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Asta CATAWIKI Tex e Zagor
Indian Circus (n. 84)
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Autore Messaggio
Kramer76
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MessaggioInviato: Mar Ott 28, 2014 1:01 pm    Oggetto: Rispondi citando



indian circus
numero 84, testi nolitta, disegni ferri
miracoloso albo autoconclusivo, c'è tutto, il razzismo del "collezionista", l'indignazione di zagor, la fierezza di tonka, il sacrificio di falco rosso
disegni eccellenti, colori accesi, talvolta strambi (cico azzurro), forse inferiori a quelli che si possono fare oggi, però hanno il loro fascino vintage
bellissimo ad esempio l'intermezzo "bucolico" con la fonte d'acqua frequentata dagli animali e l'arrivo del giaguaro...
copertina da poster, bellissima, peccato quel bollino rosso gigantesco...

voto 9+


Ultima modifica di Kramer76 il Gio Ott 21, 2021 8:13 am, modificato 7 volte in totale
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Esploratore Scomparso
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MessaggioInviato: Mer Ago 01, 2018 5:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

l'ho finito di rileggere per l'ennesima volta ieri...è stato il mio secondo Zagor dopo "La corsa delle sette frecce".
Storia sempre bella e rappresentativa del pensiero di Zagor, molto evocativa la sequenza notturna nella foresta, secondo me la parte migliore.
Purtroppo è un po' affrettata nel finale.. ovviamente con un maggior numero di pagine credo sarebbe stata un capolavoro, ma come numero "festivo" è ottimo.
Benissimo anche il colore!
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MessaggioInviato: Gio Ago 02, 2018 12:08 am    Oggetto: Rispondi citando

Quoto
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.
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Magico Vento
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MessaggioInviato: Lun Apr 19, 2021 8:13 am    Oggetto: Rispondi citando

Ottima storia autoconclusiva a colori, che dà idealmente il via alla Golden Age Zagoriana.
La storia è abbastanza semplice, perché è limitata dal basso numero di pagine, però è, appunto, molto bella. Ottima l'idea da cui la storia parte: un folle ha creato un circo, in cui non vengono esposti animali, ma bensì nativi americani. Le scene epiche e memorabili che mi hanno assai colpito sono parecchie: Zagor che, assistendo impotente al circo, pensa: "Delle foche ammaestrate! Sono diventati delle foche ammaestrate"; la scena in cui Tonka, sentendo le risa e le parole di scherno, si infuria e inizia a sventolare le catene sul pubblico; Tonka che, fustigato, avvisa il suo aguzzino che dovrà frustarlo fino alla morte, perché, se lo lasciasse in vita, lo avrebbe ucciso; infine, il tragico sacrificio di Falco Rosso, alquanto drammatico e toccante. Bellissimo anche il finale: "A Darkwood, fratelli rossi!".
Inutile commentare i disegni del Maestro Ferri: perfetti. Ottima anche la colorazione vintage.
Copertina bellissima, se non fosse per lo sfondo bianco.

Soggetto/Sceneggiatura: 8,8
Disegni: 10
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Lun Apr 19, 2021 9:49 am    Oggetto: Rispondi citando

il primo color non si corda mai
9,5
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DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)
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Ivan
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MessaggioInviato: Gio Ago 04, 2022 10:55 pm    Oggetto: Rispondi citando



INDIAN CIRCUS

Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
Pagine: 94
Anno: 1971


Primo numero a colori della collana, pur senza essere motivato da una speciale ricorrenza.
Volendo, lo si può considerare anche il primo episodio "non ufficiale" della Golden Age (dal punto di vista qualitativo potrebbe rientrarci...però ritengo appropriato che la Golden Age, convenzionalmente, sia considerata aperta da una super-storia come ANGOSCIA).

----------

PREGI:

Come nella maggior parte delle storie di Nolitta, il soggetto di base è molto semplice:
Un ex ufficiale dell'esercito rapisce vari pellerossa per poi esibirli in un bizzarro circo, in modo da dimostrare ai cittadini della East Coast che i temibili indiani sono in realtà addomesticabili come cagnolini.
Uno spunto molto elementare, neppure tanto originale (l'idea è probabilmente ispirata al famoso Circo del West di Buffalo Bill), ma sufficiente per creare una storia gustosa grazie alle doti narrative di Sergio Bonelli. Infatti non servono soggettoni iper-articolati per costruire una storia ricca di pathos; basta saper cucinare bene i pochi ingredienti a disposizione. Qui sta la bravura degli chef di razza.

