www.spiritoconlascure.it

[cama69]

I difetti evidenziati da Ivan sono sicuramente evidenti, anche se le ingenuità a quei tempi erano abbastanza diffuse diciamo e qualche volta facevano capolinea anche con Nolitta.
In realtà tutte le volte che ho letto la storia, che ho trovato comunque piacevole, mi rovina un pò la lettura l'evoluzione dei Matam, prima sono presentati come guerrieri enormi e pressochè invincibile ma poi alla fine vanno giù come normalissimi uomini abbattuti a frotte da Zagor e dai rivoltosi.


Qualche anno fa scrissi testuali parole:
Secondo me il vero punto debole di questa storia sono i Matam, dopo averli descritti come degli esseri superiori si lasciano abbattere da Zagor e dai rivoltosi come persone assolutamente normali.
Comunque è una storia sufficiente per quegli anni, i disegni di Donatelli in queste prime storie non li commento perchè, Donatelli mi ha sempre lasciato indifferente anche nelle sue performance migliori figuriamoci qui, diciamo che il suo stile non mi ha mai realmente emozionato.
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[AAHHYAAAAK]

Bah, noiosa e con una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti...
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.

[Ivan]

[Smiling Joe]

La vignetta postata da Kramer credo sia presa da Cico Conquistador
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Il sangue su questa lama si mescolerà presto a quello del mio nemico!.. Lo giuro!

Sergio Bonelli ci ha lasciato. Giù il cappello!

"Caro amico, l'importante è che sia appassionante, non che sia scritto bene. Il dizionario è scritto benissimo ma non mi appassiona leggerlo".
OEJ

[Kramer76]

si, è cico conquistador

no, Ivan, io mi riferivo a clark city, la città nascosta mi piace

[Esploratore Scomparso]

Ho riletto anche questa storia..sinceramente non vedevo che arrivasse alla fine.
Noiosa e superficiale, non mi è piaciuto quasi niente, soprattutto la morte del cattivo alla fine, che cade da solo nel pozzo... altre volte la stessa fine è stata resa in modo più realistico, qui mi è sembrata ridicola, infantile.
Salvo soltanto le gag di Cico, divertente quella iniziale, e anche il suo stratagemma usato per nascondersi tra le statue.
I disegni di Donatelli li ho trovati altalenanti, tra belle vignette dettagliate ad altre scarne e fredde.
Sembrava quasi una storia per un altro fumetto, più per ragazzini.

[Mauro Tozzi]

Un altro difetto della storia che suggerirei a Ivan di elencare tra le debolezze dell'episodio è che Lebnor chiede l'aiuto di Zagor perché quest'ultimo ha il vantaggio di avere una pistola, arma per loro del tutto nuova, ma l'unica occasione in cui vediamo Zagor sparare è quando è circondato dai matam e, perdipiù, il possesso di un'arma da fuoco da parte sua non è per nulla decisivo, poiché i giganteschi guerrieri stanno per sopraffare il nostro eroe che viene salvato solo dall'arrivo di Lebnor e dei suoi.
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Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto!

[AAHHYAAAAK]

