamo che con un certo nome andiamo sul sicuro al 80-90%. In bene e in male, eh.
Gli americani lo fanno da sempre, fin dagli anni '60 i credits sono molto particolareggiati e da ormai molti anni le run di uno sceneggiatore considerato di punta vengono strillate in copertina. Con conseguente lotta delle case editrici per strappare i nomi migliori alla concorrenza, e poi ben pubblicizzare l'autore in copertina.
In SBE nulla di tutto questo. Il due del mese esce Zagor. Punto. Non esce lo Zagor di Burattini o di Rauch o di Verni. Così per Tex, e tutti gli altri.
E' sempre stato così e addirittura per tantissimi anni gli autori venivano ignorati nei crediti, se non volutamente nascosti o camuffati (si veda proprio Zagor dopo l'abbandono di Nolitta).
Solo dagli anni '80, comparve il "tamburino" che spiegava chi aveva fatto quell'albo. Ma è stata sempre un'informazione che la casa editrice non ha mai minimamente evidenziato, a cui proprio non importava, a parte rarissimi casi (anzi, direi solo il Texone, e solo per il disegnatore).
E anche oggi, se pure ci sono alcune eccezioni, le cose di fondo non sono cambiate.
Quindi, se questo è l'obbiettivo, diventa perfettamente comprensibile il criterio di selezione basato sul soggetto. Basato sul COSA e non sul COME, per dirla in termini cari a Ivan.
Anche le indicazioni di correzione che traspaiono da quanto ci riportano i vari autori, sembrano proprio basate su questa logica del COSA. Quante volte abbiamo sentito dire da un curatore che ha corretto un passaggio perché "non funzionava"? Ma cosa significa "non funzionava"?
Significa che se Zagor era in un certo punto a fare così, poi non poteva essere dopo poco là a fare cosà. Se Zagor è legato in questo modo, poi non si può liberare in quest'altro.
Cosa.
Forse sono stato sfortunato io, ma non mi è mai capitato di sentir raccontare: "Questa sequenza era logicamente impeccabile, ma gliel'ho fatta rifare perché non mi diceva niente, o non mi emozionava abbastanza".
Come.
Ecco, questo sarebbe forse un modo per intervenire sulla sceneggiatura, molto più importante della bontà della trama. In fondo in una storia sono 2 o 3 i momenti chiave, basterebbe concentrarsi su questi.
Se fosse possibile farlo, il problema di non poter capire a monte del soggetto la qualità, verrebbe risolto nella valle della sceneggiatura.
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