A dimostrazione di quanto sopra, prendiamo la scena in cui Zagor viene lasciato legato nella radura dopo il rapimento di Tonka: in teoria sarebbe bastata una paginetta per mostrare Zagor che si libera tagliando le corde su una pietra appuntita...invece il Sergione dilata questa sequenza per ben 8 pagine, mostrando gli inutili sforzi di Zagor per liberarsi, la tensione del prigioniero, il rischio di venire aggredito da animali feroci, ed infine fa risolvere il problema tramite una spassosa gag di Cico.

Dal punto di vista meramente narrativo è tutto materiale "di contorno", superfluo, decurtabile...eppure il suo svolgimento è coinvolgente, trascina il lettore all'interno della scena rappresentata. In tal senso non c'è una vignetta di troppo.
Bene; proviamo ora a fare il paragone tra questo metodo espositivo e quello di certe storie moderne che "vanno dritte al sodo" presentando solo le sequenze utili al progredire della trama: secondo me il motivo per cui Nolitta è così rimpianto dai vecchi zagoriani emerge in maniera palese.

L'antagonista di turno è Rod Mac Carty, detto "Il Collezionista". Per una volta Nolitta presenta una canaglia a tutto tondo, senza nessuna sfumatura "buona" che possa ispirare empatia col personaggio. E in questa particolare storia ci sta bene anche un malvagio-malvagio e basta, in stile Raskin.


Come sempre, Cico è ottimamente usato da Nolitta. A margine delle consuete gag comiche, qui il messicano è attivo anche per gli sviluppi della trama "seria".
Spicca la sua assunzione come stalliere del circo per far entrare Zagor nel tendone usando un carretto di fieno come "Cavallo di Troia".

Da notare che, durante il primo spettacolo dell'Indian Circus, sia lui che Zagor si trattengono a turno dal reagire con rabbia a ciò a cui stanno assistendo.

Questo è un Cico perfettamente complementare a Zagor. Si può affermare che senza l'apporto di Cico non sarebbe mai esistito quell'incantevole equilibrio tra Dramma & Commedia che rendevano così affascinanti le storie dello Zagor di Nolitta.
E' un peccato che la maggior parte degli autori moderni lo considerino "una palla al piede da accantonare il più possibile", invece che "una risorsa aggiunta" – come lo era di fatto durante la gestione Nolitta. E le differenze di fascino tra le storie dello Zagor classico e quelle dello Zagor attuale si notano in maniera impietosa, purtroppo. Sad

Suggestiva la reazione dei pellerossa prigionieri durante il primo tentativo (poi fallito) di Zagor per liberarli. Solo alcuni sono disposti a combattere per la propria libertà; molti altri, per varie ragioni, preferiscono rimanere in stato di sottomissione.


La seconda incursione di Zagor nel circo ha successo...solo a metà. Nel senso che riesce a liberare gli indiani prigionieri, ma rimangono poi assediati all'interno del tendone dagli sgherri di Mac Carty. La situazione viene sbloccata da un coraggioso sakem, che compie una sortita-suicida riuscendo ad uccidere il Collezionista prima di essere a sua volta abbattuto dai fucili dei guardiani.


Con la morte di Mac Carty, si spengono anche tutte le velleità aggressive dei suoi uomini. I rivoltosi possono così tornare ai loro villaggi, in un finale positivista che – in questo caso – non stona.


----------

DIFETTI:

Nel finale, quando Zagor e gli indiani sono assediati all'interno del tendone, l'unico modo per uscire da quella situazione disperata sarebbe di uccidere Mac Carty...ma questo risultato sarebbe ottenibile solo tramite un'azione suicida. Se ne incarica uno dei prigionieri – tal Falco Rosso – che in effetti riesce nell'impresa pur sapendo bene che quel gesto coraggioso gli sarebbe costato la vita.
Tutto perfetto...tranne che a parer mio il sacrificio di Falco Rosso manca di epicità, per il fatto di essere stato compiuto da un personaggio totalmente anonimo.
Per ciò che si è visto, infatti, Falco Rosso è solo un indiano scelto a caso fra il gruppo dei tanti indiani rapiti, poteva essere chiunque altro. Risulta quindi troppo poco familiare al lettore per suscitarne la partecipazione emotiva per la sua eroica morte. Sarebbe stato meglio che in precedenza Nolitta avesse dedicato qualche sequenza alla definizione di questo personaggio, in modo che il suo sacrificio finale coinvolgesse il lettore sul piano affettivo...ma così posso solo pensare "E' morto da eroe un tizio qualunque", la sua morte non mi dice granché. Think