Do un 6 stiracchiato a questa storia, 147 tavole di Melloncelli e Donatelli (autori che non compaiono scritti nella versione letta). Non mi ha dato fastidio che ci sia una città nascosta da alte montagne, però, insomma, forse è un po' troppo breve per tutti gli elementi che l'autore ci ha messo dentro: i Maya, i matam (ripresi dagli jotum), palazzi d'oro e abitanti in lotta tra loro (e seconro me aveva pensato pure ad Atlantide e Mu) e la pozione che fa diventare giganti (sulla falsa riga di Asterix).
Zagor e Cico vengono svegliati e circondati da alcuni indiani, ma in realtà sono i Maya, scappati dal Messico per la violenza dei conquistadores, fondando una città, "Nuova Uxmal", con palazzi d'oro e ben nascosta. Lebnor è il figlio del re Ixcanca, il quale venne ucciso da Moikos (una volta diventa Moikor) che ne usurpò il regno grazie al segreto dei suoi "matam", che, bevendo una pozione, diventano dei giganti. Lebnor quindi blocca Zagor e Cico credendo che loro avessero fucili, ma è troppo scarna la motivazione che, siccome è proibito procurare e dare armi a tribù, allora Lebnor li lascia liberi
Zagor, incuriosito dalla faccenda, fa vedere a loro la pistola e gliela fa anche provare, così gli raccontano tutto il Nostro decide di aiutarli.
Entrati in città si stabilizzano poco fuori nel villaggio di Ka-Bul, comandato da Argas, amico di Ixanca. Cheses tradisce tutti e, al cospetto di Moikos, rileva l'ubicazione esatta: il re chiama il suo braccio destro Kalangor, fa gettare l'uomo in un buco piene di belve affamate, credendo che un uomo che tradisce continuerà a farlo e manda i "matam" a uccidere Argas e a prendere Lebnor. Il piano riesce, ma Zagor e Cico seguono le enormi orme rilasciate dai "matam" e giungono alle mura della città: Cico dapprima nega di poter salire sulle ripide e lisce mura, ma, quando Zagor gli ricorda dei "matam", scala le mura con impressionante velocità e facilità e, una volta dentro scappa in direzione opposta a Zagor per non farsi prendere dai giganti. Ispezionando la città, Zagor libera Tlasca: imprigionato e legato dentro il buco con belve affamate con una fiamma che gli brucia le corde perché ha disobbedito a un ordine di Moikos... Ma se Chenes lo hanno gettato dentro di brutto, ora la narrazione e l'escamotage per far sì che lo accompagni dal re non regge. Tlasca comunque vuole riabilitarsi e intrappola Zagor che supera il buco con gli spuntoni acuminati e ci cadere Tlasca stesso. Liberatosi a sua volta della trappola, trova Moikos e Lebnor ipnotizzato. L'ipnosi serve al re per far parlare Lebnor alla popolazione rinunciando alla rivolta e riconoscendo Moikos come loro sovrano. Quindi Zagor interviene, ma il re avverte Kalangor in tempo e ne nasce lo scontro, perdendo un protagonista, Moikos, che cade proprio nel buco delle belve affamate. Neanche la pistola ferma i "matam" e solo i seguaci di Lebnor si ribellano definitivamente e sconfiggono i giganti. Riappare Cico con in mano la pozione trovata, ma quando Lebnor, svegliatosi dall'ipnosi con la morte dinMoikos, legge gli ingredienti (sangue di rospo, code di lucertola tritate, albuke d'uovo di serpente) Cico sputa tutto
Si chiude con una gag di Cico che, voglioso di arrivare subito al rifugio, prende la mappa e corre, per poi perdersi e tornare spaventato da Zagor
Altra nota tecnica che coza: Cico corregge Zagor su Achille, ma poi lo stesso Zagor sa cosa vuol dire "Nuova Uxmal", "Mondo proibito"
Finisce con questa storia quella che possiamo chiamare la prima vera trasferta della serie.
Copertina: sbagliati gli avversari, non sono indiani...
Le gag di Cico:
1) a inizio della storia, il messicano non prende sonno, chiede a Zagor un aiuto; ma il classico conteggio delle pecore non funziona, è arrivato a quota 37.200; allora prova con i ricordi delle donne della sua vita, ma, con una non sa che balbettare e viene scambiato per un mendicante, l'altra è alta e milza (e brutta) Cico gli arriva in pancia (nella storia si dice 28 cm ) e per farsi sposare, deve arrivare alla sua altezza, sale su una botte che si sfonda e subisce le botte
2) gag citata sui "matam"
3) all'interno della città, Cico vede dei polli e pensando già allo spiedo si avvicina, ma sono galli da combattimento e lo beccano, richiamando i giganti (bella l'intuizione di bloccarsi con le braccia in alto e una gamba alzata a confondersi in mezzo ad altre statue, sfruttando anche il buio)
4) la gag citata della pozione
5) la gag citata della mappa

Personaggi principali:
- Lebnor
- Moikos
- Kalangor
- Chenes
- Argas
- Tlasca

Luoghi:
- "Nuova Uxmal"
- Ka-Bul
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Il milite ignaro dichiara guerra agli Illuminati

Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire oggi.

[Magico Vento]

Bella questa storia di Melloncelli, probabilmente la miglior prova su Zagor di questo autore.
Ottima l'idea, ossia che della gente Maya sia sopravvissuta, restando nascosta e senza aver praticamente contatti con l'esterno. Niente male neppure l'avventuroso sviluppo della vicenda. Ottimi i nemici: il sacerdote che ha ucciso il re e i giganteschi Matam. Divertenti anche le gag di Cico, che è ben gestito da Melloncelli. Beffarda la fine che fa il sacerdote. Bello il movimentato finale.
Donatelli come al solito senza infamia e senza lode. Ottima la copertina.

Soggetto/Sceneggiatura: 7,2
Disegni: 7

[kanoxen60]

Dopo il dramma del dottor Stubb e le sue trasformazioni licantropesche, eccoci all'ultima tappa di questa prima odissea zagoriana, una tappa che vede tornare all'opera Cesare Melloncelli, dopo le non eccelse “Il nemico nell'ombra” (attualmente in 39a posizione nella mia graduatoria della prima centuria) e “Clark City” (al 41° posto).

Mellon ci propone qui un format già visto in precedenza, ossia quello dell'incontro dei nostri Eroi con una civiltà che vive isolata sul suolo americano – nel caso specifico, si tratta dei Maya -, protetta da montagne inaccessibili, che continua a vivere la sua vita come faceva in passato, senza contatti o contaminazioni con la modernità.

I precedenti, dicevo, non mancano.
Per rimanere a Zagor, basta ricordare “Il popolo della palude”, scritta da GLB e pubblicata nell'albo n. 7 della serie mensile, quando Zagor e Cico si imbattevano nella cittadella fortificata dei Condé; “I padroni del fuoco” di Nolitta, quando l'incontro era con due popoli che vivevano come all'età della pietra; “Gli adoratori del sole”, sempre di Nolitta, che vedeva l'incontro con la civiltà dell'antico Egitto ricreata ad arte dal folle professor Krebs.
Ma anche in Tex non mancano episodi analoghi, a partire dalla famosa vicenda del Pricipe Nero, che ha chiaramente ispirato quella zagoriana dei Condè; o anche l'incontro con la comunità russa in “Deserto bianco”.

[kanoxen60]

Mellon, con i suoi Maya, si rifà chiaramente agli illustri precedenti.

L'episodio di Cico che non prende sonno e sveglia Zagor, all'inizio della storia, richiama l'analogo episodio ne “Gli adoratori del sole”, quando il messicano sveglia Zagor per chiedere quale fosse la differenza fra un cammello e un dromedario.
La follia del professor Krebs, del resto, è ricordata espressamente da Zagor quando vede all'orizzonte la piramide Maya.
La presenza di tetti d'oro a Nuova Uxmal richiama evidentemente la “città d'oro” del Principe Nero texiano, così come vedo un richiamo a quest'ultima storia nella presenza di una figura ambigua come Tlasca, salvata da sicura morte da Zagor ma pronto a tradire alla prima occasione (in Tex si trattava dell'infidissimo Goyas).

Insomma, Mellon propone qui un format già ampiamente utilizzato in passato e che, nel bene e nel male, continuerà ad essere usato in futuro.

[kanoxen60]

La trama, dunque, si sviluppa secondo le aspettative.

Dapprima l'incontro con i rappresentanti di una civiltà perduta; poi, l'offerta di collaborazione da parte di Zagor, per aiutare il popolo oppresso a sconfiggere il tiranno. Segue l'arrivo dei Nostri nella cittadella isolata, il precipitare degli eventi, Zagor che per tante pagine combatte da solo contro i nemici, la battaglia finale e il successo dei rivoltosi.

A una rilettura odierna, la storia appare sicuramente un po' ingenua, come molti di voi hanno sottolineato.

Dopo aver letto le prime opere di un Nolitta che stava rapidamente maturando, non si può non osservare che qui mancano completamente le tipiche sfumature nolittiane (qui i cattivi sono cattivi, i buoni sono buoni; nessuna area di “grigio” nelle personalità dei protagonisti); Cico è quasi sempre al centro della vicenda, ma spesso i suoi interventi sono sopra le righe, con una comicità non sempre perfettamente integrata nell'atmosfera complessiva della vicenda.

I momenti più drammatici sono quelli in cui il gran sacerdote Moikos fa gettare ai cani la spia Chenes (nomen, omen ); l'uccisione a sangue freddo del vecchio Argas da parte dei Matam; il tradimento di Tlasca, di cui Zagor si era fidato.

[kanoxen60]

I nostri Eroi - 1

Zagor, come al solito generoso nell'offrire il proprio aiuto a un popolo oppresso, vincendo oltretutto le resistenze di un Cico desideroso solo di tornare a Darkwood, si ritrova ben presto, dopo il rapimento di Lebnor da parte dei Matam, a dover sbrogliare la matassa pressoché da solo.

La sua incursione nella cittadella Maya costituisce la parte principale della storia ed è un susseguirsi di scalare pareti, aggirarsi nei locali del tempio, menare fendenti a destra e a manca, fino allo scontro conclusivo.