Manca il confronto "ideologico" tra Zagor e Mac Carty.
Quando i due nemici si trovano faccia a faccia nel carrozzone, ci si sarebbe aspettati che Zagor rinfacciasse a Mac Carty la disumanità delle sue azioni...invece si limita a trattarlo solo come un comune ostaggio.

Ok, nessuno si illude che Mac Carty si sarebbe ravveduto solo per un discorsetto...però almeno fargli un severo rimprovero rientra nella filosofia del personaggio Zagor (come è avvenuto con Hellingen, Verybad, Minamoto, Raskin, o il professor Lookford), se non altro per conferire maggior risalto al contrasto ideologico tra i due avversari.

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DISEGNI:
Parere personale, ma trovo che il colore penalizzi un po' il segno di Ferri, che possiede tridimensionalità già di suo anche solo in B/N.
Qui comunque abbiamo una colorazione tenue, non invasiva, con gradevoli sfumature acquarellate. Un buon risultato, in definitiva.

----------

Storia: 8
Disegni: 9,5
Colori: 9


Ultima modifica di Ivan il Lun Ago 15, 2022 8:56 am, modificato 2 volte in totale
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wakopa
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MessaggioInviato: Ven Ago 05, 2022 8:24 am    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Tutto perfetto...tranne che a parer mio il sacrificio di Falco Rosso manca di epicità, per il fatto di essere stato compiuto da un personaggio totalmente anonimo.
Per ciò che si è visto, infatti, Falco Rosso è solo un indiano scelto a caso fra il gruppo dei tanti indiani rapiti, poteva essere chiunque altro. Risulta quindi troppo poco familiare al lettore per suscitarne la partecipazione emotiva per la sua eroica morte.


sai che non sono d'accordo ? Very Happy
Ogni indiano rappresentava una tribu' e Falco rosso era il capo dei sioux ,io da bambino ci rimasi malissimo altroche' Sad
per ribadire ancora una volta che quel demonio di Nolitta da bambini ci amareggiava e ora che siamo attempati ci dobbiamo sorbire 3 mesi delle bambinate di Golnor Brick wall Laughing
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simon
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MessaggioInviato: Ven Ago 05, 2022 8:43 am    Oggetto: Rispondi citando

wakopa ha scritto:

per ribadire ancora una volta che quel demonio di Nolitta da bambini ci amareggiava e ora che siamo attempati ci dobbiamo sorbire 3 mesi delle bambinate di Golnor Brick wall Laughing


finaccia, a ben pensarci Laughing Sad
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ElEmperador
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MessaggioInviato: Ven Ago 05, 2022 8:51 am    Oggetto: Rispondi citando

wakopa ha scritto:
Ivan ha scritto:

Tutto perfetto...tranne che a parer mio il sacrificio di Falco Rosso manca di epicità, per il fatto di essere stato compiuto da un personaggio totalmente anonimo.
Per ciò che si è visto, infatti, Falco Rosso è solo un indiano scelto a caso fra il gruppo dei tanti indiani rapiti, poteva essere chiunque altro. Risulta quindi troppo poco familiare al lettore per suscitarne la partecipazione emotiva per la sua eroica morte.


sai che non sono d'accordo ? Very Happy
Ogni indiano rappresentava una tribu' e Falco rosso era il capo dei sioux ,io da bambino ci rimasi malissimo altroche' Sad


Me too indeed…I hoped that he could be safe in one way and was very sad yhat he was dead. I was also angry with those indians who were reluctants to join Zagor and also a little bit disappointed with them.
Anyhow, plenty of emotions in a story of less than 100 pages and a final enthusiasm with the victory of the revolt.
To Darwood! Says Zagor… land of liberty…
The real Darkwood…
Ps: very good comments generally Ivan, but I must add that the indians can not go back to their villages because to far, for this they all go to Darkwood…
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Walter Maddenbrook
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MessaggioInviato: Ven Ago 05, 2022 8:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Come sempre grandi applausi e grande goduria nel leggere le sapienti recensioni di Ivan.Applause Applause Applause