In questo turbinate di azioni, sempre accompagnate da una puntuale radiocronaca mentale con cui il Nostro non fa mai mancare un aggiornamento delle sue intenzioni/sensazioni/reazioni, spiccano:
- la liberazione del Matam Tlasca, condannato a morte certa, e il suo successivo tradimento;
- lo scontro con il gran Sacerdote Moikos (e il fido Kalangor), che per ben due volte riesce a sfuggire al Nostro, cogliendolo di sorpresa, prima sferrandogli un colpo con una statuetta, poi divincolandosi con una manata, fino al tragico finale;
- la lotta contro i Matam, a base di colpi di pistola e poi, finiti i proiettili, a colpi di scure.

Nella battaglia finale, quando Zagor sembra messo a mal partito, è salvato dal provvidenziale arrivo della popolazione Maya, convinta a ribellarsi definitivamente alla tirannia.

Conclusa la battaglia, non risparmia a Lebnor un sermoncino finale: “Sgombra dal tuo animo questi sentimenti di odio, Lebnor...ora è tempo di riportare la serenità alla tua gente! Guardali: le loro ferite, le loro sofferenze non chiedono altro che pace, ormai...una solida pace con cui dimenticare il passato!”.

[kanoxen60]

I nostri Eroi - 2

A Cico è assegnato da Mellon un ruolo fondamentalmente ed esclusivamente comico.

Inizia subito con la gag meglio riuscita della storia, con la rievocazione delle sue “fiamme” del passato, tra le quali l'altissima e secca Maria Luz.

Poi, dopo l'offerta di aiuto fatta da Zagor a Lebnor, è un susseguirsi di tentativi di sottrarsi all'avventura: ad esempio, a pag. 71 del Vol. 22 della CSAC (quando dice a Lebnor:“...perciò vi facciamo tanti auguri e togliamo il disturbo!”), a pag. 81 (“...scusate, io me ne torno fuori da questa valle...”), a pag. 93 (dopo aver sentito la descrizione dei giganteschi Matam: “...me ne vado...me ne vado...!”), a pag. 103 (dopo il rapimento di Lebnor da parte dei Matam: “Quei giganti? Sono qui? Dove sono? Aiuto...scappiamo...”), a pag. 105 (quando vede le sentinelle a guardia delle mura della città Maya: “Andiamo, si torna a casa!”). Non un cuor di leone, insomma, il messicano in questa storia.

Durante l'incursione di Zagor nel tempio, Cico rimane per un disguido separato dall'amico; cerca stoltamente di procurarsi da mangiare vedendo un gruppo di volatili (che si rivelano galli da combattimento) e si fa scoprire dai Matam; inseguito, ha la brillante idea di confondersi tra le statue Maya (questo sì, come sottolineato da voi, è un passaggio ben riuscito); creduto morto da Zagor e Lebnor, riappare dopo la conclusione della battaglia finale per dar vita alla gag con le ampolle contenenti la pozione di Moikos.

Nel complesso, un Cico pienamente inserito nella vicenda ma un po' eccessivo nei dialoghi, con una comicità che spesso risulta non in linea con il tono della storia.

[kanoxen60]

Il popolo Maya - 1

Il popolo Maya, fuggito dalle terre d'origine a seguito dell'invasione di potenti nemici e rifugiatosi in una valle sperduta nel nord della Virginia, ha ovviamente un ruolo di primo piano nella vicenda.
Nella caratterizzazione dei vari personaggi, Mellon fa una netta distinzione tra buoni e cattivi, senza quelle sfumature di grigio che rendono spesso così potente la scrittura di Nolitta.

Tra i buoni spicca ovviamente Lebnor, figlio del re Ixanca fatto uccidere dal gran Sacerdote Moikos.

Uscito da “Nuova Uxmal” con alcuni compagni a lui fedeli per procurarsi armi da fuoco con cui fomentare la ribellione del suo popolo, si imbatte in Zagor, cui, dopo alcune scaramucce iniziali, racconta la sua triste storia e da cui ottiene un insperato aiuto.

Rapito dai giganteschi Matam, cui tenta vanamente di ribellarsi, viene portato al cospetto del gran Sacerdote, da cui viene ipnotizzato per essere utilizzato ai suoi fini (imbonire il popolo e far accettare la tirannia moikosiana).

L'intervento di Zagor spezza l'incantesimo, ma rivediamo Lebnor solo nella battaglia finale, quando guida i suoi fedelissimi allo scontro con i Matam.

Dopo il sermoncino ecumenico che gli fa Zagor, conclusa la battaglia, offre all'amico di sedersi al suo fianco sul trono di “Nuova Uxmal” (proposta ovviamente impossibile da accettare per il nostro Eroe).

Lo vediamo nelle ultime pagine, pronto per la cerimonia di incoronazione, con uno splendido costume Maya.