Quoto soprattutto questo passaggio che sposo totalmente:
Ivan ha scritto:
Bene; proviamo ora a fare il paragone tra questo metodo espositivo e quello di certe storie moderne che "vanno dritte al sodo" presentando solo le sequenze utili al progredire della trama: secondo me il motivo per cui Nolitta è così rimpianto dai vecchi zagoriani emerge in maniera palese.
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MarioCX
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MessaggioInviato: Ven Ago 05, 2022 8:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Certo, la poetica nolittiana è ciò che faceva la differenza tra Zagor e tutti i suoi contemporanei.
Quanta energia poetica negli animali che all'imbrunire raggiungono i ruscelli per abbeverarsi...le descrizioni del bosco e dei suoi abitanti erano un tratto narrativo ricorrente senza il quale Zagor non sarebbe stato Zagor, ma un'imitazione tirata via, svuotata della sua anima più profonda.
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Ivan
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MessaggioInviato: Mar Ago 09, 2022 5:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

ElEmperador ha scritto:
wakopa ha scritto:
Sai che non sono d'accordo? Io da bambino ci rimasi malissimo altroche'.

Me too indeed...I hoped that he could be safe in one way and was very sad yhat he was dead.

Infatti ho scritto che la scena è perfetta...è solo che il suo protagonista non mi coinvolge molto, poichè non era mai stato presentato prima.
Proviamo a pensare a quanto quella scena sarebbe risultata ancor più intensa se questo "Falco Rosso", invece di essere un emerito sconosciuto, fosse stato – ad esempio – presentato in precedenza come uno degli indiani più riluttanti a ribellarsi, e nel finale con quell'eroico gesto riscatta il proprio onore perduto.
Insomma, se non vogliamo considerarlo proprio un "difetto" della storia, parlerei di una "miglioria mancata". Rolling Eyes


ElEmperador ha scritto:
...I must add that the indians can not go back to their villages because to far, for this they all go to Darkwood...

Of course Eren, in fact Zagor said it in the picture below my comment (I forget that often you can't see the images in this forum Rolling Eyes). Darkwood or villages doesn't matter; they now walk free towards a new hope of peace between Red and White people.


A little note about it (I'll write in italian, sorry)
Noi lettori sappiamo bene che la Storia Reale ha decretato il fallimento degli ideali di Zagor: nella realtà i Bianchi e i Nativi non hanno mai raggiunto un accordo di pacifica convivenza, e alla fine il popolo pellerossa è stato annientato quasi completamente.
Tuttavia, il microcosmo di Zagor è scollegato dalla Storia Reale; si tratta di un passato immaginario, ucronico, un "What if" in cui possono accadere fatti di finzione senza che nessun lettore debba rilevarli come "storicamente inaccurati" (a differenza di quelli rappresentati su TEX, ad esempio).
In questo universo fittizio esiste ancora la possibilità che i Bianchi e i Nativi arrivino a convivere pacificamente, e ciò dà un senso agli sforzi di Zagor.

Per questo sono contrario all'operazione (in corso negli ultimi anni) di rendere il fumetto Zagor sempre più conforme alla realtà storica, connotandolo di date precise, luoghi documentati e personaggi realmente esistiti. Nolitta non lo ha creato così; gli anacronismi e le contraddizioni storiche non erano "errori", ma solo elementi che permettevano di spaziare con la fantasia senza attenersi ai rigidi vincoli del realismo puro.
Così Zagor non incontra Buffalo Bill e il suo Wild West Show, bensì l'inesistente Rod Mac Carty e il suo (altrettanto inesistente) Indian Circus;
non incontra il capo storico dei seminoles Osceola, bensì il suo corrispettivo immaginario Manetola;
in Ora Zero non parla col presidente Jackson, bensì con un "presidente" generico della imprecisata epoca in cui si svolgono le avventure di Zagor;
non incontra il colonnello Chivington al Sand Creek, bensì il maggiore Raskin al Sandy River...
...e così via. Tutto in linea con lo spirito ucronico della collana. E fin qui tutto OK.

Ma se su Zagor compaiono i VERI Poe, Darwin, Stevenson etc...allora quel mondo fittizio crolla. Poiché a questo punto devo necessariamente considerare come "errori" tutti gli anacronismi e le inesattezze storiche apparse in precedenza. In questo modo Zagor non è più un eroe idealizzato, ma un personaggio che si muove nel passato del mondo che conosco, il mondo reale. Think
Quindi, paradossalmente, più si cerca di conformare Zagor al realismo storico, più le sue storie appaiono irrealistiche, non credibili. Viene a mancare quell'anima "sognatrice" che caratterizzava le storie di Nolitta, quella che mi permetteva di credere in un mondo in cui i crimini commessi nella Storia Reale potevano ancora venire corretti, cosicché i Bianchi e i Nativi potrebbero finalmente arrivare a convivere in pace grazie anche agli sforzi di un coraggioso boscaiolo in casacca rossa.

Senza quest'anima sognatrice, non riconosco più lo Zagor che avevo amato. Ok, ha ancora lo stesso nome e la casacca rossa, ma nell'essenza è diventato qualcosa di molto diverso. Emozionalmente è un pupazzo di plastica, ed editorialmente è solo un banale fumetto d'avventura come tanti altri, senza (o meglio, senza più) qualità di spicco. Non lo ricordo affatto così. E devo necessariamente chiedermi perché. Think


Walter Maddenbrook ha scritto:
...Quoto soprattutto questo passaggio che sposo totalmente:
Ivan ha scritto:
Proviamo ora a fare il paragone tra questo metodo espositivo e quello di certe storie moderne che "vanno dritte al sodo" presentando solo le sequenze utili al progredire della trama: secondo me il motivo per cui Nolitta è così rimpianto dai vecchi zagoriani emerge in maniera palese.

Beh, non l'ho scritto perché lo davo per scontato, però anche nelle storie attuali ci sono scampoli di zagorianità classica, ed autori che cercano di rispettare la nolittianità; il problema è che essa appare troppo "a singhiozzo" (diciamo in 1 storia ogni 6-7 prodotte; troppo poco per creare fidelizzazione attorno alla collana, o per giustificare l'acquisto a scatola chiusa di TUTTI gli albi).
Pensa invece alla Golden Age: a quell'epoca potevi comprare un albo di Zagor ed essere sicuro già in anticipo che non saresti rimasto deluso dell'acquisto...Ma oggi? Scovare una storia appena decente è come giocare alla roulette russa con 5 colpi nel tamburo. Pray


No, per quanto mi riguarda questo modo di produrre il fumetto Zagor non merita di essere incoraggiato sostenendolo economicamente. Zagor avrebbe ancora la possibilità di tornare quello che è stato ai tempi di Nolitta, ma PRIMA devono cambiare molte cose a monte, nella mentalità di chi lo produce. Un editore/curatore/autore non può rifilarmi roba come Kandrax o Golnor e credere veramente che io, lettore veterano, sia poi soddisfatto dell'acquisto. Significa avere le idee ben poco chiare su ciò che uno zagoriano storico si aspetta di trovare quando compra un albo di Zagor in edicola. E a quel punto, piuttosto che rischiare quasi sicure delusioni con gli inediti, preferisco rileggermi 10 volte una Indian Circus; almeno so con certezza che alla fine della lettura il mio tempo sarà stato ben speso (e che la mia bile non avrà avuto un travaso).


MarioCX ha scritto:
Certo, la poetica nolittiana è ciò che faceva la differenza tra Zagor e tutti i suoi contemporanei. Quanta energia poetica negli animali che all'imbrunire raggiungono i ruscelli per abbeverarsi...le descrizioni del bosco e dei suoi abitanti erano un tratto narrativo ricorrente senza il quale Zagor non sarebbe stato Zagor, ma un'imitazione tirata via, svuotata della sua anima più profonda.

Sic et simpliciter. Applause


Ultima modifica di Ivan il Lun Ago 15, 2022 9:18 am, modificato 2 volte in totale
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MessaggioInviato: Mar Ago 09, 2022 6:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

Dear Ivan, thank you for your kind answers.
But as you know you can write all in Italian please.
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MessaggioInviato: Mar Ago 09, 2022 6:35 pm    Oggetto: Rispondi citando

… and of course what splendid words indeed… Applause Applause Applause
Yes I dint see the images and maybe subconsciously I mentionned “ the real Darkwood”…
You explained all very clearly and wonderfully…
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MessaggioInviato: Mer Ago 10, 2022 1:45 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ivan ha scritto:

Noi lettori sappiamo bene che la Storia Reale ha decretato il fallimento degli ideali di Zagor: nella realtà i Bianchi e i Nativi non hanno mai raggiunto un accordo di pacifica convivenza, e alla fine il popolo pellerossa è stato annientato quasi completamente.
Tuttavia, il microcosmo di Zagor è scollegato dalla Storia Reale; si tratta di un passato immaginario, ucronico, un "What if" in cui possono accadere fatti di finzione senza che nessun lettore debba rilevarli come "storicamente inaccurati" (a differenza di quelli rappresentati su TEX, ad esempio).
In questo universo fittizio esiste ancora la possibilità che i Bianchi e i Nativi arrivino a convivere pacificamente, e ciò dà un senso agli sforzi di Zagor.

Per questo sono contrario all'operazione (in corso negli ultimi anni) di rendere il fumetto Zagor sempre più conforme alla realtà storica, connotandolo di date precise, luoghi documentati e personaggi realmente esistiti. Nolitta non lo ha creato così; gli anacronismi e le contraddizioni storiche non erano "errori", ma solo elementi che permettevano di spaziare con la fantasia senza attenersi ai rigidi vincoli del realismo puro.
Così Zagor non incontra Buffalo Bill e il suo Wild West Show, bensì l'inesistente Rod Mac Carty e il suo (altrettanto inesistente) Indian Circus;
non incontra il capo storico dei seminoles Osceola, bensì il suo corrispettivo immaginario Manetola;
in Ora Zero non parla col presidente Jackson, bensì con un "presidente" generico della imprecisata epoca in cui si svolgono le avventure di Zagor;
non incontra il colonnello Chivington al Sand Creek, bensì il maggiore Raskin al Sandy River...
...e così via. Tutto in linea con lo spirito ucronico della collana. E fin qui tutto OK.

Ma se su Zagor compaiono i VERI Poe, Darwin, Stevenson etc...allora quel mondo fittizio crolla. Poiché a questo punto devo necessariamente considerare come "errori" tutti gli anacronismi e le inesattezze storiche apparse in precedenza. Non è più "Zagor", ma un personaggio che si muove nel mondo che conosco, il mondo reale. Think
Quindi, paradossalmente, più si cerca di conformare Zagor al realismo storico, più le sue storie appaiono irrealistiche, non credibili. Viene a mancare quell'anima "sognatrice" che caratterizzava le storie di Nolitta, quella che mi permetteva di credere in un mondo in cui i crimini commessi nella Storia Reale potevano ancora venire corretti, cosicché i Bianchi e i Nativi potrebbero finalmente arrivare a convivere in pace grazie anche agli sforzi di un coraggioso boscaiolo in casacca rossa.

Senza quest'anima sognatrice, non riconosco più lo Zagor che avevo amato. Ok, ha ancora lo stesso nome e la casacca rossa, ma nell'essenza è diventato qualcosa di molto diverso. Emozionalmente è un manichino di plastica, ed editorialmente è solo un banale fumetto come tanti altri, senza qualità di spicco. Non lo ricordo affatto così. E devo necessariamente chiedermi perché. Think


Post da brividi, Ivan.
Grazie perché mi fai sentire capito come lettore zagoriano.
Applause Applause Applause Applause Applause Applause Applause
_________________
Supercoppa, Milan-Inter 0-3
Campionato, Inter-Milan 1-0
Champions, Milan-Inter 0-2
Champions, Inter-Milan 1-0
Campionato, Inter-Milan 5-1

Luca Barbieri ha scritto:
Sergio Bonelli ha sempre prestato estrema attenzione alla plausibilità degli avvenimenti, base fondante di una convincente "sospensione dell'incredulità". Nolitta ha ben chiaro in testa che le storie di Zagor devono essere sempre verosimili e solide, con i piedi radicati per terra, nonostante l'ambientazione sia aperta alla più sfrenata fantasia.